Katia

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Katia

Messaggio#1 » lunedì 17 gennaio 2022, 23:08

Nonostante dovessi iniziare le medie, mamma non voleva che prendessi il pullman da sola e così mi aveva messo un pulmino privato. Non le fregava nulla di ciò che volessi io, doveva sempre fare di testa sua. Le chiedevo perché e mi rispondeva “perché no” e se insistevo finiva che le buscavo pure.
Ciononostante, come sempre agli inizi di settembre, avevo grande entusiasmo per il nuovo anno scolastico. Ho sempre amato gli inizi: l’inizio anno, l’inizio scuola, persino i lunedì. Li ho sempre visti come un’occasione di riscatto, una possibilità di ricominciare da capo.
Rinunciai a mettere il broncio e decisi di approcciare anche al pullmino come un nuovo inizio.

Il pulmino non era come me l’aspettavo: era un vecchio Ducati con tre panche parallele, due lato finestrino e una centrale, e una in fondo, tutte ugualmente scomode.

«Ciao, Maria, sono Ida» mi salutò quella che sembrava essere l’assistente di Rosa, che scoprii essere l’autista. Mi fece cenno di sedermi. Sorrisi e mi voltai verso il pulmino. Una dozzina di ragazzini, più o meno coetanei, mi guardava incuriosita. Erano tutti addossati uno sull’altro, con i loro zaini colorati sulle gambe.
C’era silenzio, ma durò poco, il tempo necessario a etichettarmi. Vestiti di seconda mano, scarpe usurate e zaino vecchio di almeno due anni. Non una da frequentare insomma. Due ragazze iniziarono a sussurrarsi cose nell’orecchio, sicuramente su di me, i maschi tornarono a parlare di calcio riprendendo un discorso lasciato a metà per il mio arrivo.
Oltre i loro sguardi, oltre i sussurri malevoli e i gossip calcistici, in fondo al pulmino, un’intera panca libera.
«Fatele spazio» li invitò Ida con il consueto accento napoletano pesantissimo di ogni adulto. Ignorai sia lei sia i tentativi piuttosto timidi della mandria di ubbidire.
Mi accomodai sulla panca libera.
Di nuovo cadde il silenzio.
Credo sia da quel pulmino che ho iniziato a non sopportare di essere fissata. Ogni sguardo pesava su di me come un macigno, ventiquattro pietruzze silenziose che come spilli si insinuavano nella testa.
«Katia? Scendi» la voce di Ida ruppe il silenzio, e come molle tutte le teste scattarono verso l’ingresso del pulmino.

Conobbi Katia.
Questa enorme ragazza dai passi pesanti e la faccia lentigginosa fece il suo ingresso urlando “Buongiorno!” e avanzando a passo spedito verso lo spazio libero in fondo.
Posò i suoi occhietti marroni su di me, e il sorriso le si spense in volto.
«Quello è il mio posto, bella» mi disse, e rise. Si guardò intorno in cerca di approvazione e gli altri ridacchiarono.
Lanciai uno sguardo alla mia destra, dove calcolai ci fosse spazio sufficiente almeno per altre due obese come lei.
«C’è posto» le spiegai.
«Oh, ma te vuo’ leva’ ‘a nanz ‘o cazz?» tuonò paonazza con una cadenza cafona che trovai irritante.
«No».
Fu tutto ciò che dissi e fui fiera di me, perché la voce era ferma e non abbassai mai lo sguardo. Non sarebbe stata la prima volta che mi menavo con qualcuno. Ida fiutò la rissa, perché si decise a intervenire.
«Maria! Dai, togliti. Ugo falle spazio».
Sbigottita fissai la signora Rosa, che ricambiava lo sguardo dallo specchietto retrovisore. Mi alzai silenziosa e mossi passi incerti verso l’inizio del pulmino, dove Ugo aveva lasciato spazio sufficiente ad accogliere mezza chiappa.
Katia mi spinse via sotto gli occhi di Ida, che abbassò lo sguardo, e si sedette. Stese un coscione suino su tutto il posto e tirò fuori dai jeans firmati un cellulare cafonissimo tutto dorato con un ciondolo “D&G”. Le due ragazze iniziarono a rivestirla di complimenti per l’acquisto.
Restai sbigottita e cercai lo sguardo di Ida, che pur di non guardare teneva la testa sul pavimento sporco.
«Sai, è la figlia del camorrista» spiegò in un sussurro Ugo.
Fu la prima volta che imparai come si vive a Napoli: guardando altrove a ogni piccolo sopruso quotidiano, anche quando sei grande e puoi fare la differenza.
Fu la prima volta che desiderai di andarmene. Perché Napoli la vivi guardando altrove, e io altrove non so guardare.
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Re: Katia

Messaggio#2 » lunedì 17 gennaio 2022, 23:09

Ciao Morena! Parametri tutti rispettati, buona PATRIZIA RINALDI EDITION!

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Leonardo Pigneri
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Re: Katia

Messaggio#3 » mercoledì 19 gennaio 2022, 13:05

Ciao Morena! E' sempre un piacere leggerti, vediamo un po' cos'hai tirato fuori...

Nonostante dovessi iniziare le medie, mamma non voleva che prendessi il pullman da sola e così mi aveva messo [Forse qui ti sei dimenticata un "in"?] un pulmino privato. Non le fregava nulla di ciò che volessi io, doveva sempre fare di testa sua. Le chiedevo perché e mi rispondeva “perché no” e se insistevo finiva che le buscavo pure.
Ciononostante, come sempre agli inizi di settembre, avevo grande entusiasmo per il nuovo anno scolastico. Ho sempre amato gli inizi: l’inizio anno, l’inizio scuola, persino i lunedì. Li ho sempre visti come un’occasione di riscatto, una possibilità di ricominciare da capo.
Rinunciai a mettere il broncio e decisi di approcciare anche al [non mi suona, forse ci voleva "il"] pullmino [refuso] come un nuovo inizio. [Una buona introduzione]

Il pulmino non era come me l’aspettavo: era un vecchio Ducati [Non son sicuro che una ragazzina si soffermi sulla marca del pulmino]con tre panche parallele, due lato finestrino e una centrale, e una in fondo, tutte ugualmente scomode.

«Ciao, Maria, sono Ida» mi salutò quella che sembrava essere l’assistente di Rosa, che scoprii essere l’autista. Mi fece cenno di sedermi. Sorrisi e mi voltai verso il pulmino. Una dozzina di ragazzini, più o meno coetanei, mi guardava incuriosita. [Ah, ok. Col fatto che lo avevi descritto prima, me lo ero immaginato vuoto. Attenta.] Erano tutti addossati uno sull’altro, con i loro zaini colorati sulle gambe.
C’era silenzio, ma durò poco, il tempo necessario a etichettarmi. Vestiti di seconda mano, scarpe usurate e zaino vecchio di almeno due anni. Non una da frequentare insomma. Due ragazze iniziarono a sussurrarsi cose nell’orecchio, sicuramente su di me, i maschi tornarono a parlare di calcio riprendendo un discorso lasciato a metà per il mio arrivo.
Oltre i loro sguardi, oltre i sussurri malevoli e i gossip calcistici, in fondo al pulmino, [C'era] un’intera panca libera.
«Fatele spazio» li invitò Ida con il consueto accento napoletano pesantissimo di ogni adulto. Ignorai sia lei sia i tentativi piuttosto timidi della mandria di ubbidire.
Mi accomodai sulla panca libera.
Di nuovo cadde il silenzio.
Credo sia da quel pulmino che ho iniziato a non sopportare di essere fissata. Ogni sguardo pesava su di me come un macigno, ventiquattro pietruzze silenziose che come spilli si insinuavano nella testa.
«Katia? Scendi» la voce di Ida ruppe il silenzio, e come molle tutte le teste scattarono verso l’ingresso del pulmino. [Carina l'immagine, ma la battuta mi confonde. Deve salire sul pulmino questa Katia, no?]

Conobbi Katia.
Questa enorme ragazza dai passi pesanti e la faccia lentigginosa fece il suo ingresso urlando “Buongiorno!” e avanzando a passo spedito verso lo spazio libero in fondo.
Posò i suoi occhietti marroni su di me, e il sorriso le si spense in volto.
«Quello è il mio posto, bella» mi disse, e rise. Si guardò intorno in cerca di approvazione e gli altri ridacchiarono.
Lanciai uno sguardo alla mia destra, dove calcolai ci fosse spazio sufficiente almeno per altre due obese come lei.
«C’è posto» le spiegai.
«Oh, ma te vuo’ leva’ ‘a nanz ‘o cazz?» tuonò paonazza con una cadenza cafona che trovai irritante.
«No».
Fu tutto ciò che dissi e fui fiera di me, perché la voce era ferma e non abbassai mai lo sguardo. Non sarebbe stata la prima volta che mi menavo con qualcuno. Ida fiutò la rissa, perché si decise a intervenire.
«Maria! Dai, togliti. Ugo falle spazio».
Sbigottita fissai la signora Rosa, che ricambiava lo sguardo dallo specchietto retrovisore. Mi alzai silenziosa e mossi passi incerti verso l’inizio del pulmino, dove Ugo aveva lasciato spazio sufficiente ad accogliere mezza chiappa.
Katia mi spinse via sotto gli occhi di Ida, che abbassò lo sguardo, e si sedette. Stese un coscione suino su tutto il posto e tirò fuori dai jeans firmati un cellulare cafonissimo tutto dorato con un ciondolo “D&G”. Le due ragazze iniziarono a rivestirla di complimenti per l’acquisto.
Restai sbigottita e cercai lo sguardo di Ida, che pur di non guardare teneva la testa sul pavimento sporco.
«Sai, è la figlia del camorrista» spiegò in un sussurro Ugo.
Fu la prima volta che imparai come si vive a Napoli: guardando altrove a ogni piccolo sopruso quotidiano, anche quando sei grande e puoi fare la differenza.
Fu la prima volta che desiderai di andarmene. Perché Napoli la vivi guardando altrove, e io altrove non so guardare.

Commento:

Eccellente. Davvero. Per ora il migliore che ho letto. Dettagli ottimi, immagini vivide, dialogo e pensieri azzeccati, flusso informativo anche. Ti ho segnato pochissimo sul testo perché, in effetti, c'è davvero poco da dire se non che il racconto mi ha colpito.
Inoltre, anche io, col mio racconto, ho parlato di Napoli, ma credo che il tuo lo batta su tutti i fronti.
Bravissima!

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Gianni Tabaldi
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Re: Katia

Messaggio#4 » mercoledì 19 gennaio 2022, 14:25

Ciao! Sono nuovo, è la mia prima partecipazione e quindi posso peccare di inesperienza.

Siamo nello stesso gruppo, non dovrei giudicare anche il tuo romanzo, non so se facendo un commento in qualche modo ci sia qualche conflitto di interessi. Ma mi arrischio a fartene uno perché è un giudizio estremamente positivo.

Il tuo racconto è davvero bello.

È lineare, non ha ribaltamenti di prospettiva, non ha colpi a effetto o cose particolari, o temi particolarmente originali... ma non ne ha bisogno.

Perché è scritto bene, ha un'idea ben chiara e precisa (e soprattutto FORTE) di quello che vuole dire, e lo fa. Racconta di un sentimento comune, un'emozione universale e che tutti possiamo capire, ma non è per questo scontata, banale.

Quell'ultima frase, con cui chiudi il racconto, mi ha colpito davvero. È solo una frase, una sentenza, ma il bello dello scrivere è che a volte basta solo questo per raggiungere il cuore di un lettore.

Davvero brava!

Rosico un po' perché siamo nello stesso girone, i nostri racconti sono come nostri figli, gli amiamo sempre più di quegli degli altri, ma se debbo essere onesto trovo migliore il tuo del mio.

Complimenti!

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Davide_Mannucci
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Re: Katia

Messaggio#5 » mercoledì 19 gennaio 2022, 15:31

Ciao Morena, piacere di leggerti!
Sono contento di aver letto un bel racconto come il tuo! Mi piace tutto, soprattutto il modo in cui arrivi al finale amaro, seppur con quella affermazione sul non saper guardare altrove che è da applausi.
Buono lo stile e buona la capacità di dare empatia.
Accomodati sul podio, vai! :)
Davide Mannucci

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Re: Katia

Messaggio#6 » giovedì 20 gennaio 2022, 10:23

Leonardo Pigneri ha scritto:Ciao Morena! E' sempre un piacere leggerti, vediamo un po' cos'hai tirato fuori...

Commento:

Eccellente. Davvero. Per ora il migliore che ho letto. Dettagli ottimi, immagini vivide, dialogo e pensieri azzeccati, flusso informativo anche. Ti ho segnato pochissimo sul testo perché, in effetti, c'è davvero poco da dire se non che il racconto mi ha colpito.
Inoltre, anche io, col mio racconto, ho parlato di Napoli, ma credo che il tuo lo batta su tutti i fronti.
Bravissima!


Ciao Leonardo,
ben ritrovato! Grazie mille per il tuo modo di commentare, immagino porti via tanto tempo ma è stato prezioso per avere appunti chiari su come migliorare.
Sei molto gentile, sono curiosa di leggere il tuo (mi concederò un giro dopo aver finito il mio), anche se confesso che appena ho letto il titolo ho pensato subito a Napoli...
A presto!
Morena

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Re: Katia

Messaggio#7 » giovedì 20 gennaio 2022, 10:26

Gianni Tabaldi ha scritto:Ciao! Sono nuovo, è la mia prima partecipazione e quindi posso peccare di inesperienza.

Siamo nello stesso gruppo, non dovrei giudicare anche il tuo romanzo, non so se facendo un commento in qualche modo ci sia qualche conflitto di interessi. Ma mi arrischio a fartene uno perché è un giudizio estremamente positivo.

Il tuo racconto è davvero bello.

È lineare, non ha ribaltamenti di prospettiva, non ha colpi a effetto o cose particolari, o temi particolarmente originali... ma non ne ha bisogno.

Perché è scritto bene, ha un'idea ben chiara e precisa (e soprattutto FORTE) di quello che vuole dire, e lo fa. Racconta di un sentimento comune, un'emozione universale e che tutti possiamo capire, ma non è per questo scontata, banale.

Quell'ultima frase, con cui chiudi il racconto, mi ha colpito davvero. È solo una frase, una sentenza, ma il bello dello scrivere è che a volte basta solo questo per raggiungere il cuore di un lettore.

Davvero brava!

Rosico un po' perché siamo nello stesso girone, i nostri racconti sono come nostri figli, gli amiamo sempre più di quegli degli altri, ma se debbo essere onesto trovo migliore il tuo del mio.

Complimenti!


Ciao!
Innanzitutto benvenuto, anche io sono qui da tempi piuttosto recenti :) Ti ringrazio davvero tanto per le belle parole, come ho già detto in altri luoghi la gestione dei complimenti non è il mio forte. Spero tu possa trovarti bene qui, ti assicuro che riceverai tanti commenti veramente utili per migliorare (non sempre carini, ma sono i rischi del mestiere).
A presto! :)
Morena

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Re: Katia

Messaggio#8 » giovedì 20 gennaio 2022, 10:27

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Morena, piacere di leggerti!
Sono contento di aver letto un bel racconto come il tuo! Mi piace tutto, soprattutto il modo in cui arrivi al finale amaro, seppur con quella affermazione sul non saper guardare altrove che è da applausi.
Buono lo stile e buona la capacità di dare empatia.
Accomodati sul podio, vai! :)


Ciao Davide,
grazie di cuore per le belle parole. Mi metto comoda in attesa che il prossimo commento mi spodesti allora! :)
Grazie,
Morena

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Davide_Mannucci
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Re: Katia

Messaggio#9 » giovedì 20 gennaio 2022, 14:17

Ciao Davide,
grazie di cuore per le belle parole. Mi metto comoda in attesa che il prossimo commento mi spodesti allora! :)
Grazie,
Morena


.....puoi pure schiacciarti un pisolino :)
Pare che nessuno stia per spodestarti... :)
Davide Mannucci

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Giovanni Attanasio
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Re: Katia

Messaggio#10 » giovedì 20 gennaio 2022, 16:39

Bello, e non mi aspettavo il twist finale, se così vogliamo chiamarlo. Il tema della mafia e mafiosità è molto interessante e da siciliano posso comprendere il peso di "è figlio di quello". Ma allora perché tenerlo solo per il finale? Mi sarebbe piaciuto un accenno sin dall'incipit che saremmo andati a parere lì. O no?
La storia è carina, questo sì, però è molto "vita quotidiana" per questo sono convinto che pigiare sul pedale del "setting" avrebbe portato a grandi risultati. O magari mi son perso qualche riferimento, anche questa è una possibilità.
Bella prova.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Pretorian
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Re: Katia

Messaggio#11 » giovedì 20 gennaio 2022, 23:36

Ciao Read e piacere di leggerti. Dunque, in questi racconti vedo parecchi problemi. Il primo è a livello di focus. Di cosa dovrebbe parlare veramente? Di Katia, che è eppena accennata? Del rapporto della protagonista con la madre, a cui dedichi due righe? Della sua vita a Napoli, cui dedichi una frettolosa riflessione finale? Questa mancanza di focus, unita a uno stile in cui la narrazione interviene pesantemente, soprattutto nel finale, da quasi l'idea di una serie di frammenti estrapolati da un testo più ampio e appiccicati alla bell'e meglio. Oltre alla pesantezza del arrato, molti altri elementi dello stile sono migliorabili: ad esempio, quando introduci ida come assisntente di Rosa senza aver prima detto chi è rosa, produci una grande confusione che prende l'intero periodo, che avresti potuto evitare con giusto un mimino di attenzione.
Nel complesso, quindi, una prova non entusiasmante.
Alla prossima

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Re: Katia

Messaggio#12 » venerdì 21 gennaio 2022, 12:18

Giovanni Attanasio ha scritto:Bello, e non mi aspettavo il twist finale, se così vogliamo chiamarlo. Il tema della mafia e mafiosità è molto interessante e da siciliano posso comprendere il peso di "è figlio di quello". Ma allora perché tenerlo solo per il finale? Mi sarebbe piaciuto un accenno sin dall'incipit che saremmo andati a parere lì. O no?
La storia è carina, questo sì, però è molto "vita quotidiana" per questo sono convinto che pigiare sul pedale del "setting" avrebbe portato a grandi risultati. O magari mi son perso qualche riferimento, anche questa è una possibilità.
Bella prova.


Ciao Giovanni,
grazie del commento (e della comprensione). Non avevo valutato in realtà l'idea di portarlo a tema più elevato, quindi ti confermo che la tua lettura è stata attenta e non ci sono "sottotesti" andati perduti. Ho descritto il primo impatto con la malavita nella quotidianità, senza effettivamente farne un perno. Volevo arrivasse improvviso e inatteso così come lo è per una ragazzina che si trova per la prima volta a dover gestire la nozione di "figlio-di". Il momento prima il problema è tua madre che non ti capisce, il momento dopo gli adulti che voltano la testa anche quando sei in difficoltà.
Grazie ancora, Morena

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Re: Katia

Messaggio#13 » venerdì 21 gennaio 2022, 12:27

Pretorian ha scritto:Ciao Read e piacere di leggerti. Dunque, in questi racconti vedo parecchi problemi. Il primo è a livello di focus. Di cosa dovrebbe parlare veramente? Di Katia, che è eppena accennata? Del rapporto della protagonista con la madre, a cui dedichi due righe? Della sua vita a Napoli, cui dedichi una frettolosa riflessione finale? Questa mancanza di focus, unita a uno stile in cui la narrazione interviene pesantemente, soprattutto nel finale, da quasi l'idea di una serie di frammenti estrapolati da un testo più ampio e appiccicati alla bell'e meglio. Oltre alla pesantezza del arrato, molti altri elementi dello stile sono migliorabili: ad esempio, quando introduci ida come assisntente di Rosa senza aver prima detto chi è rosa, produci una grande confusione che prende l'intero periodo, che avresti potuto evitare con giusto un mimino di attenzione.
Nel complesso, quindi, una prova non entusiasmante.
Alla prossima


Ciao Agostino,
grazie per il tuo commento.
Parto dalla tua osservazione per me più facile da gestire, ossia questa:
quando introduci ida come assistente di Rosa senza aver prima detto chi è rosa, produci una grande confusione che prende l'intero periodo, che avresti potuto evitare con giusto un mimino di attenzione

La distribuzione delle informazioni è effettivamente un'area su cui sto cercando di migliorare. Ti ringrazio per la segnalazione: essendo un problema in cui incappo spesso, è sempre utile per me avere feedback di questo tipo.

Sul focus si tratta di un pezzo di quotidianità di una ragazza di undici anni, da qui la presenza di più aspetti, e di come problemi quotidiani con un adulto che non ti capisce e non ti ascolta (la madre) evolvano in problemi quotidiani con un adulto che non ti tutela e non ti guarda (Ida). Katia non mi sembra accennata, visto che è protagonista di quasi il 44% del testo. La tua osservazione però mi invita a riflettere sul perché appaia secondaria, quindi ti ringrazio.

Sull'idea generale sono un po' confusa: mi parli di "frammenti estrapolati da un testo più ampio", ma ho cercato di concentrarmi su una scena specifica (prima volta in un pulmino privato) per restare nello spazio senza lasciare del non-detto che non avrebbe chiarito il contesto.

A presto,
Morena

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Maurizio Chierchia
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Re: Katia

Messaggio#14 » domenica 23 gennaio 2022, 15:18

Buongiorno Read Only,
Intanto parto col precisare che è la prima volta che giudico testi altrui, non so quanto possa esserne capace però ci provo.
Parto col dire che il racconto l'ho trovato poco interessante. Una scena che descrive i soprusi della povera studente, ma che non riesce a portarmi oltre, rimane piantata lì. Non intendo dire che il racconto sia scritto male o che non centri il tema. Anzi, trovo che il senso dei piccoli soprusi sia chiaro e la stesura lineare e comprensibile.
In alcuni punti ho avuto qualche dubbio: «Katia? Scendi» la voce di Ida ruppe il silenzio, e come molle tutte le teste scattarono verso l’ingresso del pulmino.
Ad esempio qui, non capisco a cosa centri quella frase riferita a Katia pronunciata da Ida.
Non ho avuto l'impressione che stesse salendo sul pullmino Katia, ma magari ho interpretato male io.
Per il resto avrei preferito qualche battuta di più in napoletano, ma questi sono gusti personali in quanto è un dialetto perfetto per questo genere di storie.
Spero di poterti rileggere presto e in bocca al lupo.
Maurizio Chierchia
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roberto.masini
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Re: Katia

Messaggio#15 » lunedì 24 gennaio 2022, 23:44

Ciao, Read.
Nonostante anche tu ti sia cimentato con il problema del bullismo, aderendo pienamente al tema del contest, il risultato non è stato pienamente soddisfacente. Chi è la protagonista Maria (positiva) o Katia (negativa)? Che tutto si svolga a Napoli mi sembrava importante farlo risaltare ma tutti i personaggi parlano un italiano forbito fino a quando (alla fine) Katia s'inalbera e solo allora si comprende dove si svolge l'intera storia. Il mistero per me s'infittisce sul ruolo di Ida e Rosa. Da rileggere.

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Re: Katia

Messaggio#16 » martedì 25 gennaio 2022, 9:23

roberto.masini ha scritto:Ciao, Read.
Nonostante anche tu ti sia cimentato con il problema del bullismo, aderendo pienamente al tema del contest, il risultato non è stato pienamente soddisfacente. Chi è la protagonista Maria (positiva) o Katia (negativa)? Che tutto si svolga a Napoli mi sembrava importante farlo risaltare ma tutti i personaggi parlano un italiano forbito fino a quando (alla fine) Katia s'inalbera e solo allora si comprende dove si svolge l'intera storia. Il mistero per me s'infittisce sul ruolo di Ida e Rosa. Da rileggere.


Ciao Roberto,
grazie mille per esser passata. La protagonista è Maria, che racconta la storia dal suo punto di vista. Riesci a spiegarmi come mai non sia stato chiaro? Non per sminuire il tuo punto di vista, vorrei riuscire a migliorare per evitare che quest'errore si ripeta in futuro.
A Napoli con i bambini spesso si tende a parlare in un italiano dall'accento pesante, per cui ho sottolineato il peso dell'accento pur tenendo parte dei dialoghi in italiano. Anche "bella" è un appellativo che era molto in voga tra i giovani pre-rissa.
Sul ruolo di Ida e Rosa invece mi fa piacere sia oscuro: sono gli adulti che potrebbero intervenire per placare la rissa, ma si limitano a essere l'autista del pulmino e la sua assistente senza essere nient'altro che questo.
Spero di aver reso più chiaro il testo e di sentirti per la parte meno chiara :)
Morena

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Re: Katia

Messaggio#17 » martedì 25 gennaio 2022, 9:25

Maurizio Chierchia ha scritto:Buongiorno Read Only,
Intanto parto col precisare che è la prima volta che giudico testi altrui, non so quanto possa esserne capace però ci provo.
Parto col dire che il racconto l'ho trovato poco interessante. Una scena che descrive i soprusi della povera studente, ma che non riesce a portarmi oltre, rimane piantata lì. Non intendo dire che il racconto sia scritto male o che non centri il tema. Anzi, trovo che il senso dei piccoli soprusi sia chiaro e la stesura lineare e comprensibile.
In alcuni punti ho avuto qualche dubbio: «Katia? Scendi» la voce di Ida ruppe il silenzio, e come molle tutte le teste scattarono verso l’ingresso del pulmino.
Ad esempio qui, non capisco a cosa centri quella frase riferita a Katia pronunciata da Ida.
Non ho avuto l'impressione che stesse salendo sul pullmino Katia, ma magari ho interpretato male io.
Per il resto avrei preferito qualche battuta di più in napoletano, ma questi sono gusti personali in quanto è un dialetto perfetto per questo genere di storie.
Spero di poterti rileggere presto e in bocca al lupo.


Ciao Maurizio,
nessun problema sulla capacità, ogni consiglio è ben accetto (se è detto con gentilezza poi).
Sei il secondo che mi sottolinea la mancanza di battute in dialetto, quindi sicuramente è una nota preziosa che porto a casa per il futuro.
Grazie,
Morena

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roberto.masini
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Re: Katia

Messaggio#18 » martedì 25 gennaio 2022, 19:48

read_only ha scritto:
roberto.masini ha scritto:Ciao, Read.
Nonostante anche tu ti sia cimentato con il problema del bullismo, aderendo pienamente al tema del contest, il risultato non è stato pienamente soddisfacente. Chi è la protagonista Maria (positiva) o Katia (negativa)? Che tutto si svolga a Napoli mi sembrava importante farlo risaltare ma tutti i personaggi parlano un italiano forbito fino a quando (alla fine) Katia s'inalbera e solo allora si comprende dove si svolge l'intera storia. Il mistero per me s'infittisce sul ruolo di Ida e Rosa. Da rileggere.


Ciao Roberto,
grazie mille per esser passata. La protagonista è Maria, che racconta la storia dal suo punto di vista. Riesci a spiegarmi come mai non sia stato chiaro? Non per sminuire il tuo punto di vista, vorrei riuscire a migliorare per evitare che quest'errore si ripeta in futuro.
A Napoli con i bambini spesso si tende a parlare in un italiano dall'accento pesante, per cui ho sottolineato il peso dell'accento pur tenendo parte dei dialoghi in italiano. Anche "bella" è un appellativo che era molto in voga tra i giovani pre-rissa.
Sul ruolo di Ida e Rosa invece mi fa piacere sia oscuro: sono gli adulti che potrebbero intervenire per placare la rissa, ma si limitano a essere l'autista del pulmino e la sua assistente senza essere nient'altro che questo.
Spero di aver reso più chiaro il testo e di sentirti per la parte meno chiara :)
Morena

Scusa non avevo proprio colto la scelta stilistica che i ruoli di Ida e Rosa fossero oscuri ma ciò, scusa il gioco di parole, mi sembra ancor più problematico per l'intuizione se non la comprensione dei ruoli.

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Re: Katia

Messaggio#19 » mercoledì 26 gennaio 2022, 0:14

Ciao Morena, un piacere leggerti.
Non voglio fare il guastafeste, ma io mi sento di andare leggermente controcorrente, soprattutto rispetto ai primi commenti che ti sono stati fatti.
La pecca principale del racconto, per me, è lo stile. Sia chiaro, è molto buono, ma lo vedo poco adatto ad un punto di vista di una ragazzina. In alcuni punti sembra molto, troppo matura per la sue età. L'emblema è la frase finale, assolutamente bella ed evocativa, ma impensabile che la pronunci una bambina di 10 anni.
La mia personalissima idea è che tu sia partita con un'idea e poi man mano che scrivevi hai virato leggermente il tiro: un esempio di questo è quello di presentare la protagonista come una potenziale figlia di papà, con genitori appena trasferiti che si possono permettere di prenderle un pulmino privato, e poi ritrovarsi su questo pulmino insieme a gente di tutti i tipi.
Detto questo, mi è piaciuta l'idea e anche lo sviluppo, nonostante le pecche che mi sono sentito di rvidenziare.
Nel complesso è una buona prova.
A rileggerti.

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Re: Katia

Messaggio#20 » mercoledì 26 gennaio 2022, 10:33

Mario Mazzafoglie ha scritto:Ciao Morena, un piacere leggerti.
Non voglio fare il guastafeste, ma io mi sento di andare leggermente controcorrente, soprattutto rispetto ai primi commenti che ti sono stati fatti.
La pecca principale del racconto, per me, è lo stile. Sia chiaro, è molto buono, ma lo vedo poco adatto ad un punto di vista di una ragazzina. In alcuni punti sembra molto, troppo matura per la sue età. L'emblema è la frase finale, assolutamente bella ed evocativa, ma impensabile che la pronunci una bambina di 10 anni.
La mia personalissima idea è che tu sia partita con un'idea e poi man mano che scrivevi hai virato leggermente il tiro: un esempio di questo è quello di presentare la protagonista come una potenziale figlia di papà, con genitori appena trasferiti che si possono permettere di prenderle un pulmino privato, e poi ritrovarsi su questo pulmino insieme a gente di tutti i tipi.
Detto questo, mi è piaciuta l'idea e anche lo sviluppo, nonostante le pecche che mi sono sentito di rvidenziare.
Nel complesso è una buona prova.
A rileggerti.


Ciao Mario,
grazie per il tuo commento. Grazie mille per le tue osservazioni (in realtà sei perfettamente in corrente con i commenti successivi xD)
In realtà giù era cosa tipica avere pulmini privati (almeno dal paese da cui provengo). Non immaginarli come lussuosi mezzi di trasporto, piuttosto come bettole ambulanti di lavoratori in nero :) Forse ce n'erano di belli, non mi è dato sapere.
Per il punto di vista maturo in realtà la storia è raccontata da un'adulta. "Fu la prima volta" fa riferimento a sensazioni e pensieri che si ripeteranno poi col tempo. Ti ringrazio comunque per l'osservazione, vuol dire che il punto non era chiaro e farò più attenzione in futuro.
Morena

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Re: Katia

Messaggio#21 » domenica 30 gennaio 2022, 17:43

È vero che ci sono delle imprecisioni: 1) "Katia, scendi" e 2) Ida, l'assistente, che arriva prima di Rosa. Detto questo, mi è sembrato abbastanza chiaro che il pdv fosse Maria da adulta e la mia lettura è filata liscia. Molto bella la citazione al pulmino privato che neppure sapevo esistesse e molto ben realizzato il personaggio di Katia. Tema ottimamente declinato. Per me un pollice quasi su come il racconto di Cinti, ma lo posiziono davanti per il finale che mi ha colpito molto.

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