Crescere

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Mario Mazzafoglie
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Crescere

Messaggio#1 » martedì 18 gennaio 2022, 1:00

Dopo la solita giornata in fabbrica con quaranta gradi all’ombra, per Vincenzo niente era più appagante di una bella doccia fresca.
Si slacciò le scarpe e le ripose nell’angolo accanto alla cesta dei panni sporchi. Alzò una gamba per sfilarsi anche la tuta, ma qualcuno suonò al campanello della porta. Ma chi poteva essere? Erano le sei del pomeriggio: Cinzia era a fare la spesa, e in ogni caso aveva le sue chiavi, mentre Tommy stava giocando a pallone al campetto.
Indossò le ciabatte e si avviò in corridoio senza fare il minimo rumore. Magari era quel rompicoglioni di Luppini che aveva finito il sale, e in quel caso non avrebbe aperto nemmeno sotto tortura. Sbirciò nello spioncino: la testolina di Tommy spuntava a malapena nella parte bassa della visuale.
Spalancò la porta. Il figlio aveva il labbro inferiore sporto in avanti, lo sguardo basso, e le ginocchia sbucciate. Vabbè, quelle erano ormai una consuetudine. «Amore, ma che è successo? Vieni dentro, dai.»
Tommy, a passi corti e stretti, entrò in casa e andò dritto ad accovacciarsi contro il muro, con le ginocchia rannicchiate al petto. «Papi, anche oggi i grandi ci hanno mandato via dal campetto.»
«Di nuovo?» Vincenzo si inginocchiò e finse di stupirsi.
«Sì, papi. Perdevamo cinque a quattro contro la squadra di Filippo ma potevamo ancora pareggiare perché stavamo giocando bene. E poi di colpo sono arrivati quelli e ci hanno detto: “dai, andate fuori bambini”.»
Quel tono di voce era sempre una pugnalata al cuore. «Ascoltami, Tommy, ma tu hai fatto come ti ho detto?»
«Sì, papi.» Tommy annuì. «Gli abbiamo detto che volevamo sfidarli in una partita e chi vinceva si teneva il campo.»
«Oh, bravi! E com’è andata?»
Tommy abbassò gli occhi. «Ci hanno fatto dieci gol… ridevano e ci prendevano in giro.» Tirò su col naso. «Forse ho fatto male ad ascoltarti.»
Quanto era difficile essere padre in quei momenti. Quanto era straziante non potergli spiegare che ogni cosa era fatta e detta per il suo bene. Che la sua crescita passava anche e soprattutto da quei momenti lì.
«Tommy, oggi avete perso, ma questo non significa che perderete sempre. Prima o poi vincerete.»
«Ma che dici? Ma li hai visti quanto sono grossi quelli lì?»
Gli prese le manine. «Promettimi che domani ci riprovate.»
«No.»
«Sì, invece.»
«No, domani forse andiamo a giocare in giardino di Manuel.»
E adesso cosa doveva fare? Cosa doveva dire? Gli vennero in mente i tanti insegnamenti di suo padre. Alle tante volte in cui era sembrato severo quasi senza motivo.
Aveva la lingua impastata e i sentimenti che facevano a pugni tra loro. Si alzò in piedi e prese un bel respiro. «In giardino di Manuel tu non ci vai. O al campetto, o resti a casa.»
«Papà, sei cattivo.»
Eccola, la ciliegina sulla torta.
Vincenzo si chinò. «Anzi, adesso fai una bella cosa: prima che fa buio c’è ancora tanto tempo. Scendi, vai a richiamare i tuoi amici e andate a chiedere la rivincita.»
Tommy sbuffò. «Dai, papà. Lasciami stare.»
«Fai come ti dico.»
«No, non serve.»
«Stavolta andrà meglio.» Strinse i pugni. «Tante volte la rabbia può fare la differenza.»
Con la testa ciondolante e le braccia molli, Tommy si alzò e si avviò verso la porta.
Vincenzo, come se avesse un cappio attorno al cuore, lo seguì con lo sguardo mentre usciva di casa.

***

La cena era quasi pronta e Tommy non era ancora rientrato. Altre domande affollavano la testa di Vincenzo. Aveva esagerato? Era stato troppo duro?
Il campanello interruppe i suoi pensieri.
Cinzia lasciò i fornelli e aprì la porta: Tommy entrò in casa con lo stesso sguardo buio di prima.
Una fitta punse lo stomaco di Vincenzo. «Com’è andata, amore?»
«Abbiamo perso nove a zero.» Continuò a camminare verso il divano e ci si sedette sopra.
Vincenzo ebbe la certezza di aver sbagliato tutto.
«Però, papà, ho tolto la palla a uno di loro e ho fatto un tiro che è uscito fuori di pochissimo!»
Un moto di orgoglio avvinghiò Vincenzo.
Forse suo figlio non lo sapeva, ma in quel pomeriggio era diventato un po’ più grande, e anche un po’ più pronto per la vita.



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antico
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Re: Crescere

Messaggio#2 » martedì 18 gennaio 2022, 1:02

Ciao Mario! Ok i caratteri, sei dentro al pelo come tempo, buona PATRIZIA RINALDI EDITION!

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Sherwood
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Re: Crescere

Messaggio#3 » martedì 18 gennaio 2022, 14:34

Un bel racconto che veicola un messaggio importante: non conta vincere, ma l'impegno che metti in tutto ciò che fai. Il ragazzino giustamente vorrebbe mollare perché a nessuno piace essere tirannizzato, ma il padre che in passato ha avuto lo stesso problema, gli consiglia di insistere. Il finale mi è piaciuto davvero tanto, si sente l'orgoglio di un ragazzino che ha affrontato una prova più grande di lui ed è riuscito comunque a dare il meglio. Passiamo alle critiche: ho trovato qualche forzatura nell'atteggiamento del padre, per esempio la lingua impastata è un po' eccessiva come reazione. Perché scrivi "in giardino di Manuel" invece di "in giardino da Manuel" oppure "nel giardino di Manuel?" Nel complesso è un ottimo testo, ben scritto che va dritto al punto e in tema.

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gcdaddabbo
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Re: Crescere

Messaggio#4 » martedì 18 gennaio 2022, 17:11

Francamente il racconto è di facile e piacevole lettura, ma un po’ banale. Ho sperato, ad un certo punto, che il sopruso fosse riferito all’atteggiamento duro del padre nei confronti del figlio. Anche un genitore che pretende dal suo Tommy che esca di casa per andare a richiamare i suoi amici per andare a richiedere la rivincita è quasi da telefono azzurro. Sperando che il tutto possa essere considerato credibile, lo inserirei nel gruppo appendice al libro “Cuore” e non in “La danza dei veleni”. Scusami se mi ritieni troppo duro, ma, per me, è la prima volta e, come dice Malgioglio, “Mi sento in dovere di dire quello che penso.”

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Emiliano Maramonte
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Re: Crescere

Messaggio#5 » giovedì 20 gennaio 2022, 22:54

Ciao Mario, piacere di rileggerti.
Nessun dubbio che tu abbia avuto le migliori intenzioni nel veicolare determinati messaggi positivi e universali, e infatti li ho apprezzati tantissimo. Inoltre, da padre, mi sono sentito molto vicino a Vincenzo nel cercare di impartire piccole lezioni di vita al figlio e, in parte, di esservi riuscito. Tutto sommato, il testo scorre sin troppo liscio, sin troppo semplicistico, e fa il suo dovere. La scrittura è pulita ed essenziale ed esprime quello che deve esprimere. Non mi ha coinvolto particolarmente ma nemmeno mi ha lasciato del tutto indifferente. Si poteva fare di più, magari dare una maggiore sferzata emotiva al tutto, ma tant'è, hai scelto di dare al tuo racconto questo tipo di registro, per cui altro non posso rimproverarti.
Per quanto riguarda la parte tecnica mi permetto di darti qualche consiglio.
1) Cerca di snellire il più possibile alcuni giri di parole inutili (anche per risparmiare caratteri e migliorare la leggibilità); ad esempio l'incipit è pesante. Bastava scrivere: "Vincenzo si stava preparando per la doccia quando qualcuno suonò il campanello".
2) Fai fare al personaggio troppe domande a beneficio del lettore. Anni fa anch'io mi affidavo a questo semplice espediente per cercare di coinvolgere il lettore, ma se abusato, diventa antipatico. "E adesso cosa doveva fare? Cosa doveva dire?", sono quesiti fastidiosi. Il lettore preferisce l'azione. Rileggi la frase senza domande e vedi come va.
Tema centrato "ni": i soprusi sarebbero le angherie che Tommy subisce regolarmente al campetto? Forse mi sbaglio, ma mi sembra un po' pochino per integrare appieno il parametro principale del contest.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Michael Dag
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Re: Crescere

Messaggio#6 » venerdì 21 gennaio 2022, 17:49

Crescere, di Mario Mazzafoglie
La storia in se non è male, un piccolo momento che potrebbe diventare importante nella vita di quel bimbo, e il moto d'orgoglio del padre per aver visto che suo figlio ha reagito invece che stare a subire.
Quello che (per me) ti ha fregato, sono i dialoghi.
Ok, uno è un bambino e l'altro il padre che prova a mettersi al suo stesso "registro linguistico", ma li ho trovati banali, al limite dello stereotipo. Dei due protagonisti traspare davvero poco, se non la scena iniziale, e quel susseguirsi di papi/amore alla lunga stanca.

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Alvin Miller
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Re: Crescere

Messaggio#7 » domenica 23 gennaio 2022, 16:12

Ciao Mario, leggendo il tuo racconto ho avuto l'impressione di un'occasione mancata per trasmettere una grandissima lezione sui fraintendimenti dell'educazione genitoriale.

Mi spiego meglio: è interessante il dubbio morale che Vincenzo si pone con Tommy. Si chiede se il suo modello sia corretto e ha dei flashback del padre severo. Ci mostri che non ha imparato niente da quell'esperienza quando obbliga Tommy a uscire di nuovo, ignorando i suoi desideri, quando invece avrebbe meritato un po' di comprensione, dato che già una volta aveva sofferto a causa sua (e di fatto la lezione di vita l'ha imparata da subito).

Nella seconda parte del racconto, Vincenzo avrebbe dovuto capire che i consigli dati al figlio erano sbagliati, che si era accanito su di lui e che probabilmente con questo atteggiamento stava intaccando l'equilibrio psicofisico del bambino. Vincenzo, invece di capire di essere un pessimo modello genitoriale, si convince per bias di conferma che ha agito nel modo giusto (quando in realtà è solo fortunato che Tommy dimostra molta più autostima di quanta probabilmente non ha il padre, dato che l'ha presa come una vittoria il fatto di aver QUASI fatto gol).

Questo ci porta al problema principale del racconto, ossia che non mi è stato proprio possibile empatizzare col protagonista. È un padre orribile che l'ha fatta franca ora e che la farà franca in futuro, e Tommy probabilmente crescerà con delle nevrosi. Non mi è chiaro se il tuo intento era proprio di comunicare questo, ma dandoti il beneficio del dubbio, è un messaggio troppo sottile e che non giustifica la caratura morale di Vincenzo.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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Debora D
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Re: Crescere

Messaggio#8 » lunedì 24 gennaio 2022, 17:03

Ciao Mario, piacere di leggerti.
Il tema è centrato, ma già qui mi pongo una domanda: i piccoli soprusi sono quelli che subisce Tommy dagli amici o quelli subiti a causa di un padre che pretende da lui comportamenti che sono oltre le sue possibilità fino a forzarlo?
In due momenti il narratore ci presenta l’idea di educazione del padre,
Quanto era difficile essere padre in quei momenti. Quanto era straziante non potergli spiegare che ogni cosa era fatta e detta per il suo bene. Che la sua crescita passava anche e soprattutto da quei momenti lì.
E anche qui
E adesso cosa doveva fare? Cosa doveva dire? Gli vennero in mente i tanti insegnamenti di suo padre. Alle tante volte in cui era sembrato severo quasi senza motivo.
Queste dichiarazioni esplicative sembrano avere lo scopo di suscitare determinati effetti nel lettore, una sorta di comprensione per il protagonista, anche se a me non è arrivata la comprensione, di certo ho colto il senso sulla difficoltà di essere genitori e di educare.
Abbiamo un padre che si prende il rischio e educa. Ne conosco tanti che spariscono e basta, quindi almeno su questo posso provare simpatia per il PG.
Però ho avuto la percezione di un'occasione mancata. Pretendendo l'ennesima partita, il padre lascia solo Tommy, lo lascia solo di fronte a una nuova sconfitta (davvero pensa che possano vincere?) e si affida del tutto alla sua capacità di trovare una gioia.
Avrei visto meglio un adulto che accompagna il figlio, che si fa mediatore per un patto di condivisione, che coinvolge altri adulti (dove sono i genitori degli altri bambini?) ecc. Insomma qualsiasi soluzione tranne che dire "o così o niente."

Stile scorrevole, in alcuni punti didascalico, ma piacevole e che fluisce fino in fondo senza troppi intoppi.
Ho trovato poco funzionale l’impostazione dell’incipit che pone l’accento sulla fabbrica, elemento che poi scompare.

Conclusione. Il testo è equilibrato, la trama è chiara, il tema centrato. Per il contenuto finirò per farmi guidare puramente dal mio gusto e da quanto mi abbia o meno convinto la vicenda nel suo sviluppo.
La questione principale è che desideravo qualcosa dal personaggio che però non è avvenuto e questo mi ha lasciato con un senso di mancanza.

Buona edizione e buon divertimento

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Laura Brunelli
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Re: Crescere

Messaggio#9 » lunedì 24 gennaio 2022, 19:00

Ciao Mario, piacere di leggerti.
Racconto carino e che si legge bene. Interessante il tema, anche se non proprio centrato. Sembra quasi secondario, visto che il racconto si concentra più sulla capacità del padre di trasmettere un insegnamento al figlio. In generale lo stile e chiaro e lineare, ma trovo che ci siano margini di miglioramento. Ti segnalo:

Ma chi poteva essere? Erano le sei del pomeriggio: Cinzia era a fare la spesa, e in ogni caso aveva le sue chiavi, mentre Tommy stava giocando a pallone al campetto.


Qui più che fraseggio interiore sei tu che parli al lettore per introdurre il figlio e la moglie del protagonista. Secondo me si potrebbe togliere completamente senza che il racconto ne risenta.


Quel tono di voce era sempre una pugnalata al cuore.


Qui non si capisce a cosa si riferisca. Non ci viene detto qual è il tono con cui parla Tommy: lagnoso?, angosciato? Tremante? E poi, dato che nell’ultima parte della battuta Tommy riferisce le parole dei grandi, mi immagino che le abbia dette mimando quelle dei cattivi. Quindi forse si riferisce a quel tono di voce?? In realtà io me lo sono immaginato, però qualche dettaglio in più non guasterebbe. Anche perché manca un po’ in tutto il racconto.

In questo passaggio, per esempio:

«Abbiamo perso nove a zero.» Continuò a camminare verso il divano e ci si sedette sopra.
Vincenzo ebbe la certezza di aver sbagliato tutto


Sinceramente il fatto che Tommy non trascini i piedi come nei passaggi precedenti mi fa pensare che pronunci la frase con un tono meno lagnoso/rabbioso/triste. Quindi mi suona strano che il padre non si accorga della differenza e si convinca di aver sbagliato.

Nel complesso l’idea è interessante e i temi di spessore e il racconto si legge bene, però, secondo me, risulta poco coinvolgente.
Alla prossima e buona edition

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Andrea Furlan
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Re: Crescere

Messaggio#10 » mercoledì 26 gennaio 2022, 0:30

Ciao Mario,
Ho apprezzato il tuo racconto misurato e ben costruito, introdotto con contesto e ambientazione minimali e per lo più giocato sul dialogo. Il ritmo è buono e anche la domanda sollevata nel lettore alla fine della prima parte, dove mi sono chiesto come sarebbe andata a finire. Il tema è azzeccato e così il messaggio di fondo: non arrendersi e combattere per dare il meglio di sé anche se tutto sembra remare contro. Da padre mi sono trovato molte volte in situazioni simili, vivendo le stesse sensazioni del tuo protagonista. Se posso dare un suggerimento, ho trovato un po' pesanti le ripetizioni dei nomi soprattutto nell'ultima parte; forse potevi alleggerire un po' per rendere il testo più snello, anche perché sono solo due personaggi che parlano.

alexandra.fischer
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Re: Crescere

Messaggio#11 » mercoledì 26 gennaio 2022, 19:23

Tema centrato. Il figlio di Vincenzo, Tommy, ritrova la fiducia in se stesso malgrado le avversità: gli avversari più grossi e forti a calcio, proprio grazie alle maniere brusche ma giuste del padre, il quale gli insegna a fronteggiare le difficoltà e non a fuggirle. Ammirevole il tuo talento descrittivo nel rendere il fine giornata di Vincenzo, sul punto di fare la doccia dopo una giornata di lavoro duro. E anche nella breve descrizione della routine familiare: ognuno ha la sua chiave, la moglie o compagna Cinzia è a fare la spesa. Tocca a Vincenzo fare la parte del maestro, e gli riesce: certo, l’ultima partita di Tommy non è da antologia, ma quel che conta è l’impegno che ci ha messo: altro che ripiegare sul campo di Manuel.

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antico
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Re: Crescere

Messaggio#12 » mercoledì 2 febbraio 2022, 19:57

Un racconto che sembra funzionare, tutto appare al proprio posto, ma, alla fine, anch'io sono riuscito a empatizzare poco con i protagonisti. Il padre non si pone dubbi sul suo modello educativo e il figlio appare come una macchietta piuttosto passiva a cui, per puro caso, riesce un upgrade nella seconda partita. Dice bene Debora nel sottolineare come qui i soprusi potrebbero tranquillamente anche essere quelli del padre, più che altro perché manda allo sbaraglio il figlio tornando a farsi i fatti suoi mentre sarebbe stato più accettabile che rinunciasse alla doccia e lo seguisse da lontano, magari dando sempre l'impressione di stare per intervenire, soffrendo per i suoi fallimenti e gioendo per la giocata riuscito, ma rimanendo presente e non lontano. Come valutazione direi un pollice tendente al positivo in modo solido perché, comunque, il racconto si legge bene.

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