Nobiltà

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Debora D
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Nobiltà

Messaggio#1 » martedì 18 gennaio 2022, 0:42

Nobiltà di Debora Dolci

Tilde scese la passerella della casa torre e mormorò un buongiorno.
Ugone era di guardia appoggiato alla lancia. «Buongiorno, agnellino.» Le diede una pacca sul sedere. Il calore le avvolse le guance.
Messer Filippo doveva cambiare idea, lei non poteva sposarlo. Tenne gli occhi bassi e si avviò nel cortile. Si femò vicino al pozzo.
Arnoldo dormiva abbracciato al secchio. Tilde scoppiò a ridere. Aveva passato un’altra notte a bere e cantare.
«Bardo vizioso, sveglia!» Ugone menò un calcio, ma Arnoldo lo schivò, con un sorriso bianco e fresco.
«Come un otre gonfio di aria è la tua voce, Ugone.» Intonò e gli occhi grigi come la nebbia si fissarono su Tilde. «Aiuto io la madonna con l’acqua.»
Ugone grugnì. «La madonna certo. Non le mettere in testa idee strane che io la moglie la voglio sana.»
Se ne andò e riprese posto accanto alla porta.
Arnoldo attaccò il secchio alla corda. «Tranquilla, non lo sposerai quel rospo lascivo.»
Tilde si morse un labbro, si sporse oltre il muretto del pozzo per nascondere le lacrime. Mancava un anno alla fine del servaggio e non c’era un altro che volesse sposarla, perché aveva solo un po’ di biancheria per dote.
Arnoldo lanciò il secchio nel pozzo e si schiarì la voce. «Vediamo se riconosci questa, ne ho scelta una difficile.» La indicò con il palmo all’insù. «Non mi parete femina incarnata, ma fatta per gli frori di belezze...»
Tilde sorrise. Alzò gli occhi: il giorno era sereno, l’aria fresca e quello era lo stesso sonetto della domenica prima. «Lo so, questo è di Giacomo da Lentini e comincia: Angelica figura e comprobata.»
Arnoldo diede uno strattone alla corda e il secchio raggiunse la cima colmo d’acqua. «Madonna, avete più senno di ogni uomo in questa casa!»
Tilde sbuffò. «Ma non vedo come i sonetti possano salvarmi da Ugone.»
Arnoldo inclinò la testa di lato, sollevò il secchio e i capelli lunghi appena striati di bianco gli calarono sul viso. «La poesia eleva gli animi e mette gli umili al pari con i grandi.» Si avviò con il secchio in mano, aggraziato e sicuro come sempre.
Tilde lo seguì in silenzio.
Superata la porta, Arnoldo le diede un colpetto sulla spalla. «Domani arriva il senescalco in visita da Messer Filippo. Tu fai solo in modo di restare accanto al fuoco.»

Arnoldo lasciò che l’ultima nota si spandesse per la stanza, liberò il liuto dalle gambe e si alzò, fece un inchino. Tilde gli sorrise dall’angolino tra il camino e la porta.
Messer Filippo vuotò il suo calice. «Che ne dite, Guglielmo?» Dondolava sui talloni per l’orgoglio quasi che il talento di Arnoldo fosse il suo.
Il senescalco scosse la mano destra dove gli mancava un dito. «Nulla di nuovo, mi pare.»
Messer Filippo tossì e agitò il calice verso Tilde che si affrettò ad afferrare la brocca per riempirlo.
Arnoldo rise.«Avete ragione messere, non sono io a potervi stupire stasera.»
La brocca tremò un po’ fra le mani di Tilde.
«Pensate di potermi stupire?» Il senescalco roteò ancora la mano. «Ho ascoltato i trovatori in Provenza e sono sceso anche in Sicilia e a Firenze. Cosa potrebbe stupirmi?»
Arnoldo sottrasse la brocca a Tilde e la mise sul tavolo, con un dito levato bloccò le proteste di Messer Filippo e gli diede le spalle coprendolo.
Il senescalco recuperò il proprio calice e lo scosse. «Dunque?»
Il sorriso bianco di Arnoldo si allargò. Tilde aveva le mani sudate.
«Io voglio del ver la mia donna laudare…» Arnoldo lasciò il Guinizzelli in sospeso.
Tilde unì le mani e spinse fuori la voce. «Ed asembrarli la rosa e lo giglio:» La poesia le riempì il petto. «Più che stella dïana splende e pare, e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.»
Gli occhi del senescalco si sgranarono, la mano crollò lungo il fianco. «Fanciulla, come avete imparato...»
Messer Filippo spuntò da dietro le spalle di Arnoldo «Io, io, non lo sapevo… mai l’avrei permesso se se...»
«Avevate ragione, messer bardo.» Il suo volto squadrato si ammorbidì in un sorriso sottile. «Ditemi, madonna. Cosa desiderate?»
«La poesia, messere, e non essere la moglie di Ugone ma di chi vorrò.»



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antico
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Re: Nobiltà

Messaggio#2 » martedì 18 gennaio 2022, 0:44

Ciao Debora! Caratteri e tempo ok, buona PATRIZIA RINALDI EDITION anche a te!

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Il Calmo
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Re: Nobiltà

Messaggio#3 » mercoledì 19 gennaio 2022, 11:38

Di questo racconto premio molto il coraggio di aver tentato una scrittura difficile e originale.
La lettura però secondo me è stata un po’ troppo faticosa ma non tanto per l’uso dei termini giustamente ricercati e antichi ma per i tanti nomi che si susseguivano che spesso mi facevano tornare indietro per rileggere.
Ugone, Messer Filippo, Tilde, Arnoldo, Guglielmo, il Guinizzelli, il senescalco….insomma per un racconto breve e ambientato nel passato penso siano un po’ troppi.
Il finale mi è piaciuto e mi ha ricordato le novelle del Boccaccio o cose comunque simili.
Il tema c’è ma secondo me è un po’ debole. I soprusi quotidiani infatt li vedo poco se non all’inizio con la pacca sul sedere e il fatto che lei fosse obbligata a sposare Ugone.
Nel complesso comunque una prova discreta.

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MatteoMantoani
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Re: Nobiltà

Messaggio#4 » mercoledì 19 gennaio 2022, 12:30

Prime Impressioni: Ciao Debora. Sono sempre contento di leggerti e commentarti, e spero tanto che questo mio piccolo contributo possa esserti utile..

Aderenza al Tema: Un pochino preso di striscio, ma va bene.

Punti di Miglioramento: L'incipit per me è stato un pochino confusionario, tanto che ho dovuto ricominciare un paio di volte per riuscire a capire la scena. Ti riporto le mie difficoltà:

Tilde scese la passerella della casa torre (mea culpa: non conoscevo questo termine. L'ho cercato e ho trovato subito l'oggetto in questione. Non era meglio dire semplicemente torre? Oppure casatorre, così da fugare il dubbio che fosse un refuso.. ma qui è ignoranza mia) e mormorò un buongiorno.
Ugone era di guardia appoggiato alla lancia. «Buongiorno, agnellino.» Le diede una pacca sul sedere. Il calore le avvolse le guance. (sta provando piacere o rabbia? Diventa chiaro più avanti nel racconto, ma qui non sapevo come immaginarmi la reazione di Tilde. Potevi forse aggiungere qualche gesto stizzito)
Messer Filippo doveva cambiare idea, lei non poteva sposarlo. (sposare chi? Messer Filippo o Ugone? E chi è Messer Filippo? Questo dubbio è figlio della mia incomprensione sui sentimenti di Tilde dopo la pacca. Se prova piacere a farsi toccare da Ugone, allora non vuole sposare Messer Filippo, e viceversa)
Arnoldo (quarto personaggio in poche righe.. ho dovuto tornare indietro perché già non mi ricordavo più i nomi degli altri e volevo capire se questo Arnoldo fosse una persona nuova o meno) dormiva abbracciato al secchio. Tilde scoppiò a ridere (così repentinamente? Ma non era stizzita e in preda a un tormento interiore rispetto al suo matrimonio? Mi stona un po' questo scoppio di risa.. magari avrei rimodulato in un sorriso). Aveva passato un’altra notte a bere e cantare. chi? Tilde o Arnoldo aveva passato la notte a cantare?


Chiariamo che, comunque, la trama mi è piaciuta molto e anche la morale, cioè che la poesia appiana le differenze sociali e permette persino a una servetta nel medioevo di essere ascoltata da dei nobili. Tuttavia, e qui entra un pochino il mio gusto personale, siamo sicuri che una cosa del genere sia verosimile? Una servetta nel medioevo che dà spettacolo a dei personaggi comunque importanti rompendo un po' le gerarchie, non avrebbe finito per ricevere semplicemente delle punizioni, piuttosto che ammirazione e rispetto? So che sta molto nella caratterizzazione del siniscalco, in quanto è lui a darle la possibilità di essere se stessa... Lo so, lo so, sono pedante... ma mi chiedo quanto sia verosimile una storia del genere declinata nella realtà del tempo.
Sia chiaro: sono tutte fisime, la verosimiglianza e la coerenza storica in questo racconto mi stanno a cuore solo perché hai comunque curato i dettagli storici in tutto il racconto, e vorrei capire cosa ne pensi.

Punti di Forza: Ci si sente veramente calati in una realtà passata, e questo va a tuo merito. Ho anche apprezzato il tuo coraggio: quello di scrivere dei versi di poesia in una lingua arcaica in un testo così breve. Non stona ma, anzi, l'ho molto apprezzato. Al di là di quanto sia verosimile un racconto del genere calato nel tempo che descrivi, il messaggio è chiaro e mi è molto piaciuto. Il personaggio di Tilde è molto interessante, anche se mi pare non estremamente originale, però comunque ben costruito. Mi piace molto anche il bardo che la prende sotto la sua ala. Insomma: coi tuoi personaggi si simpatizza facilmente, ma è una dote che hai già dimostrato in altre occasioni.

Conclusioni: Per me un po' caotico all'inizio, ma forse mi sono io fatto qualche film di troppo. Se poi vado a pensare a questa donna per trasportarla nella realtà medievale, rimango un pochino nel dubbio che la vicenda che narri possa essere coerente dal punto di vista storico, non per la donna che impara le poesie, ma per le reazioni dei padroni nel vederla "abbandonare il suo posto". Il racconto per me è comunque buono, mi è piaciuto come sei riuscita a cimentarti nella narrazione storica.. che sia l'indizio che qualcosa bolle in pentola?

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Debora D
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Re: Nobiltà

Messaggio#5 » mercoledì 19 gennaio 2022, 17:20

MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni: Ciao Debora. Sono sempre contento di leggerti e commentarti, e spero tanto che questo mio piccolo contributo possa esserti utile..

Aderenza al Tema: Un pochino preso di striscio, ma va bene.

Punti di Miglioramento: L'incipit per me è stato un pochino confusionario, tanto che ho dovuto ricominciare un paio di volte per riuscire a capire la scena. Ti riporto le mie difficoltà:

Tilde scese la passerella della casa torre (mea culpa: non conoscevo questo termine. L'ho cercato e ho trovato subito l'oggetto in questione. Non era meglio dire semplicemente torre? Oppure casatorre, così da fugare il dubbio che fosse un refuso.. ma qui è ignoranza mia) e mormorò un buongiorno.
Ugone era di guardia appoggiato alla lancia. «Buongiorno, agnellino.» Le diede una pacca sul sedere. Il calore le avvolse le guance. (sta provando piacere o rabbia? Diventa chiaro più avanti nel racconto, ma qui non sapevo come immaginarmi la reazione di Tilde. Potevi forse aggiungere qualche gesto stizzito)
Messer Filippo doveva cambiare idea, lei non poteva sposarlo. (sposare chi? Messer Filippo o Ugone? E chi è Messer Filippo? Questo dubbio è figlio della mia incomprensione sui sentimenti di Tilde dopo la pacca. Se prova piacere a farsi toccare da Ugone, allora non vuole sposare Messer Filippo, e viceversa)
Arnoldo (quarto personaggio in poche righe.. ho dovuto tornare indietro perché già non mi ricordavo più i nomi degli altri e volevo capire se questo Arnoldo fosse una persona nuova o meno) dormiva abbracciato al secchio. Tilde scoppiò a ridere (così repentinamente? Ma non era stizzita e in preda a un tormento interiore rispetto al suo matrimonio? Mi stona un po' questo scoppio di risa.. magari avrei rimodulato in un sorriso). Aveva passato un’altra notte a bere e cantare. chi? Tilde o Arnoldo aveva passato la notte a cantare?


Chiariamo che, comunque, la trama mi è piaciuta molto e anche la morale, cioè che la poesia appiana le differenze sociali e permette persino a una servetta nel medioevo di essere ascoltata da dei nobili. Tuttavia, e qui entra un pochino il mio gusto personale, siamo sicuri che una cosa del genere sia verosimile? Una servetta nel medioevo che dà spettacolo a dei personaggi comunque importanti rompendo un po' le gerarchie, non avrebbe finito per ricevere semplicemente delle punizioni, piuttosto che ammirazione e rispetto? So che sta molto nella caratterizzazione del siniscalco, in quanto è lui a darle la possibilità di essere se stessa... Lo so, lo so, sono pedante... ma mi chiedo quanto sia verosimile una storia del genere declinata nella realtà del tempo.
Sia chiaro: sono tutte fisime, la verosimiglianza e la coerenza storica in questo racconto mi stanno a cuore solo perché hai comunque curato i dettagli storici in tutto il racconto, e vorrei capire cosa ne pensi.

Punti di Forza: Ci si sente veramente calati in una realtà passata, e questo va a tuo merito. Ho anche apprezzato il tuo coraggio: quello di scrivere dei versi di poesia in una lingua arcaica in un testo così breve. Non stona ma, anzi, l'ho molto apprezzato. Al di là di quanto sia verosimile un racconto del genere calato nel tempo che descrivi, il messaggio è chiaro e mi è molto piaciuto. Il personaggio di Tilde è molto interessante, anche se mi pare non estremamente originale, però comunque ben costruito. Mi piace molto anche il bardo che la prende sotto la sua ala. Insomma: coi tuoi personaggi si simpatizza facilmente, ma è una dote che hai già dimostrato in altre occasioni.

Conclusioni: Per me un po' caotico all'inizio, ma forse mi sono io fatto qualche film di troppo. Se poi vado a pensare a questa donna per trasportarla nella realtà medievale, rimango un pochino nel dubbio che la vicenda che narri possa essere coerente dal punto di vista storico, non per la donna che impara le poesie, ma per le reazioni dei padroni nel vederla "abbandonare il suo posto". Il racconto per me è comunque buono, mi è piaciuto come sei riuscita a cimentarti nella narrazione storica.. che sia l'indizio che qualcosa bolle in pentola?


Ciao Matteo e grazie per il tuo commento. Gli spunti che mi dai sull'incipit sono preziosi perché anche questa volta è la parte in cui ho avuto più difficoltà.
Ho introdotto tanti personaggi, hai ragione, ne ero consapevole, ma speravo di averli inseriti ciascuno con la sua funzione per non confondere il lettore. Di certo la tua osservazione sull'ingresso di Ugone è giusta e penso che potei migliorare la struttura.

Per quanto riguarda la verisimiglianza, ho letto di recente Donne in fuga Vite ribelli nel medioevo di Maria Serena Mazzi che mi ha fatto nascere l'idea di raccontare storie che rompevano gli schemi, dato che il saggio riporta episodi reali di donne che provavano a infrangere le catene della società.
Sì, la storia ha un eccesso di speranza, questo è vero. La speranza però non è inverosimile. Ci sono state nella storia donne straordinarie che hanno fatto questo e anche di più, come ci sono state molte donne che per aver provato hanno subito patimenti e torture. Ho scelto fra l'uno e l'altro esempio. Tendo a scegliere la speranza nei miei testi.
Difficile? Certo. Inverosimile? No.
La donna era soggetta alla volubilità dell'uomo e a certe regole. Tutto infatti si gioca sulla volontà di tre uomini, Arnoldo, che crede nel cuor gentile, Filippo e Guglielmo e sulla loro personalità.
L'usanza fra i nobili di fare doni e regalie a persone fedeli o dotate di talento era comune, ne ho testimonianza in diverse fonti.
Ti faccio un esempio reale ancora più eclatante del mio. Il patriarca di Aquileia infeudò (cioè dotò di terre e rendita) la donna che si occupava del bucato nel suo palazzo. Quindi perché far dono della dote a una ragazza povera dovrebbe essere inverosimile? Raro, ma non impossibile. La dote poi era proprio l'elemento che costringeva molte ragazze a subire il sopruso di una vita da serva senza futuro.
Se sei interessato ai testi, posso mandarteli in privato.

Grazie ancora del commento puntuale e dell'occasione di parlare di storia e di un tema cui tengo molto. Buona edizione

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GiulianoCannoletta
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Re: Nobiltà

Messaggio#6 » mercoledì 19 gennaio 2022, 18:46

Ciao Debora, ben ritrovata!
Sei stata molto abile ad adeguare lo stile e i dialoghi al racconto storico e a pennellare il contesto con pochi dettagli giusti. Mi è piaciuta molto la protagonista e la sua lotta per sfuggire al destino imposto.
Anche io ti segnalo che l'incipit e i troppi personaggi mi hanno messo un po' in difficoltà, ma alla seconda lettura è risultato tutto più chiaro.
Davvero un bel racconto.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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SilviaCasabianca
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Re: Nobiltà

Messaggio#7 » domenica 23 gennaio 2022, 13:23

Ciao Debora,
ecco il mio commento. Ricordo in passato che tu mi commentasti con dedizione e cura dei particolari. Cerco di ricambiarti il favore anche se temo di non poterlo fare con la competenza che avevi offerto tu. Prendimi più come una beta reader che come un editor.

Apprezzo molto il tentativo di inscenare un'ambientazione così da outsider, così fuori moda in tutti i sensi, apprezzo il voler cercare di renderla ancora digeribile. Penso che tu ci sia sicuramente riuscita però c'è ancora un problema di dislivello fra quello che è la tua cultura, le tue nozioni su epoca e argomento e quello che sono le pre-conoscenze di chi ti legge. Dimentichi che noi poveri lettori siamo come bambini in questo senso, ci sopravvaluti insomma un po' troppo. Ti capisco. E' colpa del desiderio di trasformare le nostre conoscenze in un prodotto della nostra creatività. Ti voglio premiare per questo ma ti consiglio di stare attenta a questo aspetto a costo di sacrificare gran parte delle tue idee. Purtroppo parliamo di racconti brevi. Non hai modo di dare tempo al lettore di familiarizzare, prima dell'azione, con l'ambientazione.

Detto questo e andando a parlare della trama in sè, mi è piaciuto molto il messaggio, credo che sia il punto forte in generale (non solo qui) della tua scrittura. In diversi punti comunque la storia mi è sembrata zoppicare e ho dovuto leggerla tre volte. Solo alla terza volta ho davvero apprezzato la storia nel suo complesso. Al momento quindi perdonami ma sono confusa sul dove posizionarti nella classifica.

Ti lascio qualche piccola testimonianza di momenti in cui ho sofferto la lettura:


Tilde scese la passerella della casa torre e mormorò un buongiorno.
Nonostante abbia fatto diversi esami di storia all'università, sono abbastanza ignorante da essermi anche io persa sulla casa torre. Credo il problema principale sia che è proprio all'inizio. Rende subito difficile il brano.

Inoltre forse qualche dettaglio in più su Tilde o sul paesaggio avrebbe aiutato. Un po secco così.

Messer Filippo doveva cambiare idea, lei non poteva sposarlo. Tenne gli occhi bassi e si avviò nel cortile. Si femò vicino al pozzo.
Non ho capito chi pensa o dice questa frase. Credo Tilde ma non si capisce bene.

Ugone grugnì. «La madonna certo. Non le mettere in testa idee strane che io la moglie la voglio sana.»
Qui mi sono confusa di nuovo: non era Messer Filippo che doveva sposare Tilde?

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Debora D
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Re: Nobiltà

Messaggio#8 » domenica 23 gennaio 2022, 14:19

SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Debora,
ecco il mio commento. Ricordo in passato che tu mi commentasti con dedizione e cura dei particolari. Cerco di ricambiarti il favore anche se temo di non poterlo fare con la competenza che avevi offerto tu. Prendimi più come una beta reader che come un editor.
...

Messer Filippo doveva cambiare idea, lei non poteva sposarlo. Tenne gli occhi bassi e si avviò nel cortile. Si femò vicino al pozzo.
Non ho capito chi pensa o dice questa frase. Credo Tilde ma non si capisce bene.

Ugone grugnì. «La madonna certo. Non le mettere in testa idee strane che io la moglie la voglio sana.»
Qui mi sono confusa di nuovo: non era Messer Filippo che doveva sposare Tilde?


Ti ringrazio per le tue parole e per l'impegno che ci hai messo con una terza lettura. il fatto che ci sia voluta mi dice che certo c'è qualcosa di grosso che non ha funzionato.
L'osservazione sulla casa torre (o casatorre) è un elemento interessante perché io avevo pensato "la metto nella prima frase così creo subito il setting e il lettore sa di dovere andare indietro nel tempo, avrei dovuto usare la parola mastio anche se meno precisa? Oppure semplicemente l'incipit è tutto da rifare perché anche il pensiero diretto su Messer Filippo è uscito malissimo e confonde un sacco. Adesso mi mangio le mani.
Però sono contenta che da tutti viene fuori il messaggio, il racconto nonostante l'autrice pasticciona ha fatto il suo lavoro. Questo tema è molto importante per me.
Invece per la classifica, vai tranquilla. Siamo qui per imparare!

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SilviaCasabianca
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Re: Nobiltà

Messaggio#9 » domenica 23 gennaio 2022, 16:49

Ciao di nuovo,

Beh da occhio esterno ti direi che forse dovevi creare un incipit che sì aiutasse il lettore a capire l'ambientazione ma usando parole più semplici. Forse "Rocca", "Rocca in pietra", ma comunque si capisce già da altri elementi l'ambientazione. Secondo me già il nome Tilde, le parole messere, Ugone, fanno capire.

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Re: Nobiltà

Messaggio#10 » domenica 23 gennaio 2022, 18:54

SilviaCasabianca ha scritto:Ciao di nuovo,

Beh da occhio esterno ti direi che forse dovevi creare un incipit che sì aiutasse il lettore a capire l'ambientazione ma usando parole più semplici. Forse "Rocca", "Rocca in pietra", ma comunque si capisce già da altri elementi l'ambientazione. Secondo me già il nome Tilde, le parole messere, Ugone, fanno capire.


Grazie dell'ulteriore osservazione, ero già convinta che tu avessi ragione, ma è una grande occasione parlare con i beta reader perché nel genere storico come hai detto giustamente le nozioni dello scrittore sono un pericolo. Avrei dovuto mostrarla la casa torre invece che nominarla.

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Luca Nesler
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Re: Nobiltà

Messaggio#11 » lunedì 24 gennaio 2022, 11:07

Ciao Debora! All'inizio ho faticato un po' a capire il rapporto tra Ugone e la serva, ma leggendo avanti tutto è risultato chiaro e corretto, quindi si è trattato più di uno svelamento graduale che non di confusione. Ottima l'ambientazione storica, bello il racconto e il personaggio del giullare dal cuore grande. Stile pulito e scorrevole. Mi è piaciuto molto!
Alla prossima!

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Signor_Darcy
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Re: Nobiltà

Messaggio#12 » lunedì 24 gennaio 2022, 16:06

Ciao Debora.
Un racconto buono, molto buono, che però per me ha due problemi di fondo: l’aderenza al tema, un po’ forzata; e la lettura difficile dovuta ai vari personaggi, ma anche ad alcune scelte grammaticali: per esempio in “Ugone era di guardia appoggiato alla lancia. «Buongiorno, agnellino.» Le diede una pacca sul sedere. Il calore le avvolse le guance” mi disturba un po’ il cambio repentino di soggetto: sarei andato quantomeno a capo con l’ultima frase.
Sullo stile poco da dire, onestamente: buonissima prova

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Debora D
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Re: Nobiltà

Messaggio#13 » lunedì 24 gennaio 2022, 16:14

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Debora, ben ritrovata!
Sei stata molto abile ad adeguare lo stile e i dialoghi al racconto storico e a pennellare il contesto con pochi dettagli giusti. Mi è piaciuta molto la protagonista e la sua lotta per sfuggire al destino imposto.
Anche io ti segnalo che l'incipit e i troppi personaggi mi hanno messo un po' in difficoltà, ma alla seconda lettura è risultato tutto più chiaro.
Davvero un bel racconto.
A rileggerci presto.
Giuliano


Ciao Giuliano, mi sono accorta che non ti avevo risposto.
Mi piace molto la narrativa storica e sarebbe il mio genere d'elezione, quindi vi ritrovate a farmi un po' da cavie. Vi ringrazio perché mi aiutate a migliorare per poter portare ancora meglio il messaggio che è la cosa cui tengo di più.

Signor_Darcy ha scritto:Ciao Debora.
Un racconto buono, molto buono, che però per me ha due problemi di fondo: l’aderenza al tema, un po’ forzata; e la lettura difficile dovuta ai vari personaggi, ma anche ad alcune scelte grammaticali: per esempio in “Ugone era di guardia appoggiato alla lancia. «Buongiorno, agnellino.» Le diede una pacca sul sedere. Il calore le avvolse le guance” mi disturba un po’ il cambio repentino di soggetto: sarei andato quantomeno a capo con l’ultima frase.
Sullo stile poco da dire, onestamente: buonissima prova


Ciao Stefano, grazie per il tuo commento che aggiunge ancora un altro elemento a questa discussione istruttiva.
Sì, hai ragione sulla frase riguardante il rossore, doveva proprio essere in un altro capoverso.

L'aderenza al tema è laterale, vero. la mia declinazione sta nella condizione della sottomissione femminile, di cui un esempio è la condizione di una donna povera soggetta alla volontà di quattro uomini, temevo che esagerando e calcando l'avrei reso retorico. Ogni osservazione è utile da questo punto di vista perché devo trovare la misura sia fra il dettaglio storico (che mi faceva notare Silvia) e la dichiarazione dei messaggi o in questo caso la declinazione del tema.

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Re: Nobiltà

Messaggio#14 » mercoledì 26 gennaio 2022, 22:09

Ciao Debora e piacere di averti riletta.
Innanzitutto ti faccio i miei complimenti per esserti avventurata in questo tipo di narrazione. Su Minuti Contati è uno dei bravi stilisticamente e contenutisticamente più originali che io abbia letto e già questo è davvero pregevole. Sono d’accordo con alcune criticità che ti hanno segnalato gli altri come l’ipertrofia dei nomi o l’inizio un po’ complesso, ma hai puntato molto in alto e il tempo e lo spazio di cui potevi servirti sicuramente non hanno aiutato. Diciamo che i soprusi in questione, a mio avviso, non sono proprio piccoli.
Al netto di tutto questo, il testo è ben scritto e la prova molto buona.
A rileggerti.

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Re: Nobiltà

Messaggio#15 » mercoledì 26 gennaio 2022, 23:06

Ciao Debora,
piacere di leggerti, credo sia la prima volta.
Il tuo è indubbiamente un pezzo ben scritto, devo dire che però purtroppo non mi è arrivato per nulla. Forse i troppi personaggi e l'inizio un po' lento mi hanno reso difficile entrare velocemente nella storia, non so. Il fatto che abbia dovuto rileggerla per capirla bene è un grosso handicap. In un brano cosi corto e lineare non dovrebbe succedere. (penso io)
Il tema storico invece mi è piaciuto molto. Non ho problema con le case torri :)

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Re: Nobiltà

Messaggio#16 » martedì 1 febbraio 2022, 12:31

Un racconto bello solido che riesci a condurre fino alla fine in modo coerente. Concordo con la prima parte più difficile da seguire, in particolare mi sono un po' incagliato su Ugone che l'aspetta fuori dalla porta e poe sembra seguirla fino al bardo, direi che tutta qualle parte ha bisogno di essere resa più chiara. Su Messer Filippo mi è anche mancato qualcosa perché ok quello che succede, ma rimane pur sempre il padrone e mi è sembrato troppo fuori dalla scena. Detto questo, mi è piaciuto e penso sia perfettamente in tema. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.

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