Trote in un secchio

13 valorosi che si prestano come cavie per testare la nuova arena
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chiara.rufino
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Trote in un secchio

Messaggio#1 » giovedì 5 novembre 2015, 23:06

Trote in un secchio

Nella pistola era rimasto un ultimo proiettile e Mike si sentiva destinato ad esso.
L'ubriacatura si stava acquietando e cominciò a vedere con chiarezza quello che era accaduto poche ore prima.
Cinque amici, due vodke, qualche bottiglia di vino, una tequila e quel coglione miserevole di Jake, troppo cazzone per tenersi dentro un'idea del genere.
"Giochiamo alla roulette russa! Vi sfido! Solo gli uomini veri vincono questo gioco."
La pistola l'aveva rubata al padre, un altro personaggio degno della sua risma; tutto rutti e poco garbo verso quello scheletro della moglie, consumata dalla paura per lui.
Jack aveva posto la pistola in mezzo al tavolo della baracca da pesca di Mike e i giochi erano cominciati.
Il primo ad andarsene era stato proprio Jake; per la foga non aveva neanche girato il tamburo e s'era piazzato un bel colpo nella tempia, ritinteggiando le pareti della baracca.
I superstiti s'erano guardati negli occhi per qualche secondo, poi avevano deciso di andare avanti, ruotando ad ogni turno il tamburo della pistola.
Uno, sentito il "click" a vuoto dellapistola, aveva deciso di ritirarsi, prendendo il sacco a pelo nello zaino e buttandosi nel folto del bosco, ignorando gli strepiti di Mike che temeva l'attacco di qualche orso.
A ogni sparo tonfo, Mike faceva un fischio e lasciava che il codardo nel bosco si occupasse dei danni; lo costrinse a scavare una fossa per occultare la serata goliardicamente balorda.
Quando rimasero in due, Mike gli scaricò addosso il colpo che aveva vigliaccamente evitato, l'atto finale stava per compiersi e l'euforia lo scuoteva dalle caviglie.
Sarebbe stato carino, leggere l'indomani sui giornali, di un suicidio di massa in un paesino come quello; conosciuto principalmente per la pesca delle trote e per i laghi cristallini.
Si diede due colpetti sulla fronte col calcio della pistola e tornò dentro la baracca, divenuta inservibile.
La lampadina grondava di umori umani e dal folto del bosco, gli animali avevano iniziato il loro peregrinare per procacciarsi le prede.
Aprì il tamburo, lo fece ruotare e richiuse l'arma, posandola sul tavolo.
Si sedette e la fissò intensamente, ancora indeciso se seguire i suoi amici o scappare in un altro stato dopo gli omicidi di quella sera.
Una bottiglia di tequila vicino a lui conservava ancora un vago fondo di illusione e Mike lo buttò giù d'un fiato, prendendo la pistola con entrambe le mani e piazzandosela sotto il mento.
"Click!"
Scaraventò via la pistola, illeso da quella prova di coraggio.
"Sono io il Re del Bosco, IO, IO!".
Recuperò l'arma dall' angolo della baracca non intriso di sangue e sfilò via il proiettile da essa, mettendoselo in tasca.
Chiuse tutto a chiave, calcolando che ci avrebbe messo cinque giorni di cammino per arrivare al confine con il Canada.


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erika.adale
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#2 » venerdì 6 novembre 2015, 8:27

Inevitabilmente attratta dal titolo (ottimo), sono partita da questo racconto. La capacità di scegliere i titoli è un talento a parte, che apprezzo molto (essendone priva, come si può notare anche in questo contest). Una notte di ubriachezza e follia, raccontata in modo credibile, soprattutto nella discontinuità delle scelte del protagonista. In genere non apprezzo molto le ambientazioni straniere (soprattutto anglosassoni) gestite da scrittori nostrani, mi sembra sempre un po' "tuvuòfal'ammeregano", ma è gusto mio e non inficia il giudizio finale (anche se: prova a scriverlo ambientato, chessò, in Trentino...non avrebbe un effetto ancora più straniante?). Qualche dubbio sulla voce narrante. E' una terza, che si identifica con Jake (di certo quando dice "quel coglione miserevole di Jake, troppo cazzone per tenersi dentro un'idea del genere". Poco dopo si raffina, quando dice "La pistola l'aveva rubata al padre, un altro personaggio degno della sua risma; tutto rutti e poco garbo verso quello scheletro della moglie, consumata dalla paura per lui". Risma, poco garbo...sono termini che non mi aspetto da un personaggio simile. In fondo traspare quasi pietà per la donnetta e Mike non mi sembra il tipo. Cercherei un maggiore controllo del tono. Comunque bene, mi è piaciuto.

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Angela
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#3 » venerdì 6 novembre 2015, 13:30

PUNTI DI FORZA: Il titolo del racconto, che è senza ombra di dubbio il migliore della tornata. L'incipit è potente, un attacco di questo tipo aggancia il lettore al primo sguardo. Altra cosa apprezzabile è la gestione di più personaggi senza creare confusione, hanno tutti una collocazione ben precisa e uno scopo.

PUNTI DEBOLI: La forma. Ti ho evidenziato alcune cose negli appunti che seguono:

L'ubriacatura si stava acquietando
Il verbo “acquietare” non mi sembra indicato per un’ubriacatura.

Cinque amici, due vodke,

Vodka non ha il plurale.

le pareti della baracca.
Ripetizione di “baracca” in due frasi vicine.

e l'euforia lo scuoteva dalle caviglie.
Metafora non riuscita, secondo me.

Recuperò l'arma dall' angolo della baracca non intriso di sangue e sfilò via il proiettile da essa,
Evita di usare esso/essa. Quando dici “Recuperò l’arma e sfilò il proiettile” hai già detto tutto.

Chiuse tutto a chiave,
Che vuol dire “tutto”? “Chiuse a chiave”.

CONCLUSIONE: Testo originale, in alcuni punti arrivano chiare le immagini dei protagonisti che compiono le azioni, la forma però va rivista. Il finale, seppure mi piacciano i finali aperti, manca di incisività. A rileggerti.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Peter7413
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#4 » venerdì 6 novembre 2015, 14:16

Occhio a un Jake che diventa Jack e un po' confonde. Alcuni passaggi sono meno fluidi e rallentano la lettura, t'incarti un pelo nel gestire il dualismo tra Mike e colui che definisce codardo. Non mi piace l'uso di "ad esso" (tra l'altro D eufonica). Detto questo, che non inficia il giudizio perché non c'é nulla di grave o di non aggiustabile se non con una piccola revisione, passiamo al racconto.
La storia c'é ed è ben narrata, dimostri controllo e di saper seguire il tuo piano tenendo sempre la barra bella a dritta. Gusto mio, c'infilerei dialogo qua e la giusto per snellire e velocizzare il flusso d'informazioni (il dialogo può essere un'arma fondamentale, soprattutto per i corti come questo). Gli amici che segnano il proprio futuro a causa di una goliardata alcolica è un buon soggetto, la roulette russa è sempre, narrativamente, molto forte, anche se qui non punti sull'attesa e la tensione. Il tema è più che rispettato.
Un buon racconto, solido.

Veronica Cani
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#5 » sabato 7 novembre 2015, 18:29

Ciao, Chiara! :)
Il tuo racconto è scorrevole e tocca decisamente le mie corde nella descrizione delle scene truculente. Anche il tema è perfettamente rispettato. Ci sono alcuni elementi che mi hanno lasciata un po’ perplessa: ad esempio, quando il codardo afferra il sacco a pelo e scappa nel bosco, mi sembra inverosimile che un pazzoide come Mike si preoccupi che possa venire attaccato da un orso. Inoltre non mi sono chiare le dinamiche seguenti, tra Mike e il codardo: se quest’ultimo è scappato nel bosco piantando tutti in asso, com’è che poi lo ritroviamo a obbedire alle direttive di Mike, scavando la fossa per i compagni morti? In ogni caso la narrazione risulta nel complesso gradevole. Nulla da eccepire sulla forma. A presto! :)

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Andrea Partiti
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#6 » domenica 8 novembre 2015, 23:47

Una bella interpretazione del tema, che ti invidio perché è intrinsecamente carica di pathos e di adrenalina! Vorrei averci pensato io.
Penso che mi sfugga qualcosa di più profondo del tuo racconto, come se ci fosse un motore per i personaggi che non riesco a trovare ma che ci fai intuire aprendo qualche squarcio qua e là sulla vita di Mike. L'ho riletto un po' di volte ma non ne sono venuto a capo.
Mi sfugge la dinamica (e la durata delle varie azioni) del codardo fuggito nel bosco e di come venga costretto a scavare la fossa, se è fuggito. Lo seguono? Torna? Sa che deve scavare la fossa da prima?
Sospetto una qualche revisione del racconto, frasi spostate o cancellate di cui ti è rimasto un pezzo che avresti dovuto togliere, e che in realtà non ci fosse da scavare e i cadaveri Mike li abbia semplicemente lasciati lì, fuggendo in Canada.
Il racconto ha bisogno di una revisione generale sulle minuzie, quasi tutte già fatte notare nei commenti precedenti, ma sono tutti dettagli facilmente sistemabili con il giusto tempo e una tazza di tè in mano, che nulla tolgono all'idea generale.

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chiara.rufino
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#7 » lunedì 9 novembre 2015, 11:25

No, qua avete ragione tutti. Non sono riuscita a rendere il POV di Mike, complice il mal di testa. Il tale che scappa nel folto nel bosco sì, scappa là dentro ma forse avrei dovuto precisare quanto fossero vicini ad esso. Mi scuso.
La revisione l'ho fatta ma non a livello delle dinamiche, anche se prima i personaggi erano 7 e poi son diventati cinque. Quindi mi scuso per il mal di testa e la poca chiarezza di quella sera. E grazie per i complimenti:D
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ceranu
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#8 » martedì 10 novembre 2015, 22:41

Ciao Chiara, ben trovata.
Racconto interessante, lo spunto c'è, il tentativo di sconvolgere anche, ma lo stile usato è poco funzionale. Questo gruppetto è abbastanza caratterizzato ma, come ti hanno fatto notare gli altri, il linguaggio usato stride un po' con i loro comportamenti. Poco male, vuol dire che con una piccola limata il racconto può essere già valido. Però credo manchi qualcosa, quell'elemento che lo distingua dagli altri. Non basta l'alcol a giustificare un simile racconto, mettici un elemento ancora più tetro. Chi vince stupra la ragazza che hanno legato sul divano, o qualsiasi elemento ancora più destabilizzante. Chiaramente quest'ultimo è solo un mio gusto personale, che non è detto vada a migliorare il racconto.
Ciao, alla prossima.

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maria rosaria
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#9 » mercoledì 11 novembre 2015, 15:03

Ciao Chiara.
Racconto particolare, il tuo, dal gusto amaro e anche un po' surreale.
C'è una parte che non mi è molto chiara (vedo ora che anche qualcun altro te lo fa notare nei commenti, quindi perdonami se sarò ripetitiva ma io scrivo i commenti offline senza badare a ciò che hanno scritto gli altri...). Si tratta della parte centrale che riguarda l'amico che fugge nel bosco. Non sono riuscita a immaginare la scena perchè ci ho trovato un po' di confusione.
Per quanto riguarda il resto penso che, chiarendo meglio le motivazioni che muovono le gesta di Mike, il racconto potrebbe acquistare di più.
Maria Rosaria

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AmbraStancampiano
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#10 » mercoledì 11 novembre 2015, 20:27

Ciao Chiara,
ti ho qui accanto a me ma siccome sono anche un po' cazzona te lo commento coi saluti;
Il tuo racconto parte a bomba
chiara.rufino ha scritto:
Nella pistola era rimasto un ultimo proiettile e Mike si sentiva destinato ad esso.


Questo tipo di incipit, secco e aperto su una situazione al limite, incolla il lettore e ti garantisce che la lettura continuerà per un altro paio di righe; i problemi cominciano quando devi spiegarmi per bene i movimenti dei tuoi protagonisti:
in primo luogo, sarebbe utile sapere, oltre al loro numero, come si chiamano, per evitare confusioni; evita i casi di semi-omonimia, perchè sebbene siano verisimili creano un po' di confusione.
In questo elenco, "il coglione miserevole di Jake sembra abbia la stessa importanza della bottiglia di vino; ti conviene nel fare elenchi limitarti ad una sola categoria di oggetti oppure diversificarli tutti: Jake non è un oggetto, ma un lettore poco attento è costretto a rileggere il passaggio perchè qualcosa non gli torna:
Cinque amici, due vodke, qualche bottiglia di vino, una tequila e quel coglione miserevole di Jake, troppo cazzone per tenersi dentro un'idea del genere.

"Giochiamo alla roulette russa! Vi sfido! Solo gli uomini veri vincono questo gioco."

la roulette russa la conosciamo tutti, ed è principalmente un gioco a perdere :P lo spiegone/battuta non ci sta tantissimo...
La pistola l'aveva rubata al padre, un altro personaggio degno della sua risma; tutto rutti e poco garbo verso quello scheletro della moglie, consumata dalla paura per lui.

questo è un quadro familiare stupendo, però o dici "degno di lui" oppure "della sua risma", "degno della sua risma" suona un po' cacofonico;in più quando vai a darci dei dettagli sul padre ti consiglio i due punti piuttosto che il punto e virgola
Uno, sentito il "click" a vuoto dellapistola, aveva deciso di ritirarsi, prendendo il sacco a pelo nello zaino e buttandosi nel folto del bosco, ignorando gli strepiti di Mike che temeva l'attacco di qualche orso.

Col senno di poi, scopriamo che questo personaggio è importante; dargli un nome è una tattica vincente, che ci evita la confusione
A ogni sparo tonfo,

WTF???
Mike faceva un fischio e lasciava che il codardo nel bosco si occupasse dei danni; lo costrinse a scavare una fossa per occultare la serata goliardicamente balorda.

questa frase è molto Chiara e poco chiara; occhio alla consecutio temporum; avverbiare un aggettivo per permettersi il secondo non è un aiuto alla scorrevolezza; si occulta il prodotto di una serata e non la serata
Quando rimasero in due, Mike gli scaricò addosso il colpo che aveva vigliaccamente evitato, l'atto finale stava per compiersi e l'euforia lo scuoteva dalle caviglie.

questo è uno di quei casi in cui dare un nome al personaggio vigliacco ti avrebbe aiutato
Sarebbe stato carino, leggere l'indomani sui giornali, di un suicidio di massa in un paesino come quello; conosciuto principalmente per la pesca delle trote e per i laghi cristallini.

leggere di un suicidio di massa potrebbe essere "carino" solo per il reverendo di Jonestown... ho capito l'intento ironico, ma puoi fare di meglio.
Si diede due colpetti sulla fronte col calcio della pistola e tornò dentro la baracca, divenuta inservibile.
La lampadina grondava di umori umani e dal folto del bosco, gli animali avevano iniziato il loro peregrinare per procacciarsi le prede.

"inservibile" non va bene come termine, è tipico degli utensili rotti. Molto meglio "inabitabile", "inagibile" o anche semplicemente "in cui c'era un vero macello"; in più dopo parte una descrizione, quindi più che il punto e a capo ti consiglio i due punti
Aprì il tamburo, lo fece ruotare e richiuse l'arma, posandola sul tavolo.

Qui il focus cambia, quindi devi mettere il soggetto
Una bottiglia di tequila vicino a lui conservava ancora un vago fondo di illusione e Mike lo buttò giù d'un fiato, prendendo la pistola con entrambe le mani e piazzandosela sotto il mento.

"vago" sta meglio per le immagini mentali, i ricordi o gli odori.

Ci tengo a precisare per gli altri autori che mi sono data a questa prova di puntiglio solo perché Chiara è qui accanto a me e perché abbiamo deciso di lavorare a questo racconto per renderlo assolutamente inattaccabile; detto questo, a me il racconto piaceva già da prima, la trovo una bellissima idea e un netto miglioramento di stile e idee; siamo a scuola insieme da due anni e migliori ogni giorno :)
Tutte le cose evidenziate non sono altro che "peli", piccole migliorie dettate dal puntiglio allo scopo di rendere un bel racconto un racconto magnifico e scorrevole, così come merita :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Re: Trote in un secchio

Messaggio#11 » mercoledì 11 novembre 2015, 21:50

Ciao Chiara.
Beh, che dire… Allegria! Ci regali un horror a metà fra Fargo e La Casa passando per Antichrist e altro che intravedo ma non distinguo chiaramente.
Il grave problema è la motivazione e la necessità del gesto di Mike. Manca del tutto, ripeto, del tutto, la SEMINA (setup) per la RACCOLTA (payoff) meravigliosa racchiusa nella frase:
"Sono io il Re del Bosco, IO, IO!".

Perché ce ne hai privato? (tanto più che ne sento l'odore anche nella frase sull'orso… gira sullo spiedo della storia ma… tu non la infilzi nel tuo spiedo, mi spiace).
Alla prossima!

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angelo.frascella
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#12 » mercoledì 11 novembre 2015, 23:06

Ciao Chiara

L'idea del tuo racconto è carina, ma trovo sia minata alla base da un problema.
Di solito, nella roulette russa c'è un solo colpo. Nel tuo caso, invece, sembra ce ne sia solo uno mancante. Questo però rende tutto poco credibile. Per quanto siano ubriachi e si siano fatti prendere la mano, dopo che il primo compagno è morto, di fronte alla scena del cervello dell’amico che esplode gli altri dovrebbero essere tutti presi dal panico e/o rendersi conto di quanto sia stupido ciò che stanno facendo. Invece vanno avanti come se niente fosse.
Inoltre la narrazione risulta un po' confusa. Qualche annotazione qua e là, in tal proposito:
- "L'ubriacatura si stava acquietando e cominciò" suona male. Meglio "e cominciava..."
. "Uno, sentito il "click" a vuoto della pistola, aveva deciso di ritirarsi..." Ma ormai lui aveva fatto il suo turno. Che bisogno c'era di ritirarsi?
- "Mike che temeva l'attacco di qualche orso...". Qui non è chiaro se Mike tema per se stesso o per l'amico. In ogni caso non mi sembra
coerente col fatto che si stanno ammazzando uno per volta, come se niente fosse.
- "...lasciava che il codardo nel bosco si occupasse dei danni". Ma non se n'era andato nel folto? Che ci fa ora lì ad occuparsi dei danni?
Insomma, racconto rimandato a settembre.

A rileggerci

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raffaele.marra
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#13 » giovedì 12 novembre 2015, 0:16

Un racconto originale, che omaggia “il cacciatore” con lealtà, e che incuriosisce. Buono lo stile, sufficientemente adeguato alla vicenda. Resta una mia personale difficoltà a farmi coinvolgere nella storia che, sebbene non sia affatto prevedibile, alla lunga non sembra in grado di creare alcun legame empatico tra lettore e protagonisti. In altre parole, alla fine risulta tutto un po’ freddo, troppo distaccato, poco avvincente.

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lordmax
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Re: Trote in un secchio

Messaggio#14 » venerdì 13 novembre 2015, 21:10

Bello il concept e l’incipit ma troppo forbito per un personaggChiedo infinitamente scusa per il ritardo, purtroppo ieri sono rimasto sconfitto da un malditesta molto forte e alla fine non ho consegnato la classifica… e avevo scritto tutti i miei inutili commenti. Maurizio mi ha convinto a postarli ugualmente anche se con un giorno di ritardo quindi ecco il mio.

Bello il concept e l’incipit ma troppo forbito per un personaggio che invece appare grezzo e spaccone. Molte descrizioni eccessive e la scelta di una terza persona anch’essa descrittiva mi tengono fuori dal racconto, non riesco ad essere partecipe ne del protagonista ne del vigliacco ne di altri, m sembra di leggere la trama di un film, interessante ma sempre distante.
Sicuramente l’aggiunta di diaoghi interiori e esteriori, magari anche con il protagonista che parla da solo o agli amici morti potrebbe rendere il racconto molto più inquietante e incisivo.

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