I commenti di PATRIZIA RINALDI

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 17 gennario 2022!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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I commenti di PATRIZIA RINALDI

Messaggio#1 » giovedì 17 febbraio 2022, 14:42

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Care e cari partecipanti,

i vostri racconti mi hanno colpita per qualità inventiva, tecnica narrativa e linguaggio. Il livello è alto e sono felice di avervi letto.
Ho considerato con attenzione la maggiore o minore attinenza al tema proposto e la velocità di consegna.

La valutazione richiesta in merito alle scritture e alla storia va riferita soprattutto all’incontro delle vostre parole col mio gusto, con il mio vissuto e anche con le mie fisime da lettrice: non credo nell’oggettività precisa del giudizio letterario in genere, anche di più se appunto le differenze tra i testi non si basano su evidenti disuguaglianze di competenze.

Complimenti a tutte e a tutti: che le storie continuino, buona fortuna.
p.



I COMMENTI DI PATRIZIA RINALDI

A fare la nanna
A fare la nanna racconta in crescendo: l’abilità, ben padroneggiata dall’autrice o dall’autore, riesce ad accentuare il pathos narrativo riga dopo riga. Il contenuto scelto riguarda la patologia psichiatrica di una madre, che inevitabilmente diventa modello comportamentale per la figlia.
Argomento interessante, ben trattato, che risponde all’indicazione tematica suggerita dal concorso.

Amaro far niente
Questo testo ha un ritmo narrativo davvero incalzante che racconta con originalità l’invadenza tecnologica di un futuro possibile.
Patrick, il protagonista stanco dell’assenza del gesto inatteso, organizza e agisce una vera rivoluzione contro l’intelligenza domotica, portatrice insana di perfezione e della censura di ogni manualità.
Fa riflettere in maniera indiretta e senza teorizzare sulla perdita dell’imprevisto e del caos vitale, sul rifiuto del prestabilito.

Belluca!
I linguaggi di questo racconto sanno riportare con abilità il divario tra la realtà lavorativa servile del protagonista e il suo desiderio di annientare fisicamente chi lo annienta.
Offre una possibilità di riflessione profonda sul potere dell’immaginario: le fantasie di ribellione, anche quando portate all’estremo, possono rivelarsi più vere della realtà. Possono uccidere o salvare.

Katia
Nel pulmino che porta a scuola il microcosmo diventa il mondo per il punto di vista di Maria, che dice di non volere girare la faccia davanti ai soprusi e decide di andarsene.

Nobiltà
L’omaggio alla poesia e alla libertà di questo racconto ci porta indietro nel tempo, fino a chi per primo ha pensato al sonetto (Jacopo da Lentini - primi decenni del Duecento). In Nobiltà la giovane donna perde il ruolo angelicato o di semplice preda e diventa proprietaria di desiderio e di arte lirica.
Troviamo un ottimo uso del linguaggio, che riporta suoni antichi su rivendicazioni moderne.

Tre mesi sono abbastanza
Questo testo ci porta nel mondo lavorativo dei soprusi, del mobbing, e lo fa in modo davvero originale: la sorpresa del finale ci racconta come il ribaltamento dei ruoli (sottoposto-capo: vittima- carnefice) diventi comprensibile solo spostando lo sguardo. Il mutamento del punto di vista è credibile, ben pensato.

Chi è il re di questo regno?
Il racconto propone una storia molto originale e con una buona tensione narrativa.
Il valore fortemente simbolico della donna inanimata, che impara a essere viva, è ben amalgamato coi fatti e sfugge all'enfasi retorica.

Le correnti gravitazionali
Racconto scritto molto bene che lascia spazio alla poesia. Pare rispondere ai temi di Amour (malattia, senilità, perdita della dignità), film magistrale scritto e diretto da Michael Haneke: in Le correnti gravitazionali il protagonista molto in là con gli anni privilegia il ricordo della sua gioventù e di quella della moglie e riesce quasi a vincere il presente.

Un’altra prospettiva
Questo racconto risponde appieno al tema proposto e lo fa con una risorsa narrativa originale. Chi scrive svela con ironia il disegno diabolico che muove le insoddisfazioni quotidiane, gli inciampi, il mal di vivere spicciolo.
Linguaggio divertente, veloce.

Vessazione
In questo testo il racconto di un desiderio erotico masochista è affidato a una minore e si muove nella sala macchinette di una scuola, tra merendine ed equivoci. La ragazza conosce già la convenienza del ricatto e ciò che vuole dall’altro sesso.

Tutti in riga
Il testo ci porta in una classe dove il consolidato rapporto docente despota-allievi diventa la chiave di lettura della quotidianità malsana di qualsiasi sottoposto.
Ben scritto.

Il parcheggiatore
Con la descrizione di un parcheggiatore abusivo dai modi gentili, chi scrive sovverte il luogo comune della bassa manovalanza criminale e ci offre un panorama insolito in cui chi spadroneggia non è chi svolge attività illegale, ma la gente cosiddetta dabbene.
La scelta del registro dialettale è ben appropriata.

Non mi calpestare
Il racconto aspro, immediato, affronta il tema della violenza minorile con autenticità e pathos. La risorsa narrativa, con stile notevole, fonde la sopraffazione subita e quella restituita. La vittima impara la crudeltà dal carnefice e la perfeziona.
Il linguaggio non fa sconti: la rabbia esplode anche nelle parole, ma in maniera credibile e relativa al contesto.
Il finale è l’affondo definitivo.



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