Gioco di rimessa

[kruaxi]

Gioco di rimessa

«Ti voglio...»
Lei si gira verso l'amato, offrendogli le labbra.
«Sei, tredici, ventuno...»
«STOP!»
Robertis si alza a fatica dalla sedia da regista. Ormai è obeso all'inverosimile e perennemente paonazzo in viso: «Luca...» Si avvicina, lentamente, al giovane dai capelli biondi e dalla camicia aperta, camicia che permette una generosa vista dei pettorali da atleta: «Dimmi, cosa è che non hai capito del fatto che questa scena è in presa diretta? Perché invece di recitare sputi numeri a caso? Magari vorresti esprimerti in binario?»
Luca rimane interdetto, si tocca la testa e aggrotta la fronte; sta quasi per aprir bocca.
«Fermo!» Robertis lo blocca in anticipo: «Fai conto non abbia detto niente, evita di commentare.
Limitati a rifare la scena, recitando il copione! Non c'è doppiaggio in questa scena, compreso?»
«Sì, certo, ma non ho capito che c'entrano i tren...»
«ANTONELLLLLLA!»
Il regista non finisce di urlare che la sua assistente già gli porge una sigaretta accesa.
Al terzo tiro di nicotina, paradossalmente, Robertis torna a respirare regolarmente.
«Va bene, va bene,» sorride, «è una di quelle giornate, tutto qui.»
Chiude gli occhi e pensa, pensa al passato, pensa a quando lavorava con gente seria in produzioni importanti, pensa a...
«Dottore.» Isabel Barracho, al secolo Immacolata Esposito, è l'unica a chiamarlo così: «Non crede che il mio personaggio meriti maggiore visibilità? In fondo sono soltanto la bellissima, carismatica, enigmatica e sensuale amante del duca, una figura bidimensionale.»
Luca alza l'indice della mano destra al cielo: «Ecco! Che grande idea per sviluppare questa fiction.
Multidimensioni! Multi inversi, inverni... insomma, come fa la Marvel con i supereroi!»
«ANTONELLLLLLA!»
In pochi secondi Robertis si ritrova fra le mani una fiaschetta metallica, dalla quale si abbevera spasmodicamente. Un forte odore di whisky si diffonde velocemente sul set.
Reinventatasi un'espressione vagamente umana, il regista si rivolge a Isabel: «Di grazia, cara, cosa proporresti?»
«Inclusività! Dimostrare che le donne non sono solamente amanti meravigliose, madri perfette, compagne affidabili nonché il vero motivo del successo dei loro uomini... ma devono essere anche, che dire, scienziate! Io potrei aver inventato... boh... qualcosa.»
«La lampadina!» Urla Luca alla volta di Isabel: «Hai inventato la lampadina e sei famosa per questo in tutto il regno. Che ne dite? Non è una bella sotto trama? Sto studiando sceneggiatura, non voglio fare solo l'attore.»
Robertis è una statua di cera, in una stanza troppo calda. Abbozza un sorriso e si allontana dal set.
Entra nel suo camerino e si sciacqua la faccia: lo specchio gli restituisce un uomo stanco, sconfitto, totalmente disilluso. Lui, lui che era stato primo assistente di Morbidozzi nell'edizione teatrale de “I giganti della Montagna”, ben tre repliche!
Rientrato sul set, con pochi gesti invita tutti a tornare alle proprie posizioni: c'è una scena da portare a casa, una scena da fare presto e bene.
«Robertis!» No, non anche questo, pensa il regista. «Robertis, sa che l'idea di Isabel non è male?»
Marchetti, lo sceneggiatore principale. Un uomo secco, segaligno, dall'aspetto untuoso: «Siamo nel ventunesimo secolo, Robertis, una fiction moderna deve tener conto di tanti fattori e la presenza di una donna emancipata è fondamentale.»
«Grazie caro.» Isabel lo abbraccia platealmente, Marchetti sembra infastidito. «L'idea della lampadina di Luca è ovviamente stupida, la storia è ambientata nel medioevo, giusto?» Isabel guarda con sdegno il bel Luca, che non ricambia l'attenzione, impegnato come è a guardare un muro. «Esattamente Isabel, esattamente. Pensavo piuttosto che potresti essere famosa e stimata per aver inventato, mah, una nuova ricetta del minestrone?»
«ANTONELLLLLLA!»
Robertis mastica due compresse di Xanax, mentre Isabel sta prendendo a calci Marchetti.
Certi giorni non funziona niente, meglio lasciar andare tutto in vacca.

Stefano Tanci, aka Kruaxi

[antico]

Ciao Stefano! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa DAVIDE MANNUCCI EDITION!

[Proelium]

Ciao Stefano,
piacere di leggerti. A livello tecnico, la scena mi sembra ben costruita e portata avanti con tutti gli accorgimenti del caso. Secondo me questo è il pregio e maggior punto di forza del tuo testo. Per quanto riguarda il tema, l'ho sentito latitare fino all'ultimo, e poi saltare fuori e provare a salvarsi in corner, al novantesimo... insomma, un "gioco di rimessa" anche lì... Non so, secondo me ti sei dato quella frase come punto di arrivo, ma ti sei smarrito un po' tra le peripezie da "recita a soggetto" che dovevano prepararlo. Ti segnalo che un po' di smarrimento, leggendo, l'ho provato anch'io.
Spero di esserti stato utile.
Buona edition,
Francesco

[kruaxi]

Ciao Francesco!
Guarda, hai colto più o meno nel segno: tutto il racconto è un puro "gioco di rimessa", una semplice boutade.
Perché? Beh, semplice... lunedì sera ero ancora esausto dopo una notte di lavoro già tragica di suo e ulteriormente funestata da una triste telefonata di un mio carissimo amico, che aveva appena perso il padre per una polmonite da Covid. Non ero riuscito a dormire, conoscevo benissimo quell'uomo e, ripeto, ero davvero stanco oltre misura. Poi arriva quel "Lasciami andare"... Ora, immaginatevi: io sono infermiere in Hospice ormai da anni, dopo decenni in reparti d'urgenza. Di situazioni da cui partire per declinare quel "Lasciami andare", se avete idea di cosa sia un Hospice, ne avevo decine.
Però...
Però non ne avevo voglia.
Tutto mi sembrava davvero troppo triste ed ero già abbastanza depresso. Per uno "bravo" la situazione sarebbe stata, forse, un bel punto di partenza. Io volevo "vivere". Pertanto ho davvero giocato di rimessa. Avrei potuto non partecipare ma non mi sembrava giusto, meglio esserci anche se senza alcuna pretesa. Come ho detto altre volte, io non sono qui per gareggiare, di sicuro non ancora (forse mai). Sono qui per imparare quanto le mie modeste potenzialità mi permetteranno.
Ho voluto davvero buttarla sul ridere, ho voluto scrivere un po' di sciocchezze per allontanarmi dal rischio di affogare nel patetico.
Mentre buttavo giù questa pagliacciata mi ritrovavo, ogni tanto, a ridacchiare fra me e me: è quel che mi serviva.
Ho anteposto, probabilmente, le mie necessità a quelle del lettore. So benissimo quanto questo sia sbagliato, forse irrispettoso, ma è ugualmente palese che ne pagherò le conseguenze senza battere ciglio, senza rimpianto alcuno.
Grazie Francesco!

[Maurizio Chierchia]

Ciao Stefano, ho letto il tuo commento e mi dispiace molto per la situazione. Non posso che augurarti il meglio, soprattutto al tuo amico.
Detto ciò passo alle critiche, che a dire il vero dal mio punto di vista sono quasi nulle. Il racconto, nonostante le tue problematiche, a me è piaciuto parecchio. Mi sono immaginato il povero regista che non ce la fa più a stare dietro a un gruppo di attori mentecatti. Mi sono immaginato sul set assieme a loro.
Poi, per chi come me odia il politically correct, la mente del regista ti diventa subito amica.
Complimenti ancora, a rileggerti presto.

[kruaxi]

Grazie Maurizio. Mi fa piacere di averti fatto un po' sorridere. Grazie anche a te.

[Proelium]

Ma figurati, davvero. Una cosa è dare un'opinione su un testo, un'altra è ragionare sulla vita (ahimè, spesso dura) a cui la scrittura offre consolazione, evasione o resistenza. MC è anche, anzi, soprattutto questo: strappare una manciata di ore alle fatiche quotidiane e ritrovarci qua a comporre, condividere e analizzare storie il più delle volte per migliorarci come scrittori, qualche altra per il puro bisogno di rifiatare (successo anche a me più di una volta). Rispetto e umanità sono valori più importanti di una classifica, e qui ne troverai in abbondanza!

Un abbraccio,
Francesco

[Sira66]

Ciao Stefano,
ammetto che ho dovuto rileggere il testo per districarmi. Ma poi, alla seconda lettura, quel maiuscolo reiterato che invoca l'aiuto dell'assistente e che ogni volta trasporta il personaggio verso la risposta chimica alla ricerca di tranquillità, mi ha catturata. È un semaforo rosso inascoltato dalle persone che ruotano sul set, e rende efficacemente l'idea del tema.
Simona

[kruaxi]

Proelium, esattamente come dici. Sto conoscendo bella gente qui. Sira, gentilissima.

[Andrea Furlan]

Ciao Stefano,
ho apprezzato il tuo racconto soprattutto per il registro ironico e la buona caratterizzazione dei personaggi, il bellone un po’ stupido, l’attrice vamp che invece dimostra intelligenza e sensibilità, il regista sfiduciato.
Avrei eliminato nel narrato i troppi avverbi in -mente e anche parole complicate (reinventatasi) che appesantiscono il testo. Purtroppo non ho trovato il tema, neanche rileggendo, se non nelle ultime parole del finale. Il titolo l’ho capito solo dopo aver letto la tua spiegazione a Francesco: visto che anch’io ho usate a volte la scrittura come potente valvola di sfogo, non posso che essere d’accordo. E tanta solidarietà per il lavoro importantissimo che fai, tieni duro!
In sintesi, una prova fra luci e ombre, ma comunque che ho letto volentieri. Il messaggio di fondo è arrivato comunque.

[kruaxi]

Grazie Andrea.
Ciò non toglie che ho pensato a me invece che al lettore... se poi sono riuscito a far sorridere qualcuno... bene!
Avverbi? Oh, quanto hai ragione! E non sai che fatica per evitare termini desueti! Ho questo viziaccio (fra gli altri).
Grazie!

[Andrea Furlan]

Gli avverbi in -mente: ho appena terminato di seguire un corso sul romanzo dove il docente ci ha editato il testo. Ha messo un veto sugli avverbi e ho l'impressione che li vada a cercare con la funzione di word. Sapendolo ormai mi viene naturale non usarli più, basta fare un po' di attenzione, poi se ne scappa qualcuno non credo sia un problema...

[kruaxi]

Tutti consigli da mettere in saccoccia. Grazie.

[gcdaddabbo]

Salve, Stefano! Ho letto il racconto con curiosità. Alla prima lettura non ne ho compreso pienamente il senso. Mi aspettavo qualcosa di complesso, di articolato. Alla seconda sono rimasto deluso. Mi sembra solo un quadretto colorato. C’è il povero regista con un gruppo di attori tutti apparenza e poco cervello come il personaggio di Panariello. Non è comico, non è tragico, forse un po’ ridicolo. Fa riflettere, è vero, sul mondo delle fictions a buon mercato di cui è cosparso il tempo televisivo. Anche il tema: “Lasciami andare” è diventato “Lasciamo stare, ci rinuncio”. Buona Davide Mannucci edition!

[kruaxi]

Ti ringrazio, confermo che non ci sono significati nascosti... È solo una boutade. Forse, dico forse, non così "ridicola" come dici (se per ridicolo intendi "goffo e sgraziato"... Boh, mi sembra un po' troppo tranchant ma, beninteso, hai tutto il diritto di dirlo), ma va bene così.

[read_only]

Ciao Stefano,

a me il tuo testo ha divertito :) Mi ha ricordato Boris (non so quanto sia voluto). Capisco perfettamente il gesto di anteporre un proprio bisogno (quello di rilassarsi nel tuo caso) al contest, io ho fatto lo stesso questo giro (sebbene in chiave diversa).
Sul tema anche io l'ho sentito un po' "debole", se non nell'evocazione delle ultime battute. Se da un lato non è stato il centro della storia, d'altro lato però l'ho visto un po' come motore: prima di dirsi di lasciare andare tutto cerca nella fedele segretaria un modo per tirare avanti. In sintesi: si palesa alla fine, ma forse c'è già dalle prime battute.
Purtroppo invece per la sensazione di confusione generale che ho fatto, soprattutto con i nomi, non sono riuscita a superarla.
A rileggerci,
Morena

[kruaxi]

Grazie Morena. Boris? Indiscutibilmente... Ci si fa sempre i conti quando si immagina il set di una fiction.
Grazie ancora.

[gcdaddabbo]

Ciao, Stefano

Forse, dico forse, non così "ridicola" come dici (se per ridicolo intendi "goffo e sgraziato"...

. Non sono così tranchant. Intendo ridicolo nel senso di macchiettistico.

[kruaxi]

Ciao, Stefano

Forse, dico forse, non così "ridicola" come dici (se per ridicolo intendi "goffo e sgraziato"...

. Non sono così tranchant. Intendo ridicolo nel senso di macchiettistico.

Niente da dire su questo.

[Alessandro -JohnDoe- Canella]

Ciao Stefano.
Uscendo da una recente ennesima visione delle prime tre stagioni di Boris (ovviamente per prepararmi al meglio per la nuova stagione), è inutile dire che il tuo racconto mi ha ricordato a più riprese quel tipo di mondo. In particolare quando hai tirato fuori il duca, subito ho pensato "dimmi che ora qualcuno se ne esce fuori con un anello!". Se quindi da un lato ho letto con interesse il tuo racconto, dall'altro sono rimasto molto deluso dall'impronta stilistica, decisamente sottotono rispetto ad altre tue opere passate. Al di là della questione avverbi già sottolineata da chi mi ha preceduto, ho trovato il POV alle volte poco preciso, penalizzato oltretutto da alcuni passaggi in raccontato facilmente aggirabili. Discorso a parte per i personaggi, tutti abbastanza stereotipati, ma è indubbio che il tuo obbiettivo fosse proprio quello.
Insomma, un brano che non brilla, ma che nasconde un ampio raggio di miglioramento.

[kruaxi]

Grazie. Io lo considero ancora meno, figurati.

[antico]

Molto bella la riflessione che hai fatto nelle risposte ai commenti, Stefano, grazie per averla condivisa. Detto questo, devo valutare il racconto e, anche se è vero che fa quello per cui è stato creato è anche vero che non è rifinito, che mancano dialoghi che lo avrebbero potuto rendere più brillante, che è evidentemente una prima stesura rimasta tale. Il tema è presente e coerente con le tue intenzioni, ma poco rifinito anch'esso (e non poteva essere altrimenti). Per me un pollice tendente al positivo anche non non brillante o solido e in classifica finisci dietro al parivalutato racconto di Cannoletta per una mia mera questione di gusto personale.

[kruaxi]

Chiedo scusa per la latitanza ma ho avuto delle giornate impegnative.
"Antico", posso dirlo?
Troppo!
Sei gentilissimo e, davvero come tutti gli altri, sai come motivare e insegnare.
Grazie.
Piuttosto... temo per il prossimo contest, dovrei essere di notte al lavoro.