Pastorale

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 dicembre 2021 con un tema del Collettivo Italiano di Fantascienza!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
Avatar utente
Signor_Darcy
Messaggi: 270

Pastorale

Messaggio#1 » lunedì 20 dicembre 2021, 23:00

Pastorale
di Stefano Floccari

Lisa ha gli occhi chiusi, le mani unite infilate sotto la guancia destra, il corpo paffuto appoggiato sul prato caldo del pomeriggio. Appena oltre Giacomina bruca l’ultima erba della stagione e agita festosa la campanella come un bambino la notte di Natale farebbe con la sua fetta di gubana.
Lontano, verso ovest, gli uomini in nero stanno correndo come pazzi lungo la strada, su e giù a disegnare curve nervose come fossero dei serpenti che fuggono dalla faina. Scuoto la testa, non sono affari miei.
Do un piccolo morso al pezzo di polenta fredda, poi lo riavvolgo nel foglio di giornale e lo infilo nella scarsella. Mi asciugo la fronte; il vecchio larice fa quello che può per ripararci dal sole, ma sotto alla camicia par la laguna umida di Venezia e la mia schiena è appiccicosa come il tavolo dell’osteria di Pietro quando anche l’ultimo avventore se n’è andato a casa a dormire.
Mi alzo, appoggio i palmi sui fianchi e inarco la schiena all’indietro, gemendo di quel piccolo piacere che può regalare un fascio di muscoli che scrocchia. In pochi passi raggiungo uno dei tanti rigagnoli formati dalle piogge intense delle ultime settimane. Mi chino, riempio le mani a coppa di acqua gelida come la brina del mattino, la porto alla bocca e poi la sento scendere giù per la gola fin nello stomaco, a far compagnia al boccone di poco fa. Mi viene in mente che è la stessa acqua che Lisa ha usato per fare la polenta e questa cosa – chissà perché? –mi fa apprezzare una volta di più la bellezza delle nostre vite semplici.
Là in fondo gli uomini vestiti elegante sembrano non capirlo e continuano a non darsi pace. Forse cercano qualcuno, magari un bambino che si è perso; o forse un foresto ha attaccato lite con qualcuno e ora sono tutti agitati, vallo a sapere. Di nuovo: non mi interessa.
Torno verso il larice, laddove la mia felicità si ripara dal sole e dalla frenesia della modernità.
Lisa riposa ancora, il suo russare flebile che si perde tra le scampanellate del gregge. Ha lavorato per ore alla semina del grano e ora che il sole sta per tramontare si è infine arresa per qualche istante alla fatica.
Sosto appena la sua veste per farmi posto e mi sdraio al suo fianco, inebriato dal suo odore di erba e di sudore e di gioventù. Le accarezzo la testa, i lunghi capelli castani raccolti in una treccia ormai mezza disfatta. Poi chiudo gli occhio anche io, stanco e felice di questo martedì di sole caldo, sotto al vecchio larice con la sua ombra ora verde scura, ora grigia ora nera, su questi prati, le nostre pecore, il nostro formaggio, la nostra stalla, il lago sotto di noi, l’immensità delle Alpi a proteggerci.

Lisa mi scuote la spalla, svegliati dormiglione, che è ora di radunare le pecore e tornare alla stalla. Mi sollevo sui gomiti, allungo il collo e le do un bacio sulle labbra screpolate. Arrossisce, mi sorride. Andiamo, le dico. Dobbiamo andare a indossare i vestiti buoni, ché oggi è il nove, Lisa compie venti anni e stasera festeggiamo giù a Longarone.
Ultima modifica di Signor_Darcy il lunedì 20 dicembre 2021, 23:07, modificato 1 volta in totale.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Idillio pastorale

Messaggio#2 » lunedì 20 dicembre 2021, 23:04

Ciao Stefano! Tutto ok con caratteri e tempo, buona CIF EDITION!

Avatar utente
MatteoMantoani
Messaggi: 1010

Re: Pastorale

Messaggio#3 » martedì 21 dicembre 2021, 11:46

Prime Impressioni: Ciao Stefano. Piacere di rileggerti. Bel racconto! Hai conquistato il mio podio.

Aderenza al Tema: Eh.. ci sta alla fine.. per me ottima declinazione.

Punti di Miglioramento: Scrittura un po' frettolosa, mancano un paio di virgole in più e altre cosette.. ma è l'effetto Minuti Contati, quindi a posto. Occhio alle seguenti frasi:
Le mani unite infilate sotto la guancia destra -> Mani infilate sotto la guancia.. Deve fare un male cane :) Riformulerei questa frase: so cosa vuoi dire, ma così è un po' grottesca.
come un bambino la notte di Natale farebbe con la sua fetta di gubana -> Sai cos'è la gubana? Ma di dove sei? XD Comunque non so se la gubana, dolce tipico delle valli del Natisone, verrebbe consumato da una coppia di pastori cadorini degli anni '60.

Punti di Forza: Caro il mio Stefano, hai fatto lavorare il mio ippocampo. Chiaro che chi non conosce o non ha familiarità con la tragedia del Vajont, potrebbe non comprendere e apprezzare il colpaccio di scena dell'ultima riga. Ma su di me hai sfondato una porta aperta.

Conclusioni: Una situazione bucolica nelle Dolomiti bellunesi, in cui l'armonia e la calma della natura è spezzata da misteriosi uomini in giacca/cravatta.. eh sì, la tragedia è proprio dietro l'angolo.
Un racconto molto carino, che richiama in modo ironico al disastro del Vajont. Occhio al miscuglio di elementi storici/tipici (la gubana è un dolce friulano, inverosimile che sessant'anni fa venisse consumato anche nelle Dolomiti).
Insomma, sarà che quella storia a noi friulani ce la raccontano a scuola, ma il tuo racconto su di me ha fatto presa. Probabilmente, e mi spiace, non verrà apprezzato da chi non sa di cosa parli.

Avatar utente
Signor_Darcy
Messaggi: 270

Re: Pastorale

Messaggio#4 » martedì 21 dicembre 2021, 12:37

MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni: Ciao Stefano. Piacere di rileggerti. Bel racconto! Hai conquistato il mio podio.

Aderenza al Tema: Eh.. ci sta alla fine.. per me ottima declinazione.

Punti di Miglioramento: Scrittura un po' frettolosa, mancano un paio di virgole in più e altre cosette.. ma è l'effetto Minuti Contati, quindi a posto. Occhio alle seguenti frasi:
Le mani unite infilate sotto la guancia destra -> Mani infilate sotto la guancia.. Deve fare un male cane :) Riformulerei questa frase: so cosa vuoi dire, ma così è un po' grottesca.
come un bambino la notte di Natale farebbe con la sua fetta di gubana -> Sai cos'è la gubana? Ma di dove sei? XD Comunque non so se la gubana, dolce tipico delle valli del Natisone, verrebbe consumato da una coppia di pastori cadorini degli anni '60.

Punti di Forza: Caro il mio Stefano, hai fatto lavorare il mio ippocampo. Chiaro che chi non conosce o non ha familiarità con la tragedia del Vajont, potrebbe non comprendere e apprezzare il colpaccio di scena dell'ultima riga. Ma su di me hai sfondato una porta aperta.

Conclusioni: Una situazione bucolica nelle Dolomiti bellunesi, in cui l'armonia e la calma della natura è spezzata da misteriosi uomini in giacca/cravatta.. eh sì, la tragedia è proprio dietro l'angolo.
Un racconto molto carino, che richiama in modo ironico al disastro del Vajont. Occhio al miscuglio di elementi storici/tipici (la gubana è un dolce friulano, inverosimile che sessant'anni fa venisse consumato anche nelle Dolomiti).
Insomma, sarà che quella storia a noi friulani ce la raccontano a scuola, ma il tuo racconto su di me ha fatto presa. Probabilmente, e mi spiace, non verrà apprezzato da chi non sa di cosa parli.

Ciao e grazie del commento, fa piacere che sia passato qualcosa.
Per la gubana, ti dico la verità: ho un po' tirato a indovinare. Nel senso: la gubana è appunto - ho letto ieri sera - tipica del Friuli orientale, ma essendo una ricetta antica ho sperato che fosse in qualche modo diffusa anche nel Pordenonese, se non nel cimoliano (ho immaginato la storia nel lato orientale del Piave, alle pendici del Toc, quindi in terra friulana).
Si tratta in ogni caso di un dettaglio che avrei potuto benissimo tralasciare; ma ho pensato comunque di rafforzare il concetto che il protagonista abbia un minimo di conoscenza della zona a est col riferimento a Venezia, che so per esperienza quasi diretta non è certo banale per un contadino dell'epoca. L'importante è che sia passato il concetto, d'ogni modo.

Avatar utente
GiulianoCannoletta
Messaggi: 520

Re: Pastorale

Messaggio#5 » martedì 21 dicembre 2021, 20:04

Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Confesso la mia ignoranza, senza le dritte del buon Matteo non avrei colto il riferimento. Avevo comunque capito che c'era un collegamento a un avvenimento importante, e avrei comunque cercato riscontro.
Con queste informazioni a disposizione per comprendere il finale è un bel pezzo, al netto di qualche imprecisione.
Ti segnalo un utilizzo un po' massiccio di similitudini col "come", mi è saltato all'occhio soprattutto nelle prime righe e mi è risultato un po' pesante:
"...agita festosa la campanella come un bambino la notte di Natale farebbe con la sua fetta di gubana.
Lontano, verso ovest, gli uomini in nero stanno correndo come pazzi lungo la strada, su e giù a disegnare curve nervose come fossero dei serpenti..."

A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

Avatar utente
Pietro D'Addabbo
Messaggi: 352
Contatta:

Re: Pastorale

Messaggio#6 » giovedì 23 dicembre 2021, 17:48

Ciao Stefano, piacere di averti letto.

Inizialmente mi hai mandato piuttosto in confusione poiché hai scelto di riferirti tanto alla ragazza quanto alla pecora con nomi propri di persona, per tanto (evitando le facili battute) l'incipit è risultato poco funzionale a immergermi nella storia.
Per quanto riguarda invece il giudizio generale, mi viene utile paragonare questo racconto a quello di Furlan sulla tragedia di Marsinelle dell'edizione 158 dell'Arena. In entrambi i casi ci troviamo ad assistere ad una giornata tipo, lì di un minatore e qui di un pastore, mentre alla fine ci rendiamo conto attraverso un riferimento geografico che si tratta di una giornata 'speciale' in quanto vigilia di un tragico avvenimento storico. Purtroppo le due giornate hanno una valenza ben diversa dal punto del carico emotivo e di critica sociale, perché là ci sono le condizioni disagiate dei minatori all'estero e delle donne nelle famiglie patriarcali, di qua una semplice, per quanto poetica e romantica, scena bucolica. A mio parere il plot twist e la tragedia finale in questo caso non riescono a risollevare del tutto il racconto e a farlo diventare da podio, al contrario dell'analogo predecessore.

Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Avatar utente
MatteoBorile
Messaggi: 20

Re: Pastorale

Messaggio#7 » giovedì 23 dicembre 2021, 22:16

Ciao Stefano, piacere di aver letto il tuo lavoro; personalmente devo ammettere che nemmeno io avevo collegato immediatamente il tuo racconto alla tragedia del Vajont, anche nel senso che hai creato una storia ed un linguaggio che a me sono sembrati in qualche modo senza tempo: credo sia una cosa positiva anche se non rende semplicissimo contestualizzare del tutto il racconto e almeno a me ha fatto perdere un piccolo pezzo. La quantità di similitudini forse è un filo esagerata anche per me e appesantisce un minimo l’insieme della storia, la scelta del linguaggio è invece a parere mio, molto azzeccata.

Avatar utente
Signor_Darcy
Messaggi: 270

Re: Pastorale

Messaggio#8 » venerdì 24 dicembre 2021, 12:58

Pietro D'Addabbo ha scritto:Ciao Stefano, piacere di averti letto.

Inizialmente mi hai mandato piuttosto in confusione poiché hai scelto di riferirti tanto alla ragazza quanto alla pecora con nomi propri di persona, per tanto (evitando le facili battute) l'incipit è risultato poco funzionale a immergermi nella storia.
Per quanto riguarda invece il giudizio generale, mi viene utile paragonare questo racconto a quello di Furlan sulla tragedia di Marsinelle dell'edizione 158 dell'Arena. In entrambi i casi ci troviamo ad assistere ad una giornata tipo, lì di un minatore e qui di un pastore, mentre alla fine ci rendiamo conto attraverso un riferimento geografico che si tratta di una giornata 'speciale' in quanto vigilia di un tragico avvenimento storico. Purtroppo le due giornate hanno una valenza ben diversa dal punto del carico emotivo e di critica sociale, perché là ci sono le condizioni disagiate dei minatori all'estero e delle donne nelle famiglie patriarcali, di qua una semplice, per quanto poetica e romantica, scena bucolica. A mio parere il plot twist e la tragedia finale in questo caso non riescono a risollevare del tutto il racconto e a farlo diventare da podio, al contrario dell'analogo predecessore.

Alla prossima.

Sì, diciamo che il mio racconto non aveva intenti accusatori verso una vicenda che, personalmente, reputo la più grande tragedia italiana dalla fine della seconda guerra mondiale, anche per i suoi effetti sociali. Volevo mettermi nei panni di due vittime ignare; e mi spiace che il riferimento geografico non sia noto come speravo.
Grazie del commento.

Avatar utente
Mario Mazzafoglie
Messaggi: 201

Re: Pastorale

Messaggio#9 » lunedì 27 dicembre 2021, 15:50

Ciao Stefano, un piacere leggerti.
Ammetto anche io di aver dovuto leggere i commenti degli altri per capirci qualcosa di più. Ovvio che in prima lettura mi sono chiesto più volte cosa stessi leggendo, e quindi ovvio che le "colpe" stanno da tutte e due le parti: la mia, da lettore, di essere lontano anagraficamente e territorialmente da quella tragedia e quindi di non aver minimamente collegato le cose. La tua, da scrittore, di non aver colmato quelle lacune per chi, come me, di quella storia conosce poco e niente.
So che magari è un consiglio strano, ma magari avresti potuto giocare di più con il titolo per dare un collegamento più immediato al lettore. Perchè poi quando la storia te la rileggi dopo aver letto i commenti, tutto ti appare più chiaro. Quindi il testo è buono in sè, ma manca quella cosa che ti fa entrare nella storia e sentirti parte di essa.
Il tema è centrato, e un hai un plus del mio gusto personale per aver scritto qualcosa di reale, mantenendo a freno l'impulso di scrivere qualcosa di fantasy.
A rileggerti.

Avatar utente
Shanghai Kid
Messaggi: 333

Re: Pastorale

Messaggio#10 » lunedì 27 dicembre 2021, 18:40

Ciao Stefano e, innanzitutto, piacere di leggerti!
Che dire? A me il tuo racconto è piaciuto molto. Forse perché abbiamo scelto un modo simile di affrontare questa edizione che denota in qualche modo una sensibilità se vuoi affine (anche io ho parlato di intimità e vita quotidiana per concludere con un evento storico catastrofico). Il tuo pezzo mi piaceva già prima di arrivare al finale, ma quel “Longarone” posto lì come ultima parola ha fatto breccia.
Dal punto di vista stilistico ci sono sicuramente delle imperfezioni, (ti segnalo due errori/sviste su tutti: “Sosto appena la sua veste” invece che “scosto”; piuttosto che “ riempio le mani a coppa di acqua gelida come la brina del mattino,” dove la similitudine è un po’ inflazionata, anche se il pdv è quello di una persona umile, perciò ci può anche stare)ma a me è piaciuto tanto.
Capisco che il riferimento non è immediato (io ho giocato più facile con un fatto storico noto a tutti), ma con me hai fatto centro.
Ottima prova!
A rileggerci!

Avatar utente
Pietro D'Addabbo
Messaggi: 352
Contatta:

Re: Pastorale

Messaggio#11 » martedì 28 dicembre 2021, 11:07

Signor_Darcy ha scritto:il mio racconto non aveva intenti accusatori verso una vicenda che, personalmente, reputo la più grande tragedia italiana dalla fine della seconda guerra mondiale, anche per i suoi effetti sociali. Volevo mettermi nei panni di due vittime ignare; e mi spiace che il riferimento geografico non sia noto come speravo.


Concordo con te sulla tragedia che rappresentano quegli eventi. Conoscevo la storia per essermi emozionato fino alle lacrime ad ascoltare Paolini che ne raccontava, a modo suo. Perciò ho colto il riferimento a Longarone e al Vajont senza dover cercare. Quel che cercavi l'hai centrato, i due ragazzi innamorati che diventano all'ultima frase due delle vittime ignare di quel che accadeva.
Il mio commento voleva essere una indicazione sulla possibilità di coinvolgere maggiormente il mio personale interesse di lettore fin dalle prime righe scegliendo 'vittime innocenti' diverse: un ragazzino che ruba il pane alla massaia e deve sfuggirle, oppure la ragazza che mente alla madre per farsi 'mandare a prendere il latte' e vedere il moroso di straforo.
Con i protagonisti e la scena scelta c'è il rischio, mio parere naturalmente, che un lettore archivi il testo come romance prima della parola chiave 'Longarone' e scelga di interrompere la lettura.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: Pastorale

Messaggio#12 » martedì 28 dicembre 2021, 15:23

Ciao Stefano! Sicuramente c'è qualcosa che non colgo nel testo. Questi uomini in nero ansiosi che fanno qualcosa sullo sfondo devono rappresentare il messaggio del racconto, ma io non lo colgo. C'è da dire che io sono una schiappa con i messaggi nascosti, ma tu non è che mi abbia aiutato.
Il racconto, quindi, mi pare solo una diapositiva colorata di un paesaggio alpino. Non un racconto.

Parliamo di stile: l'ho trovato piacevole (nonostante il muretto di testo. Occhio). Hai dato colore al tutto, ma in alcune cose sei stato un po' mancante. Lisa compie vent'anni, ma per un bel pezzo ho creduto si trattasse di una pecora. Non avevo idea di chi fosse (inteso come età e relazione) il protagonista pdv. Questo compromette tanto la godibilità e la fruizione di un testo.

Parliamo di Lisa: sono convinto che tu ora sia stranito dal fatto che abbia pensato che si trattasse di una pecora. Eh sì, perché cominci con "Lisa ha gli occhi chiusi, le mani unite infilate sotto la guancia destra", quindi non c'è dubbio che sia un essere umano.
Provo a ricostruire come funziona il cervello (almeno il mio). Leggo un nome, ma questo non è legato a nessuna immagine, a nessuna azione, a nessun contenuto emotivo: a niente. Lo dimentico subito, anzi, non lo registro proprio.

"Le mani infilate sotto la guancia destra" c'è una faccia messa in una posizione tale da poterci infilare sotto le mani (Lisa l'ho dimenticata) ed è posta in modo che le mani vadano sotto la parte destra e non la sinistra. Troppo complicato da ricostruire, troppo poco immediato. Mancano dettagli come capelli, vestiti, pensieri riguardanti la cosa. Passo oltre, magari lo capirò poi.

"Il corpo paffuto appoggiato sul prato caldo del pomeriggio. Appena oltre Giacomina bruca l’ultima erba della stagione" Ok: è un pastore con le sue pecore!

"Lisa gli ha fatto la polenta": parla della moglie (ho dimenticato che è il corpo grassoccio che dorme sull'erba e nemmeno ora registro il nome).

"Lisa riposa ancora, il suo russare flebile che si perde tra le scampanellate del gregge." Lisa è una delle pecore.

"Ha lavorato per ore alla semina del grano e ora che il sole sta per tramontare si è infine arresa per qualche istante alla fatica." Occacchio! Ma allora Lisa è una persona! Siamo a 2/3 del racconto.

In alcuni momenti ti ho visto chiaramente. Troppe similitudini! Ce ne sono davvero una dietro l'altra nella prima metà e alcune, come quella degli uomini in nero come serpenti, sono un po' stranette. Ti si nota chiaramente. Inoltre usi un po' troppi aggettivi, che denotano una scrittura un po' immatura, ingenua (In pochi passi raggiungo uno dei tanti rigagnoli formati dalle piogge intense delle ultime settimane).

Ti segnalo altre cosette:

"Lontano, verso ovest"
Indicazione un po' assurda, non solo perché del tutto superflua per me lettore, ma anche strana data così. Nessuno ragiona in termini di punti cardinali.

"sotto alla camicia par la laguna umida di Venezia"
"Par" e "foresto" sono gli unici regionalismi che usi. O ne usi in modo sistematico per caratterizzare il personaggio o è meglio non usarne mai. Questo ti espone per niente.

"Mi viene in mente che è la stessa acqua che Lisa ha usato per fare la polenta" Questo "mi viene in mente" è superfluo. Se lo levi
e rileggi la frase scoprirai che non serviva. Se lo esprime è ovvio che gli sia venuto in mente.

i trattini per l'inciso sono un modo molto palese di mostrarsi. Perché non usare due virgole più discrete? O evitare del tutto l'inciso? (ancora meglio)

Insomma, diapositiva scritta con una prosa rilassante ma che si dimostra poco consapevole.
Alla prossima!

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Re: Pastorale

Messaggio#13 » mercoledì 29 dicembre 2021, 17:09

Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Il tuo racconto è uno spaccato della vita di montagna, pastorale appunto.
Dai commenti ho scoperto ci fosse un riferimento ad uno specifico evento storico ma non entrerò nel merito di quello per due motivi:
1) Io non ho colto il riferimento perché sono ignorante.
2) Nel testo non ci sono indicazioni sufficienti per spronarmi a documentarmi.

Quindi conscio che ci sia qualcosa dietro devo comunque basarmi su ciò che ho davanti. Di fatto non c'è una vera e propria storia, è più una fotografia, uno spaccato come si suol dire. Francamente non mi ha detto molto, ci sono diversi buchi che possono essere colmati solo tramite conoscenze esterne al pezzo e nemmeno troppo banali (cioè sapendo grosso modo di cosa si parla non riesco comunque a raccapezzarmi al meglio).
In buona sostanza non ho gli strumenti per apprezzare questo racconto che per me resta fumoso e lacunoso.
A rileggerci!

Avatar utente
Signor_Darcy
Messaggi: 270

Re: Pastorale

Messaggio#14 » giovedì 30 dicembre 2021, 14:49

Luca Nesler ha scritto:[...]

Commento molto utile, grazie, con diversi spunti di riflessione (non tutti li condivido, a essere sincero: sono abbastanza convinto che il fatto che Lisa fosse la fidanzata si colga relativamente subito, ma forse io ho il bias dell'autore, non lo so).
Altre cose sono davvero ottimi consigli.

P.s. Io ragiono spesso in termini di punti cardinali, mi sorprenderebbe sapere di essere l'unico.

Avatar utente
Signor_Darcy
Messaggi: 270

Re: Pastorale

Messaggio#15 » giovedì 30 dicembre 2021, 14:50

Giulio_Marchese ha scritto:Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Il tuo racconto è uno spaccato della vita di montagna, pastorale appunto.
Dai commenti ho scoperto ci fosse un riferimento ad uno specifico evento storico ma non entrerò nel merito di quello per due motivi:
1) Io non ho colto il riferimento perché sono ignorante.
2) Nel testo non ci sono indicazioni sufficienti per spronarmi a documentarmi.

Quindi conscio che ci sia qualcosa dietro devo comunque basarmi su ciò che ho davanti. Di fatto non c'è una vera e propria storia, è più una fotografia, uno spaccato come si suol dire. Francamente non mi ha detto molto, ci sono diversi buchi che possono essere colmati solo tramite conoscenze esterne al pezzo e nemmeno troppo banali (cioè sapendo grosso modo di cosa si parla non riesco comunque a raccapezzarmi al meglio).
In buona sostanza non ho gli strumenti per apprezzare questo racconto che per me resta fumoso e lacunoso.
A rileggerci!

Grazie del commento, molto utile.

C'è da dire che, conscio comunque del fatto che quella del Vajont sia una tragedia poco meno dimenticata, speravo che Longarone fosse abbastanza nota da lasciar intuire il contesto. Mi sbagliavo: peccato.

Avatar utente
Signor_Darcy
Messaggi: 270

Re: Pastorale

Messaggio#16 » giovedì 30 dicembre 2021, 15:03

Shanghai Kid ha scritto:Ciao Stefano e, innanzitutto, piacere di leggerti!
Che dire? A me il tuo racconto è piaciuto molto. Forse perché abbiamo scelto un modo simile di affrontare questa edizione che denota in qualche modo una sensibilità se vuoi affine (anche io ho parlato di intimità e vita quotidiana per concludere con un evento storico catastrofico). Il tuo pezzo mi piaceva già prima di arrivare al finale, ma quel “Longarone” posto lì come ultima parola ha fatto breccia.
Dal punto di vista stilistico ci sono sicuramente delle imperfezioni, (ti segnalo due errori/sviste su tutti: “Sosto appena la sua veste” invece che “scosto”; piuttosto che “ riempio le mani a coppa di acqua gelida come la brina del mattino,” dove la similitudine è un po’ inflazionata, anche se il pdv è quello di una persona umile, perciò ci può anche stare)ma a me è piaciuto tanto.
Capisco che il riferimento non è immediato (io ho giocato più facile con un fatto storico noto a tutti), ma con me hai fatto centro.
Ottima prova!
A rileggerci!

Grazie mille. Ho letto il tuo racconto e mi è piaciuto parecchio, brava (kid, ma Elisa, corretto?).

Avatar utente
Shanghai Kid
Messaggi: 333

Re: Pastorale

Messaggio#17 » venerdì 31 dicembre 2021, 17:58

Signor_Darcy ha scritto:
Shanghai Kid ha scritto:Ciao Stefano e, innanzitutto, piacere di leggerti!
Che dire? A me il tuo racconto è piaciuto molto. Forse perché abbiamo scelto un modo simile di affrontare questa edizione che denota in qualche modo una sensibilità se vuoi affine (anche io ho parlato di intimità e vita quotidiana per concludere con un evento storico catastrofico). Il tuo pezzo mi piaceva già prima di arrivare al finale, ma quel “Longarone” posto lì come ultima parola ha fatto breccia.
Dal punto di vista stilistico ci sono sicuramente delle imperfezioni, (ti segnalo due errori/sviste su tutti: “Sosto appena la sua veste” invece che “scosto”; piuttosto che “ riempio le mani a coppa di acqua gelida come la brina del mattino,” dove la similitudine è un po’ inflazionata, anche se il pdv è quello di una persona umile, perciò ci può anche stare)ma a me è piaciuto tanto.
Capisco che il riferimento non è immediato (io ho giocato più facile con un fatto storico noto a tutti), ma con me hai fatto centro.
Ottima prova!
A rileggerci!

Grazie mille. Ho letto il tuo racconto e mi è piaciuto parecchio, brava (kid, ma Elisa, corretto?).


Esatto! Grazie per aver speso il tuo tempo per leggerlo. Ho fatto un gran casino con il punto di vista, come mi hanno fatto notare tutti, ma sono contenta ti sia piaciuto ;)

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Pastorale

Messaggio#18 » giovedì 6 gennaio 2022, 17:28

Sì, il tuo racconto è molto simile a quello di Elisa e sì, mi è arrivato perché la tragedia del Vajont è una di quelle che più, da sempre, hanno colpito il mio immaginario (anche se dovrebbe essere, in generale, l'immaginario di tutti noi italiani). Detto questo, mi è piaciuto, ma ci dipingi una mentalità molto moderna, per quanto riguarda il pastore. La vita di montagna è dura, tempo per riposare c'è poco, la sensibilità dei pastori era tagliata con l'accetta e questo ancora più in quegli anni. Insomma, l'ho trovato poco contestualizzato al periodo storico. In più, questo suo vedere, verso ovest, vero il basso, questi uomini così affacendati m'è sembrato un artifizio rischioso, un pelo eccessivo perché è ovvio che non possa vederli, ma che stia facendo una riflessione che, però, non parte mai, rimane lì, ferma in quelle parole. Per tutti questi motivi per me il racconto è un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante.

Torna a “160° All Time - CIF Edition - la 4° della NONA ERA”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti