L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 16 maggio 2022 con un tema concordato con le guest star della Nona Era!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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Luca Nesler
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L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#1 » lunedì 16 maggio 2022, 23:33

Era sveglia. Ecco! «Oddio!» l’aveva fatto. «L’ho fatto, Enrico! Il sogno premonitore!» Ma dov’era Enrico? Che ora era?
Maria spinse le gambe giù dal letto e infilò le pantofole. Le caviglie formicolarono, spinse i pugni contro il materasso e si mise in piedi. Tirò il collo della camicia da notte per sfilarlo dal seno. Fuori dalla finestra il cielo era grigio chiaro.
Le fronde del bosco attorno alla fattoria si lamentavano al vento del temporale in arrivo. Normale, visto quello che doveva succedere.
Aprì l’armadio e tirò fuori il tailleur della domenica. Più domenica di così…
«Enrico?» Vergine Beata, che stava facendo? Per lui ogni giorno era uguale all’altro. Doveva farlo preparare.
Uscì nel portico. «Enrico! Dove sei?»
«Eh, dove sono?» La testa calva uscì dalla stalla, il riporto svolazzante. «Ho munto la vacca.»
Maria gli corse incontro. «Ho fatto il sogno premonitore!» Gli levò il secchio dalle mani e lo posò sulla pila di legna. «È oggi! Sta arrivando!»
«Ah sì?»
Caprone, non capiva niente. «Dai, spicciati! Vatti a fare una doccia che puzzi come la merda della tua Carlotta.»
«Eh, chissà perché.»
«Forza! E preparati per bene. Io penso alla spianata.»
Enrico borbottò verso la porta di casa, Maria cercò la piccola radura con lo sguardo. Il cerchio di pietre si distingueva dal verde del prato e nel centro svettava il crocifisso coi fiori sopra l’altare.
Maria prese il cesto da sotto la tettoia e raggiunse lo spiazzo in terra battuta. Cominciò a gettare i petali. Gocce di rosso acceso nell’aria umida.
Si guardò indietro. Forse aveva fatto mettere l’altare troppo vicino alla casa? Non c’era altro che prato e bosco per chilometri, poteva farlo fare in un posto più piacevole. Ma Enrico era così pigro.
A che punto era? «Enrico? Ti stai sbrigando?»
Dal piano di sopra venne la voce catarrosa. «Maria, hai visto la penna dell’insulina?»
Ora cominciavano le lamentele. «Non ti serve che devi digiunare!»
«Non funziona così, lo sai.»
Il cielo si stava scurendo, forse avrebbe piovuto. Cosa poteva essere se non un segno? Il cuore le si gonfiò di gioia, l’estasi era vicina. «Lavami, Oh Signore, e sarò tutta monda.»
«Come dici?» Enrico si tirava su le bretelle venendo verso il cerchio.
«Già qui?»
«Ma se hai detto di fare di corsa.»
«Beh, ma i denti li hai lavati?»
«Sì.»
«Hai detto il Pater Ave Gloria?»
Annuì.
«E tre atti di dolore?»
«Maria, l’insulina.»
«Non hai mangiato, vero? E hai fatto il segno di croce con l’acqua benedetta?»
Enrico esitò. Le rughe attorno alla bocca si piegarono, si sistemò il colletto della camicia. «L’acqua benedetta?»
«Dai, su! Non c’è tempo, non vedi com’è già il cielo? Sbrigati. L’insulina dopo.»
Enrico tornò verso casa.
«E non sbuffare!» Stava arrivando Gesù Cristo in carne, ossa e Spirito e quella bestia sbuffava.
Un guizzo di corna tra gli alberi. Un cervo maschio uscì dal bosco, fiero, col manto bruno rossiccio come in un’immagine biblica.
Maria giunse le mani, si buttò in ginocchio. «Signore, eccomi! Come Samuele per tre volte grido eccomi!»
«Maria! Va’ che bestia!»
«Lo so, caro.» Le lacrime scesero ai bordi del naso. Un risolino le uscì spontaneo dal petto. Prima il sogno, poi il cielo, ora anche gli animali. Tutto il Creato partecipava all’arrivo di Cristo. Normale, ma così commovente.
Una deflagrazione, il cervo si abbatté a terra con un bramito.
«Preso, diobono!»
Il fiato si fece denso come ricotta. «Dis.. Disgraziato!» Era stato Enrico, lei non c’entrava. «Che hai fatto!» E ora?
«Che ho fatto? Ho preso un cervo!» Lanciò un urlo festoso.
Era una prova, ecco cos’era. Doveva rimanere impassibile, non farsi coinvolgere.
Un raggio di sole toccò la spianata. Ecco, sì, un segno. Perché Dio non abbandonava chi credeva in lui.
«Maria! Dammi una mano, dai.» Enrico prese il cervo per le corna e tirò su la testa. «Prendi la carriola che da solo non ce la faccio con la schiena.» Sforzò per spostare la carcassa. «Guarda che bel—» Scivolò a terra con una bestemmia.
«Enrico!» Maria si tirò in piedi. «Porco mondo! La vuoi piantare?»
Un tuono seguì l’imprecazione. Aveva esagerato anche lei. Sospirò, tirò i lembi della giacchetta e controllò le ginocchia: pulite. «Enrico, basta. Sta arrivando Gesù. Non ho tempo per le tue bestialità. Non farmi scegliere tra il mio Dio e il mio uomo, perché tu sei solo un uomo.»
«E Cristo cos’era?» Si issò aggrappato alle corna del cervo. «Era un uomo lui pure, no? E tu che dici sempre ‘Gesù è in ogni uomo’ e tutte quelle balle lì.»
«Parla bene!»
«Una volta tanto non può essere pure dentro di me, sto benedetto figlio di… Dio?»
Maria strinse le labbra. Che fatica con quel burino. Stava lì, mezzo piegato con una mano sulla schiena e il fiatone. Tutto il fianco coperto del sangue di cervo. Che pena.
«Ah, Santa Vergine. Sta’ fermo che ti piglio la carriola. Certo che però…»
«Ma sì, tesoro. Vedrai che viene domani.»
«Eh… Un giorno la schiena, uno ti devo portare in paese. Oggi sto cervo benedetto.»
La voce di Enrico arrivò dal prato. «E pensa se l’avessi già incontrato, sto Cristo. Ah, Maria, l’insulina!»



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antico
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#2 » lunedì 16 maggio 2022, 23:41

Ciao Luca! Tutto ok con i parametri, buona ALL STARS EDITION!

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Pretorian
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#3 » giovedì 19 maggio 2022, 1:22

Ciao Luca e piacere di leggerti dopo così tanto tempo. Allora, dal punto di vista della scrittura il racconto mostra la tua esperienza. Abbiamo un Pov ben mantenuto e un mostrato solido. I dialoghi sono realistici e gustosi, esattamente come la meccanica di relazione tra la fanatica protagonista e il marito buzzurro. Quello di cui difetta il racconto è di un contesto funzionale. Mi spiego: il tema dell'"Arrivo di Cristo" è qualcosa che sento vicino più alla cultura americana che alla nostra. Se lo cali nel nostro contesto avrai bisogno di darli un maggiore background. Senza di questo si ha semre l'impressione che ci sia qualcosa che non sappiamo e i gli elementi forniscono un quadro d'insieme che non si riesce a cogliere. Per citare qualcuno di ben pi esperto, pollice in su, ma migliorabile.

Alla prossima

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GiulianoCannoletta
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#4 » venerdì 20 maggio 2022, 13:08

Caro Nesler, è sempre un piacere leggerti.
Un racconto veramente simpatico che ha molti punti di forza: due personaggi ben caratterizzati, dialoghi brillanti (forse si appesantiscono un po' nel finale) e un crescendo di situazioni. Sulla scena della fucilata al cervo è partito l'applauso.
Ottimo il confronto fra la fede irrazionale di Maria, con prova a spiegarsi ogni avvenimento, e il pragmatismo del malconcio Enrico.
Poco altro da dire, mi pare che tu sia andato a parare proprio dove volevi.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Emiliano Maramonte
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#5 » venerdì 20 maggio 2022, 15:53

E finalmente torno a commentare il nostro Neslerone Arruffato! Bentrovato!
Prime impressioni: tecnica e stile notevoli. Si vede che hai acquisito esperienza e ci hai dato dentro con lo studio. Siamo di fronte a uno "show" ottimamente strutturato e pensato. Ovviamente la tecnica è al perfetto servizio della storia.
La caratterizzazione dei personaggi è il punto forte del racconto. Il contrasto tra la fanatica religiosa e il consorte "burino" diabetico genera delle situazioni tra il divertito e il patetico, contrasto che però colpisce nel segno.
Lo stile scorre gradevolissimo e accompagna il lettore fino alla fine.
Dove sono gli inconvenienti e i difetti, allora? Per me ce n'è uno, abbastanza significativo: il punto d'arrivo. Tutta l'ottima preparazione del racconto punta a qualcosa, ma non si capisce bene cosa. O meglio, io ho capito che hai voluto giocare col lettore sin dal titolo, per la serie: "Importante non è la destinazione, ma il viaggio". Nel racconto prepari a qualcosa (di meglio?), costruisci l'attesa, ma sarebbe stato importante (a mio modesto parere), far succedere qualcosa che avrebbe lasciato intuire il punto d'arrivo di cui ho parlato: chessò, Enrico, proprio sul più bello, mi crolla a terra per la mancanza di insulina e Maria, dopo un attimo di smarrimento, prende quel dramma come un segno dell'arrivo imminente di Cristo ed esulta. Insomma, spero di essermi espresso chiaramente.
Nient'altro da aggiungere. Racconto molto gradevole.
Ah, il titolo poteva anche essere: "Il sacrifico del cervo sacro" :-)

Buon contest!
Emiliano.

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christianfloris
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#6 » sabato 21 maggio 2022, 12:32

Un racconto ben ambientato, ben strutturato, personaggi che pare di averceli davanti e di averli conosciuti da sempre - in conflitto tra loro, a beneficio della drammaticità -, con i dialoghi mai fuori misura. L’insulina che funziona da piccolo MacGuffin per far avanzare la narrazione. Detto in sei parole: si vede che ci sai fare.
Il titolo dice che l’attesa è la parte migliore: ecco, forse è qui che ho difficoltà a rintracciare lo svolgimento del tema. Non è che non ci sia, ma mi è arrivato labile, con un finale che forse non rende del tutto giustizia alla bellissima impalcatura che hai costruito nei tre quarti precedenti.
A ogni modo, un lavoro molto pregevole e il voto sarebbe stato anche più alto, se avessi percepito meglio lo sviluppo del titolo.

La mia valutazione è un 9.

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Michael Dag
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#7 » sabato 21 maggio 2022, 18:58

Interessantissima interpretazione del tema, a pensarci tutta la morale delle religioni è "il meglio verrà dopo".
Ho letto senza inceppamenti, e ho sorriso quando il povero enrico preferisce uno stufato di cervo piuttosto che assecondare i deliri della moglie mangiaostie.
Hai messo in scena due personaggi appena abbozzati ma che con le loro differenze creano lo spessore sufficiente a immergersi nella lettura.
Se proprio devo criticare qualcosa, mi ha spiazzato all'inizio quando lei indossa un tailleur. È solo un problema mio, ma non ce la vedo una superinvasata cattolica ad accogliere gesù con un vestito elegante, l'avrei vista meglio in gonnellone alle caviglie e fazzoletto in testa. Ma forse sarei caduto nello stereotipo.

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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#8 » domenica 22 maggio 2022, 21:44

Ciao Luca.
Diamine che fifa a doverti commentare… Mi sento un po' in soggezione, anche perché mi pare passata una vita dall'ultima volta.

Scherzi a parte, il racconto in generale mi è piaciuto. Una bella idea portata avanti con mano ferma, ma che secondo me mostra il fianco al numero di caratteri a disposizione. L'impressione, a leggere il modo in cui descrivi le azioni dei personaggi e le incursioni dei pensieri della protagonista, è che ti sia trovato costretto ad asciugare il testo in fase di revisione, tagliando di qua e di là per rientrare nei fatidici 5000 caratteri, il che, in alcuni punti, rende la lettura meno immediata di quanto potrebbe e dovrebbe essere. Un esempio su tutti è il passaggio introduttivo, dove in rapida successione proponi al lettore una serie di azioni azioni, pensieri e persino battute dirette, il tutto senza aver ancora inserito la protagonista in una dimensione spaziale riconoscibile. Non so, ho trovato quel passaggio un po' destabilizzante, tanto da doverlo leggere un paio di volte per essere sicuro di non aver frainteso nulla.
Insomma, una bella idea, una bella storia, una coppia di personaggi abbastanza simpatici nella loro semplicità da reggere bene la trama e un colpo di scena forse un po' prevedibile visto il contesto (mi riferisco ovviamente alla scena del cervo), ma adeguato. In altri termini, ottimo il contenuto, subottimale la forma. Ma ripeto: l'impressione è che i difetti riscontrati siano figli soprattutto delle cesoie.
Alla prossima.
lupus in fabula

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gcdaddabbo
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#9 » lunedì 23 maggio 2022, 11:31

Salve, Luca!
Ho letto il tuo racconto con interesse.
Parto dal titolo. Se l’attesa è la parte migliore, com’è che “il meglio sta arrivando”? C’è una contraddizione.
I due protagonisti della storia sono ben caratterizzati e vivono in un bell’ambiente di campagna, ma anche fuori dal tempo.
Personaggi un po’ stereotipati: lei un’avventista fuori dal mondo che attende una venuta annunciata e risolutiva, lui un povero “cristo” diabetico, costretto a vivere da solo la realtà.
Mi è dispiaciuto per il cervo. Il fatto che lo prenda per le corna ha significati nascosti?

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Maurizio Chierchia
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#10 » lunedì 23 maggio 2022, 19:51

Ciao Luca.
Questo racconto che gioca sulle credenze popolari mi è piaciuto. Mi piace leggere chi gioca con le religioni e i credi altrui, soprattutto quando si parla di Cristianesimo. Il conflitto tra moglie e marito, come già detto da altri, è riuscito alla perfezione.
In questo caso si può proprio dire: "Tra moglie e marito non mettere Cristo!"
Ho apprezzato anche il modo in cui descrivi la follia degenerativa di un fedele alla ricerca di un qualsiasi segno divino. Il meglio sta arrivando, o il meglio è ciò che ci si aspetti arrivi?
L'uccisione del cervo è un vero colpo al lettore che dovrà decidere da che parte schierarsi.
Sullo stile c'è poco da dire... scrivi bene, punto! Ammetto che in questo racconto ho anche apprezzato di più i dialoghi rispetto ad alcuni precedenti.
Complimenti davvero e buona gara!
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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Luca Nesler
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#11 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:35

Pretorian ha scritto:Ciao Luca e piacere di leggerti dopo così tanto tempo. Allora, dal punto di vista della scrittura il racconto mostra la tua esperienza. Abbiamo un Pov ben mantenuto e un mostrato solido. I dialoghi sono realistici e gustosi, esattamente come la meccanica di relazione tra la fanatica protagonista e il marito buzzurro. Quello di cui difetta il racconto è di un contesto funzionale. Mi spiego: il tema dell'"Arrivo di Cristo" è qualcosa che sento vicino più alla cultura americana che alla nostra. Se lo cali nel nostro contesto avrai bisogno di darli un maggiore background. Senza di questo si ha semre l'impressione che ci sia qualcosa che non sappiamo e i gli elementi forniscono un quadro d'insieme che non si riesce a cogliere. Per citare qualcuno di ben pi esperto, pollice in su, ma migliorabile.

Alla prossima


Ciao Ago! Tanto tempo, è vero!
Grazie per il commento, comprendo bene la questione sull'ambientazione. So di averne usata una più strana che particolare e, in racconti così brevi, il rischio è proprio quello di disorientare.
Ma tanto mica mi veniva in mente altro...
Grazie! Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#12 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:36

GiulianoCannoletta ha scritto:Caro Nesler, è sempre un piacere leggerti.
Un racconto veramente simpatico che ha molti punti di forza: due personaggi ben caratterizzati, dialoghi brillanti (forse si appesantiscono un po' nel finale) e un crescendo di situazioni. Sulla scena della fucilata al cervo è partito l'applauso.
Ottimo il confronto fra la fede irrazionale di Maria, con prova a spiegarsi ogni avvenimento, e il pragmatismo del malconcio Enrico.
Poco altro da dire, mi pare che tu sia andato a parare proprio dove volevi.
A rileggerci presto.
Giuliano


Grazie, Giuliano, troppo buono! :D

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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#13 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:41

Emiliano Maramonte ha scritto:E finalmente torno a commentare il nostro Neslerone Arruffato! Bentrovato!
Prime impressioni: tecnica e stile notevoli. Si vede che hai acquisito esperienza e ci hai dato dentro con lo studio. Siamo di fronte a uno "show" ottimamente strutturato e pensato. Ovviamente la tecnica è al perfetto servizio della storia.
La caratterizzazione dei personaggi è il punto forte del racconto. Il contrasto tra la fanatica religiosa e il consorte "burino" diabetico genera delle situazioni tra il divertito e il patetico, contrasto che però colpisce nel segno.
Lo stile scorre gradevolissimo e accompagna il lettore fino alla fine.
Dove sono gli inconvenienti e i difetti, allora? Per me ce n'è uno, abbastanza significativo: il punto d'arrivo. Tutta l'ottima preparazione del racconto punta a qualcosa, ma non si capisce bene cosa. O meglio, io ho capito che hai voluto giocare col lettore sin dal titolo, per la serie: "Importante non è la destinazione, ma il viaggio". Nel racconto prepari a qualcosa (di meglio?), costruisci l'attesa, ma sarebbe stato importante (a mio modesto parere), far succedere qualcosa che avrebbe lasciato intuire il punto d'arrivo di cui ho parlato: chessò, Enrico, proprio sul più bello, mi crolla a terra per la mancanza di insulina e Maria, dopo un attimo di smarrimento, prende quel dramma come un segno dell'arrivo imminente di Cristo ed esulta. Insomma, spero di essermi espresso chiaramente.
Nient'altro da aggiungere. Racconto molto gradevole.
Ah, il titolo poteva anche essere: "Il sacrifico del cervo sacro" :-)

Buon contest!
Emiliano.


Emiliano, quanto tempo!
Ti ringrazio per gli apprezzamenti e veniamo al finale: non vorrei spiegarlo (che in realtà non gliene frega nulla a nessuno), ma nella mia visione il meglio che deve venire è Gesù Cristo (cosa c'è di meglio per un credente?) che poi ha detto e ridetto che tronerà, quindi pare anche legittimo attenderlo. E alla fine 'è un doppio significato: Maria l'ha trovato davvero nel marito, come afferma lui: Cristo è in tutte le persone e lo puoi incontrare aiutando i bisognosi (come dice lui in uno dei vangeli, non ricordo quale). Secondo significato: ho cercato di suggerire che questa manfrina non è la prima volta che capita. Non ci può essere gioia più grande per Maria di ques'attesa, tanto che, come accade spesso, l'attesa diventa migliore dell'oggetto desiderato.
E quindi un po' è Enrico che le dice "suvvia, in fondo è meglio così, che ti diverti troppo a mettere su 'sta baracca ogni volta", un po' è lei che, magari inconsciamente, accetta di buon grado di farsi interrompere sul più bello, così potrà rifarlo.
Da qui il titolo.

Grazie del commento e della riflessione!
Alla prossima!

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Messaggio#14 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:43

christianfloris ha scritto:Un racconto ben ambientato, ben strutturato, personaggi che pare di averceli davanti e di averli conosciuti da sempre - in conflitto tra loro, a beneficio della drammaticità -, con i dialoghi mai fuori misura. L’insulina che funziona da piccolo MacGuffin per far avanzare la narrazione. Detto in sei parole: si vede che ci sai fare.
Il titolo dice che l’attesa è la parte migliore: ecco, forse è qui che ho difficoltà a rintracciare lo svolgimento del tema. Non è che non ci sia, ma mi è arrivato labile, con un finale che forse non rende del tutto giustizia alla bellissima impalcatura che hai costruito nei tre quarti precedenti.
A ogni modo, un lavoro molto pregevole e il voto sarebbe stato anche più alto, se avessi percepito meglio lo sviluppo del titolo.

La mia valutazione è un 9.


Ciao Christian! Troppo buono, davvero! Addirittura 9!
Per lo sviluppo del titolo hai ragione, l'ho spiegato nel commento a Emiliano ed effettivamente ho stratificato troppi concetti.
Grazie del commento!
Alla prossima!

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Messaggio#15 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:46

Michael Dag ha scritto:Interessantissima interpretazione del tema, a pensarci tutta la morale delle religioni è "il meglio verrà dopo".
Ho letto senza inceppamenti, e ho sorriso quando il povero enrico preferisce uno stufato di cervo piuttosto che assecondare i deliri della moglie mangiaostie.
Hai messo in scena due personaggi appena abbozzati ma che con le loro differenze creano lo spessore sufficiente a immergersi nella lettura.
Se proprio devo criticare qualcosa, mi ha spiazzato all'inizio quando lei indossa un tailleur. È solo un problema mio, ma non ce la vedo una superinvasata cattolica ad accogliere gesù con un vestito elegante, l'avrei vista meglio in gonnellone alle caviglie e fazzoletto in testa. Ma forse sarei caduto nello stereotipo.


Ciao Michael! Ti confesso che non ho pensato molto all'abbigliamento, ho messo tallieur perché volevo dare subito l'idea del vestito della domenica, ma non sono nemmeno sicuro di come sia fatto (hahaha!).
Quindi probabilmente hai ragione.
Grazie dell'apprezzamento e del commento!
Alla prossima!

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Messaggio#16 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:52

Alessandro -JohnDoe- Canella ha scritto:Ciao Luca.
Diamine che fifa a doverti commentare… Mi sento un po' in soggezione, anche perché mi pare passata una vita dall'ultima volta.

Scherzi a parte, il racconto in generale mi è piaciuto. Una bella idea portata avanti con mano ferma, ma che secondo me mostra il fianco al numero di caratteri a disposizione. L'impressione, a leggere il modo in cui descrivi le azioni dei personaggi e le incursioni dei pensieri della protagonista, è che ti sia trovato costretto ad asciugare il testo in fase di revisione, tagliando di qua e di là per rientrare nei fatidici 5000 caratteri, il che, in alcuni punti, rende la lettura meno immediata di quanto potrebbe e dovrebbe essere. Un esempio su tutti è il passaggio introduttivo, dove in rapida successione proponi al lettore una serie di azioni azioni, pensieri e persino battute dirette, il tutto senza aver ancora inserito la protagonista in una dimensione spaziale riconoscibile. Non so, ho trovato quel passaggio un po' destabilizzante, tanto da doverlo leggere un paio di volte per essere sicuro di non aver frainteso nulla.
Insomma, una bella idea, una bella storia, una coppia di personaggi abbastanza simpatici nella loro semplicità da reggere bene la trama e un colpo di scena forse un po' prevedibile visto il contesto (mi riferisco ovviamente alla scena del cervo), ma adeguato. In altri termini, ottimo il contenuto, subottimale la forma. Ma ripeto: l'impressione è che i difetti riscontrati siano figli soprattutto delle cesoie.
Alla prossima.


Ciao Alessandro! Fifa a commentarmi? Ma no, figurati! Anzi, sarebbe l'occasione buona per ridarmi un po' di quegli schiaffi che sono tanto spesso accusato di elargire :D

Sul fatto dei caratteri hai sicuramente ragione in generale: il sistema che cerco di adottare per costruire conflitto e risoluzione ha spesso bisogno di un setup più corposo e di un maggiore spazio, ma faccio quello che posso. D'altro canto se provassi diversamente farei probabilmente peggio: non sono uno dalle grandi idee brillanti.
Hai ragione anche sulla parte iniziale: l'incipi è la parte che trovo sempre più difficile. Trovo così complicato trovare un equilibrio tra l'esigenza di entrare subito nel vivo per catturare il lettore, e quella di fornire tutte le informazioni per permettergli di comprendere premesse e situazioni.
Farò qualche riflessione in proposito. Se hai suggerimenti li ascolto volentieri!
Grazie del commento!
Alla prossima!

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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#17 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:55

gcdaddabbo ha scritto:Salve, Luca!
Ho letto il tuo racconto con interesse.
Parto dal titolo. Se l’attesa è la parte migliore, com’è che “il meglio sta arrivando”? C’è una contraddizione.
I due protagonisti della storia sono ben caratterizzati e vivono in un bell’ambiente di campagna, ma anche fuori dal tempo.
Personaggi un po’ stereotipati: lei un’avventista fuori dal mondo che attende una venuta annunciata e risolutiva, lui un povero “cristo” diabetico, costretto a vivere da solo la realtà.
Mi è dispiaciuto per il cervo. Il fatto che lo prenda per le corna ha significati nascosti?


Ciao Giovanni! Per quello che ho immaginato per lo sviluppo del tema ti invito a leggere la risposta al commento di Emiliano (forse mi sono dilungato un po' troppo, ma è tutto lì).
Il cervo non c'entrava nulla, poverino.
Il fatto che lo prenda per le corna è che le corna erano più in alto di lui e ci si aggrappa per alzarsi da terra. Nessun significato, hahaha!
Grazie per il commento e alla prossima!

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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#18 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:58

Maurizio Chierchia ha scritto:Ciao Luca.
Questo racconto che gioca sulle credenze popolari mi è piaciuto. Mi piace leggere chi gioca con le religioni e i credi altrui, soprattutto quando si parla di Cristianesimo. Il conflitto tra moglie e marito, come già detto da altri, è riuscito alla perfezione.
In questo caso si può proprio dire: "Tra moglie e marito non mettere Cristo!"
Ho apprezzato anche il modo in cui descrivi la follia degenerativa di un fedele alla ricerca di un qualsiasi segno divino. Il meglio sta arrivando, o il meglio è ciò che ci si aspetti arrivi?
L'uccisione del cervo è un vero colpo al lettore che dovrà decidere da che parte schierarsi.
Sullo stile c'è poco da dire... scrivi bene, punto! Ammetto che in questo racconto ho anche apprezzato di più i dialoghi rispetto ad alcuni precedenti.
Complimenti davvero e buona gara!



Ciao Maurizio! Anche a me piace molto parlare di religione e scherzarci su. L'idea del racconto è partita dal fatto che Cristo si fa aspettare e che cosa c'è di meglio di Gesù Cristo?
Ti ringrazio molto per l'apprezzamento stilistico! Fa sempre tanto piacere.
Grazie per il commento!
Alla prossima!

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antico
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Re: L'attesa è la parte migliore - di Luca Nesler

Messaggio#19 » domenica 29 maggio 2022, 13:51

Un racconto dissacrante e divertente che trova in pieno anche i miei gusti personali. Un paio di debolezze: 1) la partenza un pelo confusa che non ti butta subito dentro e che anzi si fa rileggere per capirla e 2) una problematica strutturale legata al tema perché è vero che è presente, ma non è focalizzato e questo potrebbe essere a causa della tua necessità di maggiore spazio, cosa che non è mai una scusante in quanto l'esercizio e quello di ottimizzare in modo funzionale i limiti assegnati e qui non è così. Detto questo, per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.

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