Commenti e classifica di LUCA NESLER

Appuntamento fissato per le 21.00 di martedì 19 aprile 2022 con un tema del team di Penne Arruffate!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 4000 caratteri entro l'una.
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Commenti e classifica di LUCA NESLER

Messaggio#1 » giovedì 12 maggio 2022, 12:26

I COMMENTI

Contare sulle dita
Il racconto di un anziano che muore dopo un ictus circondato dai famigliari. Il tema dei numeri incomprensibili è nell'incapacità di contare dell'anziano colpito dall'ictus. Senz'altro rispettato.
Nel racconto non c'è una particolare svolta o riflessione su questo o quel tema. Pare un quadro piuttosto comune dove si cerca l'emozione facile attraverso il connubio così spesso utilizzato di bambini, anziani e menomazioni mentali (l'ho fatto anch'io! E anche Lauro).
Rendere credibile il punto di vista di un bambino è molto difficile. È necessario far dimenticare al lettore che c'è un adulto che si finge bambino o l'effetto è una totale distruzione della sospensione d'incredulità. In questo caso il pdv di Tommaso non è assolutamente quello di un bambino di cinque anni.
Si insinua nel racconto una svolta verso il finale dove si viene a sapere che probabilmente c'è stato un errore medico che porta l'anziano alla morte, ma questa cosa resta lì, non aggiunge e non dà chiavi di lettura.
La particolarità del racconto è il gran numero di punti di vista usati per raccontare il quadro. Questo è un punto di originalità interessante, ma porta con sé alcuni difetti come un po' di confusione tra i pdv nel finale e il fatto che al cambio di paragrafo non sia immediatamente chiaro chi stia riflettendo e guardando la scena. Inoltre, malgrado sia una buona idea, non è funzionale a evidenziare diversi modi di vedere un evento e darne diverse chiavi di lettura. I diversi pdv non aggiungono nulla alla storia.
Stilisticamente il racconto è buono. Forse la lettura poteva essere aiutata con con qualche a capo in più, ma nulla di che.
Molto azzeccata l'interpretazione del tema attraverso l'idea del danno cerebrale che non rende più comprensibili i numeri e l'escamotage dei diversi punti di vista per evidenziarlo.

Il resto
Il racconto si fa leggere volentieri e scorre bene. Nella prima parte c'è del brutto infodump che rovina l'inizio del racconto. “Tu non sei più un bambino” e “Il dottore ha detto che non è colpa sua”. sono immediatamente comprensibili, ma come lettore ci ho visto subito il tentativo di farmi conoscere la situazione e non pensarci più. Lo spazio per una costruzione migliore c'era, ma magari mancava il tempo, non so.
Il racconto non si sviluppa, vediamo un problema e ci fermiamo lì. Che esistano le persone discalculiche però non è una cosa così incredibile o sconosciuta da essere sufficiente per rendere un racconto apprezzabile, anche se così ben steso.
Poteva essere elaborato meglio. Manca un what if che renda la discalculia un elemento originale per lo sviluppo di una vicenda. Tipo: che succederebbe se a una persona gravemente discalculica facesse una rapina in banca?
Stilisticamente è buono, le battute funzionano bene e danno un buon ritmo.
Il tema c'è, anche se l'idea non è molto originale (e non sviluppata).

Dieta squilibrata
Mi è piaciuta molto l'idea delle calorie che svelano la fine dell'umanità. L'ho trovato il più divertente tra i racconti. Mi è piaciuta meno la spiegazione finale e la scoperta fulminea della donna incinta che è un colpo di scena sgraziato e poco utile – non conta con la trama a meno che non si volesse far pensare “pure?! Eh che sfiga!”. Uno di quelli appiccicati sul fondo per fare sensazionalismo. Il racconto avrebbe funzionato allo stesso modo senza.
Il titolo non mi piace, non è coerente col tono del racconto. Lo dico, ma non ne tengo conto nel giudizio finale.
Stilisticamente non è male, ma ci sono un po' di punti dove l'autore/autrice non ha gestito bene il punto di vista virando verso l'esterno, a cominciare dall'inizio dove viene citato il cognome del protagonista che dà subito l'idea di un narratore esterno.
Non ho gradito i corsivi, i grassetti e i maiuscoli. Non sono necessari e imbruttiscono il testo, si fanno notare durante la lettura come un espediente autoriale.
Anche in questo racconto ci sono un po' di infodump sgraziati oltre ad alcune frasi poco immediate.
“Il dott. Mirko Lenzerheide uscì dalla Serra Polare del Rifugio. Stretto tra i guanti felpati, il mangofico era grinzoso e maturo.”
La prima parte è tutta infodump, la seconda, passiva e col soggetto alla fine, è costruita in modo da non essere subito chiara. Non è l'unica frase così.
Parliamo della semina della “ gran scopata ubriachi”. Prima di tutto arriva gratuita in un momento assolutamente sbagliato per quel tipo di pensiero, inoltre il fatto che Mirko ci pensi in quel momento fa pensare che la cosa sia avvenuta la sera prima, magari per festeggiare la fine dell'esperimento, visto che si cita il fatto che fossero ubriachi. Quindi Lara non potrebbe sapere di essere incinta. In ogni caso la gratuità non funziona da semina. Le semine devono essere necessarie al testo o si fanno notare e si rendono ridicole.
Tema: i numeri sono più inspiegabili che incomprensibili, ma se pensiamo che non sia comprensibile la giustificazione di tali numeri, allora ci siamo.
(ammazza, so' cattivo come l'aceto)

Dove i numeri sono tutti uguali
Come ho scritto nel commento a “Contare sulle dita” quando si cerca la commozione facile del lettore si tirano in ballo vecchi e bambini, il rischio però è di mancare la credibilità del pdv infantile. Cosa che in questo racconto viene ciccata completamente: la bambina sembra più ritardata che piccola. Assolutamente non credibile e questo influenza negativamente la mia valutazione.
“Il piccolo Hans piange in braccio alla mamma. Speriamo che non lo dia a me: pesa tanto il piccolo Hans.” Perché ripete sempre “il piccolo Hans”? Chi penserebbe al fratello in questi termini? Viene ripetuto ben cinque volte.
Poi i “numeri tanto cattivi” mi sembra un modo davvero stucchevole di rappresentare una bambina che, per altre cose e per come si esprime, sembra più grande.
Stilisticamente è molto interno. Un flusso di coscienza un po' pesante in diversi punti, forse anche perché è poco credibile. Vediamo poco dall'esterno e la bambina ci spiega anche troppo virando all'infodump.
Al netto di questo lo stile è pulito, le frasi ben calibrate e i dettagli scelti con cura.
Il tema dei numeri incomprensibili ha a che fare con un pagamento in marchi che all'epoca erano tanto svalutati da dover parlare di ioni o iardi? Se così fosse penso avrebbero parlato di scambi diversi, quindi il tema dov'è? Forse è preso, ma mi sembra ben nascosto e accessorio.

Lo chiamano mare
La scelta di partire con un onnisciente e procedere con un racconto in prima direttamente al lettore di un personaggio che sappiamo già essere morto, non mi convince. A chi si rivolge e perché? Il fatto di essere una scelta stilistica e basta, cioè che sia un modo come un altro di scrivere il racconto a me non basta. Dovrebbe esserci una scelta necessaria, ponderata. Mentre qui non se ne vede la necessità.
Il racconto ne esce come un polpettone digressivo un po' delirante (cosa c'entrano i romani?).
Per lunghi tratti non si capisce dove voglia arrivare il racconto che risulta un po' troppo ripetitivo. Inoltre si dovrebbe tenere conto che il lettore sa già cos'è successo dalla terza riga, cosa che rende il resto della lettura solo confermativa, senza una minima promessa narrativa a tenere viva la curiosità. Troppo lungo per quello che deve fare, secondo me. Il finale non fa che ripetere tutto e confermare ciò che è palese dall'inizio della seconda parte.
Insomma, buona l'idea del ragazzo ritardato (ancora menomazione mentale per suscitare emozioni facili) che si cuce i voti nel giubbotto perché ci vede il suo unico valore, ma lo sviluppo è un po' scarso. Mio personale parere: è anche un po' strappalacrime. Tendenza frequente quella di cercare la commozione del lettore. L'ho visto tanto spesso da esserne un po' infastidito, lo ammetto.
Il tema dei numeri cuciti che non ci comprendono perché non se ne conosce il motivo c'è.

Spettacolo di chiusura
Eccolo lo spuntino! Gli stivali magnetizzati [i]risuonano goffi[i] sulla passerella.
La descrizione della situazione funziona ed è resa spesso coi giusti dettagli, anche se a volte si spiega un po' troppo. L'atmosfera e l'ambientazione, nonostante l'esotismo, sono rese bene.
Anche in questo racconto siamo molto interni e le riflessioni rendono il testo un po' troppo lungo per quello che deve fare. Ho trovato il finale stucchevole, troppo poetico. Non dimentichiamo che il protagonista sta morendo agonizzando per l'asfissia. Qui l'autore (o autrice) si fa notare troppo nel suo intento.
Tema preso nella declinazione: un numero tanto grande da risultare incomprensibile.

Der Schreiber
Stilisticamente l'ho trovato il migliore. Purtroppo abbiamo di nuovo anziani e sofferenza, il che mi fa ancora citare il fatto che questa cosa sia così frequente su MC. Sono ormai un po' insofferente riguardo ai racconti che cerchino l'emozione facile attraverso questo triduo: bambini, anziani e malati di mente. Qui almeno abbiamo solo i vecchi.
Il racconto è scritto bene, ottimo l'incipit che aggiunge passo passo i dettagli giusti in modo discreto. Da questo punto di vista (consapevolezza autoriale) il migliore tra tutti.
Per me ci vorrebbe più conflitto. Viene usato l'escamotage di un lutto per raccontare un ricordo (tipo Titanic), ma, per quanto ben scritto, risulta un po' noioso.
Ho trovato pessimo il title drop, molto marchiano. Buttato lì con tanto di traduzione a favore di lettore ha l'effetto di uno schiaffo sul più bello.
Si vuole omaggiare il tatuatore di Auschwitz? Perché non usare il nome originale “Gita” invece di Greta? E se non si è cercato l'omaggio, perché un title drop tanto evidente sul finale del racconto?
Il tema è nei numeri illeggibili sul braccio che quindi potrebbero risultare incomprensibili. Direi che ci siamo.

Un problema alla volta
Ho trovato molto simpatica l'idea della formula incomprensibile da un punto di vista numerico ma che nasconde un messaggio. Qui abbiamo una sorta di dialogo teatrale senza ambientazione, ma che si può intuire dal contesto perché molto comune.
Purtroppo il dialogo è guastato dal fatto che non si ha idea di chi siano i personaggi in gioco fino a “Almeno lui ha il coraggio di chiedere a una ragazza di uscire”. Prima è impossibile determinare anche solo il sesso dei personaggi. A quel punto ci si trova di fronte a due amici che si amano. Una situazione molto comune, direi banale. Invece decisamente cliché la battuta “Facciamo domani alle otto” che fa un po' scadere il dialogo.
Stilisticamente si può parlare solo di dialogo, ma qui purtroppo il continuo ragionare attorno alle formule risulta monotono e affatica la lettura, nonostante sia un dialogo che dovrebbe essere, per eccellenza, immediato e scorrevole.
Insomma, l'idea è buona, ma lo sviluppo un po' povero e a tratti pesanti.
Tema: sicuramente preso.

La carriola
Ho trovato questo racconto un po' pasticciato. Solo a una seconda lettura è stato chiaro il passaggio del tempo, perché tra la prima parte e l'ultima c'è una parte che va un po' per i fatti suoi sviando l'attenzione del lettore. Per gran parte del racconto non si intuisce una direzione e si fatica a seguirne il senso. Il pezzo centrale l'ho trovato superfluo per la maggior parte.
Stilisticamente non è male, ma anche qui abbiamo un po' troppe spiegazioni. Quella finale, in particolare, mi è risultata superflua e fastidiosa.
Mi riferisco a: “ Ha ragione: è grazie a lui, alla sua determinazione e al diploma da Perito Agrario”
Nella prima parte e in quella centrale il racconto è poco chiaro. Persino il protagonista che ricorda i fatti suoi non è stato sufficiente a farmi capire il perché di quello che gli è successo e come stia ora. Queste cose rimangono nella testa dell'autore (o autrice).
Sperando di essere utile faccio anche notare che, sempre nella famigerata parte centrale, ci sono momenti in cui non è chiaro il parlante perché non è rispettata la consuetudine di legare il soggetto alla battuta.
Tema: mi dispiace, ma io non l'ho visto da nessuna parte.

LA CLASSIFICA

1) Der Schreiber
2) Dieta squilibrata
3) Il resto
4) Spettacolo di chiusura
5) Contare sulle dita
6) Un problema alla volta
7) Dove i numeri sono tutti uguali
8) Lo chiamano mare
9) La carriola



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