Un tipo senza tempo

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 21 febbraio 2022 con un tema del Campione in carica dell'Arena: Maurizio Ferrero!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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Stefano.Moretto
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Un tipo senza tempo

Messaggio#1 » martedì 22 febbraio 2022, 0:55

Stringo gli spallacci dello zaino che mi stanno tranciando le spalle. Sapevo che non dovevo caricarlo così tanto, accidenti a me, sono a poco più di metà strada per il rifugio alpino e ho già il fiatone. Almeno gli alberi mi fanno ombra e la brezza è piacevole.
Al prossimo tornante c'è una panchina, magari mi fermo cinque minuti per riprendere fiato. Eccola, appena dietro quegli alberi. Libera, per fortuna non siamo ancora in alta stagione o non troverei neanche un angolo per terra dove sedermi.
«Ehi.» Una voce alla mia sinistra mi fa sobbalzare. «Mi dai una mano?»
Un ragazzo sulla ventina se ne sta appoggiato a un albero, così immobile che non l'avevo neanche visto. Ha delle occhiaie profonde e il viso scavato, i capelli sudati sono appicciciati alla fronte. Spero non sia un tossico.
Mi avvicino di mezzo passo. «Tutto bene, amico?»
Lui fa un sorriso a mezza bocca. «Non proprio. Mi aiuti a raggiungere la panchina? Riesco appena a stare in piedi.»
E ti pareva. Vabbè, ci stiamo anche in due. Non ha uno zaino e indossa abiti leggeri, non sembra un escursionista, anzi, sembra appena scappato di casa. Ai piedi ha delle logore scarpe da ginnastica sporche di fango. Decisamente non dovrebbe essere a quest'altezza conciato così. Però non sembra pericoloso.
Mi avvicino. «Vieni, ti aiuto.» Lo sorreggo. «Mio dio, ma sei pelle e ossa.»
Ridacchia. «Grazie.»
Raggiungiamo la panchina, lui si siede e tira il fiato. Ha il respiro affannosso.
Non mi va di lasciarlo qui così. «Devo chiamare qualcuno?»
«Oh, se hai il numero di Gesù,» tossisce, «è l'unico che può aiutarmi ora.»
Mi tolgo lo zaino dalle spalle e mi siedo accanto a lui.
«Dai, non può andare così male.»
Sorride. «I miei polmoni sono andati, amico.» Tossisce ancora, più forte. «E vuoi ridere? Non mi sono mai fatto neanche una cicca in tutta la mia vita.»
Oh, io e la mia linguaccia. «Mi dispiace.»
Lui scrolla le spalle. «Scusami tu. Non volevo coinvolgere nessuno, ma stavo per morire a terra come un coglione.»
«Capisco.» Guardo davanti a noi, la foresta prosegue tra le valli, interrotta solo dalla città in lontananza. A destra, sulla vetta della montagna, splende il gigantesco ghiacciaio. «È un bel posto per morire, immagino.»
Lui ride ancora più forte finché la tosse non gli stronca la risata.
Inarco un sopracciglio. «Cosa c'è da ridere?»
Tossisce ancora e si ricompone. «Questa per te è una bella vista? Da quanto vieni qui?»
«Cinque anni? No,mi sono trasferito quattro anni fa.»
«Allora ti dico cosa vedo io. La vedi quella valle laggiù?» Indica un punto sotto al ghiacciaio. «Quand'ero piccolo il ghiacciaio arrivava fin lì, ora iniziano a crescerci le piante. E dall'altro lato» Il suo dito si sposta verso la città. «La foresta perde terreno per far spazio a fabbriche, case e parcheggi.» Tossisce ancora. «Quando mio padre mi portava qui, la vista era tutta un'altra cosa.»
Il ragazzo non avrà più di venticinque anni a occhio, questo posto è cambiato così tanto in così poco tempo? Però dev'esserci un motivo se ha scelto di venire qui.
«Allora sei qui per la nostalgia?»
Scuote la testa. «No, volevo solo vedere un'ultima volta quanto fa schifo il mondo.»
«Perché? Cioè, non capisco, di solito si cerca la pace negli ultimi momenti, no?»
Si ficca una mano in tasca in cerca di qualcosa. «I miei sono morti e non ho amici. Dove dovrei trovarla, in un polveroso letto d'ospedale?» Tossisce e tira fuori dalla tasca un pezzo di carta appallottolato. «Ne faccio a meno. Almeno qui posso ricordarmi che lo schifo è un po' ovunque e non sono l'unico a essere stato sfigato nella vita.»
Se davvero esistono le cinque fasi, credo che sia in pieno in quella depressiva. Non so se dire qualcosa per aiutarlo, rimanere in silenzio o andarmene. Non so neanche quanto tempo gli resta. Dio, non so neanche come si chiama.
Guardo il pezzo di carta che stringe in mano. «Cos'è quello?»
Abbassa lo sguardo e se lo rigira tra le mani. «Questo... volevo scrivere qualcosa che rimanesse, dopo la mia morte. È stupido, perché non so neanche chi potrebbe leggerlo. Se vuoi lo do a te, però non lo leggere finché non sono morto.»
Me lo porge e io lo accetto. «Certo, non ha senso leggere un... testamento, finché la persona è viva.»
«Non è neanche un testamento, è solo che mi vergogno.» Sorride. «Ti ringrazio. Pensavo che l'avrebbero buttato via appena trovato il mio corpo, invece so di averti traumatizzato abbastanza almeno da leggerlo.»
Lui ride e mi lascio scappare una risatina anch'io. «Sì, qualsiasi cosa tu ci abbia scritto lo appenderò in salotto quando torno a casa.»
Ride, ma un colpo di tosse gli stronca la risata. Si ricompone. «Grazie.»


Mi asciugo una lacrima e mi appoggio al muro del rifugio. Prendo il pezzo di carta dalla tasca e lo apro. Poche righe in una grafia traballante, ma leggibile.
"Dicono che nasciamo tutti con lo stesso tempo. È una stronzata. Dai sempre il massimo, perché la vita fa schifo e dopo si muore.
Con affetto,
un tipo senza tempo."
Sorrido. Sì, questo lo appendo il salotto.



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antico
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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#2 » martedì 22 febbraio 2022, 0:57

Ciao Stefano! Parametri ok anche per te, buona MAURIZIO FERRERO EDITION!

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MatteoMantoani
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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#3 » martedì 22 febbraio 2022, 18:59

Prime Impressioni: Ciao Stefano, è sempre un piacere rileggerti. La lettura del tuo racconto va giù senza problemi, il messaggio che lascia è chiaro, commovente... ma allora dove sta il problema?

Aderenza al Tema: Va bene

Punti di Miglioramento: L'unico difetto di questo racconto, a modestissimo parer mio, è che punta tutto sulla rivelazione di cosa contiene il messaggio finale del nostro moribondo, e poi questo messaggio è un po' un cliché. Sia chiaro, se questa fosse una storia vera allora il messaggio finale avrebbe il suo spessore, infatti parole del genere sono coerenti e commoventi se messe in bocca a un vero malato terminale.. ma, purtroppo, in un racconto è un messaggio abbastanza banale, che tutti più o meno conoscono, che non aggiunge nulla di nuovo ai classici latini che vanno da "carpe diem" al De Brevitate Vitae di Seneca.

Punti di Forza: Lato costruzione del racconto direi che va tutto bene. Il personaggio dell'uomo senza tempo è interessante, sopra le righe e incuriosisce parecchio. Anche la narrazione è fluida e senza fronzoli, ottimo stile come al solito.

Conclusioni: Sebbene questo sia un racconto che si legge volentieri, che lascia un messaggio chiaro, assolutamente condivisibile e sentito, purtroppo finisce nel calderone del "già visto". Il messaggio finale dell'uomo senza tempo invece di essere qualcosa di originale o di dissacrante (che ne so, un "Viva la Patacca") purtroppo rispecchia temi già noti, e così in poche righe rischia di fare la stessa figura di una poesiola alla stregua dei Baci Perugina. A parte questo, stile ottimo e scorrevole.

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Alvin Miller
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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#4 » giovedì 24 febbraio 2022, 19:57

Ciao Stefano!
Storia molto, molto particolare per la mia modesta esperienza su MC. Così particolare... da avermi stranito.
Non mi era chiaro se stessi leggendo un racconto realista o che avrebbe fatto una virata improvvisa nel fantastico.
Mi è parso molto strano questo ragazzo così mal ridotto che si presenta in abiti leggeri in montagna: solo perché moribondo, non vuol dire che sia insensibile al freddo.
Poi non mi è stato chiaro se, quando il PDV lo trova, lui sia appoggiato in piedi o disteso. La scena l'ho visualizzata con lui in piedi, ma poco sotto il ragazzo dichiara che stava per morire a terra.

Ho anche un'osservazione a livello stilistico. Ho notato che, soprattutto negli incipit, usi spesso pensieri e commenti del PDV per settare la scena. In questo caso particolare non ho potuto fare a meno di NOTARE la "scrittura immersiva" (cioè, invece di penetrare la scena, stavo notando la tecnica). Ti consigli perciò di farci caso la prossima volta e di essere più vario nella scelta dei beat.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.

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david.callaghan
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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#5 » domenica 27 febbraio 2022, 18:50

Ciao Stefano.
Il tuo racconto l'ho trovato perfettamente in tema, però purtroppo non è riuscito a suscitarmi nessuna empatia verso la storia del ragazzo malato. La storia mi è sembrata del tutto artefatta e sinceramente poco credibile, sopratutto per il messaggio finale, che pecca di mancanza di originalità e che credo ben pochi appenderebbero in salotto.
Sulla scrittura non ho niente da criticarti. A rileggerci nella prossima edizione.

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Andrea Lauro
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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#6 » lunedì 28 febbraio 2022, 17:54

Ciao Stefano, hai una scrittura molto pulita, davvero non ho nessun appunto da farti e riesci a rendere perfettamente comprensibile e chiaro il setting al lettore.

è un peccato che la storia parta bene e si perda sul finale: la tensione si smussa a poco a poco e va a morire proprio nel momento in cui l’incisività doveva farla da padrone. Ma insomma, in MC riuscire ad azzeccare tutte le parti del racconto è sempre un’impresa, non ne farei un dramma.

Indicativamente, direi che piazzerei il tuo testo sotto quello di Emiliano, che invece è partito non proprio allineato ma poi ha chiuso bene.

buona edition!
andrea

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Pietro D'Addabbo
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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#7 » giovedì 3 marzo 2022, 10:36

Ciao Stefano, piacere di leggerti.

Il tuo racconto mi ha dato una chiave di lettura della 'crudeltà del mondo' che mi ha sorpreso e che fa riflettere. Non ho trovato difetti nella tua prosa, a parte un dettaglio importante. L'assonanza nel titolo non mi aveva disturbato, ma leggerla in chiusura, quando la lettura del messaggio doveva essere l'apice dell'empatia, ha smorzato l'effetto che eri riuscito ad ottenere. Se dovessi considerare una revisione, ti consiglio di lasciare il titolo inalterato e di ipotizzare una firma diversa per la lettera.
Per il resto solo complimenti.

Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Leonardo Pigneri
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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#8 » giovedì 3 marzo 2022, 12:57

Stringo gli spallacci dello zaino che mi stanno tranciando le spalle. Sapevo che non dovevo caricarlo così tanto, accidenti a me, sono a poco più di metà strada per il rifugio alpino e ho già il fiatone. Almeno gli alberi mi fanno ombra e la brezza è piacevole.
Al prossimo tornante c'è una panchina, magari mi fermo cinque minuti per riprendere fiato. Eccola, appena dietro quegli alberi. Libera, per fortuna non siamo ancora in alta stagione o non troverei neanche un angolo per terra dove sedermi.
«Ehi.» Una voce alla mia sinistra mi fa sobbalzare. «Mi dai una mano?»
Un ragazzo sulla ventina se ne sta appoggiato a un albero, così immobile che non l'avevo neanche visto. Ha delle occhiaie profonde e il viso scavato, i capelli sudati sono appicciciati alla fronte. Spero non sia un tossico.
Mi avvicino di mezzo passo. «Tutto bene, amico?»
Lui fa un sorriso a mezza bocca. «Non proprio. Mi aiuti a raggiungere la panchina? Riesco appena a stare in piedi.» [Qui ci sarebbe stata bene una descrizione della sua voce o del suo modo di parlare, dato che poco dopo scopriamo che è affannato e ha problemi ai polmoni. Sembra strano altrimenti che il PDV non noti nulla di particolare al riguardo.]
E ti pareva. Vabbè, ci stiamo anche in due. Non ha uno zaino e indossa abiti leggeri, non sembra un escursionista, anzi, sembra appena scappato di casa. Ai piedi ha delle logore scarpe da ginnastica sporche di fango. Decisamente non dovrebbe essere a quest'altezza conciato così. Però non sembra pericoloso.
Mi avvicino. «Vieni, ti aiuto.» Lo sorreggo. «Mio dio, ma sei pelle e ossa.»
Ridacchia. «Grazie.»
Raggiungiamo la panchina, lui si siede e tira il fiato. Ha il respiro affannosso.
Non mi va di lasciarlo qui così. «Devo chiamare qualcuno?»
«Oh, se hai il numero di Gesù,» tossisce, «è l'unico che può aiutarmi ora.» [Carino]
Mi tolgo lo zaino dalle spalle e mi siedo accanto a lui.
«Dai, non può andare così male.»
Sorride. «I miei polmoni sono andati, amico.» Tossisce ancora, più forte. «E vuoi ridere? Non mi sono mai fatto neanche una cicca in tutta la mia vita.»
Oh, io e la mia linguaccia. «Mi dispiace.»
Lui scrolla le spalle. «Scusami tu. Non volevo coinvolgere nessuno, ma stavo per morire a terra come un coglione.»
«Capisco.» Guardo davanti a noi, la foresta prosegue tra le valli, interrotta solo dalla città in lontananza. A destra, sulla vetta della montagna, splende il gigantesco ghiacciaio. «È un bel posto per morire, immagino.» [mmm poco credibile una frase del genere]
Lui ride ancora più forte finché la tosse non gli stronca la risata.
Inarco un sopracciglio. «Cosa c'è da ridere?»
Tossisce ancora e si ricompone. «Questa per te è una bella vista? Da quanto vieni qui?»
«Cinque anni? No,mi sono trasferito quattro anni fa.»
«Allora ti dico cosa vedo io. La vedi quella valle laggiù?» Indica un punto sotto al ghiacciaio. «Quand'ero piccolo il ghiacciaio arrivava fin lì, ora iniziano a crescerci le piante. E dall'altro lato» Il suo dito si sposta verso la città. «La foresta perde terreno per far spazio a fabbriche, case e parcheggi.» Tossisce ancora. «Quando mio padre mi portava qui, la vista era tutta un'altra cosa.»
Il ragazzo non avrà più di venticinque anni a occhio, questo posto è cambiato così tanto in così poco tempo? Però dev'esserci un motivo se ha scelto di venire qui.
«Allora sei qui per la nostalgia?»
Scuote la testa. «No, volevo solo vedere un'ultima volta quanto fa schifo il mondo.»
«Perché? Cioè, non capisco, di solito si cerca la pace negli ultimi momenti, no?»
Si ficca una mano in tasca in cerca di qualcosa. «I miei sono morti e non ho amici. Dove dovrei trovarla, in un polveroso letto d'ospedale?» Tossisce e tira fuori dalla tasca un pezzo di carta appallottolato. «Ne faccio a meno. Almeno qui posso ricordarmi che lo schifo è un po' ovunque e non sono l'unico a essere stato sfigato nella vita.»
Se davvero esistono le cinque fasi, credo che sia in pieno in quella depressiva. Non so se dire qualcosa per aiutarlo, rimanere in silenzio o andarmene. Non so neanche quanto tempo gli resta. Dio, non so neanche come si chiama.
Guardo il pezzo di carta che stringe in mano. «Cos'è quello?»
Abbassa lo sguardo e se lo rigira tra le mani. «Questo... volevo scrivere qualcosa che rimanesse, dopo la mia morte. È stupido, perché non so neanche chi potrebbe leggerlo. Se vuoi lo do a te, però non lo leggere finché non sono morto.»
Me lo porge e io lo accetto. «Certo, non ha senso leggere un... testamento, finché la persona è viva.» [Perché pensa che sia un testamento? Anche qui lo sento poco credibile.]
«Non è neanche un testamento, è solo che mi vergogno.» Sorride. «Ti ringrazio. Pensavo che l'avrebbero buttato via appena trovato il mio corpo, invece so di averti traumatizzato abbastanza almeno da leggerlo.»
Lui ride e mi lascio scappare una risatina anch'io. «Sì, qualsiasi cosa tu ci abbia scritto lo appenderò in salotto quando torno a casa.» [Anche qui, non sa proprio di vero]
Ride, ma un colpo di tosse gli stronca la risata. Si ricompone. «Grazie.»


Mi asciugo una lacrima e mi appoggio al muro del rifugio. Prendo il pezzo di carta dalla tasca e lo apro. Poche righe in una grafia traballante, ma leggibile.
"Dicono che nasciamo tutti con lo stesso tempo. È una stronzata. Dai sempre il massimo, perché la vita fa schifo e dopo si muore.
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Sorrido. Sì, questo lo appendo il salotto.

Commento:
Non direi che questo racconto abbia risonato un granché con me. L'inizio non era affatto male, ma poi ho trovato molte parti poco credibili, con risposte e pensieri del protagonista che davvero non stavano né in cielo né in terra.
C'erano anche degli spunti interessanti, ma l'arteficiosità del tutto ha solo reso le "massime" seminate qua e là come espedienti cheap per veicolare un messaggio poeticoso.
Peccato perché lo stile è molto buono e, di solito, i tuoi racconti mi piacciono.

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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#9 » giovedì 3 marzo 2022, 15:07

Ciao Stefano, il tuo racconto è inattaccabile da un punto di vista stilistico e anche per come è architettato. C’è una suddivisione in tre atti (incontro, dialogo e messaggio finale), c’è un incidente scatenante (la rivelazione della malattia del personaggio) e alla fine c’è una scelta del pov che in qualche modo garantisce l’immortalità all’uomo senza tempo. Ottimi i dialoghi, vividi e realistici. Formalmente nulla da dire, manca il patos però. Non c’è tensione nel racconto, e non credo dipenda dal fatto che il messaggio finale sappia di “già sentito”, visto che in letteratura il dicibile è già stato detto ed è importante a questo punto più come riuscirlo a dire. No, io penso che il problema riguardi l’assenza di un conflitto tra i due personaggi in scena. Capisco fosse difficile crearlo in poche righe ma era necessario per valorizzare poi la scelta finale del pov. I due invece sono in sintonia dall’inizio alla fine (se si eccettua l’osservazione differente che entrambi fanno del panorama), alla scelta finale si arriva senza intoppi e questo fa sì che non ci sia un arco di trasformazione nel protagonista. Questo appiattisce un po’ la tua storia, almeno dal mio punto di vista.

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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#10 » giovedì 3 marzo 2022, 19:37

Ciao, Stefano piacere di leggerti.
Il tuo racconto è ben costruito con tutte le parti a posto. Mi manca una caratterizzazione migliore del pdv e un po' di tensione, infatti tutto è già determinato fin dal momento in cui si capisce che il ragazzo è malato. Il fuoco della scena se posso usare un termine teatrale è il ragazzo malato e il personaggio portatore di punto di vista sembra al suo servizio, si trova lì non si sa perché tanto bene in quel momento. Con più informazioni su di lui, magari date dal fraseggio interiore, anche il finale mi sarebbe arrivato in modo incisivo. Come risuona con la sua storia personale questa esperienza? Se ho la possibilità di comprenderlo meglio, anche ciò che gli accade mi colpisce di più.
Conclusione: Scrittura precisa e scorrevole. Crei comunque una situazione forte che centra appieno il tema, il finale mi è sembrato meno incisivo del resto.

Buona edizione

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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#11 » domenica 6 marzo 2022, 13:30

Formalmente più che buono, il problema sta nella logistica. Il ragazzo sembra provenire da un altro tempo, ma non fornisci indicazioni a riguardo. Si suppone che infine muoia e il protagonista che fa? Si dirige comunque al rifugio? Ma in che tempo siamo? La presenza della panchina e il riferimento all'escursionismo di massa fa pensare al presente: come mai non ha chiamato i soccorsi? Infine il messaggio finale: banalotto per crearci attesa, mi sarei aspettato un'indicazione su da quale tempo provenisse il ragazzo in modo da dare al racconto una chiusa solida. Concludendo: un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante e con un finale non all'altezza che andrebbe riformulato perché, allo stato attuale, pare essere tirato giù tanto per chiuderlo e dalla tua abile penna è un qualcosa che non ci si aspetta.

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Stefano.Moretto
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Re: Un tipo senza tempo

Messaggio#12 » martedì 8 marzo 2022, 10:31

Chiedo scusa se rispondo solo adesso e faccio una risposta unica, ma questo periodo per me è davvero incasinato.
Vi ringrazio tutti moltissimo per i vostri commenti, che sono più o meno tutti allineati sullo stesso problema: non avevo idee. Quando ho iniziato a scrivere avevo una vaga idea della trama di base e proprio zero su dove andare a parare. Speravo di riuscire a portarla da qualche parte, ma mi son reso conto che il risultato finale su questo fronte era deludente. E niente, potrei fare un papiro a riguardo, ma servirebbe solo ad accampare scuse, la verità è che a questo giro non ce l'ho fatta a elaborare un'idea coerente nel tempo della gara e sono sinceramente contento che questo pezzo passi alla selezione, perché non lo merita.
E vi ringrazio tutti per i complimenti sullo stile di scrittura, sapere che dopo anni di studio e allenamento (anche senza un'idea decente per la trama) riesco a scrivere in modo da ricevere questi commenti mi rende davvero felice!

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