Una vecchia ferita

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Sherwood
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Una vecchia ferita

Messaggio#1 » lunedì 17 gennaio 2022, 22:16

La sala d’aspetto è quasi vuota. Succede sempre così nel week end, perché non ci sono gli studenti e i pendolari e per me è il momento migliore per viaggiare. Il mio in realtà è solo un piccolo spostamento, da Ostiense prendo il treno per andare alla Stazione Termini e da lì prendo l’autobus per il cimitero.
I fiori me li porto da casa, li coltivo sul balcone, è come se lasciassi sulla tomba dei miei genitori un pezzetto della casa dove hanno vissuto per quarant’anni. Scosto la busta che ho in grembo per osservare meglio l’uomo che siede di fronte a me, non so spiegarlo ma ha qualcosa di famigliare.
È intento a digitare qualcosa al cellulare, mentre il bambino che è con lui sgranocchia con gusto dei pop corn. Indossano entrambi una tuta da ginnastica, forse sono tra i podisti che hanno partecipato alla maratona.
Il bambino cerca di attirare l’attenzione del padre, è decisamente annoiato ed è allora che incrocio i suoi occhi, anche se solo per un attimo.
Attilio Corsi. Quinta B, due file dopo la mia.
Per un istante smetto di respirare, ma lui non mi ha riconosciuta. Del resto, come potrebbe? Sono ingrassata e poi ho smesso di tingere i capelli e dimostro molto più degli anni che ho. Lui invece è decisamente tonico, ha i capelli corti come allora, solo il viso tradisce il tempo trascorso. Ha profonde rughe di espressione ai lati della bocca e sulla fronte e due lunette scure sotto gli occhi, che fanno risaltare ancora di più il grigio che a volte vira sul verde.
Mi fa lo stesso effetto di allora: una carezza sul cuore e un pugno nello stomaco.
Se solo sapessi, Attilio, quanto ti amavo! Ti amavo a tal punto che non mi importava quando mi insultavi davanti ai nostri compagni solo perché i miei non avevano abbastanza soldi per comprarmi cose alla moda e indossavo gli abiti dismessi dei miei cugini, fuori tempo e fuori luogo.
E non mi importava neppure quando strappavi le pagine dei miei libri e le trasformavi in aerei da far volare fuori dalla finestra e poi scommettevi con i tuoi amici quale sarebbe arrivato più lontano.
Assurdamente pensavo che la tua indifferenza sarebbe stata peggiore e accettavo le angherie con la segreta speranza che un giorno le cose sarebbero cambiate. Invece è stato così per ogni santo giorno, fino al diploma.
Alla fine tuo figlio ha vinto e ti sei alzato a malavoglia per assecondarlo. Hai messo il cellulare nella tasca e ti sei diretto verso l’uscita.
Mi sento come allora, quando trovavi un diversivo, un altro gioco e ti dimenticavi di me. E io finalmente potevo guardarti senza paura, ascoltare la tua voce, la risata inconfondibile che metteva allegria e a volte sorridevo anch’io alle tue battute, come se facessi parte della tua combriccola, come se quello che facevi mi riguardasse.
Chiudo gli occhi e faccio un bel respiro e quando li riapro tu sei davanti a me. Me ne sono accorta perché hai coperto la luce al neon. Mi sento come una formica che vede il piede che si solleva e la sovrasta.
“Te lo devo chiedere, perché mi sembri proprio una mia compagna di classe” dice.
La sua voce è cambiata, si è fatta più intensa, più dolce. Deglutisco e annaspo cercando qualcosa di interessante da dire, sento che potrebbe essere tutto diverso adesso, in fondo non siamo più due adolescenti. Apro la bocca, ma le parole muoiono ancora prima di essere pronunciate.
“Non puoi essere tu” conclude dopo avermi squadrata. “Sei troppo vecchia.”



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antico
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#2 » lunedì 17 gennaio 2022, 22:23

Ciao Angela e bentornata nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona PATRIZIA RINALIDI EDITION!

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GiulianoCannoletta
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#3 » mercoledì 19 gennaio 2022, 10:24

Ciao Angela, piacere di averti letto!
Il tuo racconto mi ha trasmesso molta malinconia, nel ricordo di quelle prepotenze subite dalla protagonista proprio da parte della persona di cui si era infatuata. Nonostante il tempo trascorso Attilio non pare molto cambiato e l'insicurezza della protagonista nemmeno.
Questa atmosfera ben riuscita è uno dei punti di forza del racconto. Anche il finale secco e crudo mi è piaciuto.
La parte che mi ha convinto di meno è quella iniziale, dove le informazioni vengono date al lettore in modo un po' troppo artificiale.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Il Calmo
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#4 » mercoledì 19 gennaio 2022, 11:35

Il racconto è pulito e scorrevole e l’idea, semplice è efficace.
Ci sono però delle cose che ho apprezzato meno. La parte iniziale secondo me è abbastanza inutile (ci interessa ai fini del racconto che lei va sulla tomba dei genitori portando i fiori?) ..il contesto del cimitero l’ho trovato sostanzialmente inutile.
L’altro problema è il racconto nel mezzo, quando lei ripensa al periodo della scuola. È un po’ telefonato e espressioni come “quanto ti amavo” le ho trovate un po’ finte.
Anche i continui riferimenti alle angherie secondo me si addicono un po’ male ad un rapporto tra un maschio e una femmina a scuola…forse era più facile tra femmine o tra maschi perché così sembra tutto un po’ forzato.
Lodevole invece il finale che strappa anche una risata amara! Lì il ritmo funziona e anche il piccolo colpo di scena cattura il lettore.

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MatteoMantoani
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#5 » giovedì 20 gennaio 2022, 18:21

Prime Impressioni: Ciao Angela. Piacere di rileggerti. Un altro racconto che parla di scuola! Ah! Che posto pieno di "piccoli soprusi quotidiani" :)

Aderenza al Tema: Tutto ok.

Punti di Miglioramento: Questo racconto è ha un inizio traballante e man mano che ci si avvicina al finale migliora. C'è un po' di confusione su chi sia questo personaggio e cosa stia facendo (ha una busta in mano? O dei fiori?), in più ci sono piccoli dettagli che non servono all'economia della storia e che non caratterizzano più di tanto. Che ci importa dei fiori e del cimitero? Magari il personaggio sta effettivamente pensando a queste cose ma il lettore, specie all'inizio, ha bisogno di appigli per andare a creare nella sua testa un punto di partenza per la storia. Se mi parli di fiori e cimiteri, ecco che io penso: il racconto sarà su questo, invece no.
Il resto arriva meglio, il ricordo dell'infatuazione per il bulletto è ben reso.
Lato stile mi hanno convinto poco alcune frasi, te le segnalo solo per correttezza sperando che possa esserti utile, ma non prendertela se non sei d'accordo:
due lunette scure sotto gli occhi, che fanno risaltare ancora di più il grigio che a volte vira sul verde
qui mi sono un po' confuso e pensavo al colore delle lunette, e non a quello degli occhi. Poi, sarà un po' gusto personale, ma perché le occhiaie dovrebbero far risaltare il colore degli occhi? Certo che fanno contrasto, ma.. non mi sembra una cosa molto attraente in un viso..
Mi fa lo stesso effetto di allora: una carezza sul cuore e un pugno nello stomaco.
qui sa un po' di già visto, un po' un cliché linguistico..
“Non puoi essere tu” conclude dopo avermi squadrata. “Sei troppo vecchia.”
Una frase che serve al lettore, ma che vedo poco reale. Immagina una persona che non ti conosce che viene da te e ti dice: "Mi ricordi qualcuno, ma sei troppo vecchio". Non potrebbe solo dire: "No, scusi, ho sbagliato"? Vedi, questa frase è utile a te per far concludere il racconto con un'amara delusione, ma non è molto credibile

Punti di Forza: La storia comunque non è male, si sente il desiderio che i due si ricongiungano, che ci sia un po' di speranza per questa povera donna, ma purtroppo non è così. Sia chiaro, si presagiva che non poteva finire "vissero tutti felici e contenti", ma hai preparato bene il lettore a ricevere la delusione finale.

Conclusioni: Inzomma, la costruzione del racconto, specie nella prima parte, non mi ha convinto granché. Anche la situazione in sé mi pare un po' forzata, con quella battuta di dialogo che mi pare un po' poco realistica. Tuttavia, il racconto ha la forza di presentare l'interiorità della protagonista nel modo corretto, di modo che il lettore ci si affezione e fa il tifo per lei.

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SilviaCasabianca
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#6 » sabato 22 gennaio 2022, 23:05

Ciao Sherwood (bellissimo nome!),

mi sento un po' in difficoltà a commentare perché mi rendo conto che la mia opinione è completamente opposta a quelli precedenti ma fidati che sono davvero sincera. Credo che questo testimoni come alla fine l'amore per la lettura si fondi sulla diversità, sui gusti, e dunque si oppone all'appiattimento.

Il tuo racconto mi ha emozionata, è davvero credibile e bello. Questa forma diaristica è quanto di più verosimile si possa offrire al lettore. Non mi stupirei se mi dicessi che hai usato qualcosa di autobiografico per scriverla, se mi dicessi che la protagonista sei tu perché mi è proprio arrivata questa intimità, questa verità.

Ho apprezzato soprattutto l'inizio, i riferimenti a Roma, città che ho vissuto e che conosco, i piccoli dettagli che nell'economia del racconto sembrano non aggiungere niente ma invece aggiungono carattere, verità. In fondo siamo fatti di esperienze, di emozioni che si mescolano fra di loro, e le emozioni non vivono in comparti stagni, no?

Stupendo anche il momento in cui i due si guardano di sottecchi, si studiano.

L'unica cosa che mi ha lasciata un po' turbata è il finale. Spiazzante si ma in questo caso non ne sentivo affatto il bisogno. Mi sembra davvero poco credibile che un essere umano, per quanto sciocco o cattivo, possa dire a qualcuno che non conosce o con cui non ha confidenza: "sei troppo vecchia". Non so, mi sembra una cattiveria scelta dallo scrittore per stupire, un espediente che finisce però con il rompere proprio all'ultimo il patto narrativo.

Finale a parte, il racconto è bellissimo, complimenti!

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Luca Nesler
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#7 » lunedì 24 gennaio 2022, 11:09

Ciao Angela! Il racconto di una donna che ricorda i soprusi subiti quando riconosce il suo antico carnefice. Come spunto è un po' debole, nel senso che produce un personaggio che non fa che lagnarsi di un ricordo senza granché di interessante nel suo presente. Il bambino è superfluo e lo stile potrebbe essere un po' più agile. In definitiva manca un'azione nel racconto, un'evoluzione della scena che abbia un inizio, uno svolgimento e un finale. Il tutto si può riassumere in “una tipa incontra un vecchio compagno” e nulla cambia. Nemmeno la battuta finale di Attilio ha un senso legato al resto del racconto. Lei dice di sembrare più vecchia di quel che era e lui, in modo del tutto credibile, non la riconosce. Certo, è un bel cafone, ma a parte questo? Lei si piangerà addosso ancora perché il suo amore di un tempo non l'ha riconosciuta? Ok, ma di nuovo, resta tutto come prima.
Insomma, forse questa volta non eri molto ispirata dal tema.

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Signor_Darcy
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#8 » lunedì 24 gennaio 2022, 17:19

Ciao Angela.
Racconto davvero molto buono, per me la miglior declinazione del tema nel gruppo finora (mi manca un solo racconto).
Ben descritto, credibile, nostalgico, disilluso.
Un unico, grosso appunto: “Il bambino cerca di attirare l’attenzione del padre, è decisamente annoiato ed è allora che incrocio i suoi occhi, anche se solo per un attimo.” Per frasi e frasi dopo questa ho pensato che Attilio fosse il bambino e che quindi a. la donna fosse una pedofila o b. avesse un linguaggio e un ruolo non adatti per una sua coetanea.
Il "sei troppo vecchia" è poco credibile, detto a una sconosciuta.
Brava, d’ogni modo.

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Sherwood
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#9 » mercoledì 26 gennaio 2022, 21:20

Carissimi,
intanto vi ringrazio per aver letto questo brano e per i commenti. Manco più o meno da questa estate e in questo arco di tempo ho scritto davvero molto poco. A questa edizione però, non potevo rinunciare, perché volevo dare voce a un personaggio che ha sofferto per i soprusi subiti quando era a scuola.
Naturalmente il racconto è di fantasia e persino le violenze lo sono, perché quello che è capitato a me è stato molto peggiore. Sono nata nel 1965 e quando frequentavo la prima media era il tempo della banda della magliana e di Vallanzasca. Purtroppo, queste figure negative erano considerate un esempio da seguire da un gruppo di piccoli delinquenti della mia scuola. Uno di questi era nella mia classe, figlio di un noto criminale di zona che spacciava e girava armato. Il padre me lo ricordo come se lo avessi davanti a me adesso, con la vespa rossa e i capelli lunghi mentre sfrecciava per le strade facendo un rumore pazzesco, e quando accelerava lasciava un fumo bianco e puzza di bruciato. Il figlio era la fotocopia del padre, si sentiva padrone del mondo e disprezzava chi si faceva i fatti suoi e cercava di starsene tranquillo. I furti erano all'ordine del giorno, ci rubava di tutto e a volte ci aspettava fuori dalla scuola per darci una bella razione di calci, così, senza motivo, per non parlare della "stira" in cui alla vittima di turno venivano tolti i vestiti e gettati nella pattumiera. Avevamo il terrore di scendere le scale durante l'ora di ginnastica, perché ne ha buttati giù parecchi. I professori? Gomme della macchina bucate, minacce e un banco di quelli singoli alzato sopra la testa e lanciato contro la professoressa di matematica, che è finita al pronto soccorso. Quel piccolo criminale veniva sospeso, ma poi tornava più cattivo di prima al grido di "Vallanzasca!", che era già alla seconda evasione, se non sbaglio. Anni da incubo in cui avevamo paura persino a parlare. I miei pensavano che non mi piacesse studiare, perché non volevo più andare a scuola, vomitavo tutti i giorni, spesso di nascosto, prima che suonasse la campanella.
Però non volevo scrivere un racconto così crudo, molto meglio parlare di un'amore impossibile. Una pennellata di rosa su uno dei periodi più bui della mia vita ha fatto bene soprattutto a me. :)

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Shanghai Kid
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#10 » mercoledì 26 gennaio 2022, 22:14

Ciao Angela e piacere di averti letta.
Devo dire che il finale mi ha piacevolmente colpito, strappandomi un sorriso amaro: non me lo aspettavo. La criticità che rilevo è più che altro stilistica. Non ne voglio fare una questione di tecnica, ma quando racconti alcune parti risultano “fasulle”, mentre se le mostrassi secondo me darebbero valore aggiunto al tuo testo. Ti faccio un esempio “Il mio in realtà è solo un piccolo spostamento, da Ostiense prendo il treno per andare alla Stazione Termini e da lì prendo l’autobus per il cimitero.
I fiori me li porto da casa, li coltivo sul balcone, è come se lasciassi sulla tomba dei miei genitori un pezzetto della casa dove hanno vissuto per quarant’anni.”
Non saprebbe più di verità, e quindi calerebbe maggiormente il lettore nel testo, una scelta differente, ad esempio: “Anche se lo spostamento da Ostiense a Termini e poi al cimitero è breve, ci sono dei giorni che mi sembra infinito. Cingo i fiori che ho preso dal balcone: mi piace lasciare un pezzo di casa sulla tomba di mamma e papà”. Ora, la mia soluzione non è ottimale, è la prima che mi è venuta in mente, però secondo me funziona meglio.
Detto questo, un racconto godibile.
A rileggerti.

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david.callaghan
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#11 » mercoledì 26 gennaio 2022, 23:27

Ciao Sherwood,
ci siamo già letti? Non so, il tuo nome non mi è nuovo.
Allora, la partenza mi ha preso un po' male, te lo devo dire.
Tutto raccontato così mi aveva fatto un po' paura, mi aspettavo il mattone. Invece é andato via veloce e piacevole e mi è piaciuto molto. Il finale mi ha lasciato un po' "ehh".
Forse se finivi con lui che faceva la domanda e basta sarebbe stato meglio.

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antico
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#12 » mercoledì 2 febbraio 2022, 17:20

Un racconto che mi ha colpito davvero tanto per il garbo della sua narrazione e anche per il contenuto: dolce, nostalgico e terribilmente duro con quel finale che non potrebbe essere più azzeccato nel rimarcare come, alla fine, non si possa che rimanere zittiti di fronte a certe ingiustizie cui la vita ti mette di fronte ogni giorno. Tema perfettamente declinato e per me questo è un pollice in su. Non credo si qualificherà per la finale, ma la Vetrina sarà anche sua.

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Sherwood
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Re: Una vecchia ferita

Messaggio#13 » mercoledì 2 febbraio 2022, 21:30

Grazie per la vetrina Maurizio! Avrei voluto scrivere un brano autobiografico, ma quando ripenso a quello che ho passato a scuola, mi sembra quasi appartenga a un'altra vita, a un'altra me.
Anche io, come la protagonista del mio racconto, ho incontrato di nuovo quel delinquente da adulta (spero per l'ultima volta). Stavo camminando lungo il centro storico e ho visto un animaletto uscire da un cancello, ora non ricordo se era un topolino o un criceto. Dopo qualche passo, mi sono trovata davanti Alessandro, che aveva appena svoltato l'angolo. L'ho riconosciuto subito, perché, dopotutto non è cambiato poi molto: gli stessi capelli scuri come tizzi di carbone e gli occhi cattivi, appuntiti. Ho finto di non vederlo, ma ho avuto come un presentimento. Mi sono voltata e ho visto che prendeva a calci quella piccola creatura. Ho gridato di lasciarlo stare, ma lui si è fermato solo un attimo, mi ha guardata come a dire "stai a vedere", poi lo ha schiacciato al suolo pestandolo più volte. Non avrei mai pensato che a distanza di tanti anni mi avrebbe fatto ancora così male...

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