Il riflesso della maschera

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 19 settembre 2022 con Francesca Conforti per l'inaugurazione della Decima Era!
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Puch89
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Il riflesso della maschera

Messaggio#1 » lunedì 19 settembre 2022, 22:46

Il riflesso della maschera
di Magno Alessio


Avrebbe voluto massaggiarsi gli zigomi per rilassare i muscoli facciali, ma il cerone glielo impediva. Tentò di deglutire, ma la gola non collaborava. Abbassò lo sguardo, concentrandosi a osservare il parquet. A volte sapeva tracciare dalla confusione delle venature strambi profili delineati nel nulla. Riusciva a trattenerli impressi nell’occhio della mente quel che bastava per ricordarli con precisione, poi li lasciava andare, finché non sbiadivano poco a poco. Pareidolia. L’aveva letto su internet. Erano come inquietanti maschere, ma lo aiutavano a concentrarsi prima dell’esibizione, a edificare saldamente la sua parete dietro la quale poteva nascondere il suo ego ed esibirsi. Fingere che fossero loro il suo pubblico gli permetteva di liberarsi dalla paura di rendersi ridicolo.
Rialzò lo sguardo. Si sistemò il pallino rosso sul naso, inspirò a pieni polmoni ed entrò in scena.
Il silenzio lo accolse con placida freddezza, come sempre accadeva quando si esibiva.
Ostentò un sorriso a trentadue denti, sentì le rughe del suo viso stringersi sul cerone. Estese la bocca più che poteva, fino a mostrare una smorfia al confine tra la gioia e il dolore. Afferrò il papillon alle estremità con entrambe le mani e tirò forte verso l’esterno, non accadde nulla. Riprovò di nuovo, ma ancora niente. Si crucciò aggrottando le sopracciglia senza smettere di sorridere, quindi abbassò lo sguardo sul papillon come per cercare di capire perché non collaborasse; un piccolo getto d’acqua gli spruzzò il viso, ne fu sorpreso come se gli fosse venuta addosso una marea, ciondolando come un pendolo impazzito in preda al panico.
Nessuno sorrise. Nessun cenno di apprezzamento.
Infilò una mano nel taschino sul petto e ne estrasse un piccolo tubolare colorato. Tentò di schiacciarlo con entrambe le mani, stringendo forte gli occhi e serrando i denti per la fatica incredibile, ma più stringeva più il bastoncino aumentava di volume, fin quando non esplose con uno schioppo sordo in una cascata di coriandoli colorati; urlò dallo spavento e cadde goffamente a terra di schiena. Il silenzio continuava a essere lo spettatore più fedele, con la sua incessante presenza.
Rimase a terra, gli occhi fissi sul soffitto. Nessuno lo esortava a rialzarsi, nessuno si lamentava o lo incitava. Sarebbe potuto rimanere disteso fino alla fine dei tempi senza suscitare nessuna reazione.
La pioggia di coriandoli lo cosparse. E come se quei minuscoli pezzettini di carta fossero un sipario calante, venne riportato bruscamente alla realtà. Si alzò facendo leva sulle mani, si scrollò di dosso i coriandoli e scrutò il suo pubblico con sguardo grave e critico.
Osservò il cerone impiastrarsi sul volto, rigando le guance con sale amaro. Lo specchio riflesse la sua immagine, il suo pubblico, il terrore di procurarsene uno reale, di affrontare sé stesso. Era tutto lì, concentrato in un riflesso. Le maschere dei finti volti sbiadirono del tutto, ora che la parete era crollata sotto il peso del suo ego.



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antico
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#2 » lunedì 19 settembre 2022, 22:51

Ciao Alessio e bentornato nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona FRANCI CONFORTI EDITION!

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Massimo Tivoli
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#3 » martedì 20 settembre 2022, 11:08

Ciao, Alessio. Tema centrato e racconto scritto discretamente. Non ho particolari commenti da fare, eccetto per il fatto che è tutto un po’ troppo “telefonato”. Sin dall’inizio si capisce che il clown si esibirà da solo, senza nessuno ad applaudire o a fischiare. Tuttavia, una prosa, uno stile che a me non dispiacciono.

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Michael Dag
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#4 » sabato 24 settembre 2022, 16:17

Il riflesso della maschera, di Alessio Magno,
Ho trovato il tutto un po' freddo. L'idea è buona ma secondo me il problema è lo stile: troppo asciutto per essere un racconto vissuto da un solo personaggio, troppo distante.
Con qualche pensiero diretto sarebbe stato molto più godibile, mio parere personale.
Il finale mi ha lasciato perplesso, manca quella scintilla di sorpresa che darebbe sensoa tutto.

Dario17
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#5 » sabato 24 settembre 2022, 19:10

Un pezzo che subito svela il protagonista tramite elementi chiarificatori come il cerone. Attaccare con un condizionale passato non mi convince, forse era meglio un "La punta delle dita si fermarono poco prima di sfiorare il viso. No. Mica poteva ridarsi un altra mano di cerone." o simili.
Il racconto fa il suo, il clown compie azioni e questo rende lo scritto migliore del solito raccontino fatto solo di flusso interno. Tuttavia il tema del clown triste è già cosa vista e rivista e la frase finale da spiegazione metfisica è stucchevole.
Tema preso, non ci si sbaglia. Siamo su di un palco, immaginario ma sempre palco.

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gcdaddabbo
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#6 » domenica 25 settembre 2022, 16:49

Salve, Alessio!
Il tuo racconto è sicuramente in tema. Il protagonista, come la storia, fa fatica a vivere.
L’atmosfera iniziale è cupa, è grave, predispone all’attesa di qualcosa che deve succedere, ma che non porta a nulla.
Spero di rileggerti! La tua impostazione di fondo non mi dispiace.
Buona Franci Confort Edition! Giancarlo

alexandra.fischer
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#7 » martedì 27 settembre 2022, 19:10

Tema centrato. Colpisce il Lettore con grande abilità. Il clown subito appare come se fosse passato dal camerino alla scena e avesse fatto fiasco con il trucco della cravatta spruzza acqua e del tubo esplosivo lancia coriandoli, ma in realtà, si tratta di una prova generale. Molto bella l’idea del cerone come la prima di una serie di maschere, difatti lui durante la prova soffre intimamente, malgrado il sorriso e le smorfie. Ottima prova. Il pregio è il personaggio, perché è molto vicino a chiunque nella sua umanità e nelle sue paure.

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Andrea Furlan
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#8 » martedì 27 settembre 2022, 22:13

Ciao Alessio,
buona prova, tema certamente centrato nella sua accezione più teatrale. Concordo con i commenti precedenti nel dire che la terza persona rende il tutto un po’ asettico e impersonale, anche se fai sentire bene il disagio e la disperazione del protagonista. Una prima persona avrebbe contribuito a rendere tutto più fluido e immediato, così come ridurre la descrizione delle azioni del clown per fare spazio alle sue emozioni: rileggendo ho notato che nella parte centrale sono davvero poche le parole che spiegano i suoi stati d’animo. Il fatto che il lettore si aspetti un pubblico che non reagisce e non compare per nulla rovina un po’ il colpo di scena finale come ti ha già fatto notare qualcuno.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#9 » mercoledì 28 settembre 2022, 6:45

Ciao Alessio, piacere di leggerti.

Il protagonista ha paura del giudizio del pubblico e quindi si esibisce solo per se stesso. Ma da questa scelta ricava solo emozioni negative, una depressione che, resa con più spessore, potrebbe rendere il protagonista la tipica maschera allegra di un'anima triste. Invece lui, per paura del vuoto di approvazione, ottiene il vuoto di giudizio per l'assenza di un pubblico. Lo 'scambio' potrebbe essere positivo per un introverso/narcisista, ma non è il caso del protagonista che la vive male.
Alla fine non trasmetti le ragioni per cui il clown dovrebbe preferire nessun pubblico a un pubblico che non rida.
Tema centrato, ma il racconto mi lascia perplesso più che soddisfatto.

Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Laura Brunelli
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#10 » mercoledì 28 settembre 2022, 18:52

Ciao Alessio,
Piacere di leggerti.
Una declinazione strana del tema la tua, riassunta nella totale assenza della quarta parete, visto che il protagonista non si sta esibendo su un palco. L’idea poteva essere originale, ma lo svelamento finale costringe a rileggere il racconto per capire adeguatamente la scena e rivalutare tutto il pezzo. All’inizio, infatti, alcune descrizioni mi stonavano, perché avevo la sensazione, poi risultata erronea, di una pesante violazione del punto di vista.
Anche se, alla fine si capisce che il protagonista si stava guardando allo specchio e, quindi, poteva effettivamente vedere le proprie espressioni, la lettura mi è risultata fastidiosa. Anche il modo in cui descrivi le reazioni del protagonista non mi convincono.
un piccolo getto d’acqua gli spruzzò il viso, ne fu sorpreso come se gli fosse venuta addosso una marea, ciondolando come un pendolo impazzito in preda al panico.

Il protagonista sa esattamente quello che succederà, quindi non capisco come possa essere sorpreso o in preda al panico. A mio avviso, la formulazione più corretta sarebbe stata “si finse” sorpreso e/o in preda al panico.
Dal punto di vista stilistico ti segnalo un uso eccessivo dei pronomi possessivi che appesantiscono la lettura e l’effetto cacofonico derivante dall’uso troppo ravvicinato di verbi con terminazione in ò, come in questo caso
Rialzò lo sguardo. Si sistemò il pallino rosso sul naso, inspirò a pieni polmoni ed entrò in scena.

Alla prossima e buona edition

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Nicoletta.Bussacchetti
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#11 » mercoledì 28 settembre 2022, 19:47

Ciao :)
Il tuo racconto trasuda malinconia, certo quello del clown triste è un tema vecchio come il mondo, ma devo dire che ha fatto il suo effetto. Concordo sul dire che una prima persona avrebbe reso meglio, ma, di nuovo, facile parlare a posteriori, la tua terza te la sei giocata bene. Tema sicuramente centrato, un buon racconto, scritto bene ma che, però, non mi ha lasciato molto. Alla prossima!

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antico
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Re: Il riflesso della maschera

Messaggio#12 » giovedì 6 ottobre 2022, 20:05

Un buon racconto che paga dazio per un finale meno riuscito di quanto avrebbe dovuto. In quelle righe conclusive dovevi chiudere dando la chiave di lettura, ma forse la frase finale, quella sull'ego, non colpisce il giusto portando il lettore a cercare spiegazioni più che a trovarle: troppo simbolismo, dovevi andare più sul pane al pane. Detto questo, mi è piaciuto e il tema c'è. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido anche se non brillante e in classifica si piazza davanti agli altri parivalutati perché mi sembra più completo.

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