La sequenza

Appuntamento fissato per le 21.00 di martedì 19 aprile 2022 con un tema del team di Penne Arruffate!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Debora D
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La sequenza

Messaggio#1 » mercoledì 20 aprile 2022, 0:32

La sequenza di Debora Dolci

Gli alunni corrono sul piazzale fuori dall’aula. Mi avvio lento fuori dalla porta, non si vedono i bidelli in giro e posso farli sfogare durante la ricreazione.
Alla prossima ora devo spiegare il canto XXVI dell’Inferno, Ulisse che per amore di conoscenza supera il limite concesso all’uomo. Come lo racconto a questi dodicenni?
Ernesto Varchi mi raggiunge, stringe un pezzo di carta. Si ferma, prende fiato e dondola sui talloni. Dobbiamo ancora lavorare sull’emozione, non può andare in apnea ogni volta che mi vuole chiedere qualcosa.
“Le posso fare un indovinello, prof.?”
Ah, è uno di quei giorni! Gli sorrido per incoraggiarlo. Quale gioco di parole sarà? L’ultima volta c’erano degli interruttori della luce.
Annuisco magnanimo perché apprezzo lo sforzo che ci mette.
Ernesto mi porge l’enigma. “Cosa significa questa sequenza?”
Ricevo il foglietto e lo stringo tra pollice e indice.
Questi sono numeri!
135
I I I
24R
Le cifre si incrociano e si confondono con lo sfondo bianco. La mia testa si svuota. Niente giochi di parole o di logica oggi, niente complicate metafore sul tempo che fugge.
Ernesto mi guarda e si strofina le mani. “Lo conosce già?”
Scuoto la testa. “Mi è nuovo.”
Lui sorride, già soddisfatto. La settimana scorsa ho riconosciuto l’indovinello de Lo Hobbit prima che finisse di leggermelo.
Silenzio. Mi gratto il mento, tiro un filo della barba.
Somma? Divisione? Il tredici è un numero primo, anche il cinque. Il centotrentacinque è divisibile per cinque, però. E che ci sta a fare il tre romano? Oppure è un segno di congiunzione, magari c’è un legame. L’uno porta al due e il tre al quattro e il cinque alla R, certo. Sensato.
“Interessante, Ernesto.”
Gli do le spalle e rientro per raggiungere la cattedra, mio rifugio e conforto.
Ernesto mi segue, il resto della classe continua ad andare avanti e indietro tra l’aula, il cortile e il piazzale. Scambiano merende, corrono, gridano.
Alice Garoldi si ferma, sbircia il foglietto. “Oooooh.”
Solo una vocale. Alice è una che vocalizza parecchio.
“Ma me lo dici cosa significa?” bisbiglia al compagno, Ernesto la azzitta con una spintarella.
Contatto fisico non autorizzato e pure scorretto, apro la bocca e non mi esce un rimprovero.
135… le cifre sul foglietto mi attirano e mi respingono.
“Vuole un aiuto, prof.?”
Grugnisco un no.
Odio i numeri, insegno italiano apposta, io. Li odio. Ho lasciato in bianco la prova di matematica alla maturità per protesta contro i numeri. Eppure anche la letteratura è piena di numeri, bisogna farci i conti, appunto.
Mi scappa fuori una risatina. Anche Dante aveva la fissazione delle cifre.
“Ingegnoso, mi ricorda le matrici.” Così almeno ho coperto il silenzio, ma che gran cavolata che ho detto. Ernesto e Alice sgranano gli occhi, non hanno idea di cosa siano le matrici in seconda media.
L’orologio sopra la lavagna segna le 10:07. Mancano tre minuti di ricreazione.
Potrei riconoscere l’ingnoranza e dare al ragazzo un punto nella nostra piccola sfida. Non è possibile sapere tutto nella vita e capire che non sono onnisciente gli farebbe bene.
Qualche alunno rientra in classe. Una voce chiede del bagno e mormoro un assenso. Si avvicinano altri spettatori.
Suona la campanella. Alice lancia un’esclamazione. Emette un piccolo sospiro e un’altra vocale acuta. “Aaaaaa! Prof. è il cambio!”
“Cosa? No, Garoldi. Ci sono ancora io per un’ora, niente cambio.”
Ernesto si lascia scappare una risatina, ma la soffoca e sfugge al mio sguardo.
Alice picchietta con le unghie colorate di blu elettrico sul foglietto e con l’indice copre la R. “Prof., è il cambio dell’auto. Sono le marce e le tre stanghette sono quel disegno che c’è sul cambio per collegarle.”
Ha ragione Ernesto, c’è da ridere. E ho trovato la chiave di lettura per la lezione di oggi.
Fatti non foste a viver come bruti. Però Ulisse è morto sotto la montagna del Purgatorio, cioè a un certo punto ti devi fermare e accettare che non tutto riesci a capire, prima di fare una figuraccia o una finaccia.



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antico
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Re: La sequenza

Messaggio#2 » mercoledì 20 aprile 2022, 0:34

Ciao Debora, altra autrice in piena lotta ROAD TO THE CHAMPION! Caratteri e tempo ok, diveratiti in questa PENNE ARRUFFATE EDITION!

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Andrea Furlan
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Re: La sequenza

Messaggio#3 » giovedì 21 aprile 2022, 22:06

Ciao Debora,
Qui sei proprio nel tuo campo, come ci hai abituato: il racconto sulle esperienze con i tuoi ragazzi, dove riesci a trarre insegnamenti veri (di vita) e non solo di scuola. L'ho trovato chiaro e ben scritto come sempre, ma meno intrigante di tanti altri che hai prodotto. Niente da dire sulla forma, lo stile, la suspense che riesci a creare da fatti apparentemente banali ma che rivelano sempre una grande profondità: i tuoi ragazzi sono fortunati ad averti come insegnante. Come ultima nota, nonostante mi cimenti con la scrittura, sono dotato di una mente logico - matematica (da agronomo): lo schema del cambio l'ho "visto" alla prima lettura :-)

Canadria
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Re: La sequenza

Messaggio#4 » sabato 23 aprile 2022, 9:12

Ciao Debora!
Ho trovato il racconto simpatico e curioso. Io non sono riuscita a dare la soluzione dell'enigma prima del professore! Ho apprezzato molto il paragone finale con Ulisse che un po' ricorda la chiosa delle favole di Esopo. Alla seconda rilettura, mi è parsa forse un po' troppo lunga e ridondante la parte dedicata al ragionamento in attesa della soluzione finale ma comprendo che non è affatto un esercizio semplice creare suspense nel lettore.

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kruaxi
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Re: La sequenza

Messaggio#5 » sabato 23 aprile 2022, 23:23

La sequenza

Ciao Debora, piacere di leggerti.
Che dire? L'attinenza al tema proposto è decisamente adeguata: numeri ed enigmi, che si vuole di più?
Ambientazione realistica, situazione simpatica. La storia del cambio non l'ho capita subito, complice anche la mancanza della, credo necessaria, riga orizzontale che dovrebbe intersecarsi con la metà delle tre righe verticali, ma si tratta di una sciocchezza.
Molto carino il gioco alla quale si sottopone il professore.
Ho trovato un po' forzata la "morale" alla fine.
Molto carino.

Stefano

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Davide_Mannucci
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Re: La sequenza

Messaggio#6 » domenica 24 aprile 2022, 8:35

Ciao Prof!
Eh be'...la Debora quando scrive di ciò che sa fa bene a chi legge!
Dovrei metterti all'ultimo posto perché ho capito che era il cambio quando Alice ha spiegato per la seconda volta. Quando ha esclamato che era il cambio credevo anche io che parlasse del cambio dei prof...
Quindi ultima perché mi hai fatto sentire un deficiente che con i numeri ha litigato da piccolo ma decisamente da podio per lo stile, l'atmosfera e le delicate emozioni con cui avvolgi la tua scrittura quando parli di ciò che vivi ogni giorno. Non a caso "La domanda" fu un trionfo.
Forse un po' troppo allungata la parte del ragionamento ma è una cosa che non dà più di tanto fastidio.
Brava!
A presto
Davide Mannucci

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Stefano.Moretto
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Re: La sequenza

Messaggio#7 » lunedì 25 aprile 2022, 14:22

Ciao Debora, come sempre è un piacere leggerti. Ammetto che mi sono soffermato qualche secondo a fissare l'enigma prima di arrivare alla fine per non "farmi spoiler". Sullo stile non c'è molto da dirti, giusto sul finale ho avuto un problema di comprensione che ho capito di avere leggendo i commenti di chi è arrivato prima di me:
Suona la campanella. Alice lancia un’esclamazione. Emette un piccolo sospiro e un’altra vocale acuta. “Aaaaaa! Prof. è il cambio!
“Cosa? No, Garoldi. Ci sono ancora io per un’ora, niente cambio.”
Ernesto si lascia scappare una risatina, ma la soffoca e sfugge al mio sguardo.
Alice picchietta con le unghie colorate di blu elettrico sul foglietto e con l’indice copre la R. “Prof., è il cambio dell’auto.

Alla prima lettura mi sono perso il collegamento tra questi due punti. Non sono molto lontani spazio–tempo parlando, ma in mezzo c'è una descrizione estremamente dettagliata che ha completamente distolto la mia attenzione: "Alice picchietta con le unghie colorate di blu elettrico sul foglietto e con l’indice copre la R."
Qui mi sono focalizzato sul fatto che le unghie fossero colorate e che coprissero la R, il mio cervello nell'elaborare questa informazione ha dimenticato il pezzo prima del "cambio" e non è riuscito a fare il collegamento tra le due frasi. Forse ce l'avrei fatta se Alice avesse detto "No Prof, intendevo che", ma penso che limando un po' il pezzo prima sarebbe venuto più liscio.
Ottima prova comunque, ho già capito che a questo giro fare una classifica sarà dura!

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Alessio Cavanna
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Re: La sequenza

Messaggio#8 » lunedì 25 aprile 2022, 18:41

Cara Debora. Il tuo racconto è molto bello. I ragazzi sono simpatici. Ho capito che era il cambio insieme al professore e mi sono sentito molto sciocco. Credo fosse questo il tuo intento. Far capire al lettore quanto sia stupido pensare di sapere tutto, o di poter comprendere tutto. E alla fine il protagonista trae anche insegnamento dalla vicenda, ispirazione per la lezione imminente. Al prossimo racconto!

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Leonardo Pigneri
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Re: La sequenza

Messaggio#9 » giovedì 28 aprile 2022, 17:33

Ciao Debora!
Racconto piacevole e leggero. Non ci sono grandi trovate a livello di idee, ma funziona lo stesso molto bene. Ho giusto faticato un po' inizialmente a entrare nel personaggio. Ti spiego di cosa parlo:

Ernesto mi porge l’enigma. “Cosa significa questa sequenza?”
Ricevo il foglietto e lo stringo tra pollice e indice.
Questi sono numeri!


Qui secondo me c'è stata un occasione sprecata per evidenziare meglio il problema che il protagonista ha con i numeri. In prima lettura infatti ho trovato piuttosto fuori posto questa esclamazione, già dal parlare di "sequenza", infatti, si capiva che l'indovinello avrebbe potuto contenere dei numeri e quindi ho trovato la sorpresa del protagonista esagerata. Poi, continuando con la lettura, ho capito che quel "questi sono numeri!" doveva avere un'accezione negativa e allora ok, ma avrei fatto un commento diverso che veicolasse meglio il messaggio fin da quella battuta.

Per il resto, come ho detto, un bel pollice in su!

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antico
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Re: La sequenza

Messaggio#10 » sabato 30 aprile 2022, 13:53

Un finale, mio parere, un po' monco soprattutto per la chiusa che non mi sembra dare la svolta decisiva e per un certo disequilibrio nell'arrivarci, quasi in tutta l'ultima parte tu abbia faticato a definire in tal mondo perdendo la tua solita efficacia. Manca, in particolare, qualcosa che definisca meglio Enrico in rapporto al quesito da lui scelto, sembra tutto troppo poco determinato e quel finale che cerca di tirare le fila giunge, dunque, ancora meno funzionale. Detto questo, il racconto è bello e il tema ben declinato. Come valutazione direi un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante.

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