Wild Thing

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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SilviaCasabianca
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Wild Thing

Messaggio#1 » lunedì 17 gennaio 2022, 22:55

«Cazzoooo! Cazzo, cazzo! Tutti a rapporto! chi c’è?? Chi è?» mi alzo di soprassalto
«Hooka Hey!» lancio il mio grido di battaglia come un Sioux e mi precipito verso la porta.
Corro al davanzale, allungo la schiena e sbircio fuori dalla finestra cercando di capire chi sta attentando alla nostra incolumità. Ladri? Usurpatori? Assassini? «Indietro! indietro chiunque tu sia balordo!»

Zoccoli di legno ticchettano sul pavimento marmoreo alle mie spalle. Mi volto. I suoi riccioli saltano, così fitti che sembrano tante piccole molle di plastica che scendono le scale.
«Grazie al cielo, Ginny! Nemico alle porte!»
Un rumore sordo si infila nel mio timpano e l’orecchio sembra in fiamme.
Piango più per lo spavento e per l’umiliazione che per il dolore.
«ma Ginny! C’è qualcuno ti dico!»
«Stai zitto idiota!» stringe ancora fra le mani la rivista dell’offesa e guizza via come un coniglio, dentro la sua vestaglia di fiori di giardino.

Dalla porta della camera sbucano piedi in evidente stato avanzato di ipotermia. Caviglie bianchicce e rivestite da rada pelliccia vengono accarezzate da un pigiama a righe. Pochi passi verso di me e riconosco l’odore silvestre e stomachevole di Karl.
«Karl! Karl diglielo tu che..»
Karl non dice una parola ma mi affronta feroce, alza il braccio destro stringendo una scarpa di vernice.
Mi volto e provo a scappare ma la coscia arresta la sua corsa. La scarpa mi colpisce con precisione e durezza. Non tollero il dolore. Piango. Stavolta spavento e umiliazione non c’entrano. Piango perché mi fa male, porco mondo! Mi rifugio sotto al tavolo e tremo. Non capisco. Mi sento così incompreso, così solo.

D’improvviso un'ombra lenta. Di riflesso faccio uno scatto indietro ma riconosco le mani di Tom, impossibile confonderle, sembrano pagnottine dalla forma buffa. Le sua dita tenere mi accarezzano il collo. «Tom, oh Tom tu si che sei buono»
Tom allunga le braccia e me le mette attorno al collo. Resta in piedi, non ha bisogno di accucciarsi, è alto quanto me. Muove il sederino e ulula qualcosa:

Wild Thing, I think I love you
But I wanna know for sure
Come on and hold me tight


Mi stringe. Il suo odore di latte bollito invade le mie narici sensibili.
Non comprendo. Vuole bloccarmi? Perché sta facendo così? Provo forte disagio. Sbadiglio cercando di farglielo capire.

Tom mi fissa e mi mostra gli incisivi mancanti in un sorriso di chi se la sta spassando. «Papà! Ulisse ha sonno!»

«Ma quale sonno!» approfitto del fatto che ha lasciato la presa per uscire dal tavolo e tornare verso la porta per vedere se quegli infami se la sono data a gambe.

Karl versa il caffè dalla moka alla tazzina, restando in piedi di fronte ai fornelli. «Forse ha fame...dagli un biscotto»
«Lo vuoi un biscotto Ulisse?» mi si rivolge Tom
Ok, è una proposta. Questo l’ho capito. Ha anche detto il mio nome. Non so cosa mi stia proponendo ma sembra eccitante.
«Si! si! lo voglio! Cos’è? Si!» Al diavolo i balordi! Seguo Tom, il quale apre un barattolo e tira fuori un pezzo di cibo rotondo al sapore di zucchero. Oh strabiliante!
«seduto!» ordina Tom
Mi siedo subito e mi metto ben dritto con il collo. Non mi distrae nulla. Non posso rischiare di perdermi il lancio del pezzo di cibo.
«Dammi la zampa!» ribatte.
Che palle. Alzo la zampa e la poggio sulla manina di Tom
«Ora posso avere il mio pezzo di cibo?»
«Terra!» urla.
«Co-cosa? Cos’è?» Mi siedo di nuovo. Salto in aria. Lecco compulsivamente qualsiasi pezzo di pelle mi capiti a tiro.
«Nooo! terra!» corruga il nasino lentigginoso e strizza gli occhi da felino. Sta diventando impaziente. Io pure.
«Ma non capisco! Cosa vuoiii??» Mi avvicino. Mi allontano. Un pasito pal’ante. Non so più che inventarmi.
Sbuffa via aria dalle guance piene. Porta il pezzo di cibo dentro la propria bocca e ballonzola via verso il corridoio. Non ci posso credere. Se l’è mangiato lui. Il mio orgoglio è in frantumi. Il mio cuore trafitto.
«Tom…come hai potuto farmi questo?»
Ultima modifica di SilviaCasabianca il lunedì 17 gennaio 2022, 23:39, modificato 2 volte in totale.



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Re: Wild Thing

Messaggio#2 » lunedì 17 gennaio 2022, 22:58

Ciao Silvia e bentornata nell'Arena! Esordio nella Nona Era per te! Caratteri e tempo ok, buona PATRIZIA RINALDI EDITION!

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Andrea Lauro
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Re: Wild Thing

Messaggio#3 » martedì 18 gennaio 2022, 18:21

Ciao Silvia, una declinazione interessante del tema. Sveli abbastanza presto la natura del protagonista, e la ritengo una buona scelta piuttosto di aspettare e farlo nel finale. In questo modo riesci a settare il lettore sulla corretta interpretazione del testo mano a mano che prosegui.

Ecco, quello che secondo me è mancato è uno scossone al racconto, un punto di svolta che mi interrompa o cambi la prospettiva sulla lunga serie di angherie subite dal protagonista. Immagino non fosse facile, dovendo già giocare sulla carta umanizzazione.
Forse, dico forse, si sarebbe potuto puntare maggiormente sulla speranza (poi disattesa) del ruolo salvifico di Tom.

Buona edition!
andrea

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SilviaCasabianca
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Re: Wild Thing

Messaggio#4 » giovedì 20 gennaio 2022, 14:35

Ciao Andrea,
E grazie per aver rotto il ghiaccio!
Ok, mi sembra di intuire che questo sia un basso classifica e questo mi dispiace. Lo scossone che tu dici probabilmente manca ma davvero è sempre necessario? Il mio obiettivo era quello di svelare le incomprensioni di un animale di casa, una "cosa selvaggia" che cerca di adattarsi al nostro linguaggio civilizzato e magari forse offrire uno spiraglio di riflessione nel cercare di comprendere il loro linguaggio piuttosto che a pretendere di essere compresi da loro. Non è e non voleva essere un racconto d'azione, con cliffhanger, ecc.
Forse mi piacerebbe vedere premiata la diversità, invece che messa fra i punti deboli. Sempre che ho compreso cosa vuoi dire.
In conclusione, concordo con il difetto trovato e avrei voluto fare di meglio ma ti inviterei a cambiare punto di vista nella valutazione, se ti va. =)

Dario17
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Re: Wild Thing

Messaggio#5 » sabato 22 gennaio 2022, 16:42

È sempre una bella gatta da pelare (in questo caso un cane) quando ci si vuole mettere nel pov di un animale. Non solo perchè è straordinariamente difficile ma anche perchè ci sono un'infinità di possibilità su come contestualizzarlo.
Ho apprezzato anch'io come Lauro il non aver forzato per tenerti la cosa come colpo a effetto per il finale, però è davvero tanto tanto difficile infiarsi nel protagonista se non dopo la prima metà del pezzo.
Tutti i particolari come "Sioux" "Usurpatori" "marmoreo" "umiliazione" , la conoscenza specifica di cosa siano molle, scarpe di vernice, incisivi, ecc... ti confondono oltremisura. Non sarebbe stato meglio un bell'approccio ultra semplicistico basato solo sui cinque sensi per stare dentro un banale cane domestico?
Giusto un paio di punti sui cui soffermarmi:
- Un rumore sordo si infila nel mio timpano e l’orecchio sembra in fiamme - una schicchera sull'orecchio con un giornale l'avrei resa bene soltanto col dolore improvviso, il rumore sordo che si infila, oltre che bruttarella come espressione, poteva essere posticipata o proprio tolta.
- un pezzo di cibo rotondo al sapore di zucchero. Ogni parola trasuda la difficoltà che hai avuto nell'evitare di dire di nuovo la parola biscotto.
La seconda parte molto meglio della prima.
Apprezzabile il tentativo ma stile e comprensione del testo zoppicano alquanto.

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SilviaCasabianca
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Re: Wild Thing

Messaggio#6 » sabato 22 gennaio 2022, 18:09

Ciao Dario,
Grazie del tuo commento.

"Non sarebbe stato meglio un bell'approccio ultra semplicistico basato solo sui cinque sensi per stare dentro un banale cane domestico?"
No, non sono d'accordo francamente. Ho caratterizzato un animale umanizzandolo di proposito. E' un animale che conosce il grido sioux perché magari ha visto western alla TV, è un'animale forse un po cartone animato, ma ho preferito farlo così.
Quanto al pezzo di cibo al sapore di zucchero... In realtà era un giochino per dire che lui (cosa che nelle righe precedenti già si capisce) non sa cosa sia un biscotto. Conosce solo pezzi di cibo zuccherosi, che ogni tanto gli vengono dati. No è che non volevo ripeterlo. Era per sottolineare l'associazione mentale con forma e sapore. Tutto il brano inoltre vede come sopruso quotidiano il non sentirsi mai capito e il faticare a capire una razza diversa dalla sua.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Wild Thing

Messaggio#7 » lunedì 24 gennaio 2022, 20:15

Ciao Silvia, piacere di leggerti.

Al contrario di chi ha commentato prima di me, ho avuto davvero difficolta' a capire che si trattasse di un cane per gran parte del racconto. Non solo, ho faticato a capire chi fossero tutti gli attori in scena. Solo al momento in cui due delle voci parlanti hanno cominciato a chiedersi se il protagonista volesse un biscotto ho finalmente inquadrato che la scena era domestica, il protagonista un cane e tutti i comprimari erano i membri di una famiglia.
Il primo paragrafo mi ha fatto pensare al gioco di un bambino, ma non mi sembrava coerente con l'incipit veramente sboccato del risveglio (nb: anche ora non vedo perche' un cane dovrebbe usare termini cosi' marcatamente umani per sottolineare la sua agitazione).
Il secondo paragrafo invece esordisce parlando di zoccoli su un pavimento marmoreo. Il marmo sul pavimento mi richiama un tempio, non una casa, ed ecco che gli zoccoli mi fanno pensare all'arrivo di un satiro o di un centauro, l'ambientazione era diventata fantasy/mitologica. Quindi a quel punto avevo un protagonista particolarmente giocoso e ineducato in un contesto bucolico antico. Prima della fine del paragrafo arriva pero' una chiave che avrebbe potuto indirizzarmi correttamente, quella rivista dell'offesa che Ginny tiene in mano avrebbe potuto chiarire le cose se non fossi stato gia' completamente fuori strada e non fossi stato impegnato a cercare di comprendere cosa fosse il rumore sordo che ha colpito il protagonista con l'effetto mentale di provocargli spavento: viaggiavo verso le pistole psico-soniche della fantascienza anni '90.
Non vado oltre ma davvero, fino a biscotto, non ci avevo capito nulla.

Ho riletto il tutto naturalmente una volta che si e' chiarito il dilemma. Finalmente ogni cosa trovava una collocazione, almeno chiarendo le tue intenzioni come autrice, sebbene a me come lettore resti difficile sorvolare sulle molte incoerenze che mi colpiscono. Ad esempio, il cane sa che il grido dei Sioux e' un grido di guerra per averli visti in qualche sceneggiato western, eppure non sa pensare al biscotto col suo nome nonostante gli sara' stato chiesto centinaia di volte se ne vuole uno e abbia visto gli umani chiamarlo biscotto ogni volta che fanno colazione. Il cane conosce addirittura la 'salsa' e pensa a un frammento di brano associando la musica ai passi eppure non sa cos'e' un biscotto.
Dunque l'umanizzazione mi sembra faccia deragliare la possibilita' di godersi la lettura, unendosi in questo con una serie di scelte lessicali veramente ostiche.

Come nota positiva, credo che i sentimenti del cucciolo che hai messo nel tuo racconto siano plausibili e una volta focalizzata la razza del protagonista si riescono a cogliere anche tutti i diversi tipi di soprusi che deve subire, pertanto tema rispettato e complimenti per l'idea.

Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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SilviaCasabianca
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Re: Wild Thing

Messaggio#8 » lunedì 24 gennaio 2022, 20:43

Pietro D'Addabbo ha scritto:Ciao Silvia, piacere di leggerti.

Al contrario di chi ha commentato prima di me, ho avuto davvero difficolta' a capire che si trattasse di un cane per gran parte del racconto. Non solo, ho faticato a capire chi fossero tutti gli attori in scena. Solo al momento in cui due delle voci parlanti hanno cominciato a chiedersi se il protagonista volesse un biscotto ho finalmente inquadrato che la scena era domestica, il protagonista un cane e tutti i comprimari erano i membri di una famiglia.
Il primo paragrafo mi ha fatto pensare al gioco di un bambino, ma non mi sembrava coerente con l'incipit veramente sboccato del risveglio (nb: anche ora non vedo perche' un cane dovrebbe usare termini cosi' marcatamente umani per sottolineare la sua agitazione).
Il secondo paragrafo invece esordisce parlando di zoccoli su un pavimento marmoreo. Il marmo sul pavimento mi richiama un tempio, non una casa, ed ecco che gli zoccoli mi fanno pensare all'arrivo di un satiro o di un centauro, l'ambientazione era diventata fantasy/mitologica. Quindi a quel punto avevo un protagonista particolarmente giocoso e ineducato in un contesto bucolico antico. Prima della fine del paragrafo arriva pero' una chiave che avrebbe potuto indirizzarmi correttamente, quella rivista dell'offesa che Ginny tiene in mano avrebbe potuto chiarire le cose se non fossi stato gia' completamente fuori strada e non fossi stato impegnato a cercare di comprendere cosa fosse il rumore sordo che ha colpito il protagonista con l'effetto mentale di provocargli spavento: viaggiavo verso le pistole psico-soniche della fantascienza anni '90.
Non vado oltre ma davvero, fino a biscotto, non ci avevo capito nulla.

Ho riletto il tutto naturalmente una volta che si e' chiarito il dilemma. Finalmente ogni cosa trovava una collocazione, almeno chiarendo le tue intenzioni come autrice, sebbene a me come lettore resti difficile sorvolare sulle molte incoerenze che mi colpiscono. Ad esempio, il cane sa che il grido dei Sioux e' un grido di guerra per averli visti in qualche sceneggiato western, eppure non sa pensare al biscotto col suo nome nonostante gli sara' stato chiesto centinaia di volte se ne vuole uno e abbia visto gli umani chiamarlo biscotto ogni volta che fanno colazione. Il cane conosce addirittura la 'salsa' e pensa a un frammento di brano associando la musica ai passi eppure non sa cos'e' un biscotto.
Dunque l'umanizzazione mi sembra faccia deragliare la possibilita' di godersi la lettura, unendosi in questo con una serie di scelte lessicali veramente ostiche.

Come nota positiva, credo che i sentimenti del cucciolo che hai messo nel tuo racconto siano plausibili e una volta focalizzata la razza del protagonista si riescono a cogliere anche tutti i diversi tipi di soprusi che deve subire, pertanto tema rispettato e complimenti per l'idea.

Alla prossima.


Ciao Pietro grazie del commento!
Partirei dal commento riguardante la salsa. Perché dici che il cane conosce la salsa? Lui pensa solo "Muove il sederino e ulula qualcosa", riconosce un movimento, non certo il senso. Non scrivo neanche "balla", scrivo muove.

Riguardo al resto degli appunti che mi fai, non ho niente da dirti. Hai ragione su tutti i fronti. Me la sono giocata male. Ero consapevole di creare un protagonista cartone-animato, quindi che potesse essere umanizzato, conoscere il grido sioux, e riconoscere alcuni atteggiamenti e azioni tipiche degli esseri umani che vivono con lui. Non è facile scrivere dal pov di un animale, è vero, ma proprio per questo ho voluto rischiare rendendolo proprio Ulisse, e non un cane qualsiasi. Sul termine biscotto invece nella mia testa era un termine per lui nuovo. Infatti un cane di solito mangia bocconcini, crocchette, non biscotti. Però in effetti qui ci ho messo troppo della mia esperienza personale, molti altri cani magari conoscono proprio il termine Biscotto. Avrei dovuto inserire qualcosa di più strano: una caramella, un torrone, una merendina, qualcosa di più difficile per la comprensione canina.

Pazienza. Ci ho provato.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Wild Thing

Messaggio#9 » lunedì 24 gennaio 2022, 23:07

SilviaCasabianca ha scritto:Partirei dal commento riguardante la salsa. Perché dici che il cane conosce la salsa? Lui pensa solo "Muove il sederino e ulula qualcosa", riconosce un movimento, non certo il senso. Non scrivo neanche "balla", scrivo muove.


Il motivo è la citazione con cui chiudi il movimento. Sembra un suo pensiero, rendendo il pov conscio di fare un movimento simile al ballare:
"Mi avvicino. Mi allontano. Un pasito pal’ante."

Pazienza. Ci ho provato.


E hai fatto bene. Siamo qui per sperimentare. ;-)
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Re: Wild Thing

Messaggio#10 » martedì 25 gennaio 2022, 9:44

Ciao Silvia,

in sé il racconto mi ha strappato un sorriso (e lasciato un po' di tristezza, povero cane). Ti confesso però che il pezzo iniziale mi ha molto confusa.
Finché non ho capito si trattasse di un cane (caratteristica che ti giochi bene, perché sveli con dettagli il pdv verso la metà e non verso la fine, cercando un effetto sorpresa molto pericoloso) pensavo fossero in guerra.

Non mi è stato chiaro per un po' di riletture che il rumore sordo fosse quello della rivista. Avresti potuto inserirlo come dettaglio prima, al posto del paragone con le molle (giusto perché mi rendo conto che lo spazio è tiranno). E' scritto bene ed è piacevole, ma il pdv è un cane e quella metafora stona un po'. Per il resto ti segnalo anche che " Un pasito pal’ante" mi ha confusa (sempre perché stonava col pdv).
A rileggerci,
Morena

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Andrea76
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Re: Wild Thing

Messaggio#11 » mercoledì 26 gennaio 2022, 11:21

Ciao Silvia, il racconto ha un’idea di partenza coraggiosa, cioè quella di entrare nel pdv di un cane e se vogliamo anche nella sua psicologia. Ci sono dei passaggi in cui questo ti riesce bene, come qui: Non comprendo. Vuole bloccarmi? Perché sta facendo così? Provo forte disagio. Sbadiglio cercando di farglielo capire. Nel complesso però ho fatto un po’ fatica a visualizzare il contesto e i personaggi in scena. Probabile che si tratti di un limite mio, laddove tendo a sentire nelle mie corde un genere di narrazioni più classiche e lineari. A volte, se non ho sbagliato valutazione, fai dire le battute al cane esplicitandole tra le virgolette caporali, come se fosse appunto un essere umano. Questo mi ha un po’ confuso soprattutto nell’attribuire la battuta a lui o a Tom.

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Stefano.Moretto
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Re: Wild Thing

Messaggio#12 » giovedì 27 gennaio 2022, 22:34

Ciao Silvia,
anch'io ho avuto un po' di difficoltà a interpretare cosa stesse accadendo. Ho capito che era un cane quando si è infilato sotto il tavolo e mi sono fermato a rileggere i pezzi prima per capire se aveva senso l'intuizione. Da lì in poi è stato più chiaro cosa stesse succedendo. Non mi ha convinto troppo questo pezzo:
«Lo vuoi un biscotto Ulisse?» mi si rivolge Tom
Ok, è una proposta. Questo l’ho capito. Ha anche detto il mio nome. Non so cosa mi stia proponendo ma sembra eccitante.

Non mi ha convinto perché fin qui sembra che il cane capisca tutto, e soprattutto se metti il dialogo così il lettore capisce, mentre dopo il cane non capisce che gli vuole dare un biscotto e la cosa mi ha confuso abbastanza.
Un altro punto poco chiaro, almeno per me, sono state le prime righe:
«Cazzoooo! Cazzo, cazzo! Tutti a rapporto! chi c’è?? Chi è?» mi alzo di soprassalto
«Hooka Hey!» lancio il mio grido di battaglia come un Sioux e mi precipito verso la porta.

mandando a capo il secondo dialogo sembrava che la seconda battuta non fosse della stessa persona (o cane) che ha detto la prima; a una prima lettura mi ero convinto che la prima frase fosse stata detta da qualcun altro e che il protagonista si fosse svegliato di soprassalto a causa delle urla.
Al netto della chiarezza espositiva, il racconto l'ho trovato molto divertente (anche se un po' drammatico dal punto di vista del cane).

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Re: Wild Thing

Messaggio#13 » domenica 30 gennaio 2022, 8:33

Ciao Silvia!
Ho dato un'occhiata alle classiiche e sono rimasto stupito di tutti quegli ultimi posti perché a me il tuo racconto non è dispiaciuto affatto. Direi che mi è piaciuto.
Ho intuito dopo un po' che si trattava di un cane ma questo non mi ha mandato nel panico. Se uno leggendo non capisce subito...be' niente panico fratello e continua a leggere. A me piace che ci sia uno svelamento progressivo. E comunque il tuo si capisce in poche righe.
Ho adorato come hai dato voce al.cane. secondo me, almeno osservando il mio di cane, è proprio così che funziona.
Quindi vado in controtendenza e ti dico che è una prova buona.
Davide Mannucci

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Re: Wild Thing

Messaggio#14 » domenica 30 gennaio 2022, 22:44

Confermo che tutta la prima parte può risultare un po' ostica, ho faticato parecchio a definire la scena e a capire che il protagonista era l'unico animale con tre umani. L'urlo iniziale suddiviso con una doppia linea di dialogo su due righe consecutive è destabilizzante perché mi è venuto naturale assegnarla a due attori diversi mentre invece si trattava dello stesso. Quando poi ho realizzato che Ginny fosse un'umana, unito alla stranezza del contesto e al nome non italiano scelto apposta, ho pensato addirittura di trovarmi nella casa di un Harry Potter adulto (Ginny è sua moglie), questo per darti un'idea di come possa essere complesso entrare nel racconto. Detto questo, una volta chiarito tutto va via che è un piacere e il protagonista è ben caratterizzato nei suoi modi canini. Argomento biscotto: occhio che se riconosce riviste, zoccoli e un tot di altre robette umane diventa difficile non assegnargli anche la conoscenza del concetto biscotto. Tema ben declinato. Per me un pollice tendente verso l'alto a un pelo dal solido e dal brillante (va sistemata la prima parte). Rispondo al Mannucci che si chiede il perché di queste posizioni in classifica: sei capitata in un gruppo con una qualità media dei racconti come non ne vedevo da anni.

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SilviaCasabianca
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Re: Wild Thing

Messaggio#15 » lunedì 31 gennaio 2022, 13:58

Leggo solo ora sia il commento di Davide che quello di Maurizio.
Grazie Davide, sono felice che almeno l'1% della comunità abbia visto del buono, ahaha.
Ci tengo solo a precisare che il fatto che all'inizio non si capisca che si tratta di un cane era (mi sembrava intuibile) voluto, altrimenti avrei usato parole che non lasciano adito a dubbi come zampa, abbaiare, bau, osso, quattro zampe, tartufo (naso canino) ecc.
Era voluto per due motivi:
1. A me personalmente piace quando viene disvelata la natura di un personaggio progressivamente, per cui per quanto mi riguarda: intento riuscito.
2. in questo caso era anche funzionale al messaggio del racconto, perché volevo che il personaggio sembrasse un umano che si sente attaccato e sta in difesa e in protezione del suo branco, in guerra magari, al fronte, insomma volevo che si avvertisse questa metafora, questa analogia fra uomo e animale domestico, per dire in fondo, fra le righe "quel cane si sente come si sentirebbe un soldato in trincea, o come si sentirebbe un uomo a cui stanno per attaccare la famiglia" e per educare, in un certo senso alla liberazione dall'antropocentrismo disfunzionale che ci sta allontanando dalla comprensione di linguaggi altri.
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