Token, di Letizia Merello
Token, di Letizia Merello
In fondo è solo un segnaposto su una mappa, con l'effigie di un lupo grigio cenere. Vicino ce n'è un altro quasi identico, un po' più piccolo e con la pelliccia scura. Mi basterebbe cliccare e trascinare per separarli, ma dovrei motivare l'azione per compierla.
Siete in una grande sala di mattoni di pietra vecchia e porosa. Dove io vedo due immagini statiche dentro un tondino tu vedi due cuccioli che si sono scordati di essere grandi e giocano con la furia dei fratelli ritrovati, il loro affanno grande quanto i loro sorrisi.
Mentre tiro di percezione ti appoggi alla parete fingendoti stanca. Ho fatto un sei quindi non riesci a sentire quasi niente, ma un ragnetto ti si arrampica sulla punta dell'orecchio. Con l'altra mano sfiori l'elsa del tuo spadino: è il tuo modo di dirmi che devo spendere un'azione per stare pronta a difendermi. Sul lungo tavolo apparecchiato a festa sono state stese tovaglie lerce dall'aspetto strano, pesanti e vellutate. Le finestre non hanno tende. L'odore di zuppa rancida che arriva dalla cucina a sinistra non distoglie il tuo lupo dal gioco, ma ti strappa una smorfia. Mi stupisce la tua indifferenza, se penso ai tuoi punti di empatia animale.
Gerel sentenzia con voce impostata che devi mangiare perché sei solo una mocciosa e non vuole riportarti a Phandalin sulle sue spalle. Francesco vuole dirmi cosa devo fare solo perché gioca da più tempo di me, quanto mi urta. Tu gli rispondi con una voce buffa che non ti piace e non ti si addice, è la caricatura di una bambina impertinente. Scusami, Leyawiin, è colpa mia se hai questa vocetta. È che mi viene da piangere e non voglio che si senta. Cerco di lavare via il tremolìo dalla gola con un sorso di tisana ormai fredda, mentre Lyxander e Paltur porgono i loro omaggi a Re Lorg e i goblin lo acclamano a suon di rutti e grida euforiche.
Non voglio perdere il mio lupo. Li guardo mentre si rincorrono come pazzi, poi si rotolano insieme sul pavimento lercio, tra bucce di patate, pezzi di fango secco, piedi deformi e gambe storte che li schivano. Invidio i loro denti scoperti, il respiro rapido, il battito caldo del cuore sotto la pelliccia ruvida. I tuoi occhi sono da un'altra parte. Davvero non ti ricordi?
Quando l'avete trovato gli altri volevano ucciderlo, come avevi appena fatto con il suo padrone. Un lupo è troppo leale per affezionarsi a un'altra persona, ti aveva spiegato Lyxander col tono saputello di Ivan. Non saremo noi a decidere, gli avevi risposto tu, ma la voce era la mia.
Quando l'avevi preso con te, Snarl aveva rifiutato il cibo per giorni, nemmeno si accorgeva delle tue carezze. Poi si era rimesso a cacciare, e un giorno ti aveva portato una lepre senza che gli chiedessi nulla. E quella volta che il Nothic ti ha quasi ammazzata? Nessuno dei tuoi compagni ha mosso un dito per rianimarti, ma lui sì che ti ha protetta. Quando attaccate insieme sembrate un'onda. Io invece mi sbriciolo. Le mie dita ancora incespicano tra i dadi, non ricordo le regole, gli altri sbuffano. È la mia prima campagna.
E tu sei una piccola egoista. Ti interessa solo parlare con Re Lorg. Potrebbe sapere qualcosa di tuo padre, o tenerlo prigioniero proprio sotto il pavimento su cui Snarl continua a rotolarsi. Potrebbe essere più disponibile a darti le informazioni che cerchi se gli offrissi un omaggio importante, come un lupo giovane e forte.
Fai tintinnare la tua voce sui miei denti e assicuri a Sua altezza che si tratta di uno splendido esemplare. Snarl si è fermato per ascoltarvi, il suo sguardo è mansueto. Una luce dorata ti si allarga sugli occhi mentre Re Lorg, con una bonarietà inaspettata, ti racconta della battaglia da cui tuo padre è scappato trasformandosi in falco.
Muto il microfono, mi soffio il naso, passo la mano sul bracciolo del divano. Per fortuna abbiamo lasciato spente le webcam perché abbiamo tutti delle connessioni di merda. Il cuore mi pesa, ma è ora di lasciar andare Snarl: la tua storia deve andare avanti, e io devo trovarmi degli amici fuori da questa mappa.
Siete in una grande sala di mattoni di pietra vecchia e porosa. Dove io vedo due immagini statiche dentro un tondino tu vedi due cuccioli che si sono scordati di essere grandi e giocano con la furia dei fratelli ritrovati, il loro affanno grande quanto i loro sorrisi.
Mentre tiro di percezione ti appoggi alla parete fingendoti stanca. Ho fatto un sei quindi non riesci a sentire quasi niente, ma un ragnetto ti si arrampica sulla punta dell'orecchio. Con l'altra mano sfiori l'elsa del tuo spadino: è il tuo modo di dirmi che devo spendere un'azione per stare pronta a difendermi. Sul lungo tavolo apparecchiato a festa sono state stese tovaglie lerce dall'aspetto strano, pesanti e vellutate. Le finestre non hanno tende. L'odore di zuppa rancida che arriva dalla cucina a sinistra non distoglie il tuo lupo dal gioco, ma ti strappa una smorfia. Mi stupisce la tua indifferenza, se penso ai tuoi punti di empatia animale.
Gerel sentenzia con voce impostata che devi mangiare perché sei solo una mocciosa e non vuole riportarti a Phandalin sulle sue spalle. Francesco vuole dirmi cosa devo fare solo perché gioca da più tempo di me, quanto mi urta. Tu gli rispondi con una voce buffa che non ti piace e non ti si addice, è la caricatura di una bambina impertinente. Scusami, Leyawiin, è colpa mia se hai questa vocetta. È che mi viene da piangere e non voglio che si senta. Cerco di lavare via il tremolìo dalla gola con un sorso di tisana ormai fredda, mentre Lyxander e Paltur porgono i loro omaggi a Re Lorg e i goblin lo acclamano a suon di rutti e grida euforiche.
Non voglio perdere il mio lupo. Li guardo mentre si rincorrono come pazzi, poi si rotolano insieme sul pavimento lercio, tra bucce di patate, pezzi di fango secco, piedi deformi e gambe storte che li schivano. Invidio i loro denti scoperti, il respiro rapido, il battito caldo del cuore sotto la pelliccia ruvida. I tuoi occhi sono da un'altra parte. Davvero non ti ricordi?
Quando l'avete trovato gli altri volevano ucciderlo, come avevi appena fatto con il suo padrone. Un lupo è troppo leale per affezionarsi a un'altra persona, ti aveva spiegato Lyxander col tono saputello di Ivan. Non saremo noi a decidere, gli avevi risposto tu, ma la voce era la mia.
Quando l'avevi preso con te, Snarl aveva rifiutato il cibo per giorni, nemmeno si accorgeva delle tue carezze. Poi si era rimesso a cacciare, e un giorno ti aveva portato una lepre senza che gli chiedessi nulla. E quella volta che il Nothic ti ha quasi ammazzata? Nessuno dei tuoi compagni ha mosso un dito per rianimarti, ma lui sì che ti ha protetta. Quando attaccate insieme sembrate un'onda. Io invece mi sbriciolo. Le mie dita ancora incespicano tra i dadi, non ricordo le regole, gli altri sbuffano. È la mia prima campagna.
E tu sei una piccola egoista. Ti interessa solo parlare con Re Lorg. Potrebbe sapere qualcosa di tuo padre, o tenerlo prigioniero proprio sotto il pavimento su cui Snarl continua a rotolarsi. Potrebbe essere più disponibile a darti le informazioni che cerchi se gli offrissi un omaggio importante, come un lupo giovane e forte.
Fai tintinnare la tua voce sui miei denti e assicuri a Sua altezza che si tratta di uno splendido esemplare. Snarl si è fermato per ascoltarvi, il suo sguardo è mansueto. Una luce dorata ti si allarga sugli occhi mentre Re Lorg, con una bonarietà inaspettata, ti racconta della battaglia da cui tuo padre è scappato trasformandosi in falco.
Muto il microfono, mi soffio il naso, passo la mano sul bracciolo del divano. Per fortuna abbiamo lasciato spente le webcam perché abbiamo tutti delle connessioni di merda. Il cuore mi pesa, ma è ora di lasciar andare Snarl: la tua storia deve andare avanti, e io devo trovarmi degli amici fuori da questa mappa.
Re: Token, di Letizia Merello
Ciao Letizia e benvenuta nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona Davide Mannucci Edition!
Su fb, se lo usi, mi trovi come Maurizio Bertino. Ti consiglio, se già non ci sei, di entrare nel gruppo fb di MC perché penso che sia il modo migliore di godersi la partecipazione, dalla prima fila e compartecipando in modo più attivo con il resto della community :)
Su fb, se lo usi, mi trovi come Maurizio Bertino. Ti consiglio, se già non ci sei, di entrare nel gruppo fb di MC perché penso che sia il modo migliore di godersi la partecipazione, dalla prima fila e compartecipando in modo più attivo con il resto della community :)
Re: Token, di Letizia Merello
Ciao Maurizio! Grazie dell'invito, colto al volo :)
- Signor_Darcy
- Messaggi: 356
Re: Token, di Letizia Merello
Da fu giocatore di Dungeon & Dragons ho apprezzato molto l’ambientazione del tuo racconto e la declinazione del tema della sfida, tutto sommato c’entrata.
Faccio un po’ di fatica a immaginarmi il punto di vista: teoricamente dovrebbe essere una giocatrice alle prime armi, che partecipa al party; però quel “Siete in una grande sala” confonde un po’. Rileggendo mi par di capire che la prima persona singolare è per la persona reale sul divano, che parla al suo avatar in seconda persona singolare: corretto?
Al netto di queste questioni il racconto è piacevole, scritto abbastanza bene e ricco di particolari che aiutano a creare l’ambientazione. Farò fatica a classificarlo, temo.
Faccio un po’ di fatica a immaginarmi il punto di vista: teoricamente dovrebbe essere una giocatrice alle prime armi, che partecipa al party; però quel “Siete in una grande sala” confonde un po’. Rileggendo mi par di capire che la prima persona singolare è per la persona reale sul divano, che parla al suo avatar in seconda persona singolare: corretto?
Al netto di queste questioni il racconto è piacevole, scritto abbastanza bene e ricco di particolari che aiutano a creare l’ambientazione. Farò fatica a classificarlo, temo.
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1220
Re: Token, di Letizia Merello
Ciao Letizia. Piacere di leggerti.
Ho trovato il tuo racconto coraggioso come declinazione del tema e come realizzazione, ma purtroppo non l'ho capito se non dopo un paio di letture. L'incipit mi ha un momentino spiazzato, sebbene io conosca e ami D&D non ho capito di cosa stavi parlando se non dopo diverse righe, e poi i nomi dei personaggi e dei luoghi fantastici mi hanno confuso ulteriormente.. insomma, non l'ho trovato facilissimo da mandare giù, sebbene sia un racconto che dimostra una certa cura nel mostrare dettagli particolari (molto bella la tisana fredda) che certamente dimostrano una certa esperienza.
Insomma, per me siamo in un nì, andrà meglio la prossima volta.
Ho trovato il tuo racconto coraggioso come declinazione del tema e come realizzazione, ma purtroppo non l'ho capito se non dopo un paio di letture. L'incipit mi ha un momentino spiazzato, sebbene io conosca e ami D&D non ho capito di cosa stavi parlando se non dopo diverse righe, e poi i nomi dei personaggi e dei luoghi fantastici mi hanno confuso ulteriormente.. insomma, non l'ho trovato facilissimo da mandare giù, sebbene sia un racconto che dimostra una certa cura nel mostrare dettagli particolari (molto bella la tisana fredda) che certamente dimostrano una certa esperienza.
Insomma, per me siamo in un nì, andrà meglio la prossima volta.
Re: Token, di Letizia Merello
Signor_Darcy ha scritto:Da fu giocatore di Dungeon & Dragons ho apprezzato molto l’ambientazione del tuo racconto e la declinazione del tema della sfida, tutto sommato c’entrata.
Faccio un po’ di fatica a immaginarmi il punto di vista: teoricamente dovrebbe essere una giocatrice alle prime armi, che partecipa al party; però quel “Siete in una grande sala” confonde un po’. Rileggendo mi par di capire che la prima persona singolare è per la persona reale sul divano, che parla al suo avatar in seconda persona singolare: corretto?
Al netto di queste questioni il racconto è piacevole, scritto abbastanza bene e ricco di particolari che aiutano a creare l’ambientazione. Farò fatica a classificarlo, temo.
Grazie Signor_Darcy! Hai azzeccato anche se non era proprio facile... Col senno di poi credo di aver peccato di presunzione col doppio punto di vista della giocatrice (la voce narrante) e di Leyawiin (la personaggia, a cui la giocatrice si rivolge col "tu" - quindi il "siete" è la protagonista sdivanata che parla a tutti i personaggi della "compagnia") gestiti in uno spazio di battute così ristretto, infilandoci poi dentro anche gli altri "doppi" formati da giocatore e personaggio. Sono partita complicandomi la vita, al prossimo giro proverò qualcosa di più essenziale :)
Re: Token, di Letizia Merello
MatteoMantoani ha scritto:Ciao Letizia. Piacere di leggerti.
Ho trovato il tuo racconto coraggioso come declinazione del tema e come realizzazione, ma purtroppo non l'ho capito se non dopo un paio di letture. L'incipit mi ha un momentino spiazzato, sebbene io conosca e ami D&D non ho capito di cosa stavi parlando se non dopo diverse righe, e poi i nomi dei personaggi e dei luoghi fantastici mi hanno confuso ulteriormente.. insomma, non l'ho trovato facilissimo da mandare giù, sebbene sia un racconto che dimostra una certa cura nel mostrare dettagli particolari (molto bella la tisana fredda) che certamente dimostrano una certa esperienza.
Insomma, per me siamo in un nì, andrà meglio la prossima volta.
Ciao Matteo, grazie per la lettura! La tua fatica nella comprensione è parallela a quella che ho provato nella stesura, come dicevo al Signor_Darcy ho compresso troppa roba in poco spazio e questo non ha giocato a mio favore. Curiosamente, questa (seppur rielaborata) è stata la prima scena che mi è venuta in mente quando è uscito il tema "Lasciami andare" e la cosa mi pone grossi quesiti, più esistenziali che autoriali se vogliamo :D
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Token, di Letizia Merello
Token, di Letizia Merello,
Come gli altri mi sono trovato confuso, e ci ho messo qualche riga di tropp a capire cosa stava succedendo. Secondo me il problema è l'eccessivo saltellare tra il pov del giocatore e quelle del personaggio e anche adesso non sono certo di aver capito bene. Forse è addirittura il lupo snarl che sta parlando?
Una frase che mi ha confusa tantissimo è
"Mentre tiro di percezione ti appoggi alla parete fingendoti stanca. Ho fatto un sei quindi non riesci a sentire quasi niente".
Lui tira ma lei ne subisce gli effetti?
Come gli altri mi sono trovato confuso, e ci ho messo qualche riga di tropp a capire cosa stava succedendo. Secondo me il problema è l'eccessivo saltellare tra il pov del giocatore e quelle del personaggio e anche adesso non sono certo di aver capito bene. Forse è addirittura il lupo snarl che sta parlando?
Una frase che mi ha confusa tantissimo è
"Mentre tiro di percezione ti appoggi alla parete fingendoti stanca. Ho fatto un sei quindi non riesci a sentire quasi niente".
Lui tira ma lei ne subisce gli effetti?
Re: Token, di Letizia Merello
Ciao Letizia. Posso immaginare che questo racconto avrà valutazioni molto variegate. Hai fatto una serie di scelte non esattamente facili. Il flusso di pensiero è una, un modo di raccontare potente ma non facile da dominare. Ma ci hai dovuto (o voluto) miscelare insieme l'interscambio tra giocatore e personaggio. La stessa scelta di raccontare di un gioco non ti facilita la vita, perché chi ha avuto questa esperienza comprenderà molto bene, ma non potrà fare chi giocato non ha. Personalmente ho tutti gli strumenti per apprezzare il racconto e infatti lo apprezzo molto. E proprio per questo la frase che di tutto il racconto apprezzo di più è l'ultima, anche se io, alcuni amici veri, li ho trovati proprio giocando.
Re: Token, di Letizia Merello
Il pdv ballerino rende difficile l’immedesimazione nel testo oltre che la comprensione dello stesso. L’ambientazione è valida e ben tratteggiata, il flusso di pensiero – una tecnica coraggiosa per un contest istantaneo – convince fino a un certo punto per le ragioni legate alla pluralità dei soggetti narranti, tanto che in alcuni frangenti sono rimasto confuso sul chi fa cosa e come.
- david.callaghan
- Messaggi: 220
Re: Token, di Letizia Merello
Ciao Letizia
sul "Siete" ho capito subito che si trattava di una sessione di ruolo. Però poi che fatica a capire chi è chi e chi fa cosa! Anche i troppi nomi mi hanno confuso un po' e alla fine il lupo Snarl , figlio di Kmer della tribù di Instar della terra desolata del Sknir, mi pare un po' messo lì come pretesto per aderire al tema. Però se è il tuo primo pezzo ti faccio i miei complimenti, sicuramente se resisti ai commenti di dubbia ironia e scarsa utilità come questo migliorerai alla svelta.
Un saluto
sul "Siete" ho capito subito che si trattava di una sessione di ruolo. Però poi che fatica a capire chi è chi e chi fa cosa! Anche i troppi nomi mi hanno confuso un po' e alla fine il lupo Snarl , figlio di Kmer della tribù di Instar della terra desolata del Sknir, mi pare un po' messo lì come pretesto per aderire al tema. Però se è il tuo primo pezzo ti faccio i miei complimenti, sicuramente se resisti ai commenti di dubbia ironia e scarsa utilità come questo migliorerai alla svelta.
Un saluto
Re: Token, di Letizia Merello
Michael Dag ha scritto:Token, di Letizia Merello,
Come gli altri mi sono trovato confuso, e ci ho messo qualche riga di tropp a capire cosa stava succedendo. Secondo me il problema è l'eccessivo saltellare tra il pov del giocatore e quelle del personaggio e anche adesso non sono certo di aver capito bene. Forse è addirittura il lupo snarl che sta parlando?
Una frase che mi ha confusa tantissimo è
"Mentre tiro di percezione ti appoggi alla parete fingendoti stanca. Ho fatto un sei quindi non riesci a sentire quasi niente".
Lui tira ma lei ne subisce gli effetti?
Eccomi a rispondere ai tuoi dubbi, fra l'altro molto legittimi. No, Snarl non parla mai: è la giocatrice che si rivolge alla personaggia/ai personaggi con tu/voi e parla di se stessa in prima persona. Nella frase che citi la giocatrice tira un dado a 20 facce, che serve a decidere l'esito di un'azione, da 0 (va malissimo) a 20 (va benissimo), quindi avendo fatto 6 in un tiro di percezione la sua personaggia non percepisce granché. Le vostre osservazioni mi stanno facendo capire che si tratta di un racconto davvero troppo settoriale, con troppi punti di vista accavallati in poco spazio. "Tutta arte che entra", come dice mio padre :D Grazie per il commento!
Re: Token, di Letizia Merello
jimjams ha scritto:Ciao Letizia. Posso immaginare che questo racconto avrà valutazioni molto variegate. Hai fatto una serie di scelte non esattamente facili. Il flusso di pensiero è una, un modo di raccontare potente ma non facile da dominare. Ma ci hai dovuto (o voluto) miscelare insieme l'interscambio tra giocatore e personaggio. La stessa scelta di raccontare di un gioco non ti facilita la vita, perché chi ha avuto questa esperienza comprenderà molto bene, ma non potrà fare chi giocato non ha. Personalmente ho tutti gli strumenti per apprezzare il racconto e infatti lo apprezzo molto. E proprio per questo la frase che di tutto il racconto apprezzo di più è l'ultima, anche se io, alcuni amici veri, li ho trovati proprio giocando.
Ciao jimjams! Ti ringrazio. Anche il tuo commento, seppur positivo, mi conferma che sono stata eccessivamente "settoriale" e quindi per forza di cose criptica per chi non conosce il gioco. Ne prendo atto ma avevo proprio bisogno di raccontare questa storia. La scena mi è successa davvero ed era appena finita un'amicizia importante, avevo bisogno di eliminarla dal mio sistema. :)
Re: Token, di Letizia Merello
Andrea76 ha scritto:Il pdv ballerino rende difficile l’immedesimazione nel testo oltre che la comprensione dello stesso. L’ambientazione è valida e ben tratteggiata, il flusso di pensiero – una tecnica coraggiosa per un contest istantaneo – convince fino a un certo punto per le ragioni legate alla pluralità dei soggetti narranti, tanto che in alcuni frangenti sono rimasto confuso sul chi fa cosa e come.
Ciao Andrea, ti do ragione su tutta la linea! Grazie per la lettura :)
Re: Token, di Letizia Merello
david.callaghan ha scritto:Ciao Letizia
sul "Siete" ho capito subito che si trattava di una sessione di ruolo. Però poi che fatica a capire chi è chi e chi fa cosa! Anche i troppi nomi mi hanno confuso un po' e alla fine il lupo Snarl , figlio di Kmer della tribù di Instar della terra desolata del Sknir, mi pare un po' messo lì come pretesto per aderire al tema. Però se è il tuo primo pezzo ti faccio i miei complimenti, sicuramente se resisti ai commenti di dubbia ironia e scarsa utilità come questo migliorerai alla svelta.
Un saluto
Ciao david.callaghan,
se la tua è dubbia ironia allora sono una dubbia persona perché ho riso :D A parte questo, non ho invece dubbi sull'utilità del tuo commento: l'aggancio al tema è abbastanza tirato e ammetto un certo egoismo nell'aver scelto di parlare proprio di questa vicenda ingarbugliata. A rileggerci presto, grazie dell'incoraggiamento!
- L'inquisitore
- Messaggi: 196
Re: Token, di Letizia Merello
Ciao Letizia e benvenuta. In qualità di inquisitore sono chiamato a dare l'ultimo commento al tuo pezzo.
Noto che il tuo racconto è un muro di testo senza dialoghi diretti. Il cambio di pdv non è scandito attraverso nessun escamotage che aiuti il lettore a seguire la vicenda ed è mischiato alla prosa senza discrimine.
Si fatica a capire il contesto e a seguire i moti interiori dei personaggi, oltre che a distinguere tra la partita e la realtà. E questo non perché non si conoscano i gdr: qui quasi tutti li conoscono molto bene (pare essere una caratteristica comune negli scrittori). Anch'io li conosco bene, sono master di svariati giochi da molti anni. Il problema qui è la costruzione del racconto. Se avessi inserito dei dialoghi distinti dalla prosa attraverso delle virgolette, un pensato in corsivo, avessi sfruttato meglio gli a capo e limitato i cambi di pdv, il testo sarebbe risultato sicuramente più efficace.
Sono tecnicismi molto superficiali e sono certo che li potrai sfruttare già dal prossimo racconto.
Per quanto riguarda il tema arriva in modo poco convincente sul finale dopo un racconto che risulta troppo lungo e poco coinvolgente, un po' per le vicende prive di conflitto, un po' per l'impossibilità per il lettore di definire un contesto chiaro oltre che i salti temporali dal presente a un passato di cui il testo non ci ha resi curiosi.
Ma la tua passione per la scrittura è chiara ed emerge con entusiasmo. Sono certo che questo sia il posto migliore dove far incontrare la tua voglia di scrivere con la necessità di chiarezza del lettore.
Assegno a questo pezzo un pollice ni ma con grandi aspettative sul prossimo racconto.
Noto che il tuo racconto è un muro di testo senza dialoghi diretti. Il cambio di pdv non è scandito attraverso nessun escamotage che aiuti il lettore a seguire la vicenda ed è mischiato alla prosa senza discrimine.
Si fatica a capire il contesto e a seguire i moti interiori dei personaggi, oltre che a distinguere tra la partita e la realtà. E questo non perché non si conoscano i gdr: qui quasi tutti li conoscono molto bene (pare essere una caratteristica comune negli scrittori). Anch'io li conosco bene, sono master di svariati giochi da molti anni. Il problema qui è la costruzione del racconto. Se avessi inserito dei dialoghi distinti dalla prosa attraverso delle virgolette, un pensato in corsivo, avessi sfruttato meglio gli a capo e limitato i cambi di pdv, il testo sarebbe risultato sicuramente più efficace.
Sono tecnicismi molto superficiali e sono certo che li potrai sfruttare già dal prossimo racconto.
Per quanto riguarda il tema arriva in modo poco convincente sul finale dopo un racconto che risulta troppo lungo e poco coinvolgente, un po' per le vicende prive di conflitto, un po' per l'impossibilità per il lettore di definire un contesto chiaro oltre che i salti temporali dal presente a un passato di cui il testo non ci ha resi curiosi.
Ma la tua passione per la scrittura è chiara ed emerge con entusiasmo. Sono certo che questo sia il posto migliore dove far incontrare la tua voglia di scrivere con la necessità di chiarezza del lettore.
Assegno a questo pezzo un pollice ni ma con grandi aspettative sul prossimo racconto.
Re: Token, di Letizia Merello
L'inquisitore ha scritto:Ciao Letizia e benvenuta. In qualità di inquisitore sono chiamato a dare l'ultimo commento al tuo pezzo.
Noto che il tuo racconto è un muro di testo senza dialoghi diretti. Il cambio di pdv non è scandito attraverso nessun escamotage che aiuti il lettore a seguire la vicenda ed è mischiato alla prosa senza discrimine.
Si fatica a capire il contesto e a seguire i moti interiori dei personaggi, oltre che a distinguere tra la partita e la realtà. E questo non perché non si conoscano i gdr: qui quasi tutti li conoscono molto bene (pare essere una caratteristica comune negli scrittori). Anch'io li conosco bene, sono master di svariati giochi da molti anni. Il problema qui è la costruzione del racconto. Se avessi inserito dei dialoghi distinti dalla prosa attraverso delle virgolette, un pensato in corsivo, avessi sfruttato meglio gli a capo e limitato i cambi di pdv, il testo sarebbe risultato sicuramente più efficace.
Sono tecnicismi molto superficiali e sono certo che li potrai sfruttare già dal prossimo racconto.
Per quanto riguarda il tema arriva in modo poco convincente sul finale dopo un racconto che risulta troppo lungo e poco coinvolgente, un po' per le vicende prive di conflitto, un po' per l'impossibilità per il lettore di definire un contesto chiaro oltre che i salti temporali dal presente a un passato di cui il testo non ci ha resi curiosi.
Ma la tua passione per la scrittura è chiara ed emerge con entusiasmo. Sono certo che questo sia il posto migliore dove far incontrare la tua voglia di scrivere con la necessità di chiarezza del lettore.
Assegno a questo pezzo un pollice ni ma con grandi aspettative sul prossimo racconto.
Grazie Inquisitore per l'incoraggiamento! Farò tesoro dei suggerimenti, tra cui quello di "giocare" con le virgolette e la formattazione del testo in generale, a cui non avevo minimamente pensato :)
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