Verso nuovi mercati

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 15 novembre 2021 con un tema del Campione dell'Arena della SETTIMA ERA: Wladimiro Borchi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
Dario17
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Verso nuovi mercati

Messaggio#1 » martedì 16 novembre 2021, 0:57

Imploro con tutta la forza che le costole prese a calci mi permettono.
«Ok basta, ora ce ne andiamo!»
L’uomo barbuto piazza un gancio al mento di Fulvio, piroetta su se stesso e con un calcio al petto lo fa volare sullo scivolo con un rimbombo metallico.
I genitori bofonchiano approvazioni e cingono le spalle dei loro figli con le braccia.
«Ben ti sta, pezzo di merda!»
«Dagliene ancora…»
«Droga ai ragazzini di quattordici anni, che figli di puttana…»
Lascio la presa sull’altalena.
«Ok…basta…»
Mi tengo il fianco come a trattenere dentro le budella, il dolore sordo mi lascia fare soltanto due passi. Cado con le ginocchia su una pozzanghera erbosa.
Si girano tutti a guardarmi.
Barbuto dispiega le maniche arrotolate e viene verso di me.
«La prossima volta che vi pizzichiamo in questo parco» mi punta contro un dito tozzo «finite in terapia intensiva.»
Se ne va seguito dagli altri genitori che gli percuotono amorevolmente la schiena ampia come una libreria.
Alzo la testa.
Il cielo plumbeo sopra il parco promette pioggia.
«Fede…» il rantolo di Fulvio proviene da un altro pianeta «se non piazziamo la roba entro domani sera, Ulcera ci ammazza.»

-

Entro in macchina con lentezza da paralitico; quando riesco a chiudere la portiera con un gemito ormai il collo del giaccone è fradicio di pioggia.
Fulvio mette la prima e parte.
Ghigna, l’orbita violacea dell’occhio destro fa male solo a guardarla.
Il finestrino mostra case tutte uguali, bersagliate da mitragliate d’acqua.
«Cazzo ridi, Fulvio? Stasera ci faranno il culo quando scoprono che non abbiamo venduto manco una dose. Mica possiamo fare il reso come su Amazon, perdio.»
«Se ti ho chiamato è perché ho la soluzione, no?» mi da una pacca sulla coscia «Ulcera ci pagherà un giro delle sue battone di lusso quando vedrà l’incasso!»
«O forse ci offrirà un giro con il Senegalese. Porca troia, quello fa i tornei MMA!»
Fulvio allarga ancora di più il sorriso; un buco nero spicca tra i dentini belli dritti da modello.
«L’idea che ho avuto è buona ed è tutto pronto. Da stasera si cambia musica.»

Solo quando Fulvio parcheggia mi accorgo che siamo fuori città.
Usciamo dalla macchina.
La pioggia torrenziale è divenuta una pisciatina leggera che tintinna sul cofano e punzecchia le strisce del parcheggio.
Fulvio fa il giro, apre il cofano e si mette a tracolla una borsa porta PC.
Lo stomaco mi precipita fino alle punte ai piedi.
«Ma sei coglione? Porti la roba così come se andassi a un corso di aggiornamento?»
Lo stronzo si infila un paio di occhiali da sole.
«Forza. Ci aspettano.»
Una villa a tre piani compare da dietro un’altra siepe color smeraldo, piegata dall’acquazzone di prima. Un sentiero di ghiaia colloso aggira una fontana e ci porta all’entrata.
Porca troia, è troppo bello per essere vero.
Fulvio ha beccato un paio di ricconi a cui piazzare tutta la droga? Tipo Cruise e la Kidman in Eyes Wide Shut? La speranza di non finire male mi si diffonde sul petto come un balsamo.
Una reception sulla sinistra, subito dopo il portone.
Due donne armeggiano con fogli e pc a testa bassa.
Fulvio appoggia le braccia e si china sulla fessura della vetrata.
«Sono qui per il signor Condorelli.»
«Secondo piano.» risponde una delle due senza manco alzare la testa.
Io e Fulvio entriamo. Una musichina sulla destra mi fa voltare.
«Ommerda…»
Un imbecille in frac, su di un palchetto, estrae un mazzo di rose bianche da un cilindro ad un pubblico di…vecchi.
File e file di teste bianche e glabre, incassate in spalle flosce e cadenti.
Sedie a rotelle e poltrone cirondano il palco.
Volo sulle scale per raggiungere Flavio che è già al piano di sopra.
Le costole urlano di dolore ma voglio solo strangolare quel pezzo di…
Lo stronzo entra nella prima stanza a sinistra. Entro anch’io, pronto a dargli un pugno.
«Ciao, nonno.» saluta Fulvio.
Un anziano tracagnotto coi baffetti e il gilè si stacca da un gruppetto di nonnini e lo abbraccia.
«Hai portato tutto?»
Come il peggiore dei venditori porta a porta, quel coglione apparecchia un tavolo con spinelli già rollati, mucchietti di pasticche bianche e un paio di siringhe col colpo in canna.
I vecchietti si avvicinano come cagnolini curiosi, alcuni poggiati sui deambulatori.
Chiudo la porta, afferro un avambraccio di Flavio e lo tiro a me.
«Droga ai vecchi? Ma sei rincoglionito?»
«E perché? Guarda che questo è un ospizio di prima classe, qua ci ricoverano ex direttori di banca e primari, mica cazzi. Hanno soldi da buttare e non gliene frega un cazzo se ci restano secchi. Vogliono solo godersi quel poco che hanno da vivere.»
Guardo oltra la spalla di Fulvio: suo nonno si è già preparato un rigone di coca sul tavolo e sta arrotolando una banconota da cento.
Una vecchia in carrozzina col viso scavato da mummia si accende uno spinello stretto tra le labbra secche.
Una voce da oltretomba alle spalle mi fa sobbalzare.
Mi giro.
Un vecchio in tuta e pigiama con un ciuffone di capelli candidi mi guarda con aria da invasato.
«Figliolo, avete pure del Viagra? Ho un’amica che mi aspetta in stanza.»



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antico
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#2 » martedì 16 novembre 2021, 0:58

Ciao Dario! Parametri rispettati, buona WLADIMIRO BORCHI EDITION!

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Antonio Pilato
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#3 » martedì 16 novembre 2021, 17:25

Ciao Dario, ben ritrovato!
Il tuo racconto alterna fasi di curiosità con fasi di "Ah, ok... e io che pensavo che...": il trucco, ben riuscito, è che quest'alternanza è ritmata al momento giusto e al posto giusto.
La sensazione di ritrovarsi in una sorta di situazione in stile horror classico è riuscita e alquanto realistica.
Il tema del contest non l'ho percepito così centrale come in altre storie, ma risulta rispettato.
Una storia semplice, ma ho gradito molto il finale, soprattutto l'ultima riga.

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Davide_Mannucci
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#4 » giovedì 18 novembre 2021, 10:25

Ciao Dario, piacere di leggerti!
Mi hai un po’ spiazzato alla fine quando spunta ta un Flavio mai visto prima, poi ho capito che era Fulvio brutalmente rinominato da un tuo lapsus.
Racconto tra il surreale e il comico. Una situazione che rendi bene, anche grazie a uno stile scorrevole. Non. mi ha convinto il nonno col rigone di coca che ho trovato un po’ forzato. Per il resto direi una prova discreta con qualche lacuna ma sicuramente piacevole da leggere.

A presto
Davide Mannucci

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Michael Dag
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#5 » giovedì 18 novembre 2021, 16:05

Mi hai regalato una sincera risata, e ti ringrazio!
Il racconto si legge bene, la scena del pestaggio iniziale fa capire subito che le cose non girano benissimissimo per il protagonista e ero curioso di vedere come se la sarebbe cavata.
Personalmente, lavorerei meglio il realismo del tutto.
All'inizio parli di vendere erba ai ragazzini, ok, purtroppo è una pratica molto comune in alcune periferie urbane.
Ma poi te ne esci con una valigia di cocaina e siringhe già pronte (cosa che non so se è fattibile, che io sappia l'eroina si scioglie sul momento).
Ecco, mi ha fatto strano che quelli che sembravano spaccini di bassa lega abbiano accesso a così tanta roba pesante e abbiano provato a vendere al parchetto delle famiglie. Ma alla fine, se uno si mette a fare certe cose, è perché il cervello non gli funziona proprio alla grandissima, quindi ci sta.
Lo stile è buono, e anche il registro linguistico, seppur migliorabile con qualche sporcatura, va bene.

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Andrea Lauro
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#6 » giovedì 18 novembre 2021, 22:19

Ciao Dario, un racconto che mi ha divertito ed ero curioso per vedere come finiva. Vedo che ti han già fatto notare il fatto che Fulvio diventa Flavio e poi torna Fulvio, chissà quale era dei due in prima stesura.
Comunque ho apprezzato. Fa’ caso a questa formulazione particolare che utilizzi, che io chiamo con amorevolmente “Cose che fanno fare cose” (™):

- Imploro con tutta la forza che le costole prese a calci mi permettono.
- il dolore sordo mi lascia fare soltanto due passi.
- Una musichina sulla destra mi fa voltare.
- Una voce da oltretomba alle spalle mi fa sobbalzare

“Cose che fanno fare cose” (™) non è di per sé un errore, ma balza all’occhio e ho notato che lo si usa spesso quando si prova a scrivere in mostrato. Ora che te l’ho detto, comincerai a vederlo ovunque e comincerai a odiarlo… e soprattutto a odiare me!
Dei quattro che ho letto finora, questo è il racconto che ho preferito.

a presto,
andrea

Dario17
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#7 » giovedì 18 novembre 2021, 23:28

Ehilà. MinutiContatini!!

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Dario, ben ritrovato!Una storia semplice, ma ho gradito molto il finale, soprattutto l'ultima riga.

Ahahah, grazie! Visto il tema del racconto, comprendo che l'ultima "riga" tu possa averla molto gradita! E se la tua era una battuta voluta, applausi! (Anche se non lo era, applausi lo stesso)

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Dario, piacere di leggerti!
Mi hai un po’ spiazzato alla fine quando spunta ta un Flavio mai visto prima, poi ho capito che era Fulvio brutalmente rinominato da un tuo lapsus.


Essì, cappellone dovuto a una pessima rilettura! Touchè!

Michael Dag ha scritto:Personalmente, lavorerei meglio il realismo del tutto.
All'inizio parli di vendere erba ai ragazzini, ok, purtroppo è una pratica molto comune in alcune periferie urbane.
Ma poi te ne esci con una valigia di cocaina e siringhe già pronte (cosa che non so se è fattibile, che io sappia l'eroina si scioglie sul momento).
Ecco, mi ha fatto strano che quelli che sembravano spaccini di bassa lega abbiano accesso a così tanta roba pesante e abbiano provato a vendere al parchetto delle famiglie.


Nella scena del parco non ho specificato che fosse erba quella spacciata, probabilmente hai associato la droga leggera con la giovanissima età dei ragazzini. Io intendevo tutte le droghe anche per loro, purtroppo lessi tempo fa che l'età media per le droghe pesanti si è abbassata e ho voluto essere fedele a quell'articolo di giornale.
Che i due protagonisti siano schiappe volevo che si capisse, i toni del racconto volevo fossero sia seriosi che scanzonati, weird ma anche goliardici. Un indegno mix tra Romanzo Criminale e Mamma ho perso l'aereo, insomma. :)
Per questa Era ho deciso che cercherò di scrivere generi e temi mirati di volta in volta per andare incontro ai gusti della/e guest star/s di ogni contest e Wladimiro con questi generi ci sguazza, speriamo riuscirà a leggerlo e a farmi sapere che ne pensa!

Andrea Lauro ha scritto: Fa’ caso a questa formulazione particolare che utilizzi, che io chiamo con amorevolmente “Cose che fanno fare cose” (™): non è di per sé un errore, ma balza all’occhio e ho notato che lo si usa spesso quando si prova a scrivere in mostrato. Ora che te l’ho detto, comincerai a vederlo ovunque e comincerai a odiarlo… e soprattutto a odiare me!
Dei quattro che ho letto finora, questo è il racconto che ho preferito.

a presto,
andrea


Ma ti pare che possa odiarti? Sei pur sempre la mia PennArruffata preferita dopo Di Tullio e Nesler!
Ottimo consiglio, credo che ci farò caso anche per la stesura del mio libro e tremo al solo pensiero di quante "cose che fanno fare cose" ho già messo nero su bianco. Gosh...
Sbaglio o è la terza volta consecutiva che sei chiamato a commentare un mio pezzo? Di lusso!

alexandra.fischer
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#8 » domenica 21 novembre 2021, 18:33

Tema centrato. Hai capito la svolta di Fulvio? Dalla scuola all’ospizio di prima classe per piazzare la merce di Ulcera. Del resto, il pubblico dei quattordicenni, dava troppi guai, come ben mostri nella scena del parco. Mi piacciono i compensi di Ulcera: giri con battone di lusso o tornei di MMA con il senegalese. Luci e ombre di un lavoraccio. Simpatica la presentazione del commercio di Fulvio in casa di riposo, dalla clientela formata dal nonno e dagli amici di questi, tutta gente di prima classe, durante il numero del prestigiatore: ha tutto quel che serve. E ancora più divertente il finale, con l’attempato cliente in cerca di Viagra. Fede svolge bene il suo ruolo di tramite fra Fulvio e il Lettore.

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GiulianoCannoletta
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#9 » lunedì 22 novembre 2021, 16:07

Ciao Dario, piacere di averti letto.
In una prima lettura alcune delle tue trovate mi erano apparse un po' esagerate e irrealistiche. Parlo del pestaggio iniziale con tanto di calcio rotante stile film di kung fu, o del campionario di droghe già pronte all'uso che Fulvio sfodera nel finale. In realtà a rileggerlo sapendo già cosa aspettarmi ho apprezzato di più anche questi dettagli più "grotteschi" che comunque sono assolutamente coerenti con il tono che hai dato al racconto.
Un racconto divertente e un'interpretazione del tema originale.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Fagiolo17
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#10 » mercoledì 24 novembre 2021, 18:58

Ciao Dario e piacere di averti letto.
Racconto dal taglio pulp e divertente.
La scena finale mi ha divertito, nonostante sia molto sopra le righe segue il mood del resto del racconto, quindi la trovo assolutamente azzeccata.
Ho notato il cambio di nome e mi ha stranito per un istante, ma nulla di grave.
Complessivamente una buona rivisitazione del tema, bravo.

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david.callaghan
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#11 » mercoledì 24 novembre 2021, 23:10

Ciao Dario
Devo dire che anche io all'inizio ero un po' perplesso. Mi sembrava un po' tutto estremo ed esagerato, ma andando avanti mi ha preso sempre piú e alla fine devo dire che mi ha sinceramente divertito! Tanto di cappello. Gente piú brava di me ti ha giá fatto notare dove fare qualche correzione per cui non mi ripeto. Un saluto

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antico
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Re: Verso nuovi mercati

Messaggio#12 » venerdì 3 dicembre 2021, 18:16

Penso che questo sia un racconto riuscito: arriva dove volevi portarlo e, al netto di una parte centrale non pienamente convincente per uno stile che mi è parso meno brillante, non vedo grosse problematiche se si esclude il refuso sul nome. Buona anche la declinazione del tema. Pollice quasi su per me.

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