Scherzi dell'ultimo minuto

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Maurizio Chierchia
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Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#1 » martedì 18 gennaio 2022, 0:48

Lo sportello del mio armadietto è chiuso da un grosso lucchetto di cui, guarda caso, non possiedo le chiavi.
Già sono in ritardo di mezz’ora, ora ci si mettono pure quegli stronzi dei colleghi con i loro scherzi idioti.
Non ne posso più!
Recupero due cacciaviti dalla cassetta degli attrezzi buttata in un angolo.
Armeggio con gli strumenti di fortuna tra l’arco e il corpo del marchingegno e faccio leva nel tentativo di scassinarlo.
Sudo, tutto quello che tocco diventa scivoloso, fatico a tenere salda la presa.
Con la coda dell’occhio sbircio l’orologio sulla porta d’ingresso, 08:19.
«Cazzo!»
La lancetta dei minuti scivola via veloce come se facesse a gara con quella dei secondi per mettermi fretta.
Non posso fare tardi anche a ‘sto giro.
«Dai apriti madonna santa… se becco chi è stato… giuro che me la paga!»
Impreco, imprimo con più forza…
«Allora, ti vuoi aprire o no puttana vigliacca!»
Impreco, imprimo con più forza…
«Daiiiiii…» Stock
La serratura si apre.
Ricontrollo l’ora, 08:24.
Ho sei minuti di tempo per timbrare il cartellino e volare in sala macchine.
Se anche oggi il capo mi vede arrivare tardi, posso dire addio al posto di lavoro.
Apro l’anta del guardaroba metallico, verifico che ci sia tutto e soprattutto che non ci sia qualcosa di strano. L’ultima volta ci avevano messo dentro una tarantola quei bastardi!
Tutto pulito, per così dire.
Indosso la tuta unta di grasso il più svelto che riesco.
Con un braccio e una gamba infilati dentro, saltello di qua e di là su un piede solo.
Inciampo.
Vedo pavimento, parete e soffitto in sequenza, prima di schiantarmi di schiena per terra.
Non emetto un solo rantolo di dolore, ho bestemmiato abbastanza contro il lucchetto.
Mi appoggio alla panca che mi ha fatto lo sgambetto e finisco di vestirmi.
Anche lei si diverte a prendersi gioco di me come tutti gli altri.
Forse sono io che glielo lascio fare? Forse essere buoni a ‘sto mondo vuol dire farsi prendere per il culo dalla mattina alla sera?
Sto iniziando a rompermi di questo giochino.

Corro, mi sistemo il colletto e le maniche della divisa mentre mi affretto tra un corridoio e l’altro.
Non perdo tempo a salutare quei voltafaccia, a scrutare nei loro ghigni maliziosi per capire chi possa aver chiuso il mio armadietto, non ne vale la pena.
Il mio intento è quello di timbrare e volare alla mia postazione, sperando che la giornata termini il prima possibile.
«Ehi là, guarda un po’ chi si vede!» Un braccio muscoloso mi serra il torace da dietro.
«Lasciami andare Lucas che sono già in ritardo per colpa vostra!» Provo a divincolarmi.
Quello che sembra essere un abbraccio affettuoso è in realtà una presa di lotta greco-romana, non riesco a scostarlo di un millimetro.
«Colpa nostra per cosa? Se io sono arrivato adesso» Non molla la morsa.
«Lo sai benissimo per cosa… comunque ti prego, lasciami andare…» Provo a fargli pena.
«Va bene ti lascio» La sua comunicazione verbale è in netto contrasto con quella non verbale.
Col cazzo che allenta la stretta.
«Dai per favore, ho solo due minuti. Se non timbro in tempo questo mese ho superato la soglia dei ritardi e mi licenziano!» Ultima chance.
«E a me che me ne importa!» Scoppia a ridere.
Come lui, sento altre risate alle mie spalle.
È probabile che dietro di me ci sia il corteo di coglioni pronti a divertirsi con il povero sfigato.
Di sicuro sono stati loro a mettere il lucchetto insieme a Lucas.
Sto iniziando a rompermi di questo giochino!
«A te che te ne importa? Che te ne importa?!» La testa mi esplode, sento una vena che si gonfia e martella sulla fronte, il sangue che pulsa.
«Che te ne importa dici!» Urlo a squarciagola!
Dalla tasca estraggo il cacciavite ancora imperlato di sudore e glielo conficco all’altezza della spalla.
Lo sento penetrare nella carne, aprirsi strada tra la carotide e la trachea.
Non contento ripeto il gesto una, due, tre volte finché alla fine, non molla la presa.
Mi volto.
I miei colleghi sono impietriti.
Guardo il corpo di Lucas che giace ai miei piedi.
Guardo l’orologio, 08:37.
Vaffanculo ho fatto tardi anche ‘sta volta!


Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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antico
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#2 » martedì 18 gennaio 2022, 0:52

Ciao Maurizio e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona PATRIZIA RINALDI EDITION!

Ti consiglio, se già non ci sei, di entrare nel gruppo fb di MC perché penso che sia il modo migliore di godersi la partecipazione, dalla prima fila e compartecipando in modo più attivo con il resto della community :)

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gcdaddabbo
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#3 » mercoledì 19 gennaio 2022, 17:58

Anche tu alla prima partecipazione? Vedo che ci sei stato giusto giusto con i caratteri ed anche un po’ stretto con il tempo. L’angoscia dell’assassino di Lucas l’hai vissuta in prima persona? Non preoccuparti! Non ho intenzione di fare il bullo. Vorrei solo farti sorridere. Il racconto scorre veloce, ma l’angoscia mi è finita addosso. Che diamine! Non si può proprio vivere in un simile ambiente e non credo che possa andargli meglio dopo il trasferimento in carcere. Comunque, in fondo, anche questa è fatta, e, tutto sommato, è andata bene. Forse meglio di come andrà a me. Buona fortuna!

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Sherwood
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#4 » mercoledì 19 gennaio 2022, 21:09

Non mi aspettavo un finale di questo tipo che trasforma il racconto in un noir. La prima a mio avviso è troppo lunga, si capisce che il protagonista è nervoso e soffre per i continui soprusi, per cui indugiare sulle azioni quotidiane svolte in modo maldestro è superfluo. Nel finale c'è un brusco cambiamento, la vittima si ribella e finisce per vendicarsi per sempre dei soprusi. La pennellata finale è forse la parte migliore, perché in fondo quello che conta davvero per lui è arrivare in tempo.

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Michael Dag
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#5 » venerdì 21 gennaio 2022, 18:13

Ho passato l'intero racconto a soffrire con quel poveretto, speravo di verderlo esplodere e spaccare la testa a qualcuno… e è andata così!
hai fatto un ottimo lavoro di immedesimazione, il finale un po' scontato ma soddisfacente era quello che ci voleva.
Mi appoggio alla panca che mi ha fatto lo sgambetto - bella frase

l'unica cose che non mi è piaciuta, l'incipit
Lo sportello del mio armadietto è chiuso da un grosso lucchetto di cui, guarda caso, non possiedo le chiavi.
Lui sa che l'hanno messo li i colleghi, quindi … bho. Mi pare che il pg stia raccontando a me lettore questa cosa.
Non mi dispiace come stile, ma lo fai solo all'inizio e poi vai avanti con un mostrato immersivo.
Buon lavoro, sicuramente a podio

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Debora D
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#6 » sabato 22 gennaio 2022, 14:15

Ciao Maurizio piacere di incontrarti nell’arena.
Il tuo racconto ha uno stile pulito e misurato, calibri bene le frasi e non eccedi con retorica o aggettivazione. Il tema è centrato in pieno e riesci a rendere bene la frustrazione del protagonista. Ho provato fastidio per lui anche se è un personaggio che si lamenta, cosa che di solito non gradisco.

Mi pare tu abbia scelto una focalizzazione profonda, quindi ti faccio un'osservazione per raggiungere una maggiore immersione nel personaggio portatore di punto di vista. Vedi tu se accettarla o meno.
Potresti eliminare alcuni verbi di percezione o descrittivi come sbirciare, vedere, sentire (che usi tre volte nel testo), guardare e ricontrollare perché rallentano il flusso e ci portano un poco fuori, alcuni possono essere utili come guardare alla fine che sta al servizio del crescendo narrativo, per altri avrei preferito una costruzione con verbi di azione per rendere il tutto più vivido.
Anche a me è piaciuta la panca che fa lo sgambetto, aiuta bene a capire lo stato d'animo del poveraccio.

Sto iniziando a rompermi di questo giochino! → Se nella sequenza precedente stava iniziando a rompersi, avrei preferito che qui dichiarasse che la rottura era completa: Mi sono rotto. Così sa di ripetizione.

Impreco, imprimo con più forza…
«Allora, ti vuoi aprire o no puttana vigliacca!»
Impreco, imprimo con più forza…

Questo passaggio mi ha stonato, troppo identico, sembra che la frase sia finita lì per sbaglio.

«E a me che me ne importa!»  → una nota sulla punteggiatura interna alle caporali maggiori: usi esclamativo e interrogativo all’interno ma quando le frasi sono enunciative non usi punteggiatura. Come mai? Il punto è un segno che dà ritmo e pausa come gli altri e soprattutto è necessario per chiudere una frase.

Conclusione: un testo di gradevole lettura che costruisce un crescendo verso l’esplosione del protagonista alla fine. L'ossessione per l'orario è un simbolo efficace per comunicare l'alienazione e la frustrazione. Lo stile è buono, con qualche sbavatura secondo il mio gusto personale.

Buon divertimento in questa edizione, alla prossima.
Sono curiosa di leggere altro di tuo alla prossima edizione per seguirti mentre trovi la tua voce.

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Emiliano Maramonte
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#7 » domenica 23 gennaio 2022, 17:20

Ciao Maurizio, piacere di conoscerti, benvenuto a MC e piacere d'averti letto per la prima volta!
Il cliché è di quelli già ultravisti, ma che hanno sempre, e dico sempre, un discreto impatto. Di fronte a costanti soprusi, di fronte a un personaggio che subisce, si desidera che ci sia una rivalsa o un qualche tipo di deflagrazione emotiva finale. Ciò si è puntualmente verificato nel tuo racconto. Ho gradito lo stile, ho gradito la scansione delle fasi della trama, con un crescendo di tensione che giunge a degna conclusione con la violenza liberatoria delle pugnalate. Dopo la lettura il lettore tira un sospiro di sollievo e pensa: "Quel bastardo se l'è meritata".
Il racconto non ha particolari picchi di creatività ma fa il suo dovere senza infamia e senza lode. Qualche imperfezione di trama, ma perdonabile.
Nel tuo caso, il tema è stato ottimamente centrato.
Non ho capito l'espressione: "Imprimo con più forza..". Non so, potrebbe essere: "Imprimo con più forza" oppure si poteva rielaborare meglio, ad esempio: "Spingo con maggior forza", qualcosa del genere.
Un maggior occhio alla punteggiatura avrebbe migliorato l'esperienza di lettura.
Esordio comunque interessante.

In bocca al lupo!
Emiliano.

alexandra.fischer
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#8 » domenica 23 gennaio 2022, 17:27

Tema centrato così così. Scusa, se mi permetto. Qui ci troviamo davanti a un caso di mobbing, perché i compagni giocano sporco. Il lucchetto è il male minore, prima c’era la tarantola, e ora Lucas il lottatore che cerca di far ritardare apposta il Nostro per fargli perdere il posto di lavoro (più ritardi nei timbri del cartellino, più ti avvicini al licenziamento, questa è l’interpretazione del Lettore Curioso). E il finale con il cacciavite e la lesione grave è molto di più di piccoli soprusi quotidiani. Di buono c’è la resa della tensione, ma io l’avrei ribaltata: ossia dal grave mobbing, sarei finita con il numero del lucchetto e magari un avvertimento del Nostro a Lucas: «Ho ancora quel cacciavite, caro collega.»
Attenzione:
ti riporto qui le frasi corrette.
«Allora, ti vuoi aprire o no, puttana vigliacca?»
L’ultima volta ci avevano messo dentro una tarantola, quei bastardi!
«Va bene, ti lascio»
«Che te ne importa, dici?!»
Vaffanculo, ho fatto tardi anche ‘sta volta.

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Laura Brunelli
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#9 » martedì 25 gennaio 2022, 19:02

Ciao Maurizio,
piacere di leggerti.
Idea non proprio originale, ma ben resa, anche al netto dei refusi e delle ripetizioni. Si vede lo sforzo di scrivere in maniera immersiva, ma con ampi margini di miglioramento. In particolare ho trovato frasi un po’ ridondanti. Immagino che il limite di tempo e di caratteri abbia pesato parecchio, dato che è la prima volta che partecipi.

Ti segnalo comunque alcuni punti che, secondo la mia personalissima sensibilità, potrebbero essere migliorati.

La sua comunicazione verbale è in netto contrasto con quella non verbale.
Col cazzo che allenta la stretta.

Qui le frasi sono ridondanti, perché indicano la stessa cosa. Io avrei tolto la prima e lasciato la seconda, più incisiva e diretta, così avresti risparmiato caratteri.

Come lui, sento altre risate alle mie spalle.


Qui il senso della frase non è chiarissimo. Immagino intendessi dire che come lui anche gli altri ridono, ma può essere interpretata come, anch’io, come Lucas, sento altre risate…

Dalla tasca estraggo il cacciavite ancora imperlato di sudore e glielo conficco all’altezza della spalla.


Quell’imperlato non mi convinte molto, se è infilato nella tasca, non dico che si sia del tutto asciugato, ma imperlato indica che ci siano delle gocce, non che è bagnato, quindi mi suona strano.

In ogni caso, una buona prova d’esordio. Complimenti.
Alla prossima e buona edition.

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Andrea Furlan
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#10 » mercoledì 26 gennaio 2022, 0:33

Ciao Maurizio,
Nel tuo racconto ho sentito l'urgenza e l'ansia per il tempo che scorre inesorabile, tema centrato in modo interessante. Nel complesso quindi l'ho apprezzato e il messaggio mi è arrivato senza dubbio, però ho anche rilevato diverse criticità che hanno un po' sporcato la lettura rompendo meno efficace l'insieme. Per darti alcuni esempi: ci sono ripetizioni che potevi evitare ("Sto iniziando a rompermi di questo giochino."), mi sembra inverosimile che la scena finisca con Lucas pugnalato a morte e dove lui "sente il cacciavite aprirsi la strada fra la carotide e la trachea", così come il fatto che superata una soglia di ritardi licenzino il protagonista.
In sintesi, una buona idea e discreta ambientazione ma che potevi rendere meglio.

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Alvin Miller
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#11 » mercoledì 26 gennaio 2022, 19:58

Ciao Maurizio!
La cosa che mi è piaciuta di più del tuo racconto è che il tema è suggerito in modo inequivocabile già dalla seconda riga di testo, bravo!
Ma anche il resto della storia scorre che è un piacere. Lo stile è buono, si empatizza facilmente con il personaggio malgrado ci siano tutti i presupposti per un PDV lamentoso, ma tu dosi la lamentele con accortezza e dando loro delle reali motivazioni per esserci.

Se proprio devo criticarti qualcosa, ho notato che ti servi un po' troppo di verbi sensoriali come "vedere", "sentire", ecc, che in Prima Persona il più delle volte sono superflui.

Inoltre, io avrei evitato la morte di Lucas (tu non l'hai resa esplicita, ma gli indizi ci sono tutti). Purtroppo questo ci allontana dall'empatia con il protagonista, facendocelo vedere sotto una luce molto più buia. Insomma, aveva tutte le ragioni per ribellarsi, e ci stava che alla fine tardasse ugualmente. Ma per avere una vittoria di Pirro sarebbe stato sufficiente che gli desse una lezione.

Nel complesso però il tuo lavoro è molto buono, complimenti!
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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antico
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Re: Scherzi dell'ultimo minuto

Messaggio#12 » mercoledì 2 febbraio 2022, 18:41

Direi che questo è un gran bell'esordio. Il racconto mi è piaciuto tanto perché fa tutto quello che deve fare e lo fa bene. C'era però un qualcosa che mi ronzava in testa e l'ho riletto bene: il tuo protagonista era già in ritardo di mezz'ora per fatti suoi, lo scrivi nelle prime righe. Ecco, questo mi ha fatto un po' cadere tutta la costruzione successiva perché la mia prima percezione era che tutti i suoi guai fossero dovuti ai suoi colleghi, ma qui c'è qualcosa di più, soprattutto se il protagonista non può più permettersi ulteriori ritardi. Manca insomma un maggiore background del protagonista stesso, un qualcosa che ci faccia capire quali sono i suoi problemi, magari gli stessi che gli causano questi atti di bullismo reiterati. In alternativa, elimini quel riferimento e semplifichi facendo ricadere tutti i suoi mali su questi colleghi particolarmente stronzi (anche se qualche semina sul perché se la siano presa proprio con lui sarebbe comunque utile). In definitiva, per me questo è un pollice tendente verso l'alto in modo solido e brillante, manca lo scalino che lo porta a quasi su o su solo perché serve un maggiore lavoro sul protagonista in questa versione va ancora deciso su quale tipo di lavoro convergere gli sforzi.

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