BENVENUTI ALLA FRANCI CONFORTI EDITION, LA PRIMA DELLA DECIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 166° ALL TIME!
Questo è il gruppo CARNIVORI della FRANCI CONFORTI EDITION con FRANCI CONFORTI come guest star.
Gli autori del gruppo CARNIVORI dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo SPINE.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo STORMACHINE.
Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FRANCI CONFORTI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.
Essendo la prima edizione d'Era, per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK NONA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato solo per posizionare i quattro racconti con malus in quattro gruppi diversi.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo CARNIVORI:
4 pareti e 1 funerale, di Michael Dag Scattina, ore 23.13, 2953 caratteri Lovegiver, di Massimo Tivoli, ore 22.57, 2935 caratteri Non distrarti!, di Dario Cinti, ore 00.42, 2668 caratteri L’ottava meraviglia, di Andrea Furlan, ore 00.07, 2995 caratteri E poi ti domandi, di Laura Brunelli, ore 22.29, 2266 caratteri L’attesa, di Pietro D’Addabbo, ore 01.29, 2982 caratteri MALUS 4 PUNTI Narratori e narrati, di Nicoletta Bussacchetti, ore 23.56, 2997 caratteri LUCE E BUIO, di Alessandro Dettori, ore 22.35, 1994 caratteri Scacco matto, di Giovanni D’Addabbo, ore 00.06, 2996 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 SETTEMBRE per commentare i racconti del gruppo SPINE Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 SETTEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti. NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo SPINE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo: – 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri. – 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri. – ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo SPINE. Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
Ecco la mia sofferta classifica, complimenti a tutti per la bravura e le belle idee.
4 pareti e un funerale di Michael Dag Scattina Ciao Michael e piacere di leggerti. La tua è una storia che si legge bene, dai le informazioni un po’ alla volta, e c’è una buona caratterizzazione dei personaggi. Anche io ho trovato la quarta parete difficile da identificare, ma alla fine sono giunta alla conclusione che fosse il confine tra la realtà che vive il protagonista che confligge con le sue illusioni e allo stesso modo l’incapacità della madre del ragazzo di accettare la morte del figlio. La quarta parete in questo caso potrebbe essere il confine tra realtà e illusione, non viene rotta ma rimane in piedi.. Per me una buona prova. Alla prossima e buona edition!
Lovegiver di Massimo Tivoli Ciao Massimo e piacere di rileggerti, ho trovato la storia profonda e struggente, a volte così focalizzata verso l'interno che avrei preferito qualche informazione o immagine in più che mi mostrasse la scena esterna (è un dettaglio e so che non è facile farlo mantenendo il focus all'interno). Riguardo il tema per me c'è, direi che lei è la quarta parete, quella che cerca di rompere l'isolamento dato dalla disabilità di lui, cercando di farlo tornare a "sentire". Per me una buonissima prova. Buona edition e a presto.
Non distrarti! di Dario Cinti Ciao Dario, e piacere di rileggerti, ma che bello! Con quelle ultime righe hai proprio spaccato la quarta parete. Aderenza massima al tema e storia carina che gioca sul desiderio. Cambierei: finisce col culo sul materasso, in: finisce seduta sul materasso. Per il resto molto vivide le scene e buona la ricerca dello stile. Complimenti per l'idea e buona edition.
L’ottava meraviglia di Andrea Furlan Ciao Andrea, una storia interessante di pareti di roccia, una parete che poi si trasforma in un palcoscenico da cui sotto applaudono il protagonista. Tema centrato in modo originale. Buona la scrittura, anche se ho inciampato nei termini tecnici che rallentano la lettura. Anche io non ho capito la frase: “Cade tre volte, poi finisce”. La storia con le ragazze l'ho trovata un po' sospesa, forse sono ciò che ha distratto il protagonista e lo ha messo nella situazione finale? Direi un buon racconto, ma da rivedere per migliorare il lessico con termini che risultino più immediati. Alla prossima!
E poi ti domandi di Laura Brunelli Ciao Laura e piacere di leggerti, hai uno stile che mi è piaciuto molto, mi sono immedesimata in questa persona, ho visualizzato le sue incertezze, ho vissuto le sue paure. E mi è piaciuto anche l'impianto scenico, perché si può vivere quel momento (il cono di luce con il buio intorno) declinandolo in varie situazioni, quindi ognuno può entrare nel racconto come preferisce, e poi tu chiarisci cosa sta facendo la protagonista mettendo a fuoco la situazione che combacia perfettamente con le premesse. Per me un buon lavoro. Alla prossima e buona edition!
L’attesa di Pietro D’Addabbo Ciao Pietro, bello conoscerti, ho dovuto rileggere un paio di volte il tuo racconto per capirlo fino in fondo, ma poi mi è entrato nel cuore. Bello l’inizio con le tende che si aprono come in un palcoscenico. E bello lo stacco tra ciò che succede dentro la stanza e quello che succede fuori. Interessante il modo in cui hai gestito le informazioni.
Ti segnalo un paio di dettagli: Qui toglierei i possessivi: Sul suo carrello un mazzo di rose rosse. E anche qui: sparì nel corridoio col suo carrello e la mia siringa. Dove dici: Non potevo vedere il sole, ma lo immaginavo sopra le nostre teste (qui metterei una virgola per spezzare quella che altrimenti risulta una frase lunghissima) sorridere pallido alle signorine assiepate quattro piani più in basso. Bella la frase: con il rammarico del ladro che consola il derubato. L’ho trovato un testo molto poetico. Per me molto bene.
Narratori e Narrati di Nicoletta Bussacchetti Ciao Nicoletta e piacere di leggerti, mi è piaciuto moltissimo come hai iniziato la storia. Ho faticato un attimo a capire in quale ipotetico posto si possano trovare tutti i protagonisti, alla fine ho pensato a una specie di limbo dei personaggi, e avrei preferito che il protagonista fosse meno passivo, che provasse a cambiare un po' le idee di chi lo aveva in mente. Hai presente quando gli autori dicono: è il mio personaggio che fa quello che vuole lui. Ma capisco le ragioni della tua scelta. Bello anche lo stile e i dialoghi, per me una prova molto buona. A presto e buona edition!
Luce e Buio di Alessandro Dettori Ciao Alessandro e piacere di leggerti, un racconto che inizia in modo poetico ricordando i momenti belli del protagonista, li guarda come fossero trasmessi dagli schermi che osserva muovendo la testa. L'ho trovato carino e struggente, forse un po' troppo raccontato, ma non per questo meno bello. Il tema per me c'è anche se un po' di striscio. Un buon racconto che non brilla per originalità o stile ma che si legge volentieri. Alla prossima e buona Edition!
Scacco matto di Giovanni D’Addabbo Ciao Giovanni e piacere di averti letto, la tua storia mi lascia un po' combattuta, l'ho trovata molto poetica e simpatica, bella la caratterizzazione del personaggio, molto modesto, ma che riesce ad avere in qualche modo successo, che messo alle strette si butta e bacia la donna che lo ha incoraggiato. Più che un: Come avrebbe potuto tentare di farla innamorare? Direi: Come avrebbe potuto chiederle di sposarlo? (o qualcosa del genere. Perché, per quello che ne sappiamo noi, visto che è stata lei a chiedere di andare a casa di lui, e poi gli parla di figli, magari è già innamorata.) Immagino che la quarta parete sia la timidezza del protagonista, che alla fine viene buttata giù dal suo desiderio di avere una relazione con Ornella. All'inizio parli di partite a scacchi e poi della maestra che diceva che lui scriveva bene. Mi sono chiesta cosa c'entrasse una cosa con l'altra. Se il ricordo fosse stato più focalizzato su qualcosa che aveva a che fare con l'abilità degli scacchi la trama sarebbe risultata intrecciata meglio. Tipo che quando c'era da fare una verifica di storia argomentava con diverse pagine le varie strategie usate dai grandi condottieri e che invece quando era interrogato rispondeva nel modo più stringato possibile. Comunque un racconto piacevole da leggere. Alla prossima e buona edition!
1) Non distrarti! 2) L’attesa 3) Lovegiver 4) E poi ti domandi 5) Narratori e Narrati 6) Scacco matto 7) 4 pareti e un funerale 8) L’ottava meraviglia 9) Luce e Buio
Buongiorno, questa è la mia classifica. Complimenti a tutti!
1) L'attesa 2) Non distrarti 3) Luce e buio 4) Narratori e narrati 5) Lovegiver 6) Scacco matto 7) E poi ti domandi 8) L'ottava meraviglia 9) 4 pareti e un funerale
L'attesa
Bel racconto diretto e crudo senza giri di parole o abbellimenti inutili. Mi piace come scrivi, le descrizioni sono rifinite senza che si allarghino troppo. I movimenti, le faccie e le sensazioni sanno di autentico. La storia non annoia anche se si capisce bene dove vada a finire, non ci sono soprese c'è solo da leggere.
Non distrarti
Ohiohi muoio,
mi ritrovo per la prima volta nella vita a fare lo sfascia coppie e non sapevo neanche di essere dietro la quanrta parete a godermi Agnese e i suoi striptease! Credo che sia un idea più che originale, fra l'altro scrivi benissimo ti faccio i complimenti. Spero solo che il pelato non sfondi la quarta parete e venga a menarmi.
Luce e buio
Racconto scritto bene che arriva diretto alle emozioni grazie a dettagli visivi e descrizioni forti. La paura in contrasto con la serenità, questo conflitto è stato raccontato bene, soprattutto quando il figlio si sforza di sorridere in una situazione critica Mi è piaciuto molto, l'ho letto e riletto, complimenti.
Narratori e narrati
Ciao,
il racconto, oltre che scritto benissimo, è veramente divertente. Chissà se il contadino, quello del mostrato e gli avverbi, è uno che fa corsi di scrittura su youtube... Ad ogni modo complimenti, credo che tu abbia bilanciato benissimo tutti gli elemnti che vanno acomporre un buon racconto breve.
Lovegiver
La tua scrittura è profonda e trasmette tutta la malinconia e il disagio che accompagnano la lettura. ho dovuto leggerlo più volte, a momenti mi sono perso, ma non per un deficit della narrazione. Per il resto si vede poco, ma si sente tanto e la fantasia fa tutto da sola. I tempi e il ritmo sono gestiti molto bene.
Scacco matto
Buongiorno
la storia è scritta bene, non annoio malgrado succeda poco e il ritmo sia non cambi mai. Le situazioni e personaggi mi piacciono, ma non ho capito dove siano i riferimenti alla quarta parete, ci sono dei rimandi al passato forse è quella? Ad ogni modo è un buon racconto e ti faccio i complimenti.
E poi ti domandi
Ciao
hai scritto un racconto strano e interessante, dove lo stile e la narrativa sono ottimi e l'interesse non cala mai. Il ritmo è gestito benissimo e il finale mi è piaciuto molto, rende tutta il racconto enigmatico. Mi sono piaciuti molto anche i riferimenti alla luce e al buio, anche se qualche descrizione secondo me andava snellita.
L'ottava meraviglia
Bel racconto dove il dinamismo, le immagini e le emozioni modellano alla perfezione la storia. Si vede molto perchè viene narrato e descritto tanto, ma la storia concede pure di divagare con delle riflessioni personali sul dolore, la resilienza, la leggerezza e la caparbietà. Mi è piaciuo molto, complimenti.
4 pareti e un funerale
Buona sera,
anche se la vicenda non è entusiasmante i personaggi hanno una loro imporonta, trasmettono antipatia e sono vivi, e questo senza che ci siano descrizioni fisiche dettagliate. La Daria propone una sua assenza che però la definisce, è sicuramente l'unico personaggio col quale il lettore possa empatizzare, morto a parte. Mi è piaciuto, complimenti.
Faticoso, molto, perché i racconti che ho trovato un pelo migliori a mio giudizio sono un po' carenti a livello di aderenza al tema, da qui un po' di incertezza per le prime posizioni.
1. Narratori e narrati 2. Non distrarti! 3. Lovegiver 4. L’attesa 5. E poi ti domandi 6. 4 pareti e 1 funerale 7. Scacco matto 8. LUCE E BUIO 9. L’ottava meraviglia
Narratori e narrati, di Nicoletta Bussacchetti
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Al momento (dopo il tuo mi mancano solo due racconti) dei nove del gruppo il tuo è lo scritto che secondo me declina meglio il tema – sebbene più che di quarta parete qua, visto che dall’altra parte c’è l’autrice, forse sarebbe più corretto parlare di… soffitto? Buono stile, bella padronanza della scena, grazie ai dettagli inseriti e all’atmosfera resa bene da pochi accenni. Occhio alle ripetizioni (“hanno cambiato colore per l’ennesima volta. Un bel viola questa volta.”, “Improvvisamente non avevo più voglia di stare al tavolo. «Sapete che c’è?» Mi alzo dal tavolo”). Un po’ pleonastici certi dialoghi, soprattutto se non sono legati allo stile della meta-autrice. Come sopra anch’io ho colpo un po’ slegato il finale, ma ragionando a posteriori ci sta: l’intento è quello di riprendere una storia in mano dopo un po’ di tempo perché va finita: in ambito fantasy ne abbiamo avuto tristi esempi nel recente passato.
Non distrarti!, di Dario Cinti
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Una buona idea, sorretta abbastanza bene dallo stile. Un po’ sgraziata la rivelazione finale (non avrei citato “Minuti Contati”, boh; ma non avrei saputo come altro fare, forse. Anche quel “Non stai sbagliando!” forse è di troppo), ma ci sta. In attesa di leggere gli altri racconti del gruppo (questo è il terzo) voglio premiarti per l’aderenza al tema. “Il lembo di stoffa farcito di pizzo” lo trovo bruttarello.
Lovegiver, di Massimo Tivoli
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Un racconto straziante, molto ben scritto, che non so quanto c’entri il tema della prova, quantomeno a una prima lettura, sebbene il tutto ruoti attorno a una parete impossibile da valicare che separa attore e spettatore impotente. Non ho onestamente molti appunti da fare, se non sottolineare come tu riesca bene a dosare emozioni e tempi del racconto, dal desiderio al protocollo. Tematica peraltro attuale e, ahimè, molto divisiva, declinata in molti dei suoi aspetti, dai sensi di colpa eccessivi di chi assiste al dolore di chi è costretto in certe situazioni. Tocca la sensibilità di molti, vorrei che in un futuro non troppo lontano prevalesse finalmente il buon senso. “Io… – O respiri o pronunci le parole.” Lo trovo un po’ cacofonico.
L’attesa, di Pietro D’Addabbo
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Racconto delicato, poetico, scritto bene che, parere personale, pecca un po’ nella declinazione del tema della sfida, che onestamente non avverto granché: va bene, la dicotomia attori-spettatore, però mi sembra un po’ poco – magari ho male inteso io, comunque. Al netto di questo un buono scritto: qua e là avrei messo o tolgo delle virgole, o dei punti e virgola per spezzare un po’ (tipo qua: “Poggiai l’anca al termosifone, i pantaloni di fustagno della divisa mi avrebbero protetto dal calore per un po’, cercai la mia dolce metà fra le altre.”) Dopo “Lo sciame di cappellini era sparito” forse lo spazio è di troppo: la scena è già cambiata.
E poi ti domandi, di Laura Brunelli
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Racconto che sicuramente centra il bersaglio quanto al tema della sfida e che reggi tutto sommato bene, al netto di qualche passaggio un po’ ostico (Nelle prime venti parole del secondo paragrafo cominci per tre volte un enunciato con la congiunzione “e”, per me un po’ troppo: bastava quella del discorso diretto, introdotta da “Ti domandi”). Il finale non mi ha colpito più di tanto, ma perché avevo intuito il contesto già nelle prime righe. Ciò non toglie che il racconto sia costruito tutto sommato bene (non che sia inattaccabile a livello logico: è ovvio chi ci sia nel buio; ma pazienza). Tutte le successive ripetizioni del titolo le avrei lasciate senza quel “E poi tu di domandi”.
4 pareti e 1 funerale, di Michael Dag Scattina
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Ho apprezzato la costruzione della scena, coi personaggi introdotti uno dopo l’altro e la ricostruzione della vicenda a piccole dosi. Il finale mi è un po’ mancato. Ammetto di non aver colto dove vuoi arrivare con la scena delle birre. Nel senso, vedo il collegamento con la vita salutare e la sorte di Jacopo. Però boh, mi manca qualche elemento e, di conseguenza, il collegamento al tema.
Un po’ artificioso qualche dialogo, forse: “Ha visto che tragedia?” forse sarebbe dovuto essere stato solo “Che tragedia!”; la linea “Ma la Daria…” è concordata in modo poco naturale: ok che è un dialogo, ma penso fosse più corretto “Lui non pregava mentre nuotava per risalire?”.
Avrei inoltre risparmiato qualche carattere trasformando
«Simone» il gracchiare della Piera lo sorprese «hai visto che tragedia?» La Piera. La vecchietta sempre uguale che sembrava vivere sotto formalina. In «Simone» il gracchiare della vecchietta lo sorprese «Che tragedia!» La Piera. Sempre uguale, sembrava vivere sotto formalina.
Mi stride molto l'utilizzo delle cifre nel titolo, ma è una scelta stilistica, immagino.
Una piccolezza grammaticale: ventitré.
Scacco matto, di Giovanni D’Addabbo
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In poco spazio succedono tantissime cose: viene introdotto il protagonista, viene mostrata (o meglio, raccontata) la sua vita, le sue ansie e i suoi timori. Il mio problema è stato l’intermezzo con Isa. Alla prima lettura ho pensato fosse il presente, nel senso che fosse lei la svolta. Tanto che avevo già dimenticato la cosa delle 22 (a proposito, brutta ripetizione) e del ritorno a casa. Arrivati a Ornella e al treno ho avuto una gran confusione, poi dissipata alla seconda lettura. Rimane il fatto che Isa viene descritta meglio di Ornella, le viene dedicato pure più spazio. Non so, penso che nella struttura del racconto la cosa potesse essere gestita meglio. Il tema non lo vedo molto: ho letto il tuo commento di risposta qua sopra e capisco cosa vuoi dire; però non so, non mi sembra una quarta parete, ecco. Detto questo rimane una bella storia umana, quasi una fiaba a lieto fine.
LUCE E BUIO, di Alessandro Dettori
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Racconto che in poco spazio mette in gioco un sacco di elementi, forse troppi, non riuscendo forse a dare a tutti il giusto spazio. La situazione di pericolo nel finale ci sta, ma forse è un po’ troppo costruita; e forse il personaggio di Sergio è quasi di troppo. Il tema non so, più che la quarta parete qua c’è un confine tra illusione (a doppio livello, perché è una felicità passata) e realtà. Stile discreto, si legge bene; poco mostrato, come ti hanno detto, ma non è necessariamente un male. Alcuni costrutti per me sono evitabile (“mattone su mattone”, per esempio).
L’ottava meraviglia, di Andrea Furlan
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Racconto scritto bene, a parte qualche passaggio un po’ confuso o poco chiaro (“Cade tre volte, poi finisce”: nel frattempo hai spostato l’attenzione da Matteo alle ragazze.) La sensazione è quella di un protagonista che, pur di non deludere le aspettative (soprattutto delle due ragazze di cui sopra), rischia fin troppo senza una reale necessità: il tutto dà luogo a un racconto che non capisco bene dove voglia andare a parare. O meglio, si lascia leggere, ma non ci vedo la declinazione del tema della sfida. Sì, forse intendi le pareti di roccia, ma se non sbaglio il protagonista ne affronta tre, non quattro. Non so, mi sembra un po’ poco. Per il resto null’altro da segnalare: si vede che mastichi abbastanza la materia, sebbene non ci siano elementi particolarmente tecnici.
1)Lovegiver, di Massimo Tivoli Ciao, Massimiliano e piacere di leggerti.
Non so, questo racconto mi spacca. Da un lato è un racconto profondo e straziante, che mostra uno spaccato sociale poco conosciuto e tristissimo. Dall'altro, non riesco davvero a trovare un legame con il tema. Vuoi forse intendere che la malattia del protagonista è come un "muro" che lo separa da ciò che desidera? Ci può stare, ma è davvero molto tirato per i capelli. Inoltre, ho la sensazione che questa vicenda avrebbe meritato più spazio, in modo da poter costruire meglio la relazione tra la protagonista e il suo "cliente". Qualcosa che renda più chiaro il tipo di rapporto che davvero li lega. Purtroppo, confinato nel limite del 3.000 caratteri, questo racconto può brillare, ma non risplendere come avrebbe meritato.
Alla prossima
2)L’attesa, di Pietro D’Addabbo Ciao, Pietro e piacere di leggerti.
Il tuo stile è decisamente migliorato dall'ultima volta che ci siamo incontrati e di questo devo dartene atto e devo farti i miei complimenti. La storia è portata avanti bene e intuiamo presto che tratta di un reduce di guerra, un mutilato, che aspetta la visita della donna amata, ma riceve, invece quella del padre. Nella seconda parte il testo diventa meno comprensibile e ho sinceramente difficoltà a capire cosa stia succedendo. Lei non lo ama più? Il padre si sta mettendo i mezzo? è come se mancasse un pezzo o come se tu facessi riferimento a una conoscenza che il lettore dovrebbe già avere. A parte questo, non riesco a capire dove il tema entri nella storia: a parte la citazione finale, che sembra del tutto accessoria, non ci sono pareti, nè figurative, nè reali.
Alla prossima!!
3)L’ottava meraviglia, di Andrea Furlan Ciao, Andrea e piacere di leggerti.
Una storia con uno stile solido e molto avanzato, migliorabile in alcune piccole rifiniture (ad esempio, in alcuni punti hai usato indicazioni temporali per mostrare la sequenza delle azioni, mentre in altre circostanze le hai messe in ordine cronologico. Penso che quest'ultima sia la scelta migliore, in quanto rende il testo più snello e lascia che sia la senquenza stessa delle azioni a mostrarne l'ordine) ma comunque tra i migliori di questa edizione. Sulla trama, poco da dire: un gruppo di amici decida di fare alcune pareti di roccia, con il protagonista che decide di fare l'ultima parete, la più difficile. Di per sé, la trama non mi ha fatto impazzire, forse perché il mondo delle scalate non mi ha mai detto nulla, però ti concedo che sia ben espressa e che sei riuscito a mettere in scena numerose persone senza che la cosa stonasse.
Alla prossima!
4)4 pareti e 1 funerale, di Michael Dag Scattina Ciao Dag e piacere di leggerti.
In primis, ammetto di avere un problema a capire in cosa, a parte il titolo, il tuo racconto rientri nel tema. Forse sto fraintendendo, ma dov'è la quarta parete?
A parte questo, la storia ha un forte sapore di esperienza personale ed ho apprezzato il modo con cui hai espresso la reazione alla perdita e al lutto stesso, sia da parte del protegonista che della madre, seppur solo citata. Purtroppo lo spazio estremamente ristretto non permette di esprimere al meglio proprio questi temi, soprattutto in considerazione del fatto che hai messo davvero tanta carne al fuoco.
Giusto un paio di appunti sullo stile. Due, giuro.
"Che marea di cazzate. Quante se ne sentivano ai funerali, se ci fosse stato il tasto "muto" sarebbe stato meglio."
Non sono convinto il periodo funzioni benissimo. Molto probabilmente "Che marea di cazzate: se ai funerali ci fosse stato il tasto muto sarebbe stato meglio" sarebbe stato più scorrevole.
"C'erano in tanti della vecchia classe delle medie. C'era la gente del paese, amici e familiari di Jacopo in lacrime dietro il carro funebre."
Non capisco perché quì hai separato in questo modo l'elenco: in questo modo sembra quasi che i membri della vecchia classe delle medie abbiano un valore particolare.
Alla prossima!!
5)Narratori e narrati, di Nicoletta Bussacchetti Ciao, Nicoletta e piacere di leggerti.
Il tuo è un tipo di racconto molto nelle mie corde: adoro la riflessione sul rapporto tra autore e sulla sua opera e mi piace come tu l'abbia declinata in un setting fantasy generico, ma perfettamente funzionale allo scopo. Sullo stile penso che ci sia ancora molto da lavorare: a parte un raffinamento dell'immersività del racconto (ad esempio, rimuovendo le espressioni che indicano che un determinato personaggio stia parlando), dovresti lavorare sul punto di vista del narratore, che nel finale ha una piccola sbavatura in quel "come ben sai", che non sembra nemmeno provenire dal pov del protagonista.
Alla prossima!
6)Non distrarti!, di Dario Cinti Ciao, Dario e piacere di leggerti. Racconto divertente, con un piacevole colpo di scena finale, ma che presenta un grosso problema alla base che ne mina le possibilità: quale dovrebbe essere il POV? Non appartiene al marito, poiché palesemente non seguiamo la sua linea di azione e di pensiero; non appartiene ad Agnese e non appartiene a te, inteso come autore esterno alla quarta parete, perché per come ti esprimi è chiaro che non sia lui il focus dell'azione. Immagino che questo sia dovuto al tentativo di non far perdere il colpo di scene finale, ma il finale ne risulta decisamente confuso.
Peccato, alla prossima.
7)Scacco matto, di Giovanni D’Addabbo Ciao Giovanni e piacere di leggerti.
Non so, il racconto suona... sbagliato. Non solo non ha alcuna attinenza con il tema presentato, ma è frettoloso, con la trama che sintetizza in pochissime parole avvenimenti che si intuisce sono prolungati nel tempo. Sembra la sintesi di un racconto più lungo e il momento di "narrazione" di un romanzo in cui si presentano delle vicende passate di un personaggio. In entrambi i casi, si tratta di metodologie narrative che funzionano se inserite in un diverso contesto, ma che non bastano assolutamente per sostenere un racconto a sé stante. La storia, da parte sua, è abbastaza generica, quindi non riesco a dare un proprio giudizio.
Alla prossima!
8)E poi ti domandi, di Laura Brunelli Ciao, Laura e piacere di leggerti.
Capisco l'idea dello sfondamento della quarta parete, ma il problema è che questo racconto... non è un racconto. Per essere un racconto propriamente detto dovrebbe succedere qualcosa, ma qui non succede niente fino alle battute finali. Anche comprendere chi sia effettivamente il protagonista è difficile, perché, per nascondere il colpo di scena finale offri espressioni sensoriali confuse e non totalmente sovrapponibili con la rivelazione che hai offerto.
Peccato.
Alla prossima
9) LUCE E BUIO, di Alessandro Dettori Purtroppo il racconto presenta diverse problematiche sia dal punto di vista della storia che dello stile. A livello di storia, un vero e proprio plot non c'è: abbiamo un medico di guerra che ricorda la vita normale. Non si capisce bene cosa stia accadendo, né dove si trovi e il fatto che si passi da una dimensione "Onirica" a una reale rende il tutto solo più confuso. A livello di stile, la scelta di usare un racconto "raccontato" dal pov a un altro personaggio funziona decisamente poco, perché quel personaggio non è realmente presente, e il passaggio da "fantasia" a realtà rende tutto solo più straniante, soprattutto per il fatto che tu sembri mettere tutto allo stesso tempo, quindi definire il "qui e ora" risulta davvero complesso. Peccato. Alla prossima!
Come al solito non è facile fare una classifica, specie tra un paio di posizioni che se la son contesa fino all'ultimo. Complimenti a tutti, spero di rivedervi alla prossima edizione!
Classifica
1) Narratori e narrati 2) L’attesa 3) Non distrarti! 4) Lovegiver 5) 4 pareti e 1 funerale 6) LUCE E BUIO 7) L’ottava meraviglia 8) E poi ti domandi 9) Scacco matto
Commenti
4 pareti e 1 funerale
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Ciao Michael, il tuo stile come sempre scorre liscio, anche se la voce narrante è un po' "rude" la lettura procede senza intoppi e questo non è affatto scontato. Come gli altri, anch'io ho avuto difficoltà a vedere il tema. Avevo fatto l'ipotesi che stesse nelle illusioni della madre che non accetta la morte del figlio, ma non ne avevo la certezza. Il punto che mi ha convinto di più è stato quando Piera respinge ogni forma di critica al suo credo; l'ho trovato molto realistico, non nel senso di fanatismo religioso stile pessimo cliché, ma quel modo di fare che ha una persona quando qualcosa va in netto contrasto con delle sue assunzioni e quindi lo ignora e basta. Il finale invece mi ha convito meno. Non è proprio quel senso di insoddisfazione del tipo "non è arrivato al punto", ma dà comunque la sensazione che manchi qualcosa.
Lovegiver
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Ciao Massimo, il tipo di narrazione che hai scelto è molto particolare, una specie di ibrido tra prima e seconda persona. E mi piace l'idea, 10/10, ma la realizzazione mi ha lasciato un po' disorientato, principalmente perché se usi una narrazione in (quasi) seconda persona devi riuscire a far capire immediatamente al lettore qual è la sua parte nello spettacolo, altrimenti ne esce confuso. Qui "corpo interrotto" e "gambe morte" senza il titolo mi avrebbero lasciato qualche dubbio se la narratrice stesse parlando di un corpo tagliato a metà o di un paraplegico. Anche il "tre su dieci" non ho capito subito a cosa si riferisse. Diciamo che senza il titolo ci avrei messo un po' di più ad ambientarmi. Credo che il problema principale sia che hai scelto per il lettore un ruolo che già normalmente sarebbe davvero difficile da fargli immedesimare, provare a farlo con una narrazione che ha il suo punto di vista in un altro personaggio è stato un azzardo molto grosso. Una volta capito il contesto, il racconto scorre nel suo dolore straziante e in questo sei stato decisamente bravo, l'angoscia l'ho percepita tutta. Anche il tema è rispettato, in un modo veramente originale che ti vale parecchi punti nella mia classifica.
Non distrarti!
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Ciao Dario, anch'io avevo inteso che il POV fosse il lettore, anche se volerlo usare come effetto a sorpresa finale ti espone ad alcune incomprensioni. La più evidente è quando i personaggi guardano "dritto davanti a sè", se il POV fosse davvero il lettore sarebbe "guardano verso di me", però così ti saresti giocato troppo presto l'effetto sorpresa. Forse avresti potuto rendere l'idea di una visuale frontale di Agnese descrivendo lo sguardo e gli occhi, per poi arrivare dopo al marito che guarda lo spettatore, in questo modo avresti potuto eliminare il " Si, dico proprio a te, non stai sbagliando!", che anche secondo me è di troppo. Per quanto riguarda l'idea in sé l'ho trovata molto divertente e ben costruita, e il tuo stile l'ha valorizzata parecchio.
L’ottava meraviglia
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Ciao Andrea, i punti forti e deboli del racconto sono stati già evidenziati dai miei colleghi: le tue competenze nella scalata qui risaltano senza bisogno che tu ne faccia sfoggio, però al tempo stesso il modo in cui le hai portate, probabilmente anche a causa del limite di caratteri, non ti ha permesso di rendere tutto comprensibile alla prima. Personalmente avevo capito che avevi tradotto il tema in "quarta scalata" e non penso che sia sbagliato, però non ho capito, prima di leggere la tua spiegazione, perché per l'ultimo giro non abbia usato la corda. Ho anche pensato che volessi farla finire in tragedia a un certo punto. Un altro punto che mi ha causato problemi è stato questo: "Il volo è lungo, inaspettato. Sporgo dal tetto sbattendo contro la roccia. Male." Non sono sicuro di aver capito cosa succede qui, ho pensato che avesse fatto un bel volo e si fosse schiantato a terra, però le ferite "lievi" riportate successivamente mi hanno fatto pensare invece che l'imbracatura l'abbia salvato e si sia limitato a sbattere contro la parete. Secondo me potresti prendere in considerazione l'idea di rimaneggiarlo in laboratorio e rimettere mano agli aspetti più critici, perché le competenze è evidente che non ti mancano per descrivere queste scene e sarebbe interessante leggerlo al meglio delle tue capacità senza vincoli di tempo e caratteri.
E poi ti domandi
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Ciao Laura, ci ho messo un po' per capire il risvolto finale del racconto. Secondo me avresti potuto giocartela un po' meglio dando dei dettagli che facessero intuire, per esempio, che il personaggio non sta fluttuando nel vuoto ma ha i piedi su qualcosa. Anche il fatto che la luce sia descritta come se avvolgesse il personaggio è un po' fuorviante, il cono di luce viene dall'alto e di questo dovrebbe accorgersene, sia perché ha letteralmente un faro in alto che lo accecherebbe, sia perché, per esempio, c'è la sua ombra che dovrebbe preoccuparlo visto che il buio lo spaventa. Per esempio, avrebbe potuto spaventarsi vedendo l'ombra e pensando che fosse l'oscurità che lo raggiungeva. L'idea alla base del raccconto mi è piaciuta molto, ma non c'è un vero e proprio svolgimento attorno a essa, sembra più l'incipit di qualcosa – anche se non saprei definire cosa. Un'altra cosa che non mi torna molto è il fatto che qualcuno chieda "quando inizia lo spettacolo", quando hai davanti un attore che sta chiedendo se c'è qualcuno e se è amico o nemico, evidentemente o l'attore ha un qualche tipo di trauma e deve essere tratto via da lì oppure lo spettacolo è già iniziato. Magari la frase dal pubblico sarebbe potuta essere qualcosa più sul "ma quell'attore sta bene?" o tipo "ma è questo lo spettacolo?" (esempi a caso), che comunque rivelavano il twist, ma erano un po' più realistici dato il momento.
L’attesa
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Ciao PIetro come al solito il tuo modo di scrivere è capace di trasmettere le emozioni in modo diretto ed efficace, da quando ti leggo so che è il tuo punto forte. Anch'io ho avuto difficoltà a capire il finale, più che altro per la reazione particolare che ha il padre di Ada. Avevo ipotizzato che in realtà lei fosse morta (i fiori erano per il funerale?), ma poi la vede decisamente viva dalla finestra, quindi avevo capito male. Magari il protagonista avrebbe potuto chiedere dov'era ada e il padre avrebbe potuto svicolare in qualche modo facendo intendere che lei non se la sentiva di vederlo mutilato, lasciandolo nella sua disperazione per l'attesa vana. Un altro consiglio per la chiarezza: l'infermiera avrebbe potuto chiamarlo con il suo grado (caporale, sergente...) invece che "soldato", che potrebbe essere visto anche come un modo di fare giocoso tra i due, in modo da rendere più chiaro che è un mutilato di guerra. Per quanto riguarda il tema non ci ho visto nessuna criticità, l'avevo inteso come la parete attraverso la quale guardava il giardino, cioè la parete più importante della stanza che gli permetteva di capire cosa stava succedendo.
Narratori e narrati
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Wow. Ciao Nicoletta. Il fatto che abbia preceduto la mia reazione ai saluti dovrebbe farti capire quanto mi ha preso questo racconto. Non solo perché l'hai scritto bene, ma perché sei migliorata UN SACCO dalla prima volta che ho letto un tuo racconto qui. La storia fila liscia che è un piacere e mi hai fatto entrare subito nella testa dei personaggi. Il modo in cui il protagonista nota ogni cambiamento nell'atmosfera mi è piaciuto un sacco e anche il pensiero finale sulle storie che possono essere riscritte, l'ho intesa come l'ultimo barlume di speranza di un personaggio che sperava in un finale diverso. Spero di vederti così in forma anche in futuro.
LUCE E BUIO
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Ciao Alessandro, il tuo è un racconto che colpisce duro, quando arriva il plot twist; il problema è un po' tutto il resto. L'inizio fa presagire che sia successo qualcosa di molto brutto, è il classico stile da "ricordo qualcosa di bello con malinconia perché ho perso qualcosa di importante". Di solito in queste circostanze è perché il personaggio ha perso la famiglia, nel caso specifico qui è lui che è stato rapito. Avrebbe colpito più duro se il racconto fosse partito in modo davvero idilliaco, con una narrazione non al passato ma al presente e lui che vede e interagisce con la sua famiglia felice–da–mulino–bianco, per poi svegliarsi e ritrovarsi nella situazione infernale in cui sta. Anche "apro gli occhi" arriva decisamente troppo tardi: hai già iniziato da una decina di righe a descrivere il fatto che è stato rapito e sta andando tutto male, al lettore non viene in mente che stia ancora sognando la sua vecchia casa. Insomma, ti sei giocato un po' l'effetto pugno allo stomaco per questi motivi. Un'altra criticità, anche se minore, è il fatto che nel racconto il protagonista è passivo, cioè osserva le cose che accadono attorno a lui senza fare nulla, ma data la brevità del racconto e il fatto che comunque c'è una situazione molto "viva" non è un problema enorme.
Scacco matto
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Ciao Giovanni, il tuo stile di scrittura è molto incentrato sulla sfera emotiva e questo è un punto di forza in storie come questa. Il problema di questo racconto è che stai cercando di condensare una storia lunga e ricca di particolare in poche righe e senza stacchi. Ho fatto davvero fatica a capire come stesse saltando da una ragazza all'altra, o come si collegasse un elemento agli altri. Gli scacchi sembravano un elemento centrale di tutto il racconto (anche per via del titolo!), invece dal treno in poi scompaiono totalmente senza aver assunto un ruolo di qualche rilievo all'interno della storia, a parte usarli come strumento per rimorchiare. Mi sembra che manchi qualcosa. Il filo conduttore è chiaro, lui che cerca l'anima gemella che sappia compensare ciò che gli manca, ma ci sono dei salti che rendono la storia poco fruibile, tipo il finale in cui sta recitando. Capisco che è il simbolo defintivo che ha superato i suoi problemi iniziali di parlare in pubblico, ma non c'è stato neanche un accenno minimo al fatto che iniziasse a fare teatro, non c'è stata una gradualità: è comparsa un'altra ragazza che gli ha fatto fare il salto superando i suoi problemi. Penso che l'idea di base del racconto sia più che valida, ma hai provato a mettere troppa carne al fuoco troppo velocemente, col risultato che col poco tempo e coi pochi caratteri a disposizione non sei riuscito a portare a cottura.
Avete ricevuto cinque classifiche. Ve ne dovranno arrivare altre quattro oltre a quella de IL SAGGIO, colui designato a distribuire i pollici in mia vece nel vostro gruppo.
4 pareti e 1 funerale - Michael Dag Le 4 pareti della stanza dove il protagonista vive il suo lutto per la perdita del suo amico, non sono esattamente in linea con il tema della " Quarta parete". Se non le avessi citate nel titolo nessuno ci avrebbe mai pensato, infatti come puoi notare dagli altri commenti nessuno ha avuto chiaro il riferimento al tema proposto. Ciò detto, il tuo modo di scrivere, frammentato ed immediato trascina fin da subito dentro la scena, senza bisogno di lunghe descrizioni, e questo è sicuramente un punto di forza, però in questo tuo racconto non succede niente. Labilissima l'idea che l'amico dalla vita "dissoluta" perché beve birra possa meritare o credere che avrebbe meritato lui di morire al posto dell'amico. Pensiero assolutamente lecito, ma che espresso così, nel racconto, non regge proprio.
Lovegiver - Massimo Tivoli Uh che topic difficile che ti sei scelto! Tema molto controverso, dove finisce il diritto ad un'azione meramente fisica e dove lo stesso diritto si infrange con le regole del cuore? Difficilissima da digerire l'impossibilità di un happy ending. Tema centrato, la quarta parete è una vera e propria prigione, quando il proprio corpo diventa tale.
Non Distrarti - Dario Cinti cinquanta percento sì, cinquanta percento no. L'idea è geniale, la narrazione molto bella. Avrei usato "ornato" di pizzo invece di "farcito". Detesto l'idea che una donna debba esporsi per suscitare la gelosia e quindi il conseguente interesse, ma si sa: noi donne siamo strane, posso immaginare che la mente di un uomo funzioni così. E questo è il 50% sì. il 50% no è in questa frase qui: (oltre ai typo A-n-gese e "tira a se" invece che a sé) "Angese guarda dritto a sé. Indugia troppo. Si accorge di aver fatto la cazzata. Si porta le mani alla bocca e tira a se le gambe, si chiude a riccio ed emette uno strillino nell’incavo dei palmi." Ecco no. una donna perchè deve sempre essere una cretina che oltre alle mutande non ha il carattere di mantenere il punto? questa narrazione è tossica e vanifica tutto, ma oltre a questo la conclusione è affrettata, veloce, consentimi, maldestra come ti hanno già fatto notare. Per me si capisce benissimo che il POV è il narratore, ma questo " guardare dritto a sé" devi l'attenzione Non saprei. davvero 50&50.
L’ottava meraviglia - Andrea Furlan Ciao! Narrazione estremamente efficace, ma ci siamo fermati alla terza parete o sbaglio? Ho letto un po' di commenti e ok, non ho fatto solo io questo pensiero. Molto bello lo schema che proponi nel tuo commento e che avevi in mente, ti consiglio di svilupparlo meglio nel laboratorio (esiste ancora? Manco da un po' di tempo) perchè la penuria di caratteri secondo me ha penalizzato l'idea che avevi in mente.
E poi ti domandi - Laura Brunelli Sì, ma no, ma sì, ma no. Non si capisce se, sei in uno spazio fisico o metafisico. Sembrava la descrizione di un attacco di panico. Poi di una nascita. Poi la sensazione di smarrimento l'alba dopo le elezioni (che però non c'erano ancora state quando hai scritto) poi una scena presa da Germinale.. Insomma alla fine era "solo" l'attesa di salire sul palco e se a quel punto ti domani "ora cosa faccio" se non sei un improvvisatore di stand up commedy mi sa che ci dovevi pensare prima.. Comunque salvo tu stia recitando nel giardino dei ciliegi, dove da ridere non c'è proprio nulla, entrare in scena con un ampio sorriso aiuta.. sempre.
L'attesa -Pietro D'Addabbo Terribile e splendido. L'amore vero supera davvero la malattia, la menomazione e un futuro che da roseo diventa tutto in salita? Se la guerra fosse arrivata dopo la proposta di matrimonio e non poco prima, sarebbe stato un sì? Davvero è terribile rendersi conto che la fatica e la paura ammazzano il sentimento, eroe sì, ma mutilato. Prima che la retorica mi uccida ti faccio i miei complimenti, questo racconto mi è entrato nello stomaco, diretto.
Narratori e narrati- Nicoletta Bussacchetti Vorrei che fosse così semplice nella vita reale cambiare colore dei capelli e/o anche fisicità e nome.. Sarebbe divertente vedere le reazioni di chi non si aspetta che muti forma (ok questa fa un po' Sauron..) Il racconto scorre bene, la fine mi sembra un po' frettolosa, sicuramente per via della penuria di caratteri. Nel complesso una buona prova.
Luce e buio - Alessandro Dettori Una narrazione come la tua merita di essere letta e non messa da parte. E' evidentissimo il coinvolgimento, l'empatia che si prova e diretta e il brivido del pericolo si insinua sotto la pelle del lettore, quando capisce che tutto questo splendido mondo quotidiano, che forse fa un po' il verso a Gozzano e a Fogazzaro sta per essere spazzato via dalla violenza, quella becera, del tutto umana. Una ottima prova.
Scacco matto - gcdaddabbo Ciao, scusa sarò un po' brutale... ma mi sfugge il passaggio logico tra la prima e la seconda parte, nel senso gli scacchi bene, Isa benissimo, l'incapacità di superare il proprio limite emotivo/fisico. Fino a qui ci sono. La seconda metà invece è scollegata, sempre alla ricerca di una compagna (e ci sta) il fogliettino nella barba "OHMMIODDIOTIPREGO NO NON L'HA SCRITTO DAVVERO" CHE COSA CRINGE. L'aut-aut che nemmeno tra quattordicenni potrebbe funzionare (disfunctional story in 3..2..1..).. Capisco l'approccio frizzante alla vita, ma questa Ornella è davvero caricaturale.. e poi così dagli scacchi si passa al teatro, senza alcuna preparazione perchè si sa, la prima volta che sali su un palco non è con la ramazza come ultimo arrivato, ma da Fulgenzio.. Bella l'idea, da migliorare la declinazione.
Classificaaaaa
1.Luce e buio - Alessandro Dettori 2.L'attesa -Pietro D'Addabbo 3.Narratori e narrati- Nicoletta Bussacchetti 4.L’ottava meraviglia - Andrea Furlan 5.Lovegiver - Massimo Tivoli 6.Non Distrarti - Dario Cinti 7. 4 pareti e 1 funerale - Michael Dag 8.Scacco matto - gcdaddabbo 9.E poi ti domandi - Laura Brunelli
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle #LicenzaPoeticaGrammatica Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
Ecco giunto il compito più ingrato! Ho avuto parecchi dubbi su alcune posizioni, chiedo scusa in anticipo a chi ho dovuto posizionare nelle posizioni più basse, vi prego non rigatemi la macchina. Posso farmi perdonare con offerte di cibo e alcolici! Viste le posizioni combattutissime ho scelto di far pesare di più come ho percepito il tema nella decisione finale. Come ho scritto nei commenti non mi sono sentito completamente convinto da alcune interpretazioni anche se comunque ho letto le risposte degli autori. Sono dispiaciuto di non essere riuscito a dare un riconoscimento a racconti che mi sono sinceramente piaciuti. A volte succede anche questo: essere rispettosamente in disaccordo sull'interpretazione del tema pur apprezzando l'opera. Scusate, ragazzi.
Classifica: 1) Narratori e narrati, di Nicoletta Bussacchetti 2) Lovegiver, di Massimo Tivoli 3) L’ottava meraviglia, di Andrea Furlan 4) E poi ti domandi, di Laura Brunelli 5) Non distrarti!, di Dario Cinti 6) 4 pareti e 1 funerale, di Michael Dag Scattina 7) L’attesa, di Pietro D’Addabbo 8) Scacco matto, di Giovanni D’Addabbo
Commenti:
4 pareti e 1 funerale, di Michael Dag Scattina
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Ciao Michael, felice di leggerti ancora una volta. Come per il tuo precedente pezzo non posso fare a meno di notare una scrittura ambiziosa e capace di raccontare tanto nei limiti stringenti di minuti contati. Per me è davvero un piacere leggere qualcosa di tuo e, se nel mentre non manderai qualcuno a gambizzarmi, spero di incrociarti ancora in futuro. Ho seguito la discussione sul tema e devo ammettere di essere tra quelli che hanno avuto il dubbio fino alla fine. Ho letto con interesse i commenti di tutti e la tua spiegazione, ma ti confesso di non essere convinto fino in fondo. Ho sempre visto la quarta parete come un accordo implicito, uno scambio tra realtà e finzione, dove ognuna accetta le regole del gioco. Lo spettatore accetta la finzione come vera, ma allo stesso tempo quest'ultima accetta di ignorare l'esistenza dello spettatore. Per questo la nota rottura della quarta parete è uno strumento della finzione, non dello spettatore. Nel tuo caso faccio fatica a identificare l'accordo tra i personaggi (spettatore) e le loro illusioni (finzione). Al momento la mia sensazione è che tu ci abbia consegnato una lettura del tema interessante e non banale, ma catturandola solo in parte. Comunque vada, per me questa discussione tematica è a mani basse come la più interessante dell'edizione! E non dipende dal fatto che è l'una e sto dormendo in piedi.
Buona edizione e a rileggerci
Lovegiver, di Massimo Tivoli
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Ciao Massimo, piacere di leggerti. Un bel racconto di una storia amara. Quando capisci il contesto si apre una ferita e brucia a ogni paragrafo. La prova sorriso è stata dura da immaginare e digerire. Credo tu abbia voluto affrontare letteralmente il tema, rivolgendo le parole e i pensieri della lovegiver non solo al cliente, ma anche al lettore. Con questa interpretazione ha senso il tentativo di coinvolgere emotivamente e connettere empaticamente il lettore non al punto di vista della vicenda, ma con l'oggetto della sua attenzione. Era questa la tua intenzione? In generale sono dell'idea che sia comunque più efficace scegliere il punto di vista e andare fino in fondo con esso, aprendo la sua interiorità al lettore, ma per gli obiettivi del brano e i limiti della prova lo considero un lavoro riuscito.
Buona edizione!
Non distrarti!, di Dario Cinti
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Ciao Dario, piacere di leggerti. Il tuo brano mi ha fatto sorridere, quella dello spogliarello per il lettore confesso di non averla mai vista. È una declinazione del tema riuscita e sicuramente ti sei divertito. È un racconto leggero che fa il suo, non mi è dispiaciuto! Nonostante metti in scena un conflitto tra i due personaggi, l'atmosfera è sempre giocosa. Lui che cerca come uno che ha perso gli occhiali a mare, lo strattone di lei per indosare gli slip paragonato a quello di un marinaio con una cima, il sudore paragonato a un lago visto da un elicottero, sono secondo me dei buoni modi per tenere il tono sempre leggero. Non perfetta la parte "Agnese guarda dritto a sé", come Stefano ti ha già fatto notare. Mi trovo parecchio d'accordo con il suo commento, quel punto è problematico. In generale si nota che nel finale hai avuto un po' di difficoltà ad esprimere nel migliore dei modi l'idea e il risultato ne ha risentito. E i limiti di tempo e di spazio hanno fatto sicuramente la loro parte. Comunque una buona prova.
Buona edizione!
L’ottava meraviglia, di Andrea Furlan
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Ciao Andrea, piacere di leggerti. Da profano delle scalate i dettagli che hai selezionato e la scelta dei termini mi ispirano competenza sull'argomento e quindi fiducia. Personalmente non ho trovato problemi nella comprensione, credo che la prosa rispecchi bene quello che può essere la percezione del punto di vista. L'interpretazione "letterale" di quarta parete che hai dato mi piace ed è certamente un modo per affrontare il tema prendendolo ai fianchi. In alcuni punti mi è mancato un po' sentire di più il personaggio, la sua interiorità, a volte nascosta in punti dove ci si aspetterebbe vederla venir fuori. Ad esempio al sorriso della ragazza, all'essere riconosciuto, all'errore (per capire meglio se la scelta della variante è dovuta al tentativo di impressionare chi osservava), oppure quando medita e parla di distrazioni, quando li vede mentre si sbracciano. Detto questo, ho letto un racconto solido e piacevole. Mi è piaciuto.
Buona edizione!
E poi ti domandi, di Laura Brunelli
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Ciao Laura, ma io credo di conoscerti! Il tuo pezzo è particolare, confesso che ci ho riflettuto un po' dopo la lettura per cercare di farmi un'idea. Molto buono come hai tirato fuori l'interiorità del personaggio, la seconda persona è uno strumento infido, ma l'hai gestita con maturità. Secondo me potesti essere un'ottima penna di librogame. Del pezzo in sé mi ha lasciato qualche dubbio il finale. Fino al "Comincia o no questo spettacolo?" ero a bordo in questa realtà alterata. L'ultima battuta confesso di non averla "sentita", forse mi sono perso qualcosa. Mi manca un po' il punto finale, più che la ripetizione della domanda che mi ha accompagnato per la scena mi sarei aspettato a quel punto, se non una qualche forma di risposta, una nuova prospettiva. Qualcosa che portasse un cambiamento al personaggio che mi sembra rimasto esattamente nella stesa situazione dell'inizio. Sarei curioso di sapere invece la tua idea e giustamente la tua interpretazione.
Buona edizione!
L’attesa, di Pietro D’Addabbo
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Ciao Pietro, felice di leggerti. Il tuo testo mi è piaciuto molto, è stato facile empatizzare con il protagonista e ho trovato i dettagli ben scelti. È vero che non ci sono sorprese o guizzi improvvisi, ma non l'ho trovato un limite, anzi. L'immaginare l'inevitabile delusione in arrivo ha reso ancora più triste l'attesa di Stefano e il suo farsi forza per rimanere in piedi. Ammetto che neanche io ho percepito bene il tema, ma non sei l'unico che ha provato a dargli una lettura meno rigorosa e più "creativa". Ci devo sicuramente riflettere sopra.
Buona edizione!
PS: Riguardo alla prima persona al passato, essa è sì un racconto a posteriori, ma a mio parere questo elemento da solo non basta. A mio avviso, per rompere la quarta parete servirebbe un riconoscimento più o meno diretto dell'esistenza del lettore/spettatore da parte nel narratore o di un personaggio.
Narratori e narrati, di Nicoletta Bussacchetti
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Ciao Nicoletta, piacere di conoscerti e di leggerti! Hai scritto un racconto molto carino e che trovo particolarmente nelle mie corde. Mi piace la declinazione del tema, il "mondo delle storie" è un'ambientazione sempre affascinante che offre tanti spunti di approfondimento. Il punto di vista di un personaggio di una storia incompiuta è interessante e ho trovato davvero bella la sua capacità di percepire e leggere il proprio autore. Veramente apprezzabile. Non ci vengono date informazioni su di lui, ma non mi ha creato problemi forse per l'universalità del contesto). L'unica cosa che mi ha convinto meno è il finale che mi è parso poco amalgamato al resto. Mi sarei forse aspettato un recupero tematico dell'inizio, dove in locanda gli avventori lamentano classici problemi autoriali (la ricerca di uno stile, la poca coerenza nei dettagli, il perfezionismo) mentre il punto di vista, sprofondato nella noia, quasi invidia questi normali intoppi che però fanno sentire "vivo" un personaggio di fantasia. Ho trovato buona la costruzione dell'empatia con il lettore, il protagonista soffre l'abbandono da parte dell'autore, una sofferenza che subisce e non dipende da lui, quindi percepita dal lettore come ingiusta (bene!). Continuando, il protagonista rimane sempre positivo, viene mostrato come abbia a cuore il proprio autore, la sua presenza è percepita come calore, ne sente la tristezza, non c'è alcun segno di risentimento per l'abbandono, c'è molta comprensione e anche l'ambientazione che diviene tetra viene subito giustificata (chissà quante ne ha passate). Tutto questo ci fa percepire il punto di vista come buono e giusto. Ecco, il finale non credo riesca a dare giusta soddisfazione alla costruzione precedente che secondo me indirizza più verso un "lieto fine" (il personaggio è pronto a rifare le stesse scene pur di passare altro tempo con il proprio autore? Vuole aiutare nel proprio piccolo l'autore a stare meglio?). Però posso non aver colto qualcosa, quindi mi piacerebbe sapere la tua sul senso generale che potrebbe essermi sfuggito.
Scusa se mi sono dilungato, in bocca al lupo e buona edizione
Scacco matto, di Giovanni D’Addabbo
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Ciao Giovanni, ti sono capitato di nuovo io! Ricordo il tuo pezzo nella scorsa edizione e devo dire che rivedo chiaramente il tuo stile abbondante di immagini, situazioni e suggestioni che si inseguono. L'appunto che sento di farti è sull'aderenza al tema della quarta parete. Il protagonista riesce finalmente a innamorarsi e a essere ricambiato, riuscendo ad abbattere le paure che lo imprigionavano. Sicuramente affronti la tematica di mura immaginarie, ma mi sembra tu abbia aggirato più che sviluppato il tema. Detto questo, mi piace molto come anche i piccoli dettagli (tipo le ragazze che urtano il tavolino per far cadere i pezzi) aiutino a empatizzare con il protagonista e a essere felici per lui, alla fine. E ho apprezzato il riferimento alla partita del secolo all'inizio, bel modo per far intuire il periodo storico.
Il racconto è godibile e ben scritto. La narrazione non è scandita da chissà quali eventi, ma funziona più che bene nella sua semplicità.
Sono però 2 le cose che proprio non mi tornano:
Il tema: per quanto mi sforzi, non trovo il collegamento al tema della quarta parete. Qualche teoria me la sono fatta (tipo le illusioni della madre) ma non sono affatto convinto.
Il finale: anche qui sono un po' confuso. Sento che c'è un messaggio (magari anche legato al tema) ma proprio non mi arriva. Ok il parallelismo trai due stili di vita, ok la madre, ok tutto, ma quindi?
Per tirare le somme, hai rappresentato molto bene la situazione in generale, con tanto di vividezza di particolari e un giusto flusso informativo sui retroscena della vicenda. Ma per i due problemi sopraelencati (che non sono affatto da poco) rimango con molti dubbi. Se poi vuoi darmi una mano a fugarli, mi trovi qui.
Detto questo, buona edition e a presto!
Loregiver - Massimo Tivoli
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Ciao Massimo!
Ti sei preso un bel rischio con questo racconto, la seconda persona è rognosa da gestire di per sé e se non si danno al lettore tutti gli appigli descrittivi per inquadrare la situazione, il tutto diventa molto difficile da seguire. Con una seconda lettura però la vicenda diventa più chiara e ho apprezzato molto il finale struggente. Buona anche la declinazione del tema, sicuramento un modo molto diretto ed efficace per abbattere la quarta parete.
Non distrarti - Dario17
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Ciao Dario!
Racconto senza troppe pretese ma davvero simpatico! Per il resto avevo anticipato il colpo di scena di qualche riga, ma solo perché stavo attivamente cercando il collegamento al tema. Quindi nessun problema. Ottime le descrizioni e i dettagli iniziali. Non male anche le similitudini. Good job!
L'ottava meraviglia - Andrea Furlan
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Ciao Andrea!
Allora, racconto interessante. Per i primi due paragrafi, nulla. Stile troppo concitato e ti sei preoccupato troppo poco della comprensione del lettore. Il primo in particolare è abbastanza inutile dato che permette di comprendere (non avevo capito neanche cosa stessero facendo).
Poi però si arriva all'ultimo paragrafo, e devo dire che, inaspettatamente per quelle ultime battute il racconto mi ha preso. in quel caso lo stile concitato era necessario e ben gestito, ho sentito addosso tutta l'ansia del protagonista. Migliorabile sicuramente, ma un racconto che mi ha sorpreso.
E poi ti domandi - Laura Brunelli
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Ciao Laura!
Il racconto ha i suoi punti di forza, ma purtroppo anche molti difetti. Nelle prime battute ho cercato di immergermi il più possibile nel contesto che hai offerto. Il "gioco" poteva essere anche carino ma la situazione non si evolve per gran parte del racconto, e la mancanza di eventi (insieme ad un flusso interiore non molto interessante), fanno inciampare il racconto su sé stesso. Anche il colpo di scena finale l'ho trovato un po' vuoto, e tutto ciò che c'era prima non mi è sembrato così pregnante per la situazione. Detto questo, non è un racconto da buttare via del tutto. A presto!
Pietro d'addabbo - l'attesa
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Ciao Pietro!
Ottimo lo stile, me lo stavo proprio godendo finché la comprensione della scena è iniziata a mancare, ahimé. Leggendo i commenti e rileggendo da capo il testo sono riuscito più o meno a ricostruire, ma la declinazione del tema a mio avviso rimane un po' troppo blanda. L'avrei spinta un po' di più. Detto questo, seppur nel complesso il racconto sia migliorabile, rimane il fatto che è scritto molto bene. Alla prossima!
Nicoletta.Bussacchetti - narratori e narrati
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Ciao Nicoletta!
Un racconto che mi ha messo una certa nostalgia addosso. la sensazione di un autore che riprende in mano una storia scritta quando magari era bambino fa sorridere. Anche l'esecuzione non è affatto male, ma forse il finale poteva essere reso meglio. Tema centrato e in generale un buon lavoro. Brava e ottima idea!
Alessandro Dettori - Luce e buio
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Ciao Alessandro!
Una storia non storia. Capisco l'intento espressivo, ma il racconto ha tanti problemi, dal punto di vista alla comprensione della vicenda in generale. Troppi elementi accozzati insieme a mio avviso e anche il tema non riesco a vedercelo moltissimo. Comunque per essere un primo tentativo ci sta, vedrai che avrai tutto il tempo di migliorare nelle prossime edizioni! A presto!
Giovanni d'addabbo - Scacco Matto
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Ciao Giovanni! Racconto interessante che però mi ha lasciato abbastanza perplesso. Troppe cose, troppo in fretta. Hai voluto dipingere una vicenda di così ampio respiro in pochissimi caratteri e il risultato non è il massimo. Son sicuro però che con una disponibilità di caratteri maggiore saresti riuscito a farlo funzionare. Perché spunti interessanti ce ne sono. Detto questo, un saluto e alla prossima!
1) Non distrarti 2) Narratori e narrati 3) L'ottava meraviglia 4) L'attesa 5) Lovegiver 6) 4 pareti e un funerale 7) E poi ti domandi 8) Scacco matto 9) Luce e buio
Scusatemi tutti per il ritardo, ecco la mia classifica.
1. Narratori e narrati
Ciao Nicoletta, l'idea più bella del girone! :) Mi è piaciuto tantissimo l'inizio, hai reso davvero bene sia la situazione sia i personaggi. Ho apprezzato davvero tanto come in così pochi caratteri tu sia riuscita a dar spessore a ognuno di loro, con una loro precisa psiche. Il protagonista, così rassegnato all'inizio, ha persino una sua mini-evoluzione nella seconda parte. Ho apprezzato molto anche il finale e il contrasto tra la morte e la speranza di rinascere, l'ho vista anche come speranza che il narratore superi il suo periodo buio. Brava, brava, brava. A presto! Morena
2. L'attesa
Ciao Pietro, ho inteso (a quanto pare correttamente) la quarta parete come la finestra dal quale il soldato guarda il giardino, con un'analogia tra gli spettatori e l'attore prima di andare in scena. Il tema per me è dunque centrato. L'inizio è molto coinvolgente e carico di malinconia. Non so dirti cosa mi trasmetta questa sensazione, ma è qualcosa che è nell'aria. Il finale dunque arriva prevedibile, ma godibile nella sua pienezza. Ho solo fatto fatica a capirlo: pensavo Ada fosse morta e le undici rose simboleggiassero qualcosa. Ho dovuto rileggerlo una seconda volta per cogliere meglio gli indizi che hai lasciato. Mi è piaciuto comunque nel suo complesso, quindi la reputo una buona prova. A rileggerti, Morena
3. 4 pareti e 1 funerale
Ciao Michael, il tuo stile mi piace tanto perché è subito riconoscibile e immediato. Ho imparato a riconoscere la tua mano, e trovo sia bello. I personaggi sono molto reali, quasi tridimensionali oserei dire, e l'ho apprezzato molto. Non mi ha convinto però il finale. Credo sia essenzialmente perché c'è uno stacco emotivo troppo forte tra la parte iniziale/centrale e quella finale, e questo mi ha un po' disorientata. Anche io ho fatto fatica a capire il collegamento con la trama, e mi è dispiaciuto perché leggendone poi la spiegazione trovo che sia molto bella l'idea di fondo. Magari sarebbe bastata qualche frase d'aggancio nel testo per rendere il tutto più palese. Una buona prova tutto sommato. A rileggerci, Morena
4. Lovegiver
Ciao Massimo,
piacere di averti letto. La tua interpretazione del tema è tra le più originali e lo apprezzo molto. Non sono un amante della seconda persona se non nelle lettere, ma in questo caso non l'ho trovata così limitante se non per le difficoltà che ho riscontrato a immaginarmi con quel livello di disabilità. Non perché tu non sia bravo, credo ti abbia penalizzato solo il numero di caratteri. Lodevole invece la tua capacità di trasmettere emozioni: le sensazioni provate sono molto vivide. Buona fortuna, Morena
5. E poi ti domandi
Ciao Laura,
il tuo testo mi spacca in due. Da un lato mi è piaciuto il modo in cui hai descritto le sensazioni. L'inizio mi ha colpita molto, è stato subito coinvolgente e ad alto impatto. Poi c'è stata la luce, e ho pensato "è un bambino che sta per nascere, che idea carina", ma ho capito presto che ero fuori strada. L'impatto e il coinvolgimento iniziale sono andati via via scemando per quelle ripetizioni, che mi sapevano un po' di "finto". L'ansia iniziale che sei riuscita a trasmettere (in senso positivo) è venuta meno. Il finale infine mi ha un po' lasciato l'amaro in bocca: era partito così bene che ci sono rimasta male. Non mi è dispiaciuta come prova tutto sommato, solo che l'inizio aveva fatto schizzare a mille le aspettative. A rileggerti, Morena
6. Non distrarti!
Ciao Dario,
piacere di averti letto. L'idea è abbastanza originale, sebbene tu non sia il solo ad averla sfruttata a questo giro. Ho intuito il finale già dalla ricerca del cellulare, ma non te ne faccio una colpa: sapere il tema mi ha dato un'idea di dove volesse andare il testo. Il punto di vista credo sia quello del lettore, e la maggior parte del testo mi spinge a crederlo. Ci sono però delle frasi che mi allontanano improvvisamente e mi confondono, come quel "guarda dritta davanti a sé". Anche la frase "non c'è il minimo filo di vento nella stanza" mi confonde: se io chiaramente non sono nella stanza, come faccio a saperlo? In sintesi la prova è buona e non mi è dispiaciuta, ma l'effetto fisarmonica del PoV mi ha un po' confusa. A rileggerci, Morena
7. Scacco matto
Ciao Giovanni, l'idea che ho avuto di fronte al tuo lavoro è di una sorta di riassunto di tante parti. Sono evocative e mi sono piaciute se prese singolarmente (soprattutto dal punto di vista emozionale), ma nell'insieme mi hanno vista un po' persa. Credo che qui ti abbia giocato un brutto scherzo il limite di caratteri: con più spazio avresti sicuramente fatto di meglio. La ripetizione iniziale "le dieci, le 22:00" era voluta? Nella lettura mi ha un po' rallentata. A rileggerci, Morena
8. L'ottava meraviglia
Ciao Andrea,
piacere di averti letto. Per capire meglio il testo ho dovuto rileggerlo un paio di volte. Non per tuo demerito: è scritto bene e non ho note stilistiche rilevanti da farti. Solo che parte subito un po' tecnico e ho sin da subito faticato a capire il contesto. Ci sono dei dettagli (come la descrizione della sexy-bionda) che mi hanno distratto dal tema centrale, e quando è caduta ero convinta fosse morta, quindi "quattro" mi ha confuso tantissimo alla prima lettura. La seconda, ormai consapevole di quanto fosse accaduto, è andata più liscia ed è stato tutto effettivamente chiaro. Credo che sia stato penalizzante per te il numero di caratteri, perché effettivamente in così poco si fa fatica a dare a chi, come me, non ha idea di come funzioni questo sport l'idea giusta. L'unico consiglio che mi sento di darti è di limitare i dettagli che non hanno rilevanza (es. descrizione delle curve della bionda) per dare più spazio al cuore del tuo testo. A rileggerci, Morena
ho trovato il tuo racconto godibilissimo. Mi ha entusiasmato l'idea che il narratore -protagonista si accorga del cambiamento e lo fa rivivendo gli stessi eventi ma con sfumature di colore/umore diverse. Ci sono aspetti di questo racconto che ho trovato particolarmente sagaci. L'eterno riscrivere una storia, il fatto che spesso si disconosca come nostro qualcosa che noi stessi abbiamo composto e tutto questo in soli tremila caratteri. Una performance davvero brillante. Per me un pollice in su senza esitazione.
2. L’attesa
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il racconto commuove per la sua durezza, e il tema della quarta parete c'è a mio avviso, sebbene interpretato in senso lato, ma declinato in modo interessante. L' intreccio scorre, sebbene la chiosa poetica rompa il buon ritmo che aveva avuto fino a quel momento. Non so se hai utilizzato questo escamotage per risparmiare caratteri. è stata un operazione legittima, ma forse stilisticamente un po' ardita. Per me comunque un pollice in su, con qualche scossone di assestamento
3. Non distrarti!
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Non ho particolari considerazioni da farti rispetto a chi mi ha preceduto nei commenti. L'intreccio è gestito bene a livello di tempi narrativi, non ci sono cesure nette o sbrodolamenti, tutto sembra arrivare quando deve. Hai interpretato alla lettera il tema, uno dei pochi a quanto vedo, almeno in questo gruppo, e questo ti ha dato sicuramente il vantaggio di non complicarti la vita. Ci sono delle ripetizioni all'inizio, ma direi che stilisticamente, al netto delle osservazioni già fatte, non ci sono grossi rilievi da farti, tutto filo abbastanza liscio. Il racconto mi ha divertito. Nel complesso un pollice stabile verso l'alto malgrado qualche perturbazione.
4. Lovegiver
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il tuo racconto mette in scena un dramma inedito, operazione meritoria di per se. L'intreccio cresce insieme al desiderio, e in questo senso l'operazione imbastita è ben riuscita. Denoti cosi una certa consapevolezza nella corretta gestione dei tempi narrativi. L'unico elemento che però mi ha lasciato interdetto è il commento finale. L' ho trovato troppo lucido, eccessivamente distaccato rispetto ad un sentimento di empatia che la lovegiver sembra mostrare fino a quel momento. Una cesura che sembra uno strappo un po' avulso rispetto all'epilogo che ci si attendeva. Forse più caratteri avrebbero aiutato a stemperare questo "tuffo" nell' acqua gelida. Per me un pollice su stabile ma un po' da lucidare.
5. E poi ti domandi
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ho trovato il tuo testo coerente con il tema. A voler essere precisi, più che una quarta parete si tratterebbe una quinta parete, visto che oltre a rivolgersi agli spettatori di un ipotetico spettacolo, ci si rivolge ad un interlocutore indefinito che per quel che ne so potrebbe essere l'autore stesso. Se l'idea era quello creare un twist finale, temo che sia arrivato un po' telecomandato, ma non sono sicuro fosse questo il tuo intento. Protendo per interpretare il tuo racconto come un tentativo di concentrarsi sulla solitudine dell'attore/attrice di fronte al giudizio degli spettatori. E mi piace l'idea che qui lo spettacolo non sia solo "teatrale" ma qualcosa di più simbolico, lo spettacolo della vita insomma, in cui tutti si è attori più o meno consapevoli. Per me un pollice verso su, senza particolari oscillazioni.
6. 4 pareti e 1 funerale
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Devo ammettere che anche io ho dapprincipio faticato a trovare l'attinenza al tema. Tuttavia la spiegazione che hai fornito mi ha costretto a riconsiderare il valore del tuo racconto, apprezzando molto lo sforzo di mettere in scena un aspetto della vita che indubbiamente deve essere stato arduo da rappresentare. Quindi, sebbene la resa drammatica si sia stemperata nella costruzione un po' nebulosa dell'intreccio, riconosco una certa raffinatezza nel raccontare. Alla prossima occasione, ti invito a considerare attentamente l'uso delle parole chiave, cruciali nel fornire al lettore i giusti strumenti interpretativi di una trama, soprattutto se si ha l'esigenza di rimanere cosi brevi. Per me un pollice oscillante verso l'alto, ma un po' esitante.
7. L’ottava meraviglia
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in questo racconto l'elemento meta narrativo conta più che in altri letti nel tuo gruppo. Ho trovato intelligente l'idea di scandire le quattro fasi con dei capitoletti dedicati, cercando di dare un indizio della tematica per porti sottotraccia, tanto più che lo spazio a disposizione è poco. Eppure concordo con gli altri nel giudicare poco efficace lo stratagemma, che pure meritoriamente avevi imbastito per far arrivare il tuo racconto. Come nel racconto col racconto di Dag, apprezzo molto il tentativo di interpretare il tema in modo originale, ma allo stesso tempo dico che il messaggio sotto testo andava declinato più efficacemente, vista la profondità dello stesso . Per me comunque un pollice su, ma con qualche oscillazione.
8. Scacco matto
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non sono sicuro questo tuo racconto riesca ad essere davvero attinente al tema, nel senso che il riferimento alla parete che fai in chiosa non credo sia sufficiente a diradare i miei dubbi in questo senso, e lo dico senza giudicare un racconto che altrimenti ho trovato di buona fattura, con un inizio e una fine compiuti ed una resa stilistica ben riconoscibile, cose che sicuramente condizioneranno la mia classifica finale. Per me un pollice verso su un po' incerto per l'attinenza al tema.