NALA

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Il Calmo
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NALA

Messaggio#1 » martedì 18 gennaio 2022, 0:31

NALA

L’uomo si guarda allo specchio.
È calmo. Inserisce l’ultimo bottone della giacca nell’asola e si infila i guanti candidi. Poi con molta cura prende il lucido cilindro nero e se lo preme sulla testa.
È il suo momento.
Il sipario si apre. Il pubblico lo acclama.
Allarga le braccia in segno di saluto e si inchina. I suoi occhi incontrano per pochi secondi la terra rossastra sotto di sé. Quando li rialza sorride. È pieno di bambini che sono venuti apposta per lui.
La musica è assordante e una voce metallica irrompe nel tendone, annunciando il numero clou della serata.
L’uomo la conosce a memoria, sono anni che la sente, sempre uguale, sempre con lo stesso tono che annuncia il suo nome in pompa magna e invita i deboli di cuore ad andarsene per non correre inutili rischi.
E' passata una vita.
La prima volta che si era esibito il sudore gli imperlava la fronte e il battito andava veloce.
Voleva essere il migliore, voleva sfondare. Ora è diverso. Ora tutto quello che vuole è finire il prima possibile e andare a farsi una birra.
L’uomo schiocca la frusta a terra tre volte. È il segnale che Nala conosce a memoria.
Sono tre anni che lavora con lui, ormai è come se fossero in perfetta sintonia.
Ad ogni colpo corrisponde una reazione. Un salto, un ruggito, un gesto di sottomissione.
I bambini gridano e battono le mani mentre Nala salta sul piedistallo di ferro in attesa del prossimo ordine.
L’uomo allarga le braccia e sorride. La birra è sempre più vicina nella sua testa, può persino sentirne l’odore e il sapore fresco nella gola.
Ancora uno schiocco di frusta. Ancora un salto.
Nala è bravissimo oggi, nessun movimento brusco, raramente li fa ma oggi è davvero perfetto.
Meglio così, ancora meno fatica.
La frusta rotea sopra testa dell’uomo e fende l’aria con un sibilo secco.
Un altro applauso. Un altro ancora. La musica riprende a suonare dagli spalti piovono coriandoli e pop corn.
Il tempo sta per scadere. La voce metallica annuncia il gran finale.
È un trionfo. l’uomo allarga ancora le braccia e si inchina.
I bimbi si alzano in piedi e battono le mani, felici.
“Ancora”! Si sente urlare
“Bis”!
Insistono.
_________________

Il leone sbuffa dalle narici. Il caldo lo soffoca sempre. Sente le orecchie ovattate e un ronzio nelle orecchie.
Alza la zampa e la allarga ma il dolore è lancinante. Si è ferito a un polpastrello un mese fa e nessuno si era preoccupato di curarlo.
È stanco e si muove a fatica ma cerca di tenersi in piedi, facendo appello alle poche forze che ancora gli restano.
“Nala”!
Il leone scatta con un gesto meccanico e torna alla realtà.
Segue la frusta con lo sguardo e conta nella sua testa.
In realtà non sa contare ma ha imparato lo stesso a farlo. Ha capito che deve aspettare qualche secondo prima di passare alla prossima azione e così via. È un procedimento meccanico, niente di difficile.
Allarga la bocca e mostra i denti. Sono consumati e gialli eppure quando lo fa le grida aumentano sempre.
Gli occhi sono fissi sulla frusta. Non la perde di vista per nessuna ragione al mondo.
Sa che fa male e la teme e lo schiocco gli fa paura.
Poi la voce dell’uomo lo chiama ancora: “Nala!” e lui salta.
Non vorrebbe saltare ma lo fa: una, due, tre volte. Il dolore è forte ma non si lamenta.
All’improvviso ecco di nuovo la voce metallica insieme alla musica.
È il segno che lo spettacolo è finito e che è il momento di smetterla per oggi.
È stanco e ansima. Vuole soltanto tornare nella gabbia e dormire.
“Nala!”
Il leone drizza le orecchie.
Ancora il suo nome? Perché? lo spettacolo è finito.
Ancora la frusta che sibila rapida sulla sua testa.
Perché?
“Nala!”
Il leone non si muove. Rimane fermo, in mezzo alla gabbia.
“Nala!”
Niente.
La frusta si avvicina. Sempre di più.
Uno schiocco ancora.
Il leone adesso fissa l’uomo con le pupille dilatate.
“Nala”!
La schiena si inarca in uno spasmo muscolare. Un filo di bava esce dalla bocca.
L’uomo si ferma per un attimo.
Un ruggito.
Poi ancora uno schiocco di frusta.
L’ultimo!

FINE
Ultima modifica di Il Calmo il martedì 18 gennaio 2022, 0:50, modificato 4 volte in totale.



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antico
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Re: NALA

Messaggio#2 » martedì 18 gennaio 2022, 0:35

Ciao Andrea e bentornato nell'Arena! L'ultima volta fu proprio alla precedente Patrizia Rinaldi Edition! Caratteri e tempo ok, non mi resta che augurarti una buona, nuova, PATRIZIA RINALDI EDITION!

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Andrea Lauro
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Re: NALA

Messaggio#3 » martedì 18 gennaio 2022, 22:02

Ciao Andrea e bentornato.
La prima metà del racconto scorre bene, con una scelta di focalizzazione e di prosa classica e che secondo me riesci a gestire bene, in modo pulito e lineare.

Nel secondo segmento c’è la ripetizione della stessa scena, solo che cambia il punto di vista. Stando a questa premessa, qui ci si aspetta una qualche sorta di stravolgimento, che trascini la lettura e magari continui oltre il punto in cui si era interrotto il primo, con un esito magari inaspettato.

Purtroppo questo non succede, è proprio la stessa scena, senza guizzi, con un animale umanizzato e alcuni passaggi in cui il narratore esterno calca la mano con la sua presenza: “In realtà non sa contare ma ha imparato lo stesso a farlo.” / “All’improvviso ecco di nuovo la voce metallica insieme alla musica.” In questo il racconto secondo me ha perso l’occasione per distinguersi.
Però ho molto apprezzato come hai gestito la prima parte. Equilibrata e scorrevole.
Ho letto solo due racconti finora, porrei il tuo sopra quello di Silvia Casabianca proprio per questo motivo.
a presto!
andrea

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Il Calmo
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Re: NALA

Messaggio#4 » martedì 18 gennaio 2022, 23:00

Andrea Lauro ha scritto:Ciao Andrea e bentornato.
La prima metà del racconto scorre bene, con una scelta di focalizzazione e di prosa classica e che secondo me riesci a gestire bene, in modo pulito e lineare.

Nel secondo segmento c’è la ripetizione della stessa scena, solo che cambia il punto di vista. Stando a questa premessa, qui ci si aspetta una qualche sorta di stravolgimento, che trascini la lettura e magari continui oltre il punto in cui si era interrotto il primo, con un esito magari inaspettato.

Purtroppo questo non succede, è proprio la stessa scena, senza guizzi, con un animale umanizzato e alcuni passaggi in cui il narratore esterno calca la mano con la sua presenza: “In realtà non sa contare ma ha imparato lo stesso a farlo.” / “All’improvviso ecco di nuovo la voce metallica insieme alla musica.” In questo il racconto secondo me ha perso l’occasione per distinguersi.
Però ho molto apprezzato come hai gestito la prima parte. Equilibrata e scorrevole.
Ho letto solo due racconti finora, porrei il tuo sopra quello di Silvia Casabianca proprio per questo motivo.
a presto!
andrea


Ti ringrazio del commento...ti aggiungo però solo una cosa...che la seconda scena anche se di poco va oltre la prima..e il finale lascia capire ( o dovrebbe ) quello che succederà da lì a un attimo dopo...ossia un attacco che volutamente non ho descritto perché non era quello che volevo fare... :) Grazie cmq!

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Andrea Lauro
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Re: NALA

Messaggio#5 » mercoledì 19 gennaio 2022, 13:50

Il Calmo ha scritto:

Ti ringrazio del commento...ti aggiungo però solo una cosa...che la seconda scena anche se di poco va oltre la prima..e il finale lascia capire ( o dovrebbe ) quello che succederà da lì a un attimo dopo...ossia un attacco che volutamente non ho descritto perché non era quello che volevo fare... :) Grazie cmq!


Ah, ecco! Grazie per la precisazione, non l'avevo capito. Errore d'interpretazione mio: avevo inteso, con quel "L'ultimo!" finale, che sarebbe stato l'ultimo di quella sessione così sudata (e non l'ultimo in assoluto)
A presto
Andrea

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Re: NALA

Messaggio#6 » venerdì 21 gennaio 2022, 12:32

Ciao Andrea,

parto dicendo che mi sono sempre piaciuti i testi con un dualismo di punti di vista, soprattutto quando nel secondo ci sono dettagli che portano a rivalutare quanto letto nel primo pezzo. L'idea dunque l'ho trovata carina e la lettura è stata piuttosto scorrevole.
Ho però individuato principalmente due limiti, connessi tra loro: il primo è che, essendo l'ambito il circo, l'aspettativa del lettore è già umano-cattivo-sfruttante animale-buono-sfruttato. La lettura del secondo pezzo dunque non ha portato a uno stravolgimento del primo pezzo (quindi hai fatto bene a fare qualche passo avanti con la trama, perché ha dato valore aggiunto). Il secondo è appunto il focus della prima parte, che è molto sulla performance e molto poco sul rapporto che l'uomo ha con Nala. Se avessi dato più spazio al loro rapporto, la seconda parte avrebbe avuto più enfasi e sarebbe stata più coinvolgente.
Spero che questo spunto possa esserti d'aiuto in futuro!
In bocca al lupo,
Morena

alexandra.fischer
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Re: NALA

Messaggio#7 » venerdì 21 gennaio 2022, 15:53

NALA di Andrea Gemignani Tema centrato. In poche parole hai reso il lavoro di un domatore del circo, sempre uguale, dal numero, alla musica. E lo hai avvicinato al pubblico con il debole per la birra, di certo una bevanda che lo rilassa: non è facile lavorare con un leone. Dall’altro canto, Nala il leone è trascurato, nessuno gli ha curato la lesione alla zampa, ha i denti ingialliti, soffre, ma esegue il numero, un po’ per averlo imparato a memoria con lo spirito di osservazione, un po’ per il timore della frusta. E il tutto nell’effervescenza del pubblico di bambini. Prova molto interessante: animali nei circhi? Meglio evitare.

Dario17
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Re: NALA

Messaggio#8 » sabato 22 gennaio 2022, 16:42

Come nel racconto di Silvia, c'è un infilarsi nel pov di un animale.
Visto il tema, ci sta.
Mentre la prima parte funzionicchia perchè il punto di vista è del domatore, la seconda, gestita esattamente come la prima, non solo non ci fa godere del parallelismo uomo/animale su cui hai basato il pezzo ma ci estrania.
A mio avviso un bel cambio terza persona-prima persona avrebbe fatto il suo, ti saresti mosso meglio e con più facilità, alla luce anche di un piacevole tentativo della cara e vecchia scrittura immersiva.
Punti dolenti:
- La birra è sempre più vicina nella sua testa, può persino sentirne l’odore e il sapore fresco nella gola - Se dici che pregusta il sapore e l'odore, non serve specificare prima che il domatore abbia quello in testa. Anche perchè l'hai specificato papale papale qualche riga prima che vuole farsi una birra.
- In realtà non sa contare ma ha imparato lo stesso a farlo - No, ti prego. Oltre ad essere un controsenso micidiale, ricorda il meme sull'ape che non è areodinamica ma lei non l osa e quindi vola lo stesso. Capisco che sia un tentativo di disumanizzare il leone per mostarci un qualcuno meno sviluppato, ma eviterei in todo il concetto.
In conclusione un'idea che ci poteva stare, i dualismi li adoro ma c'è da lavorarci sopra. La strada imboccata è quella giusta, a occhio.

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Pietro D'Addabbo
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Re: NALA

Messaggio#9 » martedì 25 gennaio 2022, 13:25

Ciao Andrea, piacere di leggerti.

Le due parti del tuo testo raccontano la stessa scena da due punti di vista, prima quello del domatore, vecchia gloria che non vede l'ora di tornare alla sua roulotte per bersi una birra, poi quello del leone, ferito, svogliato, che desidera solo tornare alla gabbia e dormire. Fin qui due collaboratori, annoiati perfino di se stessi e di cio' che dovrebbe regalargli un po' di gloria. Il guizzo dovrebbe arrivare dal finale, ma il tuo intento non e' cosi' chiaro, non avevo colto cosa stavi suggerendo.
Lo spasmo muscolare e la bava che cola, uniti alla spossatezza, al dolore e all'apatia, mi hanno fatto pensare che la frustata fosse l'ultima perche' il leone moriva in pista per qualche malattia non diagnosticata, come il tetano (attraverso la ferita trascurata). Ero pronto a commentare che avresti potuto caricare maggiormente di significato il racconto insistendo sul fatto che questo avveniva davanti agli occhi dei bambini, che imparavano dolorosamente quanto crudele sia il circo con gli animali verso questi ultimi.
Da una tua risposta ai commenti invece leggo che il leone attacca il domatore, un guizzo di energia che non comprendo perche' privo di semina nel testo precedente. Come pure mi sembra ingiustificata la decisione, lasciata intuire, del domatore di restare in pista per concedere quel bis che lo allontana di qualche minuto dalle birre che sta pregustando. Se nella prima parte avessi seminato un rinnovato entusiasmo del domatore, avrebbe fatto ancor maggiore contrasto tra il suo cambiamento (da apatico a entusiasta) e quello del leone (da apatico ad aggressivo).

L'immedesimazione nel leone e' ben riuscita almeno finche' dura lo spettacolo, nonostante i punti di 'raccontato' che ti hanno fatto gia' notare. L'idea nel complesso mi e' piaciuta, mostrare i soprusi della vita su un domatore, e del domatore sul suo leone.

Alla prossima
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Andrea76
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Re: NALA

Messaggio#10 » mercoledì 26 gennaio 2022, 10:55

Ciao Andrea, l’idea su cui si fonda il racconto mi piace. Trovo interessanti le storie che si snodano su un doppio binario di prospettiva, in questo caso c’è l’ulteriore sfumatura che la stessa scena è vista prima da un umano e poi da un animale. Ho trovato però un po’ macchinosa la parte del domatore, dove c’è poco mostrato e molto raccontato: L’uomo la conosce a memoria, sono anni che la sente, sempre uguale, sempre con lo stesso tono che annuncia il suo nome in pompa magna e invita i deboli di cuore ad andarsene per non correre inutili rischi. È passata una vita. La prima volta che si era esibito il sudore gli imperlava la fronte e il battito andava veloce. Voleva essere il migliore, voleva sfondare. Ora è diverso. Ora tutto quello che vuole è finire il prima possibile e andare a farsi una birra. In pratica ci fai capire la psicologia del pdv dai suoi pensieri retroattivi, non da azioni che compie e da una messa in scena delle stesse. A mio parere, la frustrazione del domatore poteva essere rappresentata nel momento presente, insistendo ad esempio sulle sensazioni da dipendenza dalla birra oppure sull'indifferenza che lo pervade rispetto all'esecuzione del proprio lavoro.
La parte del leone è scritta in maniera più efficace. Vai sull’azione e il ritmo del racconto ci guadagna. Sono però d’accordo su chi ti ha scritto che avresti dovuto calcare la mano sul rapporto tra l’animale e il domatore, amplificando in questo modo il senso di conflittualità tra i due e ottimizzando il finale, che resta un bel finale evocato ma che non arriva subito proprio per l’assenza di semina nella parte che lo precede.
In conclusione hai avuto un’idea brillante che andava solo calibrata meglio nell’esecuzione.

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Stefano.Moretto
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Re: NALA

Messaggio#11 » giovedì 27 gennaio 2022, 22:14

Ciao Andrea
mi è piaciuto molto il fatto che hai voluto raccontare la stessa scena da due punti di vista opposti, è un metodo classico ma efficace per far scoprire nuove sfumature in qualcosa che si pensava già rivelato. Il primo pezzo fa bene il suo lavoro, fa sembrare che ci sia un certo affiatamento positivo tra il domatore e il leone, come fossero colleghi a tutti gli effetti, mentre il secondo rivela come in realtà il leone stia soffrendo, ma esegue comunque gli ordini per poter tirare avanti. Il finale però mi ha lasciato un po' interdetto: non ho capito cosa stesse succedendo, né come ci si sia arrivati. Rileggendolo più volte mi ero convinto che il leone stesse morendo per qualche attacco di malattia improvviso (tipo il tetano, come è già stato suggerito nei commenti precedenti; e avrebbe avuto senso data la ferita alla zampa). Insomma, ho avuto un certo senso di incompletezza.

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antico
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Re: NALA

Messaggio#12 » domenica 30 gennaio 2022, 21:32

Idea molto buona e realizzazione buona anche se alcuni punti avrebbero necessitato di una diversa formulazione. Ti bruci caratteri con l'entrata in scena, troppo lunga e infatti non la riprendi sul pdv del leone. Durante la prima parte il domatore non si accorge di qualcosa di strano e penso che, anche se è giusto che non se ne accorga, visto il tipo di narrazione da te scelta avresti potuto inserire qualcosa e a quel punto si sarebbe creata un'attesa, una tensione. Poi la richiesta del bis e fa strano che sia la prima volta che sia arrivata. Infine il finale con una tensione che cresce in modo troppo rapido e infatti alcuni lettori hanno faticato a comprendere quello che è successo (io l'ho capito). Insomma, c'è tutto, ma andrebbe riformulato in modo più funzionale. Ottima la declinazione del tema e per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante che piazzo davanti al parivalutato racconto di Mantoani perché penso che qui gli interventi da fare siano meno invasivi che nel suo.

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