Dopo il decollo

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 15 novembre 2021 con un tema del Campione dell'Arena della SETTIMA ERA: Wladimiro Borchi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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Signor_Darcy
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Dopo il decollo

Messaggio#1 » martedì 16 novembre 2021, 1:03

Dopo il decollo
di Stefano Floccari

Mi avvicino al portale dei controlli con un filo di apprensione. Cerco di dissimulare il nervosismo. I miei occhi cercano di far finta di niente e rimbalzano come palline di gomma: la signora grassa che sta perde l’equilibrio per togliersi gli stivali; il ragazzone che ci mette mezzora e alla fine s’è dimenticato la cintura; il cazzone con giacca e cravatta davanti a me che appoggia il trolley sui rulli e il portatile nel cestino e poi se ne va lasciando le sue cose lì ferme, che tanto ci sono io a spingerle, immerso nella sua nube di acqua di colonia mentre lo mando sottovoce a fare in culo.
Tocca a me. Resisto alla tentazione di toccarmi la gran massa di capelli ricci. Una donna molto carina mi dice di venire avanti, poi fa un cenno a un collega. Merda, penso. Lui si avvicina, mi struscia le mani sotto le ascelle e poi lungo le gambe, inginocchiandosi. Pochi secondi in tutto, ma mi sembrano interminabili.
Prego, mi dice lui. Ringrazio, raccolgo il mio zaino puzzolente dal nastro e mi incammino verso la zona degli imbarchi. È andata. Respiro lentamente.

Osservo la gente che prende posto con lentezza esasperante, ognuno con due o tre bagagli a mano, che chissà che cazzo devono sempre portarsi dietro. Un bambino piange come una fontana e ancora devono pressurizzare ‘sta cazzo di fusoliera.
Osservo i volti degli altri passeggeri: la signora rubiconda che mi chiede di alzarmi per potersi sedere vicino al finestrino; l’uomo d’affari di prima che si siede nella prima fila e accavalla le gambe, i pantaloni dell’abito a mezzo stinco a mostrare calze sottili come la pelle del suo viso; il tizio coi rasta e la pashmina, che mi passa accanto e mi fa rimpiangere l’acqua di colonia del cazzone; una giovane mediorientale che si guarda intorno inquieta, forse preoccupata all’idea di trovare uno come me a bordo dell’aereo; un signore brizzolato con la camicia aperta sul torace che ancora prima di sedersi chiede all’hostess col bel culo se sul volo servono prosecco. Che merda di gente.

“Cosa legge?”, mi domanda l’impicciona seduta vicino al finestrino. Mi giro verso di lei e fingo cortesia.
“Un libro sulla storia della mia terra”. Le mostro la mia copia de Il mulino del Po. Non me ne frega un cazzo dell’Emilia, in realtà. Non più di quanto mi interessi la Micronesia, il Canada o una cazzo di repubblica baltica. Non è per le nutrie di Ferrara che sono su questo aereo di merda con un coltello di plastica nascosto nei capelli.
“L’ho letto, sa? Le piace?”
“L’ho appena cominciato”, mento. Cazzo ne so, mica l’ho preso per leggerlo sul serio, su. Se ne stesse un po’ zitta.
“Lei è straniero, vero?”, insiste la signora. Che due coglioni!
“Ho vissuto parecchio tempo in Siria, avrò preso l’accento del posto”. Quelle come lei le avremmo sgozzate, lì.

Quella cagna della hostess è appena passata col suo carrello, i passeggeri dietro di me e il suo collega bellimbusto sono bloccati; davanti alcuni dormono, il bambino rompicoglioni sta guardando i cartoni, il cazzone ha il naso attaccato al suo portatile, solo la ragazza con la pelle olivastra si è alzata per andare in bagno nella zona anteriore dell’aereo. È il momento.
Mi alzo deciso. Un passo, due, tre. Prego sottovoce. Oltrepasso la tenda. L’odore del cibo riscaldato mi provoca un conato di vomito. Con la mano sinistra ravano tra i miei capelli, trovo il coltello e tiro strappando l’elastico che lo teneva fermo. Passo oltre la porta aperta del bagno, poi afferro la leva di quella della cabina dei piloti.
Chiudo gli occhi. Prego. Respiro. Abbasso la leva nel preciso istante in cui mi rendo conto che cazzo, la porta del bagno è aperta.

“Tu che cazzo vuoi?” La ragazza mi incenerisce con lo sguardo. Vorrebbe puntarmi addosso la pistola, ma preferisce tenere la canna premuta sulla tempia del capitano.
“Che cazzo vuoi tu!”, le rispondo agito il mio ridicolo coltello nel vuoto. “Questo è il mio aereo.”
Lei sgrana gli occhi. “Il tuo aereo? Ma vaffanculo!” Solleva la pistola verso di me, ma tiene lo sguardo sul capitano. “Tu non fiatare, o ti taglio la lingua”. Nella sua mano sinistra compare un coltello a serramanico.
Solo ora noto il cadavere del copilota coperto di sangue: deve essere davvero brava, non si è sentito un cazzo di rumore.
“Chiudila a chiave, svelto!” Con un rapido movimento della pistola indica la porta della cabina.
Faccio come mi dice. “Dove?”, le chiedo con aria remissiva.
“Dove cosa?”
Indico il pilota, che si sta cagando addosso. Faccio un passo verso la console.
“Tunisia.” Abbassa la pistola di nuovo verso il capitano mentre gli occhi verdi ora fissano me. “E tu cosa cazzo volevi fare?”
“Siria. O Iraq. Al limite una bella strage”. Un altro passo.
“Con quello?” Con lo sguardo indica il coltello di plastica che stringo ancora nella mano sinistra.
“Mi piace improvvisare”. Allungo il braccio con forza e infilo la mia posata da picnic nel collo del capitano.
L’aereo sussulta. L’uomo urla. La ragazza grida, la sua pistola torna a mostrarmi il foro della canna.
“Visto che ci sono riuscito?”
Ultima modifica di Signor_Darcy il martedì 16 novembre 2021, 1:08, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#2 » martedì 16 novembre 2021, 1:07

Ciao Stefano! Malus minimo di tempo per te, ma occhio che sei sopra di 27 caratteri e quindi avresti anche quel malus. Hai ancora tempo fino all'1.33 per sistemarli (che tanto sei già in malus tempo).

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Signor_Darcy
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#3 » martedì 16 novembre 2021, 1:09

antico ha scritto:Ciao Stefano! Malus minimo di tempo per te, ma occhio che sei sopra di 27 caratteri e quindi avresti anche quel malus. Hai ancora tempo fino all'1.33 per sistemarli (che tanto sei già in malus tempo).

Sistemato.
Madonna che brutta prova stasera. Peccato.

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antico
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#4 » martedì 16 novembre 2021, 1:10

Perfetto, confermo il solo malus tempo. Buona WLADIMIRO BORCHI EDITION!

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MatteoMantoani
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#5 » giovedì 18 novembre 2021, 18:37

Prime Impressioni: Ciao Stefano! Ahia, mi sa che questo tuo pezzo ha subito un pochino l'effetto "minuti contati"

Aderenza al Tema: Preso alla lettera.

Punti di Miglioramento: Ci sono un paio di refusi e ripetizioni, soprattutto nella prima parte. Non sono uno stinco di santo nemmeno io, soprattutto in quest'edizione, quindi capisco che questo può succedere. Avrei fatto un po' di pulizia nella prima parte, le frasi sono un po' confusionarie e non aiutano a capire cosa sta succedendo.
Ora non fraintendermi, ma ci sono un paio di cose che, mentre leggevo, mi hanno fatto arricciare un po' il naso. Innanzitutto il turpiloquio, che mi pare un po' eccessivo. Sia chiaro, non sono una giovane marmotta, quindi la cosa in sé non mi fa né caldo né freddo, solo che qui mi pare un po' troppo. Chiaro che il tuo pdv è quello che è, ma avrei dosato un po'.
La trama in sé mi ha un po' lasciato indifferente, il finale mi sembra un po' buttato lì: che senso ha ammazzare il pilota all'ultimo e suicidarsi tutti in modo inutile? Anche nell'ottica di voler compiere un massacro?

Punti di Forza: Ci sono certe parti che comunque mi hanno fatto sorridere. I molti passeggeri dell'aereo sono distinti da chiari elementi caratteriali, che fanno sorridere e aiutano a mantenerli a mente durante la lettura. Fin qui, molto bene.

Conclusioni: Peccato, perché questo racconto è un po' figlio della fretta e della stanchezza. Non male la costruzione della voce narrante e dei personaggi, anche se avrei dosato un po' di più l'uso del turpiloquio (che qui appesantisce un po' troppo la lettura). Ho letto altri tuoi pezzi che mi sono piaciuti molto di più.

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Emiliano Maramonte
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#6 » giovedì 18 novembre 2021, 23:39

Ciao Stefano! Bentrovato!
Mi è parso di capire che hai avuto diverse difficoltà nel comporre questo racconto e purtroppo si vede. In sostanza è un episodio macchiettistico di un doppio dirottamento che si conclude in modo davvero goffo, privo di logica.
La struttura della trama fa acqua da molte parti, sin dal principio: incipit pesante con il campionario di passeggeri che poteva essere sfoltito a vantaggio di qualche riga in più nella conclusione; eccesso di volgarità senza motivo (capisco che un terrorista dirottatore è cattivo e incazzato, però qui si esagera) anche ricordando la regola aurea per cui una parolaccia, in un testo, ha il peso di dieci parole normali; ingenuità nella trama, come ad esempio il coltello nascosto nei capelli e la facilità con cui si accede alla cabina dei piloti, dopo l'11 settembre, molti di questi comportamenti terroristici ormai vengono prevenuti negli aeroporti con misure di sicurezza severissime.
Cosa mi è piaciuto, dunque? Il tono generale alquanto faceto mi ha divertito, come anche l'effetto "comico" del siparietto tra i due dirottatori mediorientali. Se il baricentro della storia fosse stato spostato proprio su questo registro, ne avrebbe guadagnato molto in godibilità e credibilità.
Tema centrato alla lettera.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Signor_Darcy
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#7 » venerdì 19 novembre 2021, 9:07

Avete più che ragione, eh: ho scritto relativamente in fretta la prima parte, poi mi sono inchiodato un'ora e mezza su come risolvere la vicenda. Finendo per non concluderla e non avere il tempo nemmeno per rileggere tutto e pensare a un bel titolo.
Una prova da dimenticare, temo.
Sul turpiloquio prendo appunti; ma a me piace, perché lo ritengo utile a dare realismo (fateci caso a quante volte diciamo o pensiamo parolacce, anche per motivi futili).

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Giovanni Attanasio
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#8 » venerdì 19 novembre 2021, 11:12

Ho percepito l’idea ma l’esecuzione è un po’ scricchiolante. Nonostante tutto viene mantenuta una certa tensione narrativa e un minimo di curiosità nell’andare avanti a leggere l’ho sentita. È un racconto da rifinire in vari punti perché allo stato attuale sa molto di “appunti presi da sviluppare e rimettere in ordine poi”.
Un mezzo suggerimento che ho, è quello di provare a inserire la collega dirottatrice sin dal principio. Magari lui la nota ai controlli, o in attesa, boh.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

Dario17
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#9 » sabato 20 novembre 2021, 17:22

Questo pezzo trasuda da ogni poro lo sforzo di scrivere in prima persona con immerisività totale e per certi versi ci riesce anche.
Il problema è la sua didascalità e la poca armoniosità: tutto preso dalle regole e regolette hai elencato, più che mostrato, il mondo attorno al suo punto di vista.
Tac dialogo.
Tac percezione visiva/uditiva/olfattiva.
Tac voce interiore.
E via così.
Non è un brutto testo e non ci sono strafalcioni ma manca il guizzo.
Ti segnalo, a parer mio, due cosette su cui io rimetterei le mani:
- troppi cazzo cazzo cazzo. Ok che il protagonista non è una carmelitana scalza, ma alla lunga la parolaccia sistematica stufa.
- lima i particolari. Sarebbero bastati molti meno passeggeri per dare l'idea al lettore che siamo su di un aereo.
Oh, l'idea del doppio dirottaggio che siaccavalla mi è piaciuta molto! Un po' stroco il naso di fronte al finale un po meh, di cui non ho molto capito il senso.
E ok, il tema è preciso.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#10 » lunedì 22 novembre 2021, 11:38

Ciao Stefano, piacere di leggerti, siamo 'compagni di malus' questa volta.

Agli altri commenti aggiungo delle note personali, poiché alcune criticità incrinano la coerenza della trama: 1) la perquisizione corporale avviene senza una giustificazione apparente per questo 'campionamento' fra tutti i passeggeri in fila; 2) la plastica del coltello poteva più plausibilmente essere ceramica (più resistente, affilata e comunque trasparente al metal detector, reale problema per la sicurezza aerea); 3) la 'cabina non chiusa' per ben due volte (prima ci entra facilmente l'attentatrice che non si chiude la porta alle spalle, poi anche il secondo attentatore, al quale viene addirittura chiesto di rimediare); 4) il protagonista non riceve un colpo di pistola in testa né appena entrato in cabina (viene solo 'incenerito con lo sguardo') né quando si avvicina alla consolle di comando; 5) lo spazio in una cabina di pilotaggio non mi sembra tale che due persone possano muoversi alle spalle dei sedili dei piloti nel modo suggerito dalla scena.
Dal punto di vista stilistico, noto il ricorso nel primo e secondo paragrafo al discorso indiretto, che appesantisce molto. Uno scambio di frasi con gli addetti alla sicurezza e con la passeggera fastidiosa avrebbe alleggerito entrambi i paragrafi.
Come commento generale potrei copiare e incollare quello di Emiliano perché lo condivido in pieno, buon per lui che mi ha preceduto o gli avrei tolto le parole dalla tastiera.
Strappi un sorriso finale, ma secondo me non sfrutti al meglio l'ottima idea del doppio dirottamento.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Shanghai Kid
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#11 » martedì 23 novembre 2021, 23:12

Ciao Stefano, piacere di leggerti!
Allora, il tuo racconto è divertente e godibile, inoltre mentre lo leggi non cala mai la voglia di vedere cosa succede, però ci sono dei però che ti segnalo anche se mi sembra di aver capito che la fretta ti ha fatto fare casino.
Nella frase: “la signora grassa che sta perde l’equilibrio per togliersi gli stivali; il ragazzone che ci mette mezzora e alla fine s’è dimenticato la cintura” ci sono due refusi: perde per perdono, e mezzora al posto di mezz’ora.
Qui, hai perso le virgolette: Prego, mi dice lui. Invece “Prego”.
““Che cazzo vuoi tu!”, le rispondo agito il mio ridicolo coltello nel vuoto.” hai perso un “mentre”.
Questo paragone è un po’ pigro e scontato: “Un bambino piange come una fontana”.
In questa frase: “la signora rubiconda”, l’aggettivo stona rispetto agli altri usati, per il tono e il modo di pensare del tuo personaggio sarebbe stato sicuramente meglio “cicciona”.
Quando descrivi la ragazza come mediorientale mi telefoni un po’ il finale
Inoltre, benchè io non sia un’esperta, non penso sia così semplice accoltellare qualcuno con un coltello di plastica.
Detto questo, il racconto è divertente, anche se non riuscitissimo.
A rileggerti!

FilippoR
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#12 » mercoledì 24 novembre 2021, 16:22

Ciao Stefano,
un doppio attentato, da metà il finale era abbastanza scontato ma il "doppio" ha cambiato un po' le cose, almeno un po'.
Il tuo racconto non mi ha convinto pienamente per le tante/troppe descrizioni, il protagonista poi mi è sembrato troppo irritato e irritabile, poteva essere voluto per caratterizzarlo maggiormente ma mi è sembrato comunque troppo esagerato.
Buon proseguimento e alla prossima!

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Stefano.Moretto
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#13 » giovedì 25 novembre 2021, 1:23

Ciao Stefano
Il tuo racconto è particolare. All'inizio ero molto confuso perché il protagonista praticamente passa la maggior parte del tempo a descrivere e insultare le persone attorno a lui, con commenti anche poco comprensibili. Ad esempio:
una giovane mediorientale che si guarda intorno inquieta, forse preoccupata all’idea di trovare uno come me a bordo dell’aereo

arrivati a questo punto non abbiamo ancora idea di chi sia il protagonista, dire "uno come me" apre tanti interrogativi nella testa del lettore e ciò non è bene se vuoi mantenerlo concentrato sul testo. Perché la giovane non dovrebbe volere uno come lui?
Avevo vagamente intuito che potesse essere un dirottatore dall'andazzo generale, però non era per niente chiaro cosa volesse fare di preciso né come. Secondo me, visto che il vero colpo di scena non era di certo questo, avresti dovuto mettere in chiaro fin dalle primissime righe cosa voleva fare il ragazzo e tagliare molte delle descrizioni dei passeggeri e degli insulti gratuiti.
In questo modo davi modo di empatizzare più facilmente con lui (specie se gli davi un motivo: un terrorista fa quel che fa per un motivo, non così a caso perché quel giorno si è svegliato con la voglia di fare una strage).
Il finale mi è piaciuto davvero molto, anche se non ho capito il discorso della porta del bagno aperta e lo stacco di scena mi ha reso le prime frasi un po' confuse. Poi ho capito e mi sono goduto il finale "scoppiettante".
Capisco il problema del tempo quindi non mi soffermo a fare un'indagine parola per parola. L'idea di base mi è piaciuta molto, il problema grosso è la prima parte. Troppe descrizioni, poca chiarezza. Peccato perché secondo me, con questa storia, avresti potuto tirarci fuori qualcosa di spettacolare. Fossi in te penserei di portarlo in laboratorio e dargli una ripassata con calma.
Spero che questo commento ti sia stato utile, ti auguro buona edizione!

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Signor_Darcy
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#14 » giovedì 25 novembre 2021, 14:34

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Stefano
Il tuo racconto è particolare. All'inizio ero molto confuso perché il protagonista praticamente passa la maggior parte del tempo a descrivere e insultare le persone attorno a lui, con commenti anche poco comprensibili. Ad esempio:
una giovane mediorientale che si guarda intorno inquieta, forse preoccupata all’idea di trovare uno come me a bordo dell’aereo

arrivati a questo punto non abbiamo ancora idea di chi sia il protagonista, dire "uno come me" apre tanti interrogativi nella testa del lettore e ciò non è bene se vuoi mantenerlo concentrato sul testo. Perché la giovane non dovrebbe volere uno come lui?
Avevo vagamente intuito che potesse essere un dirottatore dall'andazzo generale, però non era per niente chiaro cosa volesse fare di preciso né come. Secondo me, visto che il vero colpo di scena non era di certo questo, avresti dovuto mettere in chiaro fin dalle primissime righe cosa voleva fare il ragazzo e tagliare molte delle descrizioni dei passeggeri e degli insulti gratuiti.
In questo modo davi modo di empatizzare più facilmente con lui (specie se gli davi un motivo: un terrorista fa quel che fa per un motivo, non così a caso perché quel giorno si è svegliato con la voglia di fare una strage).
Il finale mi è piaciuto davvero molto, anche se non ho capito il discorso della porta del bagno aperta e lo stacco di scena mi ha reso le prime frasi un po' confuse. Poi ho capito e mi sono goduto il finale "scoppiettante".
Capisco il problema del tempo quindi non mi soffermo a fare un'indagine parola per parola. L'idea di base mi è piaciuta molto, il problema grosso è la prima parte. Troppe descrizioni, poca chiarezza. Peccato perché secondo me, con questa storia, avresti potuto tirarci fuori qualcosa di spettacolare. Fossi in te penserei di portarlo in laboratorio e dargli una ripassata con calma.
Spero che questo commento ti sia stato utile, ti auguro buona edizione!

Grazie. Si, molto utile.
Sono contento che, nonostante tutto, qualcosa sia passato. Purtroppo ho gestito male spazio, tempo e situazioni; ma pazienza.
Non saprei, per il laboratorio: ne ho già uno in esame e non sta propriamente volando, ecco.

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antico
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Re: Dopo il decollo

Messaggio#15 » domenica 28 novembre 2021, 17:57

L'idea è ottima e infatti il momento in cui i due dirottatori si trovano insieme nella cabina piloti è davvero godibile. Il problema sta prima e dopo. Mi sembra che il primo paragrafo sia troppo lungo (ho anche faticato a capire che fosse un passeggero e non un controllore) e la chiusa è improvvisata e mal giustificata. Andava dato maggiore spazio al momento topico tagliando al massimo tutto il resto, probabilmente sarebbe stato più funzionale fare partire il racconto direttamente sull'aereo. Tema sì e ni, nel senso che il cambio di rotta non viene realizzato se non nel cambio di strategia da parte del protagonista, ma essendo una parte problematica ne risente anche la declinazione. Come valutazione direi un pollice tendente al positivo in modo non solido anche per te con piazzamento tra i racconti della Fischer e di Battaglia.

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