I commenti di FRANCI CONFORTI ai finalisti

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 19 settembre 2022 con Francesca Conforti per l'inaugurazione della Decima Era!
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I commenti di FRANCI CONFORTI ai finalisti

Messaggio#1 » giovedì 13 ottobre 2022, 14:27

Ecco i commenti della guest star ai dodici racconti finalisti:

La parete del mare
Gran bel racconto, immagini suggestive ed evocative legate con maestria al tema, non c’è che dire. Una delle trovate che mi ha colpita di più è proprio la rappresentazione della quarta parete e quel suo tendersi su un abisso che sa di libertà e prigionia nella stessa immagine. Tra i punti di forza, a mio giudizio, metterei anche il crescendo emotivo che l’autore/autrice riesce a creare. La storia, poi, è interessante anche se la motivazione è un po’ legnosa e la scrittura presta il fianco a qualche enfatizzazione di troppo. Tra i punti deboli vorrei segnalare una certa ripetitività e alcune espressioni un po’ forzate. Piccole imperfezioni al cospetto di una grande prova. Complimenti.

Il pazzo
Racconto piacevole, si legge molto volentieri. Il tema della quarta parete è intuibile solo conoscendo il tema del contest e la storia, di per sé, non è molto originale. Nonostante questo è una lettura che richiama alla memoria immagini consolidate capaci di far riflettere sulla routine e sulle abitudini mentali. È proprio attraverso l’incontro con la diversità che abbiamo la possibilità di prendere coscienza di ciò che non va nella nostra vita? Nel racconto non ci sono indizi a sufficienza per avvalorare questa ipotesi, come resta un dubbio sull’efficacia del copricapo nel processo di presa di coscienza. Nonostante questo è un racconto piacevole. Complimenti.

Showtime
Evidentemente provocatorio. È uno di quei racconti che viene valutato molto diversamente in base alla suscettibilità del lettore al porno, più che allo splatter. Tra i punti di forza ci metterei la scrittura, che è convincente anche se con qualche sbavatura. Il tema della quarta parete è presente fin dall’inizio in modo piatto, esplicito, senza metafore o rimandi a letture ulteriori, scelta che reputo comunque legittima nella strategia del finale. Punto debole: il racconto cerca di far leva unicamente sulla violenza e sul sesso per impressionare il lettore, cosa davvero molto facile, senza però avere il glamour tipico dello splatter. Ciò non toglie che sia un buon lavoro. Complimenti.

La stanza
Prima di affrontare questo racconto devo fare una doverosa confessione. Racconti e romanzi che non contengano un elemento di fantasia, o un guizzo, tendono ad annoiarmi e a non essermi graditi. Questo racconto fa parte di quel genere di narrazione eppure, nonostante questo, non solo l’ho apprezzato ma l’ho ammirato. Come fare tanto con il “niente” e con il tedio del quotidiano. Ottimo sviluppo del tema, buona la storia come pure la scrittura e la capacità di creare tensione emotiva. Ma il vero punto di forza è un altro. Il vero punto di forza è la metafora. È quella parete da dipingere che rappresenta altro e che, fin dalle prime righe, crea eco e profondità senza mai banalizzarsi in una spiegazione esplicita. Evidente eppure non detto, porta in fondo il lettore caricandolo d’intuizioni confuse e poi si rivela, nitido ed esatto. Chapeau.

Lo dice la TV
Bel racconto, con tante potenzialità, sono certa che con più tempo poteva fiorire meglio. Ho apprezzato le descrizioni di quel “fuori”, che sono davvero molto evocative e scoppiettanti. Ottima prova di fantasia e di capacità di rappresentarla. Ho pure sorriso dell’inganno in cui è caduto Rino. Tema e storia sono buone anche se faticano a rimandare a sottotesti ulteriori come, per esempio, la rivincita di una neo Cartoonia (Chi ha incastrato Roger Rabbit) o del Metaverso in una convergenza tra virtuale e reale. Questo fa sì che le scelte narrative restino un po’ fine a sé stesse. A tratti i dialoghi richiedono un po’ troppa sospensione dell’incredulità, il che li svalorizza un po’. Del resto il tono scelto è leggero, forse un po’ troppo scanzonato, ma in linea con il finale. Complimenti.

Vacanza di mezza estate
Lettura interessante, l’idea del mosaico è bella e trasforma la quarta parete in una sorta di portale temporale che conduce al passato. O almeno credo perché ho faticato a capire alcuni passaggi. Inoltre nei dialoghi, a ondate successive, vengono inserite continuamente nuove informazioni, alcune delle quali poco attinenti, che tendono a portare altrove la mente di chi legge. O forse è la dinamica che alle volte spiazza un po’. Questo per dire che l’idea è bella, ma tutto il preambolo con l’amico mi ha convinta poco. Forse si poteva iniziare con lui che scavalca il nastro, cerca il varco nella quarta parete e poi ci sorprende con quello che trova o con quello che vede guardandosi indietro, cioè scrutando nel futuro. Comunque il racconto è piacevole quindi complimenti.

Solo uno sconosciuto sull’autobus
Garbato e pulito mi ha strappato un sorriso. Ci sono racconti che sanno farlo, grazie. Il tema è centrato e l’azzardo di mettere in scena Dio è apprezzato. Risulta però un po’ forzata la spiegazione divina, ma il tempo era poco e certe sfumature è logico che possano sfuggire. La storia, pur non essendo molto originale, è piacevole e adatta allo scopo. Ben fatti anche i dialoghi. Forse, e dico forse, alcune delle osservazioni mentali fatte dal protagonista sarebbero da rivedere per togliere un velo di eccessiva ingenuità. Che dire, complimenti.

Dietro di te
Gran bell’incedere, ottima scrittura. Il tema della quarta parete è stato inserito in un Meta-racconto creando un bel gioco d’identificazione perfetto per il pubblico a cui è destinato. La scelta di una quarta parete tra il mondo narrato e quello reale -e i relativi passaggi di stato- sono stati gestiti molto bene riuscendo ad aggiungere tensione e suspance. Il finale, poi, innesca un delizioso gioco di specchi che ricorda le scatole cinesi o, se vogliano andare sul colto, un tesseratto, cioè un ipercubo quadridimensionale, tipo Interstellar. Unici nei: puntini di sospensione distribuiti un po’ a caso, ma coi minuti contati… non contano. Mi è piaciuto molto, grande ritmo. Complimenti.

Cliché
Per essere teatrale è decisamente teatrale. I nomi d’arte e le battute riescono a caratterizzare subito il racconto come tragicomico e dare un taglio preciso alla narrazione. Il tema è rispettato, la storia strizza con divertimento l’occhio agli stilemi classici del crime. Il gioco tra recita e realtà risente un poco del poco tempo a disposizione e questo va a scapito della scrittura e dell’efficacia della narrazione. Anche qualche aggettivo è stonato rispetto alla situazione. Leggerlo, però, è stato comunque un divertimento. Complimenti.

Narratori e narrati
Molto, molto carino l’attacco mutaforma di questa meta-narrazione. Mi ha sorpresa e mi ha strappato un sorriso. L’idea di mettere la quarta parete tra il reale e il narrato, anche se non molto originale, è stata realizzata molto bene e mi è piaciuta. Punti deboli: un certo dilungarsi iniziale che disperde invece che costruire e un finale incerto che, con un minino di malizia in più, poteva diventare incisivo. Ciò non toglie che mi sia divertita parecchio a leggerlo. Complimenti.

L’attesa
Bel racconto, visivo, con attenzione ai particolari e grande atmosfera. Ammetto di averlo riletto parecchie volte perché, così bene fatto, non mi capacitavo di non capirlo. Ecco, credo che questo sia il vero limite di questo racconto, arrivi alla fine e non si capisce. Allude, ma lo fa in troppe direzioni diverse. Non riesco a decidere se è un finale aperto o chiuso. Se parla della follia in cui si è persa la mente di un soldato o di un tradimento. Se sono davanti a una morte annunciata o a una morte ricorrente. E tutti questi dubbi gli tolgono significato. Credo basti davvero poco a sistemarlo e farlo diventare un gioiellino. Complimenti.

Lovegiver
Un racconto dal respiro importante e dalle logiche emotive complesse che, ironia della sorte, proprio come il protagonista del racconto, non sboccia, resta involuto, metà sulla carta e metà nell’immaginario dell’autore/autrice. Nonostante questo alcune immagini arrivano e sono potenti, ma una serie di contraddizioni, forse solo apparenti, lo rendono ostico, anche nel finale. Non da ultimo il fatto che la voce narrante (amante o aguzzina?) presuma di conoscere i pensieri e le sensazioni fisiche di chi, prigioniero, le sta davanti. Ottimi spunti, ma molto vagheggiante, direi che manca di struttura. Resta però il desiderio di capire cosa si è letto perché incuriosisce quindi, complimenti.



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