MaderaSangre

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) I partecipanti dovranno scrivere un racconto a TEMA e postarlo sul forum.
2) Gli autori leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Michael Dag
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MaderaSangre

Messaggio#1 » mercoledì 19 ottobre 2022, 19:52

MaderaSangre
-Michael Dag Scattina-



Tenent Winnhorn
Spero non siate una di quelle persone che parlano a vanvera, come se si fossero bevuti qualche rum macherotas, al tavolo dell'angolo sud, nella taverna Garca del porto di Gouyave, in aprile, indossando una camicia con uno strappo alla manica sinistra.
Girano voci riguardo uno di quei pirati spagnoli di cui tutti parlano.
Ignoro il nome con cui compare nelle liste ufficiali dei ricercati, ma qui tutti lo conoscono come "Velamuerta".
Pare abbia recuperato un relitto che giaceva da mesi incagliato su uno scoglio a nord di Saint Vincent, e si sia dato alle scorribande nelle coste tra Tobago e Martinica.
Forse, se un paio di sloop pattugliassero quelle rotte, lo incrocerebbero facilmente.
Spero non siate una persona dalla memoria corta. Io, certo, non lo sono.
D.H.


+++

Una cannonata inglese fracassò la ringhiera del cassero, schegge di legno volarono ovunque.
Capitan Velamuerta contrasse gli addominali. Trattenne il fiato e soffocò la tosse che stava per scuoterlo, non poteva certo farsi vedere dai suoi uomini a tossire come una femminuccia.
«Alzat_» Le parole gli morirono in gola. Mierda de Poseidòn.
Si allontanò dal parapetto, prese la fiaschetta dal panciotto rinforzato e buttò giù due sorsi di vino. Brutta bestia, la gola secca.
«Alzate il tiro, idioti! Non vedete che state sparando ai pesci?»
«Capitano» Juan scosse il capo «in fiancata abbiamo solo pezzi da dodici.»
Velamuerta si voltò al timoniere. «Diego, vira verso di loro!» Corse lungo il ponte. «Portate le colubrine da otto sul castello di prua, gli faremo sentire come cantano i ferri spagnoli.»
Un'altra palla offerta da sua maestà britannica si piantò nella chiglia, un grido strozzato arrivò da sottocoperta.
Maledizione, diecimila real per riparare quel relitto e al primo scontro stava tornando un colabrodo come quando lo aveva trovato.
I bastardi sparavano a piccolo calibro. Pochi danni, ma precisione garantita e gittata superiore. Stare fermi era un suicidio. «Spiegate tutte le vele!»
Una trentina di facce annerite dal fumo si voltarono a guardarlo.
«Dannati idioti, volete restare a fare da bersaglio? Abbiamo il vento a favore.» Mosse due passi verso il marinaio più vicino, un negro con più cicatrici che denti. «E poi, sono io che do gli ordini. Muoversi!»
La vela maestra scese dal pennone, la nave si raddrizzò mentre il timoniere bestemmiava più forte delle cannonate.
Il vento salmastro gli rinfrescava la faccia, la MaderaSangre filava sulle onde come una sciabola. Era davvero un'ottima nave.
Un'altra raffica in lontananza, ma nessun rumore di chiglia fracassata. Bene. Era ora di rispondere. «Colubrine!»
Quattro tuoni esplosero dalla prua, un muro di fumo nero spazzò il ponte e si disperse nel vento.
Velamuerta puntò il cannocchiale verso gli inglesi. Vari pezzi di legno galleggiavano intorno al galeone, insieme a una delle vele di straglio . Non male come prima salva. «Ricaricare!»
«Capitano…» Juan fissava l'orizzonte. «Non stanno virando però… anzi, ci stanno dando la fiancata.»
«Lo vedo. Spareranno coi dodici, ma reggeremo.»
«Se posso permettermi…»
«No! Non puoi!» Velamuerta lo prese per il bavero. «La nostra nave reggerà.» Salì su una botte e urlò. «Abbiamo il doppio della loro cadenza di fuoco. Non possono batterci. Inoltre…» indicò il nord «abbiamo un porto sicuro a un giorno da qui dove riparare i danni, loro no. Fidatevi di me, fuggiranno. Ricaricare!»
Gli artiglieri tornarono ai pezzi, agitati come uno sciame di formiche. Velamuerta buttò giù qualche sorso di vino. «Muovetevi, cani, o vi appendo le palle al bompresso!»
Altri quattro tuoni squarciarono l'aria.
Poi, un rombo di cannoni inglesi calibro dodici rispose al fuoco.

+++

«Capitano…»
Velamuerta puntò il compasso sulla mappa e girò lentamente.
Nove gradi ovest. La latitudine era giusta. Venti ore di navigazione, anche se il trinchetto era in pessime condizioni avrebbero dovuto essere in vista di Santa Lucia.
«Capitano.»
Alzò la testa. «Che diavolo vuoi, Juan?»
Un gruppo di marinai assediava la porta della cabina.
«Ecco, gli uomini iniziano a essere… nervosi. Sa, stiamo imbarcando acqua… la chiglia è messa male e… ecco…»
Il negro sdentato spinse da parte Juan ed entrò. «Abbiamo remato tutta la notte dalla parte sbagliata. Siamo senza cibo e altri due dei feriti sono morti. Ci siamo persi.»
Velamuerta prese un forte respiro. «Valoroso marinaio. Stai forse mettendo in dubbio la capacità del tuo capitano… che ti ricordo, sono io… di leggere una mappa?»
«Me ne sbatto delle mappe. Le stelle dicono che stiamo sbagliando.»
Ah, se ci fosse stato Diego. Avrebbe tenuto a bada quella marmaglia con i suoi discorsi infervoranti, ma quell'idiota si era fatto sbalzare via dal cassero. Peccato, era un ottimo timoniere.
Passò in rassegna le facce devastate dallo scorbuto. Mierda de Poseidòn, meglio essere diplomatici. «Ascoltate. Lo so che la situazione non è delle migliori. Abbiamo subito più danni e perdite del previsto, ma cosa vi dicevo? Che li avremo messi in fuga, e così è stato.» Prese la bussola la tese davanti a se. «Ora, qualcuno di voi gentiluomini sa come leggere le carte?»
Il negro sfoderò il coltellaccio. «Si cambia rotta!»
Velamuerta lasciò cadere la bussola ed estrasse le pistole. L'esplosione gli fece fischiare le orecchie, il cervello del bastardo si spalmò sulla porta.
Puntò i marinai. «Altre rimostranze? Nessuna? Bene. Buttate ai pesci questo stronzo e tornate a remare.»
La folla si disperse.
Si chinò a raccogliere la bussola. Il quadrante era scoperchiato. Sotto, c'era un piccolo pezzo di pergamena.

Capitano.
Con somma gioia, la informo di averla venduta agli inglesi. Lei è un grandissimo figlio di puttana, dispotico e arrogante. E neanche così valido come uomo di mare. Ho manomesso la bussola e le carte, così da portarvi in secca invece che al porto. Se tutto va bene, mi lancerò dal cassero alla prima raffica e mi farò ripescare dagli inglesi, coi quali ho stretto un accordo durante l'ultimo scalo a Gouyave.
Entro un paio di giorni vi raggiungeremo.
Il vostro timoniere, Diego Hortez.


+++

Velamuerta prese la bottiglia, tristemente vuota, buttò giù l'ultimo sorso di vinaccio e la lasciò cadere. Diego. Fanculo ai quattro venti, era l'ultima persona che poteva fare una cosa del genere. Un ruolo di prestigio, una parte e mezza del bottino, e mai, mai una frustata… Che figlio di cane.
Dalla cambusa arrivavano rumori ovattati, la ciurma stava dando fondo agli ultimi viveri e a giudicare dai canti, si erano anche aperti una botte di rum. Non c'era da biasimarli, entro poche ore gli inglesi li avrebbero raggiunti e arrestati tutti. Magari, ci fosse stata una bella battaglia all'ultimo sangue. Una fine epica, una canzone per ricordarla. Com'è che faceva?

El mañana nos llevará
lejos de casa
nadie sabrá nuestros nombres
pero las canciones de los marineros permanecerán
el mañana quitará el miedo de hoy
ella se ira gracias a nuestras canciones

[Il domani ci porterà via
lontani da casa
nessuno saprà i nostri nomi
ma le canzoni dei marinai rimarranno
domani porterà via
la paura di oggi
se ne sarà andata
grazie alle nostre canzoni]

No, si sarebbero arresi tutti quanti, sperando nella clemenza del Tenent. Sarebbero finiti tutti impiccati all'ingresso di qualche porto inglese. O peggio, chiusi in una gabbia inchiodata a uno scoglio a morire di sete.
Il più fortunato era stato il negro, un bel colpo in testa e via.
Un momento, chi aveva pulito la porta?
Velamuerta si alzò, prese una candela e si avvicinò all'ingresso. Non c'era traccia di sangue, il legno se l'era bevuto tutto ed era tornato immacolato. La porta… era integra! Stava risputando fuori la palla di pistola.
Avvicinò la candela al foro sulla porta.
Impossibile.
Il legno stava ricrescendo. Stava sputando fuori il proiettile come una ferita che si rimargina. Mierda de Poseidòn, le allucinazioni. Diego aveva avvelenato il vino, per forza.
La palla deformata cadde a terra e rotolò seguendo il rollio.
Velamuerta si affacciò fuori. Non c'erano tracce di sangue nel corridoio, ne sulle scale che portavano al ponte. Eppure, un uomo con la testa esplosa, ne perde parecchio.
Risalì sul ponte. La falce di luna era un ghigno perfido nel cielo. Che cazzo hai da ridere, stronza?
L'albero maestro era dritto.
Sette fagotti coperti da teli scuri erano stesi contro il parapetto. I morti della battaglia, più il negro.
Chissà chi erano.
Velamuerta scoprì il primo.
Poveraccio. Uno scheletro consumato dal fuoco, nulla di più. Irriconoscibile. Strano però, le ossa erano bianche tanto da riflettere la luce della luna. E non c'erano stati incendi, a bordo.
Scoprì il secondo. Diavolo, ma erano bruciati tutti?
Il terzo scheletro era alto due metri e senza denti, il cranio sfondato da un colpo di pistola a bruciapelo. Lo stomaco si contorse di nausea. Le bettole dei porti erano piene di racconti agghiaccianti, le ciurme alla deriva senza nulla da mangiare facevano cose orribili. Ma non in così poco tempo.
Gli uomini erano al ponte di prua. Ricaricò le pistole e salì la scaletta.
I canti cessarono all'istante.
Una dozzina di facce colpevoli e mezze sbronze si voltarono paralizzate.
«Juan!»
«Sì… sì, eccomi, capitano… agli ordini…»
«Dobbiamo parlare.» Meglio non esagerare, con la ciurma. «E voi bevete quanto vi pare. All'alba, saremo tutti morti, e anzi che lasciare una goccia di rum agli inglesi, mi ficco in culo tutta la botte.»
Voltò le spalle al mormorio di brindisi e tornò al parapetto.
«Juan, cosa è successo ai cadaveri?»
Il Nostromo scrollò le spalle. «Sono… morti?»
«Juan, mannaggialeostie, lo so che sono morti. Intendo… guardali, cazzo! Cos'è successo? Perché sono tutti scheletri?»
Juan strabuzzò gli occhi. «Io… io… non so… forse_»
«Li avete mangiati? Juan, avete_»
«No!» Juan alzò le braccia. «No, capitano, vi giuro sulla mia testa, no! Abbiamo ancora delle gallette. E le reti! Potremo pescare, non faremo mai una cosa simile!»
Vero, non aveva senso. Chissà cos'era successo.
Ma in fin dei conti, importava saperlo?
Un rumore di passi in corsa salì da sottocoperta.
«Capitano!» La faccia sfregiata di Ebrecco spuntò dalla botola. «I danni non sono così gravi come credevamo. La murata è quasi integra e il perno del timone, dio solo sa come, sembra essersi raddrizzato.»
Velamuerta guardò i cadaveri ridotti a scheletri. L'albero maestro, dritto.
La ringhiera del cassero era perfetta, eppure, quella mattina si era presa una cannonata, le schegge gli erano volate in gola.
«Juan, quanti feriti abbiamo?»
«Quattro, capitano. Andres è messo male.»
«Portami da lui.» Velamuerta cercò il fodero del pugnale al fianco.

+++

Amata Ereja
Abbiamo passato momenti bellissimi insieme, e sei stata la cosa più bella della mia vita. Ho provato tutto ciò che potevo per starti vicino, per darti amore, sicurezza, una famiglia e tutto ciò che meriti.
Sapevamo entrambi che sarebbe stato difficile. Non ce l'ho fatta, Ereja. Perdonami. Nonostante il mio pentimento e la mia collaborazione, gli inglesi non hanno voluto concedermi il perdono. Mi hanno messo in cella e condannato per pirateria.
Mi hanno fatto la grazia di scrivere una lettera, e ho scelto di scriverla a te, per non lasciarti nell'angoscia di non sapere la mia sorte. Ho sempre pensato a te, e lo farò fino all'ultimo istante. Quando la corda stringerà il mio collo, penserò che siano le tue dolci mani a darmi un ultimo, passionale abbraccio. Ti ho sempre amata, e continuerò a farlo. Perdonami per il dolore che ti sto dando. Cantiamo insieme, l'ultima volta.
Ahora lo sabes todo
de los marineros y sus canciones
cuando pasan las horas
cerraré los ojos
en un mundo lejano
podríamos encontrarnos de nuevo
pero ahora escucha mi canción
en el amanecer de la noche
escuchemos la canción de los marineros
Il tuo Diego.

[Ora sai tutto
dei marinaie le loro canzoni
quando le ore vanno via
chiuderò i miei occhi
in un mondo lontano
ci potremmo rincontrare
ma ora ascolta la mia canzone
sull’alba della notte
ascoltiamo la canzone dei marinai]

+++

Il corpo di Andres si deteriorava a vista d'occhio, come se un'orda di vermi invisibili lo stesse divorando.
Il sangue che colava dalla gola tagliata spariva tra le fenditure tra le assi, il teschio emergeva da sotto i tessuti del viso scomparsi in un istante. Le mani erano già spoglie dalla carne fino agli avambracci.
Lo scricchiolio del legno che si riassestava riempiva la cambusa.
Diavoli dell'inferno, la nave lo stava mangiando.
«Juan, come stanno gli altri tre?»
«Ehm… capitano non vorrà…»
«Rispondi, o ammazzo te.» Pessimo nostromo. Incapace e senza palle, forse darlo in pasto alla nave e riparare il trinchetto sarebbe stato un ottimo scambio.
«Non sono gravi. Un guercio e qualche osso rotto.»
Velamuerta uscì dalla cambusa e risalì sul ponte. All'orizzonte le stelle stavano sparendo, offuscate dal sole che stava per sorgere.
Lo sloop inglese non mollava, ma a occhio sembrava alla stessa distanza di metà nottata.
Il trinchetto però era messo male, e non avrebbe retto una vela più grande.
Camminò lungo il ponte, i pochi marinai presenti erano tutti impegnati a fingere di fare qualcosa, in silenzio e testa bassa. Anche i più scemi avevano capito che c'era qualcosa di strano, e figurarsi se Juan sapeva tenersi un doblone in bocca.
Che storia aveva quella nave? Cos'era successo alla vecchia ciurma e perché l'avevano abbandonata su uno scoglio deserto in mezzo al mare?
LegnoSangue. Il nome era inciso in profondità sullo scafo, ed era decisamente azzeccato.
Non servivano assi di ricambio, né carpentieri esperti, bastava imbarcare una decina di idioti sacrificabili. Forse avrebbe funzionato anche durante una battaglia. Una nave che si ripara all'istante avrebbe vinto ogni scontro.
Otto morti, restavano venti marinai. Tre erano feriti e li avrebbe… assegnati… alla riparazione del trinchetto. Ciurma ridotta di un terzo, ma nave inaffondabile. E anche gli inglesi avevano subito danni. Sì, avrebbe vinto, e se quel cabron di Diego non fosse morto nello scontro, lo avrebbe strangolato con le sue budella.
Bastava solo convincere gli uomini.
Salì sul castello di prua, slegò il batacchio della campana e suonò l'adunata.
La marmaglia si raccolse sul ponte.
«Ammainate le vele, e girate la nave. Si torna indietro.»
Il solito mormorio di ciurma lamentosa. Sì, andavano sostituiti.
«Capitano, non siamo in condizioni di combattere.»
«Guardatevi intorno.» Velamuerta allargò le braccia. «L'albero maestro è tornato dritto. Lo scafo è riparato, il timone risponde. Qual è il problema?»
Gli uomini si guardarono l'un l'altro, cercando una spiegazione a tutto quello.
Ebrecco si fece avanti. «Signore, dobbiamo sapere cosa sta succedendo. Nessuno di noi ha riparato i danni, eppure la nave è tornata integra. Non ci muoveremo finche non ci direte la verità.»
Era ora di spararla grossa. Molto, molto grossa.
Afferrò la ringhiera della balaustra e si sporse verso la ciurma. «Ho venduto l'anima al diavolo.» Un vociare di esclamazioni e bestemmie serpeggiò sul ponte. «Siamo stati traditi. Diego era stato pagato dagli inglesi per manovrare la nave a cazzo durante lo scontro. E credete forse che io» alzò le spalle e gonfiò il petto «il Capitano Rodrigo Velamuerta de Marrasinche, possa lasciare impunita una cosa del genere? Quel mangiamerda ha tradito me, la mia ciurma e la nostra nave.» Puntò il dito contro di loro. «Ha tradito ognuno di voi!»
Il mormorio si trasformò in insulti e maledizioni.
Velamuerta gridò al cielo. «E nessuno può prenderci per il culo e farla franca!»
«No, mai!»
«Ammazziamolo!»
«Deve morire!»
Bene, si stavano infervorando. «A costo della mia stessa anima, vi garantirò giustizia! E vendetta!» E ciò che più amano le canaglie di mare. «E tutto l'oro che riusciremo a stivare nella nostra flotta una volta catturata quella maledetta sloop!»
Canti e schiamazzi si alzarono in coro.
Molto bene, erano carichi al punto giusto.
Velamuerta tornò all cabina di comando, si richiuse la porta alle spalle e si buttò sulla branda.
«Bel discorso.»
Chi diavolo…
Un omaccione dalla folta barba rossiccia stava seduto sulla sua sedia, al tavolo delle carte. Un elegante tricorno gli copriva la testa, la giacca nera era vecchia e sgualcita, ma conservava ancora un aspetto austero.
«E tu chi diavolo sei?» Velamuerta saltò in piedi e portò la mano alla pistola. «Che ci fai sulla mia nave?»
Lo sconosciuto si alzò in piedi. «Chi sono io, mi chiedi?» Picchiettò col dito la spallina dell'uniforme. Una mostrina brillò alla luce della lampada. Tre bande dorate sopra un doppio cordone. «Io sono l'Almirante Sebastiano Madera Gayetano. E questa è la mia, nave.» L'intera sagoma dell'ufficiale aveva qualcosa di strano, come guardare il riflesso di uno specchio sottacqua.
«Non sono in vena di scherzi.»
«Velamuerta, giusto? Ti ringrazio per la tua… offerta. Sai, era da molto che non bevevo.»
«Basta con queste stronzate!» Velamuerta puntò le pistole. «Dimmi chi sei e come hai fatto a salire o_»
Un coro di risate esplose nella cabina. Decine di facce distorte si affacciarono dall'oscurità, ghigni esposti da labbra rinsecchite, orbite vuote asciugate dal sole.
La spina dorsale tremò, i nervi si contrassero, le pistole spararono entrambe tra risate e canti dall'inferno.
«Spari ai fantasmi, capitano?»
Velamuerta crollò sulla branda.
L'Almirante Madera tornò a sedersi. «Ascolta, sono felice che hai recuperato la mia nave. La mia carriera di disertore non si è conclusa nel migliore dei modi. Ora che mi sono bagnato il becco riesco anche a parlare. Dunque. Abbiamo un amico in comune, io e te. ora ti racconto...»


Almirante
Il resto della ciurma ha troppa paura di voi per parlarle con franchezza, e se devo essere onesto, anch'io. Vi lascio questa lettera in cabina, quando la leggerà sarò già lontano o morto.
La realtà è che non riusciremo a riparare la nave con quei quattro arbusti di quello scoglio. Nessuno passerà mai da lì, siamo troppo lontani da ogni rotta e anche se dovesse passare una nave, nessuno si fermerà ad aiutare dei disertori naufragati. Moriremo tutti di sete su quello scoglio.
Ho preso io l'ultimo barilotto d'acqua e la scialuppa. Se il diavolo vorrà darmi una mano, arriverò a Saint Vincent e pagherò qualcuno per venirvi a recuperare (sì, ho preso io anche l'oro, non uccida nessuno dei nostri).
Tenete duro, Comandante. Forse pioverà.
Il vostro timoniere Diego Hortez


+++


Le palle a catena volarono dalle colubrine di prua, si avvilupparono all'albero dello sloop e lo troncarono di netto.
Il fragore del legno spezzato venne cancellato dalle urla di panico.
Velamuerta scoppiò in una risata. «Date corda alla maestra, sono nostri!»
Ciò che restava di Juan era sparso sul tribordo, ma la MaderaSangre filava dritta come un fuso, segno che la chiglia era tornata a posto.
Un'inutile salva di archibugi esplose dallo sloop. I marinai risposero ridendo da dietro la murata perfettamente integra e lanciarono i rampini del corvo d'arrembaggio.
Velamuerta si inginocchiò e si strinse alla ringhiera.
Gli scafi cozzarono in un frastuono di legno maciullato e urla assatanate.
Scaglie di legno volarono ovunque, poi le prime palle di pistola e grida di dolore.
Era ora di dare il buon esempio.
Saltò giù dal cassero e corse, la passerella traballò sotto gli stivali.
«Mi cercavate?» Sparò in faccia a un tizio. «Venite, cabrones!»
Estrasse l'altra pistola e la cutelassa, e si gettò nella mischia.
Vibrò un rovescio, e mandò un soldato a rotolarsi a terra con la mano squarciata. «Venite!»
Sangue, merda e polvere da sparo… gli abbordaggi avevano un odore magico e inconfondibile.
Gli inglesi si stringevano contro il tronco del Maestro, le facce ancora più bianche del normale e qualcuno si era davvero pisciato addosso.
Velamuerta si chinò e raccolse un teschio dai dentoni sporgenti. «Ehy, Richard!» Tese il braccio verso gli inglesi e fissò le orbite vuote di quello che era stato, forse, un cannoniere. «Non mi offrite nemmeno un té, su questa bagnarola?». Lo lanciò verso gli ultimi difensori, che si ritrassero terrorizzati.
Il Tenent mosse un passo avanti, buttò a terra la sciabola. «Avete vinto, Velamuerta. Vi chiedo solo di comportarvi da uomo d'onore, se ne siete capace.»
«Bhe, parlare di onore dopo aver corrotto il mio timoniere, è un po' da ipocriti. A proposito, dov'è il caro Diego?»


solo hay una cancion
se quedó en la cabeza
es la historia de un desgraciado
quien vive lejos de aui
ahora los marineros estan en otra parte
y es hora de irse
nadie debe preguntar el nombre
del que cuenta la historia

[C’è una sola canzone
rimasta nella testa
è la storia di un uomo sfortunato
che visse lontano da qui
ora i marinai sono altrove
ed è tempo di andare via
nessuno dovrebbe chiederti il nome
di colui che racconta la storia]
Ultima modifica di Michael Dag il mercoledì 19 ottobre 2022, 20:43, modificato 3 volte in totale.



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Re: MaderaSangre

Messaggio#2 » mercoledì 19 ottobre 2022, 20:05

Ciao a tutti, forse qualcuno si ricorderà del capitan Velamuerta, comparso l'anno scorso in unna delle edizioni mensili di MC. Se non lo conoscete, spero vi piaccia viaggiare sulla sua nave, la MaderaSangre, e ascoltare la sua storia.

Ecco i bonus
1 - Qualcuno tradisce
Diego tradisce Velamuerta, aveva abbandonato i vecchi compagni sull'isola deserta e poi viene tradito dagli inglesi.


2 - Dev’esserci un elemento soprannaturale
i fantasmi della vecchia ciurma, morti di sete, bevono il sangue dei morti a bordo


3 - Inserisci una canzone piratesca
ho adattato "The bard's song" dei blind guardian, l'ho tradotta in spagnolo, e inserito le varie strofe dove erano più attinenti al momento della storia. di base non è una canzone piratesca, e non è fondamentale per la trama, quindi mi rimetto a voi.

Altra cosa, se non ho sbagliato i conti sforo dai 20k caratteri perché ho inserito le traduzioni della canzone

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Re: MaderaSangre

Messaggio#3 » mercoledì 26 ottobre 2022, 23:33

Molto buono. -Già che usi i Blind Guardian, per me sei tre passi avanti. Che poi coincidenza: oggi li ho fatto sentire a quella metallaretta in erba di mia figlia :)
Comunque: dicevo molto buono. mi piace il sentore di stantio e salsedine che pervade tutto il pezzo. Termini giusti usati al momento giusto, non appesantiscono la lettura, te ne fotti se non ne conosci qualcuno perché sono ben calati nel contesto e si capisce cosa intendono.
Mi piace molto anche la nave che si rigenera formando un tutt’uno con i fantasmi del vecchio equipaggio, fa un po’ Pirati dei Caraibi, ma ha quel input gore che gli fa fare il salto qualitativo.
Non sono proprio convinta che quel “poveraccio” del nostromo avesse voluto tradire anche Madera, per come l’ho vista io, ci ha provato. In ogni caso il tradimento c’è, ed è pure bello grosso, quindi bonus più che rispettato.
Non mi convincono tanto i messaggi. Capisco che in qualche modo dovevi spiegarci che cappio aveva combinato quell’infame di Diego, ma il messaggio fa tanto “cattivo da manuale”.
Focus ben centrato sul portatore di pdv, non c’è un momento in cui non ci si senta nella testa di Velamuerta, a questo proposito avrei preferito una maggiore introspezione. Quando scopre che la nave mangia le persone, per esempio, la notizia gli passa addosso troppo liscia. Non un crampo allo stomaco, una goccetta di sudore, lingua asciutta… insomma un po’ d’ansia io ce l’avrei vista.
Lo stesso dicasi quando si rende conto che Diego l’ha fregato. Che li ha condannati tutti. Rabbia, paura, risentimento… insomma vedo poca emotività. Sia descritta dal corpo che come introspezione.
per il resto mi è piaciuto parecchio.
Polly

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Alessio
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Re: MaderaSangre

Messaggio#4 » lunedì 31 ottobre 2022, 19:20

Ciao Micheal,

Storia interessante, e mi pare di ricordare la scena del messaggio dentro la bussola.
Interessante e ben gestito anche quel quid investigativo in cui Velamuerta cerca di scoprire cosa succede alla nave.
Un appunto su quando trova gli scheletri: non ci sono stati incendi a bordo e lo scheletro è bianchissimo, allora cos'è che gli fa pensare che sia consumato dal fuoco?

Ho trovato personaggi in generale ben fatti. In particolare, il fantasma appare per poche righe ma ha un ottima caratterizzazione.
Una cosa non mi convince su Velamuerta: mi sembra strano che un esperto navigatore usi solo mappa e bussola e non anche le stelle per navigare. Il nostromo, di cui sembra fidarsi e che probabilmente starà al timone in assenza del timoniere, non gli dice niente?
Mi convincono poco anche le motivazioni di Diego, che trovo un po' vaghe.

Usi una focalizzazione profonda, su cui non mi sembra di aver trovato problemi. L'unica cosa è che a volte un po' esterna (per esempio quando il capitano pensa a Diego come "il timoniere").
Ho trovato poca sensorialità, odori, sapori, sensazioni tattili. Penso che uno stile come il tuo gioverebbe di questo tipo di dettagli.

La falce di luna era un ghigno perfido nel cielo.

Anch'io avevo inserito un'immagine simile questa, ma poi ho dovuto sacrificarla sull'altare dei caratteri! :( Ma se passo il turno la rimetto!
Mi ha colpito l'espressione "manovrare la nave a cazzo", non sono sicuro che sia adatta al contesto.
Fai attenzione che nella lettera ad Almirante Diego usa a volte il voi e a volte il lei.

I bonus direi che ci sono tutti. Buona sfida!

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Michael Dag
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Re: MaderaSangre

Messaggio#5 » martedì 1 novembre 2022, 16:10

Alessio ha scritto:Ciao Micheal,

Storia interessante, e mi pare di ricordare la scena del messaggio dentro la bussola.
Interessante e ben gestito anche quel quid investigativo in cui Velamuerta cerca di scoprire cosa succede alla nave.
Un appunto su quando trova gli scheletri: non ci sono stati incendi a bordo e lo scheletro è bianchissimo, allora cos'è che gli fa pensare che sia consumato dal fuoco?
é il primo pensiero logico che gli viene in mente

Ho trovato personaggi in generale ben fatti. In particolare, il fantasma appare per poche righe ma ha un ottima caratterizzazione.
Una cosa non mi convince su Velamuerta: mi sembra strano che un esperto navigatore usi solo mappa e bussola e non anche le stelle per navigare. Il nostromo, di cui sembra fidarsi e che probabilmente starà al timone in assenza del timoniere, non gli dice niente?
Infatti, non è così esperto, e dopo un po' la ciurma si ribella
Mi convincono poco anche le motivazioni di Diego, che trovo un po' vaghe.
prova a vendere gli altri agli inglesi per evitare il cappio e tornare dalla sua amata. non ha veramente tradito l'almirante Madera, anzi ha provato a salvarli in qualche modo, ma lui non l'ha presa bene.


Usi una focalizzazione profonda, su cui non mi sembra di aver trovato problemi. L'unica cosa è che a volte un po' esterna (per esempio quando il capitano pensa a Diego come "il timoniere").
Ho trovato poca sensorialità, odori, sapori, sensazioni tattili. Penso che uno stile come il tuo gioverebbe di questo tipo di dettagli.
verissimo

La falce di luna era un ghigno perfido nel cielo.

Anch'io avevo inserito un'immagine simile questa, ma poi ho dovuto sacrificarla sull'altare dei caratteri! :( Ma se passo il turno la rimetto!
Mi ha colpito l'espressione "manovrare la nave a cazzo", non sono sicuro che sia adatta al contesto.
Fai attenzione che nella lettera ad Almirante Diego usa a volte il voi e a volte il lei.
in effetti, non è granchè
I bonus direi che ci sono tutti. Buona sfida!

Amelohay
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Re: MaderaSangre

Messaggio#6 » mercoledì 2 novembre 2022, 14:29

Ciao Michael,

Il racconto mi è piaciuto davvero tanto, la scrittura è molto fluida e non mi sono mai trovato a dover interrompere la lettura per non aver compreso una frase.
Forse i termini pirateschi e in spagnolo sono un po’ troppi: essendo un appassionato e sapendo lo spagnolo non sono stati un gran problema per me, ma magari per qualcuno potrebbero esserlo.
Inoltre, Valmuerta è spagnolo, parla e pensa in spagnolo, quindi tutte le parole spagnole dovrebbero essere in italiano perché è lingua madre del PdV (ad esempio, perché non usare “ammiraglio” al posto di “almirante”?).

L’idea della nave che si rigenera mi ha ricordato molto i “Pirati dei Caraibi”, ma è un elemento soprannaturale che mi è piaciuto. Una nave che si nutre di sangue la trovo, tra l’altro, molto piratesca di per sé: sa proprio di storia che si racconterebbero i marinai la notte attorno a un fuoco. E sono un amante di elementi splatter e horror quindi non ho potuto non apprezzarla.

Tuttavia, ho avuto un piccolo problema sul finale.
Dopo che Winnhorn si è arreso, Valmuerta chiede dove sia Diego. Presumo voglia saperlo per ucciderlo o fargliela pagare per il tradimento (e se non lui, almeno l’ammiraglio Gayetano, anche se non mi è chiaro che cosa possano fare i fantasmi e cosa no… possono uccidere? Possono impugnare una spada tipo esercito dei morti del “Signore degli Anelli” o solo spaventare tipo “Paranormal Activity”?).
Non ho capito, dunque, come possa Diego scrivere alla sua amata Ereja di essere prigioniero degli inglesi e di essere stato condannato a morte. L’unica spiegazione che mi viene in mente è che sia stato incarcerato e processato sulla nave, ma mi suona un po’ inverosimile.
Almeno in prima lettura avevo immaginato che questi avvenimenti fossero successi a terra. Quindi è fuggito anche dalla nave di Winnhorn?
Mi risulterebbe molto strano (o molto naïf da parte degli inglesi), se lui prima fosse stato condannato e poi li avesse convinti a farlo imbarcare con Valmuerta.

Secondo me, comunque, il testo è molto buono e si merita tutti i bonus, anche grazie al doppio tradimento di Diego.
Amelohay

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Stefano.Moretto
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Re: MaderaSangre

Messaggio#7 » giovedì 3 novembre 2022, 22:12

Ciao Michael,
devo dire che questo racconto mi ha preso. L'alternanza di narrazione ed epistolare non disturba tanto quanto dovrebbe normalmente, probabilmente perché hai sfruttato la cosa per inserire le informazioni nell'esatto istante in cui erano necessarie, e anzi, per come le hai usate ti hanno permesso di dare tantissime informazioni senza dover descrivere tutta la scena. Dal punto di vista tecnico per me è un lavoro eccelso.
Forse l'unica criticità è la natura della "magia" che tiene i fantasmi a bordo: la magia di solito non ha grosso bisogno di spiegazioni, ma se raggiunge un certo livello di tecnicismo bisogna fare attenzione a non causare fraintendimenti. Per esempio: qui sembra che la nave mangi il sangue e la carne dei cadaveri per rigenerarsi; invece poi sembra che siano stati i fantasmi a berlo, ma quindi hanno riparato loro la nave? E a questo punto viene da chiedersi come mai ci sia questa maledizione su di loro. Cerco di spiegarmi meglio: se si trattasse solo di una nave magica non mi farei grosse domande: è un oggetto magico, l'avrà incantato qualcuno, la cosa importante è che è lì e fa cose. Se invece è una maledizione che colpisce all'improvviso un equipaggio, costringendolo in uno stato di fantasmi cannibali, mi viene da chiedermi perché sia successo.
Al netto di questo, il racconto mi è piaciuto molto. Forse avrei voluto vedere qualcosa in più riguardo il timoniere traditore, ma capisco che mancavano i caratteri.

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Eugene Fitzherbert
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Re: MaderaSangre

Messaggio#8 » sabato 5 novembre 2022, 13:54

Buona scrittura al passato, ben controllata e focalizzata. Non è una cosa facile: kudos!
Le trovate soprannaturali sono belle anche se non del tutto originali (non è un problema, eh! Sti cazzi!) - le interpreto come citazioni e sono contento così: a prima vista sembrerebbe aver preso in prestito dai Pirati dei Caraibi, ma secondo me l'inception della nave che si ciba di sangue per guarire e far risorgere i suoi precedenti occupanti arriva da più lontano. Ci ho visto un pizzico di Christine, la macchina infernale e un pizzico più grosso di Hellraiser del buon vecchio Clive Barker: nel film è palese come Frank si nutra del sangue delle vittime per ritornare umano dopo essere sfuggito ai Cenobiti.

La storia si svolge in modo un po' meno limpido, con alcuni passaggi affrettati o stridenti e qualche incertezza qua e là. Ti faccio alcuni esempi:
- Diego muore/scappa/sparisce nella prima scena, ma questo evento, che è importante per la storia, non si vede, non si intuisce nemmeno. È affidato a un pensiero/commento a posteriori di Velamuerta.
- La rivelazione del tradimento di Diego e della sua fuga è del tutto casuale (ok, ci sta!), ma non porta a immediate reazioni/conseguenze. In un passaggio successivo, inoltre, Velamuerta lo considera ancora morto, anche se sa che è scappato.
- l'arrivo dei fantasmi della ciurma passata (grazie, Dickens!) non ha un impatto visibile, né sull'attuale equipaggio, nè soprattutto su Velamuerta. Per certi versi non sembra neanche aver un impatto sulla storia in quanto tale: cosa vogliono questi fantasmi? E che pericolo corre Velamuerta a tenerli a bordo?

Il Finale non è soddisfacente, non c'è alcuna rivelazione che faccia chiudere il cerchio, non si arriva a una sintesi di tutto quello scritto e seminato nel racconto: questo perché ti sei giocato male il personaggio di Diego, che poteva essere un ottimo catalizzatore per il grand finale: per esempio, che succede se Diego che ha tradito due equipaggi e lasciato affamata la nave per anni, venisse ucciso sulla MaderaSangre?

Affidare il raccontato e il contesto alle lettere scritte dai personaggi ha il vantaggio che ti evita un po' di digressioni, ma ti impone di contestualizzarli all'interno della storia e questa cosa un po' l'hai cannata (soprattutto l'ultima lettera di Diego che non si sa bene dove l'abbia scritta e come l'abbia inviata.)
Altri Kudos per le canzoni in spagnolo e per i termini tecnici navali!

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Michael Dag
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Re: MaderaSangre

Messaggio#9 » martedì 8 novembre 2022, 19:57

Eugene Fitzherbert ha scritto:Buona scrittura al passato, ben controllata e focalizzata. Non è una cosa facile: kudos!
Le trovate soprannaturali sono belle anche se non del tutto originali (non è un problema, eh! Sti cazzi!) - le interpreto come citazioni e sono contento così: a prima vista sembrerebbe aver preso in prestito dai Pirati dei Caraibi, ma secondo me l'inception della nave che si ciba di sangue per guarire e far risorgere i suoi precedenti occupanti arriva da più lontano. Ci ho visto un pizzico di Christine, la macchina infernale e un pizzico più grosso di Hellraiser del buon vecchio Clive Barker: nel film è palese come Frank si nutra del sangue delle vittime per ritornare umano dopo essere sfuggito ai Cenobiti.

Ehm... a parte pirati dei caraibi, ti giuro che non so di cosa stai parlando! ma mi hai dato ottimi spunti per le prossime letture!




La storia si svolge in modo un po' meno limpido, con alcuni passaggi affrettati o stridenti e qualche incertezza qua e là. Ti faccio alcuni esempi:
- Diego muore/scappa/sparisce nella prima scena, ma questo evento, che è importante per la storia, non si vede, non si intuisce nemmeno. È affidato a un pensiero/commento a posteriori di Velamuerta.
- La rivelazione del tradimento di Diego e della sua fuga è del tutto casuale (ok, ci sta!), ma non porta a immediate reazioni/conseguenze. In un passaggio successivo, inoltre, Velamuerta lo considera ancora morto, anche se sa che è scappato.
? scusa, non ho capito. appena trova il biglietto nella bussola si chiude il paragrafo e si riapre con la scena del capitano che beve pensieroso


- l'arrivo dei fantasmi della ciurma passata (grazie, Dickens!) non ha un impatto visibile, né sull'attuale equipaggio, nè soprattutto su Velamuerta. Per certi versi non sembra neanche aver un impatto sulla storia in quanto tale: cosa vogliono questi fantasmi? E che pericolo corre Velamuerta a tenerli a bordo?
troppe domande per 20k caratteri :) mi sono affidato allo stereotipo di "ciurma di pirati fantasma"



Il Finale non è soddisfacente, non c'è alcuna rivelazione che faccia chiudere il cerchio, non si arriva a una sintesi di tutto quello scritto e seminato nel racconto: questo perché ti sei giocato male il personaggio di Diego, che poteva essere un ottimo catalizzatore per il grand finale: per esempio, che succede se Diego che ha tradito due equipaggi e lasciato affamata la nave per anni, venisse ucciso sulla MaderaSangre?

Affidare il raccontato e il contesto alle lettere scritte dai personaggi ha il vantaggio che ti evita un po' di digressioni, ma ti impone di contestualizzarli all'interno della storia e questa cosa un po' l'hai cannata (soprattutto l'ultima lettera di Diego che non si sa bene dove l'abbia scritta e come l'abbia inviata.)
È infatti un esperimento. voglio provare, nel romanzo che sto scrivendo, a inserire elementi esterni alla prosa -lettere, resoconti, pagine di diari- in modo da offrire al lettore una lore di fondo senza dover inserire scene forzate

Altri Kudos per le canzoni in spagnolo e per i termini tecnici navali!

Grazie mille del tuo feedback, le critiche sono la miglio benzina per noi scrittori. mi ha fatto davvero piacere la tua franchezza, soprattutto sul discorso delle lettere

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