I tre chef

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 16 maggio 2022 con un tema concordato con le guest star della Nona Era!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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Andrea Furlan
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I tre chef

Messaggio#1 » martedì 17 maggio 2022, 0:53

Cucinare è come fare sesso: serve costanza, fantasia e passione.
Lucia lo diceva spesso, quando eravamo soli in camera da letto, o sui fornelli del nostro ristorante.
L’antipasto che sto preparando era una sua ricetta: scampi in riduzione di fave e guanciale. Ripeto i suoi gesti: i legumi bolliti, il sugo, la salsa a base di Porto, frullo tutto col minipimer. Lavorare è l’unico modo per non pensare a lei dopo che se n’è andata senza una parola. Da allora bevo, vivo nel ristorante. La nostra casa è vuota, ci torno il meno possibile.
Sono pronto in anticipo, mi permetto di guardare gli altri. Boldrini è in difficoltà, ha scelto un antipasto vegetariano, pretenzioso, non fa altro che sbuffare. Amendola ci guarda con quel mezzo sorriso che odio: altezzoso come sempre, ha già finito la sua famosa anguilla laccata.
Il gong suona. Il nostro ospite misterioso compare: è vestito di un lungo abito nero che ne nasconde le forme, indossa una maschera veneziana. La sua voce mi sembra nota, ma non riesco ad afferrarla.
«Molto bene. Mentre assaggio potete preparare i primi. Avete trenta minuti.»

Quella mattina mi ero svegliato col mal di testa: ero sdraiato su uno dei tavoli di acciaio della cucina, una bottiglia di vino rosso, vuota, al mio fianco.
Avevo lavato i tegami della sera prima, pensando a lei: «Precisione e pulizia sono le prime cose.»
Non avrebbe mai permesso che si lasciasse la cucina in disordine. Per un attimo avevo avuto la sensazione che fosse lì con me. Poi avevano suonato.
Nella buca della posta avevo trovato una busta nera, inusuale, con un biglietto scritto in una grafia elegante.

Gentile chef Mantovani,
la invito a partecipare al Torneo dei tre chef, una competizione privata a cui parteciperanno i suoi colleghi Francesco Boldrini e Athos Amendola. Una cena completa di tre portate, due a vostra discrezione. Il secondo dovrà essere il migliore dei vostri piatti, in base a ingredienti che fornirò. Quello di voi che saprà convincermi, vincerà trentamila euro.
Il Nuovo Artusi


Il biglietto era tutto lì, sul retro le indicazioni stradali per arrivare e un appuntamento per la settimana successiva.

Sto terminando di preparare il sugo di coniglio in bianco, la ricetta che Lucia ha ideato poco prima di sparire. Sarà la mia rinascita. Ripenso ai clienti che non vengono più da quando se n’è andata. Ai soldi che mi servono per rilanciare il locale. Alle ricerche inutili che ho fatto sul misterioso Artusi: deve conoscermi, sapere che avrei accettato.
Controllo i miei avversari: Amendola sembra non fare nulla, ma ha quasi finito. Il grassone parla da solo, paonazzo, usa uno strofinaccio per asciugarsi la fronte.
Condisco le tagliatelle, spolvero con tartufo bianco, abbondante. Impiatto. Gong.
Appare una seconda volta, esamina i piatti, mi pare che annusi. Il mio tartufo li batterà, quei bastardi.
Questa volta ha portato un carrello con tre cloche.
«Questo è il vostro ingrediente principale: per la portata più importante, con cui dovete stupirmi. Prima lei, Mantovani.»
Le tre cloche sono identiche, scelgo quella centrale. Lucia avrebbe fatto lo stesso.
Carne. Il mio piatto contiene qualcosa che sembra cervella, Amendola un filetto, Boldrini delle costine. L’idea mi viene subito: un piatto di campagna che Lucia mi faceva spesso da fidanzati. Sarà il mio piatto migliore, vincerò.

Freddo.
Mi sveglio in una grande cella frigorifera, confuso, vestito da cuoco. Mi riparo dal gelo con le braccia, cerco di alzarmi: la catena che collega il mio piede alla pesante scansia tintinna.
I ricordi ritornano: Artusi ha assaggiato i tre piatti più volte, il suo sguardo ci ha studiato impassibile dietro la maschera, le mie mani che tremavano nell’attesa. Dopo un tempo interminabile ha versato un calice di vino rosso, me lo ha passato, stringendomi la mano.
Ho vinto.
Gli altri due hanno sbuffato di rabbia: Amendola ha gettato il grembiule a terra, Boldrini lanciava lampi di odio. Sono stati congedati in modo brusco, irritato.
Non ricordo altro: mi chiedo se il vino fosse drogato.
Uno schermo si accende sulla parete di fronte.
Inquadra la mia, la nostra cucina.
Lucia entra ridendo, seguita da un uomo che la bacia con passione, poi la fa sdraiare sullo stesso tavolo dove ho dormito il giorno in cui ho ricevuto l’invito. Riconosco Paolo, il mio aiuto che ho licenziato mesi fa. Scansafatiche arrogante.
Fanno l’amore. Due, tre, cinque volte.
Guardare è un supplizio. Sto immobile, lacrime che mi rigano le guance e congelano per il freddo. Lo schermo si spegne, una voce metallica riempie il piccolo ambiente, assordandomi.
«Il meglio deve ancora venire, bastardo. Era scappata con me, mi amava, ma poi ha cambiato idea. Voleva tornare da te, in quel tugurio che chiami ristorante. La scansia di sinistra, in fondo.»
Solo ora mi accorgo del telo nel punto che ha indicato, lo scopro.
Lucia fissa il soffitto, occhi sbarrati. Ha una coscia spolpata, una sezione di torace mancante, la calotta cranica scoperchiata.
La voce non si fa più sentire.
Rimaniamo solo noi due, insieme, al freddo.



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antico
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Re: I tre chef

Messaggio#2 » martedì 17 maggio 2022, 0:57

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok, buona ALL STARS EDITION anche a te!

alexandra.fischer
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Re: I tre chef

Messaggio#3 » mercoledì 18 maggio 2022, 15:36

I TRE CHEF di Andrea Furlan Tema centrato in modo molto originale. Si parte dalla gara culinaria organizzata dal misterioso buongustaio che si fa chiamare Nuovo Artusi e porta una maschera alla veneziana. Per il protagonista Mantovani è un’ottima occasione per rilanciare il locale. E si vede l’universo degli chef in tutta la sua spietatezza: il Nostro beve, vive nel ricordo della sua ex Lucia, con la quale gestiva il ristorante ora divenuto la sua casa. Il Lettore Sensibile si commuove nel vedere come lui nei piatti metta tutti i ricordi della vita con lei e ne esegua gli ordini per vincere la gara contro i colleghi ben tratteggiati: l’altezzoso Amendola e l’amante del rischio Boldrini. La vittoria di Mantovani, però, nasconde una trappola: il Nostro si risveglia nella cella frigorifera, incatenato alla scansia. Assiste al tradimento di Lucia con l’aiutante incapace da lui licenziato tempo prima, ma è un filmato. L’aiutante gli indica nella registrazione cosa ne è stato di Lucia, colpevole di aver deciso di tornare dall’ex. È nella cella frigorifera. E di sicuro il Nuovo Artusi è l’aiutante, deciso a vendicarsi. Molto credibile la tensione di gara, con la preparazione dei tre piatti e ben gestita la gestualità dei cuochi, specie nella scena della sconfitta.

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MatteoMantoani
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Re: I tre chef

Messaggio#4 » mercoledì 18 maggio 2022, 17:47

Prime Impressioni: Ciao Andrea, sempre un piacere rileggerti. Noto una strana coincidenza, il pdv del mio racconto si chiama Furlan, il tuo MantoVani... mmm..

Aderenza al Tema: Ahia.. non lo trovo proprio. Aiutami tu.

Punti di Miglioramento: All'inizio della lettura temevo in qualcosa di già visto, tanto che nell'ultimo pezzo sono quasi saltato dalla sedia dalla sorpresa. Unica nota dolente è che il finale è talmente particolare da risultare forzato. Chiara la situazione di vendetta, ma... il movente? Questo tizio fa a pezzi e dà da mangiare la sua amante al suo ex e ad altri due chef che non c'entrano niente, e tutto perché se ne vuole andare. Sul serio? Davvero, mi pare tutto molto casuale e poco seminato, per quanto sconvolgente e originale.
Qualche nota lato stile: tutte le parti in cui il pdv spiattella il suo passato al lettore potevano essere rese in maniera meno "invasiva", e comunque a volte le informazioni non mi pare siano così chiare, tanto che pensavo che la moglie del protagonista fosse morta, non scappata con un altro. Anche qui, forse sarebbe stato più coerente un sentimento di rabbia e di frustrazione, più che una nostalgica memoria della donna che non c'è più.

Punti di Forza: L'attacco è fenomenale, il paragone della cucina col sesso mi ha fatto sorridere e mi è sembrato un incipit meraviglioso. Anche la gara in sé è una situazione interessante dal punto di vista narrativo, l'hai poi anche fatta finire in modo molto originale, che però andava forse seminato un po' di più, come ti dicevo sopra.

Conclusioni: Un po' meno bene di altri tuoi lavori, la storia parte da una situazione cui siamo abbastanza abituati e prende una piega originale e sconvolgente, forse così tanto sopra le righe da risultare un po' esagerata. Occhio a qualche pezzettino in cui le informazioni vengono rivolte direttamente al lettore senza un filtro, e l'effetto "spiegone" allontana un po' troppo il lettore. Il tema, purtroppo, non l'ho trovato :(

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Andrea Furlan
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Re: I tre chef

Messaggio#5 » giovedì 19 maggio 2022, 1:03

alexandra.fischer ha scritto:I TRE CHEF di Andrea Furlan Tema centrato in modo molto originale. Si parte dalla gara culinaria organizzata dal misterioso buongustaio che si fa chiamare Nuovo Artusi e porta una maschera alla veneziana. Per il protagonista Mantovani è un’ottima occasione per rilanciare il locale. E si vede l’universo degli chef in tutta la sua spietatezza: il Nostro beve, vive nel ricordo della sua ex Lucia, con la quale gestiva il ristorante ora divenuto la sua casa. Il Lettore Sensibile si commuove nel vedere come lui nei piatti metta tutti i ricordi della vita con lei e ne esegua gli ordini per vincere la gara contro i colleghi ben tratteggiati: l’altezzoso Amendola e l’amante del rischio Boldrini. La vittoria di Mantovani, però, nasconde una trappola: il Nostro si risveglia nella cella frigorifera, incatenato alla scansia. Assiste al tradimento di Lucia con l’aiutante incapace da lui licenziato tempo prima, ma è un filmato. L’aiutante gli indica nella registrazione cosa ne è stato di Lucia, colpevole di aver deciso di tornare dall’ex. È nella cella frigorifera. E di sicuro il Nuovo Artusi è l’aiutante, deciso a vendicarsi. Molto credibile la tensione di gara, con la preparazione dei tre piatti e ben gestita la gestualità dei cuochi, specie nella scena della sconfitta.


Grazie Alexandra per il tuo commento positivo, sono contento che ti sia piaciuto.

Solo una spiegazione: il protagonista usa i piatti della moglie perché vive una sorta di dipendenza nei suoi confronti, le sue ispirazioni vengono da lei rendendolo un cuoco di fatto mediocre. L'idea non era di commuovere, ma di far intuire questa subordinazione che è il motore delle sue scelte, prima fra tutte quella di accettare la sfida di Artusi.
Ultima modifica di Andrea Furlan il giovedì 19 maggio 2022, 1:21, modificato 1 volta in totale.

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Andrea Furlan
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Re: I tre chef

Messaggio#6 » giovedì 19 maggio 2022, 1:17

MatteoMantoani ha scritto:Prime Impressioni: Ciao Andrea, sempre un piacere rileggerti. Noto una strana coincidenza, il pdv del mio racconto si chiama Furlan, il tuo MantoVani... mmm..

Aderenza al Tema: Ahia.. non lo trovo proprio. Aiutami tu.

Punti di Miglioramento: All'inizio della lettura temevo in qualcosa di già visto, tanto che nell'ultimo pezzo sono quasi saltato dalla sedia dalla sorpresa. Unica nota dolente è che il finale è talmente particolare da risultare forzato. Chiara la situazione di vendetta, ma... il movente? Questo tizio fa a pezzi e dà da mangiare la sua amante al suo ex e ad altri due chef che non c'entrano niente, e tutto perché se ne vuole andare. Sul serio? Davvero, mi pare tutto molto casuale e poco seminato, per quanto sconvolgente e originale.
Qualche nota lato stile: tutte le parti in cui il pdv spiattella il suo passato al lettore potevano essere rese in maniera meno "invasiva", e comunque a volte le informazioni non mi pare siano così chiare, tanto che pensavo che la moglie del protagonista fosse morta, non scappata con un altro. Anche qui, forse sarebbe stato più coerente un sentimento di rabbia e di frustrazione, più che una nostalgica memoria della donna che non c'è più.

Punti di Forza: L'attacco è fenomenale, il paragone della cucina col sesso mi ha fatto sorridere e mi è sembrato un incipit meraviglioso. Anche la gara in sé è una situazione interessante dal punto di vista narrativo, l'hai poi anche fatta finire in modo molto originale, che però andava forse seminato un po' di più, come ti dicevo sopra.

Conclusioni: Un po' meno bene di altri tuoi lavori, la storia parte da una situazione cui siamo abbastanza abituati e prende una piega originale e sconvolgente, forse così tanto sopra le righe da risultare un po' esagerata. Occhio a qualche pezzettino in cui le informazioni vengono rivolte direttamente al lettore senza un filtro, e l'effetto "spiegone" allontana un po' troppo il lettore. Il tema, purtroppo, non l'ho trovato :(


Ah ai nomi non ci avevo proprio pensato, l'ispirazione viene da un'altra persona, un Mantovani semi famoso...
Allora il tema: ruota tutto attorno al piatto finale della sfida, quello centrale in cui Artusi vuole prendersi la rivincita sul suo rivale in amore. Il piatto migliore, il più importante di tutti, la trappola perfetta: il meglio che deve arrivare.
Il finale: Artusi ha avuto un raptus quando Lucia lo ha voluto lasciare, ma non è sufficiente aver ucciso lei, deve vendicarsi anche del suo ex capo. L'idea era questa, ma forse troppo limitata dai caratteri.
I ricordi: concordo che forse sono troppo raccontati, ma si tratta di passi molto brevi, appena accennati. Ho riletto apposta perché non mi sembrava di essere caduto nello spiegone. Dovrei rifletterci meglio, così come sulla semina più chiara per il finale. La nostalgia deriva dalla dipendenza che il protagonista prova per la moglie, che ho cercato di rendere col fatto che ogni suo piatto è ispirato da lei.
Sono contento che l'incipit ti sia piaciuto, mi è venuto così di getto e l'ho trovato buono.
Ultima nota sulle tue conclusioni: andare sopra le righe nel finale era voluto, l'ho scritto crudo e secco apposta, ma forse da rifinire meglio.

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Andrea Lauro
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Re: I tre chef

Messaggio#7 » giovedì 19 maggio 2022, 7:17

Ciao Andrea! Ecco il misterioso scrittore del bellissimo La Carriola del mese scorso…
Oh porca la miseria, che racconto! Sono rimasto inorridito, il che penso sia fosse proprio il tuo obiettivo. Allora, partiamo dal fatto che la botta finale c’è stata.

E la tua scrittura mi piace molto, la trovo matura anche nella gestione dei flashback, nella progressione della trama, non dici mai niente di più di quanto non serva e sai usare bene i dettagli e le caratterizzazioni.

Il mio appunto quindi è solo ed esclusivamente per la storia, l’unico neo che mi fa penalizzare il racconto a livello di classifica. Ed eccolo: non avevo suggerimenti che mi portassero a pensare a una deriva così pulp sul finale. Intendiamoci: se avessi letto il racconto in un contest horror o thriller, sapevo che saremmo finiti lì. O anche se avessi avuto una copertina a tinte fosche, anche lì avrei saputo che la promessa era quella.

Invece qui il racconto parte molto soft, pieno di ciccia, devo dire, mi è molto piaciuta la caratterizzazione del personaggio che prosegue di pari passo con la storia. Il passato che lo tormenta, che gli dà la spinta e l’occasione di rivalsa. Le ricette come le faceva Lucia, che l’ha lasciato e che torna, torna ancora. Tutto perfetto, insomma. E poi il cambio di genere sul finale, lì hai colpito duro, lo riconosco.
Ecco, prendi il racconto di Isabella Valerio, nel tuo girone: parla di un uomo che di lavoro fa qualcosa di orribile, il taglio dei (delle) clitoridi. E il finale truculento è in linea con le premesse. Qui purtroppo mi è arrivato come un pugno micidiale… ma sono sicuro che ci sarà chi apprezza questa tua scelta, sicuro!

a presto!
andrea

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david.callaghan
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Re: I tre chef

Messaggio#8 » lunedì 23 maggio 2022, 22:32

Ciao Andrea,
piacere di rileggerti. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, tanto per il tuo stile che trovo molto efficace quanto per il fatto che mi ha sorpreso. Anche io mi aspettavo tutt'altro e forse il finale è stato troppo affrettato e brusco, ma devo dire che l'ho comunque letto tutto d'un fiato e ha saputo intrattenermi. Quindi per me un'ottima prova :)

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Pietro D'Addabbo
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Re: I tre chef

Messaggio#9 » martedì 24 maggio 2022, 9:05

Ciao Andrea, piacere di leggerti.

La trama della storia mi sembra funzionare, una trappola elaborata per una vendetta ai danni di uno chef. Quello che a mio giudizio funziona meno è la trasversalità di questa vendetta, il protagonista non ha modo nemmeno di sospettare di stare finendo in trappola poiché ignora di essere stato tradito e poi riamato.
I due coprotagonisti iniziali potrebbero essere perfino omessi, in una competizione tipo ‘audizioni’ alla masterchef i candidati non cucinano contemporaneamente ma uno alla volta. Il twist finale arriva ma non perché il lettore non abbia colto gli indizi, arriva perché non ne hai dati. Noi con lui, ci ritroviamo in un finale che si concentra su una vendetta crudele mentre la storia ci aveva promesso di parlare di ‘tre chef’ in competizione tra loro.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Luca Nesler
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Re: I tre chef

Messaggio#10 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:22

Ciao Andrea! Hai voluto il mio commento? Ed eccolo! Parto parlando del narratore: un po’ incasinato. Parti che sembra rivolto al lettore, ma poi ti immergi nella sua soggettiva. Salto di riga e riparti rivolgendoti al lettore. Questo narratore fa un po’ questo, un po’ quello e instilla il dubbio che l’autore non sia sicuro di quello che vuole fare col racconto.
La frase «Da allora bevo, vivo nel ristorante» mi risulta un po’ strana: la virgola suggerisce una correlazione che manca. Con la E avresti avuto un effetto forse più corretto. Oppure con una tripletta (sai, la regola del 3): tipo «da allora faccio tardi, vivo nel ristorante e non smetto di bere». Ho messo il bere in fondo perché è meglio seguire un escalation e l’alcolismo è l’elemento più problematico dell’elenco (belle chiacchiere tra scrittori).
Ma passiamo al racconto. Non so se il flashback dell’ingaggio fosse davvero necessario. Certo, bisognava far emergere la natura del contest, ma probabilmente te la saresti cavata anche con qualche elemento nella linea temporale del racconto. E la storia di Lucia era già nota.
Nella parte finale parti con un deciso narratore interno, ma la questione solleva un problema nella parte precedente. Quando dici «i ricordi ritornano» funziona, ma non funziona nella parte prima dove stavo seguendo la vicenda qui e ora. Lì, la narrazione avrebbe dovuto proseguire liscia fino alla cattura, se non fosse intervenuto l’autore con un trucchetto da demiurgo. Visto come procede il racconto, avresti potuto fargli bere il vino, appannargli la vista e farlo ritrovare nella cella frigorifera. Niente di originale, ma quantomeno misterioso.
Ti faccio notare l’espressione «un tempo interminabile» che è un cliché linguistico. Vorrei sensibilizzare l’opinione pubblica portando a galla quanto siano nocivi i cliché linguistici! Non usiamoli più, ragazzi! I cliché linguistici stanno facendo scomparire le balene!
Finale agghiacciante! In tutti i sensi.
Un’ottima idea per un racconto dell’orrore alla Saw, ma che soffre dei caratteri e della costruzione fatta in fretta (come se avessi solo 4 ore per scrivere e consegnare). Avevo pensato al fatto che stessero cucinando Lucia quando hai tirato fuori il cervello, ma quello va bene. Mi chiedo il perché abbiano partecipato anche gli altri due cuochi. Inoltre il protagonista, a parte nominare Lucia allo sfinimento, non presenta alcuna altra caratteristica. In ogni caso un racconto divertente!
Alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: I tre chef

Messaggio#11 » mercoledì 25 maggio 2022, 14:15

Ho letto ora gli altri commenti e mi permetto di aggiungere una riflessione sul finale. Non è vero che non ci siano indizi, nel senso che questo Artusi è chiaramente un personaggio misterioso, ha richieste particolari e non fornisce spiegazioni lasciando i partecipanti volontariamente all'oscuro. Questo genera diffidenza e, vista la natura del mistero, ci si può aspettare qualunque cosa dall'Artusi.
Inoltre il finale brutale arriva inaspettato proprio perché deve dare uno schiaffo al lettore, in questo senso tutto è preparato e il fianle è coerente con quanto visto prima. Non è una virata verso qualcosa di diverso, ma è lo svelamento di una completezza che prima non era possibile vedere, un qualcosa che non contraddice le premesse.
Io la vedo così e non mi ha infastidito

AntonellaBagorda
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Re: I tre chef

Messaggio#12 » giovedì 26 maggio 2022, 0:47

Ciao Andrea.
Bellissimo racconto, complimenti.
Il ritmo è in continuo crescendo, la tensione è ben gestita dall’inizio alla fine, i flashback vengono utilizzati con intelligenza, ottima la progettazione della trama, belli i personaggi - abbastanza definiti nonostante i caratteri a disposizione non permettessero di fare miracoli - e, cosa importantissima da non trascurare, finale per nulla scontato. Insomma, mi è piaciuto molto ed è evidente che tu non sia uno sprovveduto.
Però… Devo aggiungere un però.
Il tema del contest l’hai inserito, è vero, ma diciamoci la verità, è messo lì proprio perché da qualche parte andava messo. Incastrato a forza in un punto in cui, invece di esaltare il momento, ha fatto sì che la tensione calasse per un attimo.
Al momento il tuo racconto potrebbe essere senza problemi il mio primo in classifica, ma questo contest ha un tema e non posso trascurare il fatto che tu lo abbia un po’ ignorato. Non resta che sperare che tutti gli altri abbiano fatto peggio. Eheh.
Intanto in bocca al lupo e buona gara.

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Shanghai Kid
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Re: I tre chef

Messaggio#13 » giovedì 26 maggio 2022, 23:14

Ciao Andrea, e piacere di averti letto di nuovo.
Te lo dico sempre che mi piace come scrivi. Molto. Ma questa volta i complementi sono prevalentemente per il contenuto. Il tuo racconto mi ha divertito e stupito e collegare questo tema a una vendetta che c'entri con il cannibalismo l'ho trovata un'idea molto originale.
Il tutto è ben scritto come sempre.
Unico neo è forse la mancanza di caratterizzazione del carnefice, che io, personalmente, avrei approfondito.
Comunque ottima prova.
A rileggerti,
Elisa

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antico
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Re: I tre chef

Messaggio#14 » giovedì 2 giugno 2022, 10:20

Un solo difetto: sembra più un soggetto che un racconto. Tutto molto bello, ma manca empatia perché l'unica costruzione che fai è sul rapporto finito tra il protagonista e Lucia e non c'è preparazione, per forza di cose, su tutto il resto. Potrebbe essere, appunto, un soggetto per un breve romanzo (cui dovresti aggiungere una risoluzione una volta portato il protagonista nella trappola). Manca la costruzione del villain, la spiegazione del perché del gioco da lui inscenato, la gestione del mistero, motivazioni più articolate. Quindi, dal mio punto di vista, la prova è fallita perché il racconto di 5000 caratteri potevi organizzarlo diversamente e renderlo più funzionale al tema stesso mentre qui, lo ripeto, hai creato una struttura, decisamente valida, per qualcosa di più articolato. Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido soprattutto per quanto crei in potenza, ma non brillante.

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