Luna rosso sangue

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) I partecipanti dovranno scrivere un racconto a TEMA e postarlo sul forum.
2) Gli autori leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Pretorian
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Luna rosso sangue

Messaggio#1 » venerdì 15 aprile 2022, 19:45

Luna rosso sangue

Aldrin inserisce i comandi. La Eagle si depressurizza.
Armstrong afferra la manopola e la gira. Il portellone si spalanca: nello specchio rettangolare compare il buio dello spazio e il grigio della superficie lunare.
L’astronauta fa un respiro profondo.
- Sto scendendo dal LEM.
Si volta, esce fuori dalla capsula e scende per la scaletta. Il piede sinistro tocca l’ultimo scalino.
- Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l’Umanità.
Il piede destro affonda nella regolite lunare. L’astronauta si volta e alza lo sguardo: La Terra appare come una sfera color blu oceano, striata dalle nubi della bassa atmosfera.
- È… è bellissimo.
L’astronauta incrocia le braccia e resta in silenzio.
“Modulo Lunare? Modulo Lunare, mi ricevete?”
Armstrong sospira
- Forte e chiaro, Collins. Dicci pure.
“Qui dal Columbia si vede qualcosa in avvicinamento alla vostra posizione dal Mare Fecunditatis”
- “Qualcosa”? Sii più chiaro, Collins.
“Non… non saprei cosa dire: sembra una perturbazione.”
Armstrong aggrotta le sopracciglia.
- Una perturbazione? Sulla Luca? Collins, ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?
- Collins ha ragione, Armstrong: guarda verso sud!
L’astronauta si volta: Buzz Aldrin, rivestito dalla tuta pressurizzata, fa capolino dal portello della Eagle. Con un braccio si aggrappa alla navetta, con l’altro indica una direzione.
Armstrong ne segue il gesto. Spalanca la bocca. Un fronte di nuvole, esteso quanto l’intero orizzonte, si sta muovendo verso di loro.
- Cristo…
- Rientrate nel modulo, Armstrong. Non ho idea di cosa stia succedendo, ma è meglio che non restiate allo scoperto.
Armstrong si aggrappa alla scaletta e rientra nella Eagle. Chiude il portellone alle sue spalle. I perni sigillano l’ambiente. La camera si pressurizza.
L’intero modulo comincia a tremare. Armstrong sbircia l’esterno dall’oblò inferiore.
- Non… non si vede nulla… è tutto grigio.
- Huston… Huston, mi sentite?
Armstrong si volta verso Aldrin. Le mani del suo collega, si muovono sui comandi del radiotrasmettitore.
Nelle loro cuffie, le scariche elettrostatiche sbalzano d’intensità.
Gocce di sudore colano sulla pelle attorno agli occhi di Aldrin.
“Modulo Lunare, mi ricevete?”
- Collins! Collins, grazie a Dio il VHF funziona ancora. Abbiamo perso i contatti con la Terra!
“Gesù, Armstrong… il Mare Tranquillitatis… non riesco a vederlo da quassù: la tempesta lo ha coperto interamente!”
- Non può esserci una di tempesta nel vuoto! Cosa cazzo sta succedendo?
“Non lo so. A Houston non sanno coshhh… voi dovethhhhh…”
- Collins? Collins!
Aldrin muove altri comandi, urla e sferra un pugno alla consolle di comando. Armstrong lo afferra per le spalle.
- Qualunque cosa stia accadendo, nella Eagle siamo al sicuro: lascia provare me con il radiotrasmettitore e il VHF. Tu riposati.
Aldrin annuisce e lascia spazio alla consolle. Armstrong gli dà una pacca sulla spalla e si siede al suo posto.
Un picchiettio costante si diffonde nel modulo.
- Diamine… sembra quasi che stia grandinando.
Armstrong lavora sui comandi, passando da una frequenza all’altra e cambiando il segnale. Entrambe le radio rispondono solo con scariche elettrostatiche.
Armstrong sospira.
- Non ci avevano preparati per una situazione simile.... dovremo aspettare che questo casino passi.
L’astronauta si volta: il suo collega è chino sull’oblo.
- È inutile che continui a guardare: se Collins ha ragione e questa… tempesta ha coperto l’intero Mare Tranquillitatis, ci vorranno ore prima che ne possiamo uscire – Scuote le spalle. – O magari no: non ho idea di cosa stia succedendo e mi fulmini il cielo se ci capisco qualcosa.
- Ho visto un’ombra nella polvere…
Aldrin si volta. Il suo volto è più bianco della tuta pressurizzata. La condensa sul vetro del casco è quella dell’iperventilazione.
- C’è… c’è qualcuno lì fuori.
Armstrong lo raggiunge.
- Calmati, ok? Siamo i primi umani a mettere piede sulla Luna. Non ci sono russi, né omini verdi quassù: gli scienziati di Houston me l’hanno assicurato.
Aldrin annuisce. Il suo respiro rallenta, ma trema ancora. Armstrong si inginocchia davanti all’oblò.
- Lasciami dare un’occhiata.
La regolite copre ogni cosa, movendosi in ampie volute che all’astronauta ricordano quelle di un diavolo di polvere. Armstrong scuote le spalle e si volta verso il compagno.
- Non si vede nulla...
Aldrin annuisce ed emette un sospiro che termina un una risata nervosa.
Armstrong sorride e torna a guardare dall’oblò. Impallidisce.
Una figura incappucciata è comparsa a poca distanza dall’Eagle. Una delle braccia alzate stringe un falcetto.

Il fuoco sull’altare illumina l’ingresso dell’Antro. La Matrona alza le braccia e le accolite si inginocchiano, formando un semicerchio attorno a lei.
- Sibilla, Voce della Dea, accetta i doni che ti offriamo – La donna si avvicina all’ara. Una giovane le porge un vassoio, mantenendo lo sguardo a terra. La Matrona lo prende lo solleva sull’altare. – Pane impastato con miele, un ramo di vischio che si riparte in due e le primizie dei campi.
La donna rovescia il contenuto del vassoio nel fuoco dell’altare. Le fiamme consumano l’offerta, sollevandosi in alte spire.
- Sibilla, Voce della Dea, mostraci la via in quest’ora di smarrimento.
Una lama di vento agita il fuoco sacrificale. Non è il caldo vento estivo proveniente dal mare: è un soffio gelido, che agita le vesti delle accolite e fa battere loro i denti.
La Matrona appoggia il vassoio sull’altare e alza le braccia.
- Sibilla, Voce della Dea… l’Uomo, nella sua arroganza, si appresta a portare il suo marciume anche sul volto della nostra Madre – La donna stringe i pugni, agitandoli verso la luna in primo quarto. – Ti prego, ascolta la nostra preghiera e insegnaci come purificarci da un simile sacrilegio.
La fiamma sacrificale trema e si riduce d’intensità.
L’ingresso dell’Antro erutta una polvere grigiastra che investe l’altare, la Matrona e le sue consorelle.
La donna prova a lanciare un’altra invocazione, ma il pulviscolo le riempie la bocca e si infila sotto le palpebre degli occhi. Lei tossisce e sputa. I suoi occhi lacrimano per eliminare le impurità.
Qualcuno le afferra le spalle. La donna si volta: La novizia trema e le affonda le unghie nella carne.
- M-Matrona!
La polvere le sta raschiando la pelle. Le orbite vuote eruttano sangue anziché lacrime e il respiro è un gorgoglio strozzato nella gola.
La Matrona urla e le afferra i polsi. Gli abiti bianchi della ragazza si macchiano di rosso dove lei li sta stringendo.
- Matrghrllll…
L’accolita le sputa un fiotto di sangue sul volto e si accascia a terra. La Matrona fa un passo indietro: il volto della ragazza si consuma. La polvere scava tendini e vene. Le ossa sottostanti emergono. Gli abiti, zuppi di sangue e umori, si afflosciano.
La donna urla ancora e scappa. Pochi passi e cade a terra. Si volta: il suo sguardo incontra il teschio di una delle accolite. Il cranio si spacca. I suoi frammenti si consumano e diventano parte della polvere che li circonda.
Il vento cessa.
La Matrona si solleva sulle ginocchia. Il fuoco sull’altare è spento. Tutto ciò che resta delle sue consorelle sono gli abiti vuoti e la polvere che si deposita al suolo.
La donna geme. Cerca di alzarsi, ma le forze l’abbandonano. Cade sulle vesti dell’accolita più vicina, respirandone il corpo polverizzato. Le palpebre calano. La coscienza si spezza e scivola nel buio.

La Matrona apre gli occhi.
Si alza: ogni cosa è illuminata da una luce rossastra.
Il sole non è ancora sorto, ma la luna è alta nel cielo notturno, piena e grande come lei non l’aveva mai vista. È colorata d’un rosso rubino che diventa nero nelle macchie.
La Matrona abbassa lo sguardo: attorno all’ingresso sono schierate alcune figure incappucciate. Indossano le vesti candide delle sue pupille e portano fiaccole nelle mani.
- Sorelle!
La Matrona corre verso la figura più vicina. Le getta le braccia al collo. Il cappuccio cade all’indietro. La donna urla.
Il volto della figura è privo di lineamenti. La pelle è pallida e irregolare, come se non fosse composta da carne ma polvere o sabbia grigiastre. Niente bocca, naso, orecchie e nemmeno capelli: solo occhi privi di pupille, che brillano come braci nella cenere.
La creatura allontana da sé le braccia della donna e torna a indossare il cappuccio.
La Matrona arretra e si copre la bocca. Lacrime colano sulle sue guance.
Un fruscio alle sue spalle. Si volta: l’altare trema e si spacca in due. La cenere e le braci contenute nell’incavo dell’ara si spargono a terra, ma qualcosa luccica in mezzo a loro.
La Matrona si avvicina: è un falcetto. Sulla lama, una sola parola, scritta con caratteri antichi.

Ἑκάτη

La donna si inginocchia.
Il cuore le martella nel petto.
Il respiro è pesante.
Afferra il falcetto e lo solleva. La lama brilla di riflessi sanguigni alla luce della luna. L’immagine del suo volto ne risulta alterata.
Si alza in piedi e scalcia via la cenere dell’altare dai suoi sandali.
Le sue preghiere sono state esaudite.
La volontà della Dea è chiara.
Le sorelle si dispongono in due file davanti all’antro, sollevando le fiaccole a formare un ponte di luce. Aprono la via come ancelle della Dea, ma a lei è stato dato un compito più grande.
La donna passa in mezzo a loro e raggiunge l’ingresso dell’antro. Un vento gelido comincia a soffiare dall’oscurità oltre la soglia.
- Sibilla, Voce della Dea, guida la mia mano affinché io possa offrire una degna offerta.
La Matrona fa un passo avanti ed entra nel buio.


Armstrong urla. Scatta in piedi, spingendo indietro Aldrin.
- Cos’è successo? Cosa hai visto?
Un urto scuote la Eagle. Entrambi gli astronauti finiscono a terra.
- Armstrong, cosa cazzo c’è là fuori!
- Non lo so!
Armstrong si fa indietro strisciando dui gomiti. Un altro urto: qualcosa sta colpendo il portellone della Eagle.
Ancora.
Ancora.
Ancora.
L’intero modulo lunare trema. L’alluminio del portellone comincia a deformarsi.
- Qualunque cosa sia, non può entrare… non può!
L’alluminio si spacca. L’ossigeno scorre fuori dalla falla… ma qualcosa lo spinge indietro, pompando nel modulo lunare una fitta nube di regolite.
La polvere ostacola la vista di Armstrong, ma l’astronauta può sentire la presenza del suo compagno accanto a lui. Gli afferra il braccio. Lo stringe.
Il boato del portello che si schianta gli strozza le parole in gola.
La luminosità nella Eagle cambia. Nello spazio prima occupato dalla chiusura stagna compare la figura che Armstrong aveva visto attraverso l’oblò.
È una donna vestita di abiti bianchi. Il volto è cianotico, con la pelle spaccata in più punti. Gli occhi iniettati di sangue tremano al bordo delle orbite.
Armstrong potrebbe giurare che il suo corpo stia per esplodere per la pressione del sangue… eppure la donna fa un passo avanti ed entra nel modulo. La sua bocca si apre e si chiude in silenzio. La mano destra solleva un falcetto.
Aldrin si alza in piedi. Si fa indietro, ma la donna lo afferra, lo tira a sé e cala il falcetto sul casco: La punta sfonda il vetro e penetra nell’occhio dell’astronauta.
- Aldrin!
Armstrong si alza in piedi, salta sulla donna e la colpisce al volto.
Lei si volta. Sorride e solleva il braccio, estraendo il falcetto dal casco. Le spirali di polvere che li circondano si muovono e si concentrano su Aldrin, penetrando nella falla lasciata dal falcetto.
L’astronauta urla più forte. Attraverso il vetro, Armstrong vede il volto del suo compagno corrodersi, come se la regolite lo stesse divorando. Buzz Aldrin cade sul pavimento della Eagles, agitandosi negli spasmi delle convulsioni.
La donna solleva il faccetto verso Armstrong, lui urla e la spinge via. Inquadra lo specchio del portello e lo raggiunge. L’astronauta si lancia fuori dalla Eagle, atterra sulla superficie lunare e comincia a scappare carponi. Cerca di alzarsi in piedi. Una delle sue gambe sprofonda nella regolite.
- Cosa…?
Non sta affondando. Qualcosa lo sta tirando giù. Qualcosa che si stringe sul suo arto e lacera la tuta.
Qualcosa che spezza le sue ossa e si aggrappa alle sue carni, masticandole.
Armstrong urla. Spinge sul suolo, ma anche l’altra gamba affonda nella regolite. Il terreno trema e si agita. Nuvole di polvere si sollevano in spire in forme nitide. Sembrano colonne… o figure umane, disposte a formare due file parallele.
La donna vestita di bianco avanza tra le figure, appoggia la sinistra sul suo casco e lo spinge verso il basso.
L’astronauta urla ancora. Il suo corpo affonda fino alla cintola. Non sente più nulla al di sotto del bacino.
La donna si china su di lui.
- Dea, accetta il sacrificio che ti offro - Lo guarda negli occhi. – Polvere impastata con sangue, ossa spezzate in due e le primizie degli uomini.
Il falcetto cala sul volto di Armstrong.



di Agostino Langellotti
Ultima modifica di Pretorian il sabato 23 aprile 2022, 19:48, modificato 1 volta in totale.



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Pretorian
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Re: Luna rosso sangue

Messaggio#2 » venerdì 15 aprile 2022, 19:46

Bonus 1: Il dialogo tra Collins, Aldrin e Armstrong

Bonus 2: L'invocazione della Matrona

Bonus 3: l'invocazione viene fatta all'Antro della Sibilla, che si trova a Pozzuoli

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Re: Luna rosso sangue

Messaggio#3 » venerdì 29 aprile 2022, 11:10

Wow! Una splendida revisione della missione lunare, tetra e agghiacciante.
Ottima struttura della storia, prima il mistero, poi la spiegazione e un finale crudo e "giusto".

Ottima atmosfera iniziale con l'inspiegabile tempesta e la figura inquietante vista fuori dall'oblò.
I tre astronauti sono realistici, il dialogo sui guasti funziona bene. Tecnico quanto basta per immergere ma non annoiare.

Resa bene anche la sofferenza della matrona che si trova alle dipendenza di una dea crudele e sanguinaria, azzeccata la semina dell'antro della sibilla.

Avrei aggiunto qualche dettaglio a Collins.
Le trasmissioni si interrompono all'improvviso, la tempesta ha interrotto le trasmissioni e lui era in orbita, non sul suolo lunare.
Però fargli dire qualche frase inquietante prima di farlo sparire avrebbe aumentato ancora di più la sensazione di pericolo (non che non si senta, comunque).

Stile:
Hai un buon mostrato, e anche se non sono un fan della terza al presente non mi ha stufato leggerti. Credo che in un racconto lungo renda molto meglio che nei 3k caratteri delle edizioni standard di MC.

I bonus ci sono, anche se la location della città italiana è un po' stiracchiata.

Non saprei come criticarti. Un ottimo lavoro Agostino, bravo davvero.
A presto!

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Shanghai Kid
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Re: Luna rosso sangue

Messaggio#4 » venerdì 6 maggio 2022, 15:15

Agostino, piacere di leggerti di nuovo. Devo ammettere che essere in una competizione con te mi mette un po’ a disagio, ma ciò che non uccide (speriamo :P ) fortifica, no?
Scherzi a parte, sono rimasta sbalordita quando ho capito che siamo partiti più o meno dalla stessa idea di base, anche se abbiamo poi declinato il tema in due maniere molto differenti, sia a livello stilistico che contenutistico. Questo per dirti due cose: 1. che avevo pensato di avere avuto un’idea abbastanza originale scrivendo della connessione donne - luna e quanto pare non è così; 2. Non posso che trovare questa declinazione nelle mie corde.
A livello di stile tutto fila liscio, liscissimo e scorre che è un piacere (benché per il mio gusto personale sia un po’ asciutto, direi che comunque non c’è assolutamente niente da dire).
Inizialmente ho trovato il racconto un po’ banale, ma quando siamo passati alla parte rituale, che mi ha un po’ straniato, ho pensato rivalutato la mia prima impressione: il racconto funziona, funziona eccome.
Ho trovato l’atmosfera generata dalla “tempesta cosmica” molto affascinante.
Sono tuttavia d’accordo con Michael circa il terzo bonus: la location non è necessariamente quella che hai indicato tu nel commento, nel senso che trovo poco “caratterizzato” il tuo testo in termini di luogo.
Per il resto ci siamo.

Buona prova, comunque.

A rileggerti!
Elisa

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roberto.masini
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Re: Luna rosso sangue

Messaggio#5 » venerdì 6 maggio 2022, 18:52

Ciao, Agostino.
Ineccepibile lavoro di rivisitazione del primo allunaggio. L'horror si coglie attraverso il colto riferimento mitologico della Sibilla Cumana devota ad Apollo ma anche a Ecate, antica dea lunare e attraverso tutto ciò che accade alla Matrona, strumento di vendetta della dea-satellite, violata lato sensu. Quello che difetta invece è la preparazione della suspense per l'arrivo della Matrona stessa. lo stile è ottimo come molti altri tuoi lavori. Contesto il bonus della frase ricorrente che secondo me non può essere un invocazione religiosa ma qualcosa di personale che caratterizza il personaggio al di là del suo status di sacerdotessa.

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