Fino alla fine del tempo

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 dicembre 2021 con un tema del Collettivo Italiano di Fantascienza!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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GiulianoCannoletta
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Fino alla fine del tempo

Messaggio#1 » lunedì 20 dicembre 2021, 22:29

«Perché non Parigi?» Susanna guarda verso la clinica. Un'infermiera sta spingendo una signora in sedia a rotelle lungo la rampa dell'ingresso. «Parigi è una città perfetta per un viaggio di nozze.»
Sospiro. «Dicesti che Parigi era una scelta banale. Che andavano sempre tutti a Parigi. Per questo hai scelto Barcellona. E ti è piaciuta così tanto che ci siamo tornati altre undici volte.»
«Cosa c'è di bello a Barcellona?» Continua a evitare il mio sguardo.
«Tutto.» Scorro lungo la panchina per avvicinarmi un po' a lei. Il sole sta tramontando, l'orario di visita è quasi finito. «Ma in particolare ti eri innamorata dei parchi.»
«E come mai?» Finalmente si gira verso di me.
C'è una luce diversa nei suoi occhi azzurri. Sta ricordando qualcosa? Mi avvicino per baciarla.
«Che sta facendo?» Susanna si scansa si colpo.
«Io... scusami.»
«Mantenga la distanza, o chiamo le infermiere.» La luce si è spenta, gli occhi sono tornati a essere due crateri ostili. Non ricorda niente. Sono solo un vecchio che le racconta una strana storia.
«Ti stavo parlando di Barcellona. Se vuoi... se vuoi posso andare avanti.»
Resta in silenzio per qualche secondo. «Continui.»
«Ti piacevano i parchi. Il Parco della Ciutadella era il tuo preferito. Volevi sempre fare un giro in barca nel lago, e una foto sotto al mammuth.»
«Il mammuth?» Solleva un sopracciglio e sorride. Dio, che bella che è.
«Esatto, adoravi la statua del mammuth. Ma lo zoo no, allo zoo non sei mai voluta entrare. Dicevi che gli animali devono vivere liberi. Nessuno dovrebbe invecchiare in una gabbia.»
Mi guarda fisso negli occhi, senza smettere di sorridere. «Questo lo penso anche ora. Nessuno dovrebbe.»
Che frase inopportuna che ho detto. Vorrei riavvolgere tutto.
«Signora Molisani.» Un'infermiera si è avvicinata alla nostra panchina. Si china verso Susanna e accenna un sorriso. «È ora di rientrare.»
Ci siamo. Adesso si alzerà, mi saluterà cordialmente e domattina si sarà scordata tutto. Come ogni giorno.
«Non voglio andare via.» Susanna incrocia le braccia sul petto. «Voglio rimanere con questo signore. Con mio marito.»
Resto a bocca aperta. L'infermiera mi guarda, cerca il mio sostegno.
«Possiamo rimanere qui fuori un altro po'?» Unisco le mani per dare forza alla mia supplica. «La prego, oggi è... è il nostro anniversario.»
«Mi spiace, signor Molisani, ci sono degli orari precisi da rispettare. La signora deve prendere le sue medicine e andare a riposare.»
«Non voglio dormire.» Una lacrima riga il bellissimo viso di Susanna. «Ho paura di dimenticare di nuovo tutto. Di dimenticarmi di noi.»
Mi alzo in piedi e prendo le sue mani fra le mie. «Non preoccuparti amore mio, domani sarò di nuovo qui. E ti racconterò di nuovo tutto da capo. E dopodomani, e i giorni dopo ancora.» Mi chino verso di lei, questa volta non si allontana. Poggio le labbra sulla sua guancia ruvida. «Fino alla fine del tempo.»
Ultima modifica di GiulianoCannoletta il lunedì 20 dicembre 2021, 22:54, modificato 7 volte in totale.


“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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antico
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#2 » lunedì 20 dicembre 2021, 22:31

Ciao Giuliano, sei il primo a consegnare! Caratteri e tempo ok, buona CIF EDITION!

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Leonardo Pigneri
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#3 » martedì 21 dicembre 2021, 15:30

Ciao Giuliano! Il racconto mi è piaciuto e ho poco da appuntarti. Lo stile è ottimo e il dialogo scorre credibile. L'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è stato il finale, che mi è sembrato troppo repentino e poco credibile.
Una persona affetta da una forma di demenza così avanzata da non ricordare il marito e gli 11 viaggi a Barcellona è difficile si ricordi tutto all'istante e sia anche abbastanza lucida da desumere che ridimenticherà molto presto. I momenti di lucidità esistono ovviamente, ma non sono così estremi e, il rendersi conto della propria condizione, in quello stadio, è quasi impossibile.
Comunque è una piccolezza che non credo darà fastidio a molti. Quindi, a parte questo, un buon lavoro!

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GiulianoCannoletta
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#4 » martedì 21 dicembre 2021, 15:53

Leonardo Pigneri ha scritto:Ciao Giuliano! Il racconto mi è piaciuto e ho poco da appuntarti. Lo stile è ottimo e il dialogo scorre credibile. L'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è stato il finale, che mi è sembrato troppo repentino e poco credibile.
Una persona affetta da una forma di demenza così avanzata da non ricordare il marito e gli 11 viaggi a Barcellona è difficile si ricordi tutto all'istante e sia anche abbastanza lucida da desumere che ridimenticherà molto presto. I momenti di lucidità esistono ovviamente, ma non sono così estremi e, il rendersi conto della propria condizione, in quello stadio, è quasi impossibile.
Comunque è una piccolezza che non credo darà fastidio a molti. Quindi, a parte questo, un buon lavoro!


Ciao Leonardo! Grazie per il commento!
Sì, la chiusura è molto romanzata e un po' repentina, anche se, appunto, momenti di forte lucidità durante il decorso delle demenze degenerative possono avvenire. In realtà nella mia intenzione Susanna non si è di colpo ricordata tutto. Direi piuttosto che sta mischiando ricordi a pezzi del racconto udito, ma soprattutto ha paura di sprofondare di nuovo nell'oblio (il fatto che è ancora molto confusa ho cercato di renderlo dalla sua battuta: «Voglio rimanere con questo signore. Con mio marito.»)
Comunque sono felice che ti sia arrivato e ti sia piaciuto.
A rileggerci presto!
Giuliano
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alexandra.fischer
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#5 » mercoledì 22 dicembre 2021, 17:19

FINO ALLA FINE DEL TEMPO di Giuliano Cannoletta Tema centrato. E in modo sottile, perché il tramonto è quello di Susanna, affetta dal morbo di Alzheimer e ospedalizzata. Sono molto ben resi i passaggi occhi azzurri-crateri ostili per indicare il morbo che sta devastando la personalità della donna. Straziante l’attaccamento del marito, il quale, già dal ricordo del viaggio di nozze a Barcellona cerca di stabilire un contatto con lei, e ci riesce, poco alla volta. Anche la gaffe degli animali in gabbia è una grande terapia per Susanna, per restare aggrappata alla propria memoria. Il marito le offre dunque un grande anniversario, perché la memoria della moglie può essere al tramonto, ma il sentimento di entrambi no, come si evince dalla reazione di lei all’invito dell’infermiera di rientrare per la terapia.

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GiulianoCannoletta
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#6 » mercoledì 22 dicembre 2021, 19:27

alexandra.fischer ha scritto:FINO ALLA FINE DEL TEMPO di Giuliano Cannoletta Tema centrato. E in modo sottile, perché il tramonto è quello di Susanna, affetta dal morbo di Alzheimer e ospedalizzata. Sono molto ben resi i passaggi occhi azzurri-crateri ostili per indicare il morbo che sta devastando la personalità della donna. Straziante l’attaccamento del marito, il quale, già dal ricordo del viaggio di nozze a Barcellona cerca di stabilire un contatto con lei, e ci riesce, poco alla volta. Anche la gaffe degli animali in gabbia è una grande terapia per Susanna, per restare aggrappata alla propria memoria. Il marito le offre dunque un grande anniversario, perché la memoria della moglie può essere al tramonto, ma il sentimento di entrambi no, come si evince dalla reazione di lei all’invito dell’infermiera di rientrare per la terapia.


Ciao Alexandra, grazie per il tuo commento.
Ti è arrivato tutto quello che volevo comunicare col mio racconto, e questo mi rende molto contento.
A rileggerci presto!
Giuliano
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Davide_Mannucci
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#7 » giovedì 23 dicembre 2021, 15:39

Ciao Giuliano, piacere di leggerti.
Allora, il racconto è davvero ben scritto e questo lo fa stare su un livello medio alto (più alto che medio). Il tuo stile è davvero ottimo. Per quanto riguarda la storia, che è bellissima, purtroppo non l’ho apprezzata al massimo perché distratto dalla sua somiglianza a The Notebook (Le pagine della nostra vita) di Nicholas Sparks. Leggevo e non riuscivo a togliermi dalla testa quella storia. Al netto di questo, una buona prova che lotta per un posto sul podio.
A presto
Davide Mannucci

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GiulianoCannoletta
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#8 » giovedì 23 dicembre 2021, 18:11

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Giuliano, piacere di leggerti.
Allora, il racconto è davvero ben scritto e questo lo fa stare su un livello medio alto (più alto che medio). Il tuo stile è davvero ottimo. Per quanto riguarda la storia, che è bellissima, purtroppo non l’ho apprezzata al massimo perché distratto dalla sua somiglianza a The Notebook (Le pagine della nostra vita) di Nicholas Sparks. Leggevo e non riuscivo a togliermi dalla testa quella storia. Al netto di questo, una buona prova che lotta per un posto sul podio.
A presto


Salve buon Davide! (E complimenti per la scorsa edizione!)
Non ho letto il libro di Sparks, ma non avevo dubbi che ci fossero già parecchie storie di questo tipo. (Al solito, ideare qualcosa di mai visto è duro se non impossibile).
Mi pare di ricordare anche una vecchia commedia che ruotava attorno a un concept simile, ovviamente con toni molto più leggeri (e protagonisti più giovani).
Grazie per i complimenti sullo stile, a rileggerci presto!
Giuliano
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Julio Cortázar

read_only
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#9 » venerdì 24 dicembre 2021, 1:21

Ciao Giuliano,

la tua storia mi è piaciuta (è la seconda storia bella di seguito che leggo - e ne ho lette solo due -, che girone!)
Non ho note stilistiche da riportarti, hai scritto un testo molto scorrevole e piacevole. Le uniche due noticine che mi sento di segnalarti è:
- se uno sconosciuto prova a baciarmi non resto così calma; questo mi ha un po' allontanata dal testo e portata a "sto seguendo un copione che deve andare in una direzione definita";
- la fine è molto romanzata e forte rispetto alla dolcezza del testo.
Anche tu hai colto il tema in due sfumature belle, bravo! :)

In bocca al lupo,
Morena

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GiulianoCannoletta
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#10 » venerdì 24 dicembre 2021, 13:21

read_only ha scritto:Ciao Giuliano,

la tua storia mi è piaciuta (è la seconda storia bella di seguito che leggo - e ne ho lette solo due -, che girone!)
Non ho note stilistiche da riportarti, hai scritto un testo molto scorrevole e piacevole. Le uniche due noticine che mi sento di segnalarti è:
- se uno sconosciuto prova a baciarmi non resto così calma; questo mi ha un po' allontanata dal testo e portata a "sto seguendo un copione che deve andare in una direzione definita";
- la fine è molto romanzata e forte rispetto alla dolcezza del testo.
Anche tu hai colto il tema in due sfumature belle, bravo! :)

In bocca al lupo,
Morena


Ciao Morena, grazie per il commento e gli appunti, che mi sento di condividere.
Lo spazio era tiranno, e per inserirci il conflitto e la risoluzione che avevo in mente ho dovuto forzare un po' le reazioni di Susanna.
A rileggerci presto!
Giuliano
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Andrea76
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#11 » martedì 28 dicembre 2021, 12:09

Ciao Giuliano, piacere di leggerti.
Il tuo racconto è strutturato prevalentemente sui dialoghi, il che è un rischio perché può creare un effetto di “voci nel vuoto” a scapito della caratterizzazione dei personaggi. Ho apprezzato invece l’uso che fai dei beat tra una battuta e l’altra perché questo aiuta a dare tridimensionalità alle due voci in scena. Anche il contenuto delle battute consente di avere le informazioni essenziali che servono a ricostruire la biografia del rapporto tra Susanna e il pdv. Ho delle remore tuttavia nel giustificare il plot-twist: perché Susanna a un tratto sa che chi gli è seduto accanto è suo marito? Rileggendo il tuo racconto credo di aver capito che la chiave di volta sia la menzione che lui fa del mammuth, ma a mio avviso questo non basta a garantire la sospensione dell’incredulità. Il colpo di scena in questo senso è troppo repentino, complice anche l’esiguità dei caratteri che avevi a disposizione. Come mio gusto personale avrei reso più sfumato questo passaggio, proprio come hai fatto nelle prime righe scrivendo: C'è una luce diversa nei suoi occhi azzurri. Sta ricordando qualcosa? Mi avvicino per baciarla. Ecco, a mio avviso una scintilla estemporanea negli occhi di Susanna bastava da sola a giustificare la scelta di Molisani, e cioè quella di tornare ogni giorno in clinica e gustare accanto a lei il tramonto dell’ultimo sole.
A rileggerti.

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GiulianoCannoletta
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#12 » martedì 28 dicembre 2021, 21:06

Andrea76 ha scritto:Ciao Giuliano, piacere di leggerti.
Il tuo racconto è strutturato prevalentemente sui dialoghi, il che è un rischio perché può creare un effetto di “voci nel vuoto” a scapito della caratterizzazione dei personaggi. Ho apprezzato invece l’uso che fai dei beat tra una battuta e l’altra perché questo aiuta a dare tridimensionalità alle due voci in scena. Anche il contenuto delle battute consente di avere le informazioni essenziali che servono a ricostruire la biografia del rapporto tra Susanna e il pdv. Ho delle remore tuttavia nel giustificare il plot-twist: perché Susanna a un tratto sa che chi gli è seduto accanto è suo marito? Rileggendo il tuo racconto credo di aver capito che la chiave di volta sia la menzione che lui fa del mammuth, ma a mio avviso questo non basta a garantire la sospensione dell’incredulità. Il colpo di scena in questo senso è troppo repentino, complice anche l’esiguità dei caratteri che avevi a disposizione. Come mio gusto personale avrei reso più sfumato questo passaggio, proprio come hai fatto nelle prime righe scrivendo: C'è una luce diversa nei suoi occhi azzurri. Sta ricordando qualcosa? Mi avvicino per baciarla. Ecco, a mio avviso una scintilla estemporanea negli occhi di Susanna bastava da sola a giustificare la scelta di Molisani, e cioè quella di tornare ogni giorno in clinica e gustare accanto a lei il tramonto dell’ultimo sole.
A rileggerti.


Ciao Andrea, grazie per il commento.
Nelle mie intenzioni non c'è una precisa molla scatenante che porta Susanna a ricordare, quanto piuttosto alcuni ciclici momenti di lucidità in una fase ancora intermedia del decorso dell'alzheimer. Il protagonista le sta raccontando il loro viaggio di nozze, e lei a un certo punto prende il racconto per buono, chissà forse perché si è risvegliato un ricordo o semplicemente per aggrapparsi a qualcosa e non rientrare in clinica con l'infermiera. (Ho cercato di rendere questa confusione nel finale, nella battuta in cui prima lo chiama "questo signore", come fosse un estraneo, e subito dopo "mio marito").
Grazie per i consigli, a rileggerci presto.
Giuliano
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Stefano.Moretto
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#13 » giovedì 30 dicembre 2021, 0:15

Ciao Giuliano, il tuo è un racconto che di sicuro sa emozionare nonostante sia una tematica ampiamente ripresa da svariate opere. Forse l'aspetto che più ti penalizza è proprio il fatto di non aggiungere nessun elemento nuovo a questo format consolidato, ma ti salva ampiamente il tuo stile di scrittura che riesce a trascinare il lettore nell'emozione che prova il protagonista. Riguardo lo stile ci sono solo un paio di punti che mi hanno dato problemi. Uno è l'inizio, perché tutto il racconto è in prima persona, però la prima battuta di dialogo è di Susanna e fa pensare che la narrazione sia in terza. Solo dopo 197 caratteri c'è il "sospiro" che fa capire che il protagonista non è lei. È veramente una piccolezza, però aiuta il lettore a non inciampare.
L'altro punto è questo:
«Non voglio andare via.» Susanna incrocia le braccia sul petto. «Voglio rimanere con questo signore. Con mio marito.»
Resto a bocca aperta. L'infermiera mi guarda, cerca il mio sostegno.
«Possiamo rimanere qui fuori un altro po'?» Unisco le mani per dare forza alla mia supplica. «La prego, oggi è... è il nostro anniversario.»

Qui abbiamo Susanna che parla, poi una piccola azione del protagonista, poi un'altra microazione dell'infermiera, dopodiché un'altra battuta. Chi sta parlando? C'è un "noi" e sta di nuovo chiedendo di restare, quindi è o Susanna o il protagonista, ma fino a "unisco le mani per dare forza alla mia supplica" non sappiamo chi stia parlando; anzi uno potrebbe essere portato a pensare che sia Susanna che chiede di nuovo. Il problema è incentivato dal fatto che l'infermiera cerca il sostegno del protagonista e non c'è un pensiero collegato a questa azione che faccia intendere che lui non ha intenzione di darglielo, mentre per tutto il racconto il protagonista ha avuto anche pensieri molto forti e personali, quindi qui c'è un po' una mancanza di interiorità. Se, per esempio, ci fosse stata mezza frase di pensiero in più tipo "Non me ne vado proprio ora", sarebbe stato subito chiaro che la supplica era del protagonista.
A parte questi due punti tutta la narrazione scorre molto liscia e piacevole, e come ho detto prima è il punto forte del racconto. Sei stato molto bravo a trasmettere i sentimenti del protagonista attraverso i suoi pensieri senza essere mai banale, mi piace quando l'interiorità viene fatta assimilare al lettore in questo modo.

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GiulianoCannoletta
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#14 » giovedì 30 dicembre 2021, 13:32

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Giuliano, il tuo è un racconto che di sicuro sa emozionare nonostante sia una tematica ampiamente ripresa da svariate opere. Forse l'aspetto che più ti penalizza è proprio il fatto di non aggiungere nessun elemento nuovo a questo format consolidato, ma ti salva ampiamente il tuo stile di scrittura che riesce a trascinare il lettore nell'emozione che prova il protagonista. Riguardo lo stile ci sono solo un paio di punti che mi hanno dato problemi. Uno è l'inizio, perché tutto il racconto è in prima persona, però la prima battuta di dialogo è di Susanna e fa pensare che la narrazione sia in terza. Solo dopo 197 caratteri c'è il "sospiro" che fa capire che il protagonista non è lei. È veramente una piccolezza, però aiuta il lettore a non inciampare.
L'altro punto è questo:
«Non voglio andare via.» Susanna incrocia le braccia sul petto. «Voglio rimanere con questo signore. Con mio marito.»
Resto a bocca aperta. L'infermiera mi guarda, cerca il mio sostegno.
«Possiamo rimanere qui fuori un altro po'?» Unisco le mani per dare forza alla mia supplica. «La prego, oggi è... è il nostro anniversario.»

Qui abbiamo Susanna che parla, poi una piccola azione del protagonista, poi un'altra microazione dell'infermiera, dopodiché un'altra battuta. Chi sta parlando? C'è un "noi" e sta di nuovo chiedendo di restare, quindi è o Susanna o il protagonista, ma fino a "unisco le mani per dare forza alla mia supplica" non sappiamo chi stia parlando; anzi uno potrebbe essere portato a pensare che sia Susanna che chiede di nuovo. Il problema è incentivato dal fatto che l'infermiera cerca il sostegno del protagonista e non c'è un pensiero collegato a questa azione che faccia intendere che lui non ha intenzione di darglielo, mentre per tutto il racconto il protagonista ha avuto anche pensieri molto forti e personali, quindi qui c'è un po' una mancanza di interiorità. Se, per esempio, ci fosse stata mezza frase di pensiero in più tipo "Non me ne vado proprio ora", sarebbe stato subito chiaro che la supplica era del protagonista.
A parte questi due punti tutta la narrazione scorre molto liscia e piacevole, e come ho detto prima è il punto forte del racconto. Sei stato molto bravo a trasmettere i sentimenti del protagonista attraverso i suoi pensieri senza essere mai banale, mi piace quando l'interiorità viene fatta assimilare al lettore in questo modo.


Ciao Stefano, ben ritrovato!
Concordo con te, alla rilettura del pezzo il giorno successivo, i due punti che mi hai segnalato erano sembrati anche a me da rivedere a livello di forma.
A rileggerci presto!
Giuliano
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Re: Fino alla fine del tempo

Messaggio#15 » lunedì 3 gennaio 2022, 20:15

Ottimo racconto con dialoghi ben gestiti e quella pecca della forzatura per il finale. Sono convinto che con una diversa gestione del dialogo avresti potuto pennellare diversamente e in modo più funzionale per arrivare alle stesse sensazioni evocate nel lettore, ma ci sta anche la tua scelta anche se ti costa il pollice su fermandoti sul quasi su. Ps: molto bella la declinazione del tema, indiretta e poetica.

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