L'attesa

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 19 settembre 2022 con Francesca Conforti per l'inaugurazione della Decima Era!
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Pietro D'Addabbo
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L'attesa

Messaggio#1 » martedì 20 settembre 2022, 1:29

La tenda non voleva saperne di scorrere a destra e sinistra. Dovetti lasciare le stampelle contro il termosifone, restare in equilibrio sulla gamba, prendere i cordini e annodare fra loro le nappe.
Il prato davanti all’ospedale era illuminato, tranne una sottilissima fascia ai piedi dell’edificio. Non potevo vedere il sole, ma lo immaginavo sopra le nostre teste sorridere pallido alle signorine assiepate quattro piani più in basso. I cancelli ancora chiusi evitavano che le fanciulle in ghingheri sciamassero dentro prima dell’orario di visita, non solo in cerca dei cari ma anche in fuga dalla frescura di fine inverno.
Poggiai l’anca al termosifone, i pantaloni di fustagno della divisa mi avrebbero protetto dal calore per un po’, cercai la mia dolce metà fra le altre. Era là, in attesa, ma non mi riuscì di distinguerla nella colorita confusione di foulard e cappelli. Avrei dovuto attendere che salisse da me.
L’infermiera di turno entrò, sul suo carrello un mazzo di rose rosse era posato accanto alla siringa destinata alle mie natiche. La afferrò e indicò il letto “In posizione, soldato.”
“Oggi no, voglio essere lucido. Voglio sentire tutto.” sorrisi.
L’infermiera sorrise anche lei, gli occhi che contavano i boccioli e le tirarono un sospiro fuori dal petto.
“Averti conosciuto prima...” posò i fiori dentro la brocca dell’acqua.
“Niente da fare, signorina Maddalena. Ada mi aveva già.” alzai le spalle, con il rammarico del ladro che consola il derubato.
Si allontanò, sulla porta si voltò un attimo, mosse le labbra in un sussurro.
“In bocca al lupo.” sparì nel corridoio col suo carrello e la mia siringa.

Lo sciame di cappellini era sparito.

Lasciai le stampelle dov’erano, saltellai verso i fiori, per stare ritto mi appoggiai alla sbarra di metallo ai piedi del letto. Spazzolai con le mani la giacca, le mostrine, il taschino che presto sarebbe stato ornato dalla medaglia e attesi.
Attesi.
Il ginocchio cominciava a dolermi, il colletto a pizzicare la nuca sudata. Cambiai posizione, più di lato, per appoggiare al letto un peso maggiore. Fu allora che sentii il singhiozzo.
In corridoio, appena fuori dalla mia porta.
Mi riaddrizzai all’istante.
“Chi c’è?”
Un fruscio, vestiti di seta, qualche colpo di tacco.
Cercai le stampelle, incerto se prenderle per andare a vedere.
“Stefano.” la voce del padre di Ada mi fece voltare di nuovo verso la porta.
Gli sorrisi, ma il suo viso estinse il mio entusiasmo.
Aprì bocca ma non pronunciò parola. Si mosse verso di me, poggiò le mani sulle mie braccia inerti stringendo con vigore, una scossa al corpo che mi mandò in pezzi l’anima.
Si fece indietro.
Indicai le rose, undici, di un rosso vermiglio “Sono… sono per lei.”
“Sì, già.” esitò “Non… non le prenderò.”
Si allontanò, indietreggiando a piccoli passi.
“Cerca di stare bene, Stefano.”
Sparì nel corridoio.

Le pareti.
Convergevano su di me.
Non avevo respiro.
La finestra, saltellai ancora, la aprii.
Stavolta la vidi, scortata, a capo chino.
Urlai il suo nome.
Al vento, e il sole ne rideva.


"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: L'attesa

Messaggio#2 » martedì 20 settembre 2022, 1:31

Ciao Pietro e benvenuto nella Decima Era! Caratteri ok, sei in malus minimo tempo. Buona FRANCI CONFORTI EDITION!

Giovanni P
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Re: L'attesa

Messaggio#3 » martedì 20 settembre 2022, 17:16

bel racconto diretto e crudo senza giri di parole o abbellimenti inutili.
Mi piace come scrivi, le descrizioni sono rifinite senza che si allarghino troppo. I movimenti, le faccie e le sensazioni sanno di autentico.
La storia non annoia anche se si capisce bene dove vada a finire, non ci sono soprese c'è solo da leggere.

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Gennibo
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Re: L'attesa

Messaggio#4 » mercoledì 21 settembre 2022, 10:13

Ciao Pietro, bello conoscerti, ho dovuto rileggere un paio di volte il tuo racconto per capirlo fino in fondo, ma poi mi è entrato nel cuore.
Bello l’inizio con le tende che si aprono come in un palcoscenico.
E bello lo stacco tra ciò che succede dentro la stanza e quello che succede fuori.
Interessante il modo in cui hai gestito le informazioni.

Ti segnalo un paio di dettagli:
Qui toglierei i possessivi: Sul suo carrello un mazzo di rose rosse.
E anche qui: sparì nel corridoio col suo carrello e la mia siringa.
Dove dici: Non potevo vedere il sole, ma lo immaginavo sopra le nostre teste (qui metterei una virgola per spezzare quella che altrimenti risulta una frase lunghissima) sorridere pallido alle signorine assiepate quattro piani più in basso.
Bella la frase: con il rammarico del ladro che consola il derubato.
L’ho trovato un testo molto poetico.
Per me molto bene.

A presto e buona Edition!

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Signor_Darcy
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Re: L'attesa

Messaggio#5 » venerdì 23 settembre 2022, 11:46

Racconto delicato, poetico, scritto bene che, parere personale, pecca un po’ nella declinazione del tema della sfida, che onestamente non avverto granché: va bene, la dicotomia attori-spettatore, però mi sembra un po’ poco – magari ho male inteso io, comunque.
Al netto di questo un buono scritto: qua e là avrei messo o tolgo delle virgole, o dei punti e virgola per spezzare un po’ (tipo qua: “Poggiai l’anca al termosifone, i pantaloni di fustagno della divisa mi avrebbero protetto dal calore per un po’, cercai la mia dolce metà fra le altre.”)
Dopo “Lo sciame di cappellini era sparito” forse lo spazio è di troppo: la scena è già cambiata.

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Pietro D'Addabbo
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Re: L'attesa

Messaggio#6 » sabato 24 settembre 2022, 12:43

Grazie per i vostri commenti.

Giovanni P ha scritto:... La storia non annoia anche se si capisce bene dove vada a finire, non ci sono soprese c'è solo da leggere.


Ciao Giovanni.
In precedenti Arene mi sono ritrovato a scrivere con cura solo l'incipit, tirando via il resto per una cattiva gestione del tempo a disposizione. Questa volta ho tentato di andare a completare tutto rinunciando a cercare una storia con l'imprevedibile colpo di scena finale. Sono molto contento che tu abbia apprezzato il risultato.

Gennibo ha scritto:...bello conoscerti, ho dovuto rileggere un paio di volte il tuo racconto per capirlo fino in fondo, ma poi mi è entrato nel cuore. ...


Ciao Isabella,
è stato un piacere anche per me, come sai.
Ho corso il rischio di restare completamente nel PdV del protagonista, evitando (direi con ossessione) gli infodump descrittivi. Ero sicuro che questo avrebbe reso più difficile comprendere subito la scena, ma sono felice che mi abbia concesso una seconda lettura e il tutto sia riuscito lentamente a colpirti.

Signor_Darcy ha scritto:... pecca un po’ nella declinazione del tema della sfida, che onestamente non avverto granché: va bene, la dicotomia attori-spettatore, però mi sembra un po’ poco – magari ho male inteso io, comunque.


Ciao Stefano,
ho provato a considerare la "Quarta parete" in due maniere: una stilistica e una narrativa. La prima rottura della parete sta nella scelta di usare la prima persona al passato, dunque il protagonista non sta vivendo quanto accade mentre leggiamo, lo sta invece raccontando al lettore al di là dello schermo.
La quarta parete 'narrativa' è invece quella della finestra, attraverso la quale questo soldato mutilato vede la vita all'esterno dell'ospedale e spera di ritrovare la sua fidanzata, di tornare a prendere in quel mondo il posto che aveva prima di partire per la guerra e coronare i suoi sogni d'amore. Le sue speranze sono vane. Il finale vuole suggerire la tentazione di 'attraversare fisicamente' la quarta parete, se il protagonista deciderà di compiere un gesto estremo per disperazione.
Lieto che tu abbia trovato il racconto buono nonostante io non sia riuscito a trasmetterti pienamente la mia declinazione del tema.
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Pretorian
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Re: L'attesa

Messaggio#7 » domenica 25 settembre 2022, 14:55

Ciao, Pietro e piacere di leggerti.

Il tuo stile è decisamente migliorato dall'ultima volta che ci siamo incontrati e di questo devo dartene atto e devo farti i miei complimenti. La storia è portata avanti bene e intuiamo presto che tratta di un reduce di guerra, un mutilato, che aspetta la visita della donna amata, ma riceve, invece quella del padre. Nella seconda parte il testo diventa meno comprensibile e ho sinceramente difficoltà a capire cosa stia succedendo. Lei non lo ama più? Il padre si sta mettendo i mezzo? è come se mancasse un pezzo o come se tu facessi riferimento a una conoscenza che il lettore dovrebbe già avere. A parte questo, non riesco a capire dove il tema entri nella storia: a parte la citazione finale, che sembra del tutto accessoria, non ci sono pareti, nè figurative, nè reali.

Alla prossima!!

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Pietro D'Addabbo
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Re: L'attesa

Messaggio#8 » domenica 25 settembre 2022, 15:37

Pretorian ha scritto:Nella seconda parte il testo diventa meno comprensibile e ho sinceramente difficoltà a capire cosa stia succedendo ... non riesco a capire dove il tema entri nella storia: a parte la citazione finale, che sembra del tutto accessoria, non ci sono pareti, nè figurative, nè reali.


Ciao Agostino.
Il soldato ha perso una gamba e attende la sua fidanzata, la quale arriva alla porta della sua stanza ma non si affaccia, rinuncia ad entrare. Il fruscio di seta e il tumore di tacchi sono i suoi, mentre si allontana. Il padre entra perché sente il dovere di non lasciare il protagonista 'in attesa' di sua figlia, preferendo dare una cattiva notizia a nessuna notizia.
Restando strettamente nel pdv del protagonista, queste informazioni ho provato a suggerirle senza dirle esplicitamente, il lettore può restare nello stesso dubbio che vive il protagonista e lo spinge ad affacciarsi.
Per quanto riguarda la quarta parete, purtroppo non sei l'unico a cui non ho trasmesso efficacemente la mia accezione del tema, perciò ti chiedo di leggere la mia risposta a Stefano/Signor_Darcy poco sopra.
Grazie dei commenti.
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Rick Faith
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Re: L'attesa

Messaggio#9 » domenica 25 settembre 2022, 16:39

Ciao Pietro, felice di leggerti.
Il tuo testo mi è piaciuto molto, è stato facile empatizzare con il protagonista e ho trovato i dettagli ben scelti. È vero che non ci sono sorprese o guizzi improvvisi, ma non l'ho trovato un limite, anzi. L'immaginare l'inevitabile delusione in arrivo ha reso ancora più triste l'attesa di Stefano e il suo farsi forza per rimanere in piedi.
Ammetto che neanche io ho percepito bene il tema, ma non sei l'unico che ha provato a dargli una lettura meno rigorosa e più "creativa". Ci devo sicuramente riflettere sopra.

Buona edizione!

PS: Riguardo alla prima persona al passato, essa è sì un racconto a posteriori, ma a mio parere questo elemento da solo non basta. A mio avviso, per rompere la quarta parete servirebbe un riconoscimento più o meno diretto dell'esistenza del lettore/spettatore da parte nel narratore o di un personaggio.

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Pietro D'Addabbo
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Re: L'attesa

Messaggio#10 » martedì 27 settembre 2022, 6:58

Rick Faith ha scritto: Riguardo alla prima persona al passato, essa è sì un racconto a posteriori, ma a mio parere questo elemento da solo non basta. A mio avviso, per rompere la quarta parete servirebbe un riconoscimento più o meno diretto dell'esistenza del lettore/spettatore da parte nel narratore o di un personaggio.


Ciao Rick,
questo è stata una domanda che mi sono posto anch'io, scrivendo. Il tema in realtà non parla di rottura, parla solo di Quarta Parete, ed è proprio così che si apre ad altre interpretazioni.
Ma capisco l'obiezione, inizialmente infatti avevo messo una frase in cui il narratore parlava direttamente ai lettori: "Volete sapere perché sono qui?".
Rileggendo ho avuto la sensazione che abbattesse la carica emotiva del racconto, quindi l'ho rimossa.
Grazie per il commento e gli apprezzamenti.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Stefano.Moretto
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Re: L'attesa

Messaggio#11 » mercoledì 28 settembre 2022, 0:09

Ciao PIetro
come al solito il tuo modo di scrivere è capace di trasmettere le emozioni in modo diretto ed efficace, da quando ti leggo so che è il tuo punto forte.
Anch'io ho avuto difficoltà a capire il finale, più che altro per la reazione particolare che ha il padre di Ada. Avevo ipotizzato che in realtà lei fosse morta (i fiori erano per il funerale?), ma poi la vede decisamente viva dalla finestra, quindi avevo capito male. Magari il protagonista avrebbe potuto chiedere dov'era ada e il padre avrebbe potuto svicolare in qualche modo facendo intendere che lei non se la sentiva di vederlo mutilato, lasciandolo nella sua disperazione per l'attesa vana.
Un altro consiglio per la chiarezza: l'infermiera avrebbe potuto chiamarlo con il suo grado (caporale, sergente...) invece che "soldato", che potrebbe essere visto anche come un modo di fare giocoso tra i due, in modo da rendere più chiaro che è un mutilato di guerra.
Per quanto riguarda il tema non ci ho visto nessuna criticità, l'avevo inteso come la parete attraverso la quale guardava il giardino, cioè la parete più importante della stanza che gli permetteva di capire cosa stava succedendo.

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DandElion
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Re: L'attesa

Messaggio#12 » mercoledì 28 settembre 2022, 17:08

Terribile e splendido.
L'amore vero supera davvero la malattia, la menomazione e un futuro che da roseo diventa tutto in salita? Se la guerra fosse arrivata dopo la proposta di matrimonio e non poco prima, sarebbe stato un sì?
Davvero è terribile rendersi conto che la fatica e la paura ammazzano il sentimento, eroe sì, ma mutilato.
Prima che la retorica mi uccida ti faccio i miei complimenti, questo racconto mi è entrato nello stomaco, diretto.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Re: L'attesa

Messaggio#13 » mercoledì 28 settembre 2022, 21:09

Ciao Pietro,

ho inteso (a quanto pare correttamente) la quarta parete come la finestra dal quale il soldato guarda il giardino, con un'analogia tra gli spettatori e l'attore prima di andare in scena. Il tema per me è dunque centrato.
L'inizio è molto coinvolgente e carico di malinconia. Non so dirti cosa mi trasmetta questa sensazione, ma è qualcosa che è nell'aria. Il finale dunque arriva prevedibile, ma godibile nella sua pienezza.
Ho solo fatto fatica a capirlo: pensavo Ada fosse morta e le undici rose simboleggiassero qualcosa. Ho dovuto rileggerlo una seconda volta per cogliere meglio gli indizi che hai lasciato.
Mi è piaciuto comunque nel suo complesso, quindi la reputo una buona prova.
A rileggerti,
Morena

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Il Saggio
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Re: L'attesa

Messaggio#14 » domenica 2 ottobre 2022, 15:38

Ciao Pietro

il racconto commuove per la sua durezza, e il tema della quarta parete c'è a mio avviso, sebbene interpretato in senso lato, ma declinato in modo interessante. L' intreccio scorre, sebbene la chiosa poetica rompa il buon ritmo che aveva avuto fino a quel momento. Non so se hai utilizzato questo escamotage per risparmiare caratteri. è stata un operazione legittima, ma forse stilisticamente un po' ardita. Per me comunque un pollice in su, con qualche scossone di assestamento

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Pietro D'Addabbo
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Re: L'attesa

Messaggio#15 » lunedì 3 ottobre 2022, 16:54

Grazie anche a voi per i commenti.

Stefano.Moretto ha scritto: Anch'io ho avuto difficoltà a capire il finale, più che altro per la reazione particolare che ha il padre di Ada. Avevo ipotizzato che in realtà lei fosse morta (i fiori erano per il funerale?), ma poi la vede decisamente viva dalla finestra, quindi avevo capito male. Magari il protagonista avrebbe potuto chiedere dov'era ada e il padre avrebbe potuto svicolare in qualche modo facendo intendere che lei non se la sentiva di vederlo mutilato, lasciandolo nella sua disperazione per l'attesa vana.
Un altro consiglio per la chiarezza: l'infermiera avrebbe potuto chiamarlo con il suo grado (caporale, sergente...) invece che "soldato", che potrebbe essere visto anche come un modo di fare giocoso tra i due, in modo da rendere più chiaro che è un mutilato di guerra.


Non ho avuto modo di editare meglio l'incontro con il padre. Nelle intenzioni c'era di suggerire con piu' forza (qui solo con il suono dei tacchi e il fruscio della seta) che lei fosse arrivata fino alla porta ma poi le fosse mancata la volonta' di entrare. Il padre che la accompagnava entra comunque in stanza per pieta' verso il mancato genero.
Il grado del ragazzo... e' soldato. Non avevo pensato di considerarlo un graduato. Era anche un modo di suggerire la giovane eta'. E' solo un soldato ma e' gia' un eroe. In effetti una battuta dell'infermiera che 'sovrastimava' il grado del protagonista ci sarebbe stata bene.
Grazie per gli apprezzamenti molto generosi.

DandElion ha scritto:Prima che la retorica mi uccida ti faccio i miei complimenti, questo racconto mi è entrato nello stomaco, diretto.


Grazie, sono davvero contento che ti sia arrivato tutto quello che ho provato a metterci.

read_only ha scritto: Ho solo fatto fatica a capirlo: pensavo Ada fosse morta e le undici rose simboleggiassero qualcosa. Ho dovuto rileggerlo una seconda volta per cogliere meglio gli indizi che hai lasciato.


Grazie innanzitutto per avermi concesso una rilettura. In effetti quello delle undici rose e' una sorta di 'easter egg' per romantici. Riporto da un sito "Regalare 11 rose rosse significa comunicare alla propria amata che lei rappresenta per voi il tesoro più grande, una fonte di ricchezza inestimabile per la quale siete pronti a fare pazzie.". Un indizio molto nascosto dei sentimenti del giovane che nel finale perde il controllo di se stesso ed e' tentato di fare, appunto, una pazzia, da quella finestra.
Grazie per l'apprezzamento

Il Saggio ha scritto:sebbene la chiosa poetica rompa il buon ritmo che aveva avuto fino a quel momento. Non so se hai utilizzato questo escamotage per risparmiare caratteri. è stata un operazione legittima, ma forse stilisticamente un po' ardita


La scelta di modificare lo stile sul finale era prevista fin dal principio, e' stato un tentativo di suggerire il vortice di pensieri e sentimenti che avvolge il giovane nel finale. Con il malus tempo gia' sul groppone non ho avuto modo di fare un editing piu' accurato di quelle frasi per raggiungere pienamente questo obiettivo.
Grazie anche a te per l'apprezzamento.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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