I commenti di MARIA ELISA ALOISI ai racconti finalisti

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 21 marzo 2022 con un tema di Maria Elisa Aloisi!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
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I commenti di MARIA ELISA ALOISI ai racconti finalisti

Messaggio#1 » giovedì 14 aprile 2022, 18:11

Ecco i commenti della guest star Maria Elisa Aloisi a tutti i racconti finalisti dell'edizione.

Lascia perdere e sopporta
L’autore ha scelto il tema della follia ricorrendo all’immagine della madre rinchiusa in un barattolo. L’idea di fondo è interessante in quanto richiama un gioco di scatole cinesi. Tuttavia il racconto, a mio avviso, andava meditato maggiormente. Di certo i “minuti contati” non sono stati d’aiuto per una visione così complessa, bisognosa di maggiore respiro in termini spazio/tempo.

Ne resterà soltanto uno
Il racconto di genere horror, nel titolo richiama “e non ne rimase nessuno” di Agatha Christie. La storia è godibile anche se, a mio avviso, sposta un po’ il focus sul tema del doppelganger.

Tratti di matita
L’autore nel racconto ricorre all’effetto Droste, nella sua accezione figurativa, per parlare del tema dell’autismo. Il disegno diventa veicolo di comunicazione e mostra con grande efficacia narrativa anche il rapporto genitore/figlio. L’uso del tempo presente e della prima persona consentono di immedesimarsi nella scena e creano empatia con il protagonista.

La prima seduta
L’autore del racconto sceglie l’ipnosi come espediente e questa dimensione onirica ben ricrea la “messa in abisso”, anche grazie all’uso della prima persona come io narrante. La scelta narrativa gli consente di prelevare segreti, nascosti nel subconscio della protagonista e regalare un finale a sorpresa.

Il corpo di Anna
Storia distopica dal tratto cinematografico. L’autore è stato penalizzato a causa della scarsa pertinenza con il tema della gara.

Imperfezioni
Il racconto fotografa un artista nell’atto di creare un modellino che a sua volta costruisce un modellino. L’effetto Droste si moltiplica fino allo stesso protagonista del racconto. Egli, in sogno, immagina il Padre/Demiurgo che evidenzia gli stessi limiti che l’io narrante ha riscontrato durante la creazione del proprio modello. L’autore ha scelto di raccontare la storia in prima persona al tempo presente. Scelta narrativa adatta allo stile introspettivo e allegorico della composizione.

Buchi neri
Narrazione fresca per stile e tema trattato. L’uso del passato remoto conferisce al racconto una certa epicità che ben si sposa con il finale. L’autore immagina un effetto Droste in chiave speculare che regala un tocco di originalità al racconto.

Lettera di una madre mai nata
In questo racconto l’effetto Droste è sfumato in una chiave simbolica. Gli errori dei padri che si ripercuotono sui figli, di generazione in generazione, condizionandone le scelte. Scrittura elegante ed evocativa.

Sono solo nel buio?
L’autore, attraverso l’escamotage del quadro di Luthor Keitel, ricrea l’effetto droste che però resta fuori fuoco. Ho apprezzato la narrazione in prima che consente di entrare in empatia con il protagonista che, davanti al dipinto, sembra subire la sindrome di Stendhal.

Speak to me
L’autore evoca l’effetto Droste, tema scelto per la gara, attraverso il gioco di specchi, il doppio e il suo rovescio. Il racconto vince la competizione per l’originalità della trama e in quanto, pur nella brevità della composizione, dà prova di una cifra stilistica originale in grado di trasformare immagini in parole e parole in suoni.

Si concentri
È uno dei racconti che ho amato di più ma che purtroppo è scivolato in fondo alla classifica per la scarsa attinenza al tema scelto. Tutti i miei complimenti all’autore.

Se stai per leggere questa storia, è tutto sbagliato
Il racconto si classifica al secondo posto perché l’autore ha ricreato in poche battute una perfetta mise en abyme. La trama mi ha ricordato Il manoscritto di Thilliez e le ultime pagine di Cent’anni di solitudine di Marquez, soprattutto nella sua conclusione, quando il lettore lascia la protagonista Stefania nell’atto “di decifrare l’istante che stava vivendo, come se si stesse vedendo in uno specchio parlante”.



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