I commenti della guest star

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 15 novembre 2021 con un tema del Campione dell'Arena della SETTIMA ERA: Wladimiro Borchi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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I commenti della guest star

Messaggio#1 » lunedì 13 dicembre 2021, 20:39

Ciao a tutti, ragazzi.
È stato formativo, per una volta, stare dall’altra parte. Certo è un esperienza che non ripeterei mai. Troppa responsabilità e troppa ansia da prestazione. Senza contare che stilare una classifica quando ti arriva la crema della crema è molto più difficile di quello che avessi mai potuto pensare.
I racconti sono tutti buoni, alla fine la posizione occupata dipende molto dal mio gusto personale e ben poco dalla vostra bravura, ma questo se siete qui in MC dovreste saperlo.
Ma veniamo ai racconti.

Wladimiro Borchi



COMMENTI

LA STRADA DELLE CASTAGNE
Ho riconosciuto fin dalla prima lettura lo stile e la bravura dell’ottimo Lauro. Il racconto è, come sempre, scritto alla perfezione, il tema è centrato e il modo con cui l’autore sa giocare con le inflessioni dialettali ha il pregio di attribuire al testo un sapore antico di terra smossa e vino schietto. Uniche pecche, forse, l’eccessiva ripetizione di “fanga” e l’eccessiva linearità della storia.

VOGLIO MORIRE FELICE
A cazzotto potrebbe essere Davide Mannucci. Più che dallo stile, che mi sembra più curato del solito, quello che mi spinge a credere che si tratti di lui sono le tematiche affrontate. Mi sembra un racconto molto toccante e pulito. Forse si poteva calcare un po’ più la mano sulla disperazione del protagonista. Il finale in cui, dopo una semina più che adeguata, il personaggio principale gira i tacchi, con sullo sfondo la sua vecchia vita che l’aspetta, è da dieci e lode.

LAUDATO EST
Molto intelligente e originale l’idea del racconto. Anche questo dev’essere un veterano di MC visto lo stile impeccabile con cui è stato tirato su il lavoro, forse Emilano Maramonte (ma lo dico più per il genere scelto che perché abbia davvero riconosciuto lo scrittore questa volta). Non ho capito, né apprezzato la scelta di infilarci alieni viscidi e lumacosi. Se siamo fatti a immagine e somiglianza del dio creatore, e il richiamo all’iconografia biblica nel testo è evidente, perché scegliere degli esseri così diversi da noi?

UN’ALTRA OCCASIONE
Racconto dolce e amaro. Di per sé molto semplice e, per certo, la cronologia invertita è riuscita a salvarlo un po’ da se stesso. Manca qualcosa. Non sono così bravo ed esperto a individuare cosa. Posso dire che il racconto vola alto ma non arriva fin dove potrebbe.

VERSO NUOVI MERCATI
Scritto molto bene e carina l’idea dell’ospizio quale luogo di spaccio. Non mi ha tirato abbastanza dentro. Forse oltre alle conseguenze negative a cui sarebbero andati incontro i due spaccini in caso di insuccesso occorreva sapere un po’ più di loro, delle loro vite e di come il fallimento si poteva riverberare sulle stesse.

AL SIGNOR PIACE COSI’
Tematica forte, immagini esplicite e disturbanti: un racconto di quelli che di solito mi piacciono molto. Non sono, però, riuscito ad apprezzarlo fino in fondo perché non ho capito il finale e le motivazioni del protagonista. Forse alcune cose meritavano di essere chiarite un po’ di più.

AL LAVORO TUTTO BENE
Una furbata di racconto. L’autore distrae il lettore col nuovo arrivato, su cui si concentra ogni aspettativa per il finale, mentre semina in tutt’altra direzione abilmente e in sordina. Il finale chiarisce l’inganno e manifesta il reale intento narrativo. Tecnicamente ineccepibile, forse ci voleva un po’ più di anima. Meglio una sbavatura in più, ma riuscire a strappare una lacrimuccia.

LIVORNO PORTO
Altro racconto amaro. Le immagini sono molto forti e suggestive, ma si fa a fatica a capire dove l’autore voglia andare a parare. Il flusso di coscienza è un po’ troppo disordinato, non mi sembra ci sia alcuna semina evidente che giustifichi la scelta finale.

IL SUGGERITORE
Racconto che mischia le tematiche thriller care a Carrisi (da cui prende il prestito anche il titolo) con quelle dell’horror classico (la succube). Il finale è difficile da capire fino in fondo, il lettore resta a galleggiare in un limbo senza chiarirsi se “niente è come sembra” o “il protagonista è vittima dell’inganno della donna”. Forse il problema sta nella scelta dell’IO narrante, che non può certo chiarirci più di quanto percepisca lui.



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