Indesiderata

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Andrea76
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Indesiderata

Messaggio#1 » martedì 18 gennaio 2022, 0:15

Mio padre fa un tiro di sigaretta. “È un amore, ragazzì.”
“Sì, lo è.”
“Devi esse’ una brava sorella maggiore.”
“Lo sarò. Ho quasi nove anni.”
È nato Riccardino. Ho un fratello tutto mio che dorme nell’incubatrice. Lo guardiamo da dietro una porta di vetro: ha la pelle di un rosa vivace, gli occhi ancora chiusi, il nasino all’insù.
Mio padre fa un altro tiro di sigaretta, in ospedale non si dovrebbe. Se lo beccano gli fanno una multa. “Io con le parole non so’ bravo, ragazzì. Però questo qui è un gioiellino che solo tu’ madre poteva sputa’ fuori.”
“Papà! Sputare?! Che schifo di termine è?”
“Te l’ho detto, Giuliè. Non so’ bravo a parlare.”
Guardare Riccardino dal vetro è uno spettacolo: il gonfiore incantevole degli occhi; la bocca che si muove come quella di un pesce; le manine strette a pugno.
Lui è un miracolo, e io ne sono una delle testimoni dirette.
“Me stanno a chiamà, Giuliè. Me fanno vedè tu’ madre” papà indica un’infermiera all’ingresso del reparto. Gli sta facendo cenno di avvicinarsi.
Mi dà la sigaretta. “Tienila, ragazzì. Aspetta qui, tra poco ritorno e finisco di fumarmela.” La donna in camice gli fa strada lungo il corridoio del reparto.
Torno alla porta di vetro. Riccardo ha aperto la bocca, gli cola un po’ di saliva. Forse ha fame.
Che dolcezza infinita! È un vero portento. Perché ora che c’è lui, mamma sarà più contenta e quindi sarà più buona con me. I grandi a volte fanno e dicono cose che non vorrebbero. Io però ci rimango male lo stesso quando lei mi prende a schiaffi perché ho messo in disordine la stanza.
Ora che c’è questo cucciolotto, tutto cambierà.
Lo porterei io dalla mamma, adesso. Sarebbe un modo per far pace una volta per tutte con lei. Glielo porterei e le direi che da oggi sarò la brava bambina che ha sempre desiderato.
Ehi, questa cosa gliela posso dire subito. L’ospedale è deserto e nessuno mi vedrà.
Chiudo la sigaretta nel pugno. Non sia mai che qualcuno la vede e fa la multa a me. Infilo la porta del corridoio e avanzo. Mi viene incontro una donna in camicia da notte che passeggia, con la mano sul pancione. La supero e mi fermo davanti a una porta socchiusa. Mamma e papà sono lì dentro, riconosco le voci.
Metto l’orecchio sul battente. La sigaretta nella mia mano è calda e mi fa stringere i denti.
“Giulia ha detto che è felice, Vale’.”
“Mente. Lei è gelosa. Lo era anche di noi.”
“”Te dico che è contenta. L’ho vista co’ i miei occhi.”
“Lei è stata uno sbaglio, Diego, e tu lo sai. Ho dovuto rinunciare alla carriera per colpa sua. Mi avevano scritturato per quel film in Francia, ricordi? Ma noi non siamo stati attenti e… e il mio sogno è andato in mille pezzi.”
La sigaretta nella mia mano brucia. Lo fa come un maledetto ferro arroventato.
“Diego, promettimi che questo figlio sarà la nostra rinascita. Amami di nuovo! Amami come mi amavi prima di Giulia.”
“Non piangere, Vale’.”
“Promettimelo, Diego.”
“Te lo prometto.”
Stacco l’orecchio dal battente. Un groppo di saliva mi intasa la gola.
Corro a ritroso nel corridoio. La sigaretta si consuma nella mia mano, ma io non sento più niente. Nessun dolore.
Torno davanti alla porta di vetro. Riccardino si è svegliato e piange. Ha fame, ma non ci sono infermiere nei dintorni.
Dovrei piangere io, non lui. Mia madre mi ha sempre odiato, da quando sono nata. Lei è stata uno sbaglio, Diego, e tu lo sai. Con Riccardino la situazione andrà peggio.
Guardo dal vetro i suoi occhi profusi, la bocca piena di saliva, le manine squamate.
“Io ti odio!” tiro un pugno alla porta. Si apre, non l’hanno chiusa a chiave.
Entro nella stanza. C’è odore di latte. Nelle loro incubatrici, i neonati sono avvolti in lenzuola rosa o blu.
Mi fermo accanto a quella di Riccardino. Piange come un vitello.
“Smettila.”
Non è un miracolo, è una condanna a morte. La mia.
Frigna, si agita, scuote i pugnetti a mezz’aria. Che fastidio.
“Ti ho detto di smetterla!” apro la mano. Della sigaretta accesa, è rimasta solo una strisciolina prima del filtro. Mi basta. Abbasso il braccio e gliela schiaccio sulla fronte.



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antico
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Re: Indesiderata

Messaggio#2 » martedì 18 gennaio 2022, 0:16

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok, buona PATRIZIA RINALDI EDITION!

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Davide_Mannucci
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Re: Indesiderata

Messaggio#3 » mercoledì 19 gennaio 2022, 8:45

Ciao Andrea! Piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi ha asciato molto combattuto. Lo sono perché se da una parte c’è il punto di vista della bambina davvero poco credibile (ha nove anni ma pensa come un’adolescente), dall’altra c’è l’atmosfera e l’empatia che riesci a creare che rendono il racconto una semi bomba. Mi è piaciuto lo stile e la capacità di trasmettere i sentimenti della bambina in tempo reale (e questo per me è un valore aggiunto). Peccato per quella cosa dei suoi pensieri che cozza con la sua età ma credo che nel complesso della valutazione inciderà ben poco.

Un’ottima prova comunque

A presto
Davide Mannucci

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Andrea76
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Re: Indesiderata

Messaggio#4 » mercoledì 19 gennaio 2022, 10:55

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Andrea! Piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi ha asciato molto combattuto. Lo sono perché se da una parte c’è il punto di vista della bambina davvero poco credibile (ha nove anni ma pensa come un’adolescente), dall’altra c’è l’atmosfera e l’empatia che riesci a creare che rendono il racconto una semi bomba. Mi è piaciuto lo stile e la capacità di trasmettere i sentimenti della bambina in tempo reale (e questo per me è un valore aggiunto). Peccato per quella cosa dei suoi pensieri che cozza con la sua età ma credo che nel complesso della valutazione inciderà ben poco.

Un’ottima prova comunque

A presto


Ciao Davide, grazie mille per il commento. Apprezzo davvero che tu sia stato coinvolto dal racconto. Sulla credibilità del pdv, posso portare la mia esperienza di padre che osserva il comportamento dei figli: il loro istinto di sopravvivenza si fonda sull'amore dei propri genitori. Se non c'è quello, crolla tutto. Perciò fino a una certa età, tutto ciò che fanno lo fanno per compiacerli. Ciò che rende Giulia troppo adulta, a mente fredda, sono certe descrizioni di Riccardino che sono troppo "ben scritte". Ad esempio in fase di seconda stesura avevo tolto l'aggettivo "profusi" che suonava aulico anche per un accademico della crusca, figuriamoci per una bambina. Ma poi nel momento della pubblicazione è ricicciato fuori, mannaggia a lui!
Grazie ancora per il commento, a rileggerti.

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Davide_Mannucci
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Re: Indesiderata

Messaggio#5 » mercoledì 19 gennaio 2022, 11:06

A presto[/quote]

Sulla credibilità del pdv, posso portare la mia esperienza di padre che osserva il comportamento dei figli: il loro istinto di sopravvivenza si fonda sull'amore dei propri genitori. Se non c'è quello, crolla tutto. Perciò fino a una certa età, tutto ciò che fanno lo fanno per compiacerli.


No no, ma quello infatti non mi dava noia e ci stava pure bene!



Ciò che rende Giulia troppo adulta, a mente fredda, sono certe descrizioni di Riccardino che sono troppo "ben scritte". Ad esempio in fase di seconda stesura avevo tolto l'aggettivo "profusi" che suonava aulico anche per un accademico della crusca, figuriamoci per una bambina.


Mi riferivo proprio a quelle descrizioni. :)

Ma, come già detto, questo non influisce per nulla sulla valutazione del racconto che è tra i migliori, se non proprio il migliore
Davide Mannucci

alexandra.fischer
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Re: Indesiderata

Messaggio#6 » mercoledì 19 gennaio 2022, 16:57

Tema centrato. Racconto a tema con la realtà dei nostri giorni: chi ha detto che la maternità è un valore assoluto, non ha letto “Specchio”, l’inserto della “Stampa” di domenica scorsa. Un numero nel quale il tuo racconto sarebbe stato benissimo: la madre di Giulia vede la figlia come un errore da parte sua e del marito, e per colpa della quale ha visto sfumare il sogno del cinema. Il secondo figlio è un tentativo di rabberciare la situazione, ma Giulia, ormai, origliando il dialogo fra i genitori, ha capito cosa si nasconde dietro la severità della madre per una stanza in disordine. E il gesto finale della sigaretta non lascia intravedere una vita facile per Riccardino.

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Leonardo Pigneri
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Re: Indesiderata

Messaggio#7 » mercoledì 19 gennaio 2022, 17:38

Ciao Andrea! E' la prima volta che ti commento mi sa. Ti faccio qualche appunto sul testo, ma il tuo stile è più che buono e sono generalmente piccolezze quelle che ti segnalo.

Mio padre fa un tiro di sigaretta. “È un amore, ragazzì.”
“Sì, lo è.”
“Devi esse’ una brava sorella maggiore.”
“Lo sarò. Ho quasi nove anni.”
È nato Riccardino. [Non so, messo così mi sa più di tell che pensiero logico della bambina. Una considerazione del genere ci sta appena lo vede, ma qui è chiaro che lo stanno guardando già da un po'.]Ho un fratello tutto mio che dorme nell’incubatrice. Lo guardiamo da dietro una porta di vetro: [Qui esci fuori dal pdv. Potevi cavartela con qualcosa tipo: "Mi appoggio sul vetro pieno di ditate. Riccardino ha la pelle vivace..." per far intendere che stavano fuori dalla stanza del bambino senza però scadere nel tell] ha la pelle di un rosa vivace, gli occhi ancora chiusi, il nasino all’insù.
Mio padre fa un altro tiro di sigaretta, in ospedale non si dovrebbe. Se lo beccano gli fanno una multa. “Io con le parole non so’ bravo, ragazzì. Però questo qui è un gioiellino che solo tu’ madre poteva sputa’ fuori.”
“Papà! Sputare?! Che schifo di termine è?”
“Te l’ho detto, Giuliè. Non so’ bravo a parlare.”
Guardare Riccardino dal vetro è uno spettacolo: il gonfiore incantevole degli occhi; la bocca che si muove come quella di un pesce; le manine strette a pugno.
Lui è un miracolo, e io ne sono una delle testimoni dirette. [Non so, mi stona un po' come pensiero di una bambina di 9 anni]
“Me stanno a chiamà, Giuliè. Me fanno vedè tu’ madre” papà indica un’infermiera all’ingresso del reparto. Gli sta facendo cenno di avvicinarsi.
Mi dà la sigaretta. “Tienila, ragazzì. Aspetta qui, tra poco ritorno e finisco di fumarmela.” La donna in camice gli fa strada lungo il corridoio del reparto.
Torno alla porta di vetro. Riccardo ha aperto la bocca, gli cola un po’ di saliva. Forse ha fame.
Che dolcezza infinita! È un vero portento. [Anche qui, non mi sembrano esclamazioni calzanti per un PdV di quell'età] Perché ora che c’è lui, mamma sarà più contenta e quindi sarà più buona con me. I grandi a volte fanno e dicono cose che non vorrebbero. Io però ci rimango male lo stesso quando lei mi prende a schiaffi perché ho messo in disordine la stanza.
Ora che c’è questo cucciolotto, tutto cambierà.
Lo porterei io dalla mamma, adesso. Sarebbe un modo per far pace una volta per tutte con lei. Glielo porterei e le direi che da oggi sarò la brava bambina che ha sempre desiderato.
Ehi, questa cosa gliela posso dire subito. L’ospedale è deserto e nessuno mi vedrà.
Chiudo la sigaretta nel pugno. Non sia mai che qualcuno la vede e fa la multa a me. Infilo la porta del corridoio e avanzo. Mi viene incontro una donna in camicia da notte che passeggia, con la mano sul pancione. La supero e mi fermo davanti a una porta socchiusa. Mamma e papà sono lì dentro, riconosco le voci.
Metto l’orecchio sul battente. La sigaretta nella mia mano è calda e mi fa stringere i denti.
“Giulia ha detto che è felice, Vale’.”
“Mente. Lei è gelosa. Lo era anche di noi.”
“”Te dico che è contenta. L’ho vista co’ i miei occhi.”
“Lei è stata uno sbaglio, Diego, e tu lo sai. Ho dovuto rinunciare alla carriera per colpa sua. Mi avevano scritturato per quel film in Francia, ricordi? Ma noi non siamo stati attenti e… e il mio sogno è andato in mille pezzi.” [Questo dialogo sa un po' troppo di "as you know Bob". Avrei apprezzato qualcosa di più sottinteso]
La sigaretta nella mia mano brucia. Lo fa come un maledetto ferro arroventato. [Anche qui salta particolarmente all'occhio quest'espressione un po' spinta. E qui, oltre al dolore che sente, ci vorrebbe un pensiero su quello che ha detto la madre]
“Diego, promettimi che questo figlio sarà la nostra rinascita. Amami di nuovo! Amami come mi amavi prima di Giulia.”
“Non piangere, Vale’.”
“Promettimelo, Diego.”
“Te lo prometto.”
Stacco l’orecchio dal battente. Un groppo di saliva mi intasa la gola.
Corro a ritroso nel corridoio. La sigaretta si consuma nella mia mano, ma io non sento più niente. Nessun dolore.
Torno davanti alla porta di vetro. Riccardino si è svegliato e piange. Ha fame, ma non ci sono infermiere nei dintorni.
Dovrei piangere io, non lui. [Bella questa considerazione]Mia madre mi ha sempre odiato, da quando sono nata. Lei è stata uno sbaglio, Diego, e tu lo sai. Con Riccardino la situazione andrà peggio.
Guardo dal vetro i suoi occhi profusi, la bocca piena di saliva, le manine squamate.[Carino il rovesciamento con la descrizione iniziale]
“Io ti odio!” tiro un pugno alla porta. Si apre, non l’hanno chiusa a chiave.
Entro nella stanza. C’è odore di latte. Nelle loro incubatrici, i neonati sono avvolti in lenzuola rosa o blu.
Mi fermo accanto a quella di Riccardino. Piange come un vitello.[Espressione formulare non in linea col PDV, a mio parere]
“Smettila.”
Non è un miracolo, è una condanna a morte. La mia.
Frigna, si agita, scuote i pugnetti a mezz’aria. Che fastidio.
“Ti ho detto di smetterla!” apro la mano. Della sigaretta accesa, è rimasta solo una strisciolina prima del filtro. Mi basta. Abbasso il braccio e gliela schiaccio sulla fronte.

Commento:
Non male. Lo stile è immersivo e la narrazione ben gestita. Anche l'idea mi è piaciuta, i soprusi della madre sulla figlia sono solo lo specchio di quelli che si prospettano tra la bambina e il fratellino. La cosa con cui ho avuto più problemi (e su cui mi trovo d'accordo con Davide) è stato il punto di vista, in alcune parti poco credibile. Non è comunque gravissimo, perché questo difetto si bilancia abbondantemente con i pregi del brano, ma sicuramente non ha aiutato con l'empatizzare con la protagonista.

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Giovanni Attanasio
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Re: Indesiderata

Messaggio#8 » venerdì 21 gennaio 2022, 14:02

Della serie "poteva finire peggio!". Ma andiamo per gradi. A livello stilistico mi piace, capisco gli intenti e la realizzazione è buona; qualche parte stride un po', per esempio il discorso "reveal" è un po' forzoso, fa il suo lavoro in modo troppo plateale. Forse mi manca un po' il tema.
La storia scorre bene sul profilo del contenuto e mi piacciono le descrizioni e i dettagli che la protagonista percepisce. Nel momento in cui "non l'hanno chiusa a chiave" io ero lì trepidante: "Lo fa? No dai. Minchia lo fa! Ah, dai, quasi." Magari tentare di strozzare il fratellino sarebbe stato un tantino troppo? Io dico di no. A scegliere il dramma maggiore non si sbaglia mai. Di solito.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."

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Andrea76
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Re: Indesiderata

Messaggio#9 » venerdì 21 gennaio 2022, 17:24

Leonardo Pigneri ha scritto:Ciao Andrea! E' la prima volta che ti commento mi sa. Ti faccio qualche appunto sul testo, ma il tuo stile è più che buono e sono generalmente piccolezze quelle che ti segnalo.

Mio padre fa un tiro di sigaretta. “È un amore, ragazzì.”
“Sì, lo è.”
“Devi esse’ una brava sorella maggiore.”
“Lo sarò. Ho quasi nove anni.”
È nato Riccardino. [Non so, messo così mi sa più di tell che pensiero logico della bambina. Una considerazione del genere ci sta appena lo vede, ma qui è chiaro che lo stanno guardando già da un po'.]Ho un fratello tutto mio che dorme nell’incubatrice. Lo guardiamo da dietro una porta di vetro: [Qui esci fuori dal pdv. Potevi cavartela con qualcosa tipo: "Mi appoggio sul vetro pieno di ditate. Riccardino ha la pelle vivace..." per far intendere che stavano fuori dalla stanza del bambino senza però scadere nel tell] ha la pelle di un rosa vivace, gli occhi ancora chiusi, il nasino all’insù.
Mio padre fa un altro tiro di sigaretta, in ospedale non si dovrebbe. Se lo beccano gli fanno una multa. “Io con le parole non so’ bravo, ragazzì. Però questo qui è un gioiellino che solo tu’ madre poteva sputa’ fuori.”
“Papà! Sputare?! Che schifo di termine è?”
“Te l’ho detto, Giuliè. Non so’ bravo a parlare.”
Guardare Riccardino dal vetro è uno spettacolo: il gonfiore incantevole degli occhi; la bocca che si muove come quella di un pesce; le manine strette a pugno.
Lui è un miracolo, e io ne sono una delle testimoni dirette. [Non so, mi stona un po' come pensiero di una bambina di 9 anni]
“Me stanno a chiamà, Giuliè. Me fanno vedè tu’ madre” papà indica un’infermiera all’ingresso del reparto. Gli sta facendo cenno di avvicinarsi.
Mi dà la sigaretta. “Tienila, ragazzì. Aspetta qui, tra poco ritorno e finisco di fumarmela.” La donna in camice gli fa strada lungo il corridoio del reparto.
Torno alla porta di vetro. Riccardo ha aperto la bocca, gli cola un po’ di saliva. Forse ha fame.
Che dolcezza infinita! È un vero portento. [Anche qui, non mi sembrano esclamazioni calzanti per un PdV di quell'età] Perché ora che c’è lui, mamma sarà più contenta e quindi sarà più buona con me. I grandi a volte fanno e dicono cose che non vorrebbero. Io però ci rimango male lo stesso quando lei mi prende a schiaffi perché ho messo in disordine la stanza.
Ora che c’è questo cucciolotto, tutto cambierà.
Lo porterei io dalla mamma, adesso. Sarebbe un modo per far pace una volta per tutte con lei. Glielo porterei e le direi che da oggi sarò la brava bambina che ha sempre desiderato.
Ehi, questa cosa gliela posso dire subito. L’ospedale è deserto e nessuno mi vedrà.
Chiudo la sigaretta nel pugno. Non sia mai che qualcuno la vede e fa la multa a me. Infilo la porta del corridoio e avanzo. Mi viene incontro una donna in camicia da notte che passeggia, con la mano sul pancione. La supero e mi fermo davanti a una porta socchiusa. Mamma e papà sono lì dentro, riconosco le voci.
Metto l’orecchio sul battente. La sigaretta nella mia mano è calda e mi fa stringere i denti.
“Giulia ha detto che è felice, Vale’.”
“Mente. Lei è gelosa. Lo era anche di noi.”
“”Te dico che è contenta. L’ho vista co’ i miei occhi.”
“Lei è stata uno sbaglio, Diego, e tu lo sai. Ho dovuto rinunciare alla carriera per colpa sua. Mi avevano scritturato per quel film in Francia, ricordi? Ma noi non siamo stati attenti e… e il mio sogno è andato in mille pezzi.” [Questo dialogo sa un po' troppo di "as you know Bob". Avrei apprezzato qualcosa di più sottinteso]
La sigaretta nella mia mano brucia. Lo fa come un maledetto ferro arroventato. [Anche qui salta particolarmente all'occhio quest'espressione un po' spinta. E qui, oltre al dolore che sente, ci vorrebbe un pensiero su quello che ha detto la madre]
“Diego, promettimi che questo figlio sarà la nostra rinascita. Amami di nuovo! Amami come mi amavi prima di Giulia.”
“Non piangere, Vale’.”
“Promettimelo, Diego.”
“Te lo prometto.”
Stacco l’orecchio dal battente. Un groppo di saliva mi intasa la gola.
Corro a ritroso nel corridoio. La sigaretta si consuma nella mia mano, ma io non sento più niente. Nessun dolore.
Torno davanti alla porta di vetro. Riccardino si è svegliato e piange. Ha fame, ma non ci sono infermiere nei dintorni.
Dovrei piangere io, non lui. [Bella questa considerazione]Mia madre mi ha sempre odiato, da quando sono nata. Lei è stata uno sbaglio, Diego, e tu lo sai. Con Riccardino la situazione andrà peggio.
Guardo dal vetro i suoi occhi profusi, la bocca piena di saliva, le manine squamate.[Carino il rovesciamento con la descrizione iniziale]
“Io ti odio!” tiro un pugno alla porta. Si apre, non l’hanno chiusa a chiave.
Entro nella stanza. C’è odore di latte. Nelle loro incubatrici, i neonati sono avvolti in lenzuola rosa o blu.
Mi fermo accanto a quella di Riccardino. Piange come un vitello.[Espressione formulare non in linea col PDV, a mio parere]
“Smettila.”
Non è un miracolo, è una condanna a morte. La mia.
Frigna, si agita, scuote i pugnetti a mezz’aria. Che fastidio.
“Ti ho detto di smetterla!” apro la mano. Della sigaretta accesa, è rimasta solo una strisciolina prima del filtro. Mi basta. Abbasso il braccio e gliela schiaccio sulla fronte.

Commento:
Non male. Lo stile è immersivo e la narrazione ben gestita. Anche l'idea mi è piaciuta, i soprusi della madre sulla figlia sono solo lo specchio di quelli che si prospettano tra la bambina e il fratellino. La cosa con cui ho avuto più problemi (e su cui mi trovo d'accordo con Davide) è stato il punto di vista, in alcune parti poco credibile. Non è comunque gravissimo, perché questo difetto si bilancia abbondantemente con i pregi del brano, ma sicuramente non ha aiutato con l'empatizzare con la protagonista.


Ciao Leonardo, grazie per il commento. Concordo sostanzialmente con tutte le osservazioni stilistiche che mi hai fatto. La presentazione fisica di Riccardino è senz'altro in tell, purtroppo per la fretta di pubblicare è stato un passaggio che non sono riuscito a limare. Sul fatto della sigaretta che brucia nella mano, reputo invece che basta questa immagine a rendere il dolore della figlia per ciò che ha appena detto la madre; d'accordo con te invece sull'espressione "maledetto ferro arroventato" che è decisamente adulta per una bambina. Mi sono reso conto a posteriori che ho alzato troppo il tiro sulle descrizioni delle cose filtrate dal suo punto di vista. Continuo invece a ritenere che il desiderio della bambina (di essere amata a tutti i costi, e poi di vendicarsi contro l'oggetto della sua gelosia) sia verosimile per la sua età.
Grazie ancora e a rileggerti.

Giovanni Attanasio ha scritto:Della serie "poteva finire peggio!". Ma andiamo per gradi. A livello stilistico mi piace, capisco gli intenti e la realizzazione è buona; qualche parte stride un po', per esempio il discorso "reveal" è un po' forzoso, fa il suo lavoro in modo troppo plateale. Forse mi manca un po' il tema.
La storia scorre bene sul profilo del contenuto e mi piacciono le descrizioni e i dettagli che la protagonista percepisce. Nel momento in cui "non l'hanno chiusa a chiave" io ero lì trepidante: "Lo fa? No dai. Minchia lo fa! Ah, dai, quasi." Magari tentare di strozzare il fratellino sarebbe stato un tantino troppo? Io dico di no. A scegliere il dramma maggiore non si sbaglia mai. Di solito.


Ciao Giovanni, grazie per il commento. Sì, ci ho anche pensato a chiuderla come dici tu. Ma alla fine ho pensato di mettere una semina con il particolare della sigaretta in modo da rendere il racconto un minimo circolare. E poi il fatto che lei bruci ma non uccida il fratello, mi serviva per richiamare il tema (vengo perciò all'obiezione che mi hai fatto a proposito): dai soprusi madre-figlia ai soprusi figlia-fratello.
Grazie e a rileggerti.

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Re: Indesiderata

Messaggio#10 » venerdì 21 gennaio 2022, 21:53

Ciao, Andrea e piacere di leggerti. Condivido il pensiero di chi mi ha preceduto sul fatto che il pensiero della tua protagonista sembri più quello di una giovane adulta, che quello di una bambina aggiungendo che questo giudizio lo esprimo sia in riferimento alla complessità di del suo pensiero che proprio in riferimento al modo con cui si esprime, che è troppo elaborato per poter essere quello di una piccina. Anche la scena di lei che scopre la verità origliando le dichiarazioni dei genitori non solo è stereotipata, ma ha anche poco senso, in quanto i genitori discutono di informazioni che entrambi conoscono perfettamente. Da ultimo, anche l'idea della sigaretta che la protagonista mantiene tra le mani ha poco senso: non ha il senso che un uomo lasci una sigaretta nelle mani della bambina e non ha senso che lei la tenga in mano tutto quel tempo, soffrendone. Se a questo ci aggiungi che il lettore intuisce il futuro di quella sigaretta dal momento zero, allora capisci che il tutto non è stato gestito nel migliore dei modi.
Peccato.

Alla prossima!

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Maurizio Chierchia
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Re: Indesiderata

Messaggio#11 » domenica 23 gennaio 2022, 15:56

Buongiorno Andrea,
Intanto parto col precisare che è la prima volta che giudico testi altrui, non so quanto possa esserne capace però ci provo.
Per quanto mi riguarda, la cosa che ho riscontrato che più mi ha fatto storcere il naso non è il modo di ragionare della ragazzina.
Magari non rappresenta a pieno una bambina di nove anni, ma non mi ha infastidito.
Quello che non mi convince proprio è lo svolgersi della situazione che supera di molto la soglia di sospensione d'incredulità.
Prima di tutto, la sigaretta; da fumatore ti posso assicurare che una sigaretta non rimarrà mai accesa per tutto quel tempo se nessuno aspira, soprattutto se aggiungiamo il fatto che la bambina la tiene stretta in pugno.
Poi, in quale ospedale si riesce a fumare, nel reparto maternità, senza essere visti ma soprattutto sentiti da nessuno? La bambina tra l'altro passa davanti a un'infermiera con la sigaretta nascosta, ma la puzza di fumo in un luogo chiuso si dovrebbe sentire.
Per quanto riguarda invece la rivelazione dei genitori mi è sembrato un qualcosa di buttato lì.
Nel giro di due battute la moglie dice al marito della carriera sfumata e del fatto che prima della figlia lui la amasse di più. Mi sembra un po' troppo raccontato, messo la per dare le informazioni al lettore per capire il gesto finale.
Il racconto per il resto è comunque scritto bene e si fa leggere fino alla fine senza intoppi (superando da subito la sospensione dell'incredulità).
Spero di poter leggere altri tuoi testi, in bocca al lupo!
Maurizio Chierchia
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Re: Indesiderata

Messaggio#12 » lunedì 24 gennaio 2022, 19:28

Ciao, Andrea.
Il tuo racconto mi ha molto colpito. Tema centrato, trama coinvolgente. Chi dice che una bambina di nove anni non può ragionare come un'adulta non conosce i bambini che non hanno avuto neanche l'infanzia. Qualche espressione colta poteva essere evitata; forse l'uso della sigaretta che si doveva spegnere dopo un po' di tempo, rende il mezzo della soppressione del bimbo inverosimile, ma io, che fumatore non sono, ho apprezzato il calvario di Giulietta fino alla soppressione del fratellino, in un crescendo di emozioni. la letteratura è piena di serial killer che già da bambini hanno commesso omicidi proprio per la mancanza dell'amore genitoriale. La natura non garantisce l'amore di mamma e la carenza può produrre mostri o più semplicemente persone disadattate.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Indesiderata

Messaggio#13 » mercoledì 26 gennaio 2022, 0:22

Ciao Andrea, un piacere legerti.
Inizio col dirti che a me la storia è piaciuta, perchè è scrtitta bene e perchè tutta la scena si visualizza senza fare un minimo di fatica. Quindi complimenti.
Il tema è centrato anche se fino a circa metà della storia non c'è traccia di soprusi quotidiani.
Personalissimo parere, per me ti sei ingarbusgliato la vita ambientando questa storia in ospedale. Anche perchè la sigaretta, che poi risulta un elemento determinante, stride con quel contesto, come ti hanno fatto notare quasi tutti. Non so, magari azzardo, ma la stessa scena l'avresti potuta tranquillamente ambientare a casa nel post-parto e non sarebbe cambiato molto.
Quindi secondo me è una storia dal grande potenziale, che hai deciso di complicare forse per avere un'ambientazione più originale.
Nel complesso io credo sia una buona prova.
A rileggerti.

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antico
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Re: Indesiderata

Messaggio#14 » domenica 30 gennaio 2022, 17:20

Dunque, la tua qualità di narratore è davvero di alto livello e lo dimostra il fatto che riesci a raggiungere un ottimo risultato anche con diverse problematiche che devo però rilevare e pesare: 1) il pdv non mi sembrava per niente quello di una bimba di nove anni, semmai di quindici, 2) la sigaretta in mano da accesa mi sembra eccessiva e così anche il fatto che il fumo non sia stato sentito dagli infermieri (considera che, da non fumatore, io percepisco il fumo di sigaretta da distante e nel tempo, non può passare inosservato). Molto bella la declinazione del tema. Per quanto detto, per me siamo sulla stessa valutazione del racconto di Lauro (pollice tendente verso l'alto in modo solido e brillante), ma ti posiziono dietro di lui perché nel suo caso c'era solo il problema legato al pdv.

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