LA FINALE DELLA CIF EDITION: La classifica di Linda De Santi

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 dicembre 2021 con un tema del Collettivo Italiano di Fantascienza!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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LA FINALE DELLA CIF EDITION: La classifica di Linda De Santi

Messaggio#1 » martedì 11 gennaio 2022, 20:16

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LINDA DE SANTI
Linda De Santi è nata in provincia di Pisa nel 1985. Appassionata di fantastico, nel 2017 ha vinto il premio Fantasticamente con il racconto Rinnovamenti dell'organico e la prima edizione del Premio Urania Short di Mondadori con il racconto Saltare Avanti. Lo stesso racconto ha vinto anche il Premio Italia per la categoria "Miglior racconto su pubblicazione professionale". Nel 2019 ha vinto il Premio Robot con il racconto Cornucopia e nel 2020 riceve un Chrysalis Award in occasione dell’Eurocon. Nel 2018 pubblica il racconto Involucri per l'antologia Next-Stream di Kipple Officina Libraria, il racconto Lost by Univers per la rivista online Next-Station e la micro-fiction in traduzione Down Time per il sito SF in Traslation. Nel 2019 pubblica i racconti Cose andate storte per l'antologia Atterraggio in Italia di Delos Digital (antologia della quale è anche curatrice insieme a Simonetta Olivo), La Forma del Vuoto per la collana Futuro Presente e La Figlia per l'antologia La Prima Frontiera di Kipple Officina Libraria. Nel 2020 escono i suoi racconti I Ricognitori, nell'antologia W.o.W - Women of Weird di Moscabianca Edizioni, La risposta della bestia, nell’antologia Prisma 2 sempre di Moscabianca, Negli occhi di chi comanda, nell’antologia Distòpia di Urania Mondadori e Un artista vero, incluso nell’antologia Ipotesi per Fibonacci (Edizioni Comma22). Nel 2021 è uscito il suo racconto Beautymark nell’antologia in inglese European Science Fiction #1 di Future Fiction. Fa parte della redazione di Specularia, una rivista online di speculative fiction. Passa la gran parte del suo tempo in ufficio a occuparsi di marketing, ma approfitta di ogni momento libero per scrivere.

I COMMENTI

Minuti Contati impone una classifica, ma come spesso mi succede, a parte le prime due posizioni,
tutti gli altri potrebbero stare sul podio al terzo posto. La mia valutazione si è basata su gusti
personali e su imperfezioni che in questo caso non erano mai gravi (dovendo stilare una classifica,
ogni singola carenza acquista un peso maggiore).
Una cosa che ho notato di questa edizione è che gli stili di scrittura in molti casi si assomigliavano.
Ogni racconto era scorrevole e piacevole, cosa che ho apprezzato, ma mi sarebbe piaciuto leggere
anche qualche storia raccontata con uno stile un po’ più personale.
Faccio comunque i complimenti a tutti i finalisti: al di là di qualche elemento perfettibile, la qualità
dei racconti ha mantenuto sempre un livello alto.


Gli ultimi saranno i primi
Ci ho messo un po’ a inquadrare il posto in cui ci troviamo, all’inizio. L’accenno al sabotaggio e al
rifornimento del magazzino mi avevano fatto immaginare una situazione diversa, ma poco più
avanti si capisce che ci troviamo in un bunker sotterraneo. Gli elementi svelati poco alla volta
tracciano una situazione decisamente disperata: il rifugio che doveva accogliere i superstiti della
bomba atomica non ha ciò che serve, mancano neon e lampadine. La prospettiva di vivere al buio,
con solo un neon che forse durerà un anno e la luce degli schermi dei computer, è terrificante. Per
questo motivo mi sarei aspettata una maggiore preoccupazione da parte del protagonista, un
principio di disperazione che si fa strada in lui, mentre invece, tutto sommato, appare abbastanza
tranquillo, anche davanti alla prospettiva di dover imparare a fare a meno della vista.
A parte questo aspetto, il racconto scorre bene, è ben gestito e si legge con piacere.

Storia di una principessa che non voleva sposarsi
Qui abbiamo una rivisitazione contemporanea di una favola. La protagonista, diventata (con il suo
primo ciclo) una donna, decide di uccidersi. Lo fa per non essere costretta a vivere in un mondo
violento, in cui le donne sono vittime di brutalità, tanto che il padre della protagonista ha lasciato
morire sua madre.
Le argomentazioni del suddito contro la violenza del mondo sono piuttosto semplicistiche, ma in
questo caso adatte al personaggio, che è di origini umili e ha un animo mite (buona la scelta di
caratterizzarlo attraverso il dialetto, elemento che dà anche una collocazione precisa alla storia).
Una virtù di questo racconto è che, in poco spazio, crea personaggi a cui è facile sentirsi vicini.
Alla fine, però, non c’è una vera e propria “crescita”: la protagonista viene solo dissuasa dal suo
tentativo di suicidarsi, ma trovo difficile credere che le basti pensare “domani sarà un altro giorno”
per cambiare visione sul mondo.
Altro neo del racconto è l’aderenza al tema, che è un po’ (tanto) tirata per i capelli. C’è solo un
accenno all’ultimo sole nel finale, anche se poi non sarà l’ultimo sole che vedrà la principessa.
Rimane comunque un racconto ben scritto e, a tratti, commovente.

Pastorale
Una finestra sulla vita di un uomo semplice, che vive sui monti godendo di ciò che ha. Il racconto fa
emergere abilmente uno scenario idilliaco, fatto di lavoro e amore per la famiglia, forse minacciato
da misteriosi uomini eleganti. L’accenno però è troppo vago: non si percepisce un pericolo
concreto, in questo modo il racconto manca l’intento che, credo, si fosse prefisso: l’insistere sulla
felicità del protagonista per far emergere, tentando di nasconderla, l’esistenza di un’incombente
minaccia alla sua vita tranquilla.
Così com’è, la storia resta un testo ben scritto, ma manca qualcosa che renda davvero interessante la
lettura.

La fine dell’infanzia
Breve spaccato di vita di due ragazzi giapponesi poco prima dello sgancio della bomba atomica su
Hiroshima. La penna che scrive mi sembra buona, ma la criticità principale di questo racconto è che
tocca il tema della sessualità tra adolescenti in modo superficiale, con battute stereotipate (“non
voglio farti male”, “lasciati andare”, “continua”) e dialoghi improbabili. Tra l’altro si tratta di
ragazzi giapponesi, perciò la questione diventa ancora più difficile: siamo sicuri che sia questa la
sensibilità con cui vivono il sesso?
Certi passaggi non mi sono proprio piaciuti, ad esempio quello in cui gli occhi del ragazzo
schizzano “come mosche impazzite dai seni di Kichi alle sue labbra”: avrei trovato un altro modo
per descrivere lo sguardo pieno di desiderio di un giovane che sta per fare l’amore per la prima
volta, così sembra che stia guardando un porno. Che per carità, in altre circostanze ci potrebbe
anche stare, ma non in un racconto che mi parla di una prima volta subito prima di una terribile
tragedia.
Per quanto non originalissimo, l’espediente finale della bomba che arriva a interrompere un
momento di vita quotidiana avrebbe anche potuto funzionare, se l’inizio fosse stato gestito in modo
diverso. I difetti della prima parte, però, mi fanno allontanare troppo dal testo perché il finale riesca
a colpirmi.

Con una calma esasperante
Racconto ben scritto e abbastanza ben bilanciato, con alcuni elementi perfettibili.
Il dialogo tra Vittorio e il protagonista mi sembra troppo lungo per le circostanze in cui si svolge:
mentre i cattivi arrivano (lentamente, ma arrivano) lui ha il tempo di dire un sacco di cose, tra cui
spiegare anche dettagli sul suo passato. Forse alcune cose potevano essere espressa in maniera più
implicita, giusto per scorciare un po’ il botta e risposta.
Mi resta il dubbio su chi siano questi Mantelli Neri, perché si chiamano così e perché fischiano.
Sembrerebbero zombie, ma potrebbero essere anche vampiri o altre creature fantasy (qualcosa di
simile ai nazgul, ad esempio). Qualche dettaglio chiarificatore in più non avrebbe guastato, ma si
tratta di gusti personali, il racconto funziona bene anche così.
“Fischiano di maledetto” mi suona strana come frase, forse è un refuso (la segnalo solo perché il
resto del testo è invece molto pulito).

Il regalo del sole
L’ambientazione del racconto emerge da pochi e semplici elementi: il grande isolamento, le bombe
cadute in passato, la porta che separa i cunicoli (lo spazio in cui l’umanità si è rifugiata dopo il
disastro) dall’invivibile mondo esterno.
Efficaci gli scambi di battute tra i personaggi, essenziali ma capaci di tratteggiare subito il loro
rapporto. Il regalo per la sorellina è un carillon a energia solare: l’idea è carina, ma poiché non si
tratta di un oggetto comune, lascia un iniziale spaesamento. Molto bello, però, il dettaglio della
mano ustionata, che chiarisce con forza la situazione in cui si trovano i protagonisti.
Da rivedere la frase “Lanciò un sorriso di soddisfazione”.

Fabricatus
Il racconto sfrutta alcuni elementi classici della fantascienza (androidi, programmi di rieducazione,
dottori freddi e cinici che conducono esperimenti crudeli) per narrare la vicenda di un uomo
disumanizzato.
Forse mi sono persa qualcosa io, ma mi sfugge a cosa dovrebbe servire questo processo: l’infliggere
dolore agli androidi, il cercare di rimuovere ogni traccia di umanità da loro, a quale scopo viene
fatto? Se si desidera ottenere delle macchine totalmente prive di emotività, perché non costruire
degli androidi da zero anziché “convertire” gli umani?
In questo caso la declinazione del tema avviene attraverso una serie di piccoli riferimenti a De
André e alla canzone (il solco lungo il viso come una specie di sorriso, la memoria è già dolore…):
per me va bene, ma chi non conosce la canzone immagino che non riscontrerebbe granché della
traccia “all’ombra dell’ultimo sole”.

Umanità
Una storia di fantascienza semplice ma efficace, fa il suo senza cercare grandi picchi o effetti
sorpresa. Originale l’idea, che, a differenza di altri racconti di questa edizione, non coinvolge
bunker sotterranei o disastri apocalittici.
C’è qualche imperfezione a livello di linguaggio: visto che il racconto è in prima persona e che il
postumano è la normalità, è poco credibile che il protagonista (postumano) faccia pensieri come “il
sensore di ricerca nei miei occhi post–umani evidenzia i bordi delle tre clave” (avrei cercato altri
espedienti, ad esempio un messaggio in sovrimpressione nel suo campo visivo, un indicatore
luminoso, ecc.). Anche “arrossisco” non l’avrei usato, di sé stesso uno può pensare che si sente
avvampare o bruciare le guance, non che sta arrossendo. Si tratta comunque di interventi risolvibili
con poco lavoro.
In definitiva è una storia che funziona, anche se è meno d’impatto rispetto ad altri racconti.

Crepuscolo
Dialogo di una coppia in un luogo/tempo ben precisi, la riva del mare al tramonto. A emergere sono
alcuni elementi di dissonanza tra i due, dettati da due fattori principali: l’incertezza di lei e
l’eccessiva tendenza di lui ad aggrapparsi ai bei momenti del passato, che sembrano rappresentare
l’unico motivo per cui vuole sposarsi.
La penna che scrive è solida, tuttavia il racconto ha una criticità: il diverbio tra i due fidanzati non
risolve niente. A parte farci sapere che Liza dà troppo credito al suo parrucchiere, rivelando la sua
insicurezza profonda e il fatto che il protagonista non sa come smorzarla, non mi sembra che si
arrivi ad altro.
Forse quel “I tramonti non mi sono mai piaciuti”, alla fine, allude ha una decisione che Liza ha
appena preso, ma l’aggancio è flebile e alla fine sono rimasta con il dubbio.

Indifesi
Gli abitanti di un pianeta alieno sono stati sottomessi da invasori umani a bordo di robottoni da
guerra.
Il racconto mi ha lasciato diverse domande. A quanto capisco le macchine guidate dall’uomo vanno
a energia solare, ma allora perché continuano ad attaccare anche al tramonto, quando stanno per
spegnersi e rischiano di rimanere fermi da qualche parte?
Da rivedere anche la scena in cui Mumu cade: potrebbe quasi sembrare che lo faccia apposta. Viene
detto che Mumu spinge la sorella verso il dirupo, poi che lei fa appena in tempo ad aggrapparsi alla
roccia mentre lui cade. Mi sembra strano che commetta un errore simile, la caduta sembrerebbe
quasi intenzionale. Ma in tal caso, perché?
La scoperta finale di Yumi porta finalmente un po’ di giustizia nella vicenda dei protagonisti,
tuttavia, l’escamotage della scoperta “per caso” di una cosa che dovrebbe essere ovvia mi lascia un
po’ perplessa. Se c’è una guerra tra umani e alieni in corso, mi pare strano che a scoprire della
fragilità della plancia dei robottoni sia una bambina, qualcun altro degli adulti dovrebbe averlo già
scoperto e aver iniziato a contrattaccare sfruttando questo punto debole… no?
Insomma, tanti dubbi!

Fino alla fine del tempo
Una vicenda commovente, che non pretende di sorprendere con una particolare originalità, ma
colpisce per la sua delicatezza e per l’efficacia dei dialoghi. Non ho molto da dire, mi è piaciuto. Se
devo trovarci un difetto, forse è nella battuta finale, quel “fino alla fine del tempo”, una frase che
nessuno direbbe mai davvero ad alta voce.
Ho apprezzato in particolar modo l’interpretazione del tema: il marito è l’ultimo sole che la donna
vede ogni giorno, per sempre. Un ottimo lavoro.

Stalker
Accattivante l’idea di un gruppo di umani che insegue disperatamente degli alieni affascinanti
perché vuole che siano loro amici. Impossibile non ritrovare, in questa ossessione, un parallelismo
con le dinamiche dei Social Network, per le quali avere migliaia di amici è indice di popolarità e il
prestigio come persone deriva da quanti cuoricini e like si ricevono. E non è neppure l’unico
parallelismo che mi è venuto in mente.
Un racconto divertente, intelligente e ben gestito. Complimenti.

LA CLASSIFICA DI LINDA DE SANTI

1. Fino alla fine del tempo
2. Stalker
3. Il regalo del sole
4. Storia di una principessa che non voleva sposarsi
5. Gli ultimi saranno i primi
6. Umanità
7. Con una calma esasperante
8. Crepuscolo
9. Pastorale
10. Fabricatus
11. Indifesi
12. La fine dell’infanzia



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