Massimi Sistemi

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 21 febbraio 2022 con un tema del Campione in carica dell'Arena: Maurizio Ferrero!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
Dario17
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Massimi Sistemi

Messaggio#1 » martedì 22 febbraio 2022, 0:54

Virginia entrò in aula.
La luce mattutina di Firenze entrava dalle finestre e rimbalzava sui banchi delle compagne di classe.
Soltanto la metà di loro alzò lo sguardo dai loro cellulari. Due la salutarono con la mano.
Lo stomaco le si distese un pochino.
Oggi sembrano tranquille.
Raggiunto il suo posto, posò la cartella e si sedette. Infilò le dita smaltate di fresco sotto il banco.
La prima ora non era ancora suonata, faceva in tempo a…
«Attente a ‘i capo, ragazze!» La voce di Olimpia squillò nell’aula «Il mondo ha accelerato di botto!»
Il resto della classe scivolò dalle sedie dov’erano sedute e mimarono cadute rovinose sul pavimento a chiazze bianche e nere.
«Ohi ohi!» fece Tullia, torcendosi un polso e ridendo come una pazza.
La punta delle guance di Virginia si fecero calde come braci.
Sfilò la mano dalla cartella e la sbatté sul banco.
«Non siete per niente divertenti!» strillò.
«Buone ragazze, chetatevi un poco!» la prof. Cappelli entrò in aula col portatile sottobraccio.
Virginia esibì la mano destra col dito medio sparato all'insù.
Olimpia si picchiettò l’indice sulla tempia e la guardò in cagnesco.
«Quando avete finito di fare le bambine dell’asilo, comincerò la lezione…» sbuffò la professoressa.

*

Virginia raggiunse Livia fuori dai cancelli, proprio sotto la targa smangiucchiata dal tempo “Scuola privata femminile San Matteo in Arcetri”.
Con la cuffia calzata sulla chioma nera e la sciarpa sotto il naso a malapena era quasi irriconoscibile. Virginia non la biasimò. Anzi, si pentì di non essere uscita dal convitto con la sciarpa pure lei. Sarebbe stata utile.
«’ao.» miagolò sua sorella, il naso puntato sullo smartphone.
«Uomini di galilea, perché restate a guardare il cielo?» esclamò una voce baritona dalle casse del cellulare.
«Smettila di guardare quel video.» Virginia riconobbe frate Tommaso Caccini, sul pulpito di una Santa Maria Novella piena di persone, agitare le braccia contro la folla.
Il titolo, in un angolino dello schermo, diceva “Domenicano sbugiarda la teoria eliocentrica”
Le due percorsero un bel tratto di via dei Villani, il cielo invernale sgombro da nuvole inondava i ciottoli e i muri delle case ai bordi della strada.
Livia cacciò lo smartphone nella tasca del giubbotto.
«Cosimo non mi porta più alla festa a Villa Medicea, stasera.» sospirò Livia.
«Eh? Dopo che ti ha praticamente implorato di andarci con lui per un mese?»
«Ha fatto il vago, ma ho capito che non vuole farsi vedere con me per non essere preso in giro. Non vuole uscire con una che ha il babbo con le cheche…»
Il tono della sorella le fece venire un groppo in gola.
Lei non aveva un ragazzo, ma un’intera classe che la sfotteva da quando suo padre aveva pubblicato online il suo lavoro.
Virginia riesumò dagli scaffali della memoria la prima infornata di commenti che lesse subito dopo:
“Molla ì fiasco e torna a studiare, Galilei…”
“Il quarto d’ora del bischero.”
“Apri le finestre, così lo vedi pure tu il sole che si muove…”
La mamma faceva orecchie da mercante, ma aveva capito che loro padre stava passando un momentaccio tra le mura dell’Università.
Via di Bellosguardo si spalancò e le mura del dormitorio le accolsero.
Soltanto un paio di inservienti stavano pulendo le scale in marmo bianco: erano salve fino alla lcamera.
«Virgi…» Livia si era fermata tre passi indietro, la sciarpa viola penzolante «secondo te babbo ha ragione?»
Lei esitò un attimo. Inspirò.
«So solo che quando era il sole a girare attorno al mondo» sferrò un calcio al terreno, la punta della scarpa scavò una piccola ferita nella ghiaia «la scuola non era un incubo.»

*

Bussarono alla porta.
Virginia scattò e si mise seduta sul letto.
Livia, dall’altra parte della stanza, chiuse il libro su cui stava studiando.
Che fanno, ora vengono a pigliarci pe ì culo anche a domicilio?
Quando vide sua sorella afferrare il libro e prepararsi a lanciarlo, abbassò la maniglia.
Olimpia che prendeva un volume di matematica in fronte poteva migliorarle la giornata.
Alfonso il custode entrò con in braccio uno scatolone.
«Signorine Galilei, è arrivato questo da Villa dell’Ombrellino. Vostro padre ve lo manda, credo.»
Si fece un segno della croce appena finito di scandire la frase, girò i tacchi e se ne andò senza chiudere la porta.
Livia posò il libro e si avvicinò.
Virginia aprì lo scatolone e ne estrasse il contenuto.
Un tubo lungo e avvitato in un fulcro, il tutto sostenuto da tre sottili gambe.
Livia prese a muoverlo per la sua corsa, girandolo e inclinandolo.
I loro cellulari squillarono.
Virginia lo tirò fuori dalla tasca della gonna e lesse il messaggio.
“Figlie, l'opinione mia è che nissuna cosa sia contro natura, salvo l'impossibile, il quale, poi, non è mai. Non si può insegnare niente; si può solo far sì che uno le cose le trovi in se stesso. Usatelo con cura.”
Virgi alzò la testa.
Sua sorella aveva appena finito di leggere lo stesso messaggio sul suo smartphone e la guardava. Sorrisero.
Livia corse alla finestra e la spalancò.
Il miglior cielo stellato di sempre.
«Oh beh, tanto alla festa non ci vado più.» esclamò livia.



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antico
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#2 » martedì 22 febbraio 2022, 0:56

Ciao Dario! Caratteri e tempo ok, buona MAURIZIO FERRERO EDITION anche a te!

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MatteoMantoani
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#3 » mercoledì 23 febbraio 2022, 13:05

Prime Impressioni: Ciao Dario, piacere di rileggerti. Però, questa sì che è un'idea originale e divertente.

Aderenza al Tema: Sinceramente mi sembra un po' tirato. C'è un po' di bullismo a causa dell'attenzione mediatica sul padre delle ragazze... però, non so, mi pare un po' poco. Questo peserà sul posizionamento finale.

Punti di Miglioramento: Diciamo che ci sono un paio di refusetti qua e là che mi hanno un momentino frenato. Anche la gestione delle informazioni è un pochino migliorabile, perché per capire di cosa parla questo racconto ho dovuto rileggerlo due volte. Non ho sul momento compreso i riferimenti a Galileo... sinceramente all'inizio pensavo che il padre delle ragazze fosse una specie di terrapiattista. Anche la parlata un po' dialettale mi ha bloccato in alcuni punti, specie l'espressione "con le cheche", per cui nemmeno google mi ha aiutato.

Punti di Forza: Molto interessante trasporre la storia di Galileo ai giorni nostri, in una specie di realtà alternativa in cui l'uomo usa gli smartphone ma non ha ancora sviluppato il sistema eliocentrico. Non voglio adesso essere troppo pedante, ma senza la relatività generale (inarrivabile senza certe conoscenze di base di astronomia) non avremmo il GPS, e quindi nemmeno gli smartphone.. però vabbè, facciamo finta.. capisco che il racconto non ha la pretesa di essere coerente, da quel punto di vista..

Conclusioni: Per me niente male, sarebbe interessante esplorare un mondo in cui il livello tecnologico è quello attuale pur senza la nostra conoscenza dell'astronomia. Da migliorare forse la gestione delle informazioni, di modo che al lettore arrivi l'idea di fondo già alla prima lettura, e naturalmente eliminare i refusi. Di questo racconto quindi apprezzo l'originalità, chiudendo un occhio sulle cose migliorabili.

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Alvin Miller
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#4 » venerdì 25 febbraio 2022, 15:19

Ciao Dario!
Il mio commento suonerà un po' come una ripetizione di quanto ti è già stato detto, perché mi trovo d'accordo sui punti messi in evidenza: idea davvero brillante, che tuttavia richiede non poca sospensione dell'incredulità per essere accettata.
D'altra parte, è necessario conoscere un po' Gallileo e gli aneddoti che lo riguardano per cogliere i riferimenti che tu hai usato.

Trovo che lo stile sia molto buono, ma non è bastato a evitare quanto ti è stato detto. Qualche dettaglio più esplicativo, piazzata entro il primo paragrafo, avrebbe reso il tutto più godibile.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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david.callaghan
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#5 » domenica 27 febbraio 2022, 19:02

Ciao e bentrovato.
Da un lato è stata una piacevole sorpresa leggere di posti dove sono nato e cresciuto (ho vissuto la mia infanzia dal lato del
versante "povero" di Arcetri e passavo spesso davanti alla villa dove visse Galileo) dall'altro devo dire che non c'ho capito una beata
$eg@.
Il tema del contest non ce l'ho trovato e non ho davvero capito come si possa coniugare un mondo con una visione geocentrica con la tecnologia moderna. Devo dire che mi sono veramente perso per la strada.
Per il tema dello stile invece mi è piaciuto molto come scrivi, ma a questo punto mi rimane un po' in secondo piano.
Comunque sono curioso di leggerti di nuovo. Un saluto.

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Andrea Lauro
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#6 » lunedì 28 febbraio 2022, 7:34

Ciao Dario, complimenti per l’idea.
Ci è voluto un attimo per capire l’impianto della storia, inizialmente non riuscivo a staccarmi dall’assunto che il tutto fosse già successo e quindi mi chiedevo quale fosse la NUOVA teoria. Poi tutto si è chiarito, e mi sono goduto la storia davvero rivoluzionaria.
Penso che il punto di forza sia che hai messo in scena non la rivoluzione in sé, ma come il tutto viene vissuto dalle due sorelle, che hanno già i loro problemi senza che qualcuno metta loro il carico da novanta. Insomma, un bel what if senza lasciare che il what if prevalga. L’hai giocata bene.

Per lo stile ormai vai che è un piacere, bravo.
andrea

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Debora D
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#7 » mercoledì 2 marzo 2022, 22:38

Ciao Dario,
la tua è una grande idea della quale non son degna perché alla prima non ci avevo capito niente. Ho preso tutto al contrario e ho pensato che il tuo Galileo odierno fosse diventato negazionista… vabbè. Devo smettere di leggere i racconti all’alba del mercoledì.
Resettata la prima lettura mi sono concentrata sulla seconda.
Ho seguito bene la sequenza iniziale, la scena delle compagne che si buttano per terra è simpatica.
Ho apprezzato il gioco dell’assurdo, i nomi datati e il dono del telescopio.

Certo, tutto è molto strano perché la stessa presenza degli smartphone ci dice di una società con satelliti in orbita. Come non si sono accorti di girare? Ma si può ignorare la cosa in nome della provocazione.
Che ne sarebbe stato di Galileo oggi? O di qualsiasi grande innovatore? Come sono stati perseguitati allora lo sarebbero pure oggi perché il mondo è crudele. L’adesione al tema l’ho vista così.

Una nota sui nomi. Nella prima sequenza un nome di una che la prende in giro è Tullia, alla fine c’è Olimpia. Poteva essere un buon gancio ripetere lo stesso nome così almeno anche il lettore ce l’avrebbe avuta con Tullia.
Lo stile ha un andamento corposo con frasi lunghe e un poco attorcigliate
Virginia riesumò dagli scaffali della memoria la prima infornata di commenti che lesse subito dopo
ma anche immagini efficaci che ho gradito come
 la punta della scarpa scavò una piccola ferita nella ghiaia 

il testo presenta qualche ripetizione soprattutto tra aggettivi personali, ma siamo su MC, in pratica ogni racconto è una prima stesura, perciò ho deciso di imparare a ignorarle, le lascio pure io e le odio ma sono cose che sparirebbero con una lettura il giorno dopo.

In conclusione grande spunto, realizzazione che sviluppa solo in parte il suo potenziale.
Buona edizione

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Pietro D'Addabbo
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#8 » giovedì 3 marzo 2022, 10:54

Ciao Dario, piacere di leggerti.

Molto bella l'idea di ipotizzare un Galileo moderno che prova a far valere le verità scientifiche sopra l'ottusità della dottrina, ancora più bella l'idea di mostrarci il dramma adolescenziale delle due figlie condizionate da un padre così fuori dagli schemi. Indubbiamente un racconto che mi fa risuonare qualcosa.
Trovo che l'obiezione sulla coesistenza di cellulare e teoria geocentrica sia infondata, anche noi abbiamo i cellulari eppure ci sono frange di Terrapiattisti, Pastafariani, ecc... Si tratta solo di portare queste teorie a cultura dominante grazie all'indottrinamento per avere una perfetta distopia in grado di far molto riflettere.
Come unico difetto, trovo che la crudeltà del mondo traspare poco. Mi aspettavo che infilassi nel racconto l'episodio del processo a Galileo per trasformare la famiglia da quella di uno scienziato a quella di un galeotto.
In ogni caso una narrazione convincente, specialmente dalla seconda parte in poi.

Alla prossima
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Pietro D'Addabbo
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#9 » giovedì 3 marzo 2022, 11:04

PS: va bene il regionalismo, ma il termine 'cheche' mi ha perplesso molto, incerto fra il refuso grammatico e un termine a me sconosciuto. Anche il fatto che la ragazza metta le mani con le unghie smaltate sotto il banco mi ha bloccato un po', perché sembra mettercele senza motivo e restare così, come con le mani in forno.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

Dario17
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#10 » giovedì 3 marzo 2022, 12:51

Adoro quando i commenti seguono tutti la stessa scia, così con un post solo rispondo adeguatamente a tutti!
C'è crisi energetica, risparmiamo!

Mentre buttavo giù le prime righe sapevo già che avrei disonorato l'equazione
"Teoria copernicana = Geolocalizzazione = Smartphone".
In MC il lettore medio è attento e scafato, non poteva passare inosservata una cosa del genere.
Ho pensato: fregacapperi, spero che a chi tocchi l'ingrato compito abbia settato a MAX la manopola della sospensione dell'incredulità.
Volevo un worldbuilding alternativo anche se incoerente.

Per il tema mi duole, ahimè.
Non sono stato abbastanza "ganzo" da inserirlo tra le linee.
Avete tutti interpretato in maniera diversa (e alcuni hanno fatto delle belle letture che mi sono piaciute!)
Il mondo (inteso come pianeta fisico) è crudele per Virginia e Livia perchè, "dopo le scoperte di loro padre", si è messo a girare attorno al Sole e non è più fermo immobile come prima, causando loro le grane che avete letto.
Gli adolescenti non di rado amano puntare il dito contro il mondo quando gira loro male (battutona!), per le protagoniste volevo che fosse lo stesso.
Grazie per i commenti.

Andrea Lauro ha scritto: Poi tutto si è chiarito, e mi sono goduto la storia davvero rivoluzionaria.


Se la battuta era voluta, applausi a scena aperta! :)

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Andrea76
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#11 » giovedì 3 marzo 2022, 13:15

Ciao Dario, una grande idea che era difficile da gestire in 5000 caratteri. Devo dire che ci ho capito poco a una prima lettura, poi mi sono affidato ai commenti degli altri e alla fine, in fase di seconda lettura, ho compreso meglio e posso dire di aver apprezzato il racconto. Mi è piaciuta l’ambientazione dissonante (siamo in un mondo tecnologico ma nello stesso tempo dalle atmosfere pre-rinascimentali). E sono d’accordo con chi ti ha scritto che la coesistenza tra cellulari e convinzioni geocentriche non costituisce il punto debole del racconto bensì è il suo punto di forza che induce a una riflessione sul mondo di oggi, dove la tecnologia fa passi da giganti mentre la razza umana (tra teorie complottiste, analfabetismo funzionale e distanziamento sociale) va nella direzione opposta.

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Leonardo Pigneri
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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#12 » giovedì 3 marzo 2022, 14:04

Virginia entrò in aula.
La luce mattutina di Firenze entrava [ripetizione con "entrò"] dalle finestre e rimbalzava [Non mi fa impazzire il verbo.] sui banchi delle compagne di classe.
Soltanto la metà di loro alzò lo sguardo dai loro [Superfluo questo loro, toglilo e eviti anche la ripetizione] cellulari. Due la salutarono con la mano.
Lo stomaco le si distese un pochino.
Oggi sembrano tranquille. [Pensiero carino che rende subito interessante il racconto. Ora sono curioso di sapere a cosa si possa riferire]
Raggiunto il suo posto, posò la cartella e si sedette. Infilò le dita smaltate di fresco sotto il banco.
La prima ora non era ancora suonata, faceva in tempo a…
«Attente a ‘i capo, ragazze!» La voce di Olimpia squillò nell’aula «Il mondo ha accelerato di botto!»
Il resto della classe scivolò dalle sedie dov’erano sedute e mimarono cadute rovinose sul pavimento a chiazze bianche e nere.
«Ohi ohi!» fece Tullia, torcendosi un polso e ridendo come una pazza.
La punta delle guance di Virginia si fecero calde come braci.
Sfilò la mano dalla cartella e la sbatté sul banco.
«Non siete per niente divertenti!» strillò.
«Buone ragazze, chetatevi un poco!» la prof. Cappelli entrò in aula col portatile sottobraccio.
Virginia esibì la mano destra col dito medio sparato all'insù.
Olimpia si picchiettò l’indice sulla tempia e la guardò in cagnesco. [Qui si avverte la pesantezza di tre frasi molto simili l'una attaccata all'altra]
«Quando avete finito di fare le bambine dell’asilo, comincerò la lezione…» sbuffò la professoressa.

*

Virginia raggiunse Livia fuori dai cancelli, proprio sotto la targa smangiucchiata dal tempo “Scuola privata femminile San Matteo in Arcetri”.
Con la cuffia calzata sulla chioma nera e la sciarpa sotto il naso a malapena era quasi irriconoscibile. [Qui penso ci sia un refuso.]Virginia non la biasimò. Anzi, si pentì di non essere uscita dal convitto con la sciarpa pure lei. Sarebbe stata utile.
«’ao.» miagolò sua sorella, il naso puntato sullo smartphone.
«Uomini di galilea, perché restate a guardare il cielo?» esclamò una voce baritona dalle casse del cellulare.
«Smettila di guardare quel video.» Virginia riconobbe frate Tommaso Caccini, sul pulpito di una Santa Maria Novella piena di persone, agitare le braccia contro la folla.
Il titolo, in un angolino dello schermo, diceva “Domenicano sbugiarda la teoria eliocentrica”
Le due percorsero un bel tratto di via dei Villani, il cielo invernale sgombro da nuvole inondava i ciottoli e i muri delle case ai bordi della strada.
Livia cacciò lo smartphone nella tasca del giubbotto.
«Cosimo non mi porta più alla festa a Villa Medicea, stasera.» sospirò Livia.
«Eh? Dopo che ti ha praticamente implorato di andarci con lui per un mese?»
«Ha fatto il vago, ma ho capito che non vuole farsi vedere con me per non essere preso in giro. Non vuole uscire con una che ha il babbo con le cheche…»
Il tono della sorella le fece venire un groppo in gola.
Lei non aveva un ragazzo, ma un’intera classe che la sfotteva da quando suo padre aveva pubblicato online il suo lavoro.
Virginia riesumò dagli scaffali della memoria la prima infornata di commenti che lesse subito dopo:
“Molla ì fiasco e torna a studiare, Galilei…”
“Il quarto d’ora del bischero.”
“Apri le finestre, così lo vedi pure tu il sole che si muove…”
La mamma faceva orecchie da mercante, ma aveva capito che loro padre stava passando un momentaccio tra le mura dell’Università.
Via di Bellosguardo si spalancò e le mura del dormitorio le accolsero.
Soltanto un paio di inservienti stavano pulendo le scale in marmo bianco: erano salve fino alla lcamera.
«Virgi…» Livia si era fermata tre passi indietro, la sciarpa viola penzolante «secondo te babbo ha ragione?»
Lei esitò un attimo. Inspirò.
«So solo che quando era il sole a girare attorno al mondo» sferrò un calcio al terreno, la punta della scarpa scavò una piccola ferita nella ghiaia «la scuola non era un incubo.» [Mi piace]

*

Bussarono alla porta.
Virginia scattò e si mise seduta sul letto.
Livia, dall’altra parte della stanza, chiuse il libro su cui stava studiando.
Che fanno, ora vengono a pigliarci pe ì culo anche a domicilio?
Quando vide sua sorella afferrare il libro e prepararsi a lanciarlo, abbassò la maniglia. [Formulazione della frase poco ottimale, ritarda davvero di tanto la comprensione e, soprattutto, ci butta fuori dal PDV]
Olimpia che prendeva un volume di matematica in fronte poteva migliorarle la giornata. [Questa mi ha fatto ridere xD]
Alfonso il custode entrò con in braccio uno scatolone.
«Signorine Galilei, è arrivato questo da Villa dell’Ombrellino. Vostro padre ve lo manda, credo.»
Si fece un segno della croce appena finito di scandire la frase, [Rovesciala: "Appena ebbe finito di dire la frase, si fece il segno della croce." anche se io eliminerei proprio la prima parte. Quindi: "Si fece il segno della croce e se ne andò senza chiudere la porta." E' più semplice e immediata.]girò i tacchi e se ne andò senza chiudere la porta.
Livia posò il libro e si avvicinò.
Virginia aprì lo scatolone e ne estrasse il contenuto.
Un tubo lungo e avvitato in un fulcro, il tutto sostenuto da tre sottili gambe.
Livia prese a muoverlo per la sua corsa, [Non capisco questa frase] girandolo e inclinandolo.
I loro cellulari squillarono.
Virginia lo tirò fuori dalla tasca della gonna e lesse il messaggio.
“Figlie, l'opinione mia è che nissuna cosa sia contro natura, salvo l'impossibile, il quale, poi, non è mai. Non si può insegnare niente; si può solo far sì che uno le cose le trovi in se stesso. Usatelo con cura.”
Virgi [Non userei diminutivi per indicare la protagonista in terza persona] alzò la testa.
Sua sorella aveva appena finito di leggere lo stesso messaggio sul suo smartphone e la guardava. Sorrisero.
Livia corse alla finestra e la spalancò.
Il miglior cielo stellato di sempre.
«Oh beh, tanto alla festa non ci vado più.» esclamò livia. [Mi ha lasciato leggermente interdetto questo finale, perché dalla descrizione del telescopio sembrava che le due non sapessero affatto cosa fosse ma, da quest'ultimo passaggio, mi vien da pensare il contrario]

Commento:
Allora, il racconto mi è piaciuto, ma il finale non mi ha convinto un granché. Per tutto il corso della storia pensavo volessi arrivare a una conclusione ben precisa che motivasse l'inserimento di Galileo in un contesto attuale rivisitato. Invece si rivela essere tutto un grande "what if" senza una vera base logica che faccia filare il setting. Poco male, il testo è godibile e originale e, come al solito, ho apprezzato il tuo stile di scrittura.
Alla prossima!

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Re: Massimi Sistemi

Messaggio#13 » domenica 6 marzo 2022, 12:00

Un'idea davvero brillante che sarebbe bello vedere sviluppata. Credo che il problema riguardante il tema (che ti è rimasto nelle intenzioni, come hai bene sottolineato) vada a incidere un po' su tutto l'impianto del racconto perché le due sorelle sono meno centrali di quanto dovrebbero essere, vuoi per il lavoro del lettore nel cercare di settare il contesto e vuoi per una certa difficoltà tua nel centralizzarle riuscendo al contempo a trasmettere le informazioni giuste. Insomma: asticella difficoltà settata in alto e realizzazione che si pone più come un primo passo che come racconto a prova di bomba. Gli assegno un pollice tendente al positivo in modo brillante, ma non solido e lo piazzo dietro al parivalutato racconto della Fischer per una maggiore criticità generale dell'impianto.

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