Alla ricerca di Babbo Natale di Luca Fagiolo

[Fagiolo17]

Alla ricerca di Babbo Natale
di Luca Fagiolo

La bufera mi sferza il viso, affondo il piede nella neve, alta fino al ginocchio, e faccio cenno a Marco di starmi vicino. «Dobbiamo rientrare.»
«Ma non abbiamo ancora trovato Babbo Natale.» Arranca al mio fianco, la sciarpa che striscia sul manto bianco.
Lo prendo per la manina e gli arrotolo la sciarpa intorno al collo. «Sarà per l'anno prossimo.»
«Mi avevi promesso che lo vedevamo!»
«Forse non vuole essere disturbato.»
Marco incrocia le braccia sul petto. «Mamma lo aveva detto che era una bugia, che qui non ci abitava Babbo Natale.»
Tua madre mi odia, lo avrebbe detto anche se fosse stato vero. «Non darle retta, è solo invidiosa perché sarebbe voluta venire qui con noi.»
«Ha detto che non ti vuole più neanche se sei l'ultimo uomo sulla terra.»
Grazie per le belle parole, tesoro. E questi sarebbero i toni pacati in presenza del bambino? Scuoto la testa.
Che pessima idea portare Marco in montagna. Andiamo a conoscere Babbo Natale...
Mi passo le dita nella barba e scrollo i cristalli di ghiaccio. Spero che qualcuno alla baita si sia accorto della nostra assenza. Ci siamo allontanati troppo. Ma che mi è saltato in testa? Proprio oggi dovevo diventare un padre modello?
«Ho tanto freddo.» Marco grida per farsi sentire nella tormenta.
Mi accovaccio e infilo il mio berretto sopra al suo, solo gli occhi spuntano da quell'ammasso di lana. Gli do una pacca sulla spalla. «Vedrai che così andrà meglio.»
Mi guardo intorno. Da che parte?
Più in basso mi sembra di scorgere una luce.
Indico la direzione a Marco «La vedi?»
Il piccolo annuisce. Mi avvio e lui mi segue con ampie falcate. Si stringe le braccia intorno al petto e tiene la testa bassa.

Tra le fronde si intravede una costruzione illuminata, forse proprio la nostra baita.
Pianto le mani sotto le ascelle. «Ci siamo quasi, non mollare.»
Marco non risponde.
Mi volto e intorno a me ci sono solo pini e neve.
«Marco!»
Torno sui miei passi.
Eccolo! Con la schiena appoggiata contro un tronco, si dondola avanti e indietro.
«Vieni, non possiamo fermarci ora.»
«Ho tanto sonno.» La voce è debole, gli occhi spenti.
Lo prendo in braccio, ma sono stanco anche io. Le ginocchia mi tremano e la schiena mi manda fitte di dolore.
Eppure manca così poco...
Arranco passo dopo passo, ma non ce la faccio.
Crollo in ginocchio nella neve.
Marco batte i denti, il corpo percorso dai brividi. Devo tenerlo al caldo. Mi levo il giaccone e glielo avvolgo attorno, lo stringo al petto per donargli tutto il mio calore.
Il freddo mi scava nelle ossa, penetra sotto pelle, scorre nelle vene.
Il sole cala all'orizzonte. Non vedremo un nuovo domani.

Un guaito insistente mi ridesta dal torpore.
Una slitta rossa trainata da una muta di cani sfreccia verso di noi, nell'ombra del tramonto.
«Marco, sono venuti a salvarci!» Le braccia inermi dondolano lungo i fianchi, le labbra viole, la pelle dello stesso colore della neve.
Oh no. Non può essere troppo tardi!
Lo scuoto con forza. «Marco!»
Sbatte le palpebre incollate dal freddo e sorride. «Papà, quello è... è Babbo Natale?»

[antico]

Ciao Luca! Parametri rispettati, buona CIF EDITION anche a te!

[Michael Dag]

Alla ricerca di Babbo Natale
bhe, c'è da dire che mi hai messo freddo!
La storia si sviluppa bene, forse anche troppo. Personalmente, avrei gradito qualche pensiero diretto più… disperato. Ho percepito troppa calma in un padre che sta per condannare a morte lui e il figlio, e questo rende il lieto fine meno sentito.
Nulla di dirti sullo stile, scandisci il qui&ora a livello ormai impeccabile.
unica nota, sarebbe voluta venire… io direi avrebbe voluto venire, ma è solo opinione personale.

[Signor_Darcy]

Ciao Luca.
Parto da quello che per me è il punto debole del tuo racconto: l’aderenza al tema, che non so per quale motivo – forse perché leggendo mi sono fatta l’idea di una giornata da tregenda, non so –, trovo un po’ forzato e relegato alle ultime due frasi del secondo paragrafo. Non credo sia un motivo valido per penalizzarlo, ma in caso di dubbi la cosa potrebbe avere il suo peso.
Detto questo, buon racconto, ben scritto, ben dosato, tecnicamente valido. Forse un po’ prevedibile il finale, ma va bene così. Fino all’ultima riga si teme il peggio, quindi alla fine è anche un sollievo.

[maurizio.ferrero]

Ciao Luca, e piacere di rileggerti

Che dire, premio padre dell'anno al tuo protagonista, che trascina il figlio piccolo in mezzo a una tormenta di neve!
Il racconto fila bene, in maniera lineare, forse fin troppo lineare. L'arrivo dei soccorsi alla fine è piuttosto prevedibile, anche se a livello di scrittura è tutto messo giù molto bene. Ormai il mostrato lo padroneggi, c'è poco da dire, forse dovresti concentrarti di più sul cosa scrivere, invece che sul come. So che il mio è un non-consiglio, perché "trovare l'idea giusta" non è mai semplice, ma credo che aggiungere un po' più di pepe ai tuoi racconti possa essere un buon inizio.
Sul tema ti do l'unica nota veramente negativa: l'ultimo sole c'è, ma è buttato li in maniera poco aderente con la storia. Insomma, avrebbe funzionato tutto anche se non l'avessi messo

A presto!

[Giovanni Attanasio]

Carino, molto dolce. Certo, il racconto è tanto lineare e nonostante la buona qualità del testo non ho percepito “scossoni” derivanti dalla trama. Mi sono piaciuti molto i dettagli per mostrare il freddo e i principi di ipotermia, così come alcuni elementi descrittivi tipo la sciarpa che striscia sulla neve.
In tutta onestà, la cosa che mi fa più strano è che il padre (presunto tale, non ho ben capito) decide di uscire col figlio proprio a fine giornate senza l’adeguata attrezzatura. Forse c’è qualche accenno, ma di sicuro avrei preferito degli elementi che facessero pensare a un uomo seriamente sbadato che da un momento all’altro decide di andare alle ricerca di Babbo Natale per far contento il figlio, ma senza pensare né all’orario né al fatto che si crepa di freddo. Mi spiego?
Al netto di tutto, un buon lavoro, probabilmente da potenziare a livello di contenuto.

[alexandra.fischer]

Tema centrato. Racconto di ambientazione nordica, potrebbe essere ovunque, è questo è un pregio per il Lettore Amante di Viaggi con la Fantasia: da un angolo della Jungfrau alla Finlandia. La parte centrale del racconto è il rapporto con la figura di Babbo Natale, tanto atteso dal figlio del protagonista, un uomo barbuto, forte fuori ma lacerato dentro per via del conflitto con l’ex moglie che gli ha messo contro il piccolo. Riuscita la parte drammatica del tramonto imminente, della vita di padre e figlio alle soglie dell’assideramento. Il finale è magico, nel carattere delle Feste, la figura salvifica è proprio quella di Babbo Natale. Niente da dire sul testo, il parlato è libero, quotidiano, è giusto che sia così.

[Dario17]

Il tuo talento per inserire in poche righe un conflitto familiare interno mi è sempre piaciuto. Anche stavolta ha fatto il suo dovere.
Il pezzo è un simpatico mix tra Alive-Sopravvissuti e Miracolo nella 34esima strada.
I dialoghi interni sono un po' troppo didascalici, forse?
Anzichè "Tua madre mi odia, lo avrebbe detto anche se fosse stato vero" avrei messo un "Tua madre ti avrebbe raccontato che Babbo Natale è morto di freddo cinque anni fa soltanto per farmi fare la figura del pirla."
Soltanto una mia idea, prendila con le pinze.
Per il tema te la sbrighi con una frase quasi alla fine del racconto in cui palesi sia il tramonto sia il fatto che sia l'ultimo.
Non il massimo ma ci sta.

[Andrea Furlan]

Ciao Luca,
Complimenti per la buona prova, ottima ambientazione e rispetto del tema. Buono sviluppo con la sensazione di pericolo che aumenta in un crescendo graduale, complicata dalla spiegazione sulla condizione familiare e alla volontà del padre di fare colpo sul figlio. Ho trovato molto buona anche l'empatia col protagonista: il racconto mi ha ricordato un paio di episodi vissuti con mio figlio che hanno similitudini con la tua storia. Il finale non mi ha convinto al 100%, l'ho trovato forse un po'artificioso e un po' meno empatico del resto, ma comunque efficace nel non svelare fino all'ultima riga come va a finire. Non trovo altri difetti, per me un'ottima prova.

[antico]

Il racconto scorre più che bene e la lettura è di qualità, riesci a creare bene l'atmosfera riempiendo la fantasia del lettore con immagini forti e definite. Meno buono il lavoro sul protagonista perché è vero, come ha già detto qualcuno, che servirebbe caratterizzarlo di più per dare un senso (anche solo il semplice fatto che sia stupido) alla sua idea di portare il bambino fuori con una tormenta in corso (magari potevi pestare sul suo essere cittadino e quindi inesperto di qualunque senso di sopravvivenza in ambienti non urbani, tanto per dire). Molto debole il tema, anche se c'è. In conclusione, altro racconto di qualità cui assegno un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante e finisce davanti ai racconti parivalutati di Battaglia e di Canella per sfumature (più rifinito di quello di Canella, più in tema, paradossalmente, di quello di Battaglia).