Si può bere

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 21 febbraio 2022 con un tema del Campione in carica dell'Arena: Maurizio Ferrero!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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Proelium
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Si può bere

Messaggio#1 » martedì 22 febbraio 2022, 0:16

Ogni volta che si ritorna al paese è un po’ come morire e rinascere.
È successo ai miei vecchi, che in tanti anni di saliscendi sono già morti e risorti innumerevoli volte. Sta succedendo a me, oggi che ci ritorno dopo tanto, troppo tempo.
Mi raddrizzo il cappello e scendo dal treno. Uno sconosciuto qualsiasi, agli occhi delle poche anime dannate in questo buco d’inferno, se ne è rimasta ancora qualcuna.
Chissà perché ci sono tornato. Chissà che cosa spero di trovare.
Il sole del meridione arde di una luce furibonda. I suoi raggi sono baci bollenti sulle braccia, sul collo. Un ardore che nessuna stella, nessuna donna ha mai saputo darmi.
Anche la stazione è proprio come la ricordavo. Muriccioli di pietra e calce ingialliti dal tempo e dalla polvere. L’acciaio lurido dei binari luccica al sole. Una distesa di pietre rosse, tante, l’accompagna a perdita d’occhio: al penitente in cerca di un castigo basterebbe inginocchiarsi su quei ciottoli aguzzi. Nessun tornello né controllore: chi va al paese torna indietro di un secolo, se va bene. E se va male, sparisce dalla faccia della terra. Dalla storia. Tra i deserti delle sue strade assolate, la storia non esiste. Qui non è mai arrivata.
Ma l’azzurro di quel cielo irripetibile… il respiro salato di quello che so essere il mio mare… Tutte cose che avevo seppellito dentro di me, tesori che non ho mai dimenticato.
Il treno brontola qualcosa e si allontana sferragliando. Me ne vado anch’io: uno spettro tra le scale e le viuzze dissestate, i ciglioni coperti di sterpaglie, il profilo dei monti bruciati dal sole.

Chìsta terra, si pòti mangiàri!

Aveva detto così, quel brocco di mio zio, ormai chissà quanti fa. Aveva stretto la mano a pugno e se l’era portata alla bocca, mimando quell’atto d’amore così ingenuo, così disperato… l’amore di chi nutre ed è nutrito, il più antico e pulito del mondo…
Cammino in salita con la camicia fradicia. Tra una falcata e l’altra, mi asciugo la fronte con il dorso di una mano: caldo su caldo, sudore sopra sudore.
L’odore pungente dell’origano, del rosmarino e del finocchio selvatico è ovunque. Un profumo che sa d’infanzia, di casa.
Da tempo le casette del paese sono state abbandonate. Il legno degli infissi si è seccato fino a scheggiarsi: una processione di porte cadenti e persiane ormai prive di colore.
Può darsi che sia tornato solo per assicurarmi di ciò che in fondo sapevo già, che avevo sempre saputo. E ora lo so per certo, ecco: nessuna porta si aprirà più al mio passaggio, pronta ad accogliere chi ritorna, fedele a quel rito antichissimo che è la legge dell’ospitalità. Nessuno mi saluterà più, perché non è rimasto più nessuno di quelli che mi conoscevano. Di quelli che vivevano qui.

Chìsta terra, si pòti mangiàri!

E quanta ne aveva vangata, di questa terra arida, quel brocco di mio zio! Quanto amore ci aveva messo, insieme all’acqua e al sudore. E cosa gli aveva restituito, quel mondo avvelenato dagli uomini d’affari, gli uomini d’onore?
Avanzo lungo una stradina che conosco fin troppo bene. Ritrovo il vecchio lampione e i rovi con le more. Ritrovo la casa dello zio, e quella della comare, dei cugini, e quella della cognata dei cugini… Chi prima e chi dopo, si sono ammalati tutti. Sono morti tutti, loro che sono rimasti. Avvelenati dalle scorie sepolte in quella terra che si poteva, si doveva mangiare. Terra benedetta. Terra venduta. Sono morti anche quelli che hanno aperto la bocca, che hanno provato a parlare: con un sasso ficcato tra i denti, quegli uomini rispettabili si sono presi il loro silenzio, il nostro e anche il mio; il silenzio di chi è partito, di chi è fuggito da questo mondo crudele.
Forse era il silenzio che volevo sconfiggere ritornando. Ritrovare la mia voce e infine ammettere, zio, che la tua mano serrata a pugno ha sempre detto la verità. Perché avevi ragione tu: quella terra si poteva mangiare, aveva tutto ed era pronta a donarlo. Bastava lavorarla onestamente, sudando e piangendo come ogni vero uomo. Bastava esserle fedeli, grati di quell'amore che nutre e non tradisce.
Ancora due falcate per superare la casa dei nonni: le sue pareti dai mattoni a vista, mai intonacate, i balconi fatiscenti, il cancello verde tutto ruggine e ragnatele, le terrazze dal catrame vecchio di decenni.
Con la camicia sempre più zuppa, il cappello calato sugli occhi, imbocco un viottolo polveroso che serpeggia in discesa fino alla spiaggia.
Mi tolgo le scarpe e cammino sulla sabbia. È bollente: come quando ero bambino devo saltellare per non scottarmi i piedi.
Davanti a me c’è solo il mare.
Questo mare che ho raggiunto di corsa, fino a perdere il fiato, con la sua salsedine e i suoi barbagli blu, oro e porpora.
Questo mare che è stato la mia infanzia, la mia anima e la mia storia.
Questo mare che quei signori rispettabili continuano a insozzare, con le loro telefonate e strette di mano.
Questo mare che nonostante tutto mi riempie ancora gli occhi.
Anche questo mare, caro zio, si può bere. Si può bere.
Ultima modifica di Proelium il martedì 22 febbraio 2022, 0:24, modificato 6 volte in totale.



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Re: Si può bere

Messaggio#2 » martedì 22 febbraio 2022, 0:18

Ciao Francesco! Caratteri e tempo ok anche per te, buona MAURIZIO FERRERO EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Si può bere

Messaggio#3 » venerdì 25 febbraio 2022, 15:29

SI PUO’ BERE di Francesco Battaglia Tema centrato. Il racconto è molto ben strutturato perché mostra un mondo contadino contaminato dalla corruzione, dalla malavita, ma che tuttavia rimane vivo nella mente del protagonista, ben descritto attraverso le sue sensazioni: il caldo, la nostalgia per i parenti e in particolare per lo zio brocco, amante della terra al punto di addentarla, così come il nipote berrebbe il mare, pur con tutta la rovina che lo circonda. Molto bella la descrizione della casa avita, sembra pericolante, è trascurata, eppure, palpita di vita. L’atmosfera ricorda le storie nostalgiche di Elio Vittorini.

Dario17
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Re: Si può bere

Messaggio#4 » domenica 27 febbraio 2022, 17:44

Un racconto impregnato di nostalgia e di particolari poetici e pittoreschi da ritorno al paesello d'origine.
Ero arrivato fin quasi alla fine e mi sarei aspettato l'inizio del funerale dello zio e da lì partire con il tema della morte e delle terra nociva piena di scorie.
Invece nisba. I temi sono profondi ma rimangono troppo vacui.
C'è discreto flusso interno al personaggio che mi ha aiutato a chiarirmi le idee, il punto forte del pezzo.
Non capisco perchè dopo tanto pestare sul tasto della terra da mangiare si viri col titolo c e con l'epilogo sul mare da bere, una figura astratta un po' meh...

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Emiliano Maramonte
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Re: Si può bere

Messaggio#5 » domenica 27 febbraio 2022, 22:30

Ciao Francesco. Contento di ritrovarti per una lettura e per una valutazione!
Con questo racconto hai fatto un scelta narrativa ben precisa: hai fatto un viaggio in una ricca rievocazione di luoghi e memorie, piena di spunti sensoriali e immagini nitide e colorate. Ti sei preso tutto il tempo che ti serviva, immergendoti con passione nell'interiorità del personaggio, e si vede. Non c'è una grande tensione narrativa, ma sullo sfondo c'è tutta la frustrazione di un'intero popolo che soffre da decenni gli stessi problemi. Eppure la terra su cui vivono i siciliani davvero si potrebbe mangiare. Quella terra potrebbe essere un vero paradiso e invece, spesso, è un'inferno.
Un buon racconto, dunque, che affascina proprio per la prosa suadente, avvolgente ed evocativa, ma manca di qualcosina, manca di una contropartita, o meglio, di una contrapposizione, cioè di un secondo personaggio che faccia capire concretamente il tormento vissuto da ogni siciliano. A meno di non voler considerare in modo figurato l'ambiente circostante come un antagonista...
Sicuramente scritto con perizia. Prova godibile ma non pienamente soddisfacente.

Piccola pignoleria: "L’acciaio lurido dei binari luccica al sole." Se è lurido allora è sicuramente opaco, quindi non può luccicare.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Re: Si può bere

Messaggio#6 » lunedì 28 febbraio 2022, 22:37

Ciao Alexandra, grazie per il commento. Bene che sia arrivato il messaggio e che l'ambientazione ti abbia convinta. Alla prossima!

Francesco

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Re: Si può bere

Messaggio#7 » lunedì 28 febbraio 2022, 22:46

Dario17 ha scritto:Un racconto impregnato di nostalgia e di particolari poetici e pittoreschi da ritorno al paesello d'origine.
Ero arrivato fin quasi alla fine e mi sarei aspettato l'inizio del funerale dello zio e da lì partire con il tema della morte e delle terra nociva piena di scorie.
Invece nisba. I temi sono profondi ma rimangono troppo vacui.
C'è discreto flusso interno al personaggio che mi ha aiutato a chiarirmi le idee, il punto forte del pezzo.
Non capisco perchè dopo tanto pestare sul tasto della terra da mangiare si viri col titolo c e con l'epilogo sul mare da bere, una figura astratta un po' meh...


Ciao Dario,
mi spiace (ma forse poi nemmeno così tanto) non essere stato del tutto prevedibile. Certo, il solito funerale con camposanto finale ci poteva stare, ci ho pensato, ma poi mi sono detto: serve davvero? Meglio, piuttosto, mi sono detto poi (forse sbagliando, ma pazienza) la contemplazione del mare, sia perché in certi cuori vale quanto e più della terra, sia perché rielabora in modo personale la lezione dello zio.
Perdonami se resto fedele alla mia idea, ma di schemi con ritorno e funerale ce ne sono già fin troppi, e poi dai, scrivere è anche cambiare strada!

alla prossima
Francesco

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Re: Si può bere

Messaggio#8 » lunedì 28 febbraio 2022, 23:02

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Francesco. Contento di ritrovarti per una lettura e per una valutazione!
Con questo racconto hai fatto un scelta narrativa ben precisa: hai fatto un viaggio in una ricca rievocazione di luoghi e memorie, piena di spunti sensoriali e immagini nitide e colorate. Ti sei preso tutto il tempo che ti serviva, immergendoti con passione nell'interiorità del personaggio, e si vede. Non c'è una grande tensione narrativa, ma sullo sfondo c'è tutta la frustrazione di un'intero popolo che soffre da decenni gli stessi problemi. Eppure la terra su cui vivono i siciliani davvero si potrebbe mangiare. Quella terra potrebbe essere un vero paradiso e invece, spesso, è un'inferno.
Un buon racconto, dunque, che affascina proprio per la prosa suadente, avvolgente ed evocativa, ma manca di qualcosina, manca di una contropartita, o meglio, di una contrapposizione, cioè di un secondo personaggio che faccia capire concretamente il tormento vissuto da ogni siciliano. A meno di non voler considerare in modo figurato l'ambiente circostante come un antagonista...
Sicuramente scritto con perizia. Prova godibile ma non pienamente soddisfacente.

Piccola pignoleria: "L’acciaio lurido dei binari luccica al sole." Se è lurido allora è sicuramente opaco, quindi non può luccicare. Bene che le atmosfere e la prosa ti siano arrivate a dovere, mi sono impegnato tanto per curare l'intensità emozionale!

In bocca al lupo!
Emiliano.


Caro Emiliano,
anche per me è sempre un gran piacere leggere i tuoi commenti, appunti inclusi!
Hai ragione, qui ho voluto spingere tanto sull'interiorità, i luoghi e... la solitudine. Però bene che le riflessioni sul meridione siano arrivate con naturalezza e senza troppo sforzo (3 su 3, anche se Cinti mi ha massacrato): ho voluto lasciarle emergere senza didascalismo né strumentalizzazioni, anche se qui su MC la decodifica non è mai scontata.
Sull'assenza di conflitto che senti, credo sia dovuta allo spazio che ho riservato all'ambientazione e alle suggestioni del protagonista, che oltretutto tende a pensare molto. Un personaggio con cui il conflitto dovrebbe esserci però c'è: anche se è morto ed è ormai solo un ricordo, una voce, è proprio lo zio, con cui il protagonista fa letteralmente a pugni, anche se in modo figurato, per farci pace solo alla fine. Mi spiace che questo dettaglio non sia arrivato, forse dovevo davvero calcare di più e metterci una bara, invece che il mistero del mare.

piccola contro-pignoleria, perché ti voglio bene anch'io: un inferno e un intero senza apostrofo <3

un caro saluto, alla prossima!
Francesco

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Emiliano Maramonte
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Re: Si può bere

Messaggio#9 » lunedì 28 febbraio 2022, 23:45

Proelium ha scritto:
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Francesco. Contento di ritrovarti per una lettura e per una valutazione!
Con questo racconto hai fatto un scelta narrativa ben precisa: hai fatto un viaggio in una ricca rievocazione di luoghi e memorie, piena di spunti sensoriali e immagini nitide e colorate. Ti sei preso tutto il tempo che ti serviva, immergendoti con passione nell'interiorità del personaggio, e si vede. Non c'è una grande tensione narrativa, ma sullo sfondo c'è tutta la frustrazione di un'intero popolo che soffre da decenni gli stessi problemi. Eppure la terra su cui vivono i siciliani davvero si potrebbe mangiare. Quella terra potrebbe essere un vero paradiso e invece, spesso, è un'inferno.
Un buon racconto, dunque, che affascina proprio per la prosa suadente, avvolgente ed evocativa, ma manca di qualcosina, manca di una contropartita, o meglio, di una contrapposizione, cioè di un secondo personaggio che faccia capire concretamente il tormento vissuto da ogni siciliano. A meno di non voler considerare in modo figurato l'ambiente circostante come un antagonista...
Sicuramente scritto con perizia. Prova godibile ma non pienamente soddisfacente.

Piccola pignoleria: "L’acciaio lurido dei binari luccica al sole." Se è lurido allora è sicuramente opaco, quindi non può luccicare. Bene che le atmosfere e la prosa ti siano arrivate a dovere, mi sono impegnato tanto per curare l'intensità emozionale!

In bocca al lupo!
Emiliano.


Caro Emiliano,
anche per me è sempre un gran piacere leggere i tuoi commenti, appunti inclusi!
Hai ragione, qui ho voluto spingere tanto sull'interiorità, i luoghi e... la solitudine. Però bene che le riflessioni sul meridione siano arrivate con naturalezza e senza troppo sforzo (3 su 3, anche se Cinti mi ha massacrato): ho voluto lasciarle emergere senza didascalismo né strumentalizzazioni, anche se qui su MC la decodifica non è mai scontata.
Sull'assenza di conflitto che senti, credo sia dovuta allo spazio che ho riservato all'ambientazione e alle suggestioni del protagonista, che oltretutto tende a pensare molto. Un personaggio con cui il conflitto dovrebbe esserci però c'è: anche se è morto ed è ormai solo un ricordo, una voce, è proprio lo zio, con cui il protagonista fa letteralmente a pugni, anche se in modo figurato, per farci pace solo alla fine. Mi spiace che questo dettaglio non sia arrivato, forse dovevo davvero calcare di più e metterci una bara, invece che il mistero del mare.

piccola contro-pignoleria, perché ti voglio bene anch'io: un inferno e un intero senza apostrofo <3

un caro saluto, alla prossima!
Francesco


Grazie per i chiarimenti.
Complimenti per la contro-pignoleria che palesa un ottimo occhio per l'editing. Pur avendo riletto più volte il commento, non mi ero accorto degli errori/orrori.
A presto!

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Pretorian
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Re: Si può bere

Messaggio#10 » martedì 1 marzo 2022, 0:59

Ciao Proelium e piacere di leggerti. Il problema principale con il tuo racconto... è che non è un racconto. Se isoli le azioni dal flusso di coscienza del protagonista, ti accorgerai che non riempiono il 25% della storia. Questo può andare bene in un romanzo, dove puoi alternare capitoli attivi ad altri riflessivi, ma in un racconto di 5k caratteri questo vuol dire semplicemente rinunciare ad avere una trama purchessia. Il fatto che lo stile sia anche lento e caricato di un'enfasi fin troppo potente e luoghi comuni ( finisce per inghiottire anche quel poco di storia che racconti, già di per sé resa vaga da luoghi comuni (tra tutti il "Chissà perché ci sono tornato. Chissà che cosa spero di trovare"). Peccato.

Alla prossima

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Davide_Mannucci
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Re: Si può bere

Messaggio#11 » martedì 1 marzo 2022, 11:04

Ciao Prof! Piacere di ritrovarti.
Una lettura piacevole la tua e piena di malinconia e poesia. Ottima l’introspezione e buono il flusso di coscienza. E direi che il finale risponde pienamente alle mie aspettative. Hai seminato in modo eccellente e il racconto è andato esattamente dove volevi portarlo: a bere il mare. A volte lo stile rallenta un po’ troppo ma ho trovato alcuni passaggi davvero ben scritti.
Una prova discreta che non so dove collocare vista la qualità alta di alcuni racconti ma il tuo mi è piaciuto davvero!
Alla prossima
Ultima modifica di Davide_Mannucci il martedì 1 marzo 2022, 17:38, modificato 1 volta in totale.
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kruaxi
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Re: Si può bere

Messaggio#12 » martedì 1 marzo 2022, 12:57

Non conosco il retroterra del gentile scrittore ma, leggendo questo racconto, faccio fatica a non vederci importanti tratti autobiografici. Così non fosse, la mia valutazione positiva andrebbe ulteriormente migliorata.
Pennellate potenti disegnano alla perfezione un ambiente che sembra di poter toccare, oltre che ammirare.
Il problema, secondo me, è che manca la 'storia'.
Vedo che altri l'hanno già fatto notare e, senza dubbio, meglio di quanto possa fare io.
C'é anche, ma questo potrebbe essere sia un bene che un male (dipenderebbe dall'eventuale proseguo del racconto), una certa immagine un po' stereotipata del meridione 'bello ed impotente': mentre leggevo mi risuonava in testa, inevitabile, 'Amara terra mia' di Modugno. In ogni caso: complimenti, mi sono goduto questa cartolina amara.

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Re: Si può bere

Messaggio#13 » martedì 1 marzo 2022, 17:17

Pretorian ha scritto:Ciao Proelium e piacere di leggerti. Il problema principale con il tuo racconto... è che non è un racconto. Se isoli le azioni dal flusso di coscienza del protagonista, ti accorgerai che non riempiono il 25% della storia. Questo può andare bene in un romanzo, dove puoi alternare capitoli attivi ad altri riflessivi, ma in un racconto di 5k caratteri questo vuol dire semplicemente rinunciare ad avere una trama purchessia. Il fatto che lo stile sia anche lento e caricato di un'enfasi fin troppo potente e luoghi comuni ( finisce per inghiottire anche quel poco di storia che racconti, già di per sé resa vaga da luoghi comuni (tra tutti il "Chissà perché ci sono tornato. Chissà che cosa spero di trovare"). Peccato.

Alla prossima


Ciao Agostino,
dipende da cosa si intende per racconto, e per il taglio che si decide di dare allo stesso. Sull'assenza di una vera e propria storia da raccontare, è stata una scelta voluta (l'ho ritenuta coerente all'argomento) e credo di essere stato anche abbastanza chiaro nel testo:

Tra i deserti delle sue strade assolate, la storia non esiste. Qui non è mai arrivata.


Grazie per il tuo riscontro, comunque. Da quando scrivo su MC (2019?) non ho memoria di un tuo apprezzamento a un mio testo, ormai non me la prendo neanche più. Se uno non si prende, non si prende. Si può solo, alla peggio, sperare di non incappare l'uno nell'altro mentre cerchiamo di migliorarci a vicenda.

Alla prossima
Francesco

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Re: Si può bere

Messaggio#14 » martedì 1 marzo 2022, 17:40

Davide_Mannucci ha scritto:Ciao Prof! Piacere di ritrovarti.
Una lettura piacevole la tua e piena di malinconia e poesia. Ottima l’introspezione e b sono il flusso di coscienza. E direi che il finale risponde pienamente alle mie aspettative. Hai seminato in modo eccellente e il racconto è andato esattamente dove volevi portarlo: a bere il mare. A volte lo stile rallenta un po’ troppo ma ho trovato alcuni passaggi davvero ben scritti.
Una prova discreta che non so dove collocare vista la qualità alta di alcuni racconti ma il tuo mi è piaciuto davvero!
Alla prossima


Ciao Davide!
Grazie per il commento e l'apprezzamento, mi fa davvero piacere. MC è un osservatorio curioso: uno stesso testo può arrivare con intensità a certi lettori e non arrivare affatto ad altri... inutile arrabbiarsi, meglio invece prendere atto che non si può piacere a tutti, gioire per quel lettore che apprezza e rimboccarsi le maniche per migliorare. Nonostante la lentezza di certi passaggi (voluta eh, ma pur sempre lentezza), sono felice di aver acceso la fiamme al pompiere Mannucci! :)

Alla prossima
Francesco

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Re: Si può bere

Messaggio#15 » martedì 1 marzo 2022, 17:55

kruaxi ha scritto:Non conosco il retroterra del gentile scrittore ma, leggendo questo racconto, faccio fatica a non vederci importanti tratti autobiografici. Così non fosse, la mia valutazione positiva andrebbe ulteriormente migliorata.
Pennellate potenti disegnano alla perfezione un ambiente che sembra di poter toccare, oltre che ammirare.
Il problema, secondo me, è che manca la 'storia'.
Vedo che altri l'hanno già fatto notare e, senza dubbio, meglio di quanto possa fare io.
C'é anche, ma questo potrebbe essere sia un bene che un male (dipenderebbe dall'eventuale proseguo del racconto), una certa immagine un po' stereotipata del meridione 'bello ed impotente': mentre leggevo mi risuonava in testa, inevitabile, 'Amara terra mia' di Modugno. In ogni caso: complimenti, mi sono goduto questa cartolina amara.


Ciao Stefano,
gentile tu a essere passato e aver lasciato un commento che mi sarà senz'altro utile. Qualche impronta autobiografica c'è, mentirei se dicessi il contrario (fai il 30%), il resto è licenza poetica. Sono felice del riscontro sulla concretezza delle descrizioni, è un dettaglio a cui tenevo molto! Sul plot non pervenuto, è stata una mia scelta (anche dichiarata nel testo): una scelta voluta, ma probabilmente subottimale per il format dell'Arena. In futuro ne terrò conto.

Ciao e in bocca al lupo!
Francesco

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Re: Si può bere

Messaggio#16 » martedì 1 marzo 2022, 18:38

Grazie a te!

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Signor_Darcy
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Re: Si può bere

Messaggio#17 » mercoledì 2 marzo 2022, 12:04

Ciao Francesco.
Leviamoci subito il dente che duole: il racconto pecca proprio nel suo essere un racconto (errore che ho fatto io stesso più volte, peraltro), non ha una reale trama se non quella del ritorno momentaneo; né una tensione narrativa, dato che gli eventi di questo particolare mondo crudele sembrano ormai relegati al passato e hanno visto purtroppo avere la meglio chi non si vorrebbe veder vincere.
Detto questo, il tuo scritto – che declina bene il tema dell’edizione – mi è piaciuto, anche per una mia vicinanza ad alcuni dei temi trattati (il paese, l’infanzia, il rapporto con gli anziani della famiglia, la cocciutaggine, sia pure in tutt’altra zona d’Italia). Ho trovato un po’ retorico il finale, non tanto per il passaggio al mare dopo tanta polvere e terra, quanto per l’anafora, figura con cui anch’io ero solito chiudere certi scritti che, riletti ora, non mi dicono più granché. Buona prova, comunque, si gioca il podio della mia classifica (posto che devo leggere ancora due racconti).

Giulio_Marchese
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Re: Si può bere

Messaggio#18 » mercoledì 2 marzo 2022, 22:29

Ciao Francesco,
Per me è difficile commentare questo pezzo, da siciliano ho sentito particolarmente mio il discorso che fai, ma questo è un contest di racconti e, a mio modestissimo avviso, il tuo non lo è. Mi ricorda di più una poesia in prosa, anche per la scelta del linguaggio. A tratti però, non volermene, ho avuto la sensazione del "comizio" e in altri momenti del post di Facebook.
So che può apparire come una dura critica ma è la sensazione che ho provato durante la lettura e te la riferisco sperando sia comunque un feedback utile
A rileggerci!

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Stefano.Moretto
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Re: Si può bere

Messaggio#19 » giovedì 3 marzo 2022, 14:47

Ciao Francesco.
Sono un po' combattuto su quanto ti è già stato detto in altri commenti riguardo il "racconto non racconto". È vero che non c'è un inizio–svolgimento–fine all'interno della tua storia, ma c'è comunque del "movimento", e lo metto tra virgolette perché lo intendo in senso metaforico, non fisico di personaggi che si spostano. Non è una descrizione statica, non è l'incisione su una lapide, è la riflessione di una persona che passeggia tra le case del suo paese natio e riflette sui mali che lo hanno afflitto.
È vero, comunque, che il risultato finale sia molto statico, ma più che a una mancanza di azione io lo imputo a una mancanza di sfida: il racconto si basa fondamentalmente sul protagonista che si lamenta del fatto che il mondo è crudele, ma lui ha già rinunciato a combattere anni prima e ora sta solo facendo il punto di dove l'ha portato questa sua decisione. Non sta valutando il da farsi, non sta pensando di rimettersi in gioco, si sta solo lamentando, il che mi ha portato verso tre quarti del racconto a provare un pochino di insofferenza nei suoi confronti. Non dico che lui da solo avrebbe dovuto risollevare le sorti dell'umanità, ma se avesse fatto il punto della situazione di una bruciante sconfitta dopo essersi messo in gioco sarebbe risultato più partecipativo. Oppure se in quel momento avesse avuto l'illuminazione per provare a migliorare le cose. Così è un po' come se uno tornasse al suo paese 50 anni dopo un terremoto e si lamentasse che sono ancora tutte macerie dopo che lui ha passato 50 anni a fare la bella vita nella capitale. Ovvio, non è colpa sua il terremoto, lui non poteva certo impedirlo o attenuarne i danni, ma poi hai fatto qualcosa? Si è almeno interessato alla questione? Ha provato ad aiutare in qualche modo? Se la risposta è no, le lamentele sono antipatiche. E purtroppo qui la situazione è molto simile, e credo (imho) che sia questo che hanno percepito i nostri colleghi intendendolo come "racconto non racconto".

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Re: Si può bere

Messaggio#20 » giovedì 3 marzo 2022, 16:36

Ciao Francesco.
Devo dirti che il racconto l'ho trovato un po' pesante. L'idea nn mi fa impazzire, mi sa di già visto. Non mi dispiace il continuo pensiero del protagonista come tipo di narrazione, ma non mi piace quello di questo protagonista. Come in un altro racconto già commentato, trovo l'idea molto semplice e prevedibile. Ovviamente saranno gusto personali, ma ho faticato ad arrivare in fondo.
A differenza di altri non ho nulla da dire sulla scelta della metafora finale, la trovo abbastanza azzeccata, ma troppo semplice insieme al contesto.
Nel complesso un buon racconto sotto il punto di vista strutturale ma troppo semplice per argomento.
Buona gara!
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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Re: Si può bere

Messaggio#21 » domenica 6 marzo 2022, 11:50

Grazie a tutti per i vostri commenti. Ho preso appunti di tutte le vostre osservazioni. Premesso che la scena doveva essere statica, con una storia già esaurita, proverò a usarle per migliorare il plot e il dinamismo di scene/personaggi, o quantomeno mi ricorderò che in questa sede occorrono più sequenze concitate e meno di riflessione. Ringrazio comunque Darcy per l'apprezzamento e Stefano per l'accurato feedback sull'arco di trasformazione. Anche sul feedback dalla Sicilia, non posso che scusarmi con il lettore di cui forse ho urtato la sensibilità, l'ultima cosa che volevo era risultare pedante.

Buona gara a tutti

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Re: Si può bere

Messaggio#22 » domenica 6 marzo 2022, 18:28

Ordunque, questo è un testo difficile da valutare perché funziona e non funziona. Funziona perché è scritto benissimo e si percepisce chiaramente l'amore e attenzione che ci hai infuso. Non funziona perché proprio a causa dell'amore e attenzione che gli hai dimostrato hai perso di vista certe logiche importanti del racconto e allora ecco che hai tardato troppo ad andare ad affrontare le ferite della terra dedicando una buona metà a un'introduzione che potevi comunque inserire, ma dopo avere già affrontato le problematiche base e lo zio, in questo, poteva essere ancora più funzionale perché nel raccontarcene la storia in modo più preciso potevi ottenere il risultato di avvinghiare il lettore senza perdere per strada la tua bellissima prosa. Tema presente, per me siamo su un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante, ma in classifica finisci dietro al parivalutato racconto di Borchi che, appunto, è più racconto.

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Re: Si può bere

Messaggio#23 » martedì 8 marzo 2022, 17:08

Grazie Antico, sia per le osservazioni strutturali che per l'apprezzamento alla mia prosa... anche se in modo diverso, entrambe le cose mi fanno bene <3

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