Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 21 marzo 2022 con un tema di Maria Elisa Aloisi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
Cinzia Passaro
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Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#1 » lunedì 21 marzo 2022, 23:46

RICORDI DAL PASSATO di Cinzia Passaro

Come in un vecchio film in superotto, mi rivedo bambina: due codini e una frangetta, un vestitino di cotone bianco fatto con bretelle all’uncinetto, diversi fiori, lavorati a mano, ne cospargono la gonna e sotto un orlo fatto da mani pazienti e amorevoli. Ho addosso le scarpe nuove, quelle con gli occhi, in vernice nera, le calze bucherellate in cotone bianco che arrivano fin sotto alle ginocchia. Sto saltellando felice in un giorno di festa, mi godo quell’inaspettata libertà sfuggendo per un attimo al controllo di mio padre, quando all’improvviso mi appare davanti una pozzanghera, limpida e trasparente in cui si specchia l’ambiente circostante, la chiesa matrice con la sua imponente cupola, sembra un quadro dipinto nell’acqua, le policrome maioliche alternate risplendono sotto la luce del sole e luccicano nell’acqua simili a pietre preziose destando tutta la mia attenzione. È il residuo dell’acquazzone di ieri, tutto intorno asciutto tranne lì, frutto di un avvallamento nella strada dove il terreno ha ceduto. Mi guardo intorno e non vedo nessuno che mi stia osservando, mio padre è occupato a tener quieto mio fratello che gioca con la primogenita. Mia madre con in braccio l’ultima nata, tiene per mano un’altra mia sorella di poco più grande. In un attimo son lì, ammiro nello specchio la chiesa che si riflette come per magia, quasi a volerci entrare spicco un salto e, cicchiti ciacchete, improvviso un tip tap nella pozzanghera. Non c’è nessuno che mi guardi tranne il fotografo che fino a poco prima ha fatto le foto al battesimo di mio cugino, mi guarda e mi dice di mettermi in posa, vuole farmi una foto, lo guardo e gli dico che riesco a stare ferma solo per poco, lui si gira e inquadra la finestra in alto del palazzo di fronte di lato alla chiesa, sto ferma per un po’ fino a che non sento il rumore della macchina fotografica. Ricomincio a ballare nell’acqua. Continuo felice finché un urlo disumano squarcia, in quel giorno di festa, il brusio della gente che uscita sul sagrato, subito dopo la funzione, chiacchiera con indolenza sotto il caldo di quegli ultimi giorni di primavera, che già preannuncia un estate rovente. Mia madre orripilata a quella vista, lasciata la neonata nel passeggino e affidata l’altra a sicure mani, la vedo calare su di me come un aquila sulla sua preda, ghermire un mio braccio e sollevarmi con forza inaspettata, volo nell’aria inzaccherando quanti si sono avvicinati al suono di quell’urlo di sconosciuta provenienza. Innocente non capisco la gravità della mia azione e cerco nello sguardo di mio padre un’insperata compassione. Rientriamo velocemente in casa e spogliata in un secondo mi ritrovo tutta sola con canottiera e mutandine, mentre tutta l’attenzione è per le scarpe e l’abitino...Etcium, etcium ... Di nuovo l’urlo disumano investe mio padre reo di non aver saputo vigilare...
Qualche giorno dopo il fotografo si presentò a casa mia con una foto, nell’immagine c’era la chiesa e una finestra nel vetro della quale si rifletteva la pozzanghera con me al centro e la chiesa a farmi da contorno, per uno strano effetto ottico si era formata un immagine nell’immagine. È uno dei ricordi più belli che ho.



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antico
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#2 » lunedì 21 marzo 2022, 23:49

Cinzia, stai riempiendo l'Arena delle stesse copie del tuo racconto. Procedo a cancellare le precedenti, ma stoppati altrimenti dovrò bloccarti.

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antico
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#3 » lunedì 21 marzo 2022, 23:51

Copio qui quanto ti avevo scritto nel primo post e ti avverto che altre copie di questo racconto, anche modificate, verranno da me cancellate.

Ciao Cinzia e benvenuta nell'Arena! Tempo ok, occhio ai caratteri perché sei oltre i tremila di 176. Nulla di grave perché rientri nel limite che ti permette di avere solo un malus minimo, ma se vuoi asciugare per rientrare hai tempo fino alla scadenza, quindi fino all'una.

Ti consiglio, se già non ci sei, di entrare nel gruppo fb di MC perché penso che sia il modo migliore di godersi la partecipazione, dalla prima fila e compartecipando in modo più attivo con il resto della community :)

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antico
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#4 » lunedì 21 marzo 2022, 23:53

Per intenderci: fino all'una puoi modificare il racconto quante volte vuoi, ma questo già postato e senza aprire ulteriori tread.

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christianfloris
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#5 » martedì 22 marzo 2022, 12:26

Felicissima pagina raccontata con uno stile trascinante, debordante, che ti butta dentro il racconto. Anche il tema mi sembra centrato, c'è un mondo che vibra in questi pochi caratteri ed è un mondo di ricordi trasfigurati dagli occhi dolci di una bambina.
C'è qualche refuso dovuto senz'altro al poco tempo avuto per controllare il testo, ma è una gran bella prova. L'effetto Droste arriva, è ben costruito, del resto come l'intera architettura narrativa.
Complimenti, Cinzia.

Nella mia personale scala di valutazione da 1 a 10 questo è un 9.75

Commissa’
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#6 » martedì 22 marzo 2022, 17:17

Il racconto è un Amarcord che ci catapulta nei ricordi del passato. Alzi la mano chi da piccolo, vestito di tutto punto con l’abito della festa, non ha compiuto la marachella che ha fatto uscire fuori dai gangheri i propri genitori. A mia memoria, l’ho fatto più di una volta e, sculacciato o punito, ho anche protestato stupito. Quindi ottima la trama, buona la narrazione anche se, talvolta, avrei ecceduto un po’ di più sulla punteggiatura per spezzare la lettura e migliorare il ritmo della storia. C’è qualche ripetizione di troppo (soprattutto il verbo guardare) ma credo si tratti di piccoli piccoli errori che ho rinvenuto anche negli altri racconti dovuti per lo più ai tempi del contest.
Il tema è pienamente centrato nell’immagine finale della fotografia.

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MatteoMantoani
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#7 » venerdì 25 marzo 2022, 12:43

Prime Impressioni: Ciao Cinzia, piacere di leggerti e benvenuta tra noi! Purtroppo devo anticiparti che il tuo racconto non mi ha particolarmente colpito, articolo meglio il discorso nei punti che seguono.

Aderenza al Tema: c'è nell'ultima frase, ma un po' infilato a forza.

Punti di Miglioramento: Occhio all'effetto wall of text. Non vai mai a capo e non spezzi il tuo monologo, questo rende la lettura difficoltosa. Trovo la seconda parte un po' troppo esagerata, "l'urlo disumano" mi ha fatto pensare a qualcuno che si buttava dal campanile, non alla madre che vuole evitare che la figlia si inzozzi il vestito. Può essere un effetto voluto, magari una percezione ampliata della realtà dovuta al filtro di una bambina.. però mi ha un attimo confuso.
Lato stile, attenzione, eviterei l'effetto "elenco" nelle descrizioni, e proprio eviterei di narrare una storia in questo modo, come una specie di racconto di un ricordo. Ma qui, penso andiamo verso i gusti personali.

Punti di Forza: La scenetta in sé non è male, l'infanzia vista come un gioco che i grandi non possono comprendere. Mi è venuto anche in mente il video della canzone "Hoppìpolla".

Conclusioni: Secondo me c'è un pochino da lavorare proprio sulla tecnica di scrittura e di costruzione di una storia. Il racconto di un ricordo per me è un pochino pesantuccio da leggere, attenzione anche all'effetto wall of text, non invoglia il lettore vedere un blocco unico di testo. La scenetta e la situazione comunque non sono male. Il tema mi sembra infilato un po' a forza.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#8 » lunedì 28 marzo 2022, 22:00

Ciao Cinzia e piacere di "conoscerti"-.
Purtroppo ammetto di non aver apprezzato per nulla questo racconto (spoiler: non rientro tra quelle persone dotate di filtro tra bocca e cervello, quindi spesso e volentieri colpisco a mo' di Ibrahimovic alla vista di una caviglia, ma tranquilla che motivo sempre le mie opinioni).
I problemi sono più di uno, ma riassumibili in 3 macrocategorie:
1) Tema della competizione fatto rientrare a forza e con uno stratagemma che non influenza per nulla la struttura della storia.
2) Totale mancanza di un obbiettivo finale del racconto. Qual è la morale? Qual è il percorso di crescita della protagonista? Insomma, cosa davvero voleva raccontarci questo brano? Soltanto di una bambina che si sporca e viene rimproverata dalla mamma? Ma questa non è narrativa: è l'equivalente di io che racconto la mia giornata di lavoro durante la cena.
3) Stile assolutamente da rivedere. Come si può pensare che il non andare mai a capo sia una buona idea dal punto di vista stilistico e soprattutto della comprensione del testo? La struttura per paragrafi e capoversi ha l'esatto scopo di mostrare visivamente al lettore l'ordine e la struttura attraverso cui l'autore ha ideato la sua storia. Se togli questi elementi, crolla l'intero impianto e il tutto assume semmai la forma di un flusso di pensieri. Solo che questo racconto è tutto fuorché un flusso di pensieri (senza contare che in narrativa anche i flussi di pensieri nascono in verità da una certosina organizzazione mentale e che spesso non disdegnano la struttura in capoversi, ma quello è un altro discorso).
Insomma, mi è davvero difficile salvare questo racconto, per il semplice motivo che, a conti fatti, non è un racconto. Mi spiace.
lupus in fabula

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Stefano.Moretto
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#9 » martedì 29 marzo 2022, 0:46

Ciao Cinzia,
Ammetto che il muro di testo mi ha un po' stordito. Andare a capo non è propriamente una "opzione" in narrativa, è più che altro uno strumento che lo scrittore ha a disposizione e che dovrebbe usare, esattamente come la punteggiatura e le maiuscole. Se schianti il testo senza nessuna formattazione rendi la lettura incredibilmente più faticosa e meno fluente.
Detto questo: il brano in sé ha una storia carina, ma mi lascia un po' un senso di "e quindi?". Mi spiego meglio: la bambina balla in una pozzanghera, la madre grida perché si sta sporcando – immagino; una reazione forse un po' esagerata, soprattutto in un giorno di festa. E, basta, finita lì. Il racconto è al 90% la bambina che balla, che per carità è descritta molto bene nella sua interiorità (eccetto un paio di punti di cui ti parlo tra poco), però resta semplicemente una bambina che balla nella pozzanghera.
Anche l'aderenza la tema è molto risicata, in pratica c'è una foto con l'effetto di foto nella foto, ma finita lì. Togliendo quell'elemento la storia fila comunque liscissima, quindi non è propriamente il tema del racconto. Questo è un problema che c'è abbastanza di frequente, ma questo mese è venuto particolarmente a galla a causa della natura astratta del tema.
Passando alla parte stilistica, il punto più critico, che fa un po' da riassunto, è questo:
Continuo felice finché un urlo disumano squarcia, in quel giorno di festa, il brusio della gente che uscita sul sagrato, subito dopo la funzione, chiacchiera con indolenza sotto il caldo di quegli ultimi giorni di primavera, che già preannuncia un estate rovente.

Qui mi dirai "perché cavolo hai fatto un arlecchino della frase? Tranquilla, ora ti spiego il modo malato in cui l'ho letta.
Ho diviso la frase così:
rosso le parti fondamentali
arancioni le parti non fondamentali, ma che comunque possono dare informazioni rilevanti
verde le parti non rilevanti, ma ancora accettabili
azzurro le parti che sono palesemente di troppo
giallo le parti che non sono assolutamente accettabili in questo contesto
Perché sto applicando questo schema proprio in questo punto e non in altri? Perché è il punto in cui sta succedendo qualcosa di estremamente improvviso e concitato: la madre tira un urlo disumano, quindi sta succedendo qualcosa di terribile e il lettore deve capire al volo cosa, perché di lì a poco accadrà sicuramente qualcosa di molto veloce. E invece di dire subito al lettore cosa sta per succedere, ti perdi in una divagazione incredibilmente lunga sull'ambiente intorno alla bambina, sul fatto che la gente è uscita dopo la funzione, che fa caldo in primavera, che ci sarà un'estate rovente.
Immagina di vedere questa scena in un film. C'è una bambina che balla in una pozzanghera, tutta allegra e contenta, si fa fare due foto, poi all'improvviso la madre urla come se la stessero sventrando, ma prima che si possa capire perché la telecamera si blocca e inquadra tutti i presenti e una voce fuori campo, con calma, dice: "i presenti erano usciti all'aperto, dopo la funzione, a chiacchierare sotto il caldo primaverile, di sicuro l'estate sarà rovente". Poi il film riparte e si vede la madre che corre dalla bambina. Sarebbe terribile a livello cinematografico, no? Lo spettatore sarebbe quantomeno confuso dal vedere una cosa del genere. Ecco, leggendo non è così tanto grave, ma è comunque una cosa che andrebbe evitata.
Puoi provare a togliere un colore alla volta (partendo dal giallo > azzurro > verde > arancione, e rimettendo a posto le virgole) e vedi che quel pezzo funziona sempre meglio mano a mano che elimini i pezzi.
Spero che questo commento possa esserti utile.

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Laura Brunelli
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#10 » martedì 29 marzo 2022, 19:05

Ciao Cinzia,
Piacere di leggerti.
Devo essere sincera ho fatto molta fatica a seguire il racconto. L’introduzione mi stona molto. Non riesco a coordinare quel “mi rivedo bambina” con il tempo del racconto. Secondo me, manca qualcosa che accompagni il lettore indietro nel tempo insieme alla protagonista. Trovo che lo stile sia un po’ pesante e non sempre chiaro. Ti faccio qualche esempio:
, quando all’improvviso mi appare davanti una pozzanghera, limpida e trasparente in cui si specchia l’ambiente circostante, le policrome maioliche alternate risplendono sotto la luce del sole e luccicano nell’acqua simili a pietre preziose destando tutta la mia attenzione. È il residuo dell’acquazzone di ieri

La frase prima del punto è talmente lunga che quando ho letto “è il residuo dell’acquazzone” sono dovuta tornare indietro per capire a cosa ti riferivi, anche perché il soggetto della frase precedente sono le policrome maioliche.
Mia madre orripilata a quella vista, lasciata la neonata nel passeggino e affidata l’altra a sicure mani, la vedo calare su di me come un aquila sulla sua preda.

Anche in questa frase ho faticato a collegare “orripilata a quella vista” al fatto che lei era sporca di fango. Tra il suo tip tap nella pozzanghera e l’urlo della madre passa troppo tempo e il refuso “la vedo calare su di me come un’aquila” evidentemente frutto di un ripensamento sulla struttura della frase, ha ulteriormente aumentato la mia confusione.
Il tema c’è, anche se fatico a immaginarmi che la bambina sia rimasta in posa mentre il fotografo puntava la macchina fotografica da un’altra parte e trovo poco credibile il fatto sia riuscito a fotografarla di riflesso nel vetro.
Alla prossima e buona edition

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Mario Mazzafoglie
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#11 » martedì 29 marzo 2022, 23:32

Ricordi dal passato - Cinzia Passaro

Ciao Cinzia, un piacere leggerti.
Il racconto in sè è piacevole e la storia ci narra uno spaccato di vita dell'infanzia di tutti noi.
I problemi del testo sono grossomodo quelli che ti sono già stati detti negli altri commenti, a cui mi accodo: il muro di testo è qualcosa che appesantisce troppo la lettura e non riesce a far percepire al lettore gli stacchi che in letteratura credo siano assolutamente necessari; la decisione di raccontarla in prima persona al passato fa molto effetto ricordo, per cui dal momento che avevi deciso di narrare in prima, avresti potuto farlo al presente assumento il Pov della bambina. Avrebbe reso meglio, a mio avviso.

Sull'aderenza al tema dell'edizione... sorvolo, così come farò per tutti gli altri racconti.

Nel complesso, una buona prova.
In bocca al lupo.

Cinzia Passaro
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#12 » venerdì 1 aprile 2022, 4:20

Laura Brunelli ha scritto:Ciao Cinzia,
Piacere di leggerti.
Devo essere sincera ho fatto molta fatica a seguire il racconto. L’introduzione mi stona molto. Non riesco a coordinare quel “mi rivedo bambina” con il tempo del racconto. Secondo me, manca qualcosa che accompagni il lettore indietro nel tempo insieme alla protagonista. Trovo che lo stile sia un po’ pesante e non sempre chiaro. Ti faccio qualche esempio:
, quando all’improvviso mi appare davanti una pozzanghera, limpida e trasparente in cui si specchia l’ambiente circostante, le policrome maioliche alternate risplendono sotto la luce del sole e luccicano nell’acqua simili a pietre preziose destando tutta la mia attenzione. È il residuo dell’acquazzone di ieri

La frase prima del punto è talmente lunga che quando ho letto “è il residuo dell’acquazzone” sono dovuta tornare indietro per capire a cosa ti riferivi, anche perché il soggetto della frase precedente sono le policrome maioliche.
Mia madre orripilata a quella vista, lasciata la neonata nel passeggino e affidata l’altra a sicure mani, la vedo calare su di me come un aquila sulla sua preda.

Anche in questa frase ho faticato a collegare “orripilata a quella vista” al fatto che lei era sporca di fango. Tra il suo tip tap nella pozzanghera e l’urlo della madre passa troppo tempo e il refuso “la vedo calare su di me come un’aquila” evidentemente frutto di un ripensamento sulla struttura della frase, ha ulteriormente aumentato la mia confusione.
Il tema c’è, anche se fatico a immaginarmi che la bambina sia rimasta in posa mentre il fotografo puntava la macchina fotografica da un’altra parte e trovo poco credibile il fatto sia riuscito a fotografarla di riflesso nel vetro.
Alla prossima e buona edition
Laura Brunelli ha scritto:Ciao Cinzia,
Piacere di leggerti.
Devo essere sincera ho fatto molta fatica a seguire il racconto. L’introduzione mi stona molto. Non riesco a coordinare quel “mi rivedo bambina” con il tempo del racconto. Secondo me, manca qualcosa che accompagni il lettore indietro nel tempo insieme alla protagonista. Trovo che lo stile sia un po’ pesante e non sempre chiaro. Ti faccio qualche esempio:
, quando all’improvviso mi appare davanti una pozzanghera, limpida e trasparente in cui si specchia l’ambiente circostante, le policrome maioliche alternate risplendono sotto la luce del sole e luccicano nell’acqua simili a pietre preziose destando tutta la mia attenzione. È il residuo dell’acquazzone di ieri

La frase prima del punto è talmente lunga che quando ho letto “è il residuo dell’acquazzone” sono dovuta tornare indietro per capire a cosa ti riferivi, anche perché il soggetto della frase precedente sono le policrome maioliche.
Mia madre orripilata a quella vista, lasciata la neonata nel passeggino e affidata l’altra a sicure mani, la vedo calare su di me come un aquila sulla sua preda.

Anche in questa frase ho faticato a collegare “orripilata a quella vista” al fatto che lei era sporca di fango. Tra il suo tip tap nella pozzanghera e l’urlo della madre passa troppo tempo e il refuso “la vedo calare su di me come un’aquila” evidentemente frutto di un ripensamento sulla struttura della frase, ha ulteriormente aumentato la mia confusione.
Il tema c’è, anche se fatico a immaginarmi che la bambina sia rimasta in posa mentre il fotografo puntava la macchina fotografica da un’altra parte e trovo poco credibile il fatto sia riuscito a fotografarla di riflesso nel vetro.
Alla prossima e buona edition
Laura Brunelli ha scritto:Ciao Cinzia,
Piacere di leggerti.
Devo essere sincera ho fatto molta fatica a seguire il racconto. L’introduzione mi stona molto. Non riesco a coordinare quel “mi rivedo bambina” con il tempo del racconto. Secondo me, manca qualcosa che accompagni il lettore indietro nel tempo insieme alla protagonista. Trovo che lo stile sia un po’ pesante e non sempre chiaro. Ti faccio qualche esempio:
, quando all’improvviso mi appare davanti una pozzanghera, limpida e trasparente in cui si specchia l’ambiente circostante, le policrome maioliche alternate risplendono sotto la luce del sole e luccicano nell’acqua simili a pietre preziose destando tutta la mia attenzione. È il residuo dell’acquazzone di ieri

La frase prima del punto è talmente lunga che quando ho letto “è il residuo dell’acquazzone” sono dovuta tornare indietro per capire a cosa ti riferivi, anche perché il soggetto della frase precedente sono le policrome maioliche.
Mia madre orripilata a quella vista, lasciata la neonata nel passeggino e affidata l’altra a sicure mani, la vedo calare su di me come un aquila sulla sua preda.

Anche in questa frase ho faticato a collegare “orripilata a quella vista” al fatto che lei era sporca di fango. Tra il suo tip tap nella pozzanghera e l’urlo della madre passa troppo tempo e il refuso “la vedo calare su di me come un’aquila” evidentemente frutto di un ripensamento sulla struttura della frase, ha ulteriormente aumentato la mia confusione.
Il tema c’è, anche se fatico a immaginarmi che la bambina sia rimasta in posa mentre il fotografo puntava la macchina fotografica da un’altra parte e trovo poco credibile il fatto sia riuscito a fotografarla di riflesso nel vetro.
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Laura Brunelli ha scritto:Ciao Cinzia,
Piacere di leggerti.
Devo essere sincera ho fatto molta fatica a seguire il racconto. L’introduzione mi stona molto. Non riesco a coordinare quel “mi rivedo bambina” con il tempo del racconto. Secondo me, manca qualcosa che accompagni il lettore indietro nel tempo insieme alla protagonista. Trovo che lo stile sia un po’ pesante e non sempre chiaro. Ti faccio qualche esempio:
, quando all’improvviso mi appare davanti una pozzanghera, limpida e trasparente in cui si specchia l’ambiente circostante, le policrome maioliche alternate risplendono sotto la luce del sole e luccicano nell’acqua simili a pietre preziose destando tutta la mia attenzione. È il residuo dell’acquazzone di ieri

La frase prima del punto è talmente lunga che quando ho letto “è il residuo dell’acquazzone” sono dovuta tornare indietro per capire a cosa ti riferivi, anche perché il soggetto della frase precedente sono le policrome maioliche.
Mia madre orripilata a quella vista, lasciata la neonata nel passeggino e affidata l’altra a sicure mani, la vedo calare su di me come un aquila sulla sua preda.

Anche in questa frase ho faticato a collegare “orripilata a quella vista” al fatto che lei era sporca di fango. Tra il suo tip tap nella pozzanghera e l’urlo della madre passa troppo tempo e il refuso “la vedo calare su di me come un’aquila” evidentemente frutto di un ripensamento sulla struttura della frase, ha ulteriormente aumentato la mia confusione.
Il tema c’è, anche se fatico a immaginarmi che la bambina sia rimasta in posa mentre il fotografo puntava la macchina fotografica da un’altra parte e trovo poco credibile il fatto sia riuscito a fotografarla di riflesso nel vetro.
Alla prossima e buona edition

Ciao Laura, è la mia prima partecipazione, ho scritto tutto in venti minuti e mandato nel minuto successivo,
Peccato che la storia sia vera e che sia stampata nella mia testa come un ricordo indelebile, prova ne è la foto che esiste davvero, più effetto droste di così!

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antico
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Re: Ricordi dal passato di Cinzia Passaro

Messaggio#13 » sabato 2 aprile 2022, 11:19

C'è un'idea bella precisa in questo testo e il mio iniziale campanello d'allarme da WALL OF TEXT s'è sopito perché mi sembra che la decisione sia totalmente autoriale, quindi va analizzato il perché in molti ci si siano comunque scontrati. Mio pensiero, una forma simile necessita di un flusso continuo di lettura che non deve mai costringere il lettore a rallentare o rischiare di "tirarlo fuori". Qui sono presenti alcune ripetizioni che possono infastidire (cotone bianco e foto) mentre tenderei a dare meno importanza a refusi tipo UN ESTATE, in più alcuni in alcuni passaggi ho sentito il bisogno di una più attenta punteggiatura e in uno in particolare mi è sembrato che il periodo si prolungasse troppo. Vorrei anche porre l'attenzione sul gergo utilizzato soprattutto nella prima parte, molto adulto. Sulle prime mi sono detto che non rispecchiava il pdv della bambina mentre poi ho focalizzato che no, il pdv era sulla narratrice adulta che raccontava un ricordo e sotto questo punto di vista ci stava non fosse che nella seconda parte si avvicina molto di più a quello giusto per l'eta creando un disequilibrio e, cosa forse ancora più incisiva, la ricercatezza della prima parte rischia di rallentare proprio quella lettura che invece richiederebbe la massima fluidità proprio per la decisione operata sulla struttura del racconto. Infine, il tema che, anche qui, risulta più inserito che declinato, ma che essendo infilato proprio all'ultimo può avere creato una reazione più forte (intendo avversa) rispetto ad altri testi in cui, invece, era disseminata in punti diversi. Detto questo, il racconto mi è piaciuto e l'immagine che rimane è bella definita. Nella mia personalissima scala di giudizio direi che è un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante (per tutte le segnalazioni fatte). Concludo sottolineando come la difficoltà di esecuzione di un testo simile è di sicuro maggiore di quanto possa apparire.

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