L'ira di un padre

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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MatteoMantoani
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L'ira di un padre

Messaggio#1 » lunedì 17 gennaio 2022, 22:52

Il ragazzo trema come un cane sorpreso a fare i suoi bisogni nella dispensa. «Credi sia un buon momento, zio?»
Non rispondo. Apro la porta del salone ed entro, Eric mi segue con passi che si trascinano sul pavimento. Brock è appollaiato di fronte al fuoco, avvolto in una pelliccia d’orso. Che stia dormendo? «Svegliatevi, c’è vostro figlio.»
Mio fratello apre gli occhi e mi lancia uno sguardo sonnacchioso, un grugnito gli si spezza in gola.
No, non è proprio un buon momento. Povero Eric, speriamo che le frustate che riceverà non siano troppo forti. Mi allontano e mi siedo su una panca vicino al muro: inizia lo spettacolo.
Eric si schiarisce la gola, i suoi brufoli luccicano illuminati dalle fiamme del caminetto.
Il vecchio stritola il bracciolo della poltrona senza distogliere lo sguardo dal fuoco. «Parla, lurido sodomita.»
Eric balbetta, le labbra fremono come se trattenessero saliva bollente. «S-signor padre.» Si china in avanti, speriamo non vomiti. «Ho deciso di unirmi alle crociate.»
Il dado è tratto. Sospiro, le budella mi si torcono. Come minimo il pivello si beccherà dodici ore di lavoro alle cucine o alle stalle, dipende da quanto il vecchio sarà magnanimo.
Gli occhi di Brock scattano a fissare il figlio. La luce del fuoco aggiunge ombre sfilacciate alla sua pelle già rugosa. «Alle crociate, tu?»
Eric abbassa le ginocchia a cercare una seggiola che non c’è.
Brock ridacchia. «Sei un buffone.»
«Padre, vi scongiuro.»
Scuoto la testa. Fa’ l’uomo per una volta, o te la farà pagare.
Brock si volta a fissare il vuoto. «Non sei un guerriero, fatichi a maneggiare il coltello ai banchetti.» Sghignazza. «Fila via, va' a pulire le latrine della torre e lasciami dormire.»
Appoggio la schiena al muro e tiro un sospiro di sollievo. Le latrine, poteva andare peggio.
Eric poggia un ginocchio a terra e china il capo. «Datemi la vostra benedizione.»
Il vecchio si sporge in avanti. «Mi disobbedisci?»
Il ragazzo ansima.
Stringo i denti: coraggio stupido, o adesso o mai più!
«Raggiungerò i cavalieri dell'ordine teutonico domani stesso, padre.»
Bene, adesso o lo ammazza o lo lascia andare.
Brock si agita nella poltrona. «Allora lascerai questa casa per sempre, non sei più mio figlio.» Ha la bava alla bocca. «Anzi, maledetta la volta che ho ingravidato quella vacca di tua madre. Vattene!»
Il ragazzo ha gli occhi colmi di lacrime. Si alza e scappa a passi concitati. Poveraccio.
Mi alzo ed esco a mia volta: lo spettacolo è finito.

«Una missiva per voi, fratello. Viene da Eric.»
Brock poggia la coppa di vino. «L’hai letta?»
Abbasso lo sguardo. «Temo di essere latore di brutte notizie.»
«Non tenermi sulle spine!» Batte un pugno sul tavolo. «Parla, lurido sodomita!»
Evviva: da quando il ragazzo se n’è andato tocca a me sorbirmi tutti questi piccoli soprusi quotidiani. «Eric è stato investito cavaliere la scorsa estate. Ha già partecipato ad una campagna in Livonia.»
«E dove sarebbero le brutte notizie?»
«Si dichiara felice di aver lasciato la vostra casa.»
Il vecchio sorride. «Continua.»
«Dice che non tornerà mai più, né vi manderà sue notizie.»
Rivoli di lacrime gli scendono sulle guance. Piega indietro la testa e si sganascia dalle risate.
Perfetto: adesso gli ha dato anche di volta il cervello. «Fratello, non avreste dovuto umiliarlo il giorno della partenza.»
«Idiota: se gli avessi confessato che lo avrei accolto a braccia aperte, in qualunque momento avesse voluto tornare...» Si asciuga gli occhi. «No, la nostalgia l’avrebbe ucciso. Doveva invece credere che l’unica strada possibile fosse quella che aveva scelto.»
Alzo le sopracciglia. «Ma quindi, quel giorno, la vostra ira era simulata?»
Abbassa lo sguardo senza smettere di sorridere. «Non hai idea di quanto abbia pregato, tormentato dal ricordo di quelle parole.» Fissa il tavolo. «Ma è stato un bene. Ora lui ha una nuova famiglia e si è fatto uomo, e mai rimpiangerà la compagnia di quel tiranno di suo padre.»
Chi l’avrebbe mai detto? Anche il vecchio ha un cuore.
Batto le mani, un servo corre a sparecchiare la tavola.
Ultima modifica di MatteoMantoani il lunedì 17 gennaio 2022, 23:08, modificato 4 volte in totale.



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antico
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#2 » lunedì 17 gennaio 2022, 22:54

Ciao Matteo! Parametri tutti rispettati, buona PATRIZIA RINALDI EDITION anche a te!

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MatteoMantoani
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#3 » lunedì 17 gennaio 2022, 22:55

antico ha scritto:Ciao Matteo! Parametri tutti rispettati, buona PATRIZIA RINALDI EDITION anche a te!

Grazie, signor Antico!

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Re: L'ira di un padre

Messaggio#4 » martedì 18 gennaio 2022, 12:15

Ciao Matteo,

piacere di averti letto.
Parto sempre dalla parte piacevole, ossia i complimenti. Mi ha colpito tantissimo come hai gestito le descrizioni in questo testo, ho trovato avessero un potere evocativo molto forte. Il testo è molto fluido e il finale davvero delicato.
Ciò che mi ha convinto meno sono due aspetti: il primo è l'aderenza al tema, che mi sembra una piccola nota messa lì in modo un po' casuale.
Il secondo aspetto è la trasformazione del padre. Secondo me è stato esasperato forse un po' troppo il carattere irascibile del padre dalle osservazioni del pdv, per cui quando l'uomo ha una reazione così emotiva nel finale sembra un po' poco credibile. Come ti anticipavo il finale mi è piaciuto, avrei preferito però meno "inserti" del pdv che mi lasciassero intuire si trovasse di fronte ad un mostro in modo da trovare tutto più equilibrato. Non so se mi sono spiegata bene, spero di sì.
In bocca al lupo,
Morena

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MatteoMantoani
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#5 » martedì 18 gennaio 2022, 14:20

read_only ha scritto:Ciao Matteo,

piacere di averti letto.
Parto sempre dalla parte piacevole, ossia i complimenti. Mi ha colpito tantissimo come hai gestito le descrizioni in questo testo, ho trovato avessero un potere evocativo molto forte. Il testo è molto fluido e il finale davvero delicato.
Ciò che mi ha convinto meno sono due aspetti: il primo è l'aderenza al tema, che mi sembra una piccola nota messa lì in modo un po' casuale.
Il secondo aspetto è la trasformazione del padre. Secondo me è stato esasperato forse un po' troppo il carattere irascibile del padre dalle osservazioni del pdv, per cui quando l'uomo ha una reazione così emotiva nel finale sembra un po' poco credibile. Come ti anticipavo il finale mi è piaciuto, avrei preferito però meno "inserti" del pdv che mi lasciassero intuire si trovasse di fronte ad un mostro in modo da trovare tutto più equilibrato. Non so se mi sono spiegata bene, spero di sì.
In bocca al lupo,
Morena

Ciao Morena. Grazie mille per il commento positivo. Diciamo che sul finale ero molto in forse, ero un po' nel dubbio di essere riuscito a toccare le corde giuste. Sulle tue riflessioni posso anche essere d'accordo, ma il pdv racconta la storia attraverso il suo filtro, e quindi ha nella mente un ritratto molto chiaro del fratello, per quanto sia fallace. Tieni anche conto che tra la prima e seconda scena sono passati mesi, il cambiamento del padre (che in realtà non c'è, ma è solo palesato) può anche starci in questo periodo di tempo.
Sul tema, posso darti ragione che non sia proprio il fulcro del racconto, però in mente mi era solo venuto questo personaggio del padre burbero, e il racconto è venuto fuori così.

alexandra.fischer
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#6 » martedì 18 gennaio 2022, 16:13

L’IRA DI UN PADRE di Matteo Mantovani Tema centrato. Falsa ira, eh? Come è falso l’insulto alla virilità del figlio e alla virtù della madre. Ma guarda, dalla minaccia delle latrine, Eric è passato a diventare un eroe delle crociate e il tutto per contrapporsi a un padre granitico ma dal cuore tenero, che si scioglie a fine racconto con il fratello. Bella l’ambientazione medievale e anche la descrizione di Eric, del suo stato di adolescente. Niente male la rivalsa di Eric, cresciuto al punto da rinnegare il padre con la missiva di addio.

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Gianni Tabaldi
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#7 » mercoledì 19 gennaio 2022, 11:46

Ho riletto questo racconto tre volte, in tre giorni diversi. Ogni volta mi ha fatto un'idea diversa, sempre più positiva.

La prima volta l'ho letto lunedì sera. Mi era sembrato proprio brutto. Fuori tema, con un'idea tirata, personaggi macchiettistici, stereotipati, il mio giudizio era proprio spietato.

La seconda volta è stato ieri. Ho cominciato ad apprezzarlo un po' di più, a tal punto che mi chiedevo perché a una prima lettura l'avessi trovato DAVVERO ORRIBILE.

L'ultima volta è stata pochi minuti fa, e sorprendentemente il mio giudizio era diventato molto positivo, dopo che ho passato gli ultimi due giorni a riflettere su come funzionava Minuti Contati, la differenza tra lo scrivere in generale, e cosa significasse scrivere bene in una situazione normale, e cosa volesse dire farlo qui.

E la cosa che mi sono risposto, dopo questi due giorni di seghe mentali, è che qui dobbiamo fare delle scelte.

La scrittura è una cosa complessa, fatta da tanti elementi differenti. Ci sono scrittori che creano personaggi indimenticabili, alcuni libri hanno invece un messaggio e un tema fortissimo e in grado di cambiarti la vita, altre volte invece è la trama a tenerci incollati alla pagina.

In Minuti Contati abbiamo quattro ore, un numero limitato di caratteri, e dobbiamo dare tutto quello che possiamo in questi.

E mi sono chiesto: qual è il messaggio, l'idea forte del tuo racconto?

Che le cose, i rapporti umani, non sono spesso quello che sembrano apparentemente, e sono molto più complessi di quello che si può credere. Per dirla con l'aneddoto del nonno di Nessuno nel film "Il Mio Nome È Nessuno" di Sergio Leone, "non tutti quelli che ti mettono nella merda lo fanno perché ti vogliono male".

Il tuo racconto parte dal tema che dovevamo seguire, "i piccoli soprusi quotidiani", ma poi pian piano svela che a volte non sono solo dispetti, difficoltà dateci da qualcuno che ci vuole male. A volte sono una maniera per farci crescere, per volere il nostro bene.

Ed è un tema, un messaggio, molto molto buono, e il ribaltamento della traccia elegante.

Per me i personaggi sono stereotipati perché in 4000 caratteri dovevi usare qualcosa di subito riconoscibile. L'ambientazione raffazzonata perché non c'era tempo. Lo stile a volte impreciso o non efficace perché era sera, si era stanchi, e non si poteva rielaborarlo a mente fredda. Difetti dovuti al contesto, ma che comunque hanno contribuito a far arrivare la tua idea di base, in maniera chiara e precisa.

E per come intendo io lo scrivere e ciò che mi piace leggere, preferirò sempre una bella idea, una bella storia, scritta in condizioni e modi non ottimali, a qualcosa di formalmente ineccepibile ma vuoto.

Quindi, a dispetto del mio primo giudizio del tuo racconto che era davvero pessimo, mi devo ricredere.

Al di là dei difetti dovuti al contesto, è una bella idea e un bel messaggio. Ed è davvero buffo come quello che per me, lunedì sera, era uno dei racconti peggiori e più brutti, ora sia uno di quelli che preferisco.

Non ho ancora letto tutti quelli del girone che devo giudicare, ma per il momento devo dire che ora il tuo mi piace molto.

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MatteoMantoani
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#8 » mercoledì 19 gennaio 2022, 12:23

Gianni Tabaldi ha scritto:Ho riletto questo racconto tre volte, in tre giorni diversi. Ogni volta mi ha fatto un'idea diversa, sempre più positiva.

La prima volta l'ho letto lunedì sera. Mi era sembrato proprio brutto. Fuori tema, con un'idea tirata, personaggi macchiettistici, stereotipati, il mio giudizio era proprio spietato.

La seconda volta è stato ieri. Ho cominciato ad apprezzarlo un po' di più, a tal punto che mi chiedevo perché a una prima lettura l'avessi trovato DAVVERO ORRIBILE.

L'ultima volta è stata pochi minuti fa, e sorprendentemente il mio giudizio era diventato molto positivo, dopo che ho passato gli ultimi due giorni a riflettere su come funzionava Minuti Contati, la differenza tra lo scrivere in generale, e cosa significasse scrivere bene in una situazione normale, e cosa volesse dire farlo qui.

E la cosa che mi sono risposto, dopo questi due giorni di seghe mentali, è che qui dobbiamo fare delle scelte.

La scrittura è una cosa complessa, fatta da tanti elementi differenti. Ci sono scrittori che creano personaggi indimenticabili, alcuni libri hanno invece un messaggio e un tema fortissimo e in grado di cambiarti la vita, altre volte invece è la trama a tenerci incollati alla pagina.

In Minuti Contati abbiamo quattro ore, un numero limitato di caratteri, e dobbiamo dare tutto quello che possiamo in questi.

E mi sono chiesto: qual è il messaggio, l'idea forte del tuo racconto?

Che le cose, i rapporti umani, non sono spesso quello che sembrano apparentemente, e sono molto più complessi di quello che si può credere. Per dirla con l'aneddoto del nonno di Nessuno nel film "Il Mio Nome È Nessuno" di Sergio Leone, "non tutti quelli che ti mettono nella merda lo fanno perché ti vogliono male".

Il tuo racconto parte dal tema che dovevamo seguire, "i piccoli soprusi quotidiani", ma poi pian piano svela che a volte non sono solo dispetti, difficoltà dateci da qualcuno che ci vuole male. A volte sono una maniera per farci crescere, per volere il nostro bene.

Ed è un tema, un messaggio, molto molto buono, e il ribaltamento della traccia elegante.

Per me i personaggi sono stereotipati perché in 4000 caratteri dovevi usare qualcosa di subito riconoscibile. L'ambientazione raffazzonata perché non c'era tempo. Lo stile a volte impreciso o non efficace perché era sera, si era stanchi, e non si poteva rielaborarlo a mente fredda. Difetti dovuti al contesto, ma che comunque hanno contribuito a far arrivare la tua idea di base, in maniera chiara e precisa.

E per come intendo io lo scrivere e ciò che mi piace leggere, preferirò sempre una bella idea, una bella storia, scritta in condizioni e modi non ottimali, a qualcosa di formalmente ineccepibile ma vuoto.

Quindi, a dispetto del mio primo giudizio del tuo racconto che era davvero pessimo, mi devo ricredere.

Al di là dei difetti dovuti al contesto, è una bella idea e un bel messaggio. Ed è davvero buffo come quello che per me, lunedì sera, era uno dei racconti peggiori e più brutti, ora sia uno di quelli che preferisco.

Non ho ancora letto tutti quelli del girone che devo giudicare, ma per il momento devo dire che ora il tuo mi piace molto.

Ullallà :) questo sì che si chiama arco narrativo XD
Sono molto molto contento che tu non ti sia fermato alla prima impressione, e che abbia voluto pensarci su e riprovare. Significa che comunque il tarlo questo racconto te lo ha messo, e non può che farmi piacere. La butto lì: se hai letto il racconto il lunedì, significa che l'hai fatto durante la gara.. di notte! Come scrivere è difficile quando si è stanchi, forse è la stessa cosa anche per quando si legge.. specie se il racconto richiede un po' di attenzione per interpretarlo nel modo corretto.. e: appunto! Corretto! Sì, sì, sì :D il succo lo hai trovato eccome! Volevo proprio trasmettere la morale che chi ci vuole bene spesso e volentieri agisce in modi imperscrutabili, come questo padre che, col suo caratteraccio, vuole comunque il bene del figlio al costo di essere odiato da tutti. L'insegnamento del film "Il mio nome è nessuno" ci sta proprio bene, se messo come interpretazione anche di racconto.
Sulle tue note negative: chiaro che Minuti Contati ti spreme e ti obbliga a fare delle scelte, ma siamo qui per imparare e ricevere dei feedback. Quindi non farti scrupoli: dimmi tutto quello che non ti è piaciuto sia lato stile che personaggi, magari aiutami a capire cosa trovi di sbagliato o raffazzonato, così che io possa imparare da questa esperienza.
Grazie ancora per il tuo commento così sentito e per l'impegno che hai dato nella lettura del mio pezzo, sono quasi commosso che qualcuno abbia deciso di rimuginare così tanto sulla morale del racconto per cavarne fuori il giusto senso. Non è quello che vogliamo noi tutti aspiranti scrittori? Grazie mille ancora e buona gara!

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Gianni Tabaldi
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#9 » mercoledì 19 gennaio 2022, 12:40

Guarda, non è che non voglio entrare nel dettaglio, o non lo trovi (normalmente) utile, ma lo vedo fuori centro rispetto al contesto.

Ho visto che alcuni (è appena capitato anche nel mio racconto) si mettono a fare line editing, e mi fa un effetto strano. Voglio dire: è come giudicare come è vestito qualcuno, che non ha l'abbinamento corretto di colori e accessori, quando l'hai chiamato per uscire a bere una birra cinque minuti fa, quando era già in pigiama.

E oltretutto di solito, quando scrivo, prima di rielaborare quello che ho buttato giù lascio passare qualche tempo. Farlo subito a me più che essere utile, confonde.

Quindi anche del tuo racconto più che come l'hai reso (in quattro ore e 4000 caratteri), penso a come poteva essere usata l'idea e i personaggi. E in determinate situazioni, il contorto rapporto tra un tale genitore e un tale figlio, può funzionare e bello da leggere.

Mi viene più da valutare quello che l'idea può diventare, che la forma in cui l'hai resa in una sera, dentro o fuori.

Ma è solo la mia idea di MC e della scrittura. Sono l'ultimo arrivato, e magari sbaglio io.

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MatteoMantoani
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#10 » mercoledì 19 gennaio 2022, 13:42

Gianni Tabaldi ha scritto:Guarda, non è che non voglio entrare nel dettaglio, o non lo trovi (normalmente) utile, ma lo vedo fuori centro rispetto al contesto.

Ho visto che alcuni (è appena capitato anche nel mio racconto) si mettono a fare line editing, e mi fa un effetto strano. Voglio dire: è come giudicare come è vestito qualcuno, che non ha l'abbinamento corretto di colori e accessori, quando l'hai chiamato per uscire a bere una birra cinque minuti fa, quando era già in pigiama.

E oltretutto di solito, quando scrivo, prima di rielaborare quello che ho buttato giù lascio passare qualche tempo. Farlo subito a me più che essere utile, confonde.

Quindi anche del tuo racconto più che come l'hai reso (in quattro ore e 4000 caratteri), penso a come poteva essere usata l'idea e i personaggi. E in determinate situazioni, il contorto rapporto tra un tale genitore e un tale figlio, può funzionare e bello da leggere.

Mi viene più da valutare quello che l'idea può diventare, che la forma in cui l'hai resa in una sera, dentro o fuori.

Ma è solo la mia idea di MC e della scrittura. Sono l'ultimo arrivato, e magari sbaglio io.

Ok. Su Minuti Contati non ci sono linee guida per i commenti, ognuno può commentare come meglio preferisce, quindi non farti problemi: se trovi superfluo segnalarmi cosa ti ha convinto meno del mio testo dal punto di vista meramente stilistico, non voglio forzarti la mano. L'importante è che il tema del racconto arrivi, e che riesca a veicolare il messaggio che volevo e, stando a quello che mi dici, in questo penso di esserci riuscito. Grazie ancora!

Dario17
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#11 » sabato 22 gennaio 2022, 16:44

Una volta chiarito chi sia chi, il racconto fila liscio e sc'è una discreta alternanza tra pensiero indiretto-dilaoghi-descrizioni.
Dietro c'è l'assunzione di tecniche di scrittura.
La storia in se è davvero molto molto fiacca.
Il pezzo è spezzato in due, c'è un prima e un dopo e questo ti ha esentato di darci l'azione che una parte centrale di solito ha.
La seconda parte è un bello spiegonazzo che i pg si rimbalzano tra loro per giustificare le motivazioni della prima parte e questo è sempre poco elegante in una storia.
- Povero Eric, speriamo che le frustate che riceverà non siano troppo forti. Mi allontano e mi siedo su una panca vicino al muro: inizia lo spettacolo.-
Non succede niente, poi. Niente frustate ma nemmeno un paternale calcio nelle terga.
È scritto benino ma manca la ciccia, la sostanza narrativa.

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Andrea Lauro
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#12 » domenica 23 gennaio 2022, 0:00

Ciao Matteo!
La prima parte mi è piaciuta molto. Ben caratterizzati i personaggi, in poche righe i legami tra di loro mi sono stati chiari e la gestione di un terzo a fare da punto di vista m’è sembrata una bella trovata (perché l’hai gestita bene, ovviamente).
La seconda parte… ni. Penso sia perché il padre cambia in modo radicale e inatteso. Anche a rileggerlo, non ci sono semine che mi facciano trovare nel personaggio burbero, che disconosce il figlio e ne insulta la madre, un germe di riscatto che dovrebbe svilupparsi nel finale. C’è un indizio che mi fa propendere per questa interpretazione: il suo lungo dialogo di chiusura, che forza un po’ la mano sul riconoscere le proprie buone intenzioni.
A occhio, direi che il tuo racconto va a pari merito con quelli di Luca Nesler e Elisa Belotti.
a presto!
andrea

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MatteoMantoani
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#13 » domenica 23 gennaio 2022, 14:33

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Matteo!
La prima parte mi è piaciuta molto. Ben caratterizzati i personaggi, in poche righe i legami tra di loro mi sono stati chiari e la gestione di un terzo a fare da punto di vista m’è sembrata una bella trovata (perché l’hai gestita bene, ovviamente).
La seconda parte… ni. Penso sia perché il padre cambia in modo radicale e inatteso. Anche a rileggerlo, non ci sono semine che mi facciano trovare nel personaggio burbero, che disconosce il figlio e ne insulta la madre, un germe di riscatto che dovrebbe svilupparsi nel finale. C’è un indizio che mi fa propendere per questa interpretazione: il suo lungo dialogo di chiusura, che forza un po’ la mano sul riconoscere le proprie buone intenzioni.
A occhio, direi che il tuo racconto va a pari merito con quelli di Luca Nesler e Elisa Belotti.
a presto!
andrea

Ciao Andrea. Allora, mi sembra di capire che il problema di questo racconto sia proprio nel cambiamento del padre, che nella seconda parte risulta essere un po' troppo gratuito rispetto a quanto mostrato nella prima. Sebbene mi sia sforzato di mantenere un approccio coerente, rappresentando questa scena da un punto di vista esterno al conflitto (e con i suoi pregiudizi), la parte divertente della vicenda, ovvero la profondità d'animo di questo padre burbero, rimane purtroppo in sordina. Capisco il problema, segnalatomi anche da Dario e da Morena. Siamo qui per imparare, poco da dire. Grazie per il commento, comunque, positivo. Alla prossima!

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Andrea76
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#14 » martedì 25 gennaio 2022, 9:29

Ciao Matteo, ho apprezzato parecchio lo stile di questo racconto sia in termini di chiarezza che di messa in scena. Ti riporto diversi passaggi che mi sono piaciuti del testo: i suoi brufoli luccicano illuminati dalle fiamme del caminetto / le labbra fremono come se trattenessero saliva bollente / La luce del fuoco aggiunge ombre sfilacciate alla sua pelle già rugosa.
Ho apprezzato meno l’idea che c’è alla base della storia. Il problema a mio avviso è nella sospensione dell’incredulità per il cambio d’atteggiamento del padre. Se davvero è un tipo burbero (ce lo dice il pdv alla fine: anche il vecchio ha un cuore) allora il salto del secondo passaggio è troppo grande. Ho riletto tre volte il tuo racconto e l’ho lasciato decantare qualche giorno, sperando poi di cogliervi delle semine che rendessero più credibile – e quindi più emozionante – il finale, ma non le ho trovate.
Buona invece, come è già stato scritto, la tua gestione di una terza persona in qualità di pdv.

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MatteoMantoani
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#15 » martedì 25 gennaio 2022, 10:45

Andrea76 ha scritto:Ciao Matteo, ho apprezzato parecchio lo stile di questo racconto sia in termini di chiarezza che di messa in scena. Ti riporto diversi passaggi che mi sono piaciuti del testo: i suoi brufoli luccicano illuminati dalle fiamme del caminetto / le labbra fremono come se trattenessero saliva bollente / La luce del fuoco aggiunge ombre sfilacciate alla sua pelle già rugosa.
Ho apprezzato meno l’idea che c’è alla base della storia. Il problema a mio avviso è nella sospensione dell’incredulità per il cambio d’atteggiamento del padre. Se davvero è un tipo burbero (ce lo dice il pdv alla fine: anche il vecchio ha un cuore) allora il salto del secondo passaggio è troppo grande. Ho riletto tre volte il tuo racconto e l’ho lasciato decantare qualche giorno, sperando poi di cogliervi delle semine che rendessero più credibile – e quindi più emozionante – il finale, ma non le ho trovate.
Buona invece, come è già stato scritto, la tua gestione di una terza persona in qualità di pdv.

Ciao Andrea, grazie per il commento. Mi risulta sempre più chiaro che le mie intenzioni non sono arrivate al lettore. Volevo mostrare non un personaggio con un arco, ma un personaggio descritto da un narratore inaffidabile. Insomma: il papà è burbero, ma è anche disposto a tutto per il bene di suo figlio, e chi gli sta attorno non lo capisce, perché "si ferma alla scorza".
Chiaro che delineare questo aspetto in poche righe è difficile, e se nessuno ci è arrivato credo di non esserci riuscito. Il lettore si aspetta un arco, e lo cerca, lo trova e non lo capisce.. ma l'arco in verità non c'è.

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Pietro D'Addabbo
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#16 » martedì 25 gennaio 2022, 16:54

Ciao Matteo, piacere di leggerti (NB: sono Pietro ^__^ )

Ti segnalo per prima una inezia proprio nelle prime righe. Ci dici che Brock e' appollaiato, i protagonisti stanno entrando in una stanza e non sappiamo chi, o cosa, troveranno all'interno. Il verbo ce lo presenta: Brock e' un volatile! Dura il tempo di arrivare alla fine della frase, l'esortazione al risveglio per la presenza del figlio chiarisce che si tratti del padre. Un verbo diverso avrebbe chiarito subito che fosse umano.
Quanto al racconto, presenta il difficile rapporto fra un padre ed il figlio, attraverso gli occhi del fratello/zio dei due personaggi. La mediazione di questo punto di vista esterno porta il lettore alla disvelazione finale, quando si spiega che le angherie in realta' erano fatte a fin di bene, per la crescita del ragazzo, secondo un modello dell'epoca e per fortuna non piu' attuale.
Non c'e' arco narrativo, nemmeno ci vuole.
Occorre pero' da parte del lettore lo sforzo di spiegare come mai le aspettative del personaggio narrante siano disattese ben due volte, nonostante i reali sentimenti del padre di Eric e l'intimita' che dovrebbe esserci fra il burbero e il narrante, che sono fratelli. Una intimita' che mostri con quel mettersi in disparte del narratore a godersi lo spettacolo piuttosto che uscire dalla stanza e lasciar loro la privacy. Niente frustate, solo parole grosse e la decisione di interrompere i legami familiari in quella occasione.
La contraddizione maggiore arriva nella seconda parte, il fratello porta una missiva di quello che orami e' considerato un estraneo dal destinatario e dichiara di portare 'la cattiva notizia' della scelta di Eric di non voler piu' tornare a casa. Se pensava che il burbero avesse sul serio rotto i legami familiari con il figlio, quella non era una cattiva notizia, tutt'al piu' qualcosa da sapere, del tutto neutra. Che sia 'cattiva' deriva dalla conoscenza del legame affettivo che alberga nel cuore del burbero padre verso il figlio.
Segue lo spiegone finale: perche' questa confessione tardiva, perche' proprio ora? Perche' un fratello ha atteso tutto quel tempo per confessare all'altro l'accaduto di quel giorno?

Come anche per qualche altro racconto di questo girone, nonostante queste note dissonanti e' stata una lettura piacevole e una declinazione del tema originale e interessante.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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MatteoMantoani
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#17 » martedì 25 gennaio 2022, 22:20

Pietro D'Addabbo ha scritto:Ciao Matteo, piacere di leggerti (NB: sono Pietro ^__^ )

Ti segnalo per prima una inezia proprio nelle prime righe. Ci dici che Brock e' appollaiato, i protagonisti stanno entrando in una stanza e non sappiamo chi, o cosa, troveranno all'interno. Il verbo ce lo presenta: Brock e' un volatile! Dura il tempo di arrivare alla fine della frase, l'esortazione al risveglio per la presenza del figlio chiarisce che si tratti del padre. Un verbo diverso avrebbe chiarito subito che fosse umano.
Quanto al racconto, presenta il difficile rapporto fra un padre ed il figlio, attraverso gli occhi del fratello/zio dei due personaggi. La mediazione di questo punto di vista esterno porta il lettore alla disvelazione finale, quando si spiega che le angherie in realta' erano fatte a fin di bene, per la crescita del ragazzo, secondo un modello dell'epoca e per fortuna non piu' attuale.
Non c'e' arco narrativo, nemmeno ci vuole.
Occorre pero' da parte del lettore lo sforzo di spiegare come mai le aspettative del personaggio narrante siano disattese ben due volte, nonostante i reali sentimenti del padre di Eric e l'intimita' che dovrebbe esserci fra il burbero e il narrante, che sono fratelli. Una intimita' che mostri con quel mettersi in disparte del narratore a godersi lo spettacolo piuttosto che uscire dalla stanza e lasciar loro la privacy. Niente frustate, solo parole grosse e la decisione di interrompere i legami familiari in quella occasione.
La contraddizione maggiore arriva nella seconda parte, il fratello porta una missiva di quello che orami e' considerato un estraneo dal destinatario e dichiara di portare 'la cattiva notizia' della scelta di Eric di non voler piu' tornare a casa. Se pensava che il burbero avesse sul serio rotto i legami familiari con il figlio, quella non era una cattiva notizia, tutt'al piu' qualcosa da sapere, del tutto neutra. Che sia 'cattiva' deriva dalla conoscenza del legame affettivo che alberga nel cuore del burbero padre verso il figlio.
Segue lo spiegone finale: perche' questa confessione tardiva, perche' proprio ora? Perche' un fratello ha atteso tutto quel tempo per confessare all'altro l'accaduto di quel giorno?

Come anche per qualche altro racconto di questo girone, nonostante queste note dissonanti e' stata una lettura piacevole e una declinazione del tema originale e interessante.

Ciao Pietro. Ahia, invece che "appollaiato" forse era meglio dire "accovacciato".
Per il resto hai capito bene le mie intenzioni, e posso darti ragione sul tema delle "brutte notizie".
Sono comunque contento che, nel complesso, il tuo commento sia positivo. Grazie mille e buona gara!

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Stefano.Moretto
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#18 » giovedì 27 gennaio 2022, 13:15

Ciao Matteo,
devo dire che all'inizio ero un po' confuso perché non capivo cosa stava succedendo. Un elemento in particolare che mi ha causato confusione è il fatto che Brock venisse a volte appellato come Brock, a volte come "mio fratello", a volte come "il vecchio". All'inizio avevo capito che "il vecchio" era un altro personaggio in scena (tipo il nonno), ci ho messo un po' a capire che era sempre Brock. Tra l'altro è un po' particolare come cosa, perché è strano che uno pensi al fratello come "il vecchio": okay che non sappiamo la distanza d'età, ma di solito non è così alta da far percepire il proprio fratello come "il vecchio", a meno di pensare la stessa cosa di se stessi. Insomma mi ha mandato un po' in confusione il tutto. Un altro elemento che secondo me poteva essere gestito diversamente è il "sodomita": è un insulto molto specifico, che quindi mi aveva aperto delle aspettative su quello che sarebbe stato il punto della vicenda.
Per il resto è un bel racconto, lineare che porta il lettore dove deve, riguarderei giusto il modo in cui vengono date le informazioni del contesto.

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antico
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Re: L'ira di un padre

Messaggio#19 » domenica 30 gennaio 2022, 21:17

Un bel racconto con un finale problematico perché penso anch'io che il cambiamento del padre sia eccessivo e forse anche poco elegante vista l'estrema qualità della tua scrittura. La chiave di volta credo sia il fratello e cerco di spiegarmi: in questa versione lo hai presentato a sua volta come succube di Brock e quindi nel finale sei costretto a fare parlare proprio Brock per disvelare il suo vero intento MA se tu avessi pensato a un rapporto più articolato tra i due con lo zio ben conscio del carattere del padre del ragazzo e ti fossi giocato il tutto con un pdv che sapeva, ma che agiva con molta delicatezza nei confronti delle due parti ALLORA avresti potuto mantenere Brock granitico anche nel finale e accennare semmai a un velo di tristezza nei suoi occhi dopo avere conosciuto il contenuto della lettera. Sarebbe stato tutto molto più difficile da gestire e avresti dovuto giocartela sulle sfumature, ma ti saresti evitato questo finale che sa tanto di infodump. Concludendo, per me un pollice tendente verso il positivo in modo solido e brillante.

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