Il lungo addio

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 19 settembre 2022 con Francesca Conforti per l'inaugurazione della Decima Era!
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Andrea76
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Il lungo addio

Messaggio#1 » martedì 20 settembre 2022, 0:37

Ogni sera, quando rientro a casa, ti chiamo. Anche stasera l’ho fatto. Ho messo piede in salotto e ho invocato il tuo nome ad alta voce. Il suono che mi è uscito dalla bocca è stata musica per le mie orecchie.
Nessun mi ha risposto. È normale, torno sempre a notte fonda, quando tu già dormi. Non sono salito su, in camera tua, per svegliarti.
Ti ho lasciato riposare.
Mi sono spogliato e mi sono messo a dormire anche io.
La mattina dopo mi sono svegliato di colpo, come se mi avessero dato una strattonata durante il sonno. Sono saltato su dal divano e ti ho chiamato, di nuovo a voce alta. Ancora una volta non hai risposto, probabile che fossi uscita molto presto a causa dei tuoi assurdi orari di lavoro.
Sono uscito anche io e sono andato nel solito bar dove vai sempre a fare colazione. Cappuccino e cornetto integrale. Mi sono avvicinato al bancone e ho chiesto al barista gay se ti avesse visto. Lui si è limitato a strizzarmi l'occhio. Mi ha anche sorriso, un sorriso a trentadue denti che ha rafforzato la mia autostima.
L’ho ringraziato e sono uscito dal locale. Ho preso la macchina e sono andato al supermercato dove vai a fare la spesa. Sono entrato e ho visto la commessa con gli orecchini di perla, quella che ti regala sempre i buoni sconto. Le ho chiesto dov'eri ma lei ha aggrottato la fronte perché non aveva capito la domanda. Gliel'ho rifatta, ma siccome non ha capito di nuovo l’ho presa per le spalle e le ho scosse come si farebbe con una scatola di cioccolatini. Nel frattempo le ho chiesto per la terza volta di te. Lei allora ha chiamato la sicurezza, una guardia giurata che somigliava a Bud Spencer, e allora sono andato via di corsa.
Ho ripreso la macchina e ti ho cercato dappertutto. Ti ho cercata negli uffici comunali dove rinnovavi sempre la carta d'identità. Ti ho cercata nel laboratorio medico dove facevi fisioterapia, nel parcheggio della stazione dove una volta ti portavo a scopare, davanti all'entrata dell'Altare della Patria. Ti ho cercata nella sala principale del Museo delle Tradizioni popolari, sotto il ponte della metropolitana, in una macelleria equina, in un centro massaggi con regalino finale. Ti ho cercata allo stadio, in una chiesa protestante, in un giardino pubblico dove tre bambini tiravano calci alle loro prime paure.
Ti ho cercata tutto il giorno, fino a che si è fatto tardi. E mentre rincasavo con la macchina ho sentito alla radio un filosofo dire: "Molto spesso, per riuscire a scoprire che siamo innamorati, forse anche per diventarlo, bisogna che arrivi il giorno della separazione".
Ho fermato la macchina davanti casa, mi sono aggrappato al volante e sono scoppiato a piangere. Ho pianto per diversi minuti e mi ha fatto bene. I battiti accelerati del mio cuore mi hanno fatto sentire vivo.
Sono salito a casa, ho aperto la porta e per la prima volta dopo tanti mesi non ti ho chiamato.
Non più.
Stavolta ero certo, davvero certo, che tu non ci fossi.



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antico
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Re: Il lungo addio

Messaggio#2 » martedì 20 settembre 2022, 0:44

Ciao Andrea e benvenuto in questa Decima Era! Caratteri e tempo ok, buona FRANCI CONFORTI EDITION!

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Massimo Tivoli
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Re: Il lungo addio

Messaggio#3 » martedì 20 settembre 2022, 10:03

Ciao Andrea. Anche tu hai tentato la “rottura” della quarta parete, giocando con il lettore tramite l’utilizzo della seconda persona durante la narrazione. Mi sa che siamo stati in tanti… Il protagonista è ossessionato dalla mancanza; l’assenza per lui è inaccettabile. All’inizio più che amare la persona che non c’è più (per quale motivo non c’è dato saperlo) la cerca in modo esagerato, malato. Alla fine, rinsavisce, non cercandola più. L’ha lasciata andare libera. E, forse, per la prima volta l’ha amata. Uno sviluppo ragionevole che ha un suo senso di essere. Tuttavia, ho trovato il racconto non molto incisivo nel far sentire il lettore nei panni di quella persona assente. Mi spiego: nonostante giochi con la seconda persona, il lettore si sente più come il protagonista che come la persona assente. Quindi, nel tuo caso, c’è stata una rottura della quarta parete non proprio riuscita.

alexandra.fischer
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Re: Il lungo addio

Messaggio#4 » martedì 20 settembre 2022, 16:21

Ciao, Andrea, per me si tratta di un buon racconto. Il tema dell’Assente tanto amata commuove il Lettore. Sono belle le scene che descrivi, lo scuotere la commessa come una scatola di cioccolatini, la guardia giurata che somiglia a Bud Spencer, e sì, i luoghi dell’amore. Il bar, gli uffici dell’anagrafe, il laboratorio dove Lei faceva fisioterapia, e sì, il parcheggio della stazione, luogo torrido di passione. L’Altare della Patria, il Museo delle tradizioni popolari, il ponte della metropolitana, il centro massaggi, lo stadio, il giardino pubblico con i bambini calciatori, sono luoghi sacri per il personaggio. Danno un messaggio di speranza. Vedendoli, si ricorderà dell’amore perduto, lo venererà. Il filosofo radiofonico fa da terapeuta al protagonista e lo persuade ad accettare l’Assenza. Il pianto è terapeutico come pure la rinuncia a chiamare chi non c’è più. Per me è una prova riuscita.

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Laura Brunelli
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Re: Il lungo addio

Messaggio#5 » venerdì 23 settembre 2022, 12:07

Ciao Andrea,
Piacere di leggere e commentare il tuo racconto.
Sul tema ho qualche dubbio, a meno che per quarta parete tu non abbia voluto intendere una sorta di velo che nasconde la verità, però non mi sembra emerga molto dal testo.
Interessante l’idea e il twist finale, meno la resa. Non tanto per il raccontato che ci potrebbe anche stare visto che il protagonista sta appunto raccontando alla fidanzata la sua giornata.
Quello che non mi convince è che manca completamente una reazione emotiva del personaggio. In particolare, visto che all’inizio ci trasmette un senso di ordinarietà nel fatto di non trovare a casa la fidanza, sono rimasta letteralmente spiazzata quando ha cominciato a cercarla in giro, senza una ragione apparente. Tanto più che la reazione del barista che strizza l’occhio non fa presagire una scomparsa, allontanamento, morte.
Anche nel finale quel
Ho fermato la macchina davanti casa, mi sono aggrappato al volante e sono scoppiato a piangere. Ho pianto per diversi minuti e mi ha fatto bene. I battiti accelerati del mio cuore mi hanno fatto sentire vivo.

Non mi ha trasmesso molto perché appare freddo e distaccato.
Sullo stile non entro nel merito perché, in realtà, anche se tutto raccontato, ci potrebbe anche stare. Ti segnalo solo:
La mattina dopo

Toglierei il dopo che è superfluo, soprattutto considerato che gli eventi della sera occupano poche righe.
Le ho chiesto dov'eri ma lei ha aggrottato la fronte perché non aveva capito la domanda.

Qui c’è una violazione del punto di vista, il protagonista non può sapere perché ha aggrottato la fronte (potrebbe aver benissimo compreso la domanda ma aver pensato che fosse un pazzo), ma al massimo supporlo, quindi sostituirei il “perché non aveva capito” con un “come se non avesse capito la domanda”.
Ti suggerirei anche di distribuire meglio il testo con degli a capo, altrimenti ne viene fuori un muro di testo che rende faticosa la lettura.
Alla prossima e buona edition

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Michael Dag
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Re: Il lungo addio

Messaggio#6 » sabato 24 settembre 2022, 14:56

Il lungo addio, di Andrea Spinelli,
Mi piace l'interpretazione cha hai dato al tema, la non-accettazione di qualcosa come quarta parete.
La voce narrante è molto buona, anche se ho trovato un po' di avverbi di troppo (poi-allora-mentre) ma nel parlato ci stanno e siccome il tuo alla fine è un flusso di coscienza, non mi hanno infastidito.
Credevo che non si trattasse di una separazione ma di un lutto, quindi ho anche avuto l'effetto sorpresa finale.
bravo, un bel pezzo che ho letto volentieri.

Dario17
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Re: Il lungo addio

Messaggio#7 » sabato 24 settembre 2022, 19:08

Un monologo da teatro, nè più nè meno.
Ha i suoi picchi emotivi, sopratutto nella parte iniziale, però le situazioni surreali che il pov si ritrova a vivere nella ricerca (fisica o spirituale che sia) minano di molto l'effetto sentimentale.
"ho chiesto al barista gay" è un po' goffa e mette le mani avanti su di un comportamento che il personaggio avrà subito dopo, non il massimo.
Che poi se chiedessi a un barista dove fosse una conoscente e quello non solo non mi risponde ma mi strizze l'occhio e mi sorride, penserei che più che provarci con me sia proprio fuori di testa.
"nel parcheggio della stazione dove una volta ti portavo a scopare" pare che lui sia un pappone e che lui la scaricasse lì per farla lavorare come prostituta.
Il tema non lo vedo, se non nel fatto che appunto sembri tutto un monologo recitato da un palco.

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gcdaddabbo
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Re: Il lungo addio

Messaggio#8 » domenica 25 settembre 2022, 16:36

Salve, Andrea! Il racconto è scorrevole.
La quarta parete? Una parete immaginaria che impedisce al protagonista di rendersi conto della realtà?
L’ho letto con piacere, nonostante il consueto inserimento di un episodio violento che non ritengo indispensabile.
Sarò vecchio, ma preferisco cogliere l’uso dei classici cinque organi di senso: vista, udito, gusto, olfatto e tatto.
A ben rileggerti!
Giancarlo

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Andrea Furlan
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Re: Il lungo addio

Messaggio#9 » martedì 27 settembre 2022, 22:11

Ciao Andrea,
il tuo racconto mi ha emozionato soprattutto alla prima lettura, ma poi rileggendo mi ha creato una certa confusione. Sei riuscito a creare bene il senso di mancanza e disperazione del protagonista, a far nascere nel lettore la domanda su cosa sia successo a questa coppia. Però a mio avviso l’aspettativa che si percepisce nella prima parte viene persa in quella centrale, che sembra più un elenco di posti scollegati fra loro dove si immagina senza avere conferma che siano importanti per la persona cercata o per la coppia. Ho apprezzato di più quando dicevi che erano posti dove la scomparsa si recava di abitudine. Alcuni inserimenti come “il barista gay” con annesso occhiolino e “il centro massaggi con regalino finale” li ho trovati fuori dal contesto, elementi che confondono invece di sostenere la storia. Inoltre non riesco a trovare aderenza al tema: non ci sono spettatori, luoghi fisici o metafisici dove si trovino le “pareti”, dialogo con un pubblico.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Il lungo addio

Messaggio#10 » mercoledì 28 settembre 2022, 0:42

Ciao Andrea, piacere di leggerti.

Il racconto secondo me soffre in particolare per due caratteristiche.
La prima è la lista di "Ti ho cercato" ripetuti una frase dopo l'altra, anche se ognuno reggeva almeno tre/quattro posti diversi. Piuttosto che la lunga lista, sarebbe stato interessante avere una lista più corta ma scoprire perché proprio in quei posti, come nel caso del laboratorio medico e del parcheggio.
La seconda caratteristica 'disturbante' è stata una gestione confusa dei tempi della narrazione. Infatti prima ci racconti che "Anche stasera l'ho fatto", dunque è sera o al massimo notte. Poi però "La mattina dopo mi sono svegliato", dunque il tempo presente in cui avviene la narrazione è in realtà il giorno dopo rispetto a quella sera.
Forse non avevi ben chiaro il momento in cui il PoV narrava la sua vicenda rispetto all'intero arco del racconto?
Al netto di questo, una prova che si lascia leggere e fa immaginare un'intera storia, rimasta però celata nel background del protagonista.

Alla prossima.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: Il lungo addio

Messaggio#11 » martedì 4 ottobre 2022, 18:57

Credo che tu non sia riuscito a rendere al meglio il concetto di quarta parete che volevi trasmettere. La dissociazione che si viene a creare nell'animo del protagonista è ben resa, ma poco efficace, soprattutto nella parte centrale dove l'elenco di movimenti che descrivi risulta essere più un approccio passivo alla narrazione mentre, invece, avresti probabilmente ottenuto un effetto maggiore mostrandoci altro o lavorando ancora di più su di lui. Detto questo, il racconto è più che valido e il senso di vuoto è ben reso. Per me, considerata la problematica riguardante il tema, è un pollice tendente al positivo in modo solido.

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