La faida

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 dicembre 2021 con un tema del Collettivo Italiano di Fantascienza!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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Luca Nesler
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La faida

Messaggio#1 » martedì 21 dicembre 2021, 1:03

"Gultar, esci e affrontatmi!" La voce di un uomo arriva da fuori.
Lascio cadere il pane. Alla fine mi ha trovato.
Dena si alza, labocca spalancata. Non parla.
"Gultar! Vieni fuori!"
Mando giù. Dalla finestra la luce è fredda, fioca. Una lacrima scende sullo zigomo. "Avrei voluto morire in un giorno di sole."
Dena si alza. "No, Gultar! Vieni, ti devi nascondere!"
Mi afferra, mi tira in piedi. Piange come una bambina. "Vieni, fa'presto!"
"Dena, se mi ha trovato sa tutto. Non vi lascerà in vita."
La bocca si piega, la copre con le mani e i suoi occhi si bagnano. Ha capito.
Prendo il coltello. È solo la lama di un contadino, ma spero che Eldur comprenda il messaggio. Mi avvicino al fuoco e batto la lama contro il paiolo. Una volta, due. La terza si spacca.
"Gultar, esci!"
Alzo il moncone del coltello di mio padre. "Amore mio, dai questo a Eldur e digli che non voglio che si vendichi."
Dena prende il coltello. Scoppia a piangere. La abbraccio. "Addio, mio amore. Sei stata un balsamo per ogni giorno della mia vita."
"Digli che il cavallo del padrone si è imbizzarrito!" La voce di Dena è spezzata dai singhiozzi. "Digli che non è stata colpa tua!"
"È un guerriero e ha perso un figlio. Al suo posto farei lo stesso per Eldur. Bada a lui."
Apro la porta. Rodgar ha l'ascia nella mano destra, lo sguardo da lupo.
"Mi dispiace. Il cavallo-"
"Era mio figlio, Gultar! Mio figlio!"
Non mi lascerá andare. Non per l'onore della sua famiglia, non per l'amore di suo figlio.
Avrei voluto andarmene con un sole splendente, ma non si può scegliere il giorno.
Mi inginocchio, il fango penetra nelle brache. È freddo.
Rodgar si avvicina, solleva l'ascia.
Non farà del male a Dena e Eldur. "La faida sarà conclusa con la mia morte?"
Si ferma, sputa. "È la legge."
Siano lodati gli dei.
"Padre!"
La voce di Eldur. Mi corre incontro scalzo, ha il puntale rotto nella mano.
"No, che fai? Pensa a tua madre!" Mi volto verso Rodgar, allungo le mani a sfiorare i gambali. "Ti prego, è solo un ragazzino!" Il suo sguardo... è sdegno? Disgusto?
Eldur piange, trema. Punta in avanti il coltello spezzato. Dena doveva trattenerlo, e invece...
"Vattene, tuo padre deve essere giustiziato."
Eldur ha le guance bagnate, rivoli dal naso. "Il cavallo!" Allunga le mani, sono sporche di sangue. "È stato il cavallo del padrone! L'ho ucciso io."
Rodgar abbassa l'ascia. Anche lui sta piangendo, non posso immaginare il dolore di perdere un figlio a causa di una cosa così sciocca. Mi chino, gli prendo un piede. "Mi dispiace" non mi esce altro.
Ragnar mi spinge via. "Vattene, Gultar" Si asciuga gli occhi. "Il tuo ragazzino ha fatto abbastanza." Si volta, si copre il viso. Le spalle sussultano.
Il suo doveva avere la stessa età.
Mi alzo. Gli dei mi amano e amano il mio Eldur. Questo non doveva essere il mio ultimo sole, dopotutto.



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Re: La faida

Messaggio#2 » martedì 21 dicembre 2021, 1:04

Ciao Luca! Caratteri ok, malus minimo tempo per te. Buona CIF EDITION!

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Leonardo Pigneri
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Re: La faida

Messaggio#3 » martedì 21 dicembre 2021, 13:01

Ciao Luca! Apprezzo molto il tuo stile di scrittura ed è un piacere poterti commentare di nuovo!

"Gultar, esci e affrontatmi!"[refuso] La voce di un uomo arriva da fuori.
Lascio cadere il pane. Alla fine mi ha trovato.
Dena si alza, labocca [refuso] spalancata. Non parla.
"Gultar! Vieni fuori!"
Mando giù. Dalla finestra la luce è fredda, fioca. Una lacrima scende sullo zigomo. "Avrei voluto morire in un giorno di sole."
Dena si alza. "No, Gultar! Vieni, ti devi nascondere!"
Mi afferra, mi tira in piedi. Piange come una bambina. "Vieni, fa'presto!"[refuso]
"Dena, se mi ha trovato sa tutto. Non vi lascerà in vita."
La bocca si piega, la copre con le mani e i suoi occhi si bagnano. Ha capito.
Prendo il coltello. È solo la lama di un contadino, ma spero che Eldur comprenda il messaggio. [non sto capendo bene qui, che messaggio? che vuol dire "è solo la lama di un contadino"? Vuole combattere? e chi è Eldur? Va bene qualche sottointeso, ma questa frase ne ha un po' troppi e crea solo confusione, a mio avviso] Mi avvicino al fuoco e batto la lama contro il paiolo. Una volta, due. La terza si spacca. [il pugnale o il paiolo?]
"Gultar, esci!"
Alzo il moncone del coltello di mio padre. [Ok, è il pugnale che si spacca, ma qui dici "di mio padre" quindi per un attimo ho pensato si fosse rotto il paiolo e dentro c'era il moncone di questo pugnale di suo padre (Sì, lo so, è un ragionamento super astruso, ma è andata così xD). Risolverei il problema dicendo "il coltello di mio padre" la prima volta che nomini il coltello, e qui lasciare coltello senza "di mio padre". Spero di essere stato chiaro.] "Amore mio, dai questo a Eldur e digli che non voglio che si vendichi."
Dena prende il coltello. Scoppia a piangere. La abbraccio. "Addio, mio amore. Sei stata un balsamo per ogni giorno della mia vita."
"Digli che il cavallo del padrone si è imbizzarrito!" La voce di Dena è spezzata dai singhiozzi. "Digli che non è stata colpa tua!"
"È un guerriero e ha perso un figlio. Al suo posto farei lo stesso per Eldur. Bada a lui." [Molto buono questo scambio, espone bene la situazione senza risultare troppo esplicito. E arriva anche al momento giusto.]
Apro la porta. Rodgar ha l'ascia nella mano destra, lo sguardo da lupo.
"Mi dispiace. Il cavallo-"
"Era mio figlio, Gultar! Mio figlio!"
Non mi lascerá andare. Non per l'onore della sua famiglia, non per l'amore di suo figlio.
Avrei voluto andarmene con un sole splendente, ma non si può scegliere il giorno.
Mi inginocchio, il fango penetra nelle brache. È freddo.
Rodgar si avvicina, solleva l'ascia.
Non farà del male a Dena e Eldur. "La faida sarà conclusa con la mia morte?"
Si ferma, sputa. "È la legge."
Siano lodati gli dei.
"Padre!"
La voce di Eldur. Mi corre incontro scalzo, ha il puntale rotto nella mano. [qui te lo dico in seconda lettura, "puntale", per via degli altri refusi nel testo, pensavo fosse un errore nel scrivere "pugnale", ma ora che mi sono chiarito la parte sul coltello spezzato penso che tu volessi intendere che il figlio ha preso la lama del coltello, e non l'impugnatura, correggimi se sbaglio]
"No, che fai? Pensa a tua madre!" Mi volto verso Rodgar, [Nomi troppo simili l'uno con l'altro, è faticoso stargli dietro] allungo le mani a sfiorare i gambali. "Ti prego, è solo un ragazzino!" Il suo sguardo... è sdegno? Disgusto?
Eldur piange, trema. Punta in avanti il coltello spezzato. Dena doveva trattenerlo, e invece...
"Vattene, tuo padre deve essere giustiziato."
Eldur ha le guance bagnate, rivoli dal naso. "Il cavallo!" Allunga le mani, sono sporche di sangue. "È stato il cavallo del padrone! L'ho ucciso io."[Questa parte non l'ho proprio capita. Ok che è stato lui, ma il sangue e il padrone non mi sono chiari.]
Rodgar abbassa l'ascia. Anche lui sta piangendo, non posso immaginare il dolore di perdere un figlio a causa di una cosa così sciocca. Mi chino, gli prendo un piede. "Mi dispiace" non mi esce altro.
Ragnar mi spinge via. "Vattene, Gultar" Si asciuga gli occhi. "Il tuo ragazzino ha fatto abbastanza." Si volta, si copre il viso. Le spalle sussultano.
Il suo doveva avere la stessa età.
Mi alzo. Gli dei mi amano e amano il mio Eldur. Questo non doveva essere il mio ultimo sole, dopotutto.

Considerazioni Finali:


Il racconto è scritto bene ma è molto confusionario e diverse cose non si capiscono proprio in prima lettura.
I nomi poi sono davvero troppo simili: Eldur Rodgar e Gultar, dai, sii pietoso con un povero lettore che a malapena si ricorda il proprio xD
A parte ciò, la situazione e le interiorità dei personaggi sono chiare e credibili e su questo ti devo fare i miei complimenti. Penso proprio ci siano stati problemi di tempo e quindi poca attenzione nelle riletture. (O forse sono io che non ho capito un cacchius, che è possibilissimo :V)

alexandra.fischer
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Re: La faida

Messaggio#4 » martedì 21 dicembre 2021, 19:01

LA FAIDA di Luca Nesler Tema centrato. Gultar, tutto ben tratteggiato nell’atmosfera della sippe germarnica: Dena, la moglie rassegnata, Eldur, il colpevole della moglie del figlio di Rodgar, il figlio. Rogdar, l’antagonista di Gultar, privato di un figlio e desideroso di vendicarsi secondo la legge: occhio per occhio, dente per dente. Invece, ecco che Eldur, coetaneo del giovane deceduto, parla di un cavallo morto per colpa sua e si offre come vittima, suscitando la pietà di Gultar. Plot-twist indovinastissimo.
Attento.
ti scrivo le frasi corrette:
Gultar, esci e affrontami
la bocca spalancata.
Ultima modifica di alexandra.fischer il mercoledì 22 dicembre 2021, 17:03, modificato 1 volta in totale.

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Davide_Mannucci
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Re: La faida

Messaggio#5 » mercoledì 22 dicembre 2021, 16:39

Ciao Luca! Piacere di averti letto...come sempre ;)

Allora, un Nesler a tratti confusionario e con qualche refuso può dirmi solo due cose: o è un troll o lo ha scritto a mezzanotte dopo essere stato a bere birra tutta la sera. Boh, l butto là eh? AHAHAHAH
Resta il fatto che questa canaglia di un Nesler scrive bene pure da ubriaco, ‘accipicchia...
Lo stile è il tuo e ormai ti si riconoscerebbe anche se tu scrivessi gli ingredienti dei Pan di Stelle.
Ottimo, come sempre. Riesci a calare il lettore nella scena senza mai essere pesante con l’immersivo (che a volte più esserlo).
E poi c’è una caratterizzazione dei personaggi che è spettacolare. Concordo con Leonardo sui nomi ma riesci a distinguerli così bene che quello è un difetto appena percettibile.
Detto questo, i refusi da te non si accettano...ahahahah. Quindi per me un 2 e a posto!
Scherzi a parte una prova molto buona con qualche difetto.
Mannaggia a te Nesler! :)
Davide Mannucci

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ItaliaLeggendaria
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Re: La faida

Messaggio#6 » domenica 26 dicembre 2021, 15:16

Ciao Luca, piacere di leggerti.
Il tema è centrato, anche se forse l'ultima frase in cui lo espliciti potevi evitarla.
L'idea è buona e ben chiara, la trama si svolge in modo lineare. Tuttavia ci sono alcune frasi che destano qualche piccola incertezza su chi stia parlando o facendo qualcosa.
Probabilmente hai cominciato a scrivere tardi e non hai avuto il tempo materiale per rileggere il racconto. Peccato perché con qualche piccolo accorgimento sarebbe stato un ottimo racconto.
In bocca al lupo e buona prova.

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Re: La faida

Messaggio#7 » domenica 26 dicembre 2021, 19:08

Ciao Luca,

piacere di averti letto. Se da un lato ho fatto un po' difficoltà a seguire il tutto a causa di nomi un po' simili tra loro, dall'altro sei stato così bravo a caratterizzarli (e in 3000 caratteri non è cosa da poco) che comunque riuscivo a capire chi stesse parlando anche senza bisogno di esser aiutata dal nome.
Il tema è centrato e sei riuscito a dare un lieto fine seminato bene e non del tutto scontato (personalmente non ho mai amato i lieto fine improbabili che finiscono bene solo per non lasciare tristezza in chi legge). Anche in questo quindi sei riuscito quindi a regalarmi un finale felice ma che non mi facesse storcere il naso.
Ti segnalo giusto un'imprecisione che ho notato proprio dalla prima battuta: scrivi

"Gultar, esci e affrontatmi!" La voce di un uomo arriva da fuori.

Parlando di "un uomo" mi fai pensare che Gultar non riconosca chi sia, ma dopo poche righe si capisce che sa benissimo di chi si tratta sin dalle prime battute.
Una buona prova in sintesi, ma purtroppo in questo girone ho letto storie che mi hanno coinvolta di più.
A presto,
Morena

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Luca Nesler
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Re: La faida

Messaggio#8 » lunedì 27 dicembre 2021, 10:51

Leonardo Pigneri ha scritto:Ciao Luca! Apprezzo molto il tuo stile di scrittura ed è un piacere poterti commentare di nuovo!

"Gultar, esci e affrontatmi!"[refuso] La voce di un uomo arriva da fuori.
Lascio cadere il pane. Alla fine mi ha trovato.
Dena si alza, labocca [refuso] spalancata. Non parla.
"Gultar! Vieni fuori!"
Mando giù. Dalla finestra la luce è fredda, fioca. Una lacrima scende sullo zigomo. "Avrei voluto morire in un giorno di sole."
Dena si alza. "No, Gultar! Vieni, ti devi nascondere!"
Mi afferra, mi tira in piedi. Piange come una bambina. "Vieni, fa'presto!"[refuso]
"Dena, se mi ha trovato sa tutto. Non vi lascerà in vita."
La bocca si piega, la copre con le mani e i suoi occhi si bagnano. Ha capito.
Prendo il coltello. È solo la lama di un contadino, ma spero che Eldur comprenda il messaggio. [non sto capendo bene qui, che messaggio? che vuol dire "è solo la lama di un contadino"? Vuole combattere? e chi è Eldur? Va bene qualche sottointeso, ma questa frase ne ha un po' troppi e crea solo confusione, a mio avviso] Mi avvicino al fuoco e batto la lama contro il paiolo. Una volta, due. La terza si spacca. [il pugnale o il paiolo?]
"Gultar, esci!"
Alzo il moncone del coltello di mio padre. [Ok, è il pugnale che si spacca, ma qui dici "di mio padre" quindi per un attimo ho pensato si fosse rotto il paiolo e dentro c'era il moncone di questo pugnale di suo padre (Sì, lo so, è un ragionamento super astruso, ma è andata così xD). Risolverei il problema dicendo "il coltello di mio padre" la prima volta che nomini il coltello, e qui lasciare coltello senza "di mio padre". Spero di essere stato chiaro.] "Amore mio, dai questo a Eldur e digli che non voglio che si vendichi."
Dena prende il coltello. Scoppia a piangere. La abbraccio. "Addio, mio amore. Sei stata un balsamo per ogni giorno della mia vita."
"Digli che il cavallo del padrone si è imbizzarrito!" La voce di Dena è spezzata dai singhiozzi. "Digli che non è stata colpa tua!"
"È un guerriero e ha perso un figlio. Al suo posto farei lo stesso per Eldur. Bada a lui." [Molto buono questo scambio, espone bene la situazione senza risultare troppo esplicito. E arriva anche al momento giusto.]
Apro la porta. Rodgar ha l'ascia nella mano destra, lo sguardo da lupo.
"Mi dispiace. Il cavallo-"
"Era mio figlio, Gultar! Mio figlio!"
Non mi lascerá andare. Non per l'onore della sua famiglia, non per l'amore di suo figlio.
Avrei voluto andarmene con un sole splendente, ma non si può scegliere il giorno.
Mi inginocchio, il fango penetra nelle brache. È freddo.
Rodgar si avvicina, solleva l'ascia.
Non farà del male a Dena e Eldur. "La faida sarà conclusa con la mia morte?"
Si ferma, sputa. "È la legge."
Siano lodati gli dei.
"Padre!"
La voce di Eldur. Mi corre incontro scalzo, ha il puntale rotto nella mano. [qui te lo dico in seconda lettura, "puntale", per via degli altri refusi nel testo, pensavo fosse un errore nel scrivere "pugnale", ma ora che mi sono chiarito la parte sul coltello spezzato penso che tu volessi intendere che il figlio ha preso la lama del coltello, e non l'impugnatura, correggimi se sbaglio]
"No, che fai? Pensa a tua madre!" Mi volto verso Rodgar, [Nomi troppo simili l'uno con l'altro, è faticoso stargli dietro] allungo le mani a sfiorare i gambali. "Ti prego, è solo un ragazzino!" Il suo sguardo... è sdegno? Disgusto?
Eldur piange, trema. Punta in avanti il coltello spezzato. Dena doveva trattenerlo, e invece...
"Vattene, tuo padre deve essere giustiziato."
Eldur ha le guance bagnate, rivoli dal naso. "Il cavallo!" Allunga le mani, sono sporche di sangue. "È stato il cavallo del padrone! L'ho ucciso io."[Questa parte non l'ho proprio capita. Ok che è stato lui, ma il sangue e il padrone non mi sono chiari.]
Rodgar abbassa l'ascia. Anche lui sta piangendo, non posso immaginare il dolore di perdere un figlio a causa di una cosa così sciocca. Mi chino, gli prendo un piede. "Mi dispiace" non mi esce altro.
Ragnar mi spinge via. "Vattene, Gultar" Si asciuga gli occhi. "Il tuo ragazzino ha fatto abbastanza." Si volta, si copre il viso. Le spalle sussultano.
Il suo doveva avere la stessa età.
Mi alzo. Gli dei mi amano e amano il mio Eldur. Questo non doveva essere il mio ultimo sole, dopotutto.

Considerazioni Finali:


Il racconto è scritto bene ma è molto confusionario e diverse cose non si capiscono proprio in prima lettura.
I nomi poi sono davvero troppo simili: Eldur Rodgar e Gultar, dai, sii pietoso con un povero lettore che a malapena si ricorda il proprio xD
A parte ciò, la situazione e le interiorità dei personaggi sono chiare e credibili e su questo ti devo fare i miei complimenti. Penso proprio ci siano stati problemi di tempo e quindi poca attenzione nelle riletture. (O forse sono io che non ho capito un cacchius, che è possibilissimo :V)


Ciao Leonardo! Scusa il ritardo, ma tra una cosa e l'altra...
Trovo giuste e puntuali tutte le tue osservazioni. Piuttosto sei stato probabilmente troppo generoso col giudizio :D
Non ti dico in che condizioni ho scritto questo racconto perché me ne vergogno.
Ho fatto un casino coi nomi, con sto coltello, con un sacco di roba... Ora è inutile spiegare, comunque diciamo che una strutturazione migliore, la rilettura e lo strumento con cui scrivi pesano sul totale (eh, ma va? Hahahah).
Ti ringrazio molto della magnanimità e ancor di più della puntualità delle tue annotazioni.
Spero di ricapitarti con racconti dalla genesi più fortunata.
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: La faida

Messaggio#9 » lunedì 27 dicembre 2021, 10:52

alexandra.fischer ha scritto:LA FAIDA di Luca Nesler Tema centrato. Gultar, tutto ben tratteggiato nell’atmosfera della sippe germarnica: Dena, la moglie rassegnata, Eldur, il colpevole della moglie del figlio di Rodgar, il figlio. Rogdar, l’antagonista di Gultar, privato di un figlio e desideroso di vendicarsi secondo la legge: occhio per occhio, dente per dente. Invece, ecco che Eldur, coetaneo del giovane deceduto, parla di un cavallo morto per colpa sua e si offre come vittima, suscitando la pietà di Gultar. Plot-twist indovinastissimo.
Attento.
ti scrivo le frasi corrette:
Gultar, esci e affrontami
la bocca spalancata.


Ciao Alexandra, scusa il ritardo nella risposta, mai il tempo è stato poco. Hai colto ogni elemento del racconto, mi sorprende visto il caos che non ho saputo domare.
Grazie anche per le note: a sto giro non ho proprio dato il massimo...
Grazie per il commento!
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: La faida

Messaggio#10 » lunedì 27 dicembre 2021, 10:56

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Luca! Piacere di averti letto...come sempre ;)

Allora, un Nesler a tratti confusionario e con qualche refuso può dirmi solo due cose: o è un troll o lo ha scritto a mezzanotte dopo essere stato a bere birra tutta la sera. Boh, l butto là eh? AHAHAHAH
Resta il fatto che questa canaglia di un Nesler scrive bene pure da ubriaco, ‘accipicchia...
Lo stile è il tuo e ormai ti si riconoscerebbe anche se tu scrivessi gli ingredienti dei Pan di Stelle.
Ottimo, come sempre. Riesci a calare il lettore nella scena senza mai essere pesante con l’immersivo (che a volte più esserlo).
E poi c’è una caratterizzazione dei personaggi che è spettacolare. Concordo con Leonardo sui nomi ma riesci a distinguerli così bene che quello è un difetto appena percettibile.
Detto questo, i refusi da te non si accettano...ahahahah. Quindi per me un 2 e a posto!
Scherzi a parte una prova molto buona con qualche difetto.
Mannaggia a te Nesler! :)


Ciao Mannucci! Mannaggia a te, le confidenze le spifferi ai quattro venti così?! Hahahaha!
Anche tu un po' troppo generoso col tuo commento. Erano le 00:40, avevo una sbronzetta che mi faceva girare la testa e ho scritto dal cellulare (mia moglie era ancora a lavorare al pc). Insomma... che vergogna.
Cercando di scrivere con un mostrato pulito è molto facile non dare abbastanza dettagli: ti distrai un attimo (e lasciami dire "alla faccia dell'attimo"!) e non si capisce più un cazzo.
Ti ringrazio molto del commento!
Alla prossima!

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Re: La faida

Messaggio#11 » lunedì 27 dicembre 2021, 11:01

ItaliaLeggendaria ha scritto:Ciao Luca, piacere di leggerti.
Il tema è centrato, anche se forse l'ultima frase in cui lo espliciti potevi evitarla.
L'idea è buona e ben chiara, la trama si svolge in modo lineare. Tuttavia ci sono alcune frasi che destano qualche piccola incertezza su chi stia parlando o facendo qualcosa.
Probabilmente hai cominciato a scrivere tardi e non hai avuto il tempo materiale per rileggere il racconto. Peccato perché con qualche piccolo accorgimento sarebbe stato un ottimo racconto.
In bocca al lupo e buona prova.


Ciao Morena! Hai notato la confusione del racconto. Ahimè, è nato male. La frase finale avrei potuto smorzarla, hai ragione, ma ero di corsa (erano tipo le 1:03) e non sapevo come chiudere!
Grazie del commento!
Alla prossima!

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Re: La faida

Messaggio#12 » lunedì 27 dicembre 2021, 11:07

read_only ha scritto:Ciao Luca,

piacere di averti letto. Se da un lato ho fatto un po' difficoltà a seguire il tutto a causa di nomi un po' simili tra loro, dall'altro sei stato così bravo a caratterizzarli (e in 3000 caratteri non è cosa da poco) che comunque riuscivo a capire chi stesse parlando anche senza bisogno di esser aiutata dal nome.
Il tema è centrato e sei riuscito a dare un lieto fine seminato bene e non del tutto scontato (personalmente non ho mai amato i lieto fine improbabili che finiscono bene solo per non lasciare tristezza in chi legge). Anche in questo quindi sei riuscito quindi a regalarmi un finale felice ma che non mi facesse storcere il naso.
Ti segnalo giusto un'imprecisione che ho notato proprio dalla prima battuta: scrivi

"Gultar, esci e affrontatmi!" La voce di un uomo arriva da fuori.

Parlando di "un uomo" mi fai pensare che Gultar non riconosca chi sia, ma dopo poche righe si capisce che sa benissimo di chi si tratta sin dalle prime battute.
Una buona prova in sintesi, ma purtroppo in questo girone ho letto storie che mi hanno coinvolta di più.
A presto,
Morena


Ciao Morena! Grazie per la positività del tuo commento. In effetti è un racconto in cui si capisce poco. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il lieto fine. All'inizio pensavo di farlo finire male, ma poi ho pensato "ma che razza di racconto diventa? Uno ha avuto sfiga e viene ammazzato." E poi sembrava cercare la drammaticità coi soliti mezzucci. Allora ho optato per qualcosa che intervenisse a sistemare la faccenda. Peccato che l'abbia scritto in modo incomprensibile :P
Hai ragionissima sulla voce dell'uomo che arriva da fuori! Ottima osservazione! Direi che avendolo scritto di getto (cosa che di solito cerco di evitare), all'inizio non sapevo quanto il protagonista conoscesse il personaggio. Avrei potuto sistemarlo in rilettura, in cui, diciamolo, sono stato ancor meno performante che in stesura (hahaha che serata).
Grazie mille del commento!
Alla prossima!

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Andrea76
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Re: La faida

Messaggio#13 » lunedì 27 dicembre 2021, 15:41

Ciao Luca, piacere di leggerti.
L’incipit del racconto è efficace, ci cala nell’ambiente con pochi ma precisi dettagli: il pane ci indica che siamo a tavola, la luce che penetra dalla finestra ci fa capire che è una giornata senza sole. Lo scambio di battute tra marito e moglie è funzionale alla storia perché fornisce informazioni ma senza l’intervento didascalico dell’autore. Ho apprezzato il dettaglio del coltello che il protagonista decide di spezzare per lasciare una testimonianza di pace al figlio.
Ci dici poco dei dettagli che hanno portato alla morte del figlio di Rodgar. Ho apprezzato anche questa scelta perché in fondo saperlo o meno non è importante per dare un senso alla tua storia.
In generale rispetto ad altre tue performance ho trovato questo racconto un po’ piatto, complice forse il fatto che hai dovuto affrettare il cambio di decisione di Rodgar dopo la confessione di Eldur. Trattandosi del plot-twist forse andava messo in scena meglio, anche se i 3000 caratteri in questo senso non aiutano.
Il tema secondo me è preso di striscio. Forse te ne sei reso conto anche tu perché hai sentito la necessità di inserirlo esplicitamente nella chiusura del racconto, paradossalmente amplificando in me lettore questa sensazione di forzatura.
A rileggerti.

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Stefano.Moretto
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Re: La faida

Messaggio#14 » mercoledì 29 dicembre 2021, 19:56

Ciao Nesler, niente da dire, il modo in cui riesci a far emozionare è unico anche quando scrivi in condizioni pessime. L'unica cosa imputabile al racconto è una certa confusione che permea la prima parte, in cui ci sono troppe informazioni importanti per il lettore che ancora non sono state date e alcune frasi non proprio chiarissime, come il coltello che avrebbe dovuto essere un messaggio.
Per il resto, il finale è bellissimo. Non so neanche come altro commentarlo senza risultare banale, per me è semplicemente perfetto. Se proprio vogliamo trovare un neo, hanno ammazzato il cavallo del loro padrone, non verranno puniti per questo? Certo, rispetto alla morte qualsiasi altra punizione sarà nulla, e comunque è stato il ragazzo per disperazione, quindi è una scena legittima in ogni caso. Niente anche a voler trovare il neo non lo trovo, al massimo trovo motivi per cui vorrei che questo racconto fosse più lungo, in modo da sopperire anche ai problemi iniziali.

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Re: La faida

Messaggio#15 » domenica 2 gennaio 2022, 11:38

Andrea76 ha scritto:Ciao Luca, piacere di leggerti.
L’incipit del racconto è efficace, ci cala nell’ambiente con pochi ma precisi dettagli: il pane ci indica che siamo a tavola, la luce che penetra dalla finestra ci fa capire che è una giornata senza sole. Lo scambio di battute tra marito e moglie è funzionale alla storia perché fornisce informazioni ma senza l’intervento didascalico dell’autore. Ho apprezzato il dettaglio del coltello che il protagonista decide di spezzare per lasciare una testimonianza di pace al figlio.
Ci dici poco dei dettagli che hanno portato alla morte del figlio di Rodgar. Ho apprezzato anche questa scelta perché in fondo saperlo o meno non è importante per dare un senso alla tua storia.
In generale rispetto ad altre tue performance ho trovato questo racconto un po’ piatto, complice forse il fatto che hai dovuto affrettare il cambio di decisione di Rodgar dopo la confessione di Eldur. Trattandosi del plot-twist forse andava messo in scena meglio, anche se i 3000 caratteri in questo senso non aiutano.
Il tema secondo me è preso di striscio. Forse te ne sei reso conto anche tu perché hai sentito la necessità di inserirlo esplicitamente nella chiusura del racconto, paradossalmente amplificando in me lettore questa sensazione di forzatura.
A rileggerti.


Ciao Andrea, grazie per il commento approfondito. Il tema l'ho interpretato come "l'ultimo sole" che un personaggio vede perché sta per morire. Questo è quello che il protagonista crede fino alla fine. Il "tema" drop finale è perché temevo che non venisse colto, ma in effetti è una cosa sgraziata.
Grazie ancora per l'attenzione data al testo!
Alla prossima!

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Re: La faida

Messaggio#16 » domenica 2 gennaio 2022, 11:41

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Nesler, niente da dire, il modo in cui riesci a far emozionare è unico anche quando scrivi in condizioni pessime. L'unica cosa imputabile al racconto è una certa confusione che permea la prima parte, in cui ci sono troppe informazioni importanti per il lettore che ancora non sono state date e alcune frasi non proprio chiarissime, come il coltello che avrebbe dovuto essere un messaggio.
Per il resto, il finale è bellissimo. Non so neanche come altro commentarlo senza risultare banale, per me è semplicemente perfetto. Se proprio vogliamo trovare un neo, hanno ammazzato il cavallo del loro padrone, non verranno puniti per questo? Certo, rispetto alla morte qualsiasi altra punizione sarà nulla, e comunque è stato il ragazzo per disperazione, quindi è una scena legittima in ogni caso. Niente anche a voler trovare il neo non lo trovo, al massimo trovo motivi per cui vorrei che questo racconto fosse più lungo, in modo da sopperire anche ai problemi iniziali.


Ciao Stefano! hahaha, troppo buono davvero!
Sono contento che ti sia piaciuto e che tu abbia capito tutto nonostante la confusione. Probabilmente ci sono elementi che fanno presa sul tuo animo barbaro. Hai ragione sul fatto che ammazzare il cavallo del padrone non è una cosa da poco, ma l'idea è che il ragazzino abbia fatto questo, piuttosto che affrontare un guerriero per salvare il padre.
Grazie mille per il sostegno! Molto gradito da un autore bravo come te.
Alla prossima!

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Re: La faida

Messaggio#17 » martedì 4 gennaio 2022, 18:53

Due refusi nelle prime righe mi hanno già fatto capire che non hai potuto dare al racconto il tempo che meritava e immaginavo qualcosa tipo la scrittura da cell. I nomi sono da roba comica, ma i toni sono da dramma. Tutto è molto lineare e il finale è carino, ma poco lavorato. Il tema non mi convince appieno nella sua declinazione perché molto forzato nel rimarcarlo quando non è così caratterizzante il racconto stesso. Insomma, abbiamo capito come un Nesler affrettato può cmq produrre un testo da pollice tendente al positivo in modo solido anche se ci fermiamo lì perché le mancanze non permettono di spingersi oltre.

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