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Conigli

Inviato: giovedì 5 novembre 2015, 23:56
da AmbraStancampiano
Quando ero bambino mio padre mi ha mostrato come ammazzare i conigli: con un colpo di bastone forte, preciso, in mezzo alle orecchie.
- Così non soffrono - mi disse - e la carne resta morbida. Prova tu.

Avevamo la conigliera più grande di Mezzojuso; la gente veniva a comprarli, i nostri conigli, anche dai paesi vicini. Spesso mi chiedevano di donargli la grazia di quel colpo in testa, prima di portarli sulle loro tavole.
Ero bravo, ma mi rifiutavo di uccidere i più piccoli. Loro erano come me, anche se da bambino ero già un gigante.
Poi c’è stata l’epidemia e sono morti tutti; siamo diventati poveri, sono partito per poter mangiare. Come tanti altri.

Dicono che siamo tutti fratelli qui, che da quando la guerra è finita siamo tutti uguali. Ma io non mi sento uguale alla gente di Torino, non parliamo neanche la stessa lingua. Mi guardano dall’alto in basso, mi trattano come uno scemo anche se lavoro bene, con fatica. Mi prendono in giro in questa loro lingua strana, tutta piena di U, finchè non mi arrabbio. Allora gli faccio paura.
Ma io non sono cattivo, e non so come mi sono ritrovato in mezzo a tutto questo; mi fidavo dei miei compagni, della gente del mio paese.
Noi sappiamo farci gli affari nostri, se quella donna si fosse fatta i suoi non sarebbe finita così.
Invece lei ha riconosciuto Pietro, e anche se era legata e le puntavamo contro le pistole non si è saputa trattenere: ha detto il suo nome.

C’erano undici persone nella cascina quella sera, stavano festeggiando qualcosa. L’hanno sentita tutti.

Me li hanno portati davanti uno a uno, io tenevo il bastone. Li ho colpiti come fossero conigli. I conigli però non si lamentano, non sanno cosa gli sta per succedere.
Con l’ultimo non ce l’ho fatta. Era troppo piccolo.

Ciccio, che vive qui da anni, lo ha chiuso a chiave in una stanza. Gianni ha buttato i corpi dentro un pozzo mentre Pietro, che conosceva la casa, ha frugato ovunque per cercare i soldi.
Poi siamo scappati, è passato del tempo, non credevamo che ci avrebbero presi.

Ora invece siamo qui, in questo posto grigio e triste con le sbarre alle finestre; come se non bastasse la nebbia ogni mattina a succhiarti via tutta la felicità.
La guardia ci ha appena dato la notizia, sembrava quasi contenta; sorrideva, sotto quei suoi baffetti: siamo stati messi a morte, e saremo gli ultimi a morire così.

Stanno facendo una cosa che si chiama Repubblica, che dopo di noi non ucciderà più nessuno.

Ho steso un lenzuolo per terra nella mia cella, mi sono sdraiato e me ne sono messo un altro addosso.
Sto piangendo la mia morte, nessun altro lo farà.


NDA
Questo racconto, sebbene in maniera fantasiosa, è ispirato alla strage di Villarbasse. Nel 1945 quattro banditi Siciliani rapinarono una cascina a Villarbasse, in provincia di Torino, ed uccisero tutti i presenti perchè una donna aveva riconosciuto il basista.
I colpevoli furono gli ultimi condannati a morte della nascente Repubblica Italiana.
Qui la storia https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Villarbasse
Qui un interessante articolo di G. Bocca a riguardo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/03/04/pena-di-morte-quell-ultima-volta-nell.html

Re: Conigli

Inviato: venerdì 6 novembre 2015, 21:13
da Angela
La prima parte del racconto è il pezzo forte, secondo me. Descrivi la vita contadina senza sconti e lo fai con uno stile chiaro e asciutto. Poi le cose cambiano e non solo per il protagonista. Sento che prendi le distanze, almeno come lettrice mi arriva questo messaggio. Tutto diventa più veloce e frammentato (colpa anche dei caratteri a disposizione). Forse ho sbagliato a leggere prima la nota a fondo pagina, ma il testo non mi ha coinvolta. Lo stile è ottimo perché tu sei brava e ho pochissimi appunti da farti. Hai il pregio di aver riportato un fatto storico, ma l'ho vissuto in maniera distaccata.

Poi c’è stata l’epidemia e sono morti tutti; siamo diventati poveri, sono partito per poter mangiare.
L’incipit è fantastico, poi arriva questa accelerazione dove in una frase succede di tutto.

Ma io non sono cattivo, e non so come mi sono ritrovato in mezzo a tutto questo; mi fidavo dei miei compagni, della gente del mio paese.
La seconda parte non mi è chiara. Forse vuoi dire che non ti fidi dei torinesi, ma è comunque un periodo da sistemare, secondo me.

Re: Conigli

Inviato: sabato 7 novembre 2015, 0:20
da AmbraStancampiano
Ciao Angela,
permettimi di dissentire dal tuo commento; nel senso, non sono io che mi distacco dalla vicenda ma è il protagonista che la racconta, e lo fa con un distacco che deriva dalla sua visione della cosa: non ha fatto niente di male (almeno secondo lui). Ha ucciso quelle persone esattamente come uccideva i conigli.
Il primo pezzo è un po' più emotivo perché parla della sua infanzia (tutti siamo più emotivi quando ne parliamo), poi parte il racconto.
Chiaramente il focus è sulla strage, perciò ho usato parole semplici e incisive per descrivere le motivazioni dell'emigrazione, che del resto è un fenomeno semplice: si va via da casa per poter mangiare.
Riguardo al fatto che il protagonista (Giovanni Puleo) non si fidi dei torinesi, be', è esplicato abbondantemente nel periodo precedente. E in generale quando ci si trova in un paese straniero, come poteva essere anche l'Italia del nord per un siciliano nell'immediato dopo guerra, si tende a legare soprattutto coi propri compaesani.
Spero di averti chiarito questi passaggi.
Alla prossima!

Re: Conigli

Inviato: sabato 7 novembre 2015, 17:18
da Peter7413
Racconto di alto livello. Si parla di Italia che fu, ma non solo, qui c'è anche un racconto sulla difficoltà di socializzazione tra gruppi aventi culture diverse. In più, il tutto è passato attraverso una sensibilità "informata", si percepisce una profondità di sguardo filtrato attraverso l'apparente semplicità della storia narrata. Poi c'è equilibrio, il cerchio si chiude alla perfezione e forse, e qui rilevo l'unico appunto che mi sento di muovere, il finale è persino un pelo troppo lungo, anche se custode d'informazioni importanti. Le ultime due righe, in particolare, sono essenziali in quanto aprono una finestra sulla paura del protagonista permettendo al lettore di "sentirlo" ancora di più, recuperando in tal modo quel senso di distacco che si era creato durante la descrizione della strage. Un ottimo lavoro, complimenti.

Re: Conigli

Inviato: domenica 8 novembre 2015, 23:30
da Andrea Partiti
Il tuo racconto mi è piaciuto davvero molto. Mi spiace non avere tante cose da dire e commentare, ma non lo cambierei assolutamente, né come ritmi né come registro - che trovo azzeccatissimo per rendere un personaggio "semplice" e frammentato nel linguaggio e nei pensieri.
Penso che sia un punto di grande forza, l'aver dato una voce così credibile a un protagonista che è oggettivamente lontano da noi e dal nostro tempo.
Non conoscevo l'episodio, ho letto con piacere le pagine che linki, ma non credo che il racconto ne perda, senza sapere esattamente a cosa si riferisce. Al massimo ne guadagna agli occhi di chi invece coglie!

Re: Conigli

Inviato: lunedì 9 novembre 2015, 16:00
da Veronica Cani
Ciao, Ambra :)
Il tuo racconto è molto bello ed evocativo. Il tema è rispettato, visto che i condannati saranno gli ultimi ad andare a morte, prima della nascita della Repubblica. Lo stile è scorrevole e non ho nulla da eccepire, a parte la frase “Spesso mi chiedevano di donargli la grazia di quel colpo in testa”, in cui la norma imporrebbe di usare “donare loro”, visto che l’antecedente del pronome, cioè i conigli, è un plurale. A parte questo, buona prova! :)

Re: Conigli

Inviato: lunedì 9 novembre 2015, 23:43
da angelo.frascella
Wow, Ambra! Che gran racconto. Una piccola perla. Dopo la prima parte avevo temuto di trovarmi di fronte a un racconto di quelli pietistici che mostrano la realtà tutta di un colore. Invece ne viene fuori una storia a tutto tondo: com grande abilità dipingi un criminale dall’interno, mostrando la sua completa incapacità di capire l’atrocità che ha commesso e la sua pietà diretta unicamente verso se stessa, senza farti prendere la mano da giudizi morali, che vengono lasciati al lettore. Allo stesso tempo riesci a mostrare l’umanità presente all’interno del “mostro” dando spessore alla sua figura. Il tutto con una resa stilistica eccellente. Complimenti.

Re: Conigli

Inviato: martedì 10 novembre 2015, 17:53
da ceranu
Ciao Ambra. Hai preso una storia di cronaca del nostro paese e l'hai trasformata in un bel racconto, brava. Mi piace il modo in cui ci fai entrare nella storia, parti da un personaggio disadattato che vive gli accadimenti con la naturalezza di un uomo semplice, cresciuto in modo diverso dal resto del mondo e che quindi non percepisce fino in fondo cosa sta succedendo. Così facendo la tragedia si allarga e va ben oltre i fatti. Complimenti, sei in grado di presentare i racconti da un'angolazione sempre particolare.
Ciao, alla prossima.

Re: Conigli

Inviato: mercoledì 11 novembre 2015, 14:54
da maria rosaria
Ciao Ambra.
Anche mio nonno ammazzava i conigli nel modo in cui hai descritto e poi li scuoiava. Ero una bambina, avrò avuto al massimo 7 anni, adoravo mio nonno e ricordo ancora quelle scene.
La tua storia mi ha catturato perchè mi ha fatto ritornare indietro nel tempo, anche se poi evolve in un modo diverso dalla "mia" storia. C'è un sapore d'altri tempi che hai ricreato molto bene e i personaggi sono delineati benissimo.
Ho apprezzato molto l'interpretazione dell'ultimo come "ultimo condannato a morte".
Bravissima!

Re: Conigli

Inviato: mercoledì 11 novembre 2015, 23:28
da beppe.roncari
Ciao Ambra! Ben ritrovata.
A me il racconto è piaciuto. Punto. Punto e virgola, due punti, a capo, punto esclamativo.
Brava.
Fatico ad arrivare ai 300 caratteri canonici del commento per trovare qualcosa che non va. Non c'è niente che non va nel racconto, ed è un'ottima idea. Forse solo la nota dell'autore con spiegone finale, ecco, quella potevi tralasciarla.
Brava, alla prossima! ^___^

Re: Conigli

Inviato: giovedì 12 novembre 2015, 0:04
da raffaele.marra
Mi è rimasto molto di questo racconto, nell’immaginazione e nel ricordo, e credo sia la prova che si tratti di un ottimo testo. La storia è straordinaria, sebbene narri un evento storico. Ma credo che la straordinarietà che mi ha conquistato non dipenda dalla storia in sé ma dal modo in cui tu la presenti al lettore. È assolutamente ammirevole la disinvoltura con cui, nel tuo scritto, passi dall’innocenza all’orrore e viceversa. In questa storia di uomini semplici, di gente di campagna che patisce la povertà e la guerra, si vola tra immagini di un passato difficile, a tratti cinico, ma di una crudezza accettabile visti i tempi, per poi precipitare in un attimo in abissi di follia che non ti aspetti e che ti fanno saltare sulla sedia. Mi sono chiesto più volte dove fosse il tema, pensando che considerare “ultimo” questo ragazzone ammazza-conigli sarebbe stato un po’ avvilente. E invece il concetto di ultimo è legato alle esecuzioni della nascente Repubblica Italiana, il che mi ha sorpreso e mi ha convinto definitivamente della perfezione del tuo racconto.
Ora lo stampo e lo faccio leggere ai miei amici…

Re: Conigli

Inviato: giovedì 12 novembre 2015, 0:36
da AmbraStancampiano
Be' che dire.. WOW!
*_*
Grazie a tutti davvero :)

Re: Conigli

Inviato: giovedì 12 novembre 2015, 20:42
da erika.adale
Un ottimo racconto, senza se e senza ma. Forte nel titolo, nella stesura, nella chiusa. Con il bonus ulteriore di regalare al lettore che ignora la vicenda, gli estremi per approfondire un fatto di cronaca forte e strettamente legato alla nostra storia. Ecco, proprio per il bene del lettore, piuttosto che la NDA finale avrei preferito un'anticipazione, magari un riassunto del fatto di cronaca, espresso nel modo più asettico possibile per creare il massimo contrasto con il seguito, emotivamente forte. Questo perchè ho capito appieno il racconto solo rileggendolo dopo la dovuta incursione su Wikipedia.

Re: Conigli

Inviato: venerdì 13 novembre 2015, 21:06
da lordmax
Chiedo infinitamente scusa per il ritardo, purtroppo ieri sono rimasto sconfitto da un malditesta molto forte e alla fine non ho consegnato la classifica… e avevo scritto tutti i miei inutili commenti. Maurizio mi ha convinto a postarli ugualmente anche se con un giorno di ritardo quindi ecco il mio.

Bella idea, confermo che si uccidono anche così i conigli. Mio nonno era bravissimo.
La prima parte mi piace molto, è toccante, poi diventa tutto un po troppo veloce e inarrivabile (se ha senso il termine).
Mi piace che sia scritto in forma di memoria personale, visto dall’interno, una specie di flashback della sua vita. Anche il finale, molto contadino, è ottimo.