Pausa caffè

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 16 maggio 2022 con un tema concordato con le guest star della Nona Era!
Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 5000 caratteri entro l'una.
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Stefano.Moretto
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Pausa caffè

Messaggio#1 » martedì 17 maggio 2022, 0:57

Lo schermo del pc sfarfalla, in cima alla finestra del programma di scrittura compare la scritta "non risponde". Ti prego, non di nuovo! Sono almeno dieci minuti che non salvo il file!
Premo tutti i tasti e le combinazioni che mi vengono in mente, ma il pc rimane bloccato. Dall'altro lato del tavolo i miei due colleghi mi guardano da sopra i loro monitor, devono aver capito che sono disperato.
Marco accenna un sorriso. «Si è bloccato di nuovo?»
Sospiro e annuisco. Anche loro rimangono in silenzio, ma dalle loro espressioni dispiaciute mi arriva il loro silenzioso cordoglio.
Pietro si alza e fa penzolare dalla mano la chiavina della macchinetta del caffè. «Pausina? Tanto non si sbloccherà tanto presto.»
Guardo la chiave oscillare, forse un caffettino è quello che mi ci vuole in effetti. «Va bene dai.» Mi alzo. «Ma se quando torno è ancora piantato giuro che lo lancio dalla finestra, 'sto coso.»
Marco ride. «Allora aspetta che sposto l'auto, ce l'ho proprio qui sotto.»
Usciamo dall'ufficio ridendo. Il capo reparto ci squadra dall'altro lato del corridoio e ci viene incontro a passo spedito.
«Voialtri, state a bighellonare?»
Sollevo le mani. «Calma capo, stiamo solo andando a prendere un caffè. Il mio pc si è piantato di nuovo e devo aspettare che—»
«Sì sì quello che vuoi, ma sbrigatevi. Oggi è in arrivo un nuovo collega e non voglio che pensi che qui si sta a fare un cazzo.»
Si gira e parte a razzo verso il suo ufficio. Mi mordo la lingua. Qui l'unico che non fa un cazzo dalla mattina alla sera è lui, e c'ha pure l'unico pc che non risale all'anteguerra di tutto l'ufficio.
Marco mi pianta una mano sulla spalla. «Dai, andiamo.»
Prendo un lungo e lento respiro, l'aria mi riempie i polmoni e ritrovo un po' della mia calma. Ci avviamo verso le macchinette.
Pietro ridacchia. «Vi ricordate ai tempi dell'università? Quando il prof ci diceva che una volta laureati sarebbe stato una favola?»
Viene da ridere anche a me. «Già, vecchio del cavolo. "Troverete lavoro a pioggia, non dovrete neanche cercarlo".»
Marco ci abbraccia. «Come siete pessimisti! Io ci credo ancora, pensate a quanto sarà figo quando sarà uno di noi tre il capo reparto. Sessioni di COD dopo il lavoro e caffè gratis!»
«In quale universo?» Me lo scrollo di dosso. «Anche se dovesse arrivare il giorno in cui quello stronzo se ne va, lo sostituiranno con uno più stronzo e raccomandato. Va così, la vita è una merda e andrà sempre più di merda.»
Pietro si appoggia alla macchinetta del caffè e mi lancia un'occhiataccia. «Così però mi deprimi. Dai, pigliati 'sto caffè che ti tiri su.» Inserisce la chiavina. «Il solito?»
«Sì, espresso senza zucchero.»
Preme il tasto e la macchinetta si mette in funzione.
«Quindi,» Marco si mette a sedere su uno sgabello. «Pensi di rimanere qui per sempre?»
Scrollo le spalle. «Perché, voi no? Volete seriamente passare un altro anno a cercare un posto che poi potrebbe essere peggio di questo?»
«Per noi è diverso,» Pietro solleva la mano e si indica la fede nuziale. «Tu non hai una famiglia a carico, puoi permetterti qualche rischio.»
Marco sorride e mostra la sua. Si divertono a rinfacciarmi di essersi accasati prima di me?
La macchinetta emette un suono acuto, allungo la mano e prendo il mio caffè. O meglio, l'acqua sporca che questa macchinetta spaccia per bevanda al gusto di caffè.
Marco si avvicina alla macchinetta e preme un bottone. «Dai, a quanto pare oggi arriva pure uno nuovo. Magari è simpatico. Secondo voi che tipo sarà?»
Sorrido. «Probabilmente più disperato di noi, se è entrato qui ora che l'azienda non è neanche così prospera.»
Marco e Pietro ridacchiano. La porta dietro di loro si apre, una ragazza dai capelli corvini ci guarda con la stessa espressione che avrebbe un cerbiatto in autostrada.
«Scusate, sto cercando il capo reparto. Credo di essermi persa.»
I suoi occhi vagano per la stanzina. Le sue labbra sono di un rosso infuocato.
«Il capo reparto è in fondo a questo corridoio.» Dico tutto d'un fiato.
Lei si volta verso la porta dello stronzo. «Oh, grazie!»
«Però ti prego.» Mi pongo l'indice davanti alle labbra. «Non dirgli che ci hai visti a prendere il caffè. È... molto fiscale.»
Le sue labbra si increspano in un sorriso. «Va bene. Ma solo se me ne offrite uno.»



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antico
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Re: Pausa caffè

Messaggio#2 » martedì 17 maggio 2022, 1:03

Ciao Stefano! Tutto ok, buona ALL STARS EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Pausa caffè

Messaggio#3 » mercoledì 18 maggio 2022, 15:19

PAUSA CAFFE’ di Stefano Moretto Tema centrato. Analisi spietata del mondo del lavoro. Chi ce l’ha deve fare i conti con il caporeparto raccomandato e severo, oltre che privilegiato dal punto di vista della tecnologia: il suo PC, a differenza di quello del Nostro, non va certo in blocco. Amaro il bilancio del Nostro a proposito del dopo università. Marco è il più ottimista riguardo alla possibilità di migliorare, intanto, però rimane aggrappato alla sedia: la fede nuziale al dito parla da sé. Lo stesso vale per Pietro, accasato anche lui e con meno propensione a rischiare per cambiare lavoro in meglio. La nota ottimista di questo racconto è l’arrivo della nuova collega, dalla fragile bellezza. Un probabile dono del destino per addolcire la vita del Nostro?

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MatteoMantoani
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Re: Pausa caffè

Messaggio#4 » mercoledì 18 maggio 2022, 17:35

Prime Impressioni: Ciao Stefano, sempre un piacere rileggerti. Anche tu hai scelto di declinare il tema con una scena legata al mondo del lavoro (in parte là fatto anche Debora), ecco cosa ne penso.

Aderenza al Tema: Tutto ok.

Punti di Miglioramento: La storia è semplice e non posso dire che brilli per originalità. Un protagonista che svolge un lavoro che lo gratifica poco col solito capo stronzo, e l'arrivo provvidenziale di una nuova collega che (forse) potrebbe aggiungere un po' di pepe alla sua vita. Sono situazioni già viste molte altre volte, quindi già a metà, quando menzioni che tra tutti il pdv è l'unico non sposato, ho più o meno capito dove volevi andare a parare.
Ad essere pedanti, trovo anche la descrizione della tipa un po' stereotipata: specie "lo sguardo da cerbiatta", "labbra rosse infuocate"... sicuramente avresti potuto rendere questa descrizione più interessante.
Noto anche che avresti potuto usare 800 caratteri in più.. qua mi sa che avevi poche idee.

Punti di Forza: Si legge senza difficoltà, la scrittura è snella e chiara, ma su questo nessuno ti ha mai mosso osservazioni particolari.
Alcuni dettagli sono divertenti e ben resi: lo schermo che sfarfalla, il caffè che sa di acqua sporca (anche qui, secondo me potevi rendere questa descrizione in modo più originale), le meccaniche di ufficio e i rapporti tra i colleghi.

Conclusioni: Purtroppo mi pare un racconto sotto i tuoi (alti) standard. Sebbene sia semplice, scritto in modo comprensibile e di facile lettura, trovo il meccanismo della narrazione e la storia abbastanza affetti dall'effetto "già visto", tanto che questo ne compromette la godibilità. Attenzione anche alle descrizioni, cadere nei cliché è facile e una ragazza con lo "sguardo da cerbiatta" mi pare una descrizione migliorabile.

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Andrea Lauro
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Re: Pausa caffè

Messaggio#5 » sabato 21 maggio 2022, 21:53

Ciao Stefano, autore che all’ultima edizione m’ha fatto commuovere…
Dunque, a questo giro il racconto non mi è entrato, che ci vuoi fare. Un lavoro composto, ragionato, insomma un bell’esercizio, ma ho sentito la mancanza di quella componente emotiva che mi prende e mi porta via (cit.)

Insomma, non ha fatto il famigerato clic. Detto fra me e te, i racconti in ambito lavorativo (ufficio, intendo) sono una spina nel fianco, ne ho scritto uno quest’anno e uno l’anno scorso e nessuno dei due, a distanza di tempo, m’ha davvero entusiasmato. Al punto che penso non ci proverò più, sento che mi manca quella giusta verve per affrontarli.

Ma torniamo al tuo racconto: hai gestito molti personaggi (due sono uguali), con molti dialoghi che ogni tanto si perdono in sottigliezze, ristagnano, tornano indietro e poi riprendono il discorso e ripartono: nel complesso l’impressione è di una confusione di fondo che non va a colpire il bersaglio. Capita!
Nota questa battuta: «Probabilmente più disperato di noi, se è entrato qui ora che l'azienda non è neanche così prospera». Più che una linea di dialogo, che a una macchinetta del caffè proprio fatico a immaginare, sarebbe stato un buon fraseggio interiore.

Insomma: ben scritto ma un po’ insipido, posizionerei il tuo racconto sopra quello di Stefano Tanci, che aveva problematiche più evidenti.
buona serata e buona edition!
andrea

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Pietro D'Addabbo
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Re: Pausa caffè

Messaggio#6 » martedì 24 maggio 2022, 9:05

Ciao Stefano, piacere di leggerti.

Hai declinato il tema attribuendo all’arrivo di una nuova collega la possibilità che ‘il meglio stia arrivando’, una situazione che può rappresentare uno spunto per il protagonista di evitare una vita ‘piatta’. Devo dire che questo finale mi sembra un po’ un cliché da film comico natalizio, oggi una situazione simile andrebbe indagata con una maggiore attenzione alle tematiche del mobbing, dello stalking, ecc… Certo il protagonista può essere un uomo ‘all’antica’, ma la storia mi lascia comunque l'amaro in bocca e questo mi condiziona nell’esprimere il giudizio. Dal punto di vista stilistico meriteresti una posizione alta in classifica.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Luca Nesler
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Re: Pausa caffè

Messaggio#7 » mercoledì 25 maggio 2022, 12:22

Ciao Stefano! Il racconto parte con una cosa che mi ha fatto storcere il naso: tu il tuo editor di testo lo chiami «programma di scrittura»? Sarebbe stato meglio «la finestra di Word» o qualcosa così. Bazzecole, ma visto che è nella prima riga si fa notare di più.
Trovo la scrittura un pochino trascurata rispetto al tuo solito. Mi riferisco ad alcune ripetizioni tipo «Dall’altro lato, da sopra i monitor» o «Anche loro rimangono in silenzio, ma dalle loro espressioni dispiaciute mi arriva il loro silenzioso cordoglio.» (Qui troppi aggettivi ti hanno fregato) poi ancora chiavina, pausina, caffettino e in fondo arriva pure la stanzina.
Anche il gerundio «usciamo dall’ufficio ridendo» è un po’ un eject dal pdv.
Anche i dialoghi sono un po’ finti. E poi la frase «e c'ha pure l'unico pc che non risale all'anteguerra di tutto l'ufficio.» Dove l’anteguerra di tutto l’ufficio crea un po’ di confusione.
E ti cito (e poi smetto) la frase: «Prendo un lungo e lento respiro, l'aria mi riempie i polmoni e ritrovo un po' della mia calma.»
Qui abbiamo, non solo due aggettivi per respiro, la descrizione di questo sospiro a seguire e poi pure un pronome possessivo decisamente di troppo. Insomma, cose che non mi aspetto di trovare in un tuo testo. Si vede che non eri nella tua forma migliore (capita anche ai migliori!).
Il racconto potrebbe essere lungo un terzo togliendo parti di dialogo inutili (come prendi il caffè? Eccetera) e tutta la parte del pc bloccato che non serve a nulla. Anche il fatto che il protagonista abbia due colleghi non serve, ne bastava uno.
Il meglio che arriva è la collega. Capisco che il testo suggerisca che il protagonista ha un piccolissimo colpo di fulmine, ma non mi pare proprio che possa definirsi «il meglio». O forse il tema si declina nella possibilità del protagonista di cambiare lavoro? Ma non pare che lui questa possibilità la prenda in considerazione e non sembra che le possibilità che si concretizzi siano più di quelle che non lo faccia.
Insomma, la storia è banale, i personaggi fiacchi, il testo scritto maluccio e pure troppo. Anche il tema sembra mancare!
Se ora tu mi dicessi che l’hai fatto scrivere a qualcun altro per divertirti, ti crederei subito.
Perdona la brutalità, ma tanto ormai la fama me la so’ fatta…
Alla prossima!

AntonellaBagorda
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Re: Pausa caffè

Messaggio#8 » giovedì 26 maggio 2022, 0:51

Ciao Stefano.
Non ho molto da dire sul tuo racconto.
Intanto un piccolo appunto sulle ripetizioni che ho trovato proprio all’inizio, che appesantiscono molto la lettura: “…del programma di SCRITTURA compare la SCRITTA…”, “…chiavina…pausina…caffettino…”.
Per il resto si tratta di un racconto carino, ironico a dalla scrittura piacevole. Buoni anche i dialoghi e originale il colpo di scena finale. Un po’ d’attenzione in più andrebbe data alla punteggiatura, spesso messa a caso e altrettanto spesso assente.
Ma passiamo al punto più importante: il racconto segue il tema proposto? Per me, purtroppo, è un no. Non l’ho trovato molto calzante. Ci sta che io non abbia capito il senso che hai voluto dare al tuo scritto, ma per me l’assenza di coerenza col tema del contest penalizza il tutto.
Ti faccio un grosso in bocca al lupo e buona gara.

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david.callaghan
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Re: Pausa caffè

Messaggio#9 » giovedì 26 maggio 2022, 22:47

Ciao Stefano
ho trovato il tuo un racconto simpatico, l'attinenza al tema veramente un po' poca, se devo essere sincero ;)
Però mi sento di dirti che l'ho trovato poco originale, non solo per il tema in sé ma anche e sopratutto per lo svolgimento... Insomma
non sei riuscito mai a sorprendermi o emozionarmi in nessuno momento, mi dispiace.

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Shanghai Kid
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Re: Pausa caffè

Messaggio#10 » giovedì 26 maggio 2022, 23:16

Ciao Stefano, e piacere di averti letto di nuovo.
Quello che scrivo a te è simile a quanto ho ilscritto a Debora. Il tuo testo mi è piaciuto: semplice, un pezzo di vita vera che potrebbe essere quella di ognuno di noi, si legge bene e d'un fiato.
La pecca che posso trovare facendo proprio le pulci è anche in questo caso il finale un po' scontato.
Non che uno che legge il testo si aspetti per forza questa chiusa, ma non mi ha colpito molto n'è quanto succede (e questo non ha molto peso, in realtà) nè la narrazione di come succede (ho trovato la descrizione di lei e la battuta finale carine, ma poco originali).
Anche nel tuo caso, resta un bel testo.
A rileggerti,
Elisa

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antico
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Re: Pausa caffè

Messaggio#11 » giovedì 2 giugno 2022, 10:48

Un buon racconto che, però, non riesce a spiccare in nessuna sua parte con l'aggravante di avere due personaggi (i colleghi) che si assomigliano davvero troppo e dei dialoghi che mi sono sembrati poco brillanti. Il finale dovrebbe contenere il tema, ma arriva solo a chi già lo conosceva a priori e questo è sempre sinonimo di non riuscita. Insomma, hai fatto di meglio e questo si configura come semplice esercizio anche se più che piacevole da leggere. Direi dunque un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante che si piazza tra i racconti di Furlan e Mazzafoglie.

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Stefano.Moretto
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Re: Pausa caffè

Messaggio#12 » domenica 12 giugno 2022, 10:35

alexandra.fischer ha scritto:

MatteoMantoani ha scritto:

Andrea Lauro ha scritto:

Pietro D'Addabbo ha scritto:

Luca Nesler ha scritto:

AntonellaBagorda ha scritto:

david.callaghan ha scritto:

Shanghai Kid ha scritto:

antico ha scritto:



Ciao, rispondo a tutti insieme(con un ritardo mostruoso, scusatemi ma ho veramente tanti casini in questo periodo) perché in realtà non ho molto da dire. Ero poco ispirato come ha intuito la maggior parte di voi. Avevo poche idee, non sono riuscito a sceglierne una decente e ho buttato giù quella che mi sembrava la migliore (quindi immaginatevi com'erano le altre). Sono sempre in dubbio se cliccare su "Invia" quando mi capitano questi momenti, perché da un lato è comunque un esercizio farmi valutare da voi, dall'altro mi sembra di farvi perdere tempo su un pezzo che non vale la pena di leggere.
Vi ringrazio tutti per i vostri commenti, mi sono segnato tutte le cose importanti che mi avete detto e spero che riuscirò a usarle al meglio al prossimo giro.

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