Portami a vivere

[Mario Mazzafoglie]

Mi sbottono i pantaloni e tiro fuori l’uccello.
Una delle cose belle delle feste in spiaggia è quella di poter andare a riva e pisciare in libertà, con l’aria tiepida a solleticarti la vita.
E allora piscio, e lo faccio con arte e fantasia: disegno un perfetto arcobaleno sulla sabbia bagnata. Le placide onde arrivano e se ne vanno indietro, portando via, ogni volta, le tracce della mia creazione urinaria.
Un po’ come la vita… tu crei delle cose, ma poi mica durano per se—
«Oh, cazzo fai?» Thomas mi si affianca, sigarettino penzolante tra le labbra, camicia sbottonata e pisello già a portata di mano. Fa l’indifferente e poi appena inizia a pisciare si volta verso di me puntando col getto verso i miei piedi.
«Oh, coglione!» Rispondo al fuoco a mia volta con le ultime gocce a disposizione.
«Oh, fra.» Thomas si tira indietro i capelli con la mano libera. «Comunque io sono ubriaco.»
«Impossibile.»
«Come impossibile. Ti sto dicendo con grandissima umiltà che sono ubriaco.»
«Appunto. Nessun vero ubriaco ammette mai di essere ubriaco.»
Ci infiliamo gli arnesi nei pantaloni, che per necessità diventano anche un buon tessuto per strofinarvi sopra le mani. Ci riavviamo verso il lido, con il volume della musica che aumenta man mano che ci avviciniamo.
Thomas mi prende sotto braccio. «Senti… come stai?»
«Non hai un’altra domanda?»
«Dai, parla.»
«Come dovrei stare?» Devo calmarmi, se me lo chiede lo fa solo per me, anche a rischio di rovinarsi la serata. «Tu come ti sentiresti se la tua fidanzata ti lasciasse il giorno del tuo compleanno?»
Fa una smorfia. «Boh, io credo ‘na merda.»
«Esatto.»
«Ma io il problema lo risolvo a monte.»
«Cioè?»
«Non me la faccio proprio una ragazza.» Si batte un dito sulla tempia. «E non può mai lasciarti una ragazza, se una ragazza non ce l’hai.»
Le sue perle di saggezza sono paragonabili solo a quelle di Gigi Marzullo quando gira quei programmi a notte fonda che non guarda nemmeno sua madre.
Però dai, è un amico vero. Avrebbe potuto divertirsi senza pensare a me e invece è qui al mio fianco a sorbirsi le mie paranoie. Infatti adesso devo reagire, anche per lui.
«Thomas, portami a vivere!»
Lui si fa una risata. «Va bene che sei in paranoia… ma chi cazzo sei, Giacomo Leopardi, stasera?»
«Dai, ti sto dicendo che sono pronto a varie ed eventuali avventure e tu mi smonti così?»
Si accarezza il mento. «Va bene, va bene. Ora ci pensa il tuo amico Thomas a te!»


Parcheggiamo il motorino davanti alla serranda abbassata di un negozio di frutta. In giro poca gente. Va bene che è estate, ma domani comunque si lavora.
«Sì, ma quindi dove mi porti?»
«Stai sereno. Mi hai chiesto di portarti a vivere, e io da vero amico sto esua… esade… eusa… come cazzo si dice?»
«Esaudendo.»
«Bravo. Sto esaudendo i tuoi desideri!»
Mi prende per un braccio e mi trascina sul marciapiede. Chissà che si è inventato per rallegrarmi la serata.
«Ecco.» Indica in avanti. «Siamo arrivati.»
«Andiamo in macelleria?»
«Il portone dopo, coglione.»
Sposto di lato la testa per avere un migliore angolo di vista. Niente di particolare, un classico portone di un palazzo.
Thomas sorride. «Una persona normale ci sarebbe arrivato due ore fa a capire dove ti avrei portato. Ma visto che tu già normalmente non sei un falco, poi oggi sei pure offuscato dalle pene d’amore…»
«Mi hai portato a puttane?»
Aggrotta le sopracciglia. «Come sei scurrile!»
«Ma mica sono cinesi o robe così?»
«Boh.»
«Come boh?»
«E non lo so, non ci sono mai venuto qua.» Avvicina gli occhi al citofono. «Quello dove andavo prima l’hanno chiuso i carabinieri.»
«E questo?»
«E questo farà la stessa fine.»
Basta che non lo trovino stasera mentre ci siamo dentro noi.
Thomas, dopo aver passato in rassegna tutto il citofono, punta il dito contro un pulsante preciso. «Posso fare una battuta prima di suonare?»
«Se proprio devi…»
Sgrana gli occhi. «Ma ti immagini entriamo dentro e troviamo la tua ex a lavorare?»
«Ma sparati.»
«E dai, era per sdrammatizzare! E poi scusa, non sarebbe meglio? Metti che ti ha lasciato perché si è innamorata di un altro. Peggio, no? Invece se lavorasse qui magari ti ha lasciato per il lavoro. Io la prenderei meglio.»
«Ma tu sei fuso del tutto. Dai, suona sto campanello che prima facciamo e meglio è.»
Esegue il mio desiderio.
Dall’altra parte nessuna risposta, solo un clack metallico che apre il portone.
Saliamo le scale a due a due e arriviamo a un pianerottolo con una porta socchiusa. Entriamo dentro e ci accomodiamo sulle sedie nel piccolo ingresso con una soffusa luce ambrata.
Thomas sorride. «Certo che la tua ex poteva evitare di lasciarti il giorno che compi gli anni. Però adesso siamo qui, e visto che ti piacciono le frasi fatte, ti dico col cuore che nella tua vita il meglio deve ancora venire. Buon compleanno!»
Da una porta laterale escono tre donne: la prima è una biondina, magra e slanciata, sarà dell’est. La seconda è rossa, con le lentiggini attorno al naso e un culo che dice poesie. La terza mi semb—
«Mamma!?»
«Oh, cazzo!» Thomas si porta le mani al viso. «Forse era meglio se c’era la tua ex.»

[antico]

Ciao Mario! Caratteri ok, sei in ritardo con il tempo quindi malus minimo per te. Buona ALL STARS EDITION!

[Andrea Lauro]

Ahaha non mi era mai capitato L’INCIPIT DEGLI INCIPIT (ho riso, e molto anche).
Ci vedo pure un parallelismo tra la prima parte, in cui usano il membro per svuotare pensieri e vescica, e la seconda, in cui lo stesso è oggetto di una progettualità a breve scadenza. Ma tu guarda cosa mi invento.
Allora, ho notato dialoghi buoni* e buon flusso pensiero-dialogo-azione. La prima parte mi ha preso, coinvolgente.
* eccetto il dialogo abbastanza bruttino (on the nose) a chiusura del primo paragrafo: “Va bene, va bene. Ora ci pensa il tuo amico Thomas a te!”

Ho trovato piacevole anche la seconda parte: forse nel rendersi più concitato il momento (perché siamo in dirittura d’arrivo) hai potuto puntare meno sull’alternanza dialoghi - discorso interiore, privilegiando i soli dialoghi, e siccome l’interiore ti era venuto bene qualcosa poi mi è mancato. Qualche dialogo un po’ posticcio, ecco, ma nulla di che, per carità.
La forza del racconto sta comunque nelle tonalità simpatiche e divertenti, le hai rese bene e con un buon ritmo.

Per il momento sono in grande difficoltà, dovrò rileggerlo assieme ai racconti di Isabella e Faith perché per ora siete tutti lì, pari livello, chi premiato per un motivo e chi per l’altro.
intanto ti auguro buona edition!
andrea

[MatteoMantoani]

Prime Impressioni: Ciao Mario, piacere di rileggerti. Vuoi sapere cosa penso del tuo racconto? Vai qui: https://www.youtube.com/watch?v=zDKsgsvS6yw

Aderenza al Tema: un po' di striscio, ma va bene

Punti di Miglioramento: L'unica pecca di questo racconto, è il finale che ammicca troppo alla canzone dei GemBoys :) nel mio caso quindi non mi ha colpito più di tanto, proprio perché appena si svela l'arcano ho fatto un sorriso e ho iniziato a canticchiare la canzone.

Punti di Forza: Di contro, tutta la prima parte, con i dialoghi e le meccaniche tra amici, mi ha:
- divertito
- fatto provare nostalgia per i tempi spensierati di quando si era ragazzi,
- coinvolto nella storia, proprio perché questi personaggi sono reali, ben caratterizzati e sopra le righe.

Conclusioni: Poco altro da aggiungere al: "mi è piaciuto e mi ha fatto ridere". Peccato per quel finale che non mi mostra niente di innovativo e quindi perde di efficacia, ma la prima parte l'ho adorata. I dialoghi freschi, frizzanti, divertenti e le classiche "ragazzate" tra amici mi hanno proprio messo il buon umore.

[alexandra.fischer]

PORTAMI A VIVERE di Mario Mazzafoglie Tema centrato. Il Nostro è in piena crisi sentimentale e c’è da capirlo, lasciato dalla ragazza il giorno del compleanno. Il gogliardico amico Thomas gli risolleva il morale come sa, portandolo in una casa di piacere clandestina, ma, la sorpresa amara per il Nostro davanti alle tre scelte, è di trovarci la madre. Molto ben descritta la scena della minzione in spiaggia con accanto lo spirito e ubriaco Thomas.
Attenzione, ti riporto le frasi corrette:
tu crei delle cose, ma poi mica durano per sé.
Come, impossibile?

[david.callaghan]

Ciao Mario
contrariamente agli altri, a me sono piaciute più la seconda parte e il finale, la prima non mi ha fatto impazzire se ti devo dire la verità.
Io non so chi sono i Gemboys e quindi il finale mi ha sorpreso e mi ha fatto proprio ridere. Sullo stile non ho niente da farti notare.
Per me senz'altro una buona prova, alla prossima.

[Pietro D'Addabbo]

Ciao Mario, piacere di leggerti.

Non ho esperienza diretta di serate simili, ma i dialoghi mi sembrano tutti troppo ‘coerenti’ nonostante i due si autodichiarino ubriachi. Anche le parti di riflessione mi danno questa impressione, oltre a quella di parlare al lettore, in particolare questa frase “Però dai, è un amico vero. Avrebbe potuto divertirsi senza pensare a me e invece è qui al mio fianco a sorbirsi le mie paranoie. Infatti adesso devo reagire, anche per lui.”.
Trai il tuo racconto da due scene di una serata goliardica, che inizia con la classica bevuta eccessiva e si conclude con un piccolo colpo di scena che farà sprofondare il protagonista in abissi ancora più oscuri. Le sue poche certezze sono definitivamente minate, lo aspettano tempi duri per ricostruire la propria identità e l’immagine della famiglia che credeva di avere. Sebbene intuisca l’intento comico che avevi non riesco a sorridere di questa trama e così purtroppo non vedo neanche ‘il meglio in arrivo’ che era richiesto dal tema.

[Luca Nesler]

Ciao Mario! Ottimo inizio: chiaro e accattivante. Nessuna stortura tecnica e lo scambio divertente e famigliare dei personaggi ci intrattiene in attesa di conoscere la premessa drammaturgica del pezzo. Il resto prosegue ben spedito fino alla conclusione (c’è solo qualche parola che avrei tagliato, ma nulla di che).
Diciamo che il tutto è un po’ prevedibile, ma ben narrato. Il finale mi ha fatto sorridere, ma è sopratutto merito di Thomas che è un ottimo personaggio. È tanto esagerato da spezzare la magia, ma tanto volevi solo strappare un sorriso a fine racconto e ci riesci bene. Racconto piacevole e riuscito! Bravo!
Alla prossima!

[AntonellaBagorda]

Ciao Mario.
Credo di averti già incontrato nella precedente edizione e di aver dovuto valutare il tuo racconto anche lì.
Non amo particolarmente questo tipo di ironia, anzi, mi infastidisce perché spicciola e con un’inutile presenza di volgarità gratuita. Non è certo una comicità intelligente che mi piacerebbe trovare in uno scritto da cui mi aspetto qualche risata strappata. Ma questo è un mio gusto personale da cui cercherò di distaccarmi per un attimo.
Il testo è ben scritto e ben strutturato, anche se la trama non è molto originale. I soliloqui interiori del protagonista sono ben sviluppati e la lettura scorre liscia, senza intoppi. Ben definito anche il coprotagonista e ben gestiti i cambi spaziotemporali.
Ma il tema del contest… no. Forzato. Inserito a caso. Per nulla pensato.
Peccato perché questo va a condizionare il giudizio finale.
Resta comunque un buon racconto, da leggere con spensieratezza.
Ti auguro una buona gara.

[Shanghai Kid]

Ciao Mario, e piacere di averti letto!
Che dire, a me il tuo racconto ha fatto divertire.
Ho apprezzato la declinazione ironica che hai dato al tema, i personaggi sono ben caratterizzati e il testo è ben scritto (anche se ti sono scappate un paio di virgole, i refusi in minuti contati sono ok).
Bravo!
A rileggerti,
Elisa

[antico]

Sei un maestro di questo genere di racconti e lo dimostri una volta di più. Divertente e ben scritto, non mi ha convinto sul finale più che altro perché non mi è arrivato con la forza che avrebbe dovuto avere e questo può essere ascrivibile a due motivazioni: 1) idea sbagliata o 2) poco funzionale il percorso per arrivarci. A mio parere la verità sta nel mezzo. Il tema, mmh... Anche quello arriva debole e credo sia legato proprio alle problematiche riguardanti il finale. In buona sostanza direi un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante che si piazza davanti al parivalutato racconto di Furlan per una questione legata più che altro alla forma racconto che nel suo un po' manca.