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Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 dicembre 2021 con un tema del Collettivo Italiano di Fantascienza!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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Pietro D'Addabbo
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Messaggio#1 » martedì 21 dicembre 2021, 1:28

Annodo un quadrato di stoffa sulla nuca e lo sollevo sul naso, l’odore dell’asfalto resta nauseante ma così, almeno, è sopportabile. Controllo che la tasca con la boccetta sia ben chiusa e che le pezze intorno ai piedi non scivolino via.
La strada scotta come se dovesse cauterizzare delle ferite, corro finché non sono all’ombra del portico opposto. Passo di veranda in veranda, è l’unico modo per non cuocermi i piedi sul serio.
Un ronzio di eliche si fa acuto, il drone arriva in volo e prosegue verso il confine del quartiere. La stazione orbitante continua i suoi protocolli, perché tutto sia pronto quando si apriranno le porte delle camere di stasi ed i coloni ne sciameranno fuori.
Ventanni dopo di noi. Quanto li abbiamo attesi.
Busso alla porta di Agata, con la boccetta in mano da bere insieme durante la cena.
Apre, ma non ha la solita tenuta.
«Che ti sei messa?» con la gonna lunga e la camicia bianca sembra una bambola di dimensioni umane «Avrai caldo così.»
Esce e chiude la porta dietro di sé, senza rispondere. Si avvicina imbronciata, per un attimo un profumo di fiori sovrasta qualsiasi altro odore. Viene da lei?
Scatta lungo il portico «Stammi dietro, se vuoi star fresco!», attraversa veloce fino all’ombra dell’edificio accanto.
Si volta con una smorfia di dolore, strofina via della ghiaia dalla pianta del piede. Mi guarda e sorride. Mi muovo per raggiungerla ma lei riparte, gira oltre il primo angolo, mi costringe a inseguire le sue risa. Dove vorrà cenare?

Si fa raggiungere davanti ad uno degli edifici più alti, mi porge la mano «Entriamo, devo mostrarti qualcosa».
Non deve insistere per convincermi, dentro sarà sicuramente più fresco che qua fuori.
Sulla porta una targa riporta uno strano termine: “CULTO”.
Gli arredi sono essenziali, gli spazi invece grandiosi, le volte sono alte, si perdono molte decine di metri sopra le nostre teste. Non è male come posto, con il caldo che fa fuori.
Agata si muove sicura, deve essere già stata qui. «È un luogo destinato ai coloni che vorranno pregare qualche divinità.» la voce ha una nota che non le avevo mai sentito in tutti questi anni, un rimpianto.
Superiamo una serie di panche, mi porta verso la zona in fondo, indica il libro sul tavolo.
È una sorta di contratto, una promessa di assistenza reciproca, di univocità. Ho letto di questo genere di riti, per ufficializzare relazioni come la nostra.
La accontento, recito la formula e lei fa altrettanto. L’ombra nel suo sorriso è scomparsa.
«Temevo che non avresti accettato, aspettando domani avresti potuto scegliere.” ora la paura le è passata.
Da uno scomparto trae un unico bicchiere dorato, mi chiede la piccola bottiglia che mi sono portato dietro, alludendo a dividerci il contenuto per festeggiare.
Lancio via la bottiglia, si infrange contro il muro.
“Anch’io non volevo perderti.”
La lascio lì, corro a risistemare la rotta.
Non ho più voglia di tuffarmi in un sole.


"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: Soli

Messaggio#2 » martedì 21 dicembre 2021, 1:32

Ciao Pietro! Caratteri ok, malus minimo per il tempo per te. Buona CIF EDITION!

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Leonardo Pigneri
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Re: Soli

Messaggio#3 » mercoledì 22 dicembre 2021, 12:25

Ciao Pietro! E' la prima volta che ti commento ma ricordo il tuo fantastico racconto sull'uomo che imponeva il silenzio ai vicini a suon di accettate xD Ti lascio i miei feedback sul testo, sperando ti possano tornare utili!

Annodo un quadrato di stoffa sulla nuca e lo sollevo sul naso [questa frase l'ho letta diverse volte e ancora non riesco a figurarmi come è messo il fazzoletto: se è sulla testa, come fa ad alzarlo sul naso?], l’odore dell’asfalto resta nauseante ma così, almeno, è sopportabile. Controllo che la tasca con la boccetta sia ben chiusa e che le pezze intorno ai piedi non scivolino via.
La strada scotta come se dovesse cauterizzare delle ferite, corro finché non sono all’ombra del portico opposto. Passo di veranda in veranda, è l’unico modo per non cuocermi i piedi sul serio.
Un ronzio di eliche si fa acuto, il drone arriva in volo e prosegue verso il confine del quartiere. La stazione orbitante continua i suoi protocolli, perché tutto sia pronto quando si apriranno le porte delle camere di stasi ed i coloni ne sciameranno fuori.
Ventanni dopo di noi. Quanto li abbiamo attesi.
Busso alla porta di Agata, con la boccetta in mano da bere insieme durante la cena.
Apre, ma non ha la solita tenuta.
«Che ti sei messa?» [C]on la gonna lunga e la camicia bianca sembra una bambola di dimensioni umane «Avrai caldo così.»
Esce e chiude la porta dietro di sé, senza rispondere. Si avvicina imbronciata, per un attimo un profumo di fiori sovrasta qualsiasi altro odore. Viene da lei?
Scatta lungo il portico «Stammi dietro, se vuoi star fresco!»,attraversa veloce fino all’ombra dell’edificio accanto.
Si volta con una smorfia di dolore, strofina via della ghiaia dalla pianta del piede. Mi guarda e sorride. Mi muovo per raggiungerla ma lei riparte, gira oltre il primo angolo, mi costringe a inseguire le sue risa. Dove vorrà cenare?

Si fa raggiungere davanti ad uno degli edifici più alti, mi porge la mano «Entriamo, devo mostrarti qualcosa». [qui hai messo il punto fuori, più avanti lo metti dentro]
Non deve insistere per convincermi, dentro sarà sicuramente più fresco che qua fuori.
Sulla porta una targa riporta uno strano termine: “CULTO”.
Gli arredi sono essenziali, gli spazi invece grandiosi, le volte sono alte, si perdono molte decine di metri sopra le nostre teste. Non è male come posto, con il caldo che fa fuori.
Agata si muove sicura, deve essere già stata qui. «È un luogo destinato ai coloni che vorranno pregare qualche divinità.» la voce ha una nota che non le avevo mai sentito in tutti questi anni, un rimpianto.
Superiamo una serie di panche, mi porta verso la zona in fondo, indica il libro sul tavolo.
È una sorta di contratto, una promessa di assistenza reciproca, di univocità. Ho letto di questo genere di riti, per ufficializzare relazioni come la nostra. [questo passaggio non mi ha fatto impazzire; avrei prima descritto il libro, e poi magari mostrato il suo collegamento d'idee. Così non si capisce se lo sfoglia oppure se, già dalla copertina, lo riconosce.]
La accontento, recito la formula e lei fa altrettanto. L’ombra nel suo sorriso è scomparsa.
«Temevo che non avresti accettato, aspettando domani avresti potuto scegliere.” [virgolette] ora la paura le è passata.
Da uno scomparto trae un unico bicchiere dorato, mi chiede la piccola bottiglia che mi sono portato dietro, alludendo a dividerci il contenuto per festeggiare.
Lancio via la bottiglia, si infrange contro il muro.
“Anch’io non volevo perderti.” [virgolette]
La lascio lì, corro a risistemare la rotta.
Non ho più voglia di tuffarmi in un sole.

Considerazioni finali:

Il racconto non è chiarissimo in tutte le sue parti di worldbuilding: la boccetta, il culto, l'ambientazione in generale, ma, per un racconto di fantascienza di così pochi caratteri, ci si può assolutamente passare sopra. La cosa che meno mi è piaciuta è stata l'interiorità del personaggio che, malgrado abbia tendenze suicide, ciò non si evince affatto dai suoi pensieri. Mi sarei aspettato almeno qualche considerazione più fatalista. Quando parla dei coloni, ad esempio, mi sembra strano che non gli passi per la testa che moriranno tutti anche loro. Un'omissione, a mio avviso, troppo forzata che rende il finale un po' a caso. Avessi messo qualche indizio in più nell'interiorità del personaggio, o anche attraverso qualche scambio con la donna, avresti ottenuto un ottimo risultato, perché la semina del caldo sempre più opprimente era davvero azzeccata. Ci sono poi anche diverse inconsistenze con i segni grafici e la punteggiatura.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Soli

Messaggio#4 » mercoledì 22 dicembre 2021, 21:11

Leonardo Pigneri ha scritto:La cosa che meno mi è piaciuta è stata l'interiorità del personaggio che, malgrado abbia tendenze suicide, ciò non si evince affatto dai suoi pensieri. Mi sarei aspettato almeno qualche considerazione più fatalista. Quando parla dei coloni, ad esempio, mi sembra strano che non gli passi per la testa che moriranno tutti anche loro. Un'omissione, a mio avviso, troppo forzata che rende il finale un po' a caso. Avessi messo qualche indizio in più nell'interiorità del personaggio, o anche attraverso qualche scambio con la donna, avresti ottenuto un ottimo risultato, perché la semina del caldo sempre più opprimente era davvero azzeccata. Ci sono poi anche diverse inconsistenze con i segni grafici e la punteggiatura.


Grazie Leonardo per le note al testo e per il commento generale.
Nell'incipit mi sono incastrato tentando di descrivere l'indossare una bandana per coprire il naso senza usare il termine 'bandana' che, per il contesto, per qualche motivo non mi suona adatto.
Hai ragione sull'assenza dei sentimenti, avrei dovuto inserire qualche commento in tal senso per seminare il finale ma temevo di renderlo troppo prevedibile.

Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

alexandra.fischer
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Re: Soli

Messaggio#5 » giovedì 23 dicembre 2021, 7:02

SOLI di Pietro d’Addabbo Tema centrato. Ho capito che si tratta di una stazione orbitante ricostruita in modo da dare l’impressione di vivere in una cittadina. E ha i segni della decadenza, a partire dall’asfalto in ebollizione. Molto ben resi i gesti del protagonista con il fazzoletto, la descrizione delle pezze ai piedi. Anche la boccetta con il liquido suggerisce scarsità di risorse. Bene anche per il senso d’attesa dei nuovi coloni. Vent’anni sono lunghi e ormai la struttura è allo stremo. Ci sono solo lui e Agata, la quale indossa la camicia bianca e la gonna lunga, si è profumata per sancire la loro unione. Meravigliosa la descrizione dell’edificio sacro con la scritta Culto: è semplice e aperto a ogni forma di credo religioso. Bella anche la cerimonia nuziale, con la boccetta rotta. L’edificio dà l’idea di freschezza. Il finale allude alla necessità di manutenzione della stazione orbitante, vedo così la necessità di risistemare la rotta e di evitare la caduta nel sole.
Attenzione.
Ti riporto la frase corrretta:
Vent’anni

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Davide_Mannucci
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Re: Soli

Messaggio#6 » giovedì 23 dicembre 2021, 16:04

Ciao Pietro e ben ritrovato.
Purtroppo non sono riuscito ad apprezzare completamente la storia. L’ho trovata un po’ piatta, senza quel qualcosa che la facesse decollare. La nota positiva è lo stile che trovo migliore di racconto in racconto to e, a differenza di Leonardo, ho colto subito la posizione della bandana! :))
A presto!
Davide Mannucci

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Leonardo Pigneri
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Re: Soli

Messaggio#7 » giovedì 23 dicembre 2021, 18:54

Davide_Mannucci ha scritto:e, a differenza di Leonardo, ho colto subito la posizione della bandana! :))


Sì, ma quelli troppo intelligenti come te non fanno testo su queste cose :P

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Davide_Mannucci
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Re: Soli

Messaggio#8 » venerdì 24 dicembre 2021, 8:34

Sì, ma quelli troppo intelligenti come te non fanno testo su queste cose :P


Si può dire “Fottiti” o mi metterai ultimo per le prossime 15 Edition? AAHHAHAHAHAH
Davide Mannucci

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ItaliaLeggendaria
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Re: Soli

Messaggio#9 » martedì 28 dicembre 2021, 16:19

Ciao Pietro.
Il racconto si svolge abbastanza linearmente, ma senza quel qualcosa che spinga verso un finale a sorpresa. Purtroppo alcuni passaggi non sono chiari (dove siano, l'arrivo dei coloni, il culto) e questo blocca l'entusiasmo e la partecipazione nel pezzo.
In più non ho proprio capito il finale: erano dentro a un edificio e lui cambia la rotta...ok mi sono persa sicuramente qualche parte importante. Credo che il tuo testo sia più una specie di riassunto di un testo molto più lungo ed elaborato, che un testo nato su questa lunghezza di racconto.
Peccato perché poteva essere interessante.

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Andrea76
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Re: Soli

Messaggio#10 » mercoledì 29 dicembre 2021, 12:50

Ciao Pietro, piacere di leggerti.
La prima parte del racconto è chiara perché fornisci al lettore dei dettagli che ricostruiscono bene il contesto: un’ambientazione post-apocalittica testimoniata dall’asfalto bollente; l’arrivo imminente dei coloni annunciato dal volo del drone; una boccetta che fa da trade union tra i due personaggi in scena.
Trovo la prima metà del racconto carica di tensione.
Dopo però iniziano a mio avviso i problemi. Agata e il pdv entrano in questo edificio di culto che capiamo sarà un luogo di preghiera riservato ai coloni. Poi però tra i due c’è uno scambio di battute che non chiarisce il desiderio o il conflitto che anima i due personaggi. Cosa rappresenta quella boccetta? Perché il pdv la rompe? E perché lascia lì Agata? Che vuol dire che deve cambiare rotta?
Purtroppo sono tutte domande a cui personalmente non ho trovato risposta. Peccato perché il racconto partiva proprio bene.
A rileggerti.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Soli

Messaggio#11 » mercoledì 29 dicembre 2021, 15:59

Grazie dei commenti.

Chiarisco qui l'ambientazione e gli altri dettagli che sono apparsi oscuri.

ItaliaLeggendaria ha scritto:In più non ho proprio capito il finale: erano dentro a un edificio e lui cambia la rotta...

Andrea76 ha scritto:Cosa rappresenta quella boccetta? Perché il pdv la rompe? E perché lascia lì Agata? Che vuol dire che deve cambiare rotta?


L'ambientazione è una stazione spaziale dove ci sono solo due personaggi 'svegli', mentre gli altri sono in stasi criogenica. C'è qualcosa che non va dato il calore ambientale, come avete colto. I due vogliono pranzare insieme per festeggiare la fine dell'isolamento ma la donna trasforma la cosa in un matrimonio fra i due.
Lui allora capisce di essere ricambiato e decide di salvare entrambi, la stazione spaziale e i coloni addormentati, quindi rompe la boccetta (che conteneva un veleno invece che solo vino) corre via dall'edificio dove si trova verso la sala comandi per evitare di finire dentro la stella attorno alla quale dovevano invece orbitare.

Ero convinto di aver lasciato il dubbio solo sulla intenzionalità di questo errore di rotta (collisione con sole invece che orbita) ma mi rendo conto di aver lasciato incerti troppi altri dettagli.
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Stefano.Moretto
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Re: Soli

Messaggio#12 » giovedì 30 dicembre 2021, 1:26

Ciao Pietro, purtroppo mi unisco agli altri nel dirti che ho trovato molto difficile seguire il filo logico del racconto. Arrivato alla fine avevo capito che erano su una stazione spaziale, che erano gli unici due svegli e che c'erano i coloni che si sarebbero svegliati, ma ci ho messo veramente troppo a capire tutto. Mi ha ricordato vagamente "Passengers", per quanto ci siano dei chiari elementi molto differenti. E anch'io ci ho messo un bel po' prima di capire che il tipo si stava mettendo una bandana, quindi provvederò a mettere ultimo il Mannucci per le prossime 15 edizioni (/s)
Scherzi a parte, penso che uno dei problemi maggiori del racconto sia l'inseguimento: sono parecchi caratteri che avresti potuto risparmiare con un semplice cambio di scena a favore di qualche dettaglio in più che facesse capire cosa stava accadendo. Per esempio: la donna sembra credere che tutto vada bene, tanto che dice "se avessimo aspettato domani avresti potuto scegliere un'altra tra i coloni che stiamo togliendo dal freezer" nonostante faccia un caldo infernale, quindi non si capisce se lei ha capito che c'è qualcosa che non va oppure no (cosa che in realtà è praticamente l'ultimo dubbio che mi è rimasto a fine lettura, seppure comunque il resto delle informazioni mi sono arrivate troppo tardi). L'impressione che ho avuto è che il racconto sia un ottimo worldbuilding, ma con troppi pochi elementi di racconto vero e proprio che gli diano il risalto che merita.

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Re: Soli

Messaggio#13 » giovedì 30 dicembre 2021, 16:05

Ciao Pietro,

confesso che a una prima lettura ci ho capito poco. O meglio, ho capito molto bene l'ambientazione, ma poco sulle intenzioni dei personaggi e sugli avvenimenti. Alla seconda rilettura invece mi è stato leggermente più chiaro il testo e ho capito che si stavano sposando, ma personalmente non avevo capito (senza il supporto dei commenti) che ci fossero persone già lì e non arrivassero dall'esterno.
Anche le intenzioni suicide sono troppo celate e fanno sembrare tutto improvviso e poco coinvolgente.
In generale l'idea mi piace tanto però, e mi dispiace si sia un po' persa.
In bocca al lupo,
Morena

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antico
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Re: Soli

Messaggio#14 » martedì 4 gennaio 2022, 19:54

Dunque, ho sospettato il tutto fin dalla prima lettura, ma aiutandomi con il tema (che ovviamente conoscevo). Mi sembra che molto ti sia rimasto nella penna e che tu abbia concesso davvero poca semina al lettore per ricostruire la vicenda strada facendo. L'errore, credo, è stato concentrarti troppo sugli spostamente dei protagonisti: lui che la raggiunge, lei che si fa inseguire... Tutto spazio che avresti potuto dedicare a una maggiore interazione, quindi dialoghi, che di sicuro ti avrebbero aiutato a fornire le giuste informazioni al contempo creando la giusta tensione tra i due. Insomma, questa volta hai bucato il racconto, ci sta, non fartene un cruccio. Rifletti piuttosto sul come fare arrivare le giuste informazioni ai lettori, sul come evitare che ti rimanga tutto in canna (nella tua testa). Ti attendo al varco alla prossima edizione. Come pollice, direi un ni tendente al positivo.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Soli

Messaggio#15 » martedì 4 gennaio 2022, 20:44

antico ha scritto:L'errore, credo, è stato concentrarti troppo sugli spostamente dei protagonisti: lui che la raggiunge, lei che si fa inseguire... Tutto spazio che avresti potuto dedicare a una maggiore interazione, quindi dialoghi, che di sicuro ti avrebbero aiutato a fornire le giuste informazioni al contempo creando la giusta tensione tra i due.


read_only ha scritto:ho capito molto bene l'ambientazione, ma poco sulle intenzioni dei personaggi e sugli avvenimenti [...] non avevo capito (senza il supporto dei commenti) che ci fossero persone già lì e non arrivassero dall'esterno. Anche le intenzioni suicide sono troppo celate e fanno sembrare tutto improvviso e poco coinvolgente.


Stefano.Moretto ha scritto:L'impressione che ho avuto è che il racconto sia un ottimo worldbuilding, ma con troppi pochi elementi di racconto vero e proprio che gli diano il risalto che merita.


Grazie mille anche a voi per i commenti, ne farò tesoro come sempre e cercherò di migliorare.
Alla prossima!
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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