A fare la nanna

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

A fare la nanna

Messaggio#1 » lunedì 17 gennaio 2022, 23:15

Ester stringe la sua bambolina. Spengo la luce, le stelline della sua abat-jour scintillano nel buio.
«Buonanotte, tesoro.»
«Notte, mamma.»
Chiudo la porta, giro la chiave e la infilo in tasca.
«Non puoi fare così.»
Trasalisco. «Uff… Matteo, mi hai fatto prendere un colpo.»
Sta in piedi in fondo al corridoio. «La Ferri ha detto che non lo puoi fare.»
«È la tua terapista, che vuoi?» Lo oltrepasso, raggiungo il ripiano coi calici. «Devi andare, aspetto visite.»
Indica il Pinot. «E non esiste che fingi che sia malata per dormire fino a mezzogiorno.»
Che palle. «Quante volte è successo?»
«Troppe.»
«Va bene, ora che hai fatto il padre per cinque minuti, vattene a farti la tua vita.»
Scuote la testa, mi guarda come se fossi coperta di merda. «Sei una stronza.»
«Grazie.»
«E io un vigliacco perché te l’ho lasciata. Apri quella porta.»
Si crede il papa ora. Bevo un sorso. «Tra mezzora arriva Diego. Mi fa stare più tranquilla saperla al sicuro.»
«Al sicuro? Questo è sequestro di persona! Io chiamo la polizia.»
La apro e quando va via la richiudo. No, non gliela do vinta. «Non abiti più qui: vai.»
Serra le labbra, annuisce. «Bene.» Esce e sbatte la porta.
Infantile.
Sposto i calici sul tavolo e mi affaccio alla finestra. Eccolo lì. Telefona davvero.
«…sì, a chiave.» Monta in auto.
Ha chiamato la polizia davvero!
Che scemo, se arriva qualcuno posso sempre riaprire.
Ma guarda se mi deve ancora rompere le palle.
Scosto la tenda della cucina. Se arrivano con le sirene le posso vedere.
Ma figurati. Ester sta benissimo.
Attraverso il corridoio e mi accosto alla porta.
Parlotta.
«Amore? Sei sveglia?»
«Sì.»
«Che fai?»
«Metto a letto Dolly.»
Gioca con le bambole. Mio Dio, che bambina sofferente! «Va bene, ma dormi, cucciola. Io sono qui fuori, ok?»
«Ok.»
Torno di là, mi butto sul divano.
Scemo. Mi fa impazzire con tutte le sue paranoie. È solo una bambina e non è che abbia voglia di andarsene in giro di notte. Che differenza fa se la porta è chiusa o no?
Come per la scuola: non ho mai sentito una bambina triste perché non va a scuola. E poi la colazione se la fa da sola. Ha sei anni, mica due. Cose che fanno crescere.
E che non si è lamentato di quando la lascio da sola. Poverina, con patatine e tutti i cartoni che vuole. Lui e i suoi dottori del cazzo. Quando erano meno apprensivi si veniva su meglio.
Una portiera sbatte di sotto. Diego? È presto.
Mi affaccio. Cazzo, è la polizia davvero!
Deglutisco, caccio la mano in tasca, pizzico solo stoffa. Vado al portone. No, aspetta! Non hanno ancora suonato.
Dov’è la chiave?
Rivolto la tasca, il campanello suona. Prendo il citofono «Sì?» La chiave, dov’è la chiave?
«Polizia, signora. Possiamo salire un momento?»
Dev’essermi caduta. «Un attimo, mi vesto.» Riattacco, corro al divano, infilo le dita tra le pieghe. Niente. Levo i cuscini. Ma dov’è?
Suonano ancora. Ok, basta dire che non ci sono bambine. Anzi, Ester è dalla nonna. Non possono entrare se non hanno un mandato, credo. Cazzo, lo spero.
Apro. Devo calmarmi, prendere fiato.
Eccoli. Un giovane sbarbato, sorride. «Buonasera, che c’è?»
«Sera, signora. Ci è arrivata una segnalazione. Volevamo vedere se…» Guarda un foglietto. «Se Ester sta bene.»
Ecco, prendi un bel respiro, sorridi. «Ester?» Sii credibile!
Qualcosa mi afferra la maglia, salto di spavento.
«Mamma, che c’è?»
«Ester? Che… ? Credevo dormissi, amore.» Guardo i poliziotti. «Eccola qui. Sta bene.» L’avete vista, no? «Ora scusate, ma devo metterla a letto.»
Annuiscono, chiudo la porta.
Mi chino su Ester. «Tesoro, che ci fai fuori dalla cameretta? Come sei uscita?»
Mi fa vedere una chiave. «Papà me l’ha data se mi scappa la pipì.»
Bastardo. «E ti scappa la pipì?»
La cucciola fa sì con la testa.
«Dai, allora vai a farla.» Sto ancora tremando. Quello stronzo me l’ha fatta bella stasera.
Ester entra in bagno, io in camera sua. La chiave è ancora nella toppa. La sfilo, chissà la mia dov’è finita. Che sollievo.
La camera è in ordine, le stelline brillano. In fondo al letto… E quella?
La bambolina di Ester è chiusa in una gabbietta. A fare la nanna.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: A fare la nanna

Messaggio#2 » lunedì 17 gennaio 2022, 23:18

Ciao Luca! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa PATRIZIA RINALDI EDITION!

read_only
Messaggi: 171

Re: A fare la nanna

Messaggio#3 » martedì 18 gennaio 2022, 19:15

Ciao Luca,

confesso che ho trovato un po' di confusione all'inizio del testo. L'andare a capo di continuo crea un ritmo concitato che però in alcuni punti mi ha un po' persa. Anche il susseguirsi di frasi brevi alternate ai discorsi in prima persona mi ha confuso, come:
«Ester? Che… ? Credevo dormissi, amore.» Guardo i poliziotti. «Eccola qui. Sta bene.» L’avete vista, no? «Ora scusate, ma devo metterla a letto.»

Pensavo che "l'avete vista no?" fosse parte del dialogo.
Ciononostante, sei riuscito a tenere una sorta di tensione intrinseca nel testo sempre alta. Non so perché, ma c'è un retrogusto un po' horror nel testo che ho apprezzato: ho provato una sensazione perenne di angoscia che è culminata nell'orsetto in gabbia. Mi è sembrato l'incipit di qualcosa di più grande, senza però lasciarsi dietro quella brutta sensazione di irrisolto.
Bravo :)
Morena

Avatar utente
Gianni Tabaldi
Messaggi: 12

Re: A fare la nanna

Messaggio#4 » mercoledì 19 gennaio 2022, 11:11

Ciao Luca!

Come tu sai bene, è la mia prima partecipazione e credo di non avere compreso tutte le sfumature di Minuti Contati. Abbi pazienza!

Devo dire che il giudizio del tuo racconto è per me inficiato molto dal fatto che ho letto altro di tuo, in condizioni normali e ottimali, e non come quelle di Minuti Contati. E mi ha fatto un effetto stranissimo, purtroppo non del tutto positivo.

Mi spiego meglio: quello che ho letto di tuo fuori da questo contesto, denotava tra le qualità positive, una scrittura estremamente pensata, minuziosa, attenta ai dettagli.

Le tue scene sono solitamente molto by the book, impeccabili dal punto di vista formale, sia a livello di struttura generale, che di cura del particolare. È una tua caratteristica che spicca all'occhio subito, ed è positiva.

Di contro questo racconto è molto "scattoso", impreciso (ci sono momenti in cui la scena non è molto a fuoco, e non è chiaro il contesto), e si vede che nella fretta, con il limite di tempo e caratteri, non ti trovi del tutto a tuo agio (o perlomeno, questa è la mia sensazione).

Per capirci, secondo me tu sei un monaco benedettino amanuense, abituato a cesellare, a curare dettagli e minuzie e a scrivere in maniera pensata e iconica, gettato in mezzo a una gara di velocità tra stenografi.

In questo contesto poi, il tuo scrivere by the book, che di solito è il tuo punto di forza, ti si ritorce un po' contro.

Mi spiego meglio, e ci tengo a sottolineare, se mai ce ne fosse il bisogno, che è solo una mia personalissima idea: tu sei un manuale di scrittura, un cesellatore e uno dalla scrittura estremamente pensata e celebrale. Secondo me una formula come questa non sempre, o comunque difficilmente lo consente. E bisogna scendere a compromessi che tu, per formazione, gusti personali e indole, non sei molto propenso ad accettare.

Io nel mio racconto per dire ho utilizzato cose che non solo in un contesto normale non userei mai, ma mi farebbero pure inorridire. Ho raccontato tanto, ma mostrato poco o niente. Perché c'era poco tempo, pochi caratteri rimasti, e preferivo mostrare il messaggio del mio racconto, in una forma poco elegante ed ottimale, piuttosto che seguire le regole della scrittura efficace ma limitandomi nel tema (poi fa nulla che credo di avere scritto una cagata comunque, ma era per spiegare cosa intendo).

Quello che sembra a me invece è che tu preferisca una forma più vicina al canone della scrittura corretta ed efficace, piuttosto che al risultato finale.

Faccio un esempio stupido: se noi anziché scrivere fossimo dei cuochi gourmet, il nostro intento dovrebbe essere quello di usare ingredienti freschi e di qualità, aspettando i tempi di cottura adatti, dosando nella maniera giusta, con pazienza e attenzione per raggiungere il risultato più gustoso, buono e sano possibile. Ma qui il tempo stringe, e va bene usare la confezione di ravioli di Giovanni Rana confezionati, anziché usare la pasta fresca fatta in casa. Anche se il gourmet sopraffino che è in te si scandalizza.

Non so se mi sono spiegato.

Poi come tu ben sai, io sono letteralmente l'ultimo arrivato su Minuti Contati, e sai pure che non sono da molto nella scrittura, quindi se ho detto cagate, abbi pazienza!

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: A fare la nanna

Messaggio#5 » mercoledì 19 gennaio 2022, 16:13

Tema centrato e con una storia molto complessa: la madre di Ester, divorziata, con un nuovo amore e il debole per il Pinot, deve fare i conti con l’ex marito, il quale mette in dubbio i metodi educativi usati da lei con la piccola. A partire dalla porta chiusa a chiave durante il sonno. In corso di lettura ne saltano fuori altri: a sei anni Ester non va a scuola e si prepara la colazione da sola. Da brivido l’arrivo dei poliziotti chiamati dall’ex marito e bella la sorpresa della chiave di riserva in mano alla bambina, regalo del papà. L’altra è finita chissà dove, per via della distrazione della mamma, nevrotica, al punto da fingere la malattia della figlia per i suoi comodi e anche per trascurarla quando le pare con la scusa di patatine e cartoni. Bellissimo il finale: la piccola sa cosa vive. Lo prova la bambola in gabbia nella stanza con l’abat-jour e la luce a stelline.
Attenzione:
ti riscrivo la frase corretta:
‘ Notte mamma.

Avatar utente
Andrea Lauro
Messaggi: 596

Re: A fare la nanna

Messaggio#6 » sabato 22 gennaio 2022, 16:24

Buondì Luca, quanto tempo, che fai di bello, eccetera.
Allora, il racconto è molto gradevole da metà in poi, quando prende l'abbrivio. Per capirci da quando sente la portiera sbattere e sono arrivati i polotti. Da lì, il brano va giù che è un piacere e arrivi bello comodo al finale, con un buon senso di appagamento.

La mia sensazione è che invece tu abbia fatto fatica a costruire il setting iniziale. Come se avessi incespicato senza poi essere tornato indietro per sistemarlo come si deve. Mi riferisco ai cinque personaggi (ester + mamma + matteo + ferri + diego) estratti nelle prime 900 battute, alla Ferri e la frase “è la tua terapista, che vuoi?” che forse potevano essere evitate o meglio presentate, e “La apro e quando va via la richiudo”, che non ho capito subito a cosa facesse riferimento (avevo pensato alla porta di ingresso, poi alla bottiglia, poi -che stupido, ma certo!- la porta della bambina). Tutto in un’ottica di alleggerire la partenza, sia chiaro, perché poi fila via liscio, e questo mi è molto piaciuto.

Tra quelli che ho letto, direi che il tuo racconto sta a pari merito con quello di Elisa Belotti, dovrò rileggervi entrambi mi sa!
Ciao (caro)
andrea

Dario17
Messaggi: 417

Re: A fare la nanna

Messaggio#7 » sabato 22 gennaio 2022, 16:44

La mitragliata di frasi iniziali e il botta e risposta che parte in quarta mi hanno un po' confuso.
Avrei aprofittato dello spavento e della visualizzazione di Matteo in fondo al corridoio per "scalare la marcia" con un paio di descrizioni e poi far partire il battibecco. Ma è solo un'ipotesi.
Il thrilling mi ha convinto molto e anche il particolare sul macabro/disagio della bambolina nella gabbia è sia evocativo che un bello strascico che lascia qualcosa sul palato del lettore.
Non so se il tema sia preso appieno: una bambina chiusa a chiave dentro la camera a cui viene fatta saltare la scuola sono soprusi quotidiani e ok, ma tutto tranne che piccoli, alla luce poi della non lucidità della protagonista.

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#8 » lunedì 24 gennaio 2022, 11:16

read_only ha scritto:Ciao Luca,

confesso che ho trovato un po' di confusione all'inizio del testo. L'andare a capo di continuo crea un ritmo concitato che però in alcuni punti mi ha un po' persa. Anche il susseguirsi di frasi brevi alternate ai discorsi in prima persona mi ha confuso, come:
«Ester? Che… ? Credevo dormissi, amore.» Guardo i poliziotti. «Eccola qui. Sta bene.» L’avete vista, no? «Ora scusate, ma devo metterla a letto.»

Pensavo che "l'avete vista no?" fosse parte del dialogo.
Ciononostante, sei riuscito a tenere una sorta di tensione intrinseca nel testo sempre alta. Non so perché, ma c'è un retrogusto un po' horror nel testo che ho apprezzato: ho provato una sensazione perenne di angoscia che è culminata nell'orsetto in gabbia. Mi è sembrato l'incipit di qualcosa di più grande, senza però lasciarsi dietro quella brutta sensazione di irrisolto.
Bravo :)
Morena


Ciao Morena, hai ragione. Avevo già notato che, da lettore, mettere un pensato del genere tra due battute ha l'effetto che hai descritto, solo che l'avevo dimenticato! Grazie per la nota. Ora spero di mettermelo in testa.
Anche stavolta mi è venuto un racconto un po' confuso, ma sono contento che tu abbia avvertito la tensione.
Grazie mille dell'incoraggiamento e del commento!
Alla prossima!

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#9 » lunedì 24 gennaio 2022, 11:21

Gianni Tabaldi ha scritto:Ciao Luca!

Come tu sai bene, è la mia prima partecipazione e credo di non avere compreso tutte le sfumature di Minuti Contati. Abbi pazienza!

Devo dire che il giudizio del tuo racconto è per me inficiato molto dal fatto che ho letto altro di tuo, in condizioni normali e ottimali, e non come quelle di Minuti Contati. E mi ha fatto un effetto stranissimo, purtroppo non del tutto positivo.

Mi spiego meglio: quello che ho letto di tuo fuori da questo contesto, denotava tra le qualità positive, una scrittura estremamente pensata, minuziosa, attenta ai dettagli.

Le tue scene sono solitamente molto by the book, impeccabili dal punto di vista formale, sia a livello di struttura generale, che di cura del particolare. È una tua caratteristica che spicca all'occhio subito, ed è positiva.

Di contro questo racconto è molto "scattoso", impreciso (ci sono momenti in cui la scena non è molto a fuoco, e non è chiaro il contesto), e si vede che nella fretta, con il limite di tempo e caratteri, non ti trovi del tutto a tuo agio (o perlomeno, questa è la mia sensazione).

Per capirci, secondo me tu sei un monaco benedettino amanuense, abituato a cesellare, a curare dettagli e minuzie e a scrivere in maniera pensata e iconica, gettato in mezzo a una gara di velocità tra stenografi.

In questo contesto poi, il tuo scrivere by the book, che di solito è il tuo punto di forza, ti si ritorce un po' contro.

Mi spiego meglio, e ci tengo a sottolineare, se mai ce ne fosse il bisogno, che è solo una mia personalissima idea: tu sei un manuale di scrittura, un cesellatore e uno dalla scrittura estremamente pensata e celebrale. Secondo me una formula come questa non sempre, o comunque difficilmente lo consente. E bisogna scendere a compromessi che tu, per formazione, gusti personali e indole, non sei molto propenso ad accettare.

Io nel mio racconto per dire ho utilizzato cose che non solo in un contesto normale non userei mai, ma mi farebbero pure inorridire. Ho raccontato tanto, ma mostrato poco o niente. Perché c'era poco tempo, pochi caratteri rimasti, e preferivo mostrare il messaggio del mio racconto, in una forma poco elegante ed ottimale, piuttosto che seguire le regole della scrittura efficace ma limitandomi nel tema (poi fa nulla che credo di avere scritto una cagata comunque, ma era per spiegare cosa intendo).

Quello che sembra a me invece è che tu preferisca una forma più vicina al canone della scrittura corretta ed efficace, piuttosto che al risultato finale.

Faccio un esempio stupido: se noi anziché scrivere fossimo dei cuochi gourmet, il nostro intento dovrebbe essere quello di usare ingredienti freschi e di qualità, aspettando i tempi di cottura adatti, dosando nella maniera giusta, con pazienza e attenzione per raggiungere il risultato più gustoso, buono e sano possibile. Ma qui il tempo stringe, e va bene usare la confezione di ravioli di Giovanni Rana confezionati, anziché usare la pasta fresca fatta in casa. Anche se il gourmet sopraffino che è in te si scandalizza.

Non so se mi sono spiegato.

Poi come tu ben sai, io sono letteralmente l'ultimo arrivato su Minuti Contati, e sai pure che non sono da molto nella scrittura, quindi se ho detto cagate, abbi pazienza!



Ciao Gianni! Sicuramente hai ragione: io punto molto sulla progettazione. Cerco di ovviare alla mia scarsa fantasia con l'organizzare un sistema. Probabilmente è per questo che spesso incastro qualcosa che nei 4k sta stretto. Do al racconto una struttura completa, a cui però non riesco a dare bene corpo nel limite di spazio.
Dovrò elaborare un nuovo modello... (sì, sono pazzo!)
Mi piacerebbe che entrassi più nel merito del racconto per sapere cosa non ha funzionato secondo te, così da poterne tenere conto in futuro.
Grazie per il commento e per il paragone culinario!
Alla prossima!

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#10 » lunedì 24 gennaio 2022, 11:22

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato e con una storia molto complessa: la madre di Ester, divorziata, con un nuovo amore e il debole per il Pinot, deve fare i conti con l’ex marito, il quale mette in dubbio i metodi educativi usati da lei con la piccola. A partire dalla porta chiusa a chiave durante il sonno. In corso di lettura ne saltano fuori altri: a sei anni Ester non va a scuola e si prepara la colazione da sola. Da brivido l’arrivo dei poliziotti chiamati dall’ex marito e bella la sorpresa della chiave di riserva in mano alla bambina, regalo del papà. L’altra è finita chissà dove, per via della distrazione della mamma, nevrotica, al punto da fingere la malattia della figlia per i suoi comodi e anche per trascurarla quando le pare con la scusa di patatine e cartoni. Bellissimo il finale: la piccola sa cosa vive. Lo prova la bambola in gabbia nella stanza con l’abat-jour e la luce a stelline.
Attenzione:
ti riscrivo la frase corretta:
‘ Notte mamma.


Ci hai preso, Alexandra! La piccola sa cosa vive è l'esatta idea che volevo lasciare al lettore sul finale. Mi fa piacere che tu l'abbia colta ed evidenziata. Grazie per l'analisi e l'annotazione.
Alla prossima!

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#11 » lunedì 24 gennaio 2022, 11:24

Andrea Lauro ha scritto:Buondì Luca, quanto tempo, che fai di bello, eccetera.
Allora, il racconto è molto gradevole da metà in poi, quando prende l'abbrivio. Per capirci da quando sente la portiera sbattere e sono arrivati i polotti. Da lì, il brano va giù che è un piacere e arrivi bello comodo al finale, con un buon senso di appagamento.

La mia sensazione è che invece tu abbia fatto fatica a costruire il setting iniziale. Come se avessi incespicato senza poi essere tornato indietro per sistemarlo come si deve. Mi riferisco ai cinque personaggi (ester + mamma + matteo + ferri + diego) estratti nelle prime 900 battute, alla Ferri e la frase “è la tua terapista, che vuoi?” che forse potevano essere evitate o meglio presentate, e “La apro e quando va via la richiudo”, che non ho capito subito a cosa facesse riferimento (avevo pensato alla porta di ingresso, poi alla bottiglia, poi -che stupido, ma certo!- la porta della bambina). Tutto in un’ottica di alleggerire la partenza, sia chiaro, perché poi fila via liscio, e questo mi è molto piaciuto.

Tra quelli che ho letto, direi che il tuo racconto sta a pari merito con quello di Elisa Belotti, dovrò rileggervi entrambi mi sa!
Ciao (caro)
andrea


Ciao Lauretto! Nella mia testa funzionava tutto meglio... Ma sai com'è, MC è stretto e io sono grasso!
Grazie per il commento e tutto...
Baci!

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#12 » lunedì 24 gennaio 2022, 11:28

Dario17 ha scritto:La mitragliata di frasi iniziali e il botta e risposta che parte in quarta mi hanno un po' confuso.
Avrei aprofittato dello spavento e della visualizzazione di Matteo in fondo al corridoio per "scalare la marcia" con un paio di descrizioni e poi far partire il battibecco. Ma è solo un'ipotesi.
Il thrilling mi ha convinto molto e anche il particolare sul macabro/disagio della bambolina nella gabbia è sia evocativo che un bello strascico che lascia qualcosa sul palato del lettore.
Non so se il tema sia preso appieno: una bambina chiusa a chiave dentro la camera a cui viene fatta saltare la scuola sono soprusi quotidiani e ok, ma tutto tranne che piccoli, alla luce poi della non lucidità della protagonista.


Ciao Dario, è vero: la parte iniziale ha confuso tutti. Mannaggia, ci casco sempre.
Non sono sicuro di aver capito cosa mi suggerisci: avresti descritto meglio l'ambiente? Il problema sono sempre i caratteri e io tendo a sacrificare sempre le descrizioni ambientali. Ma prima o poi imparerò, cazzo!
Sul tema capisco bene cosa intendi. Diciamo che io ho pensato che la bambina li interpreti come normali, perché quella è la sua normalità, quindi non troppo gravi. Qui sta il dettaglio disturbante: per loro è tutto ok, per noi è aberrante (o almeno questo era il mio tentativo).
Il tuo commento mi ha anche fatto chiedere, quanto può essere piccolo un sopruso? Ma ripeto, capisco bene la tua contestazione.
Grazie dell'analisi e del commento!
Alla prossima!

Avatar utente
Andrea76
Messaggi: 315

Re: A fare la nanna

Messaggio#13 » martedì 25 gennaio 2022, 10:27

Ciao Luca, allora il racconto mi è piaciuto. Trovo che sia costruito bene e che la declinazione del tema sia piuttosto potente. Non ho avuto problemi di comprensione del testo, neanche all’inizio dove dici poche parole del contesto ma sufficienti a ricostruirlo. Buona la suspense che crei a metà racconto, ho apprezzato molto il particolare della tasca vuota. Il finale è splendido e credibile anche da un punto di vista psicologico: la madre, attraverso le sue sevizie, sta crescendo una figlia che diventerà mostro quanto lei.
Ho due appunti: fai un ricorso sfrenato alla paratassi. CI sta perché hai scritto una scena iper-dinamica. Al posto tuo rallenterei in qualche passaggio allungando i periodi e riducendo i rinvii a capo, altrimenti il ritmo di lettura è troppo serrato e paradossalmente può stancare il lettore a cui non concedi nemmeno un secondo per trattenere il fiato.
Un secondo appunto riguarda un aspetto del plot che non ho trovato coerente: se è vero che il padre ha consegnato una chiave alla figlia per le situazioni di emergenza, perché allora lo stesso padre all’inizio è così preoccupato tanto da intimare alla madre di aprire la porta della stanza?

Avatar utente
Pietro D'Addabbo
Messaggi: 352
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#14 » martedì 25 gennaio 2022, 15:37

Ciao Luca, piacere di leggerti.

Il tuo racconto mostra una situazione che e' volutamente disturbante a molti livelli. L'alienazione di una madre snaturata si rivela nella sua gestione folle della propria bambina, tanto da spingere il padre prima a protestare e poi direttamente a chiedere l'intervento della polizia. La quale arriva, saluta e va via. Scopriamo alla fine che l'alienazione si e' estesa anche della figlia.
Purtroppo, gli altri attori che hai messo in campo mi sembrano agire in maniera scoordinata rispetto al contesto, dato il loro comportamento. I processi mentali sono insondabili e i tuoi personaggi hanno forse ragioni proprie per comportarsi come fanno, ma non lo lasci trasparire, percio' come lettore sono costretto a interpretarli secondo i miei parametri e finisco per trovarli illogici.
Il personaggio maggiormente fuori sincrono mi sembra il padre: ama la propria figlia fino ad arrivare a discutere con la moglie, sa della prigionia notturna che dura da tempo (ha addirittura dato un doppione della chiave alla figlia) eppure non reagisce se non ricorrendo a un intervento 'ufficiale' che perfino la madre alienata prevede inutile. Quel padre potrebbe installare telecamere nascoste, liberare la piccola con la forza, limitarsi a togliere alla donna la chiave con cui chiude la stanza o sbatterla sotto una doccia per rinfrescarle le idee e portarsi via la bambina.
Invece chiama la polizia e va via.
Dovrebbe attenderla per entrare con loro, mostrare anche a loro la realta' di quell'appartamento prigione che presentera' altri segni di quella follia quotidiana a chi li conosce come lui. Invece si allontana e scompare, delegando ad altri l'intervento che dovrebbe salvare la bambina vessata.
I poliziotti arrivano, vanno via senza il minimo accertamento. Hanno avuto notizia di maltrattamenti eppure non entrano, non fanno domande, come se i maltrattamenti debbano per forza vedersi nei pochi centimetri di pelle che un pigiama lascia scoperti.

Mi e' piaciuto tantissimo il finale, l'accenno alla bambola in gabbia.
I bambini sono spugne e vivono la quotidianita', anche cosi' anomala, come normale fintanto che si affidano agli adulti; li lasciamo credere a Babbo Natale, a improbabili conigli pasquali e alle fate dei denti. Crescendo potranno contestare le loro figure genitoriali di riferimento e comprendere l'aberrazione che hanno vissuto, ma in quel momento ogni cosa e' semplice consuetudine. Stara' a loro allontanarsi da grandi da quel modello o imitarlo.
Con una sola immagine-metafora sei riuscito magistralmente ad evocare tutto questo, un preziosissimo cammeo.

Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#15 » mercoledì 26 gennaio 2022, 22:56

Andrea76 ha scritto:Ciao Luca, allora il racconto mi è piaciuto. Trovo che sia costruito bene e che la declinazione del tema sia piuttosto potente. Non ho avuto problemi di comprensione del testo, neanche all’inizio dove dici poche parole del contesto ma sufficienti a ricostruirlo. Buona la suspense che crei a metà racconto, ho apprezzato molto il particolare della tasca vuota. Il finale è splendido e credibile anche da un punto di vista psicologico: la madre, attraverso le sue sevizie, sta crescendo una figlia che diventerà mostro quanto lei.
Ho due appunti: fai un ricorso sfrenato alla paratassi. CI sta perché hai scritto una scena iper-dinamica. Al posto tuo rallenterei in qualche passaggio allungando i periodi e riducendo i rinvii a capo, altrimenti il ritmo di lettura è troppo serrato e paradossalmente può stancare il lettore a cui non concedi nemmeno un secondo per trattenere il fiato.
Un secondo appunto riguarda un aspetto del plot che non ho trovato coerente: se è vero che il padre ha consegnato una chiave alla figlia per le situazioni di emergenza, perché allora lo stesso padre all’inizio è così preoccupato tanto da intimare alla madre di aprire la porta della stanza?


Ciao Andrea, grazie per il commento. Direi che hai centrato tutto con grande attenzione.
Per l'appunto su un andamento più equilibrato del testo ti ringrazio: effettivamente è una mia tendenza e devo starci molto più attento in generale. Grazie per avermelo ricordato.
Per l'appunto sull'atteggiamento del padre invece ti rispondo che lui è preoccupato per gli effetti che il trattamento scriteriato della madre ha sulla figlia a livello psicologico, ben più di quanto non sia preoccupato del fatto che la bimba non riesca a uscire dalla stanza. La chiave è un modo per far sentire la bambina più tranquilla, ma è evidente che ha un colpo solo: una volta usata, l'espediente è smascherato.
Grazie ancora per il commento!
Alla prossima!

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#16 » mercoledì 26 gennaio 2022, 23:06

Pietro D'Addabbo ha scritto:Ciao Luca, piacere di leggerti.

Il tuo racconto mostra una situazione che e' volutamente disturbante a molti livelli. L'alienazione di una madre snaturata si rivela nella sua gestione folle della propria bambina, tanto da spingere il padre prima a protestare e poi direttamente a chiedere l'intervento della polizia. La quale arriva, saluta e va via. Scopriamo alla fine che l'alienazione si e' estesa anche della figlia.
Purtroppo, gli altri attori che hai messo in campo mi sembrano agire in maniera scoordinata rispetto al contesto, dato il loro comportamento. I processi mentali sono insondabili e i tuoi personaggi hanno forse ragioni proprie per comportarsi come fanno, ma non lo lasci trasparire, percio' come lettore sono costretto a interpretarli secondo i miei parametri e finisco per trovarli illogici.
Il personaggio maggiormente fuori sincrono mi sembra il padre: ama la propria figlia fino ad arrivare a discutere con la moglie, sa della prigionia notturna che dura da tempo (ha addirittura dato un doppione della chiave alla figlia) eppure non reagisce se non ricorrendo a un intervento 'ufficiale' che perfino la madre alienata prevede inutile. Quel padre potrebbe installare telecamere nascoste, liberare la piccola con la forza, limitarsi a togliere alla donna la chiave con cui chiude la stanza o sbatterla sotto una doccia per rinfrescarle le idee e portarsi via la bambina.
Invece chiama la polizia e va via.
Dovrebbe attenderla per entrare con loro, mostrare anche a loro la realta' di quell'appartamento prigione che presentera' altri segni di quella follia quotidiana a chi li conosce come lui. Invece si allontana e scompare, delegando ad altri l'intervento che dovrebbe salvare la bambina vessata.
I poliziotti arrivano, vanno via senza il minimo accertamento. Hanno avuto notizia di maltrattamenti eppure non entrano, non fanno domande, come se i maltrattamenti debbano per forza vedersi nei pochi centimetri di pelle che un pigiama lascia scoperti.

Mi e' piaciuto tantissimo il finale, l'accenno alla bambola in gabbia.
I bambini sono spugne e vivono la quotidianita', anche cosi' anomala, come normale fintanto che si affidano agli adulti; li lasciamo credere a Babbo Natale, a improbabili conigli pasquali e alle fate dei denti. Crescendo potranno contestare le loro figure genitoriali di riferimento e comprendere l'aberrazione che hanno vissuto, ma in quel momento ogni cosa e' semplice consuetudine. Stara' a loro allontanarsi da grandi da quel modello o imitarlo.
Con una sola immagine-metafora sei riuscito magistralmente ad evocare tutto questo, un preziosissimo cammeo.

Alla prossima.


Ciao Pietro, grazie per il lungo commento. Io non la vedo come te. Provo a spiegarmi per giustificare questa posizione.
- Il padre non fa niente. Siamo in una situazione di separazione, il padre rischia di perdere molto a reagire in modo "violento" come rapire la bambina, sfondare porte o alzare la voce. In contrasto alla madre, lui è un personaggio equilibrato che cerca di salvaguardare la serenità della figlia con l'espediente della chiave e cercando di convincere l'ex moglie senza eccessi, fino a coinvolgere la polizia (e dal suo pdv senza farsi scoprire dalla moglie in modo che la trovino con le mani nella marmellata), magari per creare un precedente che sia d'aiuto per eventuali discussioni sulla custodia di questa bambina. Mi sembra un comportamento coerente e facile da intuire data la situazione. Sarebbe stato molto più eccentrico se lui avesse sfondato la porta e portato via Ester: l'avrebbe persa per sempre dal giorno dopo. Uguale se avessero trovato telecamere nascoste.
- La polizia. La cosa più strana è che si presentino. Non penso affatto che davanti a una donna con la bambina serena a fianco si prendano la briga di entrare e accertare cose che non possono fare senza i permessi e la burocrazia del caso. L'accusa era di segregazione e maltrattamento? Ok, ma la bimba è lì e sta bene. Probabilmente era solo un dispetto dell'ex marito. Non mi sembra una reazione strana.

Per il resto anche tu hai fatto una lucida analisi degli elementi che speravo emergessero e per questo ti ringrazio. Ti ringrazio ancora di più per lo scambio schietto e l'onestà con cui hai affrontato il commento.
Alla prossima!

Avatar utente
Pietro D'Addabbo
Messaggi: 352
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#17 » mercoledì 26 gennaio 2022, 23:45

Luca Nesler ha scritto:- Il padre non fa niente. Siamo in una situazione di separazione, il padre rischia di perdere molto a reagire in modo "violento" come rapire la bambina, sfondare porte o alzare la voce. In contrasto alla madre, lui è un personaggio equilibrato che cerca di salvaguardare la serenità della figlia con l'espediente della chiave e cercando di convincere l'ex moglie senza eccessi, fino a coinvolgere la polizia (e dal suo pdv senza farsi scoprire dalla moglie in modo che la trovino con le mani nella marmellata), magari per creare un precedente che sia d'aiuto per eventuali discussioni sulla custodia di questa bambina. Mi sembra un comportamento coerente e facile da intuire data la situazione. Sarebbe stato molto più eccentrico se lui avesse sfondato la porta e portato via Ester: l'avrebbe persa per sempre dal giorno dopo. Uguale se avessero trovato telecamere nascoste.


Mi confermi che avevo intuito il background che stavi dando ai personaggi, ma la sensazione che ho avuto nel leggere è di dover inventare un background che giustificasse quegli atteggiamenti piuttosto che venire a conoscenza di elementi del passato dei protagonisti da cui poi vedere originarsi gli atteggiamenti nella scena oggetto del racconto.
Intendo una sorta di rovesciamento del rapporto causa-effetto, dove nella mia mente leggendo è il passato a scaturire dall'oggi e non viceversa.

- La polizia. La cosa più strana è che si presentino. Non penso affatto che davanti a una donna con la bambina serena a fianco si prendano la briga di entrare e accertare cose che non possono fare senza i permessi e la burocrazia del caso. L'accusa era di segregazione e maltrattamento? Ok, ma la bimba è lì e sta bene. Probabilmente era solo un dispetto dell'ex marito. Non mi sembra una reazione strana.


Precisamente, la cosa strana è che si presentino... dunque qualcosa nelle parole di quell'uomo li ha spinti ad agire e presentarsi. Per il solo fatto di essersi scomodati ad arrivare fin là a dare un'occhiata, quella occhiata avrebbero potuto darla meglio.

Per il resto anche tu hai fatto una lucida analisi degli elementi che speravo emergessero e per questo ti ringrazio. Ti ringrazio ancora di più per lo scambio schietto e l'onestà con cui hai affrontato il commento.


Ti ringrazio a mia volta, ho molto da imparare da te e da tutti gli altri autori di MC, l'onestà nel confronto è il patto che stringiamo quando accettiamo di valutare e farci valutare. Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Avatar utente
Stefano.Moretto
Messaggi: 466
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#18 » giovedì 27 gennaio 2022, 13:54

Ciao Luca
il racconto parte un po' lento, ma poi ingrana e fa il suo sporco lavoro. La parte secondo me meno riuscita è proprio l'inizio, perché cerchi di presentare troppi elementi tutti insieme tramite un dialogo fatto da persone che sanno già tutto, cosa che non è mai facile. Potresti eliminare del tutto le frasi sulla terapista, che poi non hanno nessuna importanza nelle fasi successive, e incentrare di più sul fatto che la madre vuole passare il tempo a bere. Anche il "fingere la bambina malata per dormire" non è stata chiarissima, non ho capito se in quel momento era mattina e stavano litigando perché la figlia non stava andando a scuola o se era un discorso generico. Quando il padre va via e la madre rimane da sola invece hai tirato fuori tutta la tua abilità nel far vivere le emozioni di un personaggio come tutti sappiamo che sei bravissimo a fare, al netto di un paio di sbavature che ti sono state già segnalate.
Un unico punto del finale non mi è chiaro:
Mi fa vedere una chiave. «Papà me l’ha data se mi scappa la pipì.»
Bastardo. «E ti scappa la pipì?»
La cucciola fa sì con la testa.
«Dai, allora vai a farla.» Sto ancora tremando. Quello stronzo me l’ha fatta bella stasera.
Ester entra in bagno, io in camera sua. La chiave è ancora nella toppa. La sfilo, chissà la mia dov’è finita. Che sollievo.

La chiave ce l'aveva la bambina, allora perché è nella toppa? O erano due chiavi diverse? Quella nella toppa non è quella della madre?

Avatar utente
Davide_Mannucci
Messaggi: 434

Re: A fare la nanna

Messaggio#19 » domenica 30 gennaio 2022, 8:25

Nesler! Prima o poi dovrò di nuovo giudicarti e allora dirò la.verità, per.il momento vado di lingua e ti ricopro di elogi ahahahaha
Ok...cazzate a parte...ottima prova. Le frasi potevano pure essere più lunghe e questo non rovinata l'atmosfera che volevi dare al testo ma nel complesso mi hai davvero messo addosso tensione e rabbia...quindi bella mossa Nesler!
A presto
Davide Mannucci

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: A fare la nanna

Messaggio#20 » domenica 30 gennaio 2022, 20:22

Il Nesler che si occupa degli angoli bui della mente mi piace un sacco, devo dire. Ho letto delle varie criticità riscontrate, ma devo ammettere che così non è stato per me e la lettura è andata via liscia e gustosa. Sul padre forse si poteva calcare un po' la mano per mostrare delle criticità che rendano più verosimile il suo limitarsi a chiamare la polizia, ma in ogni caso funziona. Molto buono il finale e ottima la chiusa. Per me un pollice su e va davanti anche al racconto di Galligani perché l'ho trovato più articolato e quindi di esecuzione più complessa.

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#21 » lunedì 31 gennaio 2022, 12:26

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Luca
il racconto parte un po' lento, ma poi ingrana e fa il suo sporco lavoro. La parte secondo me meno riuscita è proprio l'inizio, perché cerchi di presentare troppi elementi tutti insieme tramite un dialogo fatto da persone che sanno già tutto, cosa che non è mai facile. Potresti eliminare del tutto le frasi sulla terapista, che poi non hanno nessuna importanza nelle fasi successive, e incentrare di più sul fatto che la madre vuole passare il tempo a bere. Anche il "fingere la bambina malata per dormire" non è stata chiarissima, non ho capito se in quel momento era mattina e stavano litigando perché la figlia non stava andando a scuola o se era un discorso generico. Quando il padre va via e la madre rimane da sola invece hai tirato fuori tutta la tua abilità nel far vivere le emozioni di un personaggio come tutti sappiamo che sei bravissimo a fare, al netto di un paio di sbavature che ti sono state già segnalate.
Un unico punto del finale non mi è chiaro:
Mi fa vedere una chiave. «Papà me l’ha data se mi scappa la pipì.»
Bastardo. «E ti scappa la pipì?»
La cucciola fa sì con la testa.
«Dai, allora vai a farla.» Sto ancora tremando. Quello stronzo me l’ha fatta bella stasera.
Ester entra in bagno, io in camera sua. La chiave è ancora nella toppa. La sfilo, chissà la mia dov’è finita. Che sollievo.

La chiave ce l'aveva la bambina, allora perché è nella toppa? O erano due chiavi diverse? Quella nella toppa non è quella della madre?


Ciao Stefano, la bimba malata si riferisce all'abitudine della donna di farle saltare scuola perché non ha voglia di svegliarsi e accompagnarla. Un discorso generico, sì. Nel racconto è sera, la bimba sta andando a dormire e lei aspetta un uomo per fare una serata intima. La chiave è una copia che il padre ha dato alla bambina. Per aprire lei l'ha infilata nella toppa e l'ha lasciata lì. la madre, contrariata, va a prenderla perché non ne abbia una. La chiave della madre non si sa che fine abbia fatto.
sul terapista ero incerto, poi ho pensato di lasciarla per mostrare che ci sono dei problemi e che ci sono figure esterne coinvolte in questo menage famigliare sgarruppato. Ma probabilmente hai ragione: toglierlo avrebbe aiutato la comprensione.
Grazie per il commento!
Alla prossima!

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#22 » lunedì 31 gennaio 2022, 12:28

Davide_Mannucci ha scritto:Nesler! Prima o poi dovrò di nuovo giudicarti e allora dirò la.verità, per.il momento vado di lingua e ti ricopro di elogi ahahahaha
Ok...cazzate a parte...ottima prova. Le frasi potevano pure essere più lunghe e questo non rovinata l'atmosfera che volevi dare al testo ma nel complesso mi hai davvero messo addosso tensione e rabbia...quindi bella mossa Nesler!
A presto


Ciao Davive, che lingua felpata! Hehehe
Vero il discorso sulle frasi! Me ne sono venute troppe troppo brevi.
Ma per fortuna tu sei sensibile ai temi famigliari...
Grazie per il commento!
Alla prossima!

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#23 » lunedì 31 gennaio 2022, 12:29

antico ha scritto:Il Nesler che si occupa degli angoli bui della mente mi piace un sacco, devo dire. Ho letto delle varie criticità riscontrate, ma devo ammettere che così non è stato per me e la lettura è andata via liscia e gustosa. Sul padre forse si poteva calcare un po' la mano per mostrare delle criticità che rendano più verosimile il suo limitarsi a chiamare la polizia, ma in ogni caso funziona. Molto buono il finale e ottima la chiusa. Per me un pollice su e va davanti anche al racconto di Galligani perché l'ho trovato più articolato e quindi di esecuzione più complessa.


Grazie Antico! Fa sempre piacere vedere quel pollice sollevato!
Grazie per il tuo impegno che ci tiene tutti qui!

Avatar utente
david.callaghan
Messaggi: 220

Re: A fare la nanna

Messaggio#24 » martedì 1 febbraio 2022, 23:31

antico ha scritto: e va davanti anche al racconto di Galligani perché l'ho trovato più articolato e quindi di esecuzione più complessa.


Ahhh Maledetto Nesler! Rancoreeee!

:D

Avatar utente
Luca Nesler
Messaggi: 709
Contatta:

Re: A fare la nanna

Messaggio#25 » mercoledì 2 febbraio 2022, 23:31

david.callaghan ha scritto:
antico ha scritto: e va davanti anche al racconto di Galligani perché l'ho trovato più articolato e quindi di esecuzione più complessa.


Ahhh Maledetto Nesler! Rancoreeee!

:D


Hahahahah!
David sono più articolato, stacce...

Torna a “161° All Time - Patrizia Rinaldi Edition - la 5° della NONA ERA”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti