Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 19 settembre 2022 con Francesca Conforti per l'inaugurazione della Decima Era!
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antico
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Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 settembre 2022, 2:24

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BENVENUTI ALLA FRANCI CONFORTI EDITION, LA PRIMA DELLA DECIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 166° ALL TIME!

Questo è il gruppo SPINE della FRANCI CONFORTI EDITION con FRANCI CONFORTI come guest star.

Gli autori del gruppo SPINE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo EDEN.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo CARNIVORI.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FRANCI CONFORTI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.

Essendo la prima edizione d'Era, per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK NONA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato solo per posizionare i quattro racconti con malus in quattro gruppi diversi.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo SPINE:

Il pazzo, di Mario Pacchiarotti, ore 23.28, 3000 caratteri
Spin off, di Polly Russell, ore 00.05, 2994 caratteri
La parete del mare, di Matteo Mantoani, ore 23.24, 2887 caratteri
Showtime, di Alessandro Canella, ore 01.33, 3000 caratteri MALUS 4 PUNTI
Il lungo addio, di Andrea Spinelli, ore 00.37, 2914 caratteri
Un grande traguardo, di Christian Floris, ore 23.40, 2952 caratteri
Una commessa importante, di Simone Cassia, ore 00.16, 2994 caratteri
HELP ME, di Maurizio Chierchia, ore 23.06, 2991 caratteri
Il riflesso della maschera, di Alessio Magno, ore 22.46, 2977 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 SETTEMBRE per commentare i racconti del gruppo EDEN Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 SETTEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo EDEN e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo EDEN.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA FRANCI CONFORTI EDITION A TUTTI!



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Massimo Tivoli
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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 20 settembre 2022, 11:09

Ciao a tutti. Di seguito, i miei commenti e classifica.

Classifica
1. Il pazzo
2. La parete del mare
3. Showtime
4. Spin off
5. Il riflesso della maschera
6. Il lungo addio
7. HELP ME
8. Un grande traguardo
9. Una commessa importante

Commenti

Il pazzo, di Mario Pacchiarotti
Ciao, Mario. Sebbene io non ne sia sicuro, interpreterei il tuo racconto come allegorico. La figura del vecchio pazzo come mentore non mi è dispiaciuta, così come l’allegoria che si porta dietro (colui il cui pensiero non è conforme a quello degli altri è considerato uno strambo). Il povero protagonista era stato quasi salvato, ha iniziato a porsi dei problemi, a pensare al futuro, a ragionare con la sua testa. Così facendo ha visto quanto fosse strambo pure lui (lo specchio). E niente, ritorna a farsi pilotare dall’approvazione degli altri (l’applauso oltre la quarta parete) e zero pensieri…
Racconto sfizioso.

Spin off, di Polly Russel
Ciao, Polly. Anche tu, come me, e probabilmente come altri (questo è solo il secondo racconto che leggo), sei andata per l’interpretazione del tema inteso nella locuzione “rottura della quarta parete”. L’hai fatto con una bella dose di auto-ironia visto che lo immagini nel contesto di un eventuale spinoff del tuo romanzo fantasy pubblicato per Delos Digital. Carino, mi ha fatto sorridere. D’altro canto, però, temo che il racconto possa lasciare poco o niente a chi, sfortunatamente, non ne conosce il contesto. Forse è un rischio che si poteva evitare.

La parete del mare, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo. Che peccato, l’idea della prigione davvero aperta su un orrido strapiombo sul mare era bella e originale. Mi sarei aspettato che tu la sfruttassi fino alla fine. Invece, il colpo di scena finale è il classico finale a sorpresa che purtroppo cade all’improvviso dal nulla, perdendo ogni eventuale potenza, perché non ci sono elementi di semina prima che possano portare il lettore a dubitare dell’autenticità di quello strapiombo – a parte quel “la schiuma schizza così in alto che sembra gli arrivi ai talloni” che reputo poco incisivo per lo scopo, perché suona più assurdo che sospetto. Ovviamente parlo di elementi non “sgamati”, che instillino solo una quasi impercettibile sensazione di dubbio, che qualcosa non quadri. Tuttavia, anche in questo caso, nutro dei dubbi sulla plausibilità della situazione: possibile che al protagonista, magari colto dalla rabbia o dalla disperazione, non sia mai venuta voglia di buttare qualcosa di sotto? Insomma, per me, l’idea c’è, ma lo sviluppo no.

Showtime, di Alessandro Canella
Ciao, Alessandro. Anche per te, il tema inteso come “rottura” della quarta parete c’è tutto. Tuttavia, giudicare questo racconto è difficile, perché per come hai voluto narrare la situazione presentata – e non per la situazione in sé – l’ho trovato eccessivo, respingente. Sebbene il protagonista sia un disturbato e lo siano, forse anche di più, gli ipotetici spettatori a cui le sevizie che pratica sono rivolte, si poteva trovare un equilibrio migliore tra tono della narrazione e situazione preversa-estrema messa in campo. Per il resto, lo sviluppo non fa una piega e il tema dello spaccio di video di torture a sfondo sessuale (per es., nel deep web) è ahimè un tema attuale. Però, ribadisco, se da un lato è psicopatologica, criminale e pornografica la situazione che tratta il racconto, non concordo con il portare questi eccessi anche nei “modi” della narrazione. Chiaramente, doveva essere una narrazione malata, eh. Del resto, il PdV è quello che è, ma si poteva cercare di essere malati in un modo più sottile, più psicologico, con un’ambizione narrativa maggiore. Cioè, tu ci sbatti in faccia nel modo più ovvio possibile cosa fa il protagonista e cosa vogliono vedere i malati spettatori. Ecco, forse più che insistere sull’esplicito “cosa” si poteva provare a insistere sul “perché” di certe depravazioni: che si nasconde dietro questi spettatori? Facile a dirsi, difficile a farsi.

Il lungo addio, di Andrea Spinelli
Ciao Andrea. Anche tu hai tentato la “rottura” della quarta parete, giocando con il lettore tramite l’utilizzo della seconda persona durante la narrazione. Mi sa che siamo stati in tanti… Il protagonista è ossessionato dalla mancanza; l’assenza per lui è inaccettabile. All’inizio più che amare la persona che non c’è più (per quale motivo non c’è dato saperlo) la cerca in modo esagerato, malato. Alla fine, rinsavisce, non cercandola più. L’ha lasciata andare libera. E, forse, per la prima volta l’ha amata. Uno sviluppo ragionevole che ha un suo senso di essere. Tuttavia, ho trovato il racconto non molto incisivo nel far sentire il lettore nei panni di quella persona assente. Mi spiego: nonostante giochi con la seconda persona, il lettore si sente più come il protagonista che come la persona assente. Quindi, nel tuo caso, c’è stata una rottura della quarta parete non proprio riuscita.

Un grande traguardo, di Christian Floris
Ciao, Christian. Idea profetica la tua? Speriamo di no… A parte gli scherzi, e a parte cose da micro-editing (soprattutto in alcuni dialoghi un po’ forzati e al limite dell’infodump, per es., “Gli altri membri della missione Mir 21 sono già al lavoro”, sarebbe bastato “Gli altri sono già al lavoro”, del resto i due dialoganti sono a conoscenza della missione e tutto il resto), il mio problema con il tuo racconto è che non ho colto l’aderenza con il tema della quarta parete (diverso, se fosse stato un tema tipo “Dietro le quinte”). Ho capito che la missione era una farsa, è ovvio, ma che c’entra la farsa con il tema?

Una commessa importante, di Simone Cassia
Ciao, Simone. Sebbene in modo bizzarro, il tema c’è. Il racconto, però, non è plausibile, non è coerente con il mondo, sebbene di fantasia, che hai messo in scena. Di conseguenza, il testo non desta nemmeno quel minimo di umorismo o ilarità che, forse, nei tuoi intenti, avrebbe dovuto destare. Tutti sanno di essere dei commedianti, tranne la coppia? Nessuno sa di far parte di una commedia? Se il sipario è abbassato il pubblico fino al momento del lancio a cosa ha assistito? Come la metti la metti, è tutto assurdo, artefatto, giusto per ricavare quel giochino sul finale. Okay, un divertissement, va bene, ma non ha nessuna funzione narrativa: al lettore non racconta nulla.

HELP ME, di Maurizio Chierchia
Ciao, Maurizio! Vabbè, è inutile dirti che leggere il tuo testo mi ha fatto sorridere alla fine (all’inizio non era partito bene, considerando di dover stare a leggere un racconto). L’aderenza al tema, ovviamente, c’è tutta. Insomma, nonostante il mio giudizio, sono sicuro che il tuo testo (non sto usando la parola “testo” a caso) riceverà favori… Tuttavia, per quanto riguarda la sua funzione narrativa come racconto, io non ce la trovo. Te la faccio breve: il tuo testo non è un racconto (nel senso che non racconta nulla), è soltanto un gioco di prestigio nemmeno troppo sorprendente. Chi ha un po’ di dimestichezza con le basi dell’aritmetica (mi dispiace, hai beccato un informatico accademico) è ovvio che nel finale chiedi di eseguire un calcolo che darà sempre 7 come risultato: ((((x*2) + 14) / 2) - x) ovvero (x + 14/2 - x) ovvero 7. Mi dispiace, ma mentre lo leggevo facevo i calcoli e avevo già capito… Ma il fatto che io abbia capito il gioco di prestigio non ha importanza nel giudizio: sei andato per un piacevole divertissement – te lo riconosco – ma qui, su MC, almeno io preferirei leggere racconti, anche se brevi.

Il riflesso della maschera, di Alessio Magno
Ciao, Alessio. Tema centrato e racconto scritto discretamente. Non ho particolari commenti da fare, eccetto per il fatto che è tutto un po’ troppo “telefonato”. Sin dall’inizio si capisce che il clown si esibirà da solo, senza nessuno ad applaudire o a fischiare. Tuttavia, una prosa, uno stile che a me non dispiacciono.

Dario17
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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » sabato 24 settembre 2022, 19:07

IL RIFLESSO DELLA MACHERA
Un pezzo che subito svela il protagonista tramite elementi chiarificatori come il cerone. Attaccare con un condizionale passato non mi convince, forse era meglio un "La punta delle dita si fermarono poco prima di sfiorare il viso. No. Mica poteva ridarsi un altra mano di cerone." o simili.
Il racconto fa il suo, il clown compie azioni e questo rende lo scritto migliore del solito raccontino fatto solo di flusso interno. Tuttavia il tema del clown triste è già cosa vista e rivista e la frase finale da spiegazione metfisica è stucchevole.
Tema preso, non ci si sbaglia. Siamo su di un palco, immaginario ma sempre palco.


HELP ME

Un'idea pizzicosa, non dissimile da quella che ho usato io. Il toc toc sullo schermo per attirare l'attenzione e una voce parlante che interagisce con me. Peccato che non sia un videogioco interattivo e nemmeno un libro gioco. E in tremila caratteri rendere l'effetto è a dir poco impossibile.
Tant'è che per tenere accesa l'attenzione ti butti su tecnicismi e parolacce, mezzi un po' sostenuti.
Il giochino matematico è qua quisquilia simpatica ma finisce lì.
Mi accodo al parere di Tivoli: siamo su MC per leggere storie. Il bello è che si può sperimentare qualsiasi cosa possa venire in mente, ma sempre storie in questa Arena cerchiamo.
Tema al 100%, in maniera piuttosto sfacciata.


UNA COMMESSA IMPORTANTE


Una piacevole favoletta che chissà perchè ho immaginato in bianco e nero.
La parte fiacca è lo stile di scrittura che andrebbe restaurata (rimango in tema del romanzo) qua e là.
"Mastro Giorgio esaminava tavole e tele, correggeva questo, scartava quello e volò anche qualche calcio nel sedere"
Nella stessa frase c'è u nrepentino cambio di soggetto...che non conosciamo. Chi si è beccato il calcione? Specificare la presenza degli allievi PRIMA avrebbe aiutato il lettore a capire di chi fossero le terga calciate.
"La recita fu perfetta?" Quale recita? È pur sempre un negozio in cui è reale l'interesse di arredare e tirarsi a lucido per impressionare il cliente. Non l'ho capita.
Il finale comico-metafisico lascia un po' basiti, non tanto per aver colto nel segno ma nell'assurdità della cosa (a cui si poteva arrivare visto che il protagonista specifica QUARTA parete non a caso). Forse una costruzione migliore con qualche semina avrebbe giovato, così pare solo un colpo di scena legittimato da una dose di assurdo per eseguire il classico colpo di scena finale per racconti brevi.
Tema preso.


UN GRANDE TRAGUARDO


Un sorso di fantascienza me lo bevo sempre volentieri.
Un raccontino tutto dialogato ci può anche stare, però lo scambio di battute dev'essere frizzante. Qua purtroppo lo scambio tra generale e tenente, oltre che palleggiarsi le informazioni necessarie per il lettore ma che i due dovrebbero già conoscere (as you know bob), ogni tanto scade su frasette da chat di whattsap tra adolescenti. Complici le "Ahahahah" che abbruttiscono proprio.
Credo sarebbe stato meglio inserirsi nella testa di uno dei due e con l'alternarsi di un bel flusso di pensieri interno dare in pasto al lettore tutta la parte del worldbuilding.
Il colpo di scena finale ci sta. Un po' troppo teoria del complotto già trita e ritrita però fa bene il paio con la distopia del dominio russo mondiale.


IL LUNGO ADDIO


Un monologo da teatro, nè più nè meno.
Ha i suoi picchi emotivi, sopratutto nella parte iniziale, però le situazioni surreali che il pov si ritrova a vivere nella ricerca (fisica o spirituale che sia) minano di molto l'effetto sentimentale.
"ho chiesto al barista gay" è un po' goffa e mette le mani avanti su di un comportamento che il personaggio avrà subito dopo, non il massimo.
Che poi se chiedessi a un barista dove fosse una conoscente e quello non solo non mi risponde ma mi strizze l'occhio e mi sorride, penserei che più che provarci con me sia proprio fuori di testa.
"nel parcheggio della stazione dove una volta ti portavo a scopare" pare che lui sia un pappone e che lui la scaricasse lì per farla lavorare come prostituta.
Il tema non lo vedo, se non nel fatto che appunto sembri tutto un monologo recitato da un palco.


SHOWTIME


Altro monologo, altro giro.
Nulla da eccepire sulla tematica porno-splatter che in questi lidi si vede poco e quindi quando viene presentata fa il suo bel colpetto.
Il linguaggio adottato è caratteristico del protagonista, però alla lunga stufa.
Può anche darsi che uno che faccia un certo mestiere in un certo contesto sia succube mentalmente del contesto, però pare proprio che parli come un 14enne che ha appena scoperto il porno e che con amici parli sboccacciato per darsi un tono di confidenza con l'argomento.
A mio parere ci sarebbe stato bene un bel contrasto tra un vocabolario del protagonista forbito e compito, giocando su uno spaventoso contrasto con le azioni violente e criminali atte a dare spettacolo.
Lo stile è discreto, si può passare sopra le ripetizioni e le cacofonie.


LA PARETE DEL MARE


La somiglianza con la prigionia di Tyrion Lannister te l'hanno fatta notare e non mi ripeto.
Il testo scorre bene, uno dei migliori del gruppo su questo fronte.
Peccato per quella sensazione di barzelletta del cavaliere nero quando ho letto "e tutti sanno che a Fyodor nessuno può cagare il cazzo". E per quella sensazione da meme dell'omino stilizzato - sii come Bill - quando ho letto "Ora Fyodor è in prigione" [...] "Fyodor lo sa" [...] Fyodor è più fortunato, ecc...
Carino il twist della prigionia virtuale, perchè non solo permette di declinare il tema in maniera ben più originale della media del gruppo ma perchè apre lo sfondo fantascientifico di fronte a quella che sembrava una realta fantasy (o forse contemporanea, perchè no?).
Apre domande che non chiude. 3000 caratteri, per l'appunto.
Non capto per bene il messaggio finale della storia ma presumo che sia colpa mia.


SPIN OFF

Il pezzo è scritto bene a livello stilistico, c'è competenza, ma per tutto il tempo ho avuto la sensazione di stare a sentire due che parlano degli affari loro al bar e che io, da perfetto sconosciuto, sono nella posizione di non poter capire nessuno degli argomenti del discorso.
"quello che vi è accaduto ultimamente"
"quante volte hanno sparato a Misha"
con il "non è il mio pov questo" si è aperto qualche spiraglio nel cervello.
Con l'orda di Esterni sono ripiombato nella confusione.
Il commento di Tivoli mi ha chiarito tutto, ma già avevo letto e riletto il pezzo.
Il tema di quarta parete è rispettato da manuale, però non conoscendo nessuno dei protagonisti in campo e che fanno parte di una storia che non ho mai letto, ti lascia quell'amarognolo dentro, come quando gli amici parlano per 1 ora di un film che non hai mai visto nè sentito parlare.
Non il massimo per un contest "one-shot" .


IL PAZZO


L'unico racconto in cui ci sono personaggi che fanno cose e a cui assistiamo in presa diretta.
Vivido, ci si immerge ed è piacevole leggerlo.
Certo che però capire con chiarezza cosa voglia dire questo pezzo, di dove si voglia andare a parare, è un altro paio di maniche.
Il folle complottismo che poi tanto folle non è e che sfiora la realta?
La condizione di allucinati in cui i mezzi moderni ci infilano e da cui svicolare se vogliamo recuperare una certa freschezza di pensiero?
L'applauso mi suggerisce l'ennesimo pubblico che assiste all'operato del protagonista, per andare incontro al tema richiesto.
Scritto bene è scritto bene. Ma lascia stampato nella testa un "E QUINDI?" al quale forse solo l'utilizzo del cappello di stagnola del racconto potrebbe darmi le capacità di rispondere.

_______________________________

Il tema non era facile e buttarsi a capofitto, come ho fatto io d'altronde, sulla rottura della cosiddetta quarta parete pare sia stato il trend di questo gruppo, con risultati alterni.
Proprio perchè io ho ceduto al qualunquismo speravo di leggere pezzi con altre interpretazioni.
Peccato.

1-La parete del mare
2-Showtime
3-Il pazzo

4-Un grande traguardo
5-Una commessa importante
6-Spin Off
7-Il riflesso della maschera
8-Il lungo addio
9-Help me

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Michael Dag
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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 26 settembre 2022, 15:14

1- La parete del mare, di Matteo Mantoani,
2- Il lungo addio, di Andrea Spinelli,
3- Showtime, di Alessandro Canella,
4- Il pazzo, di Mario Pacchiarotti,
5- HELP ME, di Maurizio Chierchia,
6- Spin off, di Polly Russell,
7- Una commessa importante, di Simone Cassia,
8- Il riflesso della maschera, di Alessio Magno,
9- Un grande traguardo, di Christian Floris,



Il pazzo, di Mario Pacchiarotti,
Interessante. Anche tu come me te la sei giocata con le illusioni che le persone si creano nella vita, ma l'hai resa decisamente meglio.
Il protagonista ha pochi tratti, gli essenziali per trasmettere ciò che deve e calza a pennello con la storia che vuoi raccontare.
ho trovato strano che asseconda il pazzo invece di mandarlo a fnc, ma per 3000 caratteri è un pretesto di trama più che valido.



Spin off, di Polly Russell,
Uno sviluppo abbastanza comune quello dei personaggi che parlano della loro autrice, e purtroppo non avendo letto il libro, non sono riuscito a godermi appieno il pezzo.
Lo stile è impeccabile, il tema c'è, ma non sono riuscito a farmi coinvolgere più di tanto.
Mi sono piaciuti molto i dialoghi però, reali e ben scritti


La parete del mare, di Matteo Mantoani,
Wow Matteo, parti col botto quest'anno. Veramente bello, lo stile trasuda sofferenza e lentezza, la scelta della terza persona distaccata secondo me è azzeccatissima.
Ti dico la verità, la cella in stile "nido dell'aquila" di GoT mi è subito venuta in mente, ma non mi ha dato fastidio, visto che hai preso un elemento e ci hai costriuto una storia tutta tua intorno.
Una cosa mi ha fatto strano:
nella mia testa l'ambientazione era medievale (rissa da taverna, pane nero, giustizia sommara) e poi parli di pixel e roba supertecnologica.
Però il finale e davvero bello. Complimenti!


Showtime, di Alessandro Canella,
scelta coraggiosissima la tua, di portare un racconto gore in un contesto dove i buoni sentimenti fanno da padroni.
Interpretazione classica, ma resa in un modo del tutto inaspettato. Il tuo protagonista se ne frega della quarta partete, decide lui come e quando usarla a suo vantaggio e non proponi il solito "dramma da palcoscenico"
Anche la voce narrante è ottima.
Quasi, avrei scritto due parole in più sulla scena macabra… ma forse avrei esagerato.
Insomma, una buona prova coraggiosa e che ho letto volentieri.



Il lungo addio, di Andrea Spinelli,
Mi piace l'interpretazione che hai dato al tema, la non-accettazione di qualcosa come quarta parete.
La voce narrante è molto buona, anche se ho trovato un po' di avverbi di troppo (poi-allora-mentre) ma nel parlato ci stanno e siccome il tuo alla fine è un flusso di coscienza, non mi hanno infastidito.
Credevo che non si trattasse di una separazione ma di un lutto, quindi ho anche avuto l'effetto sorpresa finale.
bravo, un bel pezzo che ho letto volentieri.


Un grande traguardo, di Christian Floris,
Ammetto che il senso della storia non mi è chiarissimo.
È tutta una montatura? Stanno recitando un copione per far credere di essere su marte? Però ci sono davvero sull'olympus quindi… bho.
La storia è scorrevole e chiara, ma per quanto riguarda lo stile ho trovato parecchi spiegoni evitabili. Mostrando qualche dettaglio in più si potevano evitare dialoghi un po' legnosi.
Mi dispiace affossarti la classifica, perché l'idea è buona…



Una commessa importante, di Simone Cassia,

Il racconto in se non è malaccio ma… manca il finale!
Non ho capito perché l'artista fa la scenata alla fine. Mi aspettavo, una volta vista la parete bianca, una "lezione" di umiltà da parte di giorgio ai due arroganti, oppure lasciarla bianca e farci disegnare il bambino… così bho, manca qualcosa.
Il tono fiabesco è reso bene, ma c'è una rima nell'incipit che stona


HELP ME, di Maurizio Chierchia,
C'è qualcosa che mi sfugge.
Ho letto molto volentieri, mi hai davvero catturato e incuriosito e anche se il personaggio non ho ancora capito chi/cosa sia il racconto mi ha preso.
È molto immersivo, complice anche una terminologia azzeccata e una voce da simpatica canaglia.
Ancora devo capire bene cosa ho letto, ma mi è piaciuto!


Il riflesso della maschera, di Alessio Magno,
Ho trovato il tutto un po' freddo. L'idea è buona ma secondo me il problema è lo stile: troppo asciutto per essere un racconto vissuto da un solo personaggio, troppo distante.
Con qualche pensiero diretto sarebbe stato molto più godibile, mio parere personale.
Il finale mi ha lasciato perplesso, manca quella scintilla di sorpresa che darebbe senso a tutto.

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Andrea Furlan
Messaggi: 400

Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » martedì 27 settembre 2022, 22:08

Ciao a tutti,
complimenti soprattutto ai primi tre autori della classifica, di cui ho davvero apprezzato il lavoro. Per gli altri, come indicato nei commenti ho riscontrato diversi problemi che giustificano le posizioni meno brillanti.

1 - La parete del mare di Matteo Mantoani
2 - Showtime di Alessandro Canella
3 - Il pazzo di Mario Pacchiarotti
4 - Il lungo addio di Andrea Spinelli
5 - Il riflesso della maschera di Alessio Magno
6 - Spin off di Polly Russell
7 - Una commessa importante di Simone Cassia
8 - Un grande traguardo di Christian Floris
9 - HELP ME di Maurizio Chierchia



Il pazzo di Mario Pacchiarotti

Ciao Mario,
ho apprezzato il tuo racconto per la struttura, la declinazione dei personaggi, il modo in cui riesci a trasformare una scena apparentemente banale di uno qualsiasi che torna dal lavoro in qualcosa di sempre più complesso e mirato alla storia che stai raccontando, quasi tutto racchiuso nel tempo di un semaforo rosso. Bellissimo il finale con quelle poche frasi che chiudono impietosamente ogni possibilità di riscatto per il protagonista che dotato di protezione comincia a farsi le vere domande, anche qui nello spazio di un breve cammino verso casa. L’applauso un vero colpo di genio. Purtroppo, anche dopo aver riletto diverse volte, non riesco a trovare l’aderenza al tema, sarei curioso di avere una tua spiegazione a riguardo.


Spin off di Polly Russell

Ciao Polly,
Devo dire che alla prima lettura non ci avevo capito nulla (forse anche perché è avvenuta alle 2 di notte ), ma leggendo i commenti degli altri e soprattutto avendo capito cosa sia la quarta parete, ho rivisto tutto sotto un’altra luce. Non ho letto i tuoi libri, quindi continuo a essere spiazzato, ma riconosco che hai strutturato bene un esempio di rottura della quarta parete usando i tuoi personaggi e te stessa. Come hanno detto altri prima di me: bello ma poco fruibile.


La parete del mare di Matteo Mantoani

Carissimo Matteo,
è un piacere commentarti dopo un’intera estate senza minuti contati e lo posso fare su un racconto eccezionale. Ottimo l’incipit che spiega il contesto e incuriosisce, ottima l’introduzione del tema centrato perfettamente, ottima l’evoluzione del protagonista che riesci a rendere in pochissimi paragrafi, ottimo il plot twist che trasforma un’ambientazione all’apparenza storica in una futuristica e ottimo anche l’impietoso finale: povero Fyodor destinato alla dannazione eterna in questa prigione che assomiglia a un limbo dantesco. Riguardo al tema: a mio parere sei riuscito a dare il senso della quarta parete come luogo fisico ma anche spietata illusione, dove il protagonista è lo spettatore ignaro e ingannato. Mi ha ricordato il primo “Maze Runner” di Dashner, quando i ragazzi arrivano alla fine del labirinto e ne scoprono il segreto. Mi ha ricordato anche la disperazione solitaria di “Cast away”. Bravo! Secondo me da finale.


Showtime di Alessandro Canella

Ciao Alessandro,
complimenti per questo snuff movie erotico – splatter vivido e colorato che mi ha coinvolto da subito. Sembra una storia di genere fino alla rivelazione finale dove riesci a inserire l’elemento fantastico che ribalta la situazione e anche lo spettatore-lettore. Centrato perfettamente il tema: il protagonista è rivolto al suo pubblico al di là della quarta parete e dà la sua visione spietata, eccessiva e autoironica della scena fuori dalla realtà che sta vivendo. A me è piaciuto molto nonostante la mancata ripulitura finale.


Il lungo addio di Andrea Spinelli

Ciao Andrea,
il tuo racconto mi ha emozionato soprattutto alla prima lettura, ma poi rileggendo mi ha creato una certa confusione. Sei riuscito a creare bene il senso di mancanza e disperazione del protagonista, a far nascere nel lettore la domanda su cosa sia successo a questa coppia. Però a mio avviso l’aspettativa che si percepisce nella prima parte viene persa in quella centrale, che sembra più un elenco di posti scollegati fra loro dove si immagina senza avere conferma che siano importanti per la persona cercata o per la coppia. Ho apprezzato di più quando dicevi che erano posti dove la scomparsa si recava di abitudine. Alcuni inserimenti come “il barista gay” con annesso occhiolino e “il centro massaggi con regalino finale” li ho trovati fuori dal contesto, elementi che confondono invece di sostenere la storia. Inoltre non riesco a trovare aderenza al tema: non ci sono spettatori, luoghi fisici o metafisici dove si trovino le “pareti”, dialogo con un pubblico.


Un grande traguardo di Christian Floris

Ciao Christian,
praticamente una riedizione MC di Capricorn One, vecchio film degli anni settanta che parla proprio di un finto atterraggio su Marte a scopo di propaganda. La storia è un po’ già vista, appunto, e anche la retorica anti russa che ho trovato abbastanza banale: il registro iniziale è ironico, facendo pensare a un racconto comico – surreale mentre poi cambia diventando didascalico ai limiti dell’infodump, forse per cercare di stare nei caratteri. Alcune domande fatte dal controllo terrestre tipo “Lo scopo della vostra missione?” non mi hanno convinto: se fosse un giornalista che parla magari sarebbe diverso, mentre così sembra davvero il classico espediente per dare le informazioni necessarie al lettore, su aspetti peraltro non molto rilevanti per la storia. Anche il narratore e il punto di vista non sono chiari: tutto il racconto è visto dal controllo terra, mentre l’ultimo paragrafo passa su “Marte”. L’aderenza al tema è accettabile visto l’inganno perpetrato ai danni del pubblico che segue la trasmissione. In sintesi, mi dispiace ma l’esecuzione non mi ha convinto, anche se l’idea comunque sarebbe stata interessante.


Una commessa importante di Simone Cassia

Ciao Simone,
ho apprezzato questo scorcio di teatro siciliano che richiama grandi classici, soprattutto nella prima parte dove sei riuscito a creare un’ambientazione e dei personaggi verosimili e credibili. Forse avrei indicato da qualche particolare l’epoca in cui si svolge la storia, perché mi sembra un elemento troppo indefinito. A mio avviso la prima parte che tratteggia il contesto poteva essere ridotta, creando più aspettativa sull’elemento centrale della misteriosa quarta parete che invece compare troppo tardi, mentre doveva essere introdotta in modo più incisivo. Il finale centra il tema in modo interessante, ma purtroppo l’ho trovato molto frettoloso. Consiglierei di postare il racconto sul laboratorio riequilibrando prima e seconda parte e lavorando sul finale che deve essere molto più incisivo con un bel plot twist. In sintesi buona ambientazione, lavoro sui personaggi e aderenza al tema, ma con difetti pesanti sulla struttura, immagino dovuta al limite di tempo e di caratteri.


HELP ME di Maurizio Chierchia

Ciao Maurizio,
mi sono trovato un po’ intrigato a scrivere questo commento, non sapendo bene da dove cominciare. Mi allineo con i commenti degli altri scrivendo (non dicendo) che ho trovato il tutto un po’ sconclusionato: non si capisce chi sia questo essere intrappolato nel computer e neanche il suo “padrone”, il linguaggio è coerente ma personalmente non amo usare termini pesanti per il solo gusto di farlo. Il tema mi sembra centrato. Insomma, purtroppo non mi ha colpito, concordo con altri che non si tratti di una vera e propria storia, ti sarebbe forse bastato poco dando qualche punto di riferimento in più, a renderla tale.


Il riflesso della maschera di Alessio Magno

Ciao Alessio,
buona prova, tema certamente centrato nella sua accezione più teatrale. Concordo con i commenti precedenti nel dire che la terza persona rende il tutto un po’ asettico e impersonale, anche se fai sentire bene il disagio e la disperazione del protagonista. Una prima persona avrebbe contribuito a rendere tutto più fluido e immediato, così come ridurre la descrizione delle azioni del clown per fare spazio alle sue emozioni: rileggendo ho notato che nella parte centrale sono davvero poche le parole che spiegano i suoi stati d’animo. Il fatto che il lettore si aspetti un pubblico che non reagisce e non compare per nulla rovina un po’ il colpo di scena finale come ti ha già fatto notare qualcuno.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » mercoledì 28 settembre 2022, 6:56

1. Il pazzo
2. Spin-off
3. La parete del mare
4. Un grande traguardo
5. Una commessa importante
6. Show-time
7. Il lungo addio
8. Il riflesso della maschera
9. HELP-ME

Il pazzo
Il racconto mi sembra aderente al tema, pensavo ad una svolta fantascientifica con degli alieni 'guardoni', ma il finale mi ha ricordato "The Truman Show" e il video musicale di "Senza Pensieri", facendomi optare piuttosto per una distopia con i personaggi attori inconsapevoli in uno show.
Il principale (forse unico) punto debole è l'accondiscendenza del protagonista nei confronti del visionario. Non vedo una motivazione sufficientemente forte e plausibile per far sì che il protagonista sia accomodante. Manca quel pizzico di background che mi avrebbe fatto incastrare questa scelta in un contesto organico.
L'idea comunque è ottima e la scrittura pure, un racconto molto piacevole.

Spin-off
Superare le prime righe è stato molto ostico. Partire mettendo in scena una sedia a rotelle non è stata una scelta felice, perché solo il fatto che sparisse nelle righe successive mi ha fatto propendere erroneamente per il fatto che fosse 'da ufficio' e non 'per disabili'. Anche capire chi delle due protagoniste facesse spallucce non è stato facile, e il dubbio permane. Credo però che su questo dettaglio ci sia stata troppa enfasi visto quanto conta per l'economia del racconto.
L'idea fondante la metti in campo con quella occhiata al soffitto e la terminologia da scrittore (il pov!) che è un po' troppo trasparente per un target di aspiranti scrittori come in questo contest, per cui quel che segue mi sembra un po' ripetitivo rispetto alla frase che svela il contesto.
Sorpresa ad effetto l'ultima frase, questa pienamente riuscita perché ci catapulti improvvisamente in un contesto 'reale', lasciando intendere che non si tratta di un semplice racconto estemporaneo ma di un vero spin-off tratto da una delle tue pubblicazioni.
Tirando le somme un buon testo che strappa un sorriso finale.

La parete del mare
l tuo racconto comincia con un paragrafo 'di background' in cui racconti quanto accaduto in passato, e questa scelta mi ha lasciato perplesso. Avresti potuto usare lo stesso numero di caratteri per raccontare il tutto al presente e mantenere l'immersività.
Superato questo ostacolo, tutto il racconto si basa su questa intuizione di associare la 'quarta parete' al varco sul vuoto che è una delle pareti della cella. Per quanto 'inesistente', questa parete andava descritta molto di più, a mio parere. Neanche io ho visto/letto GoT, ma tenterò di recuperare questa scena per capire se il regista ha dato visivamente le risposte alle domande a cui il tuo testo purtroppo non dà risposta pur avendole ispirate. Quello che mi sono chiesto, ad esempio, è se la cella era affiancata da celle simili o solitaria, quanto muro c'era al di sopra del soffitto, se la parete a strapiombo era intagliata al laser e liscia come vetro o se comparivano le asperità dovute alle intemperie, o addirittura era naturale e tagliente, se la pioggia entrava a bagnare il pavimento quando c'era un po' di vento. Il protagonista è stato lì dentro per anni e avrebbe potuto notare centinaia di dettagli.
Quella della scodella vuota mi era sembrata una semina: appena letto l'aggettivo mi sono immaginato il lancio della scodella per contare i secondi trascorsi dal lancio al tonfo nell'acqua. Non ha nemmeno mai sputato in mare un pranzo immangiabile? Nemmeno una minzione per vedere l'immenso arco che fa?
L'ultima stonatura nella scelta del termine pixel, di cui hanno già scritto. Una punizione così elaborata faceva pensare a un governo feudale, scopriamo invece di essere in un luogo futuristico. Le prospettive e le possibilità di fuga aumentano a dismisura, e portano altre domande ugualmente irrisolte.
Per tanto buona l'idea, ma da editare intensamente prima che diventi qualcosa di più concreto.

Un grande traguardo
Bella l'idea, perfezionabile il testo.
Ti hanno già commentato in proposito all'infodump nei dialoghi, ma una volta giunti alla fine il fatto che si tratti di propaganda e di una 'fake' creata ad arte fa rivalutare i dialoghi, che appunto sono studiati a tavolino dagli scrivani del regime per 'informare' gli spettatori senza dover essere didascalici.
Il problema è che il lettore deve attendere fino alla fine senza stufarsi di questi infodump, per fortuna su un racconto così breve la probabilità che si interrompa la lettura è minima (e su Minuti Contati siamo anche chiamati a esprimere un giudizio, quindi lettura completa assicurata).
Un secondo problema, non so se più grave, sta nella scena finale. Anche se lo chiami 'camerino' non è secondo me sufficientemente esplicito che si tratti di attori. Quello che vediamo sono gli astronauti che vanno in uno spogliatoio a togliersi le tute, come farebbero anche rientrando al campo base pressurizzato se avessero una colonia nelle pareti del vero vulcano su Marte.
Ci voleva almeno un segno 'esterno' che si trattasse di una recita, come un regista che urlasse "Stooop, buona la prima!"
In ogni caso mi hai strappato un sorriso con il tuo finale.

Una commessa importante
Ci sono diversi punti migliorabili nel tuo racconto.
Importante è la gestione di quella 'quarta parete' che è il sipario e che viene aperto dall'attore per imbrattare il pubblico. Il sipario penso lo immaginassi chiuso per garantire un effetto sorpresa sugli spettatori, ma non credo che ti serva: anche se un attore si avvicina con un secchio al pubblico, agli spettatori non verrebbe in mente di fuggire per evitare una secchiata. A me è capitato un paio di volte e dal secchio sono volati coriandoli.
Soprattutto sceglierei un titolo meno equivocabile. Avevo infatti inteso 'commessa' come ragazza del negozio e non come ordinativo.
Personaggi ben caratterizzati.

Show-time
L'argomento non è facile da leggere, ma voglio provare a non lasciarmi influenzare da questo né soprattutto dal finale.
Perciò riporterò quel che ho pensato per tutto il testo prima dell'ultimo paragrafo.
Nei primi paragrafi, ci dici che noi per il protagonista non dobbiamo esistere, anzi, ce lo spieghi. Ma chi l'ha fatta, questa domanda? Perché noi spettatori/lettori dovremmo essere interessati a sapere che il narratore deve ignorare la nostra esistenza per fare quello che fa? Immagino di essere qui perché ci interessa guardare/leggere quel che è previsto accada, non per sapere i 'dietro le quinte'.
Inoltre stiamo vedendo in diretta una 'performance senza defaillance', ma che dovrebbe riuscire solo se l'attore NON pensa agli spettatori, a quanto lui stesso afferma. Tuttavia, nel momento in cui ci dice "Voi non dovete esistere" sta proprio dando consistenza al suo pubblico nel momento in cui agisce, pertanto la performance stessa dovrebbe 'fallire'.
Questa incoerenza interno ha disturbato la leggibilità al di là e prima dell'argomento stesso e del finale truculento.


Il lungo addio
Il racconto secondo me soffre in particolare per due caratteristiche.
La prima è la lista di "Ti ho cercato" ripetuti una frase dopo l'altra, anche se ognuno reggeva almeno tre/quattro posti diversi. Piuttosto che la lunga lista, sarebbe stato interessante avere una lista più corta ma scoprire perché proprio in quei posti, come nel caso del laboratorio medico e del parcheggio.
La seconda caratteristica 'disturbante' è stata una gestione confusa dei tempi della narrazione. Infatti prima ci racconti che "Anche stasera l'ho fatto", dunque è sera o al massimo notte. Poi però "La mattina dopo mi sono svegliato", dunque il tempo presente in cui avviene la narrazione è in realtà il giorno dopo rispetto a quella sera.
Forse non avevi ben chiaro il momento in cui il PoV narrava la sua vicenda rispetto all'intero arco del racconto?
Al netto di questo, una prova che si lascia leggere e fa immaginare un'intera storia, rimasta però celata nel background del protagonista.

Il riflesso della maschera
Il protagonista ha paura del giudizio del pubblico e quindi si esibisce solo per se stesso. Ma da questa scelta ricava solo emozioni negative, una depressione che, resa con più spessore, potrebbe rendere il protagonista la tipica maschera allegra di un'anima triste. Invece lui, per paura del vuoto di approvazione, ottiene il vuoto di giudizio per l'assenza di un pubblico. Lo 'scambio' potrebbe essere positivo per un introverso/narcisista, ma non è il caso del protagonista che la vive male.
Alla fine non trasmetti le ragioni per cui il clown dovrebbe preferire nessun pubblico a un pubblico che non rida.
Tema centrato, ma il racconto mi lascia perplesso più che soddisfatto.

HELP ME
Tema centrato ma il testo non si lascia leggere facilmente.
Intanto la scelta e la caratterizzazione del protagonista rende difficile qualsiasi empatia positiva verso di lui, che fa venire voglia "de menaje" già dopo poche righe.
Inoltre, fossi stato io davanti allo schermo a leggere quelle righe sul mio computer, avrei chiuso subito la pagina e lanciato l'antivirus.
Insomma, non c'è ragione perché uno dei protagonisti, cioè il lettore, manchi completamente all'appello nel tuo racconto, il protagonista può parlare a lingua sciolta per 3K caratteri senza ricevere alcun freno alla propria logorrea.
Carino, nonostante il giochino matematico 'infantile' fa un po' perdere di mordente al racconto.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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antico
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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 28 settembre 2022, 14:39

Avete ricevuto cinque classifiche, ve ne dovranno arrivare altre quattro oltre alla mia, responsabile per il vostro gruppo.

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Laura Brunelli
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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 28 settembre 2022, 19:41

1) Spin off di Polly Russell
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2) Showtime
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3) La parete del mare di Matteo Mantoani
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4) Il pazzo - Mario Pacchiarotti
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5) Il riflesso della maschera di Magno Alessio
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6) Il lungo addio Di Andrea spinelli
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7) HELP ME di Maurizio Chierchia
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8) Una commessa importante di Simone Cassia
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9) Un grande traguardo di Christian Floris
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Nicoletta.Bussacchetti
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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 28 settembre 2022, 19:51

Ciao a tutti!
Mi sono divertita a leggere i vostri racconti, il tema lascia spazio a tante interpretazioni e non ne ho trovate di banali. Di seguito racconti e classifica:
Il pazzo, di Mario Pacchiarotti,
Ciao :)
Allora, uno dei racconti scritti meglio, sicuramente quello più vivido. Mi è piaciuto molto. Devo dire però che subito non ho capito la storia dell'applauso, l'avevo interpretata più come "ladri di pensieri" (per capirci, tipo i Signori Grigi che in Momo rubano il tempo) che come grande Trumann Show/Palcoscenico. Dal tuo commento mi è risultato tutto più chiaro e ho anche potuto apprezzarlo di più. Tema sicuramente centrato, non chiarissimo però. Complimenti e alla prossima

Spin off, di Polly Russell
Ciao :)
Abbiamo interpretato il tema in modo molto simile, personaggi di libri che sanno di essere tali e si lamentano dei propri autori. Certamente i tanti nomi confondono, ma il racconto è scritto bene e i dialoghi si fanno apprezzare. Anche io ho avuto difficoltà ad iniziare, lo "spallucce" mi ha un po' buttato fuori perchè non capivo a chi fosse riferito. Anche tu hai inserito degli "inside joke" per la comunità di scrittori, immagino che scopriremo solo alla fine se sarà stata una scelta azzeccata o meno. Tema centrato ma, come ti hanno già fatto notare, lascia un po' poco a chi non conosce il contesto, se non un sorriso per l'autoironia.

La parete del mare, di Matteo Mantoani
Ciao :)
Mi costituisco, non ho mai letto GOT, per cui la tua idea per me è originale al 100%. Non ho ancora deciso se il miscuglio di fantasy e fantascienza mi sia piaciuto un casino o non mi abbia convinto, fatto sta che il racconto è molto vivido, scritto bene e mi ci sono ritrovata in mezzo. Forse i "pixel" stonano, Fyodor è a conoscenza di cosa sia un pixel? O è il narratore a parlare? E, a proposito di Fyodor, so che è una tendenza del fantasy (che scrivo e leggo di continuo) ma secondo me nelle prime righe lo ripeti una volta di troppo ;). Un bel racconto che ho letto con piacere, sicuramente sarà sul podio. Alla prossima!

Showtime, di Alessandro Canella
Ciao :)
Premetto, io e lo splatter non andiamo d'accordo. Ho cercato di essere il più oggettiva possibile, ma il tuo racconto non è proprio nelle mie corde. Detto questo, caspita scrivi davvero bene. Qualche piccola sbavatura, tipo lo specificare (evidentemente a noi lettori e non all'immaginario pubblico a cui si sta rivolgendo) che la maschera sia in latex, ma del tutto perdonabili, anzi hai creato una scena fin troppo vivida. Mi è capitato al liceo di leggere un libro davvero disturbante, perchè troppo vivido, che parlava di torture e atti estremi che la gente ha compiuto durante la guerra. Il mio commento era stato "ho odiato il libro ma ho apprezzato tantissimo l'autore per l'intensità delle emozioni, seppure negative". Il tuo racconto mi lascia una sensazione simile, intanto complimenti e ora penso a dove piazzarlo.

Il lungo addio, di Andrea Spinelli
Ciao :)
Il tuo racconto è carino ma devo dire che non mi ha convinto. Era chiaro dalle prime righe che la persona a cui si rivolge il protagonista non ci fosse e che lui la cerchi invano e, di fatto, a parte una lunga descrizione, a tratti pesantina (il barista gay, il centro massaggi.. era necessario specificare?) Mi viene quasi in mente una storia triste alla joker, in cui il protagonista è disturbato e si convince di una storia d'amore che, però, non è mai avvenuta. Ma forse è solo un'impressione mia. Ho invece apprezzato molto la scena della radio e il pianto del protagonista, hai creato molta empatia. A rileggerti!

Un grande traguardo, di Christian Floris
Ciao :)
Sarò sincera, non ci ho capito molto fino alle 3/4 lettura. Ottima l'idea, un po'meno la realizzazione, ho capito solo dopo che i dialoghi erano volutamente forzati, a una prima lettura mi è sembrato semplicemente un'imprecisione tua. Bello il finale, ma di nuovo, secondo me potevi renderlo meglio (facile parlare, mi dirai, ma se ti può consolare me l'hanno detto innumerevoli volte). Tema centrato, direi, e, una volta capito, ho apprezzato il tuo racconto nel complesso. Alla prossima!

Una commessa importante, di Simone Cassia
Ciao :)
La tua declinazione del tema è quella più originale, mi ha strappato un sorriso e l'ambientazione retrò sa di familiare. Mi spiace tu abbia patito il numero di caratteri, ahimè Minuti Contati non perdona. La frase sulla recita stona, ma te l'hanno già fatto notare e il finale sembra un po' buttato lì. Per quanto riguarda lo stile, c'è qualche imprecisione ma lascio il compito di bacchettarti a chi è più qualificato di me. Sarei davvero stata curiosa di leggere il racconto con 500/1000 caratteri in più.

HELP ME di Maurizio Chierchia
Ciao :)
Sarà che mio fratello mi ha fatto fare n maratone di Ralph Spaccatutto, ma questa ambientazione mi ha saputo molto di cartoon. Piacevole la rottura della 4 parete coinvolgendo il lettore, non so però se il giochino con i numeri mi ha convinto, sarà che ne ho già visti tanti. In complesso un bel racconto, che però, almeno per me patisce il confronto con racconti in cui effettivamente succede qualcosa e non è solo il protagonista a parlare. A rileggerti!

Il riflesso della maschera, di Alessio Magno
Ciao :)
Il tuo racconto trasuda malinconia, certo quello del clown triste è un tema vecchio come il mondo, ma devo dire che ha fatto il suo effetto. Concordo sul dire che una prima persona avrebbe reso meglio, ma, di nuovo, facile parlare a posteriori, la tua terza te la sei giocata bene. Tema sicuramente centrato, un buon racconto, scritto bene ma che, però, non mi ha lasciato molto. Alla prossima!

1 La parete del mare, di Matteo Mantoani
2 Il pazzo, di Mario Pacchiarotti
3 Showtime, di Alessandro Canella
4 Spin off, di Polly Russell
5 Una commessa importante, di Simone Cassia
6 HELP ME di Maurizio Chierchia
7 Il riflesso della maschera, di Alessio Magno
8 Il lungo addio, di Andrea Spinelli
9 Un grande traguardo, di Christian Floris

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gcdaddabbo
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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 28 settembre 2022, 22:50

Classifica SPINE

1 La parete del mare, di Matteo Mantoani

2 Una commessa importante, di Simone Cassia

3 Il pazzo, di Mario Pacchiarotti

4 Il lungo addio, di Andrea Spinelli

5 Un grande traguardo, di Christian Floris

6 Spin off, di Polly Russell

7 Il riflesso della maschera, di Alessio Magno

8 Showtime, di Alessandro Canella

9 HELP ME, di Maurizio Chierchia

Il pazzo
Ho avuto il piacere di leggere il racconto almeno un paio di volte. Per la verità mi dava particolarmente fastidio quel “all’unico altra persona”. Non ho capito se è stata una scelta ponderata o una svista banale.
Riguardo al tema “quarta parete”, penso che il cielo fisicamente possa definirsi un soffitto. L’allusione potrebbe essere al diverso o alle entità nascoste, quinte colonne. Resto perplesso.
L’atmosfera è magica. Invidio l’idea e lo stile.
Grazie ad un semaforo rosso, sei riuscito a creare una storia tra una pensilina (del tram?) e l’arrivo a casa con un personaggio vivo, colorato, simpatico.
Hai usato tutti i caratteri a disposizione. Anche questa è magia.

Spin off
Ho letto il racconto con curiosità una prima volta, poi con un blocchetto accanto. Maru, Tes, Maruska, Misha, Akira. Sono due o sono tanti/e. Già Spin off mi aveva messo in crisi, poi tiktok ha fatto il resto. Scusa. Mi dispiace, ma non ci ho capito niente. Mi sono rimasti solo gli occhi di cerbiatta. Dov’era la quarta parete? Dai commenti degli altri ho capito che mi manca parecchio. Mio figlio mi ha spiegato qualcosa. Dovrò cercare di studiare di più in futuro. Pazienza!

La parete del mare
Questo racconto mi piace. La quarta parete c’è ed è più reale di quello che sembra, futuristica, fa sentire l’odore salato.
Fyodor (Dostoevskij?) qualche problema deve averlo se non distingue il sud dal nord. O vuole essere un’anticipazione dello schermo?
Avrei evitato una serie di parole che fanno macho.
Mi chiedo infine se, per il nostro Fyodor, la quarta parete è un castigo o un divertimento gratuito.

Showtime
Sarà perché sono vecchio, ma se chiedi se il tuo racconto mi è piaciuto, rispondo: “No!”
Ho provato un’intima sensazione di disgusto.
Capisco la quarta parete, ma, confesso che non avrei mai finito di leggere queste righe se non avessi dovuto giudicarle.
Spero che ci sia almeno la volontà di provocarlo catarticamente il “disgusto” nei confronti di questo genere di spettacolo.
Andrà meglio la prossima volta. Ne sono certo.

Il lungo addio
Il racconto è scorrevole. La quarta parete? Una parete immaginaria che impedisce al protagonista di rendersi conto della realtà? L’ho letto con piacere, nonostante il consueto inserimento di un episodio violento che non ritengo indispensabile. Sarò vecchio, ma preferisco cogliere l’uso dei classici cinque organi di senso: vista, udito, gusto, olfatto e tatto.

Un grande traguardo
Mi piace che il racconto si sviluppi a partire dalla realtà di oggi. Certamente il tema “La quarta parete” c’è tutto. Il testo è scorrevole. Affiora il dubbio: Ma l’uomo c’è stato veramente sulla Luna? Volendo trattare la realtà di questa guerra avrei preferito osservare due spettatori dei due blocchi che osservano insieme il racconto della realtà. Devo confessare una certa delusione finale. Una questione profonda sull’informazione, la democrazia ed il controllo delle menti ridotto ad uno spettacolino da serie televisiva, insomma da “1984” di George Orwell alla Guerra di Domani.
Comunque, spero di poterti leggere ed apprezzare in un’altra occasione.

Una commessa importante
Proprio simpatico! Già il tuo avatar profilo mette allegria. La storia sembra proprio in linea col personaggio. Il tema c’è tutto. Mi sento ancora impiastricciato per la secchiata finale. Avrei preferito febbrile a febbricitante, evitato quel raggelò ed il sancta sanctorum, non fosse altro perché rompono il ritmo. Il rigo finale è un capolavoro. Complimenti!

HELP ME
Il racconto si legge facile, ma purtroppo non lascia nulla. Aldilà di tutti gli escrementi che mi toccherà eliminare, dovrò disinfettare la tastiera e tutta la scrivania. Per fortuna che qui è una bella giornata ed avevo la finestra aperta.
Informa il tuo prigioniero di usare Guttalax e non Gotelax per ottenere i suoi scopi. Ti prometto. una cosa: Non dirò in giro che il tuo racconto è proprio una …
A ben rileggerti in momenti migliori.

Il riflesso della maschera
Il tuo racconto è sicuramente in tema. Il protagonista, come la storia, fa fatica a vivere. L’atmosfera iniziale è cupa, è grave, predispone all’attesa di qualcosa che deve succedere, ma che non porta a nulla. La vera signora della scena è la pareidolia. Il suo partner è il papillon. Non sono riuscito a sentirli vicini. Spero di rileggerti! La tua impostazione di fondo non mi dispiace.

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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 29 settembre 2022, 14:57

Considerato il ritiro di Dettori, avete ricevuto tutte le classifiche. Nei prossimi giorni arriveranno anche i miei commenti con relativa classifica.

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Re: Gruppo SPINE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 6 ottobre 2022, 20:09

Ecco a voi la mia classifica!

1) Showtime, di Alessandro Canella
Nulla da eccepire sul fronte tecnico e di gestione interna del flusso narrativo, il racconto funziona e fa quello per cui è stato ideato, in più declinando perfettamente il tema. Mi fermo però al pollice quasi su perché l'ho trovato davvero disturbante e sono confuso a riguardo, nel senso che non riesco a discernere tra un mio blocco personale (idem con A SERBIAN FILM) e la sensazione che si sarebbe potuto fare qualcosa di più per renderlo più efficace nonostante il tema trattato. In ogni caso, un'ottima prova.
2) Il pazzo, di Mario Pacchiarotti
Idea molto buona che hai deciso di affrontare con leggerezza lasciando molto spazio al lettore e lavorando sul suggerito, cosa che va sempre bene. Qualche refuso che potevi correggere rileggendo e un paio di passaggi con ripetizioni ravvicinate che, di nuovo, potevi correggere facilmente revisionando dopo avere postato: lo sotttolineo perché ritengo che un racconto di questo tipo debba puntare alla massima pulizia possibile. Penso tu potessi lavorare meglio sul finale che, invero, mi sembra troppo frettoloso: buono, sia chiaro, ma potevi seminare maggiormente sui suoi pensieri a copricapo indossato e l'attuale realizzazione mi sembra troppo frettolosa. Tema ottimamente declinato, per me qui siamo su un pollice tendente al positivo in modo brillante e solido.
3) Il riflesso della maschera, di Alessio Magno
Un buon racconto che paga dazio per un finale meno riuscito di quanto avrebbe dovuto. In quelle righe conclusive dovevi chiudere dando la chiave di lettura, ma forse la frase finale, quella sull'ego, non colpisce il giusto portando il lettore a cercare spiegazioni più che a trovarle: troppo simbolismo, dovevi andare più sul pane al pane. Detto questo, mi è piaciuto e il tema c'è. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido anche se non brillante e in classifica si piazza davanti agli altri parivalutati perché mi sembra più completo.
4) La parete del mare, di Matteo Mantoani
Ripeto quanto scritto da altri: molto bella tutta la preparazione, finale un po' buttato soprattutto perché arriva "non lavorato". Ok la quarta parete, ma giocarci ulteriormente facendogli capire una cosa tipo che la sua anima è stata digitalizzata e costretta a questa prigione eterna e che lo scoprire il trucco non è stata che la prima parte di una pena che da lì in poi sarà eterna senza possibilità di salvezza? O qualunque altra soluzione che non si chiudesse in un sostanziale nulla di fatto. Tema preso, ma in modo passivo. Per me un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante.
5) Il lungo addio, di Andrea Spinelli
Credo che tu non sia riuscito a rendere al meglio il concetto di quarta parete che volevi trasmettere. La dissociazione che si viene a creare nell'animo del protagonista è ben resa, ma poco efficace, soprattutto nella parte centrale dove l'elenco di movimenti che descrivi risulta essere più un approccio passivo alla narrazione mentre, invece, avresti probabilmente ottenuto un effetto maggiore mostrandoci altro o lavorando ancora di più su di lui. Detto questo, il racconto è più che valido e il senso di vuoto è ben reso. Per me, considerata la problematica riguardante il tema, è un pollice tendente al positivo in modo solido.
6) Un grande traguardo, di Christian Floris
Il senso del racconto mi è arrivato, ma penso che il problema di fondo sia che risulta un po' debole come resa. Come al solito, meglio sposare una causa fino in fondo e senza compromessi e qui la teatralità del tutto doveva essere, a mio parere, più marcata, anche con l'intento di mostrarla falsa che, tanto, l'umanità rimasta dev'essere talmente povera e non istruita da doversi bere qualunque programma impostole. Il fatto è questo: leggendo il tuo racconto la sensazione è che tu lo abbia costruito partendo da una realtà molto simile alla nostra mentre invece siamo in una piena distopia dove tutto è cambiato, ogni elemento del sistema è diverso da come lo conosciamo e quindi sì, potevi premere sull'acceleratore fregandotene di tutto, come nel tuo ottimo ER MEJO, per intenderci. Tema ben declinato. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido anche se non brillante e in classifica ti posiziono dietro ai parivalutati racconti di Mantoani e Spinelli per il fatto della coerenza interna della situazione tratteggiata, meno repressa, almeno per me, nei loro testi.
7) Spin off, di Polly Russell
Poco da aggiungere a quanto già sottolineato da molti: scritto bene, ma non fruibile al di fuori di un determinato contesto, elemento che pesa sempre molto nelle mie valutazioni. Tema preso in pieno. Un consiglio: l'operazione poteva acquisire maggiore senso se tu avessi inserito riferimenti riguardanti TESSAGLIA, tipo un invito alla lettura diretto al lettore. A quel punto credo proprio che l'avrei valutato diversamente perché avrebbe fornito gli elementi necessari alla sua decrittazione riuscendo, inoltre, a trovare un suo senso compiuto anche come racconto a se stante. Come al solito: se si decide di prendere una determinata strada è sempre meglio farlo senza compromessi e buttandocisi in pieno. Detto questo, allo stato attuale, la mia valutazione è un pollice tendente al positivo, ma in modo poco brillante e solido.
8) HELP ME, di Maurizio Chierchia
Idea interessante, ma esecuzione rivedibile, soprattutto per il finale con il giochino scontato che fa cadere un po' tutta l'impalcatura: sarebbe servito qualcosa di nuovo e più arguto. Detto questo, si fa leggere nonostante risulti un po' tutto troppo frettoloso e gli elementi lasciati per decrittare il contesto siano, anche lì, debolucci. Il tema c'è. Un divertissmente riuscito a metà, un pollice tendente al positivo anche se al pelo e in classifica ti posiziono davanti al parivalutato racconto di Cassia, reo di un finale ancora meno riuscito.
9) Una commessa importante, di Simone Cassia
Un finale troppo a sorpresa, forse. Non ho trovato una preparazione adeguata, una minima semina per definire mastro Giorgio e rendere anche solo lontanamente plausibile la chiusa, anche perché l'unica informazione che fai passare è quella per cui la commessa può rivelarsi determinante per il futuro dello studio. Quindi ok l'idea, solprattutto in rapporto al tema, ma davvero poco efficace nella sua esecuzione. Come valutazione devo fermarmi a un pollice sicuramente tendente al positivo, ma al pelo.

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