5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

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ceranu
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5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#1 » venerdì 6 novembre 2015, 0:30

Voglio riaccendere la fiammella sopita sotto le ceneri della quotidianità. Non si contano più i giorni che ho passato senza un sussulto; ho sempre avuto l'impressione di buttare via il mio tempo, e forse era solo su quello che avevo ragione.
Ci ho provato, giuro che l'ho fatto.
Ho lasciato le compagnie che mi traviavano, tagliato i capelli, tolto i piercing, sposato una brava ragazza, generato te, comprato un'automobile, adottato un cane e acceso un mutuo. Ma non è servito, sono rimasto sempre io nascosto da tanto nulla.
Per un po' ci ho creduto: riuscivo a dormire sonni senza sogni, ma il passato è tornato e mi ha travolto.
Non ho avuto nessuna folgorazione, non c'è stato nessun messia; ho solo ascoltato la canzone che aveva le chiavi dei miei ricordi.
Da allora tutte le notti sogno le chiacchierate interminabili al gusto di birra e marijuana, dopo la doccia mi passo la mano tra i capelli e quando sono nervoso mordicchio la cicatrice che ho nel labbro. Sono arrivato a scordarmi di venirti a prendere a scuola e rimpiango gli anni che sto facendo buttare a tua madre.
Poi, un mese fa, ho trovato la via proprio dove l'aveva lasciata; abbandonata sul diario di un adolescente sognatore, tratteggiata con una matita durante le ore di filosofia, ispirata dagli occhi spenti di un uomo che prima di me aveva smesso di essere.
“Se vivrò da fallito, morirò da eroe.”
Ero depresso in quei giorni e forse lo sono ancora, ma quelle parole rappresentano una promessa fatta a me stesso.
Non ti chiedo scusa, perché se riuscirò nel mio intento sarai tu a gioire.
Se domani mattina non mi troverai nel mio letto e, aprendo la finestra, sentirai l'odore della cenere, allora vorrà dire che ce l'ho fatta e da quel momento toccherà a te far cambiare tutto.
Ti lascio quest'ultima lettera perché tu possa capirmi.
Ti voglio bene.
Papà.


«Mammaaaa!»
Giulia si svegliò di soprassalto richiamata dalle urla della figlia. Si mise a sedere sul letto e si voltò dalla parte di Daniele; era vuota. Poggiò i piedi a terra e corse nella stanza di Stefania.
«Che succede amore mio, hai fatto un brutto sogno?»
La figlia era seduta a terra, le ginocchia al petto e il volto rigato dalle lacrime. «Papà» si limitò a dire la ragazza, porgendole un foglio. Giulia lo prese in mano e si mise a leggere. Ogni parola era una sassata che demoliva le certezze di una vita.
Con gli occhi arrossati camminò fino alla finestra, impugnò la maniglia e la girò. Su Roma aleggiava una nube nera e nell'aria si sentiva odore di fumo. Si sporse e vide il custode del palazzo parlare con dei passanti.
«Mario!» lo richiamò urlando.
L'uomo alzò la testa e fece due passi in direzione della strada «Che c'è?»
«Che sta succedendo?»
«Hanno fatto esplodere il Vaticano!»
Giulia si sentì mancare, barcollò e si lasciò cadere accanto alla figlia.
«Che è successo, mamma?»
La donna abbozzò un sorriso, ma una lacrima tradì la sua tristezza. «Papà ce l'ha fatta» disse abbracciandola.



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Angela
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#2 » venerdì 6 novembre 2015, 14:05

La famosa "congiura delle polveri" qui rispolverata per l'occasione e con un finale differente. Una buona idea ben sviluppata con il finale che non ti aspetti. Stile molto buono; non ho appunti da farti in merito. Passiamo alle critiche.
Il testo si apre con una lettera, anche se inizialmente non lo sembra. Forse la cosa è voluta, non so. Secondo me avresti dovuto iniziare con il canonico "Cara Stefania". Altra cosa che non torna è la caratterizzazione del personaggio che conosciamo solo attraverso la lettera. Da un lato si evince l'amore per la famiglia, ma poi sembra scemare in alcune affermazioni (sono sempre io, nascosto da tanto nulla).
La seconda parte invece è chiarissima e ben scritta anzi descritta. Una scena drammatica che sei riuscito a delineare fino in fondo senza scadere in giudizi. Non conosciamo tutto, ma trovo l'idea di dare spazio al lettore, più che azzeccata.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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ceranu
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#3 » sabato 7 novembre 2015, 0:55

Da un lato si evince l'amore per la famiglia, ma poi sembra scemare in alcune affermazioni (sono sempre io, nascosto da tanto nulla).
Hai colto in pieno lo spirito di Daniele. È proprio quello il suo problema, il senso di responsabilità che lo lega alla famiglia da una parte e la voglia di essere se stesso dall'alra. Non è mancanza di coerenza, ma una battaglia interiore.
Ciao e grazie per il commento

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AmbraStancampiano
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#4 » domenica 8 novembre 2015, 21:16

Ciao Francesco :)
intanto rinnovo il mio apprezzamento per aver scritto, il 5 novembre 2015, un racconto sul 5 novembre; lo avrei fatto anche io ed avremmo presentato un racconto quasi fotocopia, ma non sono riuscita a farlo quadrare col tema dell'ultimo. Meglio così.
Trovo il tuo racconto molto ben dosato, presentare il tuo protagonista con la lettera alla figlia è un'idea vincente, che consente di entrare bene nella psicologia del personaggio senza incorrere nei disagi del POV in prima persona (disagi che al momento sento molto vicini -_-).
In particolare, ti faccio i miei complimenti per questo periodo:
ceranu ha scritto:Per un po' ci ho creduto: riuscivo a dormire sonni senza sogni, ma il passato è tornato e mi ha travolto.
Non ho avuto nessuna folgorazione, non c'è stato nessun messia; ho solo ascoltato la canzone che aveva le chiavi dei miei ricordi.
Da allora tutte le notti sogno le chiacchierate interminabili al gusto di birra e marijuana, dopo la doccia mi passo la mano tra i capelli e quando sono nervoso mordicchio la cicatrice che ho nel labbro.

Amaro, verissimo, fortemente empatico. Avrei voluto abbracciare il protagonista e chiamarlo "fratello" ( ma forse anche questi sono disagi tutti miei).
Anche il resto del racconto è ben narrato, ma su questo ti faccio due appunti: il primo riguarda la prevedibilità del finale: lui sta per compiere un attacco terroristico; lui punta al Vaticano, noi pensiamo al Parlamento. Però sappiamo che sta per compiere un attacco terroristico. Se invece si fosse, non so, arruolato nella legione straniera, avresti ottenuto un effetto sorpresa che sebbene non necessario crea un certo senso di stupore nel lettore.
Il secondo appunto riguarda proprio il tema, "L'ultimo", che secondo me non è perfettamente centrato.
Comunque sia, davvero bravo. Complimenti :)

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Andrea Partiti
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#5 » lunedì 9 novembre 2015, 16:47

Per quanto riguarda la lettera, Alan Moore sarebbe orgoglioso di te e di come affronti la gabbia della quotidianità che intrappola il protagonista poco alla volta, subdolamente, fino al suo risveglio che mette in moto il racconto. Tra tutti i partecipanti sei quello che ha elaborato il tema in maniera meno letterale (forse era facile trovare idee senza pescare troppo lontano), ma è comunque molto presente.
Lo stile è ottimo, piacevole da leggere e senza intoppi, e non è facile nei racconti epistolari.
Mi ispira un po' meno la chiusa, fuori dalla lettera, forse per lo strattone che riporta di colpo la mente all'Italia, al Vaticano e ai problemi locali, che non mi aspettavo e comunque mi sembrano molto distanti dallo spirito e dagli scopi originali della Congiura delle Polveri.
La madre all'oscuro dei rimpianti del marito che accetta così in fretta e con un sorriso addirittura la sua missione, mi sembra incongrua alla luce di come ne parla nella lettera, come una vittima del suo conformarsi.

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angelo.frascella
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#6 » lunedì 9 novembre 2015, 22:54

Ciao Francesco.

Complimenti. Gran bel racconto: nella prima parte, con la lettera, sintetizzi il “male di vivere” senza però essere didascalico e facendo sentire bene la sofferenza del protagonista. La seconda forse funziona un po’ meno perché il titolo è un grosso spoiler per chi conosce o V per Vendetta o la figura storica di Guy Fawkes. Aggiungo che la scena finale con il sorriso abbozzato della moglie non mi convince. La donna si trova di fronte a una tragedia e ha perso il marito. Una reazione così mi sembra limitata. Capisco che nel limite di spazio e tempo, comunque, questo dettaglio è rimasto trascurato. Rimane un ottimo racconto.

A rileggerci
Angelo

Veronica Cani
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#7 » martedì 10 novembre 2015, 22:55

Ciao, Francesco :)
Il tuo racconto è molto coinvolgente e ben scritto, e non ho nessun appunto da farti sulla forma. L’unico aspetto che mi lascia perplessa è l’aderenza al tema. E’ pur vero che sfiori l’argomento nella frase “Ti lascio quest'ultima lettera perché tu possa capirmi”, ma a parte questo non vedo altri elementi che rimandino alla tematica richiesta. In ogni caso, un racconto gradevole :)

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ceranu
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#8 » martedì 10 novembre 2015, 23:11

Ciao Veronica non credo di non essere a tema, L'ultimo è un tema aperto che lascia mille interpretazioni. Nel mio caso è l'ultima lettera che un padre scrive alla figlia.

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maria rosaria
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#9 » mercoledì 11 novembre 2015, 15:29

Ciao Francesco.
Bravo perchè hai saputo utilizzare un avvenimento storico come spunto per descrivere un rapporto padre/figlia.
La lettera, l'ultima, che il padre scrive per giustificare la sua assenza è densa di tutte quelle riflessioni che, come genitore, può capitare di fare a un certo punto della propria vita, quando si pensa ai sogni infranti o alle aspettative che avevamo da adolescenti.
Anche lo stile che hai usato mi è piaciuto molto, pulito, asciutto quanto basta.
Se posso permettermi, avrei concluso il racconto alla frase "Hanno fatto esplodere il Vaticano", eliminando le ultime frasi e lasciando al lettore la possibilità di trarre le sue conclusioni.
Non so, è solo un'idea.
Bravo!
Maria Rosaria

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beppe.roncari
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#10 » mercoledì 11 novembre 2015, 22:24

Ciao Fra! Bel racconto!
Avrei voluto scriverlo io e far slatare tutto… eheh. Solo che nel mio progetto più prosaicamente i ribelli facevano saltare il Parlamento Italiano ma… era vuoto. Ammazzavano solo quei due o tre politici onesti che si erano recati a lavorare…
Tu scegli di puntare "Più in Alto".
Sul tema, forse centrato. "L'ultimo nemico". Io l'ho vista così. Loro sostengono che "L'ultimo nemico ad essere sconfitto sarà la morte"… e quindi ammettono che A) la morte non è stata ancora sconfitta, quindi niente Risurrezione, quindi B) ci stanno prendendo in giro, e C) saranno sconfitti prima loro, della morte…
Alla prossima!

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raffaele.marra
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#11 » giovedì 12 novembre 2015, 0:20

La forza di questo racconto, secondo il mio gusto, è lo stile, soprattutto nella prima parte. Mi piace molto, è giustamente aulico e ricercato, sa di antico e di profondo, suscita fascino e interesse. E risulta perfettamente appropriato alla storia che, nella seconda parte del racconto, muta atmosfera senza perdere di intensità, anzi esplicitando la stessa carica della prima parte in un contesto ben definito e attuale, e per questo anche più inquietante. Unica pecca, non vedo una chiara attinenza al tema del mese: diciamo che il concetto di “ultimo” è appena suggerito, sicuramente un po’ forzato.

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Peter7413
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#12 » giovedì 12 novembre 2015, 18:29

Parto dal grosso problema che ho rilevato: l'aderenza al tema. Ho letto i commenti e le risposte e a domanda diretta rispondi che l'ultimo è l'ultima lettera... Ecco, c'è un problema di genere difficilmente risolvibile. A questo punto avrei quasi preferito non leggere nessun ULTIMO in corso di testo e che tu non rispondessi, ma avendolo fatto, devo, mio malgrado, giungere alla conclusione che il tema è mancato. E mi spiace perché il racconto è molto buono e sono sicuro che l'Antico te lo ammetterebbe direttamente alla vetrina del sito perché a una prima parte molto ben riuscita in cui tratteggi il profilo del protagonista segue una conclusione cattiva in cui punti al bersaglio grosso e lo sai che sono uno dei sostenitori del "se devi osare, fallo in grande". Quindi, giudizio ottimo sul racconto, ma fuori tema e, ai fini della classifica, devo per forza penalizzarlo.

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ceranu
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#13 » giovedì 12 novembre 2015, 18:56

L'ultimo, c'è. Se lo vuoi al maschile è il saluto, ma la sostanza non cambia.
Ultima modifica di ceranu il giovedì 12 novembre 2015, 19:07, modificato 2 volte in totale.

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Andrea Partiti
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#14 » giovedì 12 novembre 2015, 18:59

Io l'avevo interpretato come l'ultimo atto di una persona che vuole ritrovare se stessa. Un ultimo tentativo di riscatto, definitivo e senza ritorno, se vuoi.

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erika.adale
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#15 » giovedì 12 novembre 2015, 19:00

Ciao Ceranu,
sbaglio o non è la prima volta che parli di esplosioni? Non ricordo in quale contest ( e contesto) un tuo personaggio doveva far saltare l'Expo...Ma visto che è finito senza danni, conviene pensare più in grande! A parte, qui il tema portante è comunque altro.
Il tuo racconto mi è piaciuto, direi che la colonna portante è questo rapporto padre-figlia, ben tratteggiato per quanto riguarda il papà, più vago ( e forse più comprensibilmente semplice) per quanto riguardo la piccola.
Solo due pensieri. Primo, sarei partita con il classico "Cara..."; lo so, è banale, ma ho impiegato troppe righe a capire che si tratta di una lettera. Quanto meno, troppe per un racconto così breve.
Secondo, io chiuderei con la parola "Vaticano". Il titolo e la lettera ci dicono già tutto ed è meglio che il lettore faccia due più due da solo. Fornirgli un'ulteriore spiegazione fa calare la tensione, secondo me.

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ceranu
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#16 » giovedì 12 novembre 2015, 19:24

Ciao Andrea, nel racconto ci sono altri ultimo, ma non importa.
Erika, hai ragione. Era la demo edition, e anche lì c'era un'esplosione. In quel caso esplodeva piazza Duomo a Milano.
Per il "cara" non sei la prima a farmelo notare, non lo so, non volevo banalizzare quel saluto. Lui sapeva di andare a morire e non avrei visto un cara. Probabilmente dal punto di vista della narrazione avete ragione.

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ceranu
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#17 » venerdì 13 novembre 2015, 10:57

A giochi fatti provo a spiegarvi il comportamento della moglie. Non lo trovo così innaturale; Daniele dice di essere in quella condizione da parecchio tempo e di aver trovato una soluzione solo nell'ultimo mese. Lei vive con Daniele quindi avrà vissuto tutte le sue paturnie, l'avrà visto allontanarsi, avrà capito che qualcosa non andava. Lui si definisce "depresso", stato che difficilmente passa inosservato. Quindi lei non si stupisce del gesto estremo, ma l'unica cosa che può fare è cercare di consolare la figlia, unico appiglio che le rimane per andare avanti.
La frase "c'è l'ha fatta" non è riferita all'attentato, ma allo scrollarsi di dosso il malessere.
Comunque ci sta che tutto questo non possa arrivare, lei compare marginalmente nel racconto, non è per nulla caratterizzata se non tramite i comportamenti di Daniele.
Ciao e grazie a tutti per i commenti.

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lordmax
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Re: 5 novembre di qualche secolo dopo (di Francesco Nucera)

Messaggio#18 » venerdì 13 novembre 2015, 20:56

Chiedo infinitamente scusa per il ritardo, purtroppo ieri sono rimasto sconfitto da un malditesta molto forte e alla fine non ho consegnato la classifica… e avevo scritto tutti i miei inutili commenti. Maurizio mi ha convinto a postarli ugualmente anche se con un giorno di ritardo quindi ecco il mio.

Bellissima l’idea di un racconto sul 5 novembre il 5 novembre, mi è piaciuto molto.
Bella l’idea di un racconto epistolare e di come descrivi la quotidianità, come una brutta cosa sotto cui brucia un fuoco… che poi è quello che porta all’atto terroristico.
Meno bene, a mio modestissimo parere, il concetto di ultimo, non si capisce dove è situato esattamente il tema.
L’unico appunto che ti faccio è sull’ultima frase, l’avrei preferita più secca, giusto una quisquilia.

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