Indifesi

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 dicembre 2021 con un tema del Collettivo Italiano di Fantascienza!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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Indifesi

Messaggio#1 » lunedì 20 dicembre 2021, 23:01

La terra trema a ogni passo dei giganti di metallo.
Ho l’affanno e le gambe pesanti, ma non possiamo smettere di correre. Non ancora. Stringo più forte la manina di Mumu, piangere di nuovo.
«Yumi, voglio la mamma».
Anche io, ma sono la più grande e devo essere forte. Devo prendermi cura di lui, gliel’ho promesso.
«Manca poco: Alrai1 è già tramontata, a breve lo sarà anche Alrai2 e i giganti dormiranno. Dobbiamo continuare a correre» mi volto per sorridergli, ma le sue antenne verdi sono così giù da sfiorargli il collo.
«Voglio la mamma» si libera dalla mia presa e serra le mani in due pugnetti. Drizzo le antenne per capire dove sono gli inseguitori: c’è silenzio.
«Prendi il ritratto della mamma, ti aiuterà a sentirla vicino» propongo. Inizia a frugare nelle tasche della tunica. Le dita sbucano oltre un foro.
«L’ho perso!» urla. I passi pesanti fanno tremare di nuovo la terra.
«È colpa tua!» sentenzia. «Corri troppo veloce». Mumu è un fiume in piena, e i passi sempre più vicini.
Gli tiro uno schiaffo. Si zittisce allibito e mi fissa con occhi spalancati.
«Ascoltami, Mumu. Devi essere tu a prenderti cura di ciò a cui tieni. Da oggi noi non siamo più piccoli, siamo due combattenti».
«Scusa» sussurra. Gli sorrido e lo stringo a me.
«Ti voglio bene, fratellino».
Le nostre antenne schizzano su. I passi sono qui. Ci prendiamo per mano e corriamo. Una luce ambrata illumina la fine del sentiero boscoso. Acceleriamo come se quella luce ci potesse assorbire, portarci altrove. Salvarci.
Invece ci condanna: davanti a noi un dirupo.
Il gigante di metallo ci raggiunge. La sua forma ovale proietta un’ombra che ci inghiotte. L’essere umano visibile dalla pancia trasparente del gigante ci saluta.
La mamma ci diceva che erano pacifici. Invece finché hanno l’occhio rosso brillante sono assassini. Lo sono sempre quando c’è luce.
Devo proteggerci, ma il mio corpo è pietrificato. Il gigante di metallo allunga verso di noi una protuberanza sputa-colpi, la stessa con cui ha ucciso la mamma.
Mumu mi si para davanti.
“Cosa fai?”
Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare.
Lui mi guarda deciso.
«Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».
Mi spinge verso il dirupo.
Afferro l’estremità rocciosa prima di cadere. I suoni sordi dello sputa-colpi rompono il silenzio. Il corpicino di Mumu cade nel vuoto con la mano che avevo stretto fino a pochi istanti prima spalancata verso me. Alrai2 tramonta con lui.
Mi tiro su con le mani che non smettano di tremare.
Fisso l’assassino. Ha l’occhio chiuso. Non può farmi male fino all’alba.
Prendo un sasso. L’essere umano dice cose che non capisco mentre mi avvicino.
Picchio col sasso contro la pancia per uccidere il gigante di metallo. L’umano continua a sbraitare mentre i colpi generano crepe, sembra spaventato.
La pancia si rompe. Chiudo gli occhi pronta a morire per mano dell’alieno. L’umano porta le mani alla sua gola, come se non riuscisse a respirare. Gli sorrido.
«Allora non siamo indifesi. Dobbiamo aspettare che tramonti l’ultimo sole».



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antico
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Re: Indifesi

Messaggio#2 » lunedì 20 dicembre 2021, 23:06

Morena, buonasera! Parametri tutti rispettati, divertiti in questa CIF EDITION!

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Andrea Lauro
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Re: Indifesi

Messaggio#3 » giovedì 23 dicembre 2021, 7:20

Ciao Morena,
il testo è scritto bene, la resa del senso di urgenza della scena arriva.

Ho avuto il grosso problema di essere portato fuori strada dalla frase “l’essere umano visibile dalla pancia trasparente del gigante ci saluta.” Un gesto amichevole, quindi. L’ho inteso come una semina, e invece non è così.
In quel momento mi son detto, ah perfetto, hanno insistito a parlare della madre scomparsa perché adesso cominciamo a capire che i nemici non sono nemici. Scopriamo che la madre è viva oppure scomparsa per motivazioni diverse. Ci sarà un riscatto morale che i protagonisti non hanno ancora compreso. E quindi ho vissuto il resto del racconto con l’attesa di scoprire quale fosse la motivazione, cosa li aspettava in realtà.
In questo senso, il sacrificio del fratello è arrivato con meno efficacia di quanta poteva averne.

Buono il ribaltamento di ruoli finale, anche se alla protagonista è rimasto ben poco di cui gioire, ormai. Ma la vendetta è sempre una buona ispirazione.

Posizionerei il tuo racconto sotto quello di Spinelli, che mi è arrivato di più, e sopra quello di Bergamaschi (più impreciso come stile).

buona edition!
andrea

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Fagiolo17
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Re: Indifesi

Messaggio#4 » giovedì 23 dicembre 2021, 17:42

Ciao Morena. Il racconto mi è piaciuto anche se non mi ha fatto impazzire la chiusa con la frase del tema del contest, non ce n'era bisogno a mio avviso.
Il rapporto tra questi due piccoli namecciani è gestito bene e crea la giusta empatia, anche se la morte di Mumu non suscita il giusto contraccolpo emozionale a causa della brevità del racconto.
In 3.000 battute infatti succedono un sacco di cose. La fuga, la morte di Mumu, la vendetta. Forse un po' troppa carne al fuoco per darle modo di sedimentare nel lettore.
La morte degli umani per l'aria non respirabile (questa la mia interpretazione) mi ha ricordato la morte degli alieni nella Guerra dei Mondi di Wells.
In ogni caso un ottimo racconto.

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Re: Indifesi

Messaggio#5 » giovedì 23 dicembre 2021, 18:36

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Morena. Il racconto mi è piaciuto anche se non mi ha fatto impazzire la chiusa con la frase del tema del contest, non ce n'era bisogno a mio avviso.
Il rapporto tra questi due piccoli namecciani è gestito bene e crea la giusta empatia, anche se la morte di Mumu non suscita il giusto contraccolpo emozionale a causa della brevità del racconto.
In 3.000 battute infatti succedono un sacco di cose. La fuga, la morte di Mumu, la vendetta. Forse un po' troppa carne al fuoco per darle modo di sedimentare nel lettore.
La morte degli umani per l'aria non respirabile (questa la mia interpretazione) mi ha ricordato la morte degli alieni nella Guerra dei Mondi di Wells.
In ogni caso un ottimo racconto.


Ciao Luca,
grazie mille per il commento. La frase di chiusura richiamava più il numero di soli, grazie per avermi fatto notare l'aggancio col contest (non era voluto). Sotto questa luce neanche a me avrebbe fatto impazzire.
Ho cercato di gestire l'evocazione della tristezza tramite il richiamo al dettaglio della mano aperta durante la morte (mano che ho richiamato nel testo), ma in un testo così breve è veramente difficile suscitare empatia. E che fai, fai le cose facili Morena? No.
Ti confermo infine la morte per aria non respirabile (non ricordavo che gli alieni morissero per questo ne "La Guerra dei Mondi", mi chiedo se io lo abbia capito).
Grazie ancora,
Morena

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Re: Indifesi

Messaggio#6 » giovedì 23 dicembre 2021, 18:39

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Morena,
il testo è scritto bene, la resa del senso di urgenza della scena arriva.

Ho avuto il grosso problema di essere portato fuori strada dalla frase “l’essere umano visibile dalla pancia trasparente del gigante ci saluta.” Un gesto amichevole, quindi. L’ho inteso come una semina, e invece non è così.
In quel momento mi son detto, ah perfetto, hanno insistito a parlare della madre scomparsa perché adesso cominciamo a capire che i nemici non sono nemici. Scopriamo che la madre è viva oppure scomparsa per motivazioni diverse. Ci sarà un riscatto morale che i protagonisti non hanno ancora compreso. E quindi ho vissuto il resto del racconto con l’attesa di scoprire quale fosse la motivazione, cosa li aspettava in realtà.
In questo senso, il sacrificio del fratello è arrivato con meno efficacia di quanta poteva averne.

Buono il ribaltamento di ruoli finale, anche se alla protagonista è rimasto ben poco di cui gioire, ormai. Ma la vendetta è sempre una buona ispirazione.

Posizionerei il tuo racconto sotto quello di Spinelli, che mi è arrivato di più, e sopra quello di Bergamaschi (più impreciso come stile).

buona edition!
andrea


Ciao Andrea,
grazie per il commento.
Ho avuto il grosso problema di essere portato fuori strada dalla frase “l’essere umano visibile dalla pancia trasparente del gigante ci saluta.” Un gesto amichevole, quindi. L’ho inteso come una semina, e invece non è così.

Io l'ho immaginato come saluto d'addio più che un gesto amichevole, grazie per l'appunto. Spero di riuscire a gestire meglio questo aspetto in futuro.
Buona edition anche a te!
Morena

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Proelium
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Re: Indifesi

Messaggio#7 » giovedì 23 dicembre 2021, 19:16

Ciao Morena,
piacere di leggerti. Ammetto che l'avvio mi ha preso poco, forse perché la situazione sapeva un po' troppo di cliché; poi però la storia migliora e il finale mi ha lasciato soddisfatto.
Il momento più evocativo è sicuramente la combo sacrificio e poi rottura del vetro, il che credo sia un bene, visto che è anche il climax del racconto.
Ok anche il tema, non originalissimo ma che strizza le antenne all'atmosfera sci-fi, ci stava. Nell'insieme, per me una prova discreta.

Buona edition,
Francesco

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Debora D
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Re: Indifesi

Messaggio#8 » venerdì 24 dicembre 2021, 13:23

Ciao Morena, piacere di leggerti.
Il tuo stile è buono, riesce a portarmi molto vicina ai personaggi e anche le idee che riesci a sviluppare mi intrigano. Mi piace il pianeta con più soli anche se non ho capito perché gli umani non respirino proprio dopo il tramonto dell’ultimo sole.
Il punto di vista alieno mi ha ricordato un famoso racconto in cui si capisce solo alla fine che sono gli umani i nemici.
Il conflitto è presente, il rapporto tra i fratelli funziona e il sacrificio finale del piccolo, per quanto repentino (ma giustificato dal numero di caratteri), è arrivato bene.
Worldbuilding, conflitto e soluzione in 3000 caratteri, non male.

L’elemento meno riuscito per me riguarda i dialoghi. Non ho colto del tutto il tipo di regole che ti sei data al riguardo e non sempre è chiaro chi parla.
Sperando di essere utile, vado sul tecnico.
I capoversi battuta è meglio siano molto ordinati.
Per esempio qui
«Voglio la mamma» si libera dalla mia presa e serra le mani in due pugnetti. Drizzo le antenne per capire dove sono gli inseguitori: c’è silenzio.
«Prendi il ritratto della mamma, ti aiuterà a sentirla vicino» propongo. Inizia a frugare nelle tasche della tunica. Le dita sbucano oltre un foro.
Stringo più forte la manina di Mumu, piangere di nuovo.

abbiamo il piccolo Mumu con battuta e beat (tra l’altro ci vorrebbe la maiuscola in Si libera e manca la punteggiatura all’interno della battuta). Sullo stesso capoverso abbiamo l’azione del punto di vista che poi parla ma a capo. Se Drizzo le antenne fosse stato sotto insieme alla battuta, azione e parole mi sarebbero arrivate più fluide.
Alcuni speech/dialogue tag potevano essere evitati con qualche accorgimento.
Per esempio abbiamo propongo, urla e sentenzia in due capoversi diversi. Di questi l'unico che è legato a un piano sensoriale e che quindi ci dà un'informazione ulteriore è urla.

Dato il patto con il lettore in cui l’ultimo personaggio ad agire è quello che ha il diritto di parola non sempre è chiaro o immediato capire chi stia parlando.
Es.
Mumu mi si para davanti.
“Cosa fai?”
Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare.
Lui mi guarda deciso.
«Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».


In questo modo come ti sembra?
Mumu mi si para davanti.
“Cosa fai?” Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare.
Lui mi guarda deciso. «Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».

Si tratta di un ragionare insieme, trovo che il racconto sia molto godibile.

Conclusione: una buona storia che riesce a fornire suggestioni e tensione in così poco spazio. Stile che cresce, mi sembra, di racconto in racconto. Unico punto per me da migliorare da questo punto di vista è l’uso molto fitto di dialogue tag e i capoversi battuta non sempre ordinati. Tra i migliori del girone però.

Buona edizione, alla prossima

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Alvin Miller
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Re: Indifesi

Messaggio#9 » sabato 25 dicembre 2021, 20:12

Ciao Morena,
trovo un po' banale la scelta dei tratti anatomici che hai dato ai tuoi alieni. Le antenne sono uno stereotipo da marziano medio e sarebbe stato interessante vederne l'utilità. Mi rendo conto che si tratta di un espediente per distinguerli facilmente dagli esseri umani, ma forse il problema è proprio che sono troppo umani, quando avevi l'opportunità di fare qualcosa di un po' diverso. A questo punto, mi domando io, perché non usare direttamente delle persone (in fuga per esempio da un impero invasore).
Un'altra cosa che non mi è tornata è il fatto dell'occhio rosso. Se ho capito le tue intenzioni i giganti di metallo dovrebbero essere dei mech, ma quindi quegli occhi rossi sono delle spie luminose e questo cosa ha a che fare con il tramonto?

Bella invece l'interazione che hai dato ai due personaggi. Si capisce bene il loro rapporto e sei riuscita a costruire un buon background. Mi è piaciuto il sacrificio di Mumu, che è il vero colpo di scena della storia.

Prima di chiudere vorrei soffermarmi su due parti che ti suggerirei di aggiustare:
“Cosa fai?”
Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare.
Lui mi guarda deciso.
«Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».

Ecco, questo sembra a tutti gli effetti un dialogo botta e risposta fra Yumi e Mumu. Ma in realtà non è così, perché la prima frase è un pensiero e la seconda un'affermazione ad alta voce. Ecco, secondo me la domanda di Yumi dovrebbe essere pronunciata.

Il corpicino di Mumu cade nel vuoto con la mano che avevo stretto fino a pochi istanti prima spalancata verso me. Alrai2 tramonta con lui.

la parte di frase che ti ho segnato ti suggerisco di cancellarla, perché il soffermarsi su quella mano confonde le idee al lettore e inoltre, non mi convince che si focalizzi su quel dettaglio preciso durante una scena così drammatica.

Per me la storia è da pollice in su, peccato solo per queste sbavature che mi hanno suscitato alcuni dubbi durante la lettura.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Re: Indifesi

Messaggio#10 » domenica 26 dicembre 2021, 13:09

Alvin Miller ha scritto:Ciao Morena,
trovo un po' banale la scelta dei tratti anatomici che hai dato ai tuoi alieni. Le antenne sono uno stereotipo da marziano medio e sarebbe stato interessante vederne l'utilità. Mi rendo conto che si tratta di un espediente per distinguerli facilmente dagli esseri umani, ma forse il problema è proprio che sono troppo umani, quando avevi l'opportunità di fare qualcosa di un po' diverso. A questo punto, mi domando io, perché non usare direttamente delle persone (in fuga per esempio da un impero invasore).
Un'altra cosa che non mi è tornata è il fatto dell'occhio rosso. Se ho capito le tue intenzioni i giganti di metallo dovrebbero essere dei mech, ma quindi quegli occhi rossi sono delle spie luminose e questo cosa ha a che fare con il tramonto?

Bella invece l'interazione che hai dato ai due personaggi. Si capisce bene il loro rapporto e sei riuscita a costruire un buon background. Mi è piaciuto il sacrificio di Mumu, che è il vero colpo di scena della storia.

Prima di chiudere vorrei soffermarmi su due parti che ti suggerirei di aggiustare:
“Cosa fai?”
Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare.
Lui mi guarda deciso.
«Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».

Ecco, questo sembra a tutti gli effetti un dialogo botta e risposta fra Yumi e Mumu. Ma in realtà non è così, perché la prima frase è un pensiero e la seconda un'affermazione ad alta voce. Ecco, secondo me la domanda di Yumi dovrebbe essere pronunciata.

Il corpicino di Mumu cade nel vuoto con la mano che avevo stretto fino a pochi istanti prima spalancata verso me. Alrai2 tramonta con lui.

la parte di frase che ti ho segnato ti suggerisco di cancellarla, perché il soffermarsi su quella mano confonde le idee al lettore e inoltre, non mi convince che si focalizzi su quel dettaglio preciso durante una scena così drammatica.

Per me la storia è da pollice in su, peccato solo per queste sbavature che mi hanno suscitato alcuni dubbi durante la lettura.


Ciao Alvin,
grazie per essere passato. Parto subito con il ringraziarti per aver impiegato il tuo tempo sia a farmi delle note sia a mostrarmi un modo diverso di scrivere la stessa cosa, sono molto preziosi e mi fanno capire meglio come posso migliorare.

Un altro paio di note:
Le antenne sono uno stereotipo da marziano medio e sarebbe stato interessante vederne l'utilità.

L'utilità delle antenne in realtà è riportata in vari passaggi: percepiscono i suoi attraverso di esse e - un po' come per le orecchie dei cani o dei gatti - sono anche indice dello stato emotivo.
Ho volutamente scelto un dettaglio "comune", perché con 3000 caratteri non sarei riuscita a dare giusto spazio ad alieni dalle caratteristiche non sedimentate nella testa del lettore.

Se ho capito le tue intenzioni i giganti di metallo dovrebbero essere dei mech

Qui confesso il mio odio profondo per tutto il mondo dei robot quindi non ho capito il riferimento ai mech. L'occhio rosso è solo una spia "on", ma il pdv non lo sa e data la forma tonda pensa sia un occhio.

Grazie ancora,
Morena

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Re: Indifesi

Messaggio#11 » domenica 26 dicembre 2021, 13:17

Debora D ha scritto:Ciao Morena, piacere di leggerti.
Il tuo stile è buono, riesce a portarmi molto vicina ai personaggi e anche le idee che riesci a sviluppare mi intrigano. Mi piace il pianeta con più soli anche se non ho capito perché gli umani non respirino proprio dopo il tramonto dell’ultimo sole.
Il punto di vista alieno mi ha ricordato un famoso racconto in cui si capisce solo alla fine che sono gli umani i nemici.
Il conflitto è presente, il rapporto tra i fratelli funziona e il sacrificio finale del piccolo, per quanto repentino (ma giustificato dal numero di caratteri), è arrivato bene.
Worldbuilding, conflitto e soluzione in 3000 caratteri, non male.

L’elemento meno riuscito per me riguarda i dialoghi. Non ho colto del tutto il tipo di regole che ti sei data al riguardo e non sempre è chiaro chi parla.
Sperando di essere utile, vado sul tecnico.
I capoversi battuta è meglio siano molto ordinati.
Per esempio qui
«Voglio la mamma» si libera dalla mia presa e serra le mani in due pugnetti. Drizzo le antenne per capire dove sono gli inseguitori: c’è silenzio.
«Prendi il ritratto della mamma, ti aiuterà a sentirla vicino» propongo. Inizia a frugare nelle tasche della tunica. Le dita sbucano oltre un foro.
Stringo più forte la manina di Mumu, piangere di nuovo.

abbiamo il piccolo Mumu con battuta e beat (tra l’altro ci vorrebbe la maiuscola in Si libera e manca la punteggiatura all’interno della battuta). Sullo stesso capoverso abbiamo l’azione del punto di vista che poi parla ma a capo. Se Drizzo le antenne fosse stato sotto insieme alla battuta, azione e parole mi sarebbero arrivate più fluide.
Alcuni speech/dialogue tag potevano essere evitati con qualche accorgimento.
Per esempio abbiamo propongo, urla e sentenzia in due capoversi diversi. Di questi l'unico che è legato a un piano sensoriale e che quindi ci dà un'informazione ulteriore è urla.

Dato il patto con il lettore in cui l’ultimo personaggio ad agire è quello che ha il diritto di parola non sempre è chiaro o immediato capire chi stia parlando.
Es.
Mumu mi si para davanti.
“Cosa fai?”
Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare.
Lui mi guarda deciso.
«Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».


In questo modo come ti sembra?
Mumu mi si para davanti.
“Cosa fai?” Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare.
Lui mi guarda deciso. «Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».

Si tratta di un ragionare insieme, trovo che il racconto sia molto godibile.

Conclusione: una buona storia che riesce a fornire suggestioni e tensione in così poco spazio. Stile che cresce, mi sembra, di racconto in racconto. Unico punto per me da migliorare da questo punto di vista è l’uso molto fitto di dialogue tag e i capoversi battuta non sempre ordinati. Tra i migliori del girone però.

Buona edizione, alla prossima


Ciao Debora,
grazie di cuore per il tuo commento e per avermi regalato un po' di tempo in più per l'esempio. In effetti hai proprio ragione, funziona molto meglio. Vedrò in futuro di fare tesoro di questa nota.

Mi permetto solo di darti la spiegazione al punto che non ti era chiaro
anche se non ho capito perché gli umani non respirino proprio dopo il tramonto dell’ultimo sole.

Gli umani non sono in grado di respirare l'aria del pianeta, quindi possono vivere solo nel robot. Nel momento in cui l'alieno rompe il vetro, l'aria entra nel robot e l'umano muore.

Grazie ancora,
Morena

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Re: Indifesi

Messaggio#12 » martedì 28 dicembre 2021, 13:55

DISCLAIMER GENERALE
Come certo saprete qualora rientriate tra le mie (s)fortunate vittime delle edizioni passate, sono solito dedicare parecchio spazio ai commenti. Negli ultimi due mesi ho persino sperimentato un diverso approccio volto proprio a fornire ai singoli autori quanti più spunti possibile. Purtroppo, per quest’edizione non sarà così. Causa trasloco durante i pochi giorni di ferie, questo mese sarò molto più schematico e diretto, ma non per questo superficiale. Chiedo pertanto scusa se l’estrema schiettezza che segue, volta soltanto a raggiungere quelli che riterrò di volta in volta i punti deboli e di forza dei singoli brani, farà risultare le mie parole più brusche di quello che vogliono essere. Insomma, sebbene sia io il primo a privilegiare sempre la forma al contenuto, a voi chiedo di fare l'opposto con i miei commenti: non soffermatevi su come vi dico le cose, ma sulla loro sostanza. ;)

COMMENTO
Ciao Morena.
Racconto con luci e ombre il tuo. Buono il senso d’urgenza trasmesso, così come l’immagine dei giganti che scuotono la terra. Lodevole anche il world building che fa da contenitore per la trama, anche se qui iniziano forse i problemi. In 3000 caratteri hai infatti messo forse un po’ troppa carne sul fuoco e qualcosa poteva probabilmente essere potato per poter dedicare maggior enfasi ai dettagli davvero salienti. Il difetto principale, però, per quanto mi riguarda è a livello stilistico. Al di là di qualche dialogue tag di troppo, il testo presenta alcune imprecisioni a livello di successione tra battuta e azione descritta, con il soggetto parlante che talvolta non coincide con quello che compie l’azione. Anche la chiusa finale la trovo un po’ troppo da spiegone, ma nulla di eccessivamente grave. Certo, questi umani conquistatori dotati di una tecnologia che non contempla minimamente l’utilizzo di batterie fa un po’ sorridere, ma allo stesso tempo dona al racconto un sapore un po’ retrò che non mi dispiace. Insomma, racconto senza infamia e senza lode allo stato attuale, ma dal grande potenziale di miglioramento.
Alla prossima.
lupus in fabula

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Re: Indifesi

Messaggio#13 » martedì 28 dicembre 2021, 13:59

Ah dimenticavo: il racconto presenta una grossa incongruenza che, purtroppo, fa crollare il finale: parli di giganti in grado di far tremare la terra (il che porta il lettore a immaginarli di dimensioni davvero notevole, se non addirittura colossali) e i piloti si trovano nella pancia. Come può allora la protagonista rompere il vetro? Vola? Avrei capito se il gigante, privo di energie, fosse crollato a terra se quantomeno si fosse inginocchiato, ma ciò non accade.
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Re: Indifesi

Messaggio#14 » giovedì 30 dicembre 2021, 21:37

Il tramonto dell’ultimo sole coincide con l’alba portata dalla possibilità di difendersi.mi piace l’idea, non mi piacciono troppo i passaggi. Bellissimo il punto in cui il piccolo si rende conto di aver perso la foto e “ritorna piccolo”, terribile non poter proteggere chi si ama. Non è il racconto Migliore che io abbia mai letto, ma mi ha lasciato qualcosa, ed è grazie a questo “qualcosa” che sei nella mia top five.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Re: Indifesi

Messaggio#15 » domenica 2 gennaio 2022, 15:34

Non mi convince la logistica: robot che vanno a batterie solari? Perché si spengono di notte? Come fa la piccola aliena a rompere un materiale bellico che si presume sia tutto fuorché facile da intaccare e a farlo con un semplice sasso? Sono elementi piuttosto fondamentali nell'economia del racconto che non mi tornano. Certo è che il tutto funziona bene e si legge con piacere anche se, altro malus, la morte del fratellino non mi ha creato emozioni risultandomi piuttosto fredda. Insomma, una logistica da revisionare e un'empatia un po' carente in un testo che si legge con piacere, ma che non graffia. Direi, come valutazione, un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante.

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