Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 21 marzo 2022 con un tema di Maria Elisa Aloisi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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antico
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Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 22 marzo 2022, 2:00

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BENVENUTI ALLA MARIA ELISA ALOISI EDITION, LA SETTIMA DELLA NONA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 163° ALL TIME!

Questo è il gruppo ARIAL della MARIA ELISA ALOISI EDITION con MARIA ELISA ALOISI come guest star.

Gli autori del gruppo ARIAL dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo SIRIO.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo EVA.


Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da MARIA ELISA ALOISI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK NONA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ARIAL:

Lascia perdere e sopporta, di Davide Mannucci, ore 23.45, 2997 caratteri
Imperfezioni, di Giuliano Cannoletta, ore 23.46, 2772 caratteri
Attorno al dito, di Andrea Furlan, ore 00.45, 2972 caratteri
Sabato sera, di Stefano Floccari, ore 23.56, 2999 caratteri
Sono solo nel buio?, di Agostino Langellotti, ore 23.38, 2954 caratteri
Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato, di Isabella Valerio, ore 00.08, 2983 caratteri
“Hai deciso tu”, di Antonella Bagorda, ore 00.45, 2991 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 31 MARZO per commentare i racconti del gruppo SIRIO Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 APRILE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo SIRIO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo SIRIO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA MARIA ELISA ALOISI EDITION A TUTTI!



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kruaxi
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 23 marzo 2022, 17:55

1. Imperfezioni di Giuliano Cannoletta
2. Lascia perdere e sopporta di Davide Mannucci
3. Sono solo nel buio? di Agostino Langellotti
4. Sabato sera di Stefano Floccari
5. “Hai deciso tu” di Antonella Bagorda
6. Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato di Isabella Valerio
7. Attorno al dito di Andrea Furlan



Imperfezioni

Un racconto ben pensato e assai ben scritto. Il trauma del protagonista (ma, forse, il protagonista vero è il padre) emerge lento ed inesorabile. Sarò onesto, sono rimasto particolarmente colpito anche perché vi ho trovato echi del mio passato (e del mio presente, visto che amo fare, con risultati mediocri, modellismo statico e figurinismo, cosa che mi ha portato subito ad empatizzare.) Ottima ed originale l'interpretazione del tema proposto.
Bravo.


Lascia perdere e sopporta

L'ho dovuto rileggere un paio di volte, sulle prime mi era sembrata la cronaca del semplice sproloquio di un pazzo "generico".
Ovviamente mi sbagliavo: il racconto ha una sua logica progressione, ottimi dialoghi («Antonio, dimmi perché urlava. Ero piccolo, non ricordo» credo sia una svista... mancano forse un paio di caporali? Oppure una parte della frase era da cancellare?) ed un finale che non mi aspettavo, perfetto ed inquietante.
Il Mannucci sa scrivere davvero bene. Non ho trovato particolare difficoltà nell'attribuire i dialoghi, mentre confesso qualche perplessità sull'adesione al tema proposto, che ho trovato un po' forzata.
Piccola nota "comica" (purtroppo io son così, perdonatemi): è il secondo racconto
che leggo con attenzione, di questo gruppo, ed è il secondo che, suo malgrado, mi ha rimandato
direttamente a personali memorie lontane.


Sono solo nel buio?

Altro racconto che ho dovuto leggere un paio di volte per coglierne tutte le sfumature.
Niente è spiegato: un quadro misterioso fa sprofondare il protagonista nell'oscurità.
La salvezza si rivela illusoria, solo parte di un gioco macabro.
Ottimo l'effetto orrorifico, che rimanda a Poe.
Qualche spigolatura qua e là da sistemare nella forma, sciocchezze, ma la sostanza c'è tutta.
Ottimo.


Sabato sera

Racconto senza dubbio dinamico, che si fa leggere volentieri. L'interazione
fra i protagonisti mi propone un immaginario più
legato a certe ambientazioni americane da film che all'Italia, come
invece suggerito dai peculiari alcolici. Faccio un po' fatica a vedere
un evento del genere, la scazzottata, senza nessun tipo di reazione da parte
degli altri presenti, a parte l'ambiguo interesse della tipa.
Rifacendomi a quanto detto prima, mi ha incuriosito come il protagonista la
definisca "Calamity Jane": piuttosto desueto.
Perplessità sull'aderenza al tema; mi è casomai venuto in mente qualcosa del tipo "chi la fa l'aspetti".
Lettura piacevole.


“Hai deciso tu”

Benvenuta.
L'idea dell'alternanza fra vittima e carnefice mi sembra ben strutturata. Il protagonista uccide il padre ogni giorno ed ogni giorno continua a subirne la memoria. Condividere il trauma, purtroppo, non pare averlo salvato. Avrei da ridire sul cambio di tempo, così come su qualche passaggio (rimanere di spalle per "dimostrare di non aver paura" mi suona strano).
Ripetere esatta parola per parola l'aggressione appesantisce un po' la storia, tuttavia comprendo
possa essere un problema solo mio.


Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato

Più che un racconto l'ho trovato un'istantanea, va da sé molto "contemporanea", della guerra.
In effetti non ci ho trovato una "storia" vera e propria.
L’iniziale manicheismo, i due soldati sono dei cartonati malvagi, viene compensato dall’empatia che la protagonista prova nei confronti del giovane soldato dal cranio scoperto.
Ben scritta, sicuramente emozionante ma, a mio modestissimo parere, un
po' pretestuosa l'attinenza al tema proposto.


Attorno al dito

Sento l'eco di una vecchia canzone dei Police in questo racconto.
A quanto sembra gli anelli fanno sempre danni a chi li possiede.
Non mi è chiaro per quale motivo Ariel, invece di scappare indisturbato
dopo aver sconfitto il suo maestro, va in pratica a "consegnarsi" agli specchi magici: alcuni passaggi li ho trovati un po' confusi. La rivelazione finale giustifica ampiamente l'aderenza al tema.



Stefano Tanci

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Emiliano Maramonte
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » sabato 26 marzo 2022, 13:10

Bel girone, con delle storie molto gradevoli, un paio che svettano su tutte le altre.
Ecco la mia classifica e i commenti.

Buona Edition a tutti!


CLASSIFICA

1. IMPERFEZIONI di Giuliano Cannoletta
2. LASCIA PERDERE E SOPPORTA di Davide Mannucci
3. SONO SOLO NEL BUIO? di Agostino Langellotti
4. UN ALTRO GIORNO, MA QUALCOSA E' CAMBIATO di Isabella Valerio
5. SABATO SERA di Stefano Floccari
6. ATTORNO AL DITO di Andrea Furlan
7. "HAI DECISO TU" di Antonella Bagorda



________________________________________________________________________________________________________
COMMENTI

LASCIA PERDERE E SOPPORTA di Davide Mannucci
Dunque, vengo al sodo. Ormai lo scavo psicologico e la stratificazione dei temi è un tuo marchio di fabbrica, come anche le tematiche forti. E il bello è che ormai, racconto dopo racconto, riesci a trattare tematiche "dure" ed emotivamente toccanti cogliendo sempre nel segno.
In questo testo c'è tanto: i soprusi, la violenza, il tentativo di riscatto, il disagio e così via. Non tutto emerge in maniera limpida, ma focalizzando l'attenzione si riesce a cogliere tutto.
La voce narrante, quindi, si reca presso la casa di cura per scoprire dettagli sulla scomparsa della madre e scopre una sconvolgente realtà, anzi, scopre un modus vivendi che appartiene a un'altra epoca. Bellissima la metafora del barattolo, con l'innesto del concetto di "Effetto Droste" nella moltiplicazione degli episodi di "sopportazione" da parte delle madri vittime di violenza.
Ti devo, però, rimproverare un po' di "annebbiamento" dal momento in cui fa la sua comparsa l'"alpino", in quanto non sempre è chiarissimo chi dice cosa, e ho fatto fatica ad attribuire le battute. Però nulla di irrimediabile, e il senso generale del messaggio che volevi trasmettere è salvo.
Sto approfondendo la questione dell'aderenza in toto all'Effetto Droste; tutto sommato mi sembra che ci sia, ma qualche perplessità mi rimane, almeno stando alla definizione ufficiale che si trova in Rete.
In ogni caso, prova soddisfacente!

IMPERFEZIONI di Guliano Cannoletta
Parto dall'incipit: uno dei più begli inizi di racconti qui a Minuti Contati. E' praticamente perfetto, elegante, avvolgente, evocativo. Ma tutto il racconto è vincente sotto ogni punto di vista. Geniale la trasposizione dell'Effetto Droste nel duplice modo della decorazione della statuetta (allegoria del sé) e della proiezione della stessa situazione nel mondo onirico. E che dire del tema della mortificazione della stima di sé? Stupendo il parallelismo tra le imperfezioni della materia e quelle umane. Potrei continuare ancora per migliaia di caratteri nel tessere le lodi del tuo racconto ma mi fermo qui.
Se fossi l'Antico direi "pollice su, senza se e senza ma"! Complimenti davvero. Per me sei già sul podio.

ATTORNO AL DITO di Andrea Furlan
Ho apprezzato questo tentativo di traslare il tema del contest nel regno del fantasy. Devo dirti che non amo questo genere letterario, ne ho letto poco o nulla, però questo non mi ha condizionato poiché la storia è gradevole e si legge bene. L'Effetto Droste sembra esserci (i riflessi contrapposti degli specchi e le immagini che si riverberano nei frammenti) però verso la fine la trama si fa confusa. Prendilo come un limite mio, ma ho fatto fatica a comprendere gli stravolgimenti e il twist finale. FIno a metà tutto bene, poi si scopre che... Ariel ha ucciso il Maestro? E come mai poi si presenta al cospetto degli Specchi comportandosi come qualcuno che lo venga a scoprire all'improvviso, ignaro di tutto? E' stata piuttosto una maga dai capelli rossi? O ancora su tutto aleggiava il potere malefico dell'anello che ha soggiogato i personaggi? Purtroppo, ho avvertito scarsa nitidezza che ha penalizzato la godibilità piena del testo.
Inoltre non mi è piaciuto come hai affrontato la descrizione dell'antro buio (La Stanza delle Candele), ad esempio: "illuminavano un ampio ambiente buio"; se l'ambiente è buio non è illuminato, al limite le poche candele presenti rischiaravano o creavano una insidiosa penombra... Poi parli di camminamenti "persi nell'oscurità più fitta" e di "una larga area centrale sprofondata nelle tenebre". Quindi, in buona sostanza, questo luogo è davvero buio e ha solo alcune aree rischiarate o è illuminato? Questo momento, potenzialmente molto suggestivo, poteva essere gestito meglio.
Per il resto nient'altro da aggiungere. Una prova interessante ma perfettibile.

SABATO SERA di Stefano Floccari
Racconto molto gradevole, scritto discretamente bene. Molto carina la "circolarità" del tema, tanto che alla fine della lettura ho pensato che la fine fosse l'inizio. E' una storia leggera che non punta a far vibrare corde, però si legge abbastanza bene. Un po' di confusione nello sviluppo, ma a una seconda lettura, si ha una buona panoramica della situazione.
In bocca al lupo!

SONO SOLO NEL BUIO di Agostino Langellotti
La storia ha un'innegabile suggestione: l'arte, l'interpretazione di un quadro, chiaroscuri, magia. Conduci il lettore esattamente dove vuoi, senza grosse rivelazioni ma con il giusto pathos. Avevo immaginato sin dall'inizio quale sarebbe stata la conclusione e quando si è confermata la sensazione, ho sorriso perché andava bene così. Mi è piaciuta l'accelerazione della seconda parte, funzionale alla conclusione. La chiosa finale del custode ci sta benissimo, anche se io l'avrei "asciugata" un po', così com'è è pesante e poco incisiva ("Gliel’avevo detto che questo quadro andava guardato dalla giusta distanza per poterlo capire" - avrei fatto: "Visto? Il quadro andava guardato dalla giusta distanza").
Occhio, inoltre alle ripetizioni: noto/noto, coperti/coperti. Riduci al minimo i verbi sensoriali.
Tema centrato.

UN ALTRO GIORNO, MA QUALCOSA E’ CAMBIATO di Isabella Valerio
Il racconto si legge benissimo e tratta di orrori e soprusi universali. In fondo, la guerra fa schifo in qualsiasi epoca e in qualsiasi forma essa si manifesti.
Interessante il rovesciamento di ruoli e l'implicazione finale per cui la vittima diventa il nemico del nemico.
E' un racconto che non ha particolari pretese, trasmette ciò che deve trasmettere e lo fa bene. L'unica cosa che ho faticato a rinvenire è il tema, si trova per caso nel concetto di nemico del nemico? Peccato, perché accentuandolo un po' e fornendo qualche input in più riguardo alla cornice (di che guerra parliamo? E' un'imprecisata invasione? E' la seconda guerra mondiale?) sarebbe risultato più apprezzabile.

HAI DECISO TU di Antonella Bagorda
Ti dico subito che sono molto combattuto sulle reazioni che mi ha suscitato il tuo racconto. Intendiamoci: non è scritto malaccio, anzi, scorre con una prosa gradevole e funzionale, ma la trama lascia molti contorni sfumati. Non so neanche se il tema sia centrato, perché a me sembra più un qualcosa di ciclico in cui manchi il dettaglio che riproduce il quadro più ampio (stando alla definizione di Effetto Droste). E' molto interessante il conflitto padre/figlio che si traduce in un dualismo vittima/carnefice di fatto ciclico che riconduce a una sorta di supplizio (il senso di colpa?). Per il resto mi sono rimasti molti punti oscuri in mente: il padre ha ucciso la madre? E poi il figlio ha in qualche modo imprigionato il padre per fargli vivere ciò che ha vissuto lui? Io avrei tolto il riferimento alla presentazione letteraria per rifinire meglio il rapporto tra i protagonisti e rendere la vicenda più profonda da un punto di vista emotivo.
Un'annotazione tecnica: andrebbero evitate espressioni del tipo: "E' chiaro", "è noto", "tutti sanno che"... poiché per il lettore è impossibile capire se un concetto che l'autore dà per assodato corrisponda davvero a verità. Infatti, hai scritto: "È chiaro quanto lui sia terrorizzato all’idea di voltarsi e guardarlo in faccia. Sa bene cosa gli aspetta." ma chiaro per chi? Se non ce lo mostri (magari riportando reazioni interiori, o tremori fisici e così via...) resta un'espressione vuota senza particolare effetto narrativo.

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Michael Dag
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » sabato 26 marzo 2022, 16:18

1- Imperfezioni, di Giuliano Cannoletta,
2- Lascia perdere e sopporta, di Davide Mannucci,
3- Sabato sera, di Stefano Floccari,
4- Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato, di Isabella Valerio,
5- Sono solo nel buio?, di Agostino Langellotti,
6- Attorno al dito, di Andrea Furlan,
7- “Hai deciso tu”, di Antonella Bagorda





Lascia perdere e sopporta, di Davide Mannucci,
interessante delirio di un pazzo, che però ha una sua logica, anche se contorta.
Da come l'ho capita io, sua madre è scappata/morta e lui si è costruito la storia che è nascsta nel barattolo di biscotti.
Malessere e introspezione sono elementi ricorrenti nei tuoi lavori e stai sviluppando una notevole abilità nel padroneggiarli senza scendere nel "pippone psicologico sfrangiamaroni".
Ci sono un paio di dialoghi che mi hanno bloccato la lettura, tipo questo:
Sgrana gli occhi e un filo di saliva scende bagnandogli il colletto della camicia.
«Ma lei è pazzo!» si guarda intorno smarrito.

se lasciavi il parlato sulla stessa linea sarebbe stato meglio, secondo me.



Imperfezioni, di Giuliano Cannoletta,
Un racconto bellissimo, davvero.
ottimo il parallelismo tra il padre severo e la severità che il protagonista riverso sui suoi modellini, tema centrato in maniera molto profonda.
Sullo stile ho poco da dirti, mi piacciono i flussi di coscienza e il pensiero diretto, e mi è piaciuto anche il modo in cui se riuscito a spezzettare il racconto in tante piccole scene senza però perdere coerenza.
Podio, senza dubbio


Attorno al dito, di Andrea Furlan,
Devo essere sincero, non ho ben capito cosa è successo.
Secondo me, il grosso problema del racconto è questa frase
L’altro si voltò, fuggì dalla stanza zoppicando: era Ariel, un taglio gli squarciava il petto.
Ariel è il protagonista, Portatore di punto di vista, giusto? Perché qui parli di lui in terza persona? Non ho più capito chi sta guardando nello specchio. Un "era lui stesso, con un taglio…" avrebbe resto tutto più chiaro (Se davvero è lui che si vede riflesso).
l'apprendista uccide il maestro, diventa a sua volta maestro e viene ucciso da una nuova apprendista e così via, è questo il senso del racconto?
Purtroppo non sono riuscito a appezzarlo, credo che 3000 caratteri siano troppo pochi per sviluppare bene un'idea complessa.


Sabato sera, di Stefano Floccari,
Il racconto in sé mi è piaciuto molto, anche se ho trovato parecchie incongruenze.
Colpisco il cavernicolo con forza, anche se non in maniera efficace:
Eppure il tizio (Cavernicolo, bisonte, mi da l'idea di uno grosso) va ko, e ci resta anche parecchio, visto che si rialza a metà del racconto.
non è da me fare a cazzotti. Da come parla e come agisce non mi pare l'ultimo dei frignoni.

un po' "Strano" il finale:
Forse il cavernicolo ci aveva davvero provato con nadia e allora ci sta di partire a botte, ma il nuovo arrivato vede la sua ragazza parlare con un tizio e parte subito a botte? Improbabile, anche se non impossibile.

Ci sono molte cose buone: atmosfera resa bene, soprannomi dei pg azzeccati, qualche bella frase che caratterizza bene lo stile di scrittura, e un finale sorprendente che, vista la stravaganza del tema di questo mese, chiude bene il racconto (per me, l'aderenza c'è).



Sono solo nel buio?, di Agostino Langellotti,
Molto inquietante, anche se nebuloso. Mi sarebbe piaciuto qualche approfondimento, magari sul pittore e sui suoi lavori. Magari parlare un po' delle sue opere maledette, del fatto che un giorno è scomparso senza lasciare traccia, o che sia finito in manicomio. Così mi pare un po' troppo assurdo, anche se siamo chiaramente in un contesto surreale.
Molto ben fatta la seconda parte, frasi brevi e secche che mi hanno messo l'ansia.
Un buon lavoro, ma non dei tuoi migliori


Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato, di Isabella Valerio,

Bizzarra interpretazione dell'effetto drosde, ma sensatissima. La violenza genera violenza, che genera altra violenza e via. Per me ci sta.
Ho trovato lo stile un po' macchinoso da seguire, a mi parere usi troppe subordinate e virgole, e questo, alla lunga, specialmente in frasi che durano tr, o anche quattro righe, lo trovo, come dire, faticoso. Ma è solo un opinione personale.
Due appunti da pignolo:
I ragazzini che usano dei mitra ci sta tutto. Se avessi scritto "fucile" sarebbe stato peggio, in quanto un fucile d'assalto è più pesante e potente di un mitra, anche se i bambini soldato in africa maneggiano gli ak47 senza grossi problemi.
Non ho capito però perché raccolgono i cadaveri.


“Hai deciso tu”, di Antonella Bagorda
Ciao antonella, benvenuta all'inferno di MC.
Il tuo racconto è strano. Lo stile è molto scorrevole, anche se hai mescolato caporali e virgolette. Buono il flusso di lettura e al momento dell'applauso imbarazzato, anche io mi sono trovato perplesso come il protagonista.
La storia però non mi è stata semplice da capire.
chi sta puntando il coltello a chi? E per cosa? Mi è sfuggito proprio il nesso tra le cose.
anche i dialoghi
“La mamma non ti è bastata? Vuoi uccidere anche me, papà?”
“Io non voglio uccidere nessuno. Sei tu che hai deciso di morire.”»
Non è chiarissimo chi sta parlando, non c'è nessun tag nella riga che me lo fa capire.

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antico
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » sabato 26 marzo 2022, 16:24

Tre classifiche ricevute, ve ne devono ancora arrivare altre cinque (oltre alla mia).

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gcdaddabbo
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » sabato 26 marzo 2022, 17:09

Classifica
ARIAL

1. Sono solo nel buio?
2. Imperfezioni
3. Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato
4. Attorno al dito
5. Lascia perdere e sopporta
6. Sabato sera
7. “Hai deciso tu”

Lascia perdere e sopporta
Ho letto e riletto il racconto parecchie volte senza chiarirmi del tutto le idee. C’è un’atmosfera magica. Ci sono idee? Lo stile è il modo di esprimere efficacemente le proprie idee. Qui ci sono finito io nel “barattolo” e sarà stato forse per un mio limite. Se il lettore non scopre compiutamente il senso di quello che ha di fronte è sempre un suo limite? Alla terza partecipazione, a Minuti Contati, ho l’impressione di trovarmi in un confronto chiuso all’interno di un gruppo di classificati. L’opinione di ciascuno, il giudizio conta anche per la sua classifica intrinseca, ma questo porta ad uno sterile confronto in cui il mondo reale con le sue Guerre, le sue crisi climatiche, le ingiustizie sociali, ecc. finisce per scomparire. Francamente non sono riuscito neppure a dire con certezza se e quanto il tema è rispettato. Dovrò comunque esprimere una classifica, e meno male, lì almeno ci sono dei numeri e quindi alternative di scelta.
Buona vetta della classifica!

Imperfezioni
Ho letto il racconto. L’effetto Droste lo percorre tutto, senza esaurirlo, per fortuna. Non sempre è semplice capire se sono prospettive in successione o alternate come può accadere quando in uno degli specchi c’è uno spacco o un’incrinatura. Resto convinto che il raccontare non debba essere confuso con scrivere un buon tema su una questione assegnata. Deve venir fuori un proprio messaggio. Nelle ultime righe ho colto qualcosa. Bene!

Attorno al dito
Il racconto è costruito certamente sull’effetto Droste, ma non credo che si volesse una descrizione dell’effetto fisico, o una storia in cui comparissero due specchi uno di fronte all’altro. Io l’ho visto come un succedersi di avvenimenti in cui si percepisce il replicarsi all’infinito dei fenomeni come accadono in natura come con i frattali o con la vita stessa. Non siamo in fondo che genitori di figli, genitori di figli, genitori di figli all’infinito. La storia che ci è stata attaccata vicino non mi ha preso proprio. Sarà perché non sono un appassionato dei Police! Mi dispiace!

Sabato sera
Classiche scene da “americanate” in tv che si ripetono tutte uguali su tutti i canali. Sarà mica effetto Droste? Mi chiedo sempre se in fondo ad un racconto devo trovarci una morale o almeno un pensiero guida? Forse oggi le voci angeliche frammischiate di cazzotti e grappini mi sono rimaste un po’ indigeste. Che vuoi? Sarò un diverso. Comunque quello che hai scritto si legge bene anche se alla fine non ho capito che “cosa” volevi dire.

Sono solo nel buio?,
Ricordo bene il giudizio severo con cui hai guardato il mio ultimo racconto, ma, anche se tocca a me questa volta giudicarti, non sarò vendicativo. Devo dire che di quelli che ho letto finora, questo è quello che mi è sembrato più legato al tema e più avvincente. Complimenti!
Quel primo “Aiuto!” nel momento in cui scopri di essere diventato cieco lo avrei onorato con un’andata a capo e lettere tutte maiuscole:
AIUTO!
Giancarlo (e non Dabbo)

Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato,
Il primo punto a favore del tuo racconto è, secondo me, che tenti di descrivere una scena presa dalla realtà. Potrebbe essere ambientata in Ucraina o in uno dei tanti posti del mondo dove ci sono guerra e violenza. Non sono riuscito a cogliere però un effetto Droste, e, quel che è peggio, mi è sembrato che il ritmo del racconto non vivesse in sintonia con le immagini che vengono fuori dalle parole. Per Classiche scene da “americanate” in tv che si ripetono tutte uguali su tutti i canali. Sarà mica effetto Droste? Mi chiedo sempre se in fondo ad un racconto devo trovarci una morale o almeno un pensiero guida? Forse oggi le voci angeliche frammischiate di cazzotti e grappini mi sono rimaste un po’ indigeste. Che vuoi? Sarò un diverso. Comunque quello che hai scritto si legge bene anche se alla fine non ho capito che “cosa” volevi dire.

Sono solo nel buio?,
Ricordo bene il giudizio severo con cui hai guardato il mio ultimo racconto, ma, anche se tocca a me questa volta giudicarti, non sarò vendicativo. Devo dire che di quelli che ho letto finora, questo è quello che mi è sembrato più legato al tema e più avvincente. Complimenti!
Quel primo “Aiuto!” nel momento in cui scopri di essere diventato cieco lo avrei onorato con un’andata a capo e lettere tutte maiuscole:
AIUTO!
Giancarlo (e non Dabbo)

Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato,
Il primo punto a favore del tuo racconto è, secondo me, che tenti di descrivere una scena presa dalla realtà. Potrebbe essere ambientata in Ucraina o in uno dei tanti posti del mondo dove ci sono guerra e violenza. Non sono riuscito a cogliere però un effetto Droste, e, quel che è peggio, mi è sembrato che il ritmo del racconto non vivesse in sintonia con le immagini che vengono fuori dalle parole. Per esempio: dici “sotto continuano a sparare”, “tentenno”. Lo sparo mi dà di crepitio, sussulto, scoppio; un ballo, un canto mi porta a un tentennio. Spero di rileggerti! In fondo, la tua impostazione di fondo non mi dispiace. Giancarlo

“Hai deciso tu”
L’effetto Droste sfruttato per scriverci mezza storia. Complimenti! Bella furbata! Peccato che la prima parte me la stavo godendo e mi chiedevo come avresti svoltato. Poi, ho capito come sarebbe finita e mi sono limitato a controllare quante lettere avevi cambiato nel copia incolla. Bene! Il lettore si sente un po’ fregato ed il giudizio ne risente. Mi immagino una studentessa che non ha voglia di fare i compiti a casa. A rileggerti!

Dario17
Messaggi: 417

Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » sabato 26 marzo 2022, 17:45

HAI DECISO TU

Il grande intoppo di questo pezzo è il continuo occultamento dei protagonisti o presunti tali, mi sono trovato in difficoltà più di una volta ad associare la frase x al personaggio y. Qualche nome proprio avrebbe di certo debellato questa tara dal racconto.
Darei una sfoltita alle frasi più lunghe, sia quelle che elencano a raffica azioni e reazioni sia quelle che danno spiegazioni agli avvenimenti che stanno avvenendo ( se il respiro si fa affannoso ed estrai un inalatore, non serve spiegarmi che vuoi usarlo per evitare un attacco d'asma).
Apprezzo il tentativo shakesperiano di aderire al tema, te lo dico da perfetto ipocrita visto che anch'io per il mio pezzo ho fatto la stessa scelta.

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UN ALTRO GIORNO, MA QUALCOSA E' CAMBIATO

Un racconto molto "istant movie", visti i fatti odierni.
È adrenalinico, non c'è un momento vuoto, succedono tante cose anche se la maggior parte sanno figià visto-udito-letto.
L'originalità è tutta nell'ex studente che salva la protagonista insegnante, un discreto guizzo presentato anche benino.
I due macigni che gravano sul racconto sono 2:
. il finale un po' meh con la riflessione della protagonista che se la canta e se la suona da sola.
. L'assoluta non attinenza con il tema richiesto. Non ho trovato nessun accenno all'effetto drosde, anche a una seconda rilettura dopo aver letto la tua spiegazione nei commenti di seguito. L'effetto drosde come "gioco di inquadratura e visuale della vicenda"? Non mi ha convinto. e io sono un fan assoluto dei temi affrontati di lato e con stravaganza.
Paradossalmente sarebbe stato superattinente con il tema del contest di Maurizio Ferrero.

-

SONO SOLO NEL BUIO?


Scelta giusta quella della prima persona, visto come hai approcciato il tema.
A differenza degli altri, secondo me la parte fiacca è la seconda.
D'accordo le frasette brevi e secce che indicano il crescendo di confusione interiore e di ansia, però tutte quelle domande fanno molto monologo teatrale e di conseguenza mi hanno sbalzao fuori dal pov.
Anche le sensazioni e la tipologia di percezioni sanno di stantio (perdona la battuta involontaria).
È freddo, è buio, c'è puzza e passi che ti seguono. I clichè dell'horror.
Va bene il buio, ma se nell'aria ci fosse stato una bella fragranza di legno, tempere e carta? E anzichè i passi, un fischiettio tipico dell'artista all'opera?
Avrebbe di sicuro alzato il racconto di qualche spanna, per i miei gusti ovviamente.
Tema centrato, un po' accademico ma preso al 100%.

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SABATO SERA


Non è per niente male questo tentativo di scrittura immersiva, si vede che cominci a distinguerne bene le tecniche.
Proprio per questo, un'ambientazione così scarna non me la sarei aspettata. Ho dovuto metterci del mio per immaginare dove avvenisse la scena e non è un buon segno.
Quel "non in maniera efficace" stona parecchio: è più da valutazione di un giudice al tavolo durante un incontro di boxe che da un pov coinvolto su tutti i livelli che, due righe dopo, si autodefinisce uno non avvezzo alla scazzottata.
Dialoghi e tempistiche mi hanno convinto, meno il fraseggio interiore. Quel "Non so. Cioè, sì, lo so. Non sono un tipo geloso, odio la gelosia, è un sentimento stupido." pare che stia giustificando con me lettore e non che si stia confrontando con il proprio io. D'accordo che il monologo possiamo vederlo come un dialogo a due con se stessi, però qui si sconfina.
Siamo al pelo pelo con l'attinenza al tema. Più che un effetto di scene contenute in scene, è una vera e propria circolarità.

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ATTORNO AL DITO


Carina l'idea di utilizzare l'effetto Drosde come canale di comunicazione tra specchi parlanti in un contesto fantasy.
La prima metà del pezzo mi ha convinto, la seconda molto, ma molto meno.
C'è della confusione e un salto troppo repentino nella narrazione. Una donna rossa venuta da chissà dove, degli incantesimi random...
CI troviamo davanti a un'idea che aveva bisogno di molti più caratteri per delineare una struttura funzionante, troppo soffocata dai 3000 caratteri a disposizione vista l'ambientazione fantastica (anche se piuttosto standard) e scontri di magia.
Visto lo stile raccontato molto vicino al fiabesco, non riuscire a distinguere gli eventi è una pecca non da poco.
Peccato, l'idea è la più originale di tutto il gruppo.

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IMPERFEZIONI


Niente male l'idea, particolarmente azzeccato il tema.
Strati inferiori e superiori che scorrono tra creatori e sottocreatori. C'è pure una stilla di conflitto interiore, il canonico conflito padre figlio (che a propria volta può essere considerato effetto Droste? mmmmm)
Nulla da dire sullo stile che fa il suo dovere.
Nelle ultime righe ci si perde, non si riesce a colpo sicuro a capire a quale "livello" ci si trovi e in quale modellino ci troviamo, complici le righe vuote che dovrebbero fungere da segnale di "salto in un altro pov".
Mi fa storcere un po' il naso questa Lei, addirittura con la maiuscola.
Chi capperi è? Arriviamo alla fine, non ci viene fatto capire chi sia. Peccato, mapuò essere interpretata come scelta voluta per alimentare l'effetto metafisico del racconto.
Buona prova.

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LASCIA PERDERE E SOPPORTA


Non si scappa: in ogni gruppo a cui vengo assegnato per il commento, un pezzo che verte sulla violenza sulle donne lo becco sempre in fronte.
Confesso che la cosa comincia ad angosciarmi.
Discreto raccontino, con i suoi picchi emotivi ben distribuiti.
Ho apprezzato molto la faccenda avvocato- non avvocato, mi ha dato una bella botta di tridimensionalità alla vicenda e ha reso la situazione tra i protagonisti più vividi.
Bello il crescendo ma io, me ne assumo tutte le colpe, la faccenda dei cioccolatini mi sfugge.
Azzardo una interpretazione: In queste benedette scatole risiede l'effetto Drosde richiesto. È forse la rappresentazione di una infinita riproposta di violenza domestica che viaggia generazione dopo generazione? Pure il vecchietto rimba menava le mani e ha esternato le proprie colpe? Io l'ho vista così. Funziona ma quella sensazione alla fine della lettura di poter aver svaccato completamente la giusta interpretazione mi lascia un po' l'amaro in bocca. con buona pace dei cioccolatini.
Avrei messo i due punti per l'ultima frase.
"La voce delle nonne: lascia perdere e sopporta"
Così pure i più testoni come me imbroccano al volo almeno quello.
Stile ottimo.

CLASSIFICA:


. Imperfezioni
. Sono solo nel buio?
. Lascia perdere e sopporta

. Sabato sera
. Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato
. Attorno al dito
. “Hai deciso tu”

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Alessio Cavanna
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » domenica 27 marzo 2022, 0:18

Ecco la mia classifica. Non me ne vogliate. Per me siete tutti bravi.

1. Imperfezioni di Giuliano Cannoletta
2. Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato di Isabella Valerio
3. Sabato sera di Stefano Floccari
4. Lascia perdere e sopporta di Davide Mannucci
5. Attorno al dito di Andrea Furlan
6. Sono solo nel buio? di Agostino Langellotti
7. “Hai deciso tu” di Antonella Bagorda


1. Imperfezioni di Giuliano Cannoletta
Ciao Giuliano, il tuo racconto per ora è quello che mi è piaciuto di più, ma ne ho letti solo tre quindi è presto per montarsi la testa)) Ci trovo davvero pochi difetti quindi le cose che ti segnalerò sono cosette di poco conto.
La frase “mi schiaffeggia le guance donando loro colore e realtà” io l’avrei scritta così: mi schiaffeggia donando alle guance colore e realtà. È già chiara dal verbo la parte del corpo che viene colpita. Penso che sia come dire mi indica “col dito”. Non serve specificarlo.
La parola “indegna” si ripete.
E anche “dico”, che si può togliere dove è chiaro chi pronuncia la battuta o sostituire con un beat.
Una domanda. Perché scrivi “Lei” in maiuscolo? Penso che tu ti riferisca alla persona che lo aveva disturbato. Oppure mi sbaglio?

2. Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato di Isabella Valerio
Ciao Isabella. Il tuo racconto non è solo bello ma anche uno dei migliori. E il tema non l'hai disatteso. Non credo che la tua storia si riferisca alla seconda guerra mondiale ma a una più attuale. Dico bene? Bella l'idea di far sputare alla tua protagonista il sangue in faccia al soldato. L'unica critica che che mi sento di farti riguarda i ragazzini che maneggiano mitra. È un po' improbabile, a meno che non siano realmente ragazzini. L'idea che mi sono fatto è che la protagonista, in quanto ex insegnante, li percepisca come tali. Forse perché pensa che persone così giovani non dovrebbero combattere ma restare innocenti. Fammi sapere se ci ho preso))

3. Sabato sera di Stefano Floccari
Ciao Stefano, se il tuo protagonista è come Chuck Norris può fare quello che vuole, anche fare la respirazione bocca a bocca dal telefono)) Il racconto ha un’ambientazione molto nelle mie corde e non è affatto male. Potrei sbagliarmi ma penso che tu abbia cercato di scriverlo immersivo. La resa però non è ottimale. Per esempio usi il poi che non si dovrebbe usare.
Un altro problema a mio avviso sono i pensieri del personaggio che sono fuori luogo e in contraddizione tra loro in alcuni casi. Come quando dice “i miei pettorali ormai flosci.” Non dico che sia impossibile che lo pensi in quel momento, ma secondo me non è molto plausibile. Poi nonostante specifichi che non sia da lui fare a botte riesce a calibrare l’effetto del suo pugno pur colpendo con forza.
Comunque sono sciocchezzuole e magari non sono nemmeno veri problemi. Il racconto mi è piaciuto e il tema lo hai centrato anche in modo originale.

4. Lascia perdere e sopporta di Davide Mannucci
Ciao Davide il tuo racconto è interessante e ben costruito ma ho dovuto leggerlo con maggiore attenzione rispetto a quelli visti finora. Il motivo è che non è sempre chiarissimo chi parla. Avrebbe aiutato lasciare i dialoghi dopo le azioni senza andare a capo. Un altro problema sono l'alpino e la madre, che spuntano in scena troppo all'improvviso. Sarebbe bastato che specificassi all'inizio che c'era altra gente seduta sulle sedie. Antonio avrebbe potuto poi volgere la sua attenzione verso quelle più vicine. Riguardo al tema a me pare che tu l'abbia appena sfiorato. Forse sarebbe stato meglio indicare com'era l'etichetta della cioccolata per centrarlo maggiormente.

5. Attorno al dito di Andrea Furlan
Ciao Andrea, il tuo racconto è interessante e piacevole da leggere anche se la focalizzazione è decisamente esterna. Non che ci sia qualcosa di male, eh. Diavolo, non esiste solo la scrittura immersiva)) Comunque una focalizzazione più ottimale avrebbe giovato, a mio avviso. Sono nuovo qui e non ti conosco quindi non so se la tua è solo una scelta stilistica, quindi ti farò qualche esempio per farti capire cosa intendo. Il pdv non percepirebbe sé stesso come “il ragazzo” e non baderebbe al suo aspetto fisico una volta arrivato davanti allo specchio, a meno che non noti qualcosa di diverso dal solito, come “i suoi capelli biondi parevano quelli di un vecchio da quanta cenere aveva addosso.” Per il resto mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più riguardo alla donna dai capelli rossi. Ho un debole per le rosse)) Ma ho capito che l’anello era suo prima di passare al maestro dell’apprendista.

6. Sono solo nel buio? di Agostino Langellotti
Ciao Pretorian. A proposito ottimo nome)) Il tuo racconto è uno di quelli che mi è piaciuto di più. Potresti pensare di farne una versione più lunga in cui si spiega l'origine del quadro. Lo stile è molto buono e ho solo due cose da segnalarti.
"Avvicinando il volto noto anche..." Questa precisazione si poteva evitare perché è già evidente dai dettagli descritti che il pdv si è avvicinato.
Allontanandosi il protagonista avrebbe dovuto cominciare a notare qualcosa di definito prima di distinguere un uomo di schiena.

7. “Hai deciso tu” di Antonella Bagorda
Ciao Antonella. Il tuo racconto non è affatto male. Hai uno stile che rende godibili anche le sequele di gesti. E anche frasette poco utili come "non si volta, non si voltò" caspiteronzola ci stanno che è una meraviglia))
Questo pezzo qui però "Ci volle un lungo attimo di silenzio prima che il pubblico presente rinvenisse dall’imbarazzo e capisse che un applauso sarebbe stato il giusto modo per uscirne.
I brani che l’editore aveva deciso di far leggere durante la presentazione corrispondevano alla parte più dolorosa della vita del protagonista, che dopo anni di sofferenza ora sedeva lì, in una sala troppo illuminata a farsi fissare da troppi occhi che di lui e della sua famiglia non sapevano proprio niente.
Dopo quell’applauso forzato, l’autore rispose in modo sbrigativo ad altre domande insulse che il moderatore decise di fargli su quell’autobiografia romanzata e lasciò la libreria." non l'ho proprio capito. Ma ha fatto pensare a un episodio di Black Mirror pur non centrandoci niente))
L'unica cosa che non mi ha convinto è: "come fossero punte di trapano impazzite." L'ho trovato eccessivo.

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antico
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » domenica 27 marzo 2022, 12:07

Sei classifiche già postate, ne dovete ancora ricevere altre due (oltre alla mia).

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wladimiro.borchi
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 31 marzo 2022, 14:59

HAI DECISO TU
Ciao Antonella,
racconto scritto decisamente bene.
Purtroppo, nonostante due letture attente, non sono riuscito a capirlo.
La prima narrazione è una "pubblica lettura" di una sorta di autobiografia romanzata di un autore che, seduto in una sala, presenta il proprio libro.
Poi l'autore se ne esce e riparte da capo la lettura di quel passo.
Non ho capito il senso.
Non ho capito dove starebbe l'effetto Droste.
Insomma, sicuramente colpa mia, non c'ho capito nulla.
A rileggerci presto
W

UN ALTRO GIORNO, MA QUALCOSA E' CAMBIATO
Ciao Isabella,
bellissimo racconto su un tema di cui c'è sempre più bisogno di parlare in questi giorni terribili.
Lo stile è ottimo, come al solito, e si empatizza senz'altro col tuo io narrante e la terribile situazione vissuta, in cui ci immergi in modo magistrale.
Anche io, però, non vi ho trovato alcuna attinenza al tema dato.
A rileggerci presto.
W

SONO SOLO NEL BUIO?
Ciao Agostino,
Beh, beh, beh...
Davvero uno spettacolo di racconto!
L'idea che hai tirato fuori ha colto il tema proprio al cuore, passandolo da parte a parte e facendolo sanguinare.
Se dovo trovarci un minimo problema, al di là di quello che ti hanno già segnalato, forse potevi far durare un po' meno la cecità. Devo ammettere di aver saltato un paio di passaggi e di essere arrivato diretto a quanto il protagonista riprende a vedere.
Bello davvero
W

SABATO SERA
Ciao,
racconto scritto decisamente bene ma che non mi ha entusiasmato né quanto ad aderenza al tema né quanto a finale. Che per come la vedo io era già atteso da quando il primo "cazzottato" si alza e si rivolge amichevole al "cazzottatore".
Sarà che nel mio quartiere erano cose all'ordine del giorno.
Mi hai picchiato? Bene, ti offro da bere e mentre butti giù il sorso ti tiro un cazzotto sotto il bicchiere per fartelo arrivare fino alle orecchie. Negli anni ottanta succedeva e c'erano persone, abbastanza note, che era meglio evitare anche solo di guardare quando le incontravi in qualche locale.
A rileggerci presto.
W

ATTORNO AL DITO
Ciao Andrea,
racconto che non ho capito fino in fondo.
Chiarissimo l'effetto Droste, per cui c'è l'aderenza al tema.
Mi sento di condividere l'opinione di Dug Scattina sui punti della trama che restano un po' oscuri anche a una lettura attenta.
Resta il fatto che si tratta di un'idea discreta forse strizzata in un numero di battute davvero troppo esoso.
A rileggerci presto.
W

IMPERFEZIONI
Ciao Giuliano,
l'ho letto volentieri perché è scritto molto bene.
Ottima l'idea e lo svolgimento.
Alla fine mi resta il dubbio di chi sia "lei" del finale. La madre che si è disfatta del padre? L'attuale compagna dell'io narrante? Ovviamente è molto più probabile la seconda ipotesi, attesa la declinazione al passato di tutto quello che riguarda l'omaccio bruto.
Questa minuscola indeterminatezza è forse l'unico neo di un lavoro ottimo.
A rileggerci presto.
W

LASCIA PERDERE E SOPPORTA
Ciao bella fiha,
complimenti davvero.
Se volevi darmi un cazzottone nello stomaco ci sei riuscito.
Il tema è solo nell'etichetta della cioccolata, che diviene anche metafora della massaia onorata (oramai d'altri tempi) che "lascia perdere e sopporta" perché la famiglia tiri avanti.
Geniale come l'io narrante declinato al presente (che mi piace parecchio) venga a conoscenza di quello che è successo alla madre. Tutto resta tra le righe, ma arriva infine tutto assieme, nella ripetizione di quella frase finale, con la violenza di un pugno allo stomaco.
Stile impeccabile!
Mi sbilancio: forse uno dei racconti più belli che hai scritto qua si MC.
A rileggerti presto.
W

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2 - SONO SOLO NEL BUIO?
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antico
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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 31 marzo 2022, 15:03

Dovete ancora ricevere, oltre alla mia, una sola classifica.

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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 31 marzo 2022, 22:49

Ecco anche la mia classifica! Che sudata i primi due posti, non c'è il pari merito? :(
Per le altre posizioni mi dispiace, purtroppo siamo chiamati a classificare...

CLASSIFICA

1. Lascia perdere e sopporta
2. Imperfezioni
3. Sono solo nel buio?
4. Sabato sera
5. Hai deciso tu
6. Attorno al dito
7. Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato

COMMENTI

Lascia perdere e sopporta
Ciao Davide,
il tuo racconto l'ho commentato per ultimo perché francamente ci ho messo un po' di tempo per sviluppare un sentimento chiaro nei suoi confronti. Scrivi bene e catturi con la tua penna, quindi questo gioca a tuo favore e ogni volta leggo con grande interesse. A una prima lettura confesso di averci capito poco, troppo concentrata a scoprire come avessi declinato il tema.
Poi l'ho riletto e ho avuto i brividini di piacere da lettura che ti rimane un po' dentro, a cui ci ripensi durante il giorno.
Lascia perdere e sopporta.
E trovo che questo tema, declinato in questo modo originale, è davvero notevole.
Bravo! :)
Morena

Imperfezioni
Ciao Giuliano,
è sempre un piacere leggerti, per me spesso regali delle chicche mai banali e sempre piacevoli.
In questo caso, trovo che "avvolgente" sia l'aggettivo che meglio mi permette di sintetizzare questa perla.
Avvolge la protezione di lei, avvolge il pennello e avvolge fino a non farti respirare. Trasmetti benissimo le sensazioni senza mai essere pesante, e passi con rapidità dall'angoscia alla protezione con una naturalezza davvero invidiabile.
Mi è piaciuto tutto, davvero. Anche la declinazione del tema è davvero originale.
Vorrei dirti qualcosa di utile per aiutarti a migliorare ma non mi viene in mente nulla.
Complimenti!
Morena

Sabato sera
Ciao Stefano,
il tuo stile mi è piaciuto e l'ho trovato più maturo di altri tuoi testi che ho avuto il piacere di leggere :) I dialoghi sono molto naturali e danno un po' di tridimensionalità al testo.
Le due note su cui secondo me si può migliorare sono:
- aderenza al tema: Il tema lo vedo un po' forzato se devo essere sincera: ho apprezzato la ciclicità, ma non vedo un effetto Droste vero e proprio.
- alcuni "problemi di coerenza": il tipo dà uno schiaffo (o un pugno? ma se fosse un pugno perché ha male al polso e non alle dita?) e l'omone cade a terra. A me è capitato di fare/vedere rissa, e una simile cosa non ti fa certo rialzare con un sorriso. La scelta della descrizione del pavimento è stata azzeccata e mi è piaciuta, avrei solo trovato un altro pretesto. Inoltre per essere uno "che non fa a botte" e "non geloso" il pretesto dello sguardo mi sembra un po' eccessivo.
Questo secondo elemento è molto presente nella prima parte, ed è un peccato perché l'evoluzione della situazione (seppur un po' "telefonata") mi è piaciuta.
In bocca al lupo,
Morena

Sono solo nel buio?
Ciao Agostino,
la declinazione del tema è sicuramente giusta e il testo è scritto bene e scorre veloce, tranne che per qualche ripetizione di troppo che appesantisce leggermente la lettura.
Già dalle prime battute avevo supposto l'evoluzione della storia, ma non credo tu abbia puntato troppo sull'effetto a sorpresa quanto al ricreare delle sensazioni noir che a me piacciono sempre.
Non ho capito il riferimento alla data della morte: è stata una nota che mi ha incuriosito e che pensavo avrebbe trovato una sua dimensione nel testo ma che alla fine mi pare morire lì. Mi sono persa io qualcosa?
Avrei inoltre gradito sensazioni meno da cliché nell'altra dimensione: sarebbe stato carino qualche riferimento alla pittura, anche un rumore costante di matita che mi avrebbe inquietata anche di più francamente.
Una buona prova comunque.
Buona edition,
Morena

Hai deciso tu
Ciao Antonella,
benvenuta! Il tuo stile è abbastanza fluido, sebbene alcune imperfezioni che ti hanno fatto notare già. Sono sicura che migliorerai tanto stando qui. Trovo che il punto di forza di questo racconto sia la capacità di suscitare interesse. Nascono tante domande nella prima parte: cosa è successo? Cosa succederà? Cosa ha portato il protagonista a compiere un omicidio? Mi riesce difficile capire la sua morale e questo incuriosisce.
Il problema che ho riscontrato però è che la curiosità e l'interesse muoiono un po' a metà racconto: la declinazione dell'effetto Droste è interessante, ma ti ha un po' limitato nell'approfondire qualcosa che invece aveva tanto potenziale. Il consiglio che ti do per le prossime edition è quello di valutare più strade prima di iniziare a scrivere: a volte un ottimo racconto viene penalizzato dalla volontà di aderire al tema e dai caratteri, quando potrebbe rendere molto di più in un contesto diverso. Spero ti sia utile.
In bocca al lupo,
Morena

Attorno al dito
Ciao Andrea,
originale combinazione del tema al fantasy. In 3000 caratteri lanciarsi su quel genere è sempre un atto coraggioso che ho apprezzato. Sinceramente ho capito sin dalla frase "non mi è permesso entrare" e "non so cosa gli sia successo" che fosse proprio Ariel la causa della scomparsa, e questo mi ha un po' rovinato il tutto (forse a causa di una semina eccessiva). Non so quanto tu puntassi sull'effetto sorpresa.
Lo stile è buono ma perfettibile: secondo il mio (umilissimo eh) parere forse ci sono troppe mini-frasi con troppe virgole e mi sembrava di leggere un po' a singhiozzi.
Il testo però mi ha incuriosito e tutto sommato non è stata una brutta prova.
In bocca al lupo,
Morena

Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato
Ciao Isabella,
il tuo testo è scritto bene, sebbene più di vero e proprio racconto ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a delle fotografie. Il che secondo me sintetizza bene sia il punto di forza della tua scrittura in questa prova, quello di evocare delle immagini nitide e vere, sia il punto di debolezza, ossia di aver ricreato un contesto statico.
Come al solito mi sono concessa più riletture perché per me MC è soprattutto una palestra e vorrei riuscire sempre a fare commenti che siano utili come quelli che mi piace ricevere, con delle indicazioni in più, ma non ho capito bene il perché abbia avuto una sensazione di "statico". Forse per un assenza di un vero cambiamento? O il pdv è un po' passivo, salvo la riflessione finale? Ti lascio questi spunti di rfierimento.
In bocca al lupo,
Morena

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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 31 marzo 2022, 23:26

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni vi arriverà anche la mia.

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Re: Gruppo ARIAL: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » venerdì 1 aprile 2022, 13:57

Ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo:

1) Sono solo nel buio?, di Agostino Langellotti
Un piccolo incubo davvero ben confezionato. Alla fine rimane un'indeterminatezza generalizzata, ma l'effetto non è casuale, si percepisce la volontà dell'autore e quindi lo accetto. Il tema è ottimamente declinato. Direi che siamo su un pollice su preso per il rotto della cuffia (prima volta che uso questo pollice, mi piace).
2) Imperfezioni, di Giuliano Cannoletta
Molto bello. Ben declinato il tema e ben reso anche il racconto che, mio parere, ha un grado di difficoltà di esecuzione davvero elevato. Qualche imperfezione sparsa, ma niente di grave mentre, invece, avrei preferito avere qualche indicazione in più sull'età del protagonista perché la lei alla fine sembrerebbe la madre mentre lui, di contro, ha il ragionamento di un adulto. Insomma, più ciccia sul back del protagonista. Direi un pollice quasi su.
3) Un altro giorno, ma qualcosa è cambiato, di Isabella Valerio
Un racconto efficace che pecca sul finale. Mi spiego meglio, mi è piaciuto, ma è troppo spiegato, ragionato. Meglio sarebbe stato accompagnarla lungo questa metamorfosi: non accetta la guerra e la violenza, ma ci si trova dentro e genera ulteriore violenza che a sua volta crea i presupposti per altre violenze. Forse saresti dovuta entrare di più dentro la protagonista e disporre diversamente gli eventi del racconto senza arrivare alla chiusa riflessiva. Ma tant'è, la tua scelta è stata diversa e l'effetto è comunque buono anche se non ottimo. Il tema lo vedo anche se sarebbe potuto uscire molto meglio da una diversa trattazione. In buona sostanza, per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante e in classifica ti piazzo davanti al parivalutato racconto di Floccari.
4) Sabato sera, di Stefano Floccari
Un racconto discreto, si fa leggere bene e intrattiene senza grosse problematiche. Forse un po' più di contesto, adeguatamente seminato, sarebbe servito per definire meglio tutto ciò che sta intorno che rimane, invece, molto offuscato senza però essere funzionalmente congiunto con lo status dei protagonisti, tutti piuttosto alticci, a quanto pare. In pratica, se il tuo voler lasciare sfumato il contorno era in rapporto alla situazione del pdv, la riuscita non è ottimale. Deboluccia l'attinenza al tema. Direi un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante.
5) Lascia perdere e sopporta, di Davide Mannucci
Uhm, questa volta non sono riuscito a entrare nella tua storia. A parte il tema che mi sembra richiamato solo per chi già sapesse quale dovesse essere, è proprio la logica interna che mi ha lasciato freddo a partire dal cosa ci fosse di diverso, questa volta dopo trent'anni, per arrivare a un nuovo stadio nell'indagine circa il destino della madre. Suppongo che i due protagonisti siano fratelli, ma, anche qui, avrei gradito una semina più definita. Infine la chiusa che, di nuovo, non mi è arrivata lasciandomi piuttosto incerto riguardo a quanto letto. Insomma, la mia valutazione è un pollice tendente al positivo perché lo stile c'è e la sensazione di non essere io a capire e non per colpa del testo è forte, ma non in modo solido.
6) Attorno al dito, di Andrea Furlan
Altro racconto ben scritto e che si legge bene, ma che, a mio parere, presenta delle problematiche nella storia. Qui mi sembra che tu non sia riuscito a trasmettere le intenzioni di Ariel nel suo presentarsi di fronte agli specchi, non si capisce proprio la sua strategia nel suo negare per poi essere, sembrerebbe, sopraffatto. La chiusa è buona, ma questo senso di ripetizione non si riverbera nel testo e quindi arriva non preparato. Concludendo, per me siamo su un pollice tendente al positivo, ma non in modo solido e in classifica ti piazzo dietro il parivalutato racconto di Mannucci in quanto il suo racconto mi sembra più coerente internamente, tanto da far sorgere in me il dubbio di non averlo capito mentre qui, di contro, la problematica mi sembra più evidente.
7) “Hai deciso tu”, di Antonella Bagorda
Se non ho capito male, il protagonista ha ucciso la moglie e poi stava per uccedere il figlio. Come spesso capita, dopo avere pagato con la prigione, esce e scrive un libro e diventa famoso, non fosse che il figlio non ha dimenticato e decide di fargliela pagare. Questa la ricostruzione che mi sembra più logica, ma devo evidenziare che mi sembra ci sia davvero tanto, troppo, non detto. In particolare, non mi sembra funzionale l'idea di chiudere con una ripresa quasi uno a uno della prima parte perché è difficile che le cose possano andare proprio in quel modo per una seconda volta, ma, soprattutto, perché ti ha limitato ulteriormente i caratteri che ti avrebbero dato la possibilità di migliorare la definizione del contesto. L'effetto droste sembra essere quello utilizzato anche dalla Valerio: violenza genera violenza, ma anche qui ci si arriva forzando parecchio l'interpretazione. In buona sostanza, per me questo è un pollice tendente verso il positivo, manon in modo solido e in classifica ti devo posizionare dietro ai parivalutati racconti di Floccari e Mannucci proprio per questo finale ripetuto che credo volesse essere il punto di forza del racconto, ma che si è rivelato, a mio parere, come un peso che ha danneggiato tutta l'impalcatura. Ma può sbagliare solo chi osa rischiare e quindi va bene lo stesso perché alla base c'è una mano più che buona e questo è incontestabile.

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