I commenti di MAURIZIO FERRERO ai finalisti

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 21 febbraio 2022 con un tema del Campione in carica dell'Arena: Maurizio Ferrero!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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I commenti di MAURIZIO FERRERO ai finalisti

Messaggio#1 » mercoledì 16 marzo 2022, 13:49

Che nemmeno i cristiani fanno così
Un pugno alla bocca dello stomaco. Preciso, rapido e doloroso. Esattamente quello che intendevo quando ho chiesto che i racconti dell'edizione fossero in grado di trasmettere un messaggio, un'emozione.
La parlata gergale, sporcata da espressioni colloquiali e dialettali, ha il potere di rendere meno asettica la vicenda e farla vivere sulla pelle del lettore, che si trova ad essere il figlio a cui un padre sta rivolgendo le sue parole.
Una storia che non si limita a parlare, ma urla a pieni polmoni. Fenomenale.

Qualcuno deve pur farlo...
Un racconto che viene retto interamente dalla costruzione e sviluppo del protagonista Toni. E che protagonista! Un picchiatore al servizio di un usuraio, brutto come la morte, ma sotto sotto dal cuore d'oro. È un mondo crudele quello in cui vive Toni, un mondo che non ha pietà degli stronzi, ma essendo lui stesso un portatore di crudeltà è l'unico che può impegnarsi per migliorare un po' le cose, pur non uscendo mai dal sentiero che si è creato. Quando dico che una storia funziona in base a quanto è interessante il protagonista, sto pensando esattamente a qualcuno come Toni. Ottimo lavoro!

Insonnia
Un racconto difficile, che vuole essere difficile, ma che dopo qualche momento di riflessione si rivela nella sua sorprendente semplicità. Il mondo là fuori è difficile e crudele, il sogno è un luogo meraviglioso, ma l'insonnia della protagonista le preclude anche questa piccola gioia. L'utilizzo della seconda persona rende la narrazione poetica, con dei contorni a metà tra la fiaba e il racconto weird. Non è stato semplice, ma mi ha trasmesso qualcosa. Un ottimo lavoro.

Mai rispondere al fuoco
Il punto forte di questo racconto è il duplice significato del titolo. Quello che il lettore intuisce all'inizio assume un significato completamente diverso nel finale, e intavola un fantastico colpo di coda per terminare il racconto. Ho trovato la parte centrale, quando i personaggi si trovano nella stalla, un filo confusionaria, ma niente di grave. Il racconto è molto buono e riesce a trasformare un classico cliché del fantasy, il ragazzino con i poteri, in una storia convincente.

Massimi sistemi
L'idea di proporre una versione contemporanea della storia di Galileo, vista dagli occhi delle sue due figlie, mi ha divertito molto. Ho trovato l'utilizzo dei termini dialettali toscani molto calzanti per il tipo di narrazione, piuttosto spensierata.
Certo, non sono convintissimo che il tema che ho proposto sia perfettamente centrato, e questo lo va un po' a penalizzare. Le prese in giro delle compagne di scuola di Virginia sì non sono piacevoli, ma mi aspettavo una narrazione con un livello superiore di efferatezza. In ogni caso, veramente un buon lavoro.

Sottofondo
La figlia di minore sfrutta il televisore per mascherare quello che sta succedendo nella vita reale. La sit-com ha la prevalenza sulla violenza della sua famiglia reale, o viceversa? Purtroppo il maggior punto di forza del racconto, il colpo di scena che rivela che il mondo è crudele e solo in televisione accadono le cose belle, è anche il suo punto di debolezza. In tutta la prima parte del racconto la situazione viene descritta in maniera ingannevole, di modo che sembri che la protagonista stia ascoltando le sdolcinatezze dei suoi genitori nella cucina, mentre in tv si sta assistendo a un thriller efferato. Capisco la volontà di ribaltare la situazione, ma il racconto manca di trasparenza: ciò che viene svelato al lettore non è ciò che realmente si sta verificando. L'idea rimane comunque molto buona.

Separati alla nascita
Questa storia ha il grosso pregio di trasmettere un'idea di intenso lavoro di worldbuilding. Due pianeti diversi, con culture diverse, governati da gemelli diversi. Un piccolo spunto che potrebbe essere espanso per ottenere una grande ambientazione da space opera dal sapore retrò.
La storia mi ha convinto, così come il finale. Un po' meno il fatto che il dialogo tra i due fratelli appaia un po' freddo, artificioso. Un negoziato che si conclude in così poche parole e con una semplice strategia di ricatti mi risulta poco credibile. Il racconto è in ogni caso piacevole e si lascia leggere bene.

Crudeltà e giustizia
La storia è ben raccontata, il punto di vista del torturato ben mantenuto. C'è stato un momento che ho faticato a figurare: mi immaginavo il protagonista appeso più in alto rispetto al carceriere, ma poi viene detto che quest'ultimo avvicina la bocca alla sua. Poco importante, in ogni caso.
Per quanto il racconto trasmetta le giuste emozioni e presti fede al suo titolo, il vero problema è che la trama non decolla. È chiaro fin dalla prima apparizione del carceriere che il rapito ha commesso qualcosa per cui deve essere punito, quindi non si assiste a un ribaltamento di prospettive su chi sia il buono e chi il cattivo. Va tutto come deve andare, troppo semplicemente.

Il sorriso del mondo
Purtroppo ho fatto fatica a capire il senso del racconto. C'è un protagonista che ha litigato con la moglie per colpa di un uomo, nel frattempo durante una camminata serale ricorda che un suo amico si è suicidato... e alla fine la terra si apre per inghiottirlo. Insomma, non è mi è per nulla chiaro cosa l'autor* intendesse dire con questo racconto, né cosa lega questi personaggi alla terra divoratrice. Il fatto che vengano nominati un sacco di personaggi non aiuta molto – Favorito, Daniele, Sergio, Giorgio. Un po' troppi per un racconto così breve. In buona sostanza, non è riuscito a convincermi.



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