I due amici

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 16 maggio 2022 con un tema concordato con le guest star della Nona Era!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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gcdaddabbo
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I due amici

Messaggio#1 » martedì 17 maggio 2022, 0:39

I due amici

La mattina salivano insieme verso il Liceo discutendo di filosofia. Socrate e “Conosci te stesso!”. Platone e il mito della caverna. Gli anni che li separavano non erano un ostacolo. Gianni, il più grande, guidava il discorso. Pinuccio seguiva e integrava. Dopo le cinque ore di lezione, ritornando a casa, parlavano della loro vita e delle prospettive future.
Quando erano in treno scherzavano e si comportavano come ragazzi normali, ma c’era qualcosa di strano e sembrava che gli altri lo percepissero, questo qualcosa.
Un giorno, mentre erano tranquillamente seduti a parlare, un giovane più grande, un operaio, si sedette di fronte a loro e rivolto a Gianni disse: “Scommetto che tu sei stato un alunno del maestro Angelo! Ha insegnato solo un anno. Poi si è buttato in un pozzo. Ti osservavo e mi sono detto. Ecco, quello lì, ci scommetto che è stato un alunno del maestro Angelo! Gli somiglia.”
Era vero. Il maestro Angelo era stato il suo maestro di seconda elementare. Un insegnante diverso. Raccontava storie. Leggeva poesie. Faceva alla lavagna dei disegni stupendi che a tutti dispiaceva quando andavano cancellati. I suoi dettati non erano banali. Non gridava. Si faceva voler bene. Si arrabbiava col bidello se lo vedeva picchiare un bambino. Era successo proprio a lui, mentre usciva dall’aula per mostrare il compito completato al maestro fermo nel corridoio, di prendere un sonoro ceffone ed osservare la violenta reazione dell’insegnante.
Poi era andato via e la maestra di terza la usava la bacchetta sulle mani e come la usava. Insomma, il maestro Angelo era stato un maestro speciale. Gianni e Pinuccio ne avevano parlato a lungo insieme. La morte cercata, dopo aver pubblicato una raccolta di poesie: “Lucciole”, i due amici non riuscivano proprio a capirla.
Le poesie le scrivevano anche loro. In media una al giorno, qualche giorno anche due. Erano poesie di solitudine, di tristezza, di dolore. “Le persone che odio” “I rintocchi nella notte” “Avrei voluto tenerti con me” “Goccia a goccia ho pagato l’istante di felicità”.
Forse l’influsso dei romantici.
Foscolo era morto a 49 anni. Leopardi a 39. Quindi Gianni sarebbe morto a 29 e Pinuccio a 19.
Lo dicevano per scherzo, ma quell’ombra si infilava nel loro viaggio.
Meglio non pensarci!
Un amico di scuola, serio, aveva confidato, una mattina, di avere paura della morte e loro lo avevano deriso: “Che vita può essere la tua, se la vivi avendo paura. Vivi spensieratamente! Carpe diem! Quando la morte verrà, potrai dire di aver vissuto.” Ci pensavano però continuamente.
Con le assemblee studentesche e le occupazioni poco era cambiato. Tutto si era fatto ancora più confuso. Avevano cercato di capire quello che a scuola non dicevano. Cos’era questo comunismo? Chi era Marx? Cosa volevano gli studenti che protestavano? Avevano chiesto un libro sul comunismo nella biblioteca del Comune e avevano ricevuto: “L’inevitabile disfatta del comunismo” di James Burnham. Poco utile per capire qualcosa di Marx, era servito come lasciapassare quando erano arrivati con i camion le teste rasate reduci dalla rivolta di Reggio che volevano dare una lezione agli studenti smidollati di sinistra che pretendevano di fare la rivoluzione nelle scuole.
Quando tutto era tornato tranquillo, si erano detti: Dobbiamo cambiare il sistema! Ora ritorniamo a scuola. Saverio è stato picchiato! Filippo è finito sotto il treno. Si è buttato, è caduto o lo hanno lanciato?
Ricordatevi di Jan Palack! Che c’entra Jan Palack? Qui non ci sono carri armati.
I carri armati, forse, erano usciti e rientrati la notte tra il 7 e l’8 dicembre per il golpe Borghese e, le bombe continuavano a scoppiare ora qui, ora là.
Cosa succederà? Ci sarà un Vietnam anche qua?
Per non pensare, i due amici diedero vita ad interminabili tornei di dama e di scacchi.
Le donne erano miraggi lontani. I giorni continuavano a passare sempre uguali. Ogni mattina una novità, anche se la prospettiva finale non cambiava.
Un pomeriggio, tornando a casa, videro un vecchio vicino ad una finestra, circondato da ragazzini. Lo stavano canzonando, sembrava anche lo volessero malmenare. Intervennero. Li scacciarono. Poi si fermarono a parlare.
L’anziano ammise di essersi avvicinato alla finestra per guardare. Ogni tanto, in quel locale, si riuniva un gruppo di giovani donne per fare ginnastica. Si vestivano con pantaloncini e magliette e lui si fermava a sbirciare. Era una delle poche cose belle che gli era rimasta da apprezzare. Lui non faceva male a nessuno. Non era come loro che avevano ancora davanti tutto il meglio della vita da vivere.
Si guardarono intorno e si accorsero che la primavera era appena sbocciata. Le prime rondini riempivano il cielo di voli. Non serviva andare lontano. Certo il mondo sarebbe cambiato. Avrebbero fatto la loro parte per far sì che il meglio fosse ancora da arrivare.
Giovanni Carlo D'Addabbo



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antico
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Re: I due amici

Messaggio#2 » martedì 17 maggio 2022, 0:41

Ciao Giovanni e bentornato! Parametri tutti ok, buona ALL STARS EDITION!

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Gennibo
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Re: I due amici

Messaggio#3 » giovedì 19 maggio 2022, 1:01

Ciao Giovanni, mi dispiace ma non sono riuscita ad apprezzare il tuo testo. L’ho trovato pieno di spunti, un testo ricco di idee, che però non mi sono arrivate, così come non mi è arrivata l’idea. E ho trovato debole il finale.
Attento alle ripetizioni.
E attento alla gestione del punto di vista. All’inizio c’è un PDV onnisciente che descrive due personaggi, poi arriva l’operaio che parla con Gianni, si passa ai soli ricordi di Gianni sul maestro:
Il maestro Angelo (soggetto: Angelo) era stato il suo maestro di seconda elementare. Un insegnante diverso. Raccontava storie. Leggeva poesie. Faceva alla lavagna dei disegni stupendi che a tutti dispiaceva quando andavano cancellati. I suoi dettati non erano banali. Non gridava. Si faceva voler bene. Si arrabbiava col bidello (qui si parla di Angelo) se lo vedeva picchiare un bambino. Era successo proprio a lui, mentre usciva dall’aula (per tutto il tempo siamo stati con il maestro, qui però “lui” non è più il maestro, come sarebbe stato logico immaginare. Per chiarire la frase potresti chiamare l'alunno per nome.) per mostrare il compito completato al maestro (e come mai l’alunno deve uscire per mostrare il compito al maestro?) fermo nel corridoio, di prendere un sonoro ceffone ed osservare la violenta reazione dell’insegnante.
Visto il taglio del testo, penso sarebbe stato meglio se fosse stato scritto in prima persona dalla parte del ragazzo che viene riconosciuto.
Nonostante le varie criticità penso che tu abbia molto da dire.

Giovanni P
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Re: I due amici

Messaggio#4 » venerdì 20 maggio 2022, 14:45

Un racconto bello e coinvolgente dove i personaggi emergono dal raccontato. Il maestro Angelo non è presente fisicamente nella vita dei due protagonisti, ma ne ha influenzato la quotidianità in maniera netta, e senza usare imposizioni. I ragazzi sono interessanti, deridono un loro compagno di scuola che confessa loro di avere paura di morire, dimostrando di avere saggezza e una personalità sopra la media dei loro coetanei, ma non riescono ad interpretare la vita quando la politica entra nella quotidianità dei giovani.
Il finale mi ha intenerito, guardando le ragazze insieme al vecchio che hanno difeso, si sono ricordati di essere in fin dei conti due ragazzi.

Ottimo lavoro.

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kruaxi
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Re: I due amici

Messaggio#5 » sabato 21 maggio 2022, 20:58

Ciao Giovanni.
Il tuo racconto mi ha messo un po' in crisi: è un racconto? Oppure un manifesto d'intenti ed esperienze di due giovani idealisti? Non c'é una risposta chiara o, almeno io, non l'ho trovata.
La figura del maestro, che si suicida perché "buono" in un Mondo, evidentemente, "cattivo" è piuttosto stereotipata e, forse stasera ho qualche deficit, non ho ben compreso il ruolo del vecchietto guardone alla fine.
Però, sarò franco, può darsi che tale giudizio sia da ricercare nel mio retroterra che, come a tanti succede, mi ha strappato brutalmente dai sogni tanto, tanto tempo fa.
Senza dubbio molti sapranno apprezzarlo ben più di me.
Buon contest!

Stefano

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gcdaddabbo
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Re: I due amici

Messaggio#6 » lunedì 23 maggio 2022, 16:46

Gennibo ha scritto:Ciao Giovanni, mi dispiace ma non sono riuscita ad apprezzare il tuo testo. L’ho trovato pieno di spunti, un testo ricco di idee, che però non mi sono arrivate, così come non mi è arrivata l’idea. E ho trovato debole il finale.
Attento alle ripetizioni.
E attento alla gestione del punto di vista.

Ciao, Gennibo!
Devo ammettere che non sono riuscito a legare il testo come avrei voluto. Sono giuste le osservazioni che mi fai. Mi ero reso conto dei cambi di soggetto e di stile già poco dopo aver postato il testo, ma ero troppo stanco per una revisione adeguata.
Il maestro Angelo è veramente esistito. Citarlo è il mio piccolo tributo alla sua figura. Penso sempre che con tutto quello di bello che ci circonda e che abbiamo modo di osservare parlare del reale è la scelta migliore quando possibile.

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gcdaddabbo
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Re: I due amici

Messaggio#7 » lunedì 23 maggio 2022, 17:45

Giovanni P ha scritto:Un racconto bello e coinvolgente
Ottimo lavoro.

Grazie!

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gcdaddabbo
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Re: I due amici

Messaggio#8 » lunedì 23 maggio 2022, 18:13

kruaxi ha scritto:Ciao Giovanni.
Il tuo racconto mi ha messo un po' in crisi: è un racconto? Oppure un manifesto d'intenti ed esperienze di due giovani idealisti? Non c'é una risposta chiara o, almeno io, non l'ho trovata.
La figura del maestro, che si suicida perché "buono" in un Mondo, evidentemente, "cattivo" è piuttosto stereotipata e, forse stasera ho qualche deficit, non ho ben compreso il ruolo del vecchietto guardone alla fine.
Però, sarò franco, può darsi che tale giudizio sia da ricercare nel mio retroterra che, come a tanti succede, mi ha strappato brutalmente dai sogni tanto, tanto tempo fa.
Senza dubbio molti sapranno apprezzarlo ben più di me.
Buon contest!

Stefano

Ciao, Stefano! Non so se il mio è un racconto, ma non credo che una storia debba necessariamente seguire una struttura prefissata, con due o più momenti di pathos ed una sorpresa nel finale. Mi piace cambiare cercando di costruire schemi diversi. Se non piacciono, pazienza!
La figura del maestro corrisponde a quella di una persona veramente esistita. Mi hai spinto a chiedermi se ne avrei trovata traccia su Internet. Il suo libro: "Lucciole casamassimesi" è nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
Mi dispiace che ti abbiano brutalmente strappato dai sogni, ma, a volte, anche un vecchietto che, per sentirsi vivo, si accontenta di guardare qualche giovanetta in t shirt e pantaloncini può farti riscoprire il gusto del bello.
Ultima modifica di gcdaddabbo il lunedì 23 maggio 2022, 18:26, modificato 1 volta in totale.

alexandra.fischer
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Re: I due amici

Messaggio#9 » lunedì 23 maggio 2022, 18:34

Tema centrato, due amici appassionati di filosofia, con estro poetico di certo incoraggiato dal maestro Angelo, figura amabile, ottimo docente, sempre dalla parte dei bambini e peccato per la sua morte prematura dopo la pubblicazione del suo libro. Ottima la contrapposizione fra i maneschi bidello e maestra. C’è molta Storia nel racconto, i due amici osservano il Sessantotto, mi pare, e in più sono influenzati dalle fini premature di Foscolo e Leopardi, ma si nota in loro un ritiro nella dama e negli scacchi, per rifuggire a quei cambiamenti, forieri della paura di un nuovo Vietnam. Tenera la figura del vecchio sbeffeggiato che guarda le fanciulle far ginnastica per sentirsi giovane a propria volta. E anche la chiusura con la primavera.

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Debora D
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Re: I due amici

Messaggio#10 » lunedì 23 maggio 2022, 23:44

Ciao Giovanni Carlo piacere di leggerti.
Il tuo racconto all’inizio mi ha ricordato i Giardini di marzo di Battisti. C’è tanta atmosfera, un ritratto del maestro, le domande e la ricerca interiore dei ragazzi, mi sembra però qualcosa di ritagliato da un quadro più grande. Secondo me si può dividere in due parti nette, quella in cui i ragazzi ricordano il maestro e quella in cui si condensa un bel pezzo di vita e la lotta studentesca.
Riconosco che c’è moltissimo dentro, troppo per uno spazio così piccolo e meriterebbe di essere espanso in una storia più lunga così da dargli respiro. Dico questo perché all’inizio la lunga sequenza all’imperfetto riempie il lettore di informazioni eppure a me mancano tante altre informazioni,

Avevano chiesto un libro sul comunismo nella biblioteca del Comune e avevano ricevuto: “L’inevitabile disfatta del comunismo” di James Burnham. Poco utile per capire qualcosa di Marx, era servito come lasciapassare quando erano arrivati con i camion le teste rasate reduci dalla rivolta di Reggio che volevano dare una lezione agli studenti smidollati di sinistra che pretendevano di fare la rivoluzione nelle scuole. → qui non ho capito del tutto. Intendi dire che dato che avevano quel libro li hanno lasciati passare? Da qui in poi mi sono persa sia nella prima che nella seconda lettura.

conclusione: un racconto che è più un contenitore di tantissime idee, immagini, sequenze che potrebbero essere la traccia per dieci altri racconti. Credo che quando avrai preso le misure con il formato del contest avremo il meglio. Per ora il testo perde un po' in confronto ad altri più calibrati

buona edizione e alla prossima

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Andrea Furlan
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Re: I due amici

Messaggio#11 » martedì 24 maggio 2022, 9:23

Ciao Giovanni,
Il tuo racconto mi ha molto incuriosito nella parte iniziale dove mi sono chiesto più volte dove saresti andato a finire, ma purtroppo l'interesse si è un po' spento nella seconda parte che ho trovato meno organica. Ho pensato che fosse un libero flusso di ricordi e coscienza: i commenti e le tue risposte hanno confermato questa impressione. Non sono contrario a una costruzione e a un'idea del genere, anche a me è capitato soprattutto quando ho usato la scrittura a scopo terapeutico, per aiutarmi a stare meglio. Ma in questo caso trovo appunto un po' di confusione che fa perdere il filo: concordo con Debora che ci sono molti spunti interessanti che potrebbero trovare uno sviluppo diverso e più maturo. Ho comunque apprezzato l'ispirazione a una storia di formazione straordinaria come l'"Attimo fuggente". Tema comunque centrato, nonostante i due amici vengano presi da solitudine, tristezza e dolore come scrivi a un certo punto, c'è l'ottimismo della gioventù di fondo che permea ogni parola.

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Rick Faith
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Re: I due amici

Messaggio#12 » martedì 24 maggio 2022, 18:32

Ciao Giovanni, il tuo è un racconto che se dovessi definire con un aggettivo, sarebbe "pieno". C'è tanto in meno di cinquemila caratteri e sono consapevole che un commento breve possa sembrare superficiale. Il Gianni sei tu? Si spiegherebbe questa enorme abbondanza di dettagli, di citazioni, di incontri, di scene, che durante la lettura a un certo punto hanno iniziato come a sovrapporsi, a confondersi, a farmi perdere il filo. Un po' come un flusso di emozioni e ricordi che si richiamano e s'inseguono. Non so quanto c'è di vissuto e quanto di inventato, ma l'impressione è quella di un testo molto personale e circondato da un velo di malinconia.
È difficile fare un commento che troverei soddisfacente, lavori del genere puntano praticamente tutta la loro riuscita sul riuscire ad intercettare dei lettori specifici, capaci di trovare qualcosa di sé stessi nello scorrere delle immagini.
Una nota sulla scena finale, a me l'immagine del vecchino che guarda le giovani in maglietta mi è parsa di una delicatezza amara molto toccante.

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Mario Mazzafoglie
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Re: I due amici

Messaggio#13 » mercoledì 25 maggio 2022, 10:00

I due amici

Ciao Giovanni Carlo, piacere di leggerti.
Ti fa onore il fatto di aver voluto tributare questo racconto a una persona che in qualche modo ha influito sulla tua vita. Voi di quella generazione avete quella nostalgia del passato che delle volte mi fa provare invidia di non aver avuto un'infanzia o una giovinezza così.
In questo racconto mi sembra di ascoltare le storie che mi raccontava mio padre e quindi quando si toccano corde del genere non ci sto nemmeno a pensare alle strutture, la forma, la sintassi e tutto il resto.
E' un racconto che mi lascia dentro una sensazione piacevole, e questo basta e avanza.
In bocca al lupo, a rileggerti.

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Stefano.Moretto
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Re: I due amici

Messaggio#14 » giovedì 26 maggio 2022, 8:12

Ciao Giovanni,
come dicono gli altri il tuo racconto è veramente molto denso, forse pure un po' troppo. Ci sono moltissimi spunti di riflessione anche diametralmente opposti tra loro, così tanti che farsi un'idea precisa è veramente difficile e i protagonisti stessi ne risultano offuscati. Il che è un peccato perché potresti prendere una sola di queste riflessioni e usarla ad arte per trasformare i due ragazzi in qualcosa di coinvolgente. Hai uno stile molto interessante e come dice Debora devi solo "calibrarti". Conto di vedere in futuro altri tuoi racconti su questa piattaforma!

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Davide_Mannucci
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Re: I due amici

Messaggio#15 » giovedì 26 maggio 2022, 10:25

Ciao Giovanni, ben trovato.
Il tuo racconto, è vero, presenta alcuni difetti stilistici, ma l’ho trovato coinvolgente e comunque migliore di altri tuoi lavori. Il mio metro di giudizio è sempre molto influenzato da quello che provo. Quando mi emoziono significa che di difetti forse ce n’erano ma non abbastanza da impedirmi di provare qualcosa di bello durante la storia. Ed è proprio quello che chiedo alla lettura: lasciarmi qualcosa di bello. Mi hai fatto ricordare il mio maestro...e dopo più di 40 anni non posso che ringraziarti. Ci sono altri racconti che ti passano avanti nella classifica, considerati tutti i parametri, ma tu sei riuscito a farmi emozionare e quindi sei tra quelli che ho apprezzato di più.
Grazie ancora

A presto
Davide Mannucci

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gcdaddabbo
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Re: I due amici

Messaggio#16 » giovedì 26 maggio 2022, 11:22

Debora D ha scritto:Secondo me si può dividere in due parti nette, quella in cui i ragazzi ricordano il maestro e quella in cui si condensa un bel pezzo di vita e la lotta studentesca.
Avevano chiesto un libro sul comunismo nella biblioteca del Comune e avevano ricevuto: “L’inevitabile disfatta del comunismo” di James Burnham. Poco utile per capire qualcosa di Marx, era servito come lasciapassare quando erano arrivati con i camion le teste rasate reduci dalla rivolta di Reggio che volevano dare una lezione agli studenti smidollati di sinistra che pretendevano di fare la rivoluzione nelle scuole. → qui non ho capito del tutto. Intendi dire che dato che avevano quel libro li hanno lasciati passare? Da qui in poi mi sono persa sia nella prima che nella seconda lettura.

Ciao, Debora! Ammiro molto il tuo modo di scrivere disciplinato e curato. Io invece mi sento un principiante poco studioso, divertito da questo gioco. Purtroppo mi rendo conto che, di fronte ad ogni tema, sono sommerso da ricordi e faccio fatica ad ordinarli ed inserirli in uno schema ben strutturato. Hai ragione molte circostanze sono solo abbozzate.
Il liceo era in una via stretta e tortuosa, con accessi solo di scuole superiori, costeggiata da muri di recinzioni alte. Questa circostanza permise alle "teste rasate" di sistemarsi alle due estremità e controllare chi, dopo aver partecipato alle assemblee, scegliendo di non occupare il liceo, usciva per tornare a casa.
Forse era meglio tagliare qualche punto piuttosto che lasciarlo in un stato non ben definito.

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gcdaddabbo
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Re: I due amici

Messaggio#17 » giovedì 26 maggio 2022, 11:32

Andrea Furlan ha scritto:Tema comunque centrato, nonostante i due amici vengano presi da solitudine, tristezza e dolore come scrivi a un certo punto, c'è l'ottimismo della gioventù di fondo che permea ogni parola.

Ciao, Andrea! Ti ringrazio per il commento in cui evidenzi giustamente i difetti di questa storia, ma anche le sensazioni che ti sono arrivate. Devo ammettere che trasmettere emozioni è uno dei miei obiettivi prioritari. Cercherò comunque di migliorare.

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gcdaddabbo
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Re: I due amici

Messaggio#18 » giovedì 26 maggio 2022, 11:40

Rick Faith ha scritto: C'è tanto in meno di cinquemila caratteri. Il Gianni sei tu? Si spiegherebbe questa enorme abbondanza di dettagli, di citazioni, di incontri, di scene, che durante la lettura a un certo punto hanno iniziato come a sovrapporsi, a confondersi, a farmi perdere il filo. Un po' come un flusso di emozioni e ricordi che si richiamano e s'inseguono. Non so quanto c'è di vissuto e quanto di inventato, ma l'impressione è quella di un testo molto personale e circondato da un velo di malinconia.

Ciao, Rick! Non ho capito cosa intendi con "Tanto di meno di cinquemila caratteri"
Avevo ancora 140 caratteri e, dopo mezzanotte, non riesco a rendere al meglio.
Sì, quel Gianni sono io! Ogni volta cerco di scrivere una storia autonoma, ma vengo sommerso dai ricordi. Sarà un difetto dell'età. I vecchi non hanno più lo stimolo della sete e diventano superegocentrici.

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Re: I due amici

Messaggio#19 » giovedì 26 maggio 2022, 11:41

Mario Mazzafoglie ha scritto:I due amici

Ciao Giovanni Carlo, piacere di leggerti.
Ti fa onore il fatto di aver voluto tributare questo racconto a una persona che in qualche modo ha influito sulla tua vita. Voi di quella generazione avete quella nostalgia del passato che delle volte mi fa provare invidia di non aver avuto un'infanzia o una giovinezza così.
In questo racconto mi sembra di ascoltare le storie che mi raccontava mio padre e quindi quando si toccano corde del genere non ci sto nemmeno a pensare alle strutture, la forma, la sintassi e tutto il resto.
E' un racconto che mi lascia dentro una sensazione piacevole, e questo basta e avanza.
In bocca al lupo, a rileggerti.

Grazie!

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Re: I due amici

Messaggio#20 » giovedì 26 maggio 2022, 11:46

Stefano.Moretto ha scritto:Conto di vedere in futuro altri tuoi racconti su questa piattaforma!

Ciao, Stefano! Devo ammettere che questa esperienza mi coinvolge un po' troppo ed ho pensato più volte di smettere. Grazie per l'invito. Speriamo di rileggerci dopo l'estate.

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Re: I due amici

Messaggio#21 » giovedì 26 maggio 2022, 11:51

Davide_Mannucci ha scritto: Ci sono altri racconti che ti passano avanti nella classifica, considerati tutti i parametri, ma tu sei riuscito a farmi emozionare.

Ciao, Davide! Sapere di essere riuscito a trasmettere emozioni è una delle cose più belle. Grazie, grazie e ancora grazie!

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Rick Faith
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Re: I due amici

Messaggio#22 » giovedì 26 maggio 2022, 14:00

gcdaddabbo ha scritto:
Rick Faith ha scritto: C'è tanto in meno di cinquemila caratteri. Il Gianni sei tu? Si spiegherebbe questa enorme abbondanza di dettagli, di citazioni, di incontri, di scene, che durante la lettura a un certo punto hanno iniziato come a sovrapporsi, a confondersi, a farmi perdere il filo. Un po' come un flusso di emozioni e ricordi che si richiamano e s'inseguono. Non so quanto c'è di vissuto e quanto di inventato, ma l'impressione è quella di un testo molto personale e circondato da un velo di malinconia.

Ciao, Rick! Non ho capito cosa intendi con "Tanto di meno di cinquemila caratteri"
Avevo ancora 140 caratteri e, dopo mezzanotte, non riesco a rendere al meglio.
Sì, quel Gianni sono io! Ogni volta cerco di scrivere una storia autonoma, ma vengo sommerso dai ricordi. Sarà un difetto dell'età. I vecchi non hanno più lo stimolo della sete e diventano superegocentrici.


Intendevo dire che è un testo pieno: di temi, di atmosfera, di ricordi. Tanto nel senso che "c'è tanto contenuto racchiuso in cinquemila caratteri". Mi accorgo solo adesso che la frase poteva essere interpretata anche come "mancano molti caratteri per raggiungere i cinquemila", non era mia intenzione.

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antico
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Re: I due amici

Messaggio#23 » venerdì 3 giugno 2022, 14:59

Un racconto che parte bene, ma che poi perde un po' la direzione o, quanto meno, il controllo e quando questo accade, il lettore si perde non riuscendo ad associare un senso compiuto a quanto sta leggendo, non fosse per il messaggio che fai passare nel finale, ma a quel punto lo hai già perso (il lettore). Hai davvero tanto da raccontare e si percepisce che parecchi dei fatti messi su carta (digitale) sono parte della tua vita e rappresentano sempre un plus incommensurabile. Resta il fatto che va migliorato questo sviluppo della storia perché mi sembra di capire che è un po' un tuo punto debole. Tema preso. Per me siamo su un pollice tendente al positivo, ma un po' al pelo.

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