Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 dicembre 2021 con un tema del Collettivo Italiano di Fantascienza! Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
BENVENUTI ALLA CIF EDITION, LA QUARTA DELLA NONA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 160° ALL TIME!
Questo è il gruppo KIRAL della CIF EDITION con sei rappresentanti del COLLETTIVO ITALIANO DI FANTASCIENZA come guest stars (Linda De Santi, Emiliano Maramonte, Lorenzo Davia, Damiano Lotto, Fabio Aloisio e Alessandro Napolitano).
Gli autori del gruppo KIRAL dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo NANOCOSM.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo MINOTAURO.
Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dai sei rappresentanti del COLLETTIVO ITALIANO DI FANTASCIENZA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK NONA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato la mano solamente per ottenere una distribuzione corretta dei cinque racconti con malus minimo tempo (un racconto in ogni gruppo da sette e due nell'unico da otto).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo KIRAL:
Dormo un po’ con lui, di Davide Mannucci, ore 23.11, 2979 caratteri Umanità, di Stefano Moretto, ore 00.39, 2980 caratteri Indifesi, di Read_Only, ore 23.01, 2996 caratteri L’ultimo vampiro, di Leonardo Pigneri, ore 01.29, 2913 caratteri MALUS MINIMO TEMPO 3 PUNTI Ritorni, di Alexandra Fischer, ore 22.32, 2841 caratteri Grazie di tutto, di Morena Bergamaschi, ore 22.53, 2304 caratteri Crepuscolo, di Andrea Spinelli, ore 00.27, 2981 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 DICEMBRE per commentare i racconti del gruppo NANOCOSM Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 31 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti. NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo NANOCOSM e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo: – 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri. – 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri. – ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo NANOCOSM. Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
Apro le danze con la classifica e relativi commenti.
1) Davide Mannucci, Dormo un po' con lui
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Buongiorno Davide, davvero un bel racconto. Quando ti ci metti con le tue storie riesci a smuovere gli animi! Ricorderai che, nonostante qualche imprecisione, avevo apprezzato il tuo scorso racconto, quello che in seguito ha sbancato l'Edition. Ecco, questo mi è piaciuto ancora di più, forse perché a livello stilistico la tenuta è maggiore, la tematica forte ma affrontata con delicatezza: l'immersione nel pov di Gloria avviene in punta di piedi ed è un atto di memoria amorevole, che ha valore a prescindere dagli orizzonti del contest. Che altro dire, il più bel modo di centrare il tema. Non so gli altri come ti valuteranno, per me è un brano come minimo da finale.
Qualche piccolissimo spunto di stile: - usi spesso la mamma e il babbo. Per una maggiore immersione, potresti anche provare a sfrondare gli articoli (es. mamma non vuole e anche adesso la sento urlare) - Io sono piccola, non sono scema --> Sono piccola, non scema (la battuta così esce più pulita)
Il pompiere continua a non avere paura.
Buona Edition, Francesco
2) Andrea Spinelli, Crepuscolo
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Ciao Andrea, un bel conflitto di coppia su una spiaggia suggestiva, con la luce giusta che ti fa centrare sicuramente il tema. Ho apprezzato il taglio intimo ma ben sorvegliato sul fronte stilistico, e la tensione che, nonostante la scena molto statica, riesci a far emergere attraverso il dialogato. Massima solidarietà con il protagonista nel climax del racconto! Ben giocato, e soprattutto interessante. Nel racconto breve si tende a concentrare la tensione nel finale: tu invece l'hai fatta esplodere prima, riservando alla chiusura un'inquietante stemperata. Intrigante. Non ho particolari appunti da farti, dopo la bomba di Mannucci è di sicuro il brano che ho gradito di più.
Buona edition, Francesco
3) Stefano Moretto, Umanità
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Ciao Stefano, un racconto molto particolare che affronta il tema con originalità, e già questo è un pregio! Mettiamoci anche il fatto che la qualità di scrittura è buona, piena di dettagli circensi che rendono la scena in HD. Insomma, gli ingredienti per un testo di livello ci sono tutti. Poi subentra il gusto personale, e io devo ammettere che a livello emozionale ho sentito di più altri due brani, che quindi ti precederanno sul podio. Oltre lo scoglio della soggettività, resta il fatto che l'impegno e il lavoro ripagano sempre, e che la cura del testo si vede.
Buona edition e in bocca al lupo!
Francesco
4) Read_Only, Indifesi
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Ciao Morena, piacere di leggerti. Ammetto che l'avvio mi ha preso poco, forse perché la situazione sapeva un po' troppo di cliché; poi però la storia migliora e il finale mi ha lasciato soddisfatto. Il momento più evocativo è sicuramente la combo sacrificio e poi rottura del vetro, il che credo sia un bene, visto che è anche il climax del racconto. Ok anche il tema, non originalissimo ma che strizza le antenne all'atmosfera sci-fi, ci stava. Nell'insieme, per me una prova discreta.
Buona edition, Francesco
5) Morena Bergamaschi, Grazie di tutto
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Ciao Morena, bentornata su MC, è sempre un piacere leggerti! Avendo intuito una certa fatica ad affrontare la scrittura, direi che a prescindere dal risultato è già positivo che tu abbia voluto esporti qui, dove fioccano le critiche più dure ma costruttive della rete. In generale, ogni osservazione di Lauro puoi rivenderla a peso d'oro, si racconta di qualcuno che abbia perfino comprato casa... Nel mio caso specifico, trovo che il tema sia centrato e la storia proceda in maniera lineare: il finale è prevedibile fin dall'inizio; non è necessariamente un male ma te lo faccio presente, così trai le tue conclusioni. Ho notato anch'io parecchie imprecisioni stilistiche, su cui però non insisto. Ti do invece un riscontro sul fatto che la tua scrittura sia, almeno a mio vedere, assolutamente di cuore: il potenziale c'è, ma va valorizzato con maggiore controllo; altrimenti corri il rischio di forzare le emozioni e risultare stucchevole. In questo senso, ti rimando al brano di Mannucci del tuo girone: tanto cuore anche lì, ma il pompiere ha domato meglio le fiamme.
In bocca al lupo Morena, e coraggio!
Francesco
6) Alexandra Fischer, Ritorni
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Ciao Alexandra, piacere di leggerti. Anch'io ho apprezzato abbastanza l'atmosfera sospesa tra infanzia, tramonto ed elemento fantastico destabilizzante. Trovo che i punti più riusciti, o quanto meno più nitidi, siano proprio l'avvio e il finale, in cui questi tre elementi sono più tangibili. Tutto il blocco centrale invece mi ha creato difficoltà e non sono riuscito a seguirlo bene: i dettagli sono molti e non hanno sempre un senso logico, soprattutto nell'ottica dell'economia narrativa. Il tema direi che c'è, non sto qui a farti le pulci. In definitiva, di questa storia mi resta una sensazione non del tutto spiacevole, ma anche l'impressione di essermi perso molto...
Buona edition, Francesco
7) Leonardo Pigneri, L'ultimo vampiro
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Ciao Leonardo, piacere di leggerti. Sono un po' combattuto perché dal punto di vista stilistico la tecnica è buona, ma sul fronte dei contenuti la storia mi lascia insoddisfatto. Sarà che con delle premesse così ampie - l'ultimo vampiro vivo, anzi non morto, a cui per morire non basta l'universo - non è facile stare dentro alle aspettative che si creano, e pur di rincorrerle si trascura caratterizzazione scenica e personaggi. In fase di valutazione dovrò tenerne conto...
Ricordo una scena molto piacevole di un Blade (II o III, non ricordo), in cui un vampiro si lasciava morire contemplando l'alba: ecco, quello forse sarebbe stato uno spunto utile.
Spero di non essere stato troppo molesto. Buona edition, alla prossima! Francesco
Ed eccoci alla classifica, che vi posto accompagnata ai miei più sinceri auguri per tutte queste feste e per un 2022 che si prospetti ricco di soddisfazioni scrittorie per tutti noi!
Classifica: 1. Umanità, di Stefano Moretto 2. Dormo un po’ con lui, di Davide Mannucci 3. Crepuscolo, di Andrea Spinelli 4. Indifesi, di Read_Only 5. Grazie di tutto, di Morena Bergamaschi 6. L’ultimo vampiro, di Leonardo Pigneri 7. Ritorni, di Alexandra Fischer
Dormo un po’ con lui, di Davide Mannucci Ciao Davide, come sempre è un piacere leggerti. Raccontino "sole, cuore, amore" come li chiamo io, molto gradevole, con una certa vena di tristezza. Il punto di vista di un bambino è sempre molto ostico, ma lo hai gestito bene, trasmettendo la "leggerezza" del suo pensato, senza pensieri e con un occhio semplice su ogni cosa. Non ho solo capito perchè la mamma prima la chiama e poi la lascia andare. È in quell'istante che la bambina muore e quindi smette di sentire il richiamo della madre? È l'unico dubbio che mi è rimasto. Complimenti e in bocca al lupo per l'edition.
Umanità, di Stefano Moretto Ciao Stefano e piacere di leggerti. Mi piace molto come hai gestito il tema, integrandolo senza forzare la mano all'interno del racconto. Bella l'idea dell'unico umano in un mondo di post umani che meraviglia per il fatto stesso di essere umano. Mi ha ricordato "Io sono leggenda" (il libro). Stilisticamente gestito molto bene e anche come trama conduci il lettore proprio dove vuoi tu, senza bisogno di particolari colpi di scena. Davvero ben fatto.
Indifesi, di Read_Only Ciao Morena. Il racconto mi è piaciuto anche se non mi ha fatto impazzire la chiusa con la frase del tema del contest, non ce n'era bisogno a mio avviso. Il rapporto tra questi due piccoli namecciani è gestito bene e crea la giusta empatia, anche se la morte di Mumu non suscita il giusto contraccolpo emozionale a causa della brevità del racconto. In 3.000 battute infatti succedono un sacco di cose. La fuga, la morte di Mumu, la vendetta. Forse un po' troppa carne al fuoco per darle modo di sedimentare nel lettore. La morte degli umani per l'aria non respirabile (questa la mia interpretazione) mi ha ricordato la morte degli alieni nella Guerra dei Mondi di Wells. In ogni caso un ottimo racconto.
L’ultimo vampiro, di Leonardo Pigneri Ciao Leonardo e piacere di averti letto. Idea davvero carina, ma il finale è un po' moscio. Il racconto di questo vampiro che viaggia in nave spaziale, unico essere vivente sopravvissuto è molto interessante. Al di là che mi rimane il dubbio di che cosa si nutra, ma magari come in True Blood hanno trovato un sostituto del sangue che lo ha mantenuto in vita così a lungo. Il mistero non inficia sul racconto. Molto divertente il riferimento a De Andrè e a Bella (Twilight). Come ti dicevo, finale un po' troppo sbrigativo. Hai descritto tutto alla perfezione, un sacco di dettagli azzeccati, ma poi questo vampiro semplicemente scopre di non essere l'unico essere in vita (o non-vita) nell'universo e scappa dal pianeta cancellando dagli archivi. Perchè? Tra l'altro cercava un posto dove morire e quando trova un luogo con altre forme di vita che potrebbero ucciderlo, scappa? Un buon racconto indebolito solo da quelle ultime righe. Si fosse ucciso guardando un tramonto per la prima volta nella sua non-vita, sarebbe stato molto più figo! (a mio parere ovviamente, qualcuno l'avrebbe tacciato di clichè).
Ritorni, di Alexandra Fischer, Ciao Alexandra e piacere di averti letta, come ogni volta. Cerco sempre i tuoi racconti per vedere cosa tirerai fuori dal cappello. Sensazioni trasognanti e oniriche come in molti dei tuoi pezzi, dove ciò che accade spesso è nascosto dietro un velo di mistero e stranezza che incuriosisce e dà quel senso di weird che fa domandare al lettore se sia riuscito a rimontare correttamente il puzzle o se abbia spinto qualche pezzo a forza nella locazione errata per giungere alla conclusione più in linea con le sue aspettative. Tema sicuramente calzante e azzeccato. In bocca al lupo per la tua edition. Grazie di tutto, di Morena Bergamaschi Ciao Morena e piacere di leggerti. Il racconto è ricco di emozioni, ma difetta di qualcosina a livello stilistico. Qualche piccolo inciampo qua e là, non mi ha fatto apprezzare al 100% la forza della scena, molto triste e assolutamente ben congeniata. Non un grosso difetto comunque, l'idea conta molto di più dello stile, anche perchè sullo stile si può lavorare, l'abilità di indagare i sentimenti e trasmetterli invece è innata. Ad esempio a me non vengono bene le storie strappalacrime, sono troppo Gut. Quindi non sei rientrata con nessuna batosta! Io invidio la vostra abilità di parlare di sentimenti e suscitarli (vostra nel senso tua e di tutti gli altri a cui viene così naturale) quindi daje!
Crepuscolo, di Andrea Spinelli Ciao Andrea e piacere di averti letto! Mi è piaciuto molto il racconto, problemi di vita vera, clessidra scandita dal sole che scende all'orizzonte, lui che avrebbe altre idee per la testa mentre lei fisolofeggia... mi ci sono molto rivisto! Unico difetto, il finale. Mi perplime, mi sembra di capire che Liza ci sta ripensando, che forse non si sposeranno, però non ne sono certo. Gli avrei dato un taglio più netto. O Liza che si alza e va via lasciando il suo moroso lì da solo, oppure Liza che si volta e lo bacia e gli dice qualcosa del tipo "è colpa del tramonto che mi mette tristezza, ma sono certa della mia decisione", come se si fosse fatta prendere dal rammarico di quell'istante ma avesse le idee chiare (in ambo i casi). Capisco anche la tua idea di lasciare un finale più aperto e più circolare, però così mi sembra che manchi qualcosa. Mi hai generato un conflitto di tutto rispetto, che però nel finale non mi chiudi nè in bene nè in male. E questo mi lascia parzialmente insoddisfatto. In bocca al lupo per l'edition!
CLASSIFICA: 1. Umanità, di Stefano Moretto 2. Crepuscolo, di Andrea Spinelli 3. Indifesi, di read_only 4. Dormo un po’ con lui, di Davide Mannucci 5. Grazie di tutto, di Morena Bergamaschi 6. L’ultimo vampiro, di Leonardo Pigneri 7. Ritorni, di Alexandra Fischer
Umanità, di Stefano Moretto
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Ciao Stefano, mi è piaciuto. Il tema è stato trattato in modo originale e direi che molti passaggi ti sono venuti bene. Lo spiegotto finale ci sta, anche se la frase di chiusura poteva essere meno telefonata, probabilmente avevi paura che nel leggerti non lo capissimo. Ma lo capissimo eccome. Il momento del posizionamento delle tre clave è stato particolarmente efficace, mi è molto piaciuto nel mostrare l’umanità totale (e ricercata) del Maestro. Quindi bene! A parte Mannucci li ho letti tutti, sei sul podio.
Crepuscolo, di Andrea Spinelli - mi piacerebbe vederlo nella prima metà
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Ciao Andrea, piacere di rileggerti. Il racconto mi è piaciuto per tutto il suo sviluppo, con un grande punto di domanda per il finale. Mi è piaciuta la gestione dell’elemento sole come conto alla rovescia che porta il lettore dentro l’epilogo. Piccola standing ovation su: “David ha rotto il cazzo!”, va detto. Al momento giusto, con il ritmo giusto. Nella ricerca di semine, sono stato portato un attimo fuori dalla frase: “David dice che quando si è giovani non ci si dovrebbe sposare. E meno che mai quando si è là con gli anni.” Mi sono detto: qui sta cercando di dirmi che loro sono anziani, è un elemento funzionale alla trama, ma poi non ne hai più fatto cenno (ma va bene così, piccolezza). Dicevo, il finale. Fino alla penultima frase è un bellissimo finale aperto, che mette tutto in discussione. E poi la frase di Liza, che paradossalmente ingarbuglia il discorso. Mentre prima il lettore si diceva: chissà come sarà andata a finire! ora si dice: lei ha preso una decisione, ma non ho capito quale, non ne sono sicuro al cento per cento. E anche qui mi rivedo in una massima del sommo Dario Cinti, che dice più o meno così: “togli l’ultima frase, senti come suona bene.”
Indifesi, di read_only
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Ciao Morena, il testo è scritto bene, la resa del senso di urgenza della scena arriva. Ho avuto il grosso problema di essere portato fuori strada dalla frase “l’essere umano visibile dalla pancia trasparente del gigante ci saluta.” Un gesto amichevole, quindi. L’ho inteso come una semina, e invece non è così. In quel momento mi son detto, ah perfetto, hanno insistito a parlare della madre scomparsa perché adesso cominciamo a capire che i nemici non sono nemici. Scopriamo che la madre è viva oppure scomparsa per motivazioni diverse. Ci sarà un riscatto morale che i protagonisti non hanno ancora compreso. E quindi ho vissuto il resto del racconto con l’attesa di scoprire quale fosse la motivazione, cosa li aspettava in realtà. In questo senso, il sacrificio del fratello è arrivato con meno efficacia di quanta poteva averne. Buono il ribaltamento di ruoli finale, anche se alla protagonista è rimasto ben poco di cui gioire, ormai. Ma la vendetta è sempre una buona ispirazione. Posizionerei il tuo racconto sotto quello di Spinelli, che mi è arrivato di più, e sopra quello di Bergamaschi (più impreciso come stile).
Dormo un po’ con lui, di Davide Mannucci
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Ciao Davide, ti sei posto tematiche e modalità a difficoltà alta (“smodata”) per questo testo. Abbiamo il punto di vista di bambina (che già è difficile), malata grave, che si interroga sulla propria libertà, sull’esistenza di qualcosa di più grande e di quanto questo qualcosa risponda al nostro senso di giustizia. Per capirci, il livello di difficoltà successivo è la riabilitazione di Hitler come uomo tra gli uomini. Sfida che vinci a metà, secondo me, ma è lodevole che ti sia posto questo traguardo e sia uscito dalla comfort zone. Lo stile va bene, ci siamo, ma qui il peso delle tematiche è preponderante. In un racconto di tremila abbiamo troppe questioni esistenziali (te ne ho elencate tre), e il rischio di perdere la bussola è giusto dietro l’angolo. Bel tentativo però, bel pelo sullo stomaco!
Grazie di tutto, di Morena Bergamaschi
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Ciao Morena, un pezzo toccante che secondo me non ha sviluppato al pieno la sua potenzialità. Come direbbe l’Antico, ti è rimasto il colpo in canna. Inoltre ho notato una serie di sviste o ripetizioni che non hanno aiutato nella resa. Te li evidenzio: Il nonno sorride tre volte: Lo vidi sorridere / sorrise / un sorriso tirato Molto vicine, trovi queste due frasi con ripetizione di struttura e termini: e APPOGGIAI la testa sulle sue gambe. / La sua mano si APPOGGIò sulla mia spalla “La temperatura cominciò a scendere.” Questa è difficile da notare mentre succede. Ti accorgi che è già scesa. Meglio ancora, hai una reazione per il fatto che è scesa. “ALCUNI anziani erano seduti davanti alla televisione, ALTRI guardavano fuori dalle vetrate. Nessuno parlava. Nessuno riceveva visite, almeno [tutte] le volte che c'ero io. Uscì (USCII) e raggiunsi il nonno.” Preciso che in un altro contesto, senza tutte quelle sviste, non avrei avuto da dire sulla formula alcuni/altri. Ma qui balza all’occhio perché è un ulteriore elemento di incertezza, che si assomma agli altri. “Piansi tutte le lacrime che avevo. Il buio ci aveva avvolti, ma la serenità del suo volto mi rischiarò il cuore.” Qui stai forzando le emozioni sul lettore, tra l’altro in retrospettiva (ed è un rischio della prima al passato). Da uno svolgimento in presa diretta, acceleri improvvisamente e fai considerazioni su periodi di tempo più lunghi: Piansi tutte le lacrime che avevo (che è un cliché) e il seguente la serenità del volto che rischiara il cuore (altro cliché). Insomma, buono il tentativo ma ci sono un po’ di imprecisioni che hanno penalizzato il testo. Mi rendo conto di averti fatto notare anche troppe cose, ma c’è un filo rosso tra questi elementi: taglialo e sono convinto che ci sarà un salto.
L’ultimo vampiro, di Leonardo Pigneri
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Ciao Leonardo, purtroppo non mi è arrivato. Parere mio (ci ho pensato stanotte): mancano le motivazioni del vampiro. Suggestiva la sequenza iniziale, comincio a pensare che si tratti della Terra se non fosse che poi parli di quarto- sesto pianeta e quindi escludo. La fine del primo paragrafo arriva lapidaria e con un’ottima promessa. E quindi ti aspetti faville in quello dopo. Purtroppo questa promessa viene mancata. Ancora ci troviamo una sequenza di azioni, di fase di ricerca con l’IA, una scena che richiama molto quella appena vista sull’astronave. Così che il finale arriva in modo asettico: non c’è stato modo di elaborare le motivazioni del personaggio e quindi capire la sua scelta.
Ritorni, di Alexandra Fischer
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Ciao Alexandra, il tuo racconto riesce a creare una bella atmosfera. C’è questo senso di solitudine, nostalgico e magia che trapela in molti tuoi racconti. A fronte di questo, sono rimasto anche disorientato in alcuni punti. Forse è colpa di dettagli che erano poco funzionali alla trama e che ti hanno fatto perdere caratteri preziosi. Oltre al fatto che in alcune di queste frasi non si capisce subito a chi o cosa facciano riferimento se non dopo una rilettura: “Lei aveva cominciato a farlo” (cosa, il temerle?), “il mistero dove fosse finita” (la lampadina perché poi parli dei vetri, ma avevi parlato anche della spalliera mancante). Un pezzo interessante, ma sui dovresti rimettere mano per bilanciare gli elementi e focalizzare la storia. Cosa ha ottenuto / perso la protagonista? è cambiato qualcosa in lei?
Salve a tutti, inauguro la giornata di Santo Stefano con la pubblicazione della mia classifica. Voglio premettere, prima di iniziare, che in questa edizione ho trovato i vostri racconti davvero buoni. Quindi la mia classifica è fondata sulle piccole sbavature che ho trovato in ognuno dei testi:
1. Umanità (Stefano.Moretto)
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Ciao Stefano carissimo, hai scritto un racconto di grande livello giocando in maniera furba con il tema e facendo combaciare tutto alla perfezione. Anche lo stile è ottimo come dovrebbe essere la scrittura immersiva, ma ho beccato almeno un verbo sensoriale nella frase:
Mi guardo il polso, sulla pelle compare l'ora in rosso
guardo
e un piccolo typo nella frase:
«Forse, ma è allora che decisi lavorare al circo
decisi di
Ci sono poi delle frasi che non mi sono tornate e che ti suggerisco di sistemare:
Obbedisco e le posiziono una accanto all'altra, equidistanti al millimetro.
La parola "equidistante" mi ha bloccato e avrei preferito che non la usassi.
Mike entra nella stanza e solleva un sopracciglio. «Sarà la sesta volta che lo chiede, perché non accetti?» «Ci hai sentiti? Ti sei fatto riparare i timpani?»
In ultimo, io qui non so che età attribuire a Mike, e non mi basta sapere che ha problemi di udito.
Minuzie che tengono lontana la strada della perfezione, ma non quella del mio giudizio che verte sul positivo.
2. Grazie di tutto (ItaliaLeggendaria)
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Ciao Morena, hai scritto una vicenda che tocca facilmente il cuore, soprattutto il mio che ho perso da non più di un anno il mio nonno preferito (e purtroppo non nel modo sereno di quello del tuo racconto). Ed è una vicenda molto semplice, così tanto da essere quasi priva di errori tecnici. A parte, forse, questa frase:
Il buio ci aveva avvolti, ma la serenità del suo volto mi rischiarò il cuore.
dove ho pensato che nel buio avrebbe un po' di difficoltà a vedere il suo volto. Ti sarebbe bastato inserire il dettaglio di un fascio di luce proveniente dal salone che gli illuminava il viso.
Il problema è che il tuo racconto manca di audacia: non c'è un contesto o dei personaggi abbastanza particolari da essere ricordabili, e il conflitto è appena accennato, tanto da rammentarmi il racconto che io stesso scrissi qualche mese fa (Nonno sabbia). In quel caso la protagonista doveva partire, ma il nonno non voleva lasciare il luogo in cui aveva sempre vissuto, e così alla fine i due si dicono addio.
Tornando a te, il tuo è un compitino svolto molto bene, ma proprio per questo penalizzabile.
3. Indifesi (read_only)
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Ciao Morena, trovo un po' banale la scelta dei tratti anatomici che hai dato ai tuoi alieni. Le antenne sono uno stereotipo da marziano medio e sarebbe stato interessante vederne l'utilità. Mi rendo conto che si tratta di un espediente per distinguerli facilmente dagli esseri umani, ma forse il problema è proprio che sono troppo umani, quando avevi l'opportunità di fare qualcosa di un po' diverso. A questo punto, mi domando io, perché non usare direttamente delle persone (in fuga per esempio da un impero invasore). Un'altra cosa che non mi è tornata è il fatto dell'occhio rosso. Se ho capito le tue intenzioni i giganti di metallo dovrebbero essere dei mech, ma quindi quegli occhi rossi sono delle spie luminose e questo cosa ha a che fare con il tramonto?
Bella invece l'interazione che hai dato ai due personaggi. Si capisce bene il loro rapporto e sei riuscita a costruire un buon background. Mi è piaciuto il sacrificio di Mumu, che è il vero colpo di scena della storia.
Prima di chiudere vorrei soffermarmi su due parti che ti suggerirei di aggiustare:
“Cosa fai?” Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare. Lui mi guarda deciso. «Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».
Ecco, questo sembra a tutti gli effetti un dialogo botta e risposta fra Yumi e Mumu. Ma in realtà non è così, perché la prima frase è un pensiero e la seconda un'affermazione ad alta voce. Ecco, secondo me la domanda di Yumi dovrebbe essere pronunciata.
Il corpicino di Mumu cade nel vuoto con la mano che avevo stretto fino a pochi istanti prima spalancata verso me. Alrai2 tramonta con lui.
la parte di frase che ti ho segnato ti suggerisco di cancellarla, perché il soffermarsi su quella mano confonde le idee al lettore e inoltre, non mi convince che si focalizzi su quel dettaglio preciso durante una scena così drammatica.
Per me la storia è da pollice in su, peccato solo per queste sbavature che mi hanno suscitato alcuni dubbi durante la lettura.
4. Crepuscolo (Andrea76)
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Ciao Andrea, voglio dirti che ho molto apprezzato la gestione del conflitto tra i due personaggi. Oltre ai dubbi sul futuro matrimonio, il sottotesto rivela molte crepe che non sono mai state apertamente discusse dalla coppia. Si è portati a empatizzare con lui, ma a disprezzare lei (e a tifare per l'annullamento del rapporto, io sinceramente non ci vorrei stare con una persona che da molto più credito alle parole di un estraneo che a quelle del partner amorevole).
Parlando di intreccio, questa vicenda non risolve niente. È uno spaccato di giornata che finisce nello stesso modi in cui inizia, e avrei preferito qualche indizio su come si evolverà tra i due (una scena dovrebbe avere un crescendo e una risoluzione, altrimenti non ha utilità, e in questo caso l'evoluzione è stata minima).
A livello stilistico è scritto sufficientemente bene, ma ci sono alcune cose che avrei rivisto a livello contenutistico:
Il sole,tondo come un’arancia, calava sull’orizzonte. I suoi riflessi, di taglio sull’acqua, creavano una luminosa via dorata che spaccava il mare a metà.
Modificherei la frase di apertura eliminando le parole superflue: Il sole calava sull'orizzonte. I suoi riflessi creavano una luminosa via dorata che spaccava il mare a metà
Annuii. “È gay?”
Lungi da me fare il paladino del politicamente corretto, non capisco perché il Punto di Vista sia giunto a questa conclusione.
E meno che mai quando si è là con gli anni.
Questo non è un vero e proprio errore, ma ha riflettuto sul fatto che non conosco l'età dei due. L'idea più ovvia è che sia una coppia giovane, ma in tal caso che voleva dire con questa frase?
Nell'insieme il mio giudizio è positivo, anche se avrei preferito vedere la succitata evoluzione.
5. Dormo un po' (Davide_Mannucci)
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Ciao Davide, quella di far raccontare la vicenda dal punto di vista di un bambino è una scelta che deve essere ponderata attentamente. Il rischio è di limitare la propria libertà autoriale a un linguaggio che deve essere coerente con l'età anagrafica (e mentale, in realtà) del protagonista, e questo produce a sua volta il problema della povertà di linguaggio, che rischia di penalizzare la storia.
Tu l'hai gestita in maniera standardizzata, senza particolari sfumature caratteriali (a parte suggerirci che ha una malattia, che però avrei preferito fosse mostrata meglio) e per questo sei stato abbastanza superficiale e vago. Non ho per esempio capito se la bambina si trovasse fuori casa o dentro, e nemmeno il perché la madre non vada a recuperarla dopo che si è allontanata (pur avendo questa malattia che, da come ci descrivi, sembra abbastanza debilitante.) Non ho nemmeno capito le reazioni di Gesù, il perché cominci a piangere.
Tutta la storia mi ha dato l'idea di essere un sogno, qualcosa di onirico, e avrei preferito che il finale fosse più decifrabile. Insomma, qual è il destino della bambina? Muore, si addormenta ed è destinata a rialzarsi?
Per riepilogare, ha dalla sua il pregio di un punto di vista inattendibile che rende interessante la lettura, ma senza le informazioni necessarie a chiarire la vicenda.
6. L'ultimo vampiro (Leonardo Pigneri)
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Ciao Leonardo, abbiamo una storia che mischia l'horror classico alla fantascienza, e lo fa in un modo che confesso non avevo ancora visto: il vampiro che sta cercando di morire in un contesto in cui i metodi classici non esistono più. Se però l'idea è davvero carina, purtroppo nello svolgimento mi sorgono diverse perplessità. Per esempio, i vampiri non dovrebbero temere la luce del sole (l'unico elemento in comune tra tutti i vampiri della cultura popolare, Twilight Saga a parte)? Ma allora perché trascorrere un eternità (tu ci dici che son trascorsi addirittura milioni di anni) a cercare del legno quando sarebbe bastato pilotare la navicella verso una qualsiasi stella e farsi disintegrare da essa? Oppure gli basterebbe uscire fuori dall'abitacolo e farsi catturare dall'orbita di un pianeta, facendosi bruciare dall'attrito con l'atmosfera.
Questo, purtroppo, vanifica il senso del finale, dove ci suggerisci che lui in realtà non ha alcuna intenzione di morire. Se durante la storia ti fossi concentrato di più sul suo conflitto interiore, invece che sulla ricerca, avresti dato un senso all'ipocrisia del suo viaggio.
Un'altra cosa che avrei preferito fosse spiegata meglio è il disastro che ha portato all'estinzione di tutta la vita nella galassia. Insomma, quello che mi chiedo qui è se lui sia vivo perché è un vampiro (e quindi gli altri dove sono?) o se lo è per puro caso.
In conclusione, belle idee e testo scritto bene, ma forse in mancanza di tempo non sei riuscito a farli funzionare come avresti dovuto.
7. Ritorni (alexandra.fischer)
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Ciao alexandra, nel tuo racconto, pur avendoci messo l'impegno, non sono riuscito a districarmi. L'ho trovato in generale confuso e bisognoso di semplificazioni, come per esempio la frase:
L’invio via SMS di Enrico dell’invito a vedersi le era apparso insolito, ma non il luogo: la baracca dove avevano giocato da bambini e neppure la scelta del tramonto per il loro incontro.
e di quando in quando minato anche da diversi problemi di punteggiatura che complicano ancora di più la fluidità del testo.
Mio malgrado non sono nemmeno riuscito ad afferrare cosa fossero queste ombre, e non mi sono sentito coinvolto nelle vicende dei personaggi.
Mi rendo comunque conto che il tema non era dei più facili. Perciò ti auguro buona gara nella speranza che alla prossima edizione le cose vadano meglio.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.
Ecco la sudata classifica. Dopo i commenti ho voluto ragionarci un po’. Avevo le idee piuttosto chiare finché non ho letto il racconto che ho piazzato al primo posto e tutto si è rimescolato. Ho deciso di dare valore all'equilibrio dei testi perché in 3000 caratteri è importante e sicuramente molto difficile riuscire a dare completezza con inizio svolgimento e conclusione. Il terzo e quarto posto mi hanno fatto penare, alla fine ho privilegiato la coerenza del punto di vista.
1. Crepuscolo, di Andrea Spinelli 2. Umanità, di Stefano Moretto 3. Indifesi, di Read_Only 4. Dormo un po’ con lui, di Davide Mannucci 5. Grazie di tutto, di Morena Bergamaschi 6. L’ultimo vampiro, di Leonardo Pigneri 7. Ritorni, di Alexandra Fischer
Davide Mannucci
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Ciao Davide, piacere di leggerti. Tema centrato, l’ultimo sole legato alla morte è un’idea che è venuta anche a me quindi la apprezzo. Il testo è semplice nell’esposizione e chiaro, parte e arriva dove vuole, tocca il lettore in uno degli aspetti più tragici della vita, la malattia di un bambino. Molto rischioso, perché passare dalla forza empatica alla retorica è un attimo. Bello il collegamento con il titolo nella battuta finale.
Mi pare che tu abbia puntato tutto su un certo target, cioè lettori con il cuore grande, dimenticandoti un po' del fatto che esistono quelli cerebrali e rompiscatole come me. Infatti trovo lo stile meno armonioso del solito. Perciò vado a pignoleggiare...
«Mamma, fuori c’è un signore». La mamma smette di parlare col babbo e si affaccia alla finestra. Gli incipit con la battuta non mi piacciono mai. Riconosco che fra tutti almeno sei riuscito a farci capire che c’è una figlia che guarda fuori. Ma solo questo. Con una mini riga di impostazione dell’ambiente o dei personaggi sarebbe stata più immediata. Tra l'altro la mancata disposizione degli elementi mi ha creato una confusione sullo spazio. «Dai, entra che tra poco mangiamo». → questa battuta mi ha confuso, la bambina è dentro o fuori? Se è già fuori, perché dice c’è un signore fuori? Ci vorrebbe un qua fuori o simili.
Calarsi nel pdv di un bambino è un'operazione difficilissima, di recente ho sentito un paio di editor prendersela con un autore per il lessico che aveva usato nel farlo. I bambini vivono di qui e ora e di esperienze, la psicologia dell'età evolutiva e il famigerato Piaget parlano bene della loro capacità di riflessione e acquisizione del pensiero. Pertanto tutti i suoi pensieri a posteriori come È bello sentire l’erba sotto i piedi. Adoro camminare scalza. che sono accompagnati solo dall'azione di correre non mi convincono. Mi sarei aspettata più dettagli sensoriali e meno pensieri. Prima arrivano le sensazioni, poi il pensiero complesso che è una sintesi delle sensazioni con la capacità di comprendere il proprio sentire. Perché è un problema per me? Perché alla fine sembra piccola, almeno per come si rapporta con Gesù, ma con i discorsi sulla vita sembra più grande. La parte centrale del racconto sono sue riflessioni che mi ricordano i preadolescenti o qualche alzata di testa dei bambini di nove, dieci anni. In contraddizione quindi con l'affermazione Io sono piccola, non sono scema.
Altre imprecisioni le ho trovate nel lessico che è a volte ripetitivo. Credo che l'uso reiterato del verbo volere sia una cosa desiderata ma, mentre qui ci sta, La mamma non vuole e anche adesso la sento urlare. Non voglio darle retta ora. Voglio andare laggiù. qui diventa retorico Uffa, sono stanca di fare sempre quello che mi dicono. Voglio correre senza paura di cadere e sentire male alle gambe o vedere il sangue che esce e non smette più. L’aria mi batte sul viso ed è bellissimo. Basta, non vogliopiù essere una bambina malata. Voglio correre, andare a scuola e smettere di vedere i dottori. Di questi sei usi del verbo volere ce ne sono alcuni che sono necessari e altri meno, a te la riflessione su quali.
Mi arrabbio tanto quando la mamma non mi crede. → sei in un pdv in prima persona, volendo essere molto rigorosi questa espressione che è teorica potrebbe risultare migliore accompagnata da un elemento pratico. Un gesto concreto che lei fa per accompagnare il pensiero, altrimenti sappiamo che è arrabbiata ma non ne abbiamo prove nel testo.
Conclusione: storia strutturata in modo completo e lineare, non curatissima dal punto di vista stilistico almeno per il mio gusto perché il pdv della bambina nella prima parte è poco concreto e molto teso a darci informazioni (che servono, chiaro) Per quanto riguarda la trama, tutto si capisce nel momento in cui il signore si presenta come Gesù e questo toglie un po’ di tensione, il sospetto che la bambina debba vedere il suo ultimo sole è piuttosto una certezza. Avviene molto presto nel testo. Considerato quanta difficoltà ho avuto io con questo tema, direi una buona prova comunque. Anche se altri nel girone mi sono parsi più potenti si tratta di uno dei racconti più equilibrati
ps. sappi che se impiego così tanto tempo per te è perché credo nella tua capacità di migliorare. Ti sei preso un rischio e hai fatto bene, perché rischiando in un contesto come questo si impara molto.
Stefano Moretto
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Ciao Stefano, piacere di leggerti, questa volta tocca a me commentarti e mi fa sorridere il fatto che il tuo racconto per quanto ottimo abbia una caratteristica simile a quella che mi hai criticato in passato. Sei riuscito a fare meglio e penso che la ragione stia nella scelta del genere. Ho tutte le informazioni, c’è un bel contesto Sci-Fi che riesci a rendere bene, c’è tutta l’amarezza di un’epoca che sta passando, di un’umanità nuova che ama il progresso, ma si ancora al passato. Molto bello e mi è piaciuto. Ma a guardare bene bene accade molto poco, presenti una situazione, presenti un conflitto molto soft, dai molto contesto. Il maestro va in scena, gli assistenti modificati parlano fra loro mentre ascoltano il pubblico e le sue ovazioni. I 3000 caratteri ti difendono comunque dato che dilatando troppo le azioni, aggiungendo un colpo di scena o una mossa stupefacente, avresti rischiato di far storcere il naso a molti per il poco spazio. Inoltre il racconto è ciò che vuole essere e non c’è bisogno di cercare altro. Si tratta di un racconto riflessivo con un'idea interessante e in cui ci si concentra sul senso di ultimo e sullo stare all’ombra. Di certo lo supporta il genere fantascientifico che stuzzica il senso di meraviglia del lettore. Cosa voglio dirti? Che si possono scrivere bei racconti con un ritmo lento, con un conflitto leggero e una buona ambientazione anche senza inserire incredibili capovolgimenti. Il tuo funziona, nonostante qualche spiegazioncina e qualche passaggio didascalico. Molto coraggioso ed efficace il passaggio semantico fra sole, stella, e star del circo.
Di tutti i buoni beat che hai usato ce n’è uno che mi è sembrato meno efficace. Arrossisco. → si tratta di un’azione involontaria. In realtà quando si arrossisce si sente calore al volto e poi si prende consapevolezza o meglio si acquisisce il sospetto di essere arrossiti. Qui sembra che lui decida di arrossire. È una possibilità data dai suoi mutamenti? «Grazie giovane, poggia pure le clave lì.» → ci vuole virgola anche dopo grazie perché si tratta di un vocativo
Ripetizione: ce la farà a fare tutto anche oggi? Riapro gli occhi, il Maestro mi sorride e si dà una scrollata alla giacca. «Sai, sei ancora in tempo se vuoi esibirti insieme a me oggi.»
Conclusione: ottima scrittura con un ritmo pacato, mi vengono in mente colori caldi e opachi. I dati sensoriali sono ben inseriti, i riferimenti alla stella (che è sostituto del sole del tema) si ripetono nel verbo splendere. Pertanto uno splendido esercizio.
Buona edizione
Morena Read Only
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Ciao Morena, piacere di leggerti. Il tuo stile è buono, riesce a portarmi molto vicina ai personaggi e anche le idee che riesci a sviluppare mi intrigano. Mi piace il pianeta con più soli anche se non ho capito perché gli umani non respirino proprio dopo il tramonto dell’ultimo sole. Il punto di vista alieno mi ha ricordato un famoso racconto in cui si capisce solo alla fine che sono gli umani i nemici. Il conflitto è presente, il rapporto tra i fratelli funziona e il sacrificio finale del piccolo, per quanto repentino (ma giustificato dal numero di caratteri), è arrivato bene. Worldbuilding, conflitto e soluzione in 3000 caratteri, non male.
L’elemento meno riuscito per me riguarda i dialoghi. Non ho colto del tutto il tipo di regole che ti sei data al riguardo e non sempre è chiaro chi parla. Sperando di essere utile, vado sul tecnico. I capoversi battuta è meglio siano molto ordinati. Per esempio qui «Voglio la mamma» si libera dalla mia presa e serra le mani in due pugnetti. Drizzo le antenne per capire dove sono gli inseguitori: c’è silenzio. «Prendi il ritratto della mamma, ti aiuterà a sentirla vicino» propongo. Inizia a frugare nelle tasche della tunica. Le dita sbucano oltre un foro. Stringo più forte la manina di Mumu, piangere di nuovo. abbiamo il piccolo Mumu con battuta e beat (tra l’altro ci vorrebbe la maiuscola in Si libera e manca la punteggiatura all’interno della battuta). Sullo stesso capoverso abbiamo l’azione del punto di vista che poi parla ma a capo. Se Drizzo le antenne fosse stato sotto insieme alla battuta, azione e parole mi sarebbero arrivate più fluide. Alcuni speech/dialogue tag potevano essere evitati con qualche accorgimento. Per esempio abbiamo propongo, urla e sentenzia in due capoversi diversi. Di questi l'unico che è legato a un piano sensoriale e che quindi ci dà un'informazione ulteriore è urla.
Dato il patto con il lettore in cui l’ultimo personaggio ad agire è quello che ha il diritto di parola non sempre è chiaro o immediato capire chi stia parlando. Es. Mumu mi si para davanti. “Cosa fai?” Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare. Lui mi guarda deciso. «Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».
In questo modo come ti sembra? Mumu mi si para davanti. “Cosa fai?” Le parole sono ferme in gola, un macigno che a stento mi fa respirare. Lui mi guarda deciso. «Devo prendermi cura di ciò a cui tengo».
Si tratta di un ragionare insieme, trovo che il racconto sia molto godibile.
Conclusione: una buona storia che riesce a fornire suggestioni e tensione in così poco spazio. Stile che cresce, mi sembra, di racconto in racconto. Unico punto per me da migliorare da questo punto di vista è l’uso molto fitto di dialogue tag e i capoversi battuta non sempre ordinati. Tra i migliori del girone però.
Buona edizione, alla prossima
Leonardo Pigneri
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Ciao Leonardo, piacere di leggerti, idea molto carina, il De André alfanumerico mi ha fatto sorridere e il vampiro in cerca di morte perché ultimo sopravvissuto è affascinante. Anche se chi ti ha fatto notare l'incongruenza del sole ha proprio ragione. Ci voleva una ragione per disinnescare questa regola dei vampiri.
Il finale non l’ho capito bene forse. Se ne va per non aggredire la forma di vita poiché ha fame? Se non per questo, perché? Io mi aspettavo qualcosa del tipo “rinunciare alla morte per proteggere la forma di vita”, pessima idea dovuta all’influenza di un eccesso in giro di vampiri buoni .
Vado verso l'aspetto tecnico. Sono tutti miei ragionamenti e mie opinioni, perciò fanne l’uso che preferisci. Incomincio dall’inizio. La navicella sgusciò mi pone su un piano esterno, immagino di vederla, anche perché nomini la fascia di asteroidi. Poi, però, scopro che il punto di vista è esterno alla navicella, questo mi ha disorientato per un istante. Il dato sensoriale del motore invece mi è piaciuto.
Andando avanti si capisce che invece che calarci in un punto di vista rigoroso hai preferito un onnisciente attento alla ricerca lessicale. In generale il testo è scorrevole, alcuni dettagli sono carini come il gracchiare di Bella, qualche soluzione mi ha stonato. Un esempio tempestò dentro la navicella → capito il senso, ma la costruzione con il complemento di moto a luogo mi ha fatto ragionare sul significato di tempestare.
Attento alle ripetizioni poco funzionali Le vibrazioni spaziali si estesero per tutta la postazione di comando facendo vibrare il sedile e le levette dei fari a luce liquida. [...] Le vibrazioni s’interruppero
Probabilmente no, ma le domande filosofiche Deformazione professionale, probabilmente. → questi usi rendono la voce narrante un filo saccente per i miei gusti
o alle costruzioni schematiche nello stile: Non che lo facesse spesso, d’altronde, ma alcune di quelle abitudini umane erano dure a morire. Ma d’altronde, si sa, il 1745° è quello giusto. -> questo tono sornione è del personaggio o del narratore?
Conclusione: all'idea carina è mancata la giusta disposizione nel poco spazio per svilupparsi senza buchi e in modo convincente. Lo stile è ancora un po' acerbo ma mostra delle soluzioni simpatiche che dicono di una penna da tenere d'occhio. Tema centrato.
Buona edizione
Alexandra Fischer
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Ciao Alexandra, piacere di leggerti ancora. Questa volta ho avuto difficoltà a capire il racconto che mantiene la forza onirica e piena di senso di meraviglia delle tue idee, ma che non sono riuscita a seguire con scorrevolezza. Provo a dire cosa ho capito: due amici si incontrano nel luogo dell’infanzia, condividono un segreto pericoloso. Le ombre lasciano strani doni a chi li accoglie ma hanno corrotto Enrico. Lui vorrebbe trascinare con sé Delia, ma poi la scaccia perché lei ha restituito uno dei doni.
La prima parte vede Silvia spostarsi e pensare al passato e serve per darci molte spiegazioni. Ci sono alcune frasi che non mi sono chiarissime come Solo la provenienza dei doni era rimasta tale.
Questa frase di incipit è scorre poco. Il sole al tramonto allunga un’ombra sull’edificio di pietra dal tetto di lamiera dalla finestra chiusa. → non si capisce se i due sono complementi di moto da luogo o l’uno è un complemento di materia e l’altro di qualità
Conclusione Tema centrato nel legame fra il tramonto e la porta delle ombre. Ho avuto difficoltà nel cogliere tutti i significati. Finale molto brusco, mi aspettavo un qualcosa di tragico o una qualche lotta fra bene e male. Il dettaglio ripetuto del color tabacco dei vestiti non so se abbia un significato preciso o se sia una nota di colore.
Buona edizione, alla prossima
Morena Bergamaschi
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Ciao Morena, sono contenta di trovarti ancora nell’Arena. Il tuo racconto è scorrevole e punta molto al cuore dei lettori. Si tratta di una vicenda pacata e malinconica che nella prima parte è anche ben scritta. Mi sono piaciuti i dettagli delle mani, il sole, l’alternarsi con le battute. Capisco benissimo il desiderio di provare la narrazione al passato, vorrei farlo anche io. Però la prima persona al passato mi dà sempre l’idea di qualcosa che è già successo e che mi stanno comunicando così come è stato, senza spazio per l’aspettativa, al massimo per la curiosità.
Nessuno riceveva visite, almeno tutte le volte che c'ero io. → questa frase mi ha convinto poco, potevi ottenere lo stesso risultato con un Nessuno aveva visite. Uscì e raggiunsi → refuso, uscii Piansi tutte le lacrime che avevo. → questa suona formulare e anche molto breve per il tempo che richiederebbe l’azione
Conclusione: tema centrato con il legame fra tramonto e morte che ho notato essere stato uno dei più gettonati (anche io l’ho scelto). Rispetto a Davide che ha scelto anche lui una cosa simile, qui accade meno e c’è meno movimento. Lo stile è buono e il pdv abbastanza rigoroso. I beat che hai usato mi sono piaciuti per la maggior parte. Capita spesso di ripeterne alcuni e infatti ti è capitato con il verbo sorridere e i movimenti delle mani, tutte cose che comprendo, avendoci a che fare pure io.
Buona edizione, a presto ;)
Andrea Spinelli
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Ciao Andrea, ben trovato. Anche a te è venuta l’idea di una spiaggia al tramonto. Mi sa che De André si è incuneato bene nella testa di tutti. Il testo scorre e lo stile è equilibrato e sicuro. Il tema è centrato nel legame fra ultima luce del giorno e ultimo sole. Potrebbe essere anche l'ultimo sole della loro relazione, chissà... Ho apprezzato molto tutti i beat che hai usato e i dettagli. Per esempio Lei guardava la risacca delle onde, con le gambe intrappolate tra le braccia. Hai creato la tensione nella coppia passo passo anche con il mutamento di percezione del sole, fino al climax che arriva qui “David ha rotto il cazzo!” Presi un pugno di sabbia e lo lanciai verso la risacca. Splendido momento, da applauso. Magari il movimento poteva andare insieme alla battuta, ma sta bene anche così perché crea una pausa. Non ho avuto problemi con il finale, per me è tutto molto armonioso e il conflitto c’è in abbondanza. Diciamo che mi sono aspettata fino alla fine qualche cosa di incredibile, tipo evento apocalittico o altro, eppure la storia mi ha soddisfatto lo stesso
In conclusione per me ottima prova. Unica pecca dovuta al gusto personale: trovo tanto stridente la prima persona al passato, mi sembra che i giochi ormai siano fatti e a me rimane solo di fare da spettatrice. Però hai compensato con ottimi dettagli, una scena vivida e il rapporto stretto con l'ambiente.
Questo mese niente commenti personalizzati per la classifica finale, spiacente. Per il resto valgono le mie solite note sul fatto che tra stile e contenuto privilegio il primo e bla bla bla... Vabbè, ci siamo capiti, che qui è già notte fonda. Chiedo venia e vedrò di recuperare il mese prossimo, giurin giurello.
1. Crepuscolo – Andrea Spinelli
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Che dire, Andrea? Standing ovation! Da grande amante dei dialoghi (adoro leggerli e adoro scriverli), non posso che apprezzare l’impianto del tuo racconto, grazie anche a una qualità delle battute davvero alta, su tutte quel “David ha rotto il cazzo” piazzato con precisione millimetrica. Gli unici appunti (quisquiglie nell’ottica di MC, ma di certo da rivedere da un punto di vista più generale) riguardano la finta semina sull’età dei protagonisti e il finale. Personalmente avrei tagliato tutta la frase sull’ombra che si allunga e avrei unito i due spezzoni pronunciati da Liza così da dare maggiore coesione e forza alle sue parole. Detto questo, davvero un'ottima prova. Senza dubbio il miglior racconto del tuo girone per quanto mi riguarda.
2. Umanità – Stefano Moretto
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Ciao Stefano. Permettimi, per prima cosa, di mandarti a quel paese. Sì, perché il tuo brano temo metterà a dura prova la mia scala di “valori artistici”. Ok, lascia che ti spieghi. Come scrivo sempre nei miei commenti finali, tra stile e contenuto privilegio il primo. Secondo questo metro di giudizio, il tuo brano non ne uscirebbe benissimo. Ho infatti trovato la tua prima persona molto macchinosa, priva di personalità, fatta di frasi dalla costruzione un po’ banale, penalizzate oltretutto da almeno un paio di “as you know Bob”. Tuttavia, l’interpretazione che hai saputo dare al tema e la trama costruita attorno a esso ritengo siano geniali. Credo che il giro di boa, il punto dopo il quale il tuo brano prende letteralmente il volo, sia il dettaglio dei birilli posizionati in maniera sin troppo perfetta. Insomma, i miei complimenti per l’ottima interpretazione di un tema per nulla facile e mannaggia a te per costringermi a ragionare a fondo su come posizionarti in classifica (e lo dico pur non avendo ancora letto i brani dei tuoi colleghi).
3. Indifesi – Read_Only
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Ciao Morena. Racconto con luci e ombre il tuo. Buono il senso d’urgenza trasmesso, così come l’immagine dei giganti che scuotono la terra. Lodevole anche il world building che fa da contenitore per la trama, anche se qui iniziano forse i problemi. In 3000 caratteri hai infatti messo forse un po’ troppa carne sul fuoco e qualcosa poteva probabilmente essere potato per poter dedicare maggior enfasi ai dettagli davvero salienti. Il difetto principale, però, per quanto mi riguarda è a livello stilistico. Al di là di qualche dialogue tag di troppo, il testo presenta alcune imprecisioni a livello di successione tra battuta e azione descritta, con il soggetto parlante che talvolta non coincide con quello che compie l’azione. Anche la chiusa finale la trovo un po’ troppo da spiegone, ma nulla di eccessivamente grave. Certo, questi umani conquistatori dotati di una tecnologia che non contempla minimamente l’utilizzo di batterie fa un po’ sorridere, ma allo stesso tempo dona al racconto un sapore un po’ retrò che non mi dispiace. Insomma, racconto senza infamia e senza lode allo stato attuale, ma dal grande potenziale di miglioramento. Alla prossima.
4. Dormo un po’ con lui – Davide Mannucci
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Per il secondo mese consecutivo hai deciso di trattare del tema della malattia, aggiungendo però un bel +3 di difficoltà con la scelta del PDV impostato su di una bambina piccola. Il risultato, mi spiace dirlo, a questo giro mi ha convinto molto meno. La ragione principale è che la tua bambina è finta: compie azioni che risultano compatibili con la sua (presunta) età, ma allo stesso tempo pensa con la struttura cognitiva di un adulto. Costruzioni come “un’altra botta alla pancia”, prive di verbo, appartengono infatti più a un adulto, non certo a un bambino piccolo, per il quale invece la presenza dei verbi nelle frasi è fondamentale (non a caso i verbi sono i secondi gruppi di parole che i bambini piccoli imparano a usare, subito dopo i sostantivi). Tale finzione porta alla seconda ragione per cui il brano mi ha convinto poco: non riuscendo a vedere una bambina quale reale voce narrante, bensì un adulto che si finge bambino, ho avuto la spiacevole sensazione di trovarmi di fronte a un brano intriso di retorica. Ultimo aspetto negativo è infine l’incipit, a mio avviso troppo confusionario, tanto da non aver colto subito che la bambina si trova in giardino (perché dire infatti che “fuori” c’è un signore quando già lei è fuori?). Al contrario, ho apprezzato molto la chiusa finale, la quale si aggancia in maniera ottima con il (difficile) tema di quest’edizione. Alla prossima.
5. L’ultimo vampiro – Leonardo Pigneri
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Ciao Leonardo. Il tuo è un racconto scritto in maniera più che discreta, ma penalizzato da un intreccio a dir poco traballante. Innanzitutto, mancano appigli al lettore volti a fargli comprendere le motivazioni del protagonista. Limitarsi a dire che le vecchie abitudini sono dure a morire è infatti una soluzione un po’ pigra e che in realtà non spiega nulla. In secondo luogo, non si capisce tutta sta importanza per il paletto, quando per un vampiro esistono milioni di altri modi molto più rapidi e semplici per suicidarsi (lanciarsi dentro una stella in primis). Ultima nota riguarda l’attinenza al tema, il quale parla di “ultimo sole”, quando tu invece tecnicamente parli di un ultimo vampiro e di un ultimo pianeta nel database. Questione minore, comunque, questa. Insomma, peccato, perché vampiri e fantascienza li ho sempre trovati un accoppiamento interessante, ma a questo giro temo che gl’ingranaggi non ruotino come dovrebbero.
6. Ritorni – Alexandra Fischer
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Ciao Alexandra. All’interno di questa comunità, i tuoi brani rientrano tra quelli più facilmente distinguibili per stile e sensazioni trasmesse. Pur confessando di non essere un estimatore del tuo stile, non posso non ammettere di trovare interessante l’aura sognante che pervade le tue storie. Tuttavia, a questo giro ho trovato il testo più zoppicante del solito, non tanto per i dettagli non sempre immediati verso il lettore, quanto per le troppe incertezze a livello di punteggiatura e struttura delle frasi. Non ho mai fatto mistero di dedicare buona parte del mio giudizio sullo stile e, mi spiace dirlo, questo racconto ne esce con le ossa rotte, soprattutto a causa di frasi dalla costruzione inutilmente complessa (la prima e la terza su tutte) e della punteggiatura a dir poco ballerina. L’impressione è quasi quella di un brano pubblicato senza nessuna rilettura, il che è un vero peccato visto che avevi ancora due ore e mezza a disposizione. Voglio però concederti il privilegio del dubbio che questa tua rapidità nel pubblicare sia dovuta a motivi esterni, visto che io per primo mi ritroverò in tale situazione per tutta la durata dell’era. Insomma, un racconto che poteva regalare al lettore un’ottima storia dal sapore gotico e che invece fatica a ingranare a causa di una forma tutt’altro che curata. Mi spiace.
7. Grazie di tutto – Morena Bergamaschi
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Ciao Morena. Non ci crederai, ma negli ultimi tempi mi è capitato di leggere più di un romanzo in prima persona al passato (l’ultimo, Steelheart, l’ho iniziato giusto oggi) e ciò mi ha portato a chiedermi perché questa formula sia così rara su MC. Ed ecco che arrivi tu a smentirmi! Detto ciò, devo ammettere di aver trovato la forma del tuo testo non proprio pulitissima. In particolare, quel passaggio nel finale al “tu” rivolto verso il nonno, seguito subito dopo dal ritorno a una più tradizionale terza persona, mi ha fatto storcere parecchio il naso, anche perché l’utilizzo della sola seconda persona avrebbe secondo me conferito maggiore carattere all’intero testo. È quindi un peccato vedere tale stratagemma narrativo relegato quasi a una svista, anche perché dal punto di vista del contenuto il tuo brano non presenta grosse sorprese, tanto che il finale è immaginabile sin dalle prime righe. Insomma, un mezzo passo falso, ma che può a mio avviso tornarti molto utile in un’ottica di esercizio di riscrittura volto alla sola ripulitura stilistica. Attenta però a non calcare troppo la mano quando si tratta di voler suscitare qualsivoglia emozione nel tuo lettore, perché allo stato attuale il tuo brano pecca di qualche passaggio dal sapore un po’ troppo melodrammatico. ;)
6- Dormo un po’ con lui_Davide Mannucci Colpita in pieno viso con un pugno e affondata. Questo direi se mi chiedessero come mi sento dopo aver letto questo tuo racconto. L’ho letto subito, non appena usciti i gruppi e ancora non mi sa spiegare che cosa mi abbia colpito così tanto visto che l’esperienza di perdere un figlio nato fortunatamente non mi è capitata. Si empatizza subito con l’ineluttabilità di ciò che sta per accadere. Alcuni rimandi mi hanno un po’ infastidito perché hanno un sapore fanatico o canzonatorio, a seconda di come li guardi.
1-Umanità _Stefano Moretto Questo racconto chiaramente ispirato dopo la visione del film Freaks out.se così non fosse ti invito a vederlo di corsa perché la dimensione onirica che evochi è analoga.credo che sia racconto che mi è piaciuto di più di questo girone, lo trovo delicato, intimo e molto ben scritto.per me senza dubbio una perla, una di quelle cose che avrei voluto immaginare io.
3 -Indifesi_Read Only Il tramonto dell’ultimo sole coincide con l’alba portata dalla possibilità di difendersi.mi piace l’idea, non mi piacciono troppo i passaggi. Bellissimo il punto in cui il piccolo si rende conto di aver perso la foto e “ritorna piccolo”, terribile non poter proteggere chi si ama. Non è il racconto Migliore che io abbia mai letto, ma mi ha lasciato qualcosa, ed è grazie a questo “qualcosa” che sei nella mia top five.
2 -L’ultimo vampiro_Leonardo Pigneri Incredibile come per me sia stato facile immedesimarmi col protagonista. Tutta una vita soprannaturale alla ricerca della propria autodistruzione, per poi - trovata- fuggire da se stessi perché è troppo difficile in fondo guardarsi dentro e dire: “finalmente adesso me ne posso andare in pace.”
Il tormento di essere rimasto l’ultimo della propria specie viene placato dal senso di avere un obiettivo, per quanto autolesionista. la necessità di avere un obiettivo viene meno nel momento in cui finalmente abbiamo la possibilità tangibile di perseguirlo. qualcosa di incredibilmente nipponico.
4 -Ritorni_Alexandra Fischer
Ciao Alex! Ben ritrovata! Questo racconto è molto bello ma claustrofobico, non si comprende bene per quale motivo le ombre siano così importanti per Enrico, non si capisce per quale motivo lei fino a questo momento attratta alla fine si sente soffocare dalla situazione e reagisco in maniera violenta.non si capisce neanche perché lui la inciti a scappare.ci sono molte cose che non mi sono rimaste chiare, che sono rimaste nell’ombra.Mi piacerebbe vederlo sviluppato con più dettagli. Comunque non è un brutto racconto.
5 -Grazie di tutto_ItaliaLeggendaria
Ciao bellissimo il tema, si percepisce che sei un po’ arrugginita dalle ripetizioni assolutamente evitabili. “un brivido lo percosse” È una roba assolutamente cinematografica non verosimile e che distrugge tutto quello che uno sa che sta per accadere.era proprio necessario? Gli anziani che muoiono si spengono, o soffrono fino a che speri che muoiano, non vengono colpiti da un teaser, non fremono.questa cosa rovina indelebilmente l’atmosfera di tutto il racconto, che fino a questo punto era Estremamente doloroso e intimo.
7-Crepuscolo_Andrea76
Mi chiedo che cosa facciano le coppie oggi, se davvero una settimana prima del matrimonio è la prima volta che vedi un tramonto con la tua partner. Mi viene in mente che Maccio Capatonda “un amore nato sul web“. Come può una donna alle soglie del matrimonio lasciarsi influenzare dalla critica del proprio parrucchiere? A questo punto viene da pensare che probabilmente sia interessato a lei. Lo trovo un racconto ben scritto, ma che narra di un’esistenza mediocre, ai limiti dell’inverosimile. Mi spiace non mi è proprio piaciuto.
Classifica
1 -Umanità _Stefano Moretto 2 -L’ultimo vampiro_Leonardo Pigneri 3 -Indifesi_Read Only 4 -Ritorni_Alexandra Fischer 5 -Grazie di tutto_ItaliaLeggendaria 6 -Dormo un po’ con lui_Davide Mannucci 7 -Crepuscolo_Andrea76
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle #LicenzaPoeticaGrammatica Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
1) Crepuscolo, di Andrea Spinelli Faccio parlare le mie esperienze personali e... CHE STRESS!!! Mi è capitato di stare con una compagna simile e devo dire che hai davvero ben tratteggiato quel tipo di atteggiamento. Inutile sottolineare per chi parteggiassi. Detto questo: il racconto mi sembra ben gestito e anche il finale (sempre per la mia esperienza personale) mi è parso totalmente in linea con il resto. Mi rendo conto che questo sia un commento piuttosto inutile per i suoi contenuti, ma il racconto mi è piaciuto (oltre ad avermi angosciato) e non ci vedo grosse debolezze. Per me un pollice su. 2) Umanità, di Stefano Moretto Il momento più interessante è quello in cui mostri la perfezione del post umano vs l'imperfezione (anche ricercata) dell'umano a ogni costo e questo è fondamentale nell'analisi della direzione da prendere in fase di sviluppo ulteriore del racconto. Vero che manca il conflitto, ma la sua assenza è compensata dalla tua capacità di narratore e pertanto il giudizio non può che essere estremamente positivo, anche considerata la bella idea alla base. Vero anche che, però, si sente la mancanza del conflitto stesso e questo impedisce al testo di presentarsi nella sua forma migliore. C'è anche da dire che il protagonista vuole essere spettatore e assistente di tale decadenza, pur, magari, non comprendendola appieno ed ecco il motivo per cui non credo che la soluzione non sia in un'entrata in scena anticipata da parte di Mike, ma in una riflessione più approfondita sul protagonista: un "non più" umano affascinato dall'ancora umano, con tutte le sue imperfette perfezioni in contrasto con le perfette imperfezioni del Maestro. Ecco, lavorerei di più sul rapporto tra i due protagonisti e per farlo serve più tempo, ergo fai uscire di scena troppo presto il Maestro e il personaggio di Mike risulta funzionale solo all'averti semplificato la vita in questo contesto. Detto questo, bella declinazione del tema e per me siamo su un pollice tendente verso il positivo in modo solido e brillante. 3) Dormo un po’ con lui, di Davide Mannucci Un gran finale in cui sei riuscito a farmi vacillare nonostante sia uno di quei lettori che quando vede Gesù tra i personaggi arriccia le antenne. Detto questo, caschi sulla bambina perché è vero che sembra esprimersi in modo incoerente rispetto alla sua presunta età: pensieri troppo puliti ed evoluti per un protagonista che non hai avuto il tempo di presentare e pertanto il tutto suona come stonato, un'armoniosa melodia dissonante. Non dai al lettore la possibilità e il tempo di soffrire con lei e la sua famiglia e così l'entrata in scena di Gesù appare come eccessiva, forzata. Ribadisco che, nonostante quanto detto, il finale è molto buono e crea emozioni, ma quello è più merito della tua penna che della costruzione fino a quel punto, questa volta. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo brillante, ma non solido (brillante per le sensazioni del finale). 4) Indifesi, di Read_Only Non mi convince la logistica: robot che vanno a batterie solari? Perché si spengono di notte? Come fa la piccola aliena a rompere un materiale bellico che si presume sia tutto fuorché facile da intaccare e a farlo con un semplice sasso? Sono elementi piuttosto fondamentali nell'economia del racconto che non mi tornano. Certo è che il tutto funziona bene e si legge con piacere anche se, altro malus, la morte del fratellino non mi ha creato emozioni risultandomi piuttosto fredda. Insomma, una logistica da revisionare e un'empatia un po' carente in un testo che si legge con piacere, ma che non graffia. Direi, come valutazione, un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante. 5) Grazie di tutto, di Morena Bergamaschi Morena, bentornata. Mi pare di capire che tu sia dovuta stare ferma (nella scrittura) per un po' e la ripresa non è mai easy (te lo dice uno che, puntualmente, a giugno prende mazzate su MC (ovvero alla prima edizione cui può partecipare a distanza di un anno). Detto questo, qui si vede il tuo cuore e mi fa rabbia che qualcuno in passato abbia cercato di reprimerlo, nel senso che sono convinto che ognuno di noi debba in primis valorizzare il proprio valore aggiunto e poi aggiungerci tutto il resto (lavorone, eh, ma mai reprimerci). Non sto a sindacare sui tecnicismi, sai che mi concentro sul plot e qui vedo una debolezza strutturale in quello che accade, nel senso che sembra troppo predeterminato. Il protagonista che fa quel discorso al nonno proprio poco prima che muoia rischia di apparire artificioso, il tutto ulteriormente enfatizzato da una mancanza di back sulla story dei due protagonisti che non permette ai lettori di empatizzare a sufficienza. Dice bene Lauro nel sostenere che questo è il tipico caso che definisco da "colpo rimasto in canna", ma ci sta proprio perché eri al ritorno (non che possa succedere anche quando si è ben allenati, ma è più facile che accada quando si cerca di tornare in forma). Per me un pollice comunque tendente al positivo anche se non in modo strasolido. 6) L’ultimo vampiro, di Leonardo Pigneri Qui c'è ben poco da dire perché mi sembra che tutto sia stato già detto e che, soprattutto, tu abbia individuato le problematiche. Mi limito a rimarcare che anche per me il finale è stato sviluppato troppo frettolosamente e che la distribuzione delle informazioni risulta, ai fini della comprensione, non sufficiente. Concludendo, direi un pollice ni tendente al positivo. 7) Ritorni, di Alexandra Fischer Solite atmosfere dense di sensazioni e colori, sei una maestra nel trasmetterle e te lo ribadisco ogni volta. Poi però permane anche quella che è la tua debolezza principale, qui enfatizzata anche da una minore attenzione (rispetto al solito) della puntaggiatura: le connessioni logiche interne che, spesso, tendi a sottovalutare e a dare per scontate quando invece al lettore faticano ad arrivare. Parti dalla punteggiatura: scrivi e poi dedica parecchio tempo alla rilettura ed eventualmente correggi. Su MC hai tempo fino alla scadenza per correggere il racconto quante volte vuoi, sfruttalo. Come valutazione, direi un pollice ni.