La tattica del pesciolino d'argento

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 21 febbraio 2022 con un tema del Campione in carica dell'Arena: Maurizio Ferrero!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#1 » lunedì 21 febbraio 2022, 23:47

«Mimì, è davanti a te!»
Tina urla contro il gatto che fissa il pavimento del balcone annoiato. Spio la scena incuriosita attraverso il separatore in legno. La vicina urla e indica ripetutamente un punto, ma il gatto se ne va. Tina alza lo sguardo e mi nota. Cerco di mostrare disinteresse affondando le mani nella bacinella. Tiro fuori una maglia bagnata.
«Si è fatta fregare dalla tattica del pesciolino d’argento» mi spiega, e mi mostra il suo sorriso bianchissimo. Tina la conoscono tutti, e sebbene sia la mia dirimpettaia da cinque anni ci saremo parlate sì o no tre volte. So cose orrende di lei: è lasciva e pettegola. Mio marito, che da sempre mi protegge dalla crudeltà del mondo, mi ha sempre invitato a evitarla. Quell’invito suona nella mia testa e resto in silenzio a scavare nella bacinella. Lei fa un passo verso di me.
«I pesciolini d’argento, quei centopiedi piccoli piccoli. Mimì vuole mangiarli, ma loro se ne stanno fermi e lei si distrae, si dimentica che esistono. E come finisce? Che quello sopravvive e Mimì va a dormire» porta alle labbra carnose una marlboro spenta.
Capisco dal silenzio che vuole che dica qualcosa, ma la voce di mio marito echeggia nella testa. Punto tutto su una risata per congedarmi.
«Con rispetto, signora Tina, io entro».
«Aspetta, Sophia» mi chiama lei, allungando il collo. «Domani è il mio compleanno, faccio cinquant’anni. Mezzo secolo va festeggiato, se tu e tuo marito volete venire a mangiare una fetta di torta mi fa piacere».
Annuisco e rientro di fretta, chiudo la porta finestra con un movimento rapido alle mie spalle. Altro che festa, se Enzo scopre questa conversazione mi ammazza.
Ha paura per me, che un’anima buona come la mia venga portata sulla cattiva strada a causa di persone del genere.
Quant’è cattivo il mondo e quant’è buono il mio Enzo a difendermi. Mi ha difesa dalle mie vecchie amiche, che con la loro invidia volevano separarmi da lui. Mi ha difesa da un lavoro malpagato, dandomi la possibilità di godermi la casa.

Un odore pungente mi riporta alla realtà. Lascio cadere la bacinella e corro in cucina, dove il soffritto di cipolla ha assunto un colore bruno poco invitante.
«Gesù Gesù Gesù….». Che faccio? Butto tutto? Così non sarà pronto in tempo e il povero Enzo dovrà aspettare per cenare. Dopo una lunga giornata di lavoro non se lo merita. Tengo così e rimuovo la cipolla? Poi farà schifo.
Spero in un suo ritardo, ma puntuale come ogni giorno il rumore delle chiavi mi avverte del suo arrivo. Spengo il fuoco e mi fiondo verso la porta.
Enzo entra scuro in volto.
Mugugna qualcosa e si trascina verso il bagno, lasciando dietro di sé odore di alcool e di donna.
Il profumo mi allarma un istante. Porto la mano al collo, dove le ecchimosi delle sue dita mi ricordano del litigio già avvenuto per quel profumo giorni prima. Ero stata stupida, l’avevo insultato insinuando cose orrende con le mie domande. La discussione era esplosa in violenza e morta in amore. Si era scusato durante il rapporto, mi aveva sussurrato parole dolci. Mi ha spiegato che la segretaria mette sempre tanto profumo e rimane impregnato ovunque. Il ricordo della spiegazione mi tranquillizza, mi fa sentire amata.
Ora devo solo sistemare le cipolle. Posso fare una spaghettata aglio e olio. Oggi non è giorno di pasta, ma almeno sarà commestibile e pronto in tempo.

Enzo osserva il piatto con occhi irrorati di sangue; il respiro esce dal naso in sbuffi rumorosi.
«E questo cos’è?» chiede con una ferocia che mi fa sussultare.
«Cos’è questo, Sofì?» urla e sbatte i pugni contro la tavola.
So che non devo piangere - odia quando piango -, ma sento le lacrime salire agli occhi e diventare indomabili. Mi schiarisco la voce per placare il bruciore lungo la gola.
«Ho bruciato la cipo…» inizio. La sua mano si scaraventa sul mio viso.
«Sofì, tu una cazzo di cosa devi fare. Cucinare. Cucinare e lavare sto cesso di casa. Ti chiedo troppo, eh?» si alza e si avvicina a pochi centimetri dal mio orecchio. Il puzzo di alcool si impregna nei capelli.
«Io lavoro tutto il giorno e tu una cazzo di cosa non la riesci a fare? Menomale che non puoi avere figli, saresti una madre di merda».
Non ce la faccio, le lacrime scorrono lungo la faccia intontita dalla botta.
«Rispondimi, Sofì! Non sei brava a fare un cazzo, solo un coglione come me poteva prenderti!» le sue urla rimbombano nella stanza. Voglio risponderti, Enzo, te lo giuro. Non sono brava neanche a risponderti perché le parole sono in gola e non escono. Per favore, Enzo, dammi tempo per riprendermi.
Mi tira per i capelli e mi costringe ad alzarmi. Piango e non riesco neanche ad avvertirlo del dolore che provo. Come faccio a dirgli che mi fa male?
Mi scaraventa a terra e inizia a darmi calci. Il vuoto eterno del mio ventre, quel voto che scatena la sua rabbia giusta, sembra divorarmi da dentro mentre fuori il dolore mi paralizza.
Mi viene in mente la tattica del pesciolino d’argento. Resto ferma e aspetto. Aspetto che si distrae, che si dimentica che io esista.
E mentre aspetto, il buio.



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antico
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#2 » lunedì 21 febbraio 2022, 23:49

Ciao Morena! Anche per te parametri tutti ok, divertiti in questa MAURIZIO FERRERO EDITION!

alexandra.fischer
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#3 » mercoledì 23 febbraio 2022, 15:52

LA TATTICA DEL PESCIOLINO D’ARGENTO di Read Only Tema centrato. Al Lettore gattofilo dispiace per il gatto Mimì, così distratto, ma i pesciolini d’argento non sono neppure centopiedi: attenzione. Doppia umiliazione. Questa signora padrona del micio è di mezzo secolo, desiderosa di invitati alla sua festa di compleanno, commuove qualunque Lettore. Povera Tina. Sophia, invece, intimorisce il Lettore per quanto è ingenua. Enzo un marito protettivo dalla vita? Ma se ne ha impedita l’emancipazione attraverso il pur malpagato lavoro e le rinfaccia la sterilità? Per non parlare del soffritto malriuscito e del ripiego verso una pastasciutta più semplice: aglio olio e peperoncino che dovrebbero piacere a tutti. Invece, dal profumo e dagli atteggiamenti, appare per il violento che è. Adultero e desideroso di nasconderlo alla moglie, altroché. Ottima la resa letteraria.

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Emiliano Maramonte
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#4 » venerdì 25 febbraio 2022, 23:35

Ciao Morena!
Capisco l'importanza (universale) e la portata di questo tema, e cioè la violenza degli uomini sulle donne, e a tratti lo hai tratteggiato bene, però trovo che in questo racconto ci sia una fortissima discrepanza tra la prima e la seconda parte.
Okay, il marito è violento e lo capiamo benissimo alla fine, ma manca il senso di minaccia all'inizio. In sostanza, ci può stare che una donna del tutto plagiata e soggetta a una sudditanza rispetto all'uomo possa arrivare ad accettare le attenzioni (malate) come un meccanismo di protezione, che io sappia, però, le donne che subiscono abusi e violenze vivono nel terrore e tendono a chiudersi per difendersi dalle violenze.
Non mi è sembrato (ribadisco: all'inizio) che Sophia fosse impaurita dal marito, anzi, pare quasi che lo adori perché l'ha protetta da ingerenze e pericoli esterni. Ciò genera nel lettore un'aspettativa positiva, addirittura ci si aspetta uno sviluppo di trama benevolo magari pensando a un qualche tipo di colpo di scena. Sarebbe stato più giusto lasciar presagire qualcosa sin da subito, anche con pensieri di timore e paura per le conseguenze dei comportamenti della protagonista. Invece si presagisce poco. Quindi, secondo me, qui c'è un errore di costruzione della psicologia o, quantomeno, di uniformità della elaborazione emotiva del personaggio.
Ho apprezzato, invece, l'intuizione di base e cioè la tattica di cui al titolo e la conseguente metafora con il Lepisma Saccharina (mi sono documentato... :-) ).
Ci sono un po' di imprecisioni tecniche qua e là; alcune sono fisiologiche qua a MC, altre andrebbero rimosse dal proprio bagaglio.
Mi riferisco alla frase: "Tina urla contro il gatto che fissa il pavimento del balcone annoiato". Quel "annoiato" immagino debba essere spostato vicino a "gatto", altrimenti sembra che ad essere annoiato sia il balcone... Inoltre "Marlboro" va con la maiuscola e il punto alla fine del discorso diretto va all'interno dei "caporali", salvo che non ti trovi nella situazione in cui apri una battuta del tipo: " Michele mi disse: «Ieri sono stato dal meccanico». "
Interessante l'implementazione del tema richiesto dal contest: la protagonista ritiene il mondo esterno crudele ma la vera crudeltà è all'interno delle mura domestiche.

In bocca al lupo!
Emiliano.

Dario17
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#5 » domenica 27 febbraio 2022, 17:46

A differenza del racconto di Elisa, qui non c'è un tentativo di velatura o di semina per un finale ad effetto ma un puro rivelare (scritto non così male tra l'altro) di un palese caso di donna che non ammette di essere vittima di violenza pura e brutale.
Troppo debole il gancio finale tra la vicenda del gatto della vicina e la situazione della protagonista e anche mal riposto, visto che il gatto se ne frega dall'inizio mentre il marito la pesta duro.
Un doppio legame migliore ci sarebbe stato bene e avrebbe impreziosito il racconto: tipo la vicina che piglia a calci il gatto che comunque si riavvicina a lei nel tentativo di ricevere carezze, la pov che biasima il gatto da brava ipocrita/incosciente della propria situazione identica.
Però alzo le mani. Ormai il tema l'ho bisto trito e ritrito in questi lidi che mi è difficile fare esamine corrette e utili.
Mio marito, che da sempre mi protegge dalla crudeltà del mondo, mi ha sempre invitato a evitarla. -> questa frase, oltre che essere uno "spiegone al contrario", suona maluccio.

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Pretorian
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#6 » domenica 27 febbraio 2022, 19:47

Ciao, Read e piacere di leggerti. Purtroppo, il racconto risulta abbastanza poco sviluppato, sia a livello di trama che di stile. A livello di trama, la prima parte (la storia della vicina a Sophia) si incastra male con il resto della storia, visto che anche togliendola non cambierebbe nulla, a parte la citazione finale. La seconda parte è la riproposizione di una storia trista ma banalissima, così trita e ritrita che sono sicuro di averla vista persino in alcuni episodi dei Griffin. A livello di stile, c'è ancora molto da fare per migliorare, ad esempio partendo dall'uso di verbi che esprimono un senso confuso (ad esempio il fatto che Ezo si "trascini" cosa indica di preciso? O che la mano si "scaraventa" sul viso?). Anche il tell è ancora molto presente nella storia (come fa, ad esempio, Sofia a sapere che l'odore di alcos sta impregnando ai suoi capelli?).

Alla prossima

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Davide_Mannucci
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#7 » martedì 1 marzo 2022, 9:17

Ciao Morena, piacere di ritrovarti.
Il racconto presenta alcune mancanze di virgole che mi hanno fatto un po’ inciampare nella lettura. Nei racconti brevi anche un sassolino dà fastidio. Detto questo tralascio il discorso personale su ciò che ha prodotto in me questo racconto. Ritengo che filtrare la lettura con le proprie convinzioni morali sia esattamente quello che un lettore, quando chiamato a valutare un’opera, dovrebbe evitare di fare. Questo iil motivo per cui la mia valutazione si baserà solo sullo stile e sulla struttura e, perché no, anche sul gusto personale. Quando il male vince ho una reazione allergica! Almeno nella fiction vorrei che il male venisse definitivamente debellato ma queste sono mie considerazioni che non entreranno nella valutazione :). Finito il pippone ti dico che è un racconto scritto molto bene. Il tuoi stile sta migliorando e la capacità che hai di trasmettere empatia è notevole. Purtroppo si avverte l’abisso tra la prima e la seconda da parte e questo fa storcere un po’ il naso.
Una prova potenzialmente ottima ma con troppi elementi che la rendono rivedibile. Complimenti però per il lavoro che hai fatto sullo stile.
A presto
Davide Mannucci

Giulio_Marchese
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#8 » martedì 1 marzo 2022, 22:51

Ciao Ready,
Il racconto tratta un tema delicato quanto abusato, a mio modestissimo avviso però lo fa in maniera un po' superficiale e soprattutto il primo paragrafo l'ho trovato veramente eccessivo. Sì capisce subito dove andrà a parare e la devozione della protagonista me la fa apparire poco vera, quasi antipatica. Una relazione tossica, purtroppo, è qualcosa di molto più complesso. L'allontanamento da tutti e tutto avviene in modo subdolo e non può essere riassunto in "mi ha allontanato dai miei amici per proteggermi". Piuttosto ogni singola amicizia persa è un evento a se stante e i pensieri, pur giustificanti in certi casi, sono molto contraddittori. Purtroppo questa è stata la mia percezione. Ho trovato carina la cosa del pesciolino, ma forse poteva essere resa meglio dotando la protagonista di più consapevolezza.

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Signor_Darcy
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#9 » mercoledì 2 marzo 2022, 11:04

Ciao Morena.
Edizione strana, per me: pochissimo tempo per scrivere e per commentare, questo mese, seppur ho preferito partecipare comunque. Ho deciso che, per una volta, proverò a dare valore maggiormente all’impressione destata e meno all’aspetto stilistico, anche perché gente ben più brava di me ci ha già pensato (cosa che vale per tutti i racconti del gruppo, anche per parità di condizioni).
Mi sono un po’ perso nella prima parte, l’impostazione prova a concentrarsi più su Tina e meno sul marito; poi i pezzi vanno al loro posto e la seconda parte colpisce duro, come il marito della protagonista, del resto. Un tema forse abusato, ma mai troppo attuale. Mi è piaciuto, al netto di qualche traballamento (per esempio non sarei andato a capo tra le due battute del marito che chiede cosa sia la cena).

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Stefano.Moretto
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#10 » giovedì 3 marzo 2022, 1:10

Ciao Morena,
il racconto in sé è godibile e tristemente coerente fino alla fine, ma ci sono stati diversi punti in cui ho avuto difficoltà a capire cosa stesse succedendo, soprattutto nel primo pezzo:
«Mimì, è davanti a te!»
Tina urla contro il gatto che fissa il pavimento del balcone annoiato. Spio la scena incuriosita attraverso il separatore in legno. La vicina urla e indica ripetutamente un punto, ma il gatto se ne va. Tina alza lo sguardo e mi nota. Cerco di mostrare disinteresse affondando le mani nella bacinella. Tiro fuori una maglia bagnata.

Ho dovuto rileggerlo un paio di volte per capire cosa stesse accadendo, credo per una serie di motivi. Uno è il fatto che hai alternato la descrizione della scena con frasi di "autocoscienza" ("Spio la scena"), che spezza il ritmo per cercare di dare ambientazione. Un altro motivo è che il fatto di spiare la vicina l'avevo associato a una curiosità infantile, e quindi avevo pensato automaticamente che la protagonista fosse un bambino, cosa che ho capito essere falsa solo qualche riga dopo. Avresti potuto per esempio introdurre prima la protagonista con catino e panni da lavare e successivamente farle vedere la vicina che urla.
Non ho capito è se la vicina sta su un balcone dello stesso piano o di un piano inferiore. "Alza lo sguardo" sembra indicare che stia più in basso, ma se fino a quel momento stava guardando il pavimento anche per guardare una accanto deve alzare lo sguardo (e dalle righe successive mi pare di capire che sia allo stesso piano, ma non sono sicuro).
Un'altra cosa che non mi è piaciuto particolarmente è il modo in cui la protagonista rimarca continuamente il fatto che Enzo sia il suo buon protettore che la difende da qualsiasi cosa:
Quant’è cattivo il mondo e quant’è buono il mio Enzo a difendermi. Mi ha difesa dalle mie vecchie amiche, che con la loro invidia volevano separarmi da lui. Mi ha difesa da un lavoro malpagato, dandomi la possibilità di godermi la casa.

Mi spiego: non sto dicendo che la caratterizzazione da schiava della moglie sia sbagliata, ci mancherebbe, ma l'impressione che ho avuto è che questi non siano i suoi pensieri, quanto delle spiegazioni della natura malvagia di Enzo travestiti da pensieri da schiava. Un modo per palesare al lettore che Enzo è il cattivo, assolutamente cattivo senza nessuna possibilità di fraintendimento; il problema è che me lo stai palesando con pensieri che dovrebbero darmi la sensazione esattamente opposta. Se Sofi pensa che Enzo sia buono i suoi pensieri dovrebbero portare a pensare questo. È già strano che Sofi pensi a tutte le cose che Enzo le ha detto per "proteggerla" (le vecchie amiche, il lavoro malpagato...) solo perché la vicina le ha offerto un pezzo di torta, a meno che non si faccia un recap mentale di tutte le cose che le ha detto Enzo a ogni occasione.

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Maurizio Chierchia
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#11 » giovedì 3 marzo 2022, 15:51

Ciao Morena,
Devo ammettere che il tuo racconto mi è piaciuto,ma in parte.
Come detto da altri, trovo slegato il primo pezzo del gatto da quello che succede alla protagonista.
A differenza di altri però, mi è piaciuta la resa della donna che subisce a capo chino, anzi, elevando a suo protettore il suo carceriere. Sindrome di Stoccolma per me espressa bene. Mi dispiace solo non ci sia stato un legame migliore tra la situazione del gatto e l'insetto e quella tra marito e moglie.
Il tema comunque è centrato secondo me.
Complimenti e buona gara!
Maurizio Chierchia
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antico
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Re: La tattica del pesciolino d'argento

Messaggio#12 » domenica 6 marzo 2022, 19:07

Penso ci fosse da lavorare di più sulla protagonista perché la sua totale devozione, mostrata fin dalla prima scena, le impedisce di avere un percorso narrativo e il tutto rischia, in tal modo, di trasformarsi in un racconto un pelo passivo in cui già si sa come andrà a finire tutto, non solo le botte, ma anche i pensieri di lei. Questo problema, tra l'altro, viene evidenziato anche dalle critiche che ho letto indirizzate nei confronti dell'episodio del pescolino che, pur avendo la funzione di farla tardare e farle bruciare quanto in cottura, poteva essere molto di più mostrando un inizio di ribellione, il suo voler guardare nonostante i veti posti dal marito. Ed è un peccato perché il racconto mi pare scritto più che bene e la lettura è spedita e pulita. Per quanto detto direi che la valutazione giusta può essere un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante e in classifica finisci davanti al parivalutato racconto di Borchi (che ha un finale molto problematico) e dietro a quello di Mazzafoglie (passivo anche lui, ma più brillante e con una problematica meno penalizzante).

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